Venimmo congedati il giorno seguente.
I nostri bagagli ci attendevano presso la rampa di lancio, dove Astrea ci attendeva, visibilmente irritata per l’accoglienza inizialmente ricevuta dai nostri ospiti. Per farsi perdonare, e in parte anche per farla stare un po’ zitta, Caesar aveva dato ordine che la servitù si occupasse di tirare completamente a lucido i suoi arredi, così da risparmiarsi ulteriori filippiche da parte del nostro frivolo mezzo di trasporto.
Che in quel momento osservava Gored, che ci avrebbe accompagnati nel nostro viaggio, in modo abbastanza critico.
“Ehi.”, fece, improvvisamente, sempre senza smettere di fissare il drago di Castiel in modo sospettoso, “Non vorrete mica rimpiazzarmi con sto’ lucertolone, spero!”
Il drago la fissò male, evidentemente chiedendosi chi cacchio fosse quella e cosa ci facesse li.
Sorrisi: “Tranquilla, sai bene che non potremmo mai sostituirti!”
“E lo credo bene! Sono una nave di classe, io! Mica mi ci trovate ovunque, no?”, iniziò quella, mentre Castiel la osservava, incuriosito.
“Ehm … posso sapere cosa è con esattezza questa cosa? Non mi sembra molto sana di mente.”, fece, cercando di non farsi sentire.
Ovviamente, io cercai di zittirlo, perché a bordo Astrea può vedere se ascoltare tutto ciò che viene fatto o detto, ma non feci in tempo, al che lei si voltò, scandalizzata: “Brutto piccolo impertinente! Si può sapere chi ti credi di essere? Un Guardiano? Tzè, ma fammi un piacere!”
Chrystal sospirò, accostandosi a noi: “Mi spiace rovinarti la festa ma si, lui e proprio il Guardiano. Incredibile l’ironia del destino, eh?”
Quella ci fissò sbalordita: “Che??? E va bene! Però a bordo si fa quello che dico io, per cui il presuntuoso può anche mettersi e pulire il pavimento!”
Trascorremmo la giornata in groppa a Gored, volando da un Santuario all’altro, e fermandoci solo per i pasti.
Verso sera, Castiel chiese al suo compagno squamato di lasciarci soli, e lui si congedò, non prima di farmi un occhiolino divertito. Rimanemmo quindi da soli, sulla cupola del Santuario del Fuoco, osservando il cielo tingersi del rosso del tramonto, abbracciati l’uno all’altra.
Senza curarmi troppo delle mie abilità disastrose in fatto di cucina, aveva improvvisato un pic nic all’aperto, con focaccine alle olive e pomodori, formaggi e spremuta, per cui, ora che eravamo finalmente sazi, ci appoggiammo l’uno all’altra, rilassandoci felici.
Lo guardai, mentre un filo di preoccupazione si faceva strada dentro di me. Pareva tranquillo, ma nei giorni precedenti era stato sempre così silenzioso, a causa della morte dei suoi fratelli, che temevo stesse cercando di nascondermi una verità fastidiosa. Lui si voltò a fissarmi, incuriosito: “Ehi, tutto bene?”
Sospirai, appoggiami nuovamente sul suo petto caldo. Potevo sentire il suo battito forte e deciso attraverso la fine cotta di maglia che soleva indossare quando non combatteva: “Dovrei essere io a chiedertelo. Come ti senti? Hai appena perso tre persone molto importanti per te.”
Lui sorrise, rassicurandomi: “Visto che al momento ci sei tu qui con me, riesco a non pensarci. Con te al mio fianco, mi sembra tutto più semplice, la vita è più tranquilla e mi sento in pace.”
Sorrisi, sporgendomi verso le sue labbra, e fermandomi a un soffio da esse, tanto per stuzzicarlo: “Eee?”, feci, incoraggiandolo.
Lui mi osservò, divertito: “Lo stai facendo apposta, vero? E va bene. Sono innamorato di te, sono pazzamente, unicamente innamorato di questa antenna parabolica spara folgori che mi ha rapito il cuore!”
“Risposta esatta.”, ribattei, baciandolo.
Prima che potessi anche solo muovermi, lui ribaltò la nostra posizione, mettendomi sotto di lui e bloccandomi le mani sopra la testa, mentre si chinava di più per approfondire il bacio. Gli cinsi il collo, stringendolo a me per fargli dimenticare tutto, per cullarlo e per cancellare quel dolore che aveva dentro.
Lasciai che le sue labbra assaporassero le mie, chiudendo gli occhi per godermi appieno quella sensazione senza prezzo.
Rimanemmo li, soli, per molto tempo, nel nostro piccolo rifugio sicuro, fino a quando le ombre non iniziarono a calare sul Mausoleum.
Io lo abbracciai da dietro, per consolarlo: “Tranquillo, quando avrete finito mi racconterai com’è andata, Ok?”
Mi sorrise, stampandomi un bacio giocoso sul capo, mentre io e Jak ci dirigevamo verso un’altra area delle Arene.
Quando, quella sera, io ed Elayne ci ritrovammo nel nostro posto segreto, sul tetto del mio Santuario, la prima cosa che riuscii a dire fu: “E’ ufficiale, io odio quel tizio!”
Mi lasciai cadere a terra, massaggiandomi indolenzito i generosi lividi che il signorino non si era risparmiato di donarmi. Una cosa era certa: quel Ghiacciolo non ci andava affatto piano con i novellini.
