"La storia senza fine" perchè per loro due è così, e lo sarà sempre. Ma restare insieme non significa certo che sia sempre tutto rosa e fiori... anzi. E' nonostante tutto, che si sta insieme.
Quindi ecco a voi momenti di felice e complicata, difficile e divertente vita quotidiana.

Dal Vangelo dei Winchester, Secondo Chuck…
E fu scritto che quando l’Apocalisse (quella vera stavolta) avrà fine, Dean Winchester, la Spada di Michele che si ribellò al suo destino, sarebbe morto (di nuovo!) per salvare la razza umana dal castigo divino…
Ma cosa succederà quando la sua anima si ritroverà davanti alla stramaledetta cancellata dorata del Paradiso, circondato da esseri alati alti e grossi quanto il Chrysler Building parecchio incazzati con lui e con la partecipazione straordinaria di un Dio distratto e assenteista che è appena ritornato a casa e che, a quanto sembra, ha sviluppato una fissazione quasi maniacale per le fan fiction slash. Riuscirà Dean a sopravvivere alla folle proposta dell'Onnipotente uscendone indenne!? E quale sarà il destino del povero Castiel nei piani del Signore?
[Destiel - Post Ottava Stagione]

Si sentiva caldo.
Come bruciasse nel guardarlo rialzarsi in piedi, tremante e coperto di sangue.
Come morisse nel sentirlo chiamarlo a sé, con voce lieve, la volpe rossa che - ipnotica - gli danzava sulla pelle.
"Prendimi Sas'ke..."

Sorgeva l’alba sul campo di battaglia, il sole illuminava gli shinobi dell’Alleanza ancora in vita e si rifletteva bene sui capelli biondi di colui che era ormai diventato il vero eroe del mondo ninja.
Uzumaki Naruto: questo nome sarebbe diventato leggenda.
Il giovane si trovava al fianco del suo ritrovato compagno e migliore amico: Uchiha Sasuke.
I due ninja avevano collaborato, dopo tre lunghi anni di dura separazione, alla salvezza del mondo dalla devastazione del Juubi. Erano eroi.
NaruSasu, SPOILER!

E chi se non loro? Ancora Sasuke e Naruto, Naruto e Sasuke... la coppietta dell'anno!
Mani e lingue che si cercano.
Vestiti strappati.
Lacrime si confondono a sospiri trattenuti.
“Non dire il mio nome, non chiamarmi, non fiatare...sei debole, stupido; così sentimentale” Sussurra quasi con cattiveria, scandendo le parole, mentre lo tocca senza dolcezza, mentre gli scava dentro con le dita, mentre le sue labbra pallide, sottili, tornano a lambirgli il collo, il mento; l’altra mano a tirargli i capelli biondi, tanto forte da poterglieli strappare.

Sentì che qualcosa lo liberava… come la sensazione di libertà che si prova nel sentirsi togliere delle catene… o come l’abbandono di un fiore che si sciupa, chinando il capo all’incedere dell’inverno…
I fili argentei della barba e dei capelli si staccarono volteggiando sino a terra, spargendosi sui suoi abiti e disfacendosi come polvere, petali di soffioni che docili, si lasciano spogliare da mani gentili.
Le rughe si distesero e i capelli corvini comparvero sino a sfiorare la fronte, leggeri.
Ma le lacrime seguitarono a cadere, anche quando si alzò, reggendosi al divano per l’ansia, con le ginocchia che cedevano.
Avvicinarsi e vacillare… e aggrapparsi alle sue spalle… e toccarlo...
Merlino si accasciò a terra, reggendosi alla sua vita e pianse.
La mano di Artù fra i capelli, come l’ultimo tocco che gli aveva donato.
Ancora, le lacrime di mille anni, non erano stanche.

SPOILER 5X13
Era arrivato il momento. Era ora di tornare lì, lì dove il suo cuore si era spezzato per sempre.

Chiudi gli occhi e fissa il vuoto...
Quand'era bambino se lo ripeteva spesso.
Chiuso in quel vecchio e logoro appartamento non riusciva a chiudere occhio a causa degli incubi, così reali da terrorizzarlo. Mani invisibili, artigliate ed evanescenti, superavano la barriera delle palpebre serrate, mani che lo ghermivano e soffocavano senza pietà. Le voci sussurrate di chi lo odiava senza una ragione, ringhi e parole cariche di cattiveria gli penetravano le orecchie con dolore.
E lui si raggomitolava su se stesso, si stringeva forte le braccia e immaginava la sua mamma abbracciarlo con amore, quella madre che non aveva mai conosciuto fino ai suoi sedici anni.
Ormai era passato tanto tempo da quegli anni e di incubi non ne faceva più, eppure non riusciva a riposare comunque.
Chiudi gli occhi e fissa il vuoto...

Artù un giorno, con la scusa di andare a caccia si dilegua da Camelot, scomparendo. Uther, incarica - ovviamente- Merlino di andare a cercarlo. Quello che Merlino non sa è che Artù è scappato per un motivo ben preciso. Un piano che si era prefissato e che riuscirà a portare a termine, proprio per Merlino.
Spero di avervi incuriosito :)
Sarei lieta se faceste un salto :)

Seguito de "LA MAGIA CHE NON SI VEDE".
Veder sorgere il sole ogni giorno in un luogo diverso si era rivelato un curativo contro il dolore; sapere di trovarsi lontano, leghe e leghe di distanza dal suo passato riusciva a regalargli qualche respiro in più.
Ma non appena si spostavano più vicino il petto si restringeva, il fiato vi restava intrappolato dentro.
Udire quel nome era dolore liquido.