Jasper si guardò intorno: c’era qualcosa che non andava. Ma cosa? Emmett era seduto di fianco a lui a guardare la partita di baseball ed Edward era seduto sulla poltrona a leggere, il silenzio regnava sovrano e…
Il silenzio regnava sovrano?!
E le ragazze dov’erano finite?!
Ecco tre capitoli sul ventitré, ventiquattro e venticinque dicembre in casa Cullen!!

So che è quasi Natale e io mi metto a scrivere fic ambientate in piena estate ma.. spero vi piaccia!
One shot su Megumi e Yahiro, visto che è da un po' che non scrivo di loro :D
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No, non poteva assolutamente aspettare domani.
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“Severus” iniziò Bellatrix guardandolo negli occhi “Tu credi ai pettegolezzi?”
“A quali fra i tanti? A quello sul ménage à trois fra te, Avery e Lucius? O quello in cui hai ammanettato Rookwood e ci avete dato dentro tutta la notte come conigli? Oppure il mio preferito, quando tu e l’Oscuro Signore avete fatto l’amore con dolcezza e passione e dopo lui ti ha confessato il suo immortale amore per te e in privato ti chiama la sua piccola Trixie e tu in cambio l’hai soprannominato Lordie Voldie?”

Perché sì, si stava parlando di un uomo e sì i posti citati erano parte dei suoi sogni erotici con il suddetto maschio. Maschio che aveva tutte le carte in regola: dalla cicatrice sexy al muscolo guizzante... compresa la stupidità intrinseca che legava tutto il genere umano dotato di appendice tra le gambe.

Salve, salve. Da quanto non scrivo su questo meraviglioso sito? Eh, mi è dispiaciuto molto lasciarlo da solo, perciò eccomi qui con una nuova raccolta su di loro, sui miei due meravigliosi personaggi preferiti!
TadashixAkira.
1 ~ Heart. «Voglio che mia figlia si chiami Hikari, hai qualche problema?»
2 ~ Condanna a morte. «Ovunque tu sia Tadashi, t'avviso, fai piangere di nuovo mia figlia e ti prendo a pugni!»
3 ~ Scimmietta al cioccolato. «Uh, carino! Scusa piccola, ma questo chi è? Una scimmia?»
4 ~ Sorriso. «Allora, Akira, quando si mangia? Sai, anche Hikari ha fame!»
5 ~ Gelosia. «Angelo mio, purtroppo c'è qualcuno che ti vuole tutta per sé.»
6 ~ Gelosia. «Hikari, non guardarlo nemmeno.»
Ultima drabble pubblicata.

Questa One shot parla del matrimonio combinato tra due rampolli dell'élite magica Blaise Zabini e Pansy Parkinson. Parla dei tormenti della sposa, delle sue paure e della rabbia dello sposo.
Spero vi piaccia come è piaciuto a me scriverla.

Il signor Darcy respirava la musica, consapevole di non meritare al mondo nulla più di quel momento.

"Zoro, perchè mi ami?!"
"Perchè ami Rufy?!"
"Perchè la amo!?"
"Si può sapere che è successo!?" chiese Nami indispettita.
"Ti amo!" disse una volta staccati.
"Perchè?"
"TI AMO!" urlò rischiando di svegliare tutta la nave. "NON SO IL PERCHÈ! NON BASTA CHE IO TI AMI, CHE TE LO RIPETA OGNI GIORNO!?" confessò chiudendo gli occhi diventando viola per l'umiliazione che stava ricevendo. Dopodichè aprì gli occhi lucidi per lo sforzo di non piangere dalla disperazione. "Ci dev'essere un perchè a quello che provo?!"
Forse ho fatto Zoro un po' OOC, ma appena letta capirete il perchè. In ogni caso ho fatto di tutto per non uscire dal personaggio, sarete voi, comunque a dirmelo.

Fa parte della serie "I Belong To You. You Belong To Me", spero vi piaccia!
Dal capitolo:
Si misero uno davanti all’altro sul ring e si sorprese nel vedere tutti in tuta da box con guantoni inclusi, tranne Hikari, che aveva mantenuto la divisa bianca.
"Sarà una sfida impari, questa."
Continuò Hikari, indicando le persone alle sue spalle.
"Avrò modo di dare il cambio a qualcuno semplicemente toccandogli la mano quando mi sentirò stanca. Tutti lotteranno, stanne certo, e se anche uno di loro ti batterà, sarà in grado di decretare la tua sconfitta..."
Sbuffò infine con un sorriso tirato sul volto. "Io manterrò i tuoi stessi abiti, quindi scomodi per chi non pratica da una vita la lotta libera... ho pensato che potessero mettersi comodi. Cominciamo?"
Quasi sorrise, Kei, nel vedere la furbizia aleggiare nello sguardo della ragazza che amava e strinse il nodo della cravatta fra due dita, prima di tirarla del tutto via e gettarla in aria, alle sue spalle. Era stanco, dannatamente stanco, ma non avrebbe ceduto e avrebbe vinto a qualsiasi costo.
"Cominciamo."