Andrea non le era mai piaciuta troppo, era una tipa suscettibile, lunatica e manesca, il suo contrario, insomma.

Questo è un seguito ( uno dei tanti che scriverò ) di "Simone is Crazy"
Il mio nome è Marco
Marco Cooper
Come sono nervoso! Dopotutto è da tanto che non lo vedo! In effetti quasi una decina d'anni... Tanto che ormai mi sembra di andare da un estraneo, che da mio fratello.

Tengo stretta la sua foto e guardo il suo viso, con amore.
- Mi manca così tanto... -
Appoggio la testa sul cuscino e penso...
Penso alla prima volta in cui ci siamo incontrati: Lei faceva la cameriera nel mio bar preferito, e piano piano avevamo iniziato a parlare, a conoscerci.
Ci siamo scambiati il numero di telefono e abbiamo passato tanto tempo insieme....
I suoi sorrisi...

Questo battito forte che sento nel petto
Tutte queste mie preoccupazioni per lei
Questa felicità ogni volta che ci parlo, che mi guarda o che mi rivolge la parola
Un improvviso cambio d'umore anche per una piccola cosa
Che sia..... Amore?

- Amo il tuo viso sempre corrucciato, i tuoi modi di fare effemminati, i tuoi gemiti quando sei nel letto insieme a me, il tuo carattere un po' fastidioso, a volte, e amo quando ti lasci andare, quando sorridi, quando mi baci...
Ti amo Ritsu, ti ho sempre amato -
Ho voluto scrivere una fanfiction dove Takano e Ritsu instaurano una coversazione nel letto, dopo il sesso.

La protagonista, Mikuru, vent'anni prima si dichiara a Caren, la ragazza di cui è innamorata, ma viene respinta.
Vent'anni dopo Caren rimane nei suoi pensieri, e tutto le sembra essere rimasto identico.

Era lì, fermo immobile, mezzo nudo e con una buona dose di sonno.
Però continuava a fissarli, come incantato, ipnotizzato.
"Gli occhiali di Takano" si diceva Onodera, guardando l'oggetto in questione appoggiato -piuttosto, quasi lanciato- sul comodino della stanza appena fuori dalla camera da letto.

Alcune gocce di sudore mi imperlavano la fronte, gli spazi chiusi mi spaventavano a morte, ma non c'era altra soluzione, c'era qualcosa la fuori che mi spaventava ancora di più.
Speravo che non mi sentissero, che non aprissero l'armadietto, o chissà cosa mi sarebbe successo...
Sentì bussare
- Simone...hey Simone, ci sei?-
Rabbrividì: mi avevano trovato.

- Oramai, mi rimani solo tu- mormorò mentre una lacrima gli scivolava sul viso.
- Faccio pena, vero?- continuò mentre le lacrime bagnavano il cuscino.

Ritsu uscì ansimando dall'ascensore, avanzando verso l'appartamento di Takano più che provato: non sentiva quasi più le gambe e aveva tutti i muscoli indolenziti, i lividi gli perforavano le zone lese e tremava ancora leggermente.
La prima cosa che gli venne in mente fu di rivolgersi a Takano, dopotutto, dove sarebbe potuto andare?
Appena fu davanti alla porta fece una pausa, la guardò con uno sguardo vitreo: cosa gli avrebbe raccontato? Si sarebbe arrabbiato con lui?....No, impossibile, dopotutto la colpa non era sua.
Suonò al campanello.
Quello che si presentò alla porta però non era Takano, bensì Yokozawa, che lo guardò con uno sguardo truce.
- Cosa vuoi da Masamune? -

il campanello suonò.
ritsu andò ad aprire , lentamente e a malavoglia; e ritrovatosi davanti alla porta ancora chiusa , tutto rosso in viso , fece un respiro profondo, infine aprì.
takano lo aspettava davanti alla porta con un sorriso malizioso stampato sul volto e una busta di plastica in mano
-ho...ho tenuto fede al patto- disse ritsu ancora più rosso , in piedi davanti a lui , con una gonna da studentessa ampia e corta , una canottiera da donna dalle spalline sottili e un paio di parigine
-anch'io- disse takano , mostrandogli il sacchetto con un sorriso. si avvicinò e fece per alzargli la gonna
-l-le ho messe!- urlò il ragazzino , scansandogli la mano. stava letteralmente scoppiando per quanto era imbarazzato.
-come sei bravo , ritsu... - disse takano; e entrando in casa poggiò il sacchetto sul tavolo , prendendone fuori un alcolico.

" qui abbiamo un cuore che batte all'impazzata"
Diventi tutto rosso e cerchi di sottrarre la mano
" non è il mio!"
Lui te lo impedisce, e te la stringe ancora di più
" lo so, è il mio"
C'è un attimo di pausa, lui ti guarda, lo senti, senti la sua voce che ti chiama -"onodera"- lo senti che si avvicina, senti il suo respiro, senti le sue labbra sulle tue, sono calde, la sua lingua entra nella tua bocca, e tu ricambi il bacio, ti piacciono i suoi baci, ti piace tutto di lui, e vorresti dirglielo, vorresti esplodere e dirgli la lunghissima lista delle cose che ami di lui...ma non ce la fai, perché sei solo un vigliacco, perché non sei neanche minimamente in grado di stare con lui, non lo meriti minimamente.
AVVERTIMENTO: ho preso l'ispirazione dalla storia "uno squarcio tra le nubi"

Ritsu arrossì ancora per l'imbarazzo, non ce l'avrebbe mai fatta a chiedergli qualcosa di così imbarazzante, e poi....era così importante per lui farlo? era diventato così....lussurioso negli ultimi tempi ? a quanto pare sí...
avvolse le braccia al collo di takano e si alzo con le punte fino a fare combaciare le loro labbra, un semplice bacio a labbra chiuse.
Finito il bacio guardò takano con gli occhi lucidi
- i-io...non riesco a dirti cosa voglio...m-ma...- cercò di dirgli tremante, ancora aggrappato alla sua camicia
- finalmente, mi stavo stancando di aspettare che prendessi l'iniziativa per una volta-

Simon mi fissava coi suoi occhi di ghiaccio, davanti a me, era spaventoso, mi faceva paura, ma era bellissimo....i suoi occhi...ricordo solo il ghiaccio, la freddezza e la mia paura.

Tik tak tik tak
Io che avrei fatto? Salvarli? Perché? Volevo morire, volevo morire a causa loro, e per questo avrebbero dovuto seguirmi