Lei mi si accostò, osservando critica le chiazze violacee che, lentamente, iniziavano a formarsi nei punti in cui ero stato colpito più duramente. Sospirò tirando fuori una crema color seppia, e iniziando a spalmarla sulle ferite: “Temevo che sarebbe finita in questo modo, e ho fatto preparare questa da Ainu. Non può guarirti, ma almeno allevierà il dolore.”
Sbuffai, mentre un’idea cattivella si faceva strada.
“Io so come potrei essere guarito, esiste una medicina semplice semplice.”, buttai li, osservando la sua reazione.
Alzò un sopracciglio: “Ossia?”
Mi sporsi verso di lei, facendole cenno di avvicinarsi appena.
Lei mi si accostò, ma prima che potesse fare qualcosa le balzai alle labbra, rubandole un bacio scherzoso.
Lei si ritirò appena, sorpresa: “Ehi!”
Ridacchiai, divertito, fuggendo via mentre lei iniziava a inseguirmi.
Ero ancora parecchi furioso col simpaticone refrigerato, per cui ebbi la geniale idea di indirizzarmi verso l’Arena di Ghiaccio, dove a quell’ora si stava sicuramente addestrando, per poi rallentare e permetterle di raggiungermi.
L’Arena di Ghiaccio era ben diversa da quella del fuoco, in cui ci eravamo allenati per affinare il mio potere. Era costituita da un’ampissima grotta completamente ricoperta da ghiaccio e brina, con appuntite stalattiti che pendevano precarie dal soffitto e profonde pozze di acqua cristallina ed estremamente fredda che si intervallavano qua e la.
Non appena lei mi saltò addosso, lasciai che mi atterrasse, sporgendosi divertita per sfiorare le mie labbra.
Potevo sentire la sue presenza, li intorno, per cui la tirai a me, strappandole un bacio più profondo e passionale e assaporando esultante il sapore quasi elettrico delle sue labbra, morbide e accoglienti.
Elayne balzò in piedi, fissandolo sorpresa, mentre io sghignazzavo, divertito.
Potevo quasi vederlo, rodersi d’invidia!
Elayne si riprese, raggiungendolo ad ampie falcate per poi fissarlo, visibilmente furiosa. Balzai di lato, mentre leggere scariche elettriche si propagavano per il pavimento, e Chrystal iniziava a guardarla, interrogativo.
“Tu!”, esordì infine lei, dandogli quasi addosso, “Si può sapere che diamine hai in quel cervello! Ok, forse non vi amerete chissà quanto, ma non credi di aver esagerato giusto un pochetto, con quei lividi?!? Avevate deciso di collaborare! E questo certo non significa cogliere l’occasione per umiliarlo e ferirlo!”
Quello sbuffò, scostando lo sguardo: “Ehi! È un Guardiano, ormai! Cosa credi? Che in combattimento saranno gentili con lui solo perché è alle prime armi? Faccio solo il mio dovere, ossia abituarlo agli scontri reali!”
Lei alzò lo sguardo, esasperata.
Quella situazione iniziava a farsi veramente interessante, per cui pensai bene di accomodarmi, osservandoli divertito.
“Si, certo! E si può sapere perché invece, con me, non ti sei mai comportato in questo modo? Anch’io ero alle prima armi appena sono venuta qui! E di certo non ci sei mai andato così pesante. Questo come me lo spieghi?!?”
Quello fece per protestare: “Si, ma … ecco … tu sei una ragazza!”, mi morsi il labbro, decisamente, il commento sessista era l’ultima scusa che avrebbe dovuto inventarsi, “Non potevo mica fare sul serio!”
Lei si bloccò, fissandolo scandalizzata.
“Una ragazza? È così quindi, tu pensi che io non sia degna di essere presa sul serio, perché sono una ragazza?!?”, iniziai ad alzarmi, mentre una tripudio di scariche bluette le copriva il corpo.
Divertimento a parte, le cose non si stavano mettendo affatto bene.
Intervenni, mentre una scarica repentina spediva Chrystal qualche metro più in la, e presi, incurante del dolore dell’elettricità che la ricopriva, Elayne per la vita, portandola fuori.
Lei si dimenava, ma la costrinsi a fissarmi: “Ehi, ehi … va tutto bene, Ok? Lascia perdere, è inutile prendersela tanto per uno come lui. Ora fa un bel respiro. Brava.”, le sorrisi, mentre lei accennava a calmarsi.
La strinsi a me, tranquillizzandola, mentre vedevo Chrystal allontanarsi.
E rieccomi di nuovo.
La prima parte l'ho citata perchè è stata troppo divertente, rido ancora adesso al solo pensiero della scena. Giuro, ho avuto un flash. Troppo troppo bella come scena!.
Le altre parti perchè semplicemente sono fan dei baci abbracci. Giuro, Elayne e Castiel sono davvero stupendi. Mi sembra quasi di essere li tra le braccia di lui che mi stringono e che mi guardano con passione e le sue calde labbra premute sulle mie, ah mi sto già immaginando la scena, e che scena! Ok ok, sto fantasticando troppo ma non è colpa mia se amo Castiel da impazzire!
Poi mi sono goduta nel vedere Elayne che si incazza di brutto con Ghiacciolino per una giusta causa. Cattivo, guai a te se picchi ancora Castiel in quel modo, aspetta che venga li e te le suonerò di santa ragione. Ah e sono felicissima che Ariyme sia guarita completamente, hanno mantenuto la promessa e ora finalmente può di nuovo camminare, che sollievo. In fondo mi sarebbe dispiaciuto se fosse rimasta malata per sempre, ottima scelta davvero! Ah poi mi sorge una domanda, per caso sono in un certo senso immortali? Perché visto che Ainu tra loro sarebbe quella con più esperienza mi é sorta