-Non mi restava altro che trovare qualcuno che riuscisse a farmi stare
bene come facevi tu.
E l' ho cercato.
Ho cercato il tuo nome tra quelli delle strade, delle piazze, dei bar.
Ho cercato i tuoi pensieri negli sguardi e nei discorsi della gente.
Ho cercato la tua voce tra mille ai concerti e a scuola, durante le interrogazioni.
Ho cercato il tuo respiro nel vento, mentre correvo in motorino desideroso di scontrarmi di nuovo con te e ricominciare da capo.
Ho cercato il tuo sorriso e la tua dolcezza nelle sere fredde d'inverno.
E un profumo che mi ricordasse anche solo vagamente il tuo in ogni negozio.
Poi, quando mi ero convinto di poter star bene anche da solo, ti ho rivista.
Lì che ti specchiavi provando un vestito in quella boutique.
Ed è stato in quell'attimo, dopo mesi e mesi di ricerche, che ho capito che di ragazze simili a te non ne esistono al mondo.-
Mi disse poi, abbassando la testa.
E, in quel preciso istante, mi accorsi che nemmeno io potevo vivere senza di lui.
-Verrò con te-
-Cosa?!-

C'è solo una cosa che Jenna Parker odia più di una doccia fredda in una mattina d'inverno: Affezionarsi alle persone.
Tanto, lei lo sa bene, è solo fatica sprecata.
Prima o poi, in un modo o nell' altro, tutti se ne vanno.
-Dio Jennifer, piangi per una volta! Si vede che ne hai bisogno. Guarda che non devi dimostrare niente a nessuno.- sbottò il vecchio.
-Jenna, papà. Mi chiamo Jenna. E poi piangere è come voler bene alla gente, ti fotte. Appari vulnerabile, e io non voglio esserlo. Io combatto.- 

Mi da' un ultimo abbraccio e si allontana lentamente, trascinandosi dietro il borsone in una mano e il mio cuore nell'altra.
E a me non resta che rendermi conto che senza di lui non sono nient'altro che uno straccio zuppo di lacrime.
A riflettere sul fatto che molte volte lasciamo andare ciò che vorremmo più di ogni altra cosa al mondo.
Desideriamo che resti.
E se non può restare nutriamo sempre la speranza che torni.
Ma il più delle volte ciò non avviene.
Ed è da qui che nasce la delusione.
Il pensiero di essere una tra le tante.
Si, proprio come una ruota di scorta.
E io lo so, lo so bene.
E ora sono qui a fingere di essere forte, ma nell'anima avverto già l'orribile presentimento che lui non farà ritorno a casa.
E che questo era l'ultimo abbraccio.
Si fa strada nel mio stomaco la sensazione che non sfiorerò mai più la sua pelle. Né potrò risentire la sua candida voce.
Non appena lui se ne va smetto di essere forte.
Mi abbandono in ginocchio e scoppio a piangere.
E mi sembra già di sentire il rumore delle mine che esplodono.

All'improvviso mi tornano in mente le parole di Niall, limpide come una lampada ad olio nel bel mezzo della notte:
-Le parole sono solo sillabe pronunciate a caso per dire qualcosa.
Ma le tue, le tue no, sono diverse.
Sono spade dalle lame sottili che fanno male, ti aprono ferite lungo il corpo e si infiltrano fino al cuore.
Potresti uccidere chiunque con le tue parole.-
Lo so che farà male, ma l'unico modo per fare un buon lavoro è scavarsi nell'anima, guardarsi dentro, scoprire cose che nemmeno noi stessi credevamo di provare.
-Nota: ho scritto anche la poesia quindi abbiate pietà. xx

Ora mi chiedo: Chi sei tu per fare stare qualcuno così? Chi sei per giudicare? Chi sei per impedirmi di volare?
Ero una ragazza sicura, un passato pieno di ricordi che la facevano sorridere, un futuro di sogni già tutto progettato, un diario pieno di scritte che per me rappresentava la vita.
E ora? Ora che quella ragazza non sono più io, che cosa sono?
Una ragazza in fuga, con un passato che mi perseguita, un futuro distrutto ancora da ricostruire e un quaderno ritornato bianco per scrivere tutta una vita.
E mi dispiace ma in questa vita non c'è spazio per te, non ce ne sarà mai più.
Sono una che ti dice 'ti amo' o 'ti voglio bene' perchè lo penso sul serio. Ma ovviamente anche il mio 'vai a farti fottere' non scherza.

-Niente.. Pensavo..- Mento
-A cosa?-
-A noi due da piccoli.. A quando ci siamo conosciuti e tu mi hai investito con la bicicletta, a quando cadendo dall'altalena mi sono sbucciata il ginocchio e tu, per farmi smettere di piangere, ti sei buttato per terra per far sanguinare anche il tuo, a tutto il tempo che passavamo insieme, al fatto che mi dicevi tutto, ti conoscevo meglio io di tua madre, alle serate abbracciati davanti ad un film... Semplicemente pensavo, riccio.. A tutto. A quante cose sono cambiate, a quanto SEI cambiato.-

-Grazie per avermi fatto conoscere il volto dell'amore. Ha i tuoi occhi, sai? Ma il suo sguardo non ha niente di dolce. E' uno sguardo stronzo e sfacciato. Uno sguardo che imprigiona i cuori della gente e poi li sbriciola. Ma non li spezza con un colpo netto. No li distrugge, lentamente.- Sussurro
-Scusami....- Sussurra di rimando lui, poi si alza ed esce velocemente sbattendo il portone del mio appartamento.

E ti aspetterò, il mio cuore ti aspetterà sempre. La mia mente, però, vorrà soltanto cancellare il tuo ricordo.

-Oh Harry, non lasciarmi ti prego..- Dissi tra le lacrime.
Lui mi guardò con dolcezza e mi abbracciò.
Mi lasciai cullare da quelle braccia.
Così nuove eppure così familiari.
Mi sentivo felice, protetta.
-Non lo farei mai.- Mi sussurrò in un orecchio.
Era la cosa più bella che potesse dirmi.

-Perché piangi?- mi guarda triste.
-Perché non ho nessuno, e so che ora sparirai anche tu..-

Lei: -credo sia arrivato il momento di lasciarti andare amore mio, lasciarti andare libero, volare via libero, come una farfalla.. vola amore mio, e canta con la tua soave voce, una ninna nanna agli angeli..-