I personaggi in questa fanfiction sono Henry e Zhou mi, li cito quì dato che non ci sono fra i personaggi.

-Sono sicuro che andrà tutto bene.-
Disse, dopo un po’, scendendo dalla macchina ed incamminandosi verso la porta di casa al suo fianco.
Donghae poggiò la schiena al muro, poco più lontano dal leader, ed aspettò.
-Siwon, scusa se ti disturbo ma...-
Si bloccò.
Pietrificato, a guardare qualcosa davanti a lui.
Siate gentili, è la mia pirma EunHae ^^"

Eccomi di nuovo qua, con la mia seconda one-shot!!
Questa volta parla della EunHae, la mia coppia preferita :)
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, quindi non vi peritate a lasciare una recensione, anche critica :)
Ecco qua un piccolo assaggio:
- Piacere io mi chiamo Lee Donghae- disse il ragazzo con i capelli castani.
- Io sono Lee Hyukjae e il piacere è mio- rispose l’altro ragazzo con i capelli biondo platino.
- Hai dei capelli buffissimi, ma mi piacciono – disse sorridendo Donghae all’altro che subito arrossì
violentemente, per poi mettere un bellissimo broncio.
- Dai, non sono così male i capelli… E poi mi piace tanto questo colore..- sussurrò imbarazzato Hyukjae.

Nevicava la prima che ci siamo incontrati… ricordi?
Era il primo giorno di scuola dopo le vacanze di natale… eravamo in prima elementare e io piangevo…
ricordo che tu eri seduto sul mio stesso scalino, all’estremità opposta, avevi un buffo cappello che ti copriva le orecchie rosse per il freddo, come erano anche le tue guance, e tremavi.
Ti ho sempre voluto bene, da quel momento, Poi ho finalmente capito di amarti.

"...No no stai tranquilla, andrà tutto bene" disse con quella sua voce carica di preoccupazione.
Ebbi un tuffo al cuore. Stava parlando con una ragazza? Non l'avevo mai sentito parlare di nessuna ragazza nonostante fossimo compagni di stanza da moltissimo tempo ormai. Cosa stava succedendo?
"Non essere così ansiosa! Ti ho promesso che appena avrei potuto sarei venuto a trovarti!" disse mentre un sorriso gli si disegnava sul volto "Anche tu mi manchi Chun Hee, non sai quanto!"
A quelle parole le ginocchia mi cedettero.

Inciampò in uno sgabello lasciato da chissà chi e cadde riverso a terra con un botto che poteva essere scambiato con un bombardamento.
Inspirò a fondo quell’ aria nuova, che fino a poco prima gli era sembrata solo un sogno, con quel sorriso che sembrava dedicato solo a lui.
(...)
Allungò le mani, andandosi a toccare la patta dei pantaloni, per poi slacciarli.
Quell’ odore stava iniziando a fargli uno strano effetto, e si chiese da dove provenisse, dato che prima, quando era entrato ed aveva chiuso tutte le persiane, non c’ erano tracce di fiori o di deodoranti per l’ ambiente.
(...)
Era un fiore, di questo ne era certo. Il profumo era delicato, ma colpiva dritto alle narici, quindi doveva essere una grande quantità, forse in tutta la stanza.
-Dongahe...-

-Ho detto che sei un fottuto bastardo.-
Ringhia, dopo un attimo di esitazione, costringendo un gemito a morirgli in gola.(...)Sapeva che era rischioso, ma aveva preso una decisione, e quella era l’ occasione giusta per mettere in atto il loro piano.
-Mi pare ovvio.-
Bofonchiò Eunhyuk, mentre sul suo viso si dipingeva un broncio dolcissimo.
-Qui, tutti si divertono e nessuno mi degna di uno sguardo, non mi invitano nemmeno.-
-Allora perché non ti unisci a noi? Gia che sei qui potremmo...-

[...] Vorrei stringerlo a me e gridargli che mi sono comportato a quel modo solo perchè sono follemente innamorato di lui da ormai, beh, da quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. [...]
EUNHAE.

- Ryeowook.. -
Lo sussurrò prima di attaccare le sue labbra alle mie, con le luci spente, il mio corpo semi nudo e la mia voglia irrefrenabile di lui.
YEWOOK. Yesung x Ryeowook.

Eunhyuk si rigirò per l’ ennesima volta nel letto, massaggiandosi la pancia, dolente a causa dei continui inspiegabili crampi.Si buttò seduto, sbattendo il sedere contro il pavimento, prendendosi la testa tra le mani e piegando le ginocchia, portandole al petto.
Si mise a piangere.
(...)
E gli venne spontaneo tirare un pugno allo specchio, frantumandolo, immaginando che quella fosse la faccia di Donghae.La porta di casa si aprì, richiudendosi silenziosamente.
Sentì qualcuno camminare in punta di piedi, sussurrando il suo nome, e poi un tonfo ed un imprecazione.
Sussultò, scattando a mettersi seduto, ma non si mosse, ne parlò.
-Eunhyuk! Sei sveglio?-

Leeteuk sembrò a disagio, immobile in quell’ angolino della stanza, che giocava nervosamente coi bottoni della giacca, silenzioso.Sapeva perché, ultimamente, Leeteuk si comportava in modo strano.
La colpa era sua e del suo comportamento infantile.
Donghae si affacciò dalla porta, per poi entrare con un’ espressione torva.
-Oh, no no! Esci immediatamente, sai cosa devi fare, ne abbiamo parlato per tre giorni a casa, più le quattro ora di viaggio per arrivare qui. Non avrai intenzione di rimanere zitto e continuare ad evitarlo?-
Il ragazzo si arrotolò nelle lenzuola. Profumavano di lui.
(...)
Un violento bussare lo riscosse da quel torpore, facendolo scattare in piedi, ma, a causa dell’ acqua scrosciante della doccia, scivolò e batté la testa contro il muro.

Lasciò cadere a terra l’asciugamano e con grandi falcate mi raggiunse, afferrò un pezzo della mia maglietta rossa e mi spinse violentemente contro il muro, quasi mi mancò il respiro.
-Smettila o ti faccio urlare io a mio piacimento-
-Fottimi allora-

-Perché me lo dici solo ora?-
Sussurrò, torturando i bordi della lettera ancora stretta nelle sue mani.
-Ti supplico, non mi odiare.-
Si alzò lentamente, aiutandosi poggiando una mano sul bordo del tavolinetto provvisto di specchio con le luci.
L’ altro gli si avvicininò, posando l’ asciugamano sul tavolino, levandogli la giacca nera, troppo leggera per quel settembre piovoso e freddo.
-Dovresti vestirti più pesantemente.-
Gli disse, districando la lettera dalla sua mano, per poi levargli la maglietta di cotone.

-Quale parte di “Ora esci, mi devo fare il bagno” non hai capito?-
Il sorriso del biondo si accentuò.
-“Esci”.-

"Avviati verso lo specchio."
"KEGLEVICH!"
"Giochiamo o che?"
"Povero Minho. D: "