Siccome ho uno stranissimo dormi-veglia, che mi fa fare pensieri ormai solo su Sherlock -che, oltretutto, non hanno né capo né coda la maggior parte delle volte- ho deciso di pubblicare One Shot, tutte a sé e tutte autoconclusive di quello che mi viene in mente.
Delle serie: dire semplicemente che stai facendo una raccolta?
Ecco sì, una raccolta.
Ovviamente i raiting, le coppie, e il genere, li metterò a inizio capitolo! :)

Sherlock e John sanno che qualcosa nella loro relazione sta per evolversi, ma nessuno dei due riesce a fare qualcosa per ammetterlo, non ad alta voce e a tu per tu, quantomeno. Troveranno tuttavia un modo molto semplice ma efficace per ovviare a questo problema.
Note1: text!fic, metà freeform, metà narrazione
Note2: friendship turns into a love relationship, turns into an established relationship
Note3: ambientazione post Reichenbach così non rischiamo psicodrammi XD

Sherlock realizza che le abitudini di John riguardo agli appuntamenti includono un inaccettabile livello di rischio… cosa succederebbe se incontrasse una donna insolitamente tollerante e finisse con lo sposarsi?

Dopo la “caduta” Sherlock inizia a scrivere a John dei messaggi. Naturalmente, non li invia mai... Finché per sbaglio non lo fa. [Post Reichenbach fic, no angst]

Due volte in cui John cerca di vendicarsi. E una in cui non può più farlo.

Not a perfect man, but the object of love never is.
John non è andato in guerra ed è normale, troppo normale per Sherlock Holmes. Finché tutto cambia.
(RoaringTwenties!AU)

Sherlock legge i messaggi di Mycroft riguardo a John. Fuori la notte, le stelle, Londra. E John.
Non si è mai soli nel soffrire.

"Ricordò i suoi primi galà, dove i genitori si dilettavano in romantiche danze che allietavano i suoi occhi. Anche da piccolo trovava queste feste noiose, ma la visione di sua madre in un vaporoso abito - pervinca, lilla, a volte rosso - che volteggiava nella sala tra le braccia di suo padre - elegante, deciso, composto - lo rasserenava."
Ps. forse un pizzico di OOC, ai posteri l'ardua sentenza.

Dopo aver simulato il suicidio, Sherlock impiega ogni sua energia per smantellare l'organizzazione criminale di Moriarty, mentre John cerca di tirare avanti in qualche modo. Quando il suo migliore amico gli ricompare davanti, la sua reazione è rabbiosa e gli ordina di sparire per sempre. Le loro vite prendono dunque strade differenti, che li porteranno a vagare senza meta, dolorosamente ed in solitudine.
Avvisi aggiuntivi: Minor character death, menzione uso di droghe, scene forti.

“E chi sarebbe questo tuo amico?” sibilò Sherlock, palesemente contrariato dalla situazione, estremamente geloso anche solo all’idea che John potesse avere un amico che chiede il suo aiuto per salvarsi da una notte in galera.
“Ma cosa ne so, Sherlock.” sbuffò John, accarezzandogli la schiena in un gesto morbido e delicato, atto a tranquillizzarlo “Non mi viene in mente nessuno.”
“Si chiama Tom Stone. Lo conosci?” si intromise la voce di Greg, direttamente dall'altoparlante del cellulare.
Entrambi si irrigidirono a quel nome: la mano di John si bloccò tra le scapole dell’altro, così come il braccio di Sherlock che stringeva il torace del compagno si chiuse in una stretta soffocante e possessiva.
Sherlock chiuse gli occhi e inspirò profondamente prima di accentuare maggiormente la propria stretta attorno al torace di John “Cosa vuole il tuo ex da te?”
Note: seguito di "Curiosity killed the cat, Satisfaction brought it back"

“Smettila di guardarmi in quel modo!” John rise e Sherlock con lui, sommessamente nella luce soffusa della camera di Sherlock.
“Quale modo?”
“Quel modo.”
“Ti sto semplicemente guardando, Sherlock. Non è nulla di eclatante.”
“E’ inquietante e ambiguo.”
“Non lo trovi intrigante?” John rise di più, buttando un cuscino in faccia a Sherlock per poi rifilargli un bacio, labbra contro labbra. Sherlock lo fissò per un paio di secondi, sbattendo le sue lunghe ciglia nere.
“No, no, credo di trovarlo soltanto inquietante.” Quando tornò a casa, John fu soddisfatto di aver lasciato un livido sul braccio candido del suo migliore amico, come premio per quella sua uscita triste.

Sherlock Holmes era una persona basilarmente intrattabile, irascibile e cambiava umore facilmente quanto una donna mestruata, ma questo John lo sapeva. Lo sapeva, quanto era a conoscenza del lato bello di quest’ultimo, che si faceva vedere a tratti e in modo tutto suo, solamente a lui. E lo aveva accettato in tutto e per tutto, come coinquilino, come collega, come amico.
Quel giorno però, il caro consulente era irriconoscibile.
NOTE: Iniziale Bromance.

Seguito di I can't take my eyes off you (piccola OS di mezza pagina)
Sherlock aspetta in ospedale che John si faccia vedere. Non sa ancora cosa sia successo, ma dalla telefonata di John può farsene un'idea
Dal testo: John non l’ha ancora vista.
John non è ancora venuto da questa parte dell’ospedale.
John sta male.
Mary ha avuto complicanze durante il parto, ho capito solo questo quando mi ha chiamato, una ventina di minuti fa con voce piatta e atona. Non sono ancora riuscito a vederlo e non so dove sia, gli ho mandato un messaggio dicendogli che lo avrei aspettato qui, e così sto facendo.
Riporto l’attenzione sulla bambina e continuo a guardarla, non riesco a staccarle gli occhi di dosso. [...] John ha detto che ha mangiato, può essere che abbia già fame? Forse dovrebbe essere cambiata? Cosa dovrei…?
Sento qualcosa spingermi in avanti e vado a scontrarmi con delicatezza contro la bambina, la sua testolina che preme contro il mio petto, e si calma.
«Ha solo bisogno di contatto fisico Sherlock, come ogni essere umano. Quante volte te l’ho detto?»
Parentlock

Freddo.
Lenzuola.
Piumone.
Pelle.
Respiro.
Tepore.
Amore?

Dove Sherlock e John parlano un sacco di bridge, ma non esattamente di bridge.
(Text!fic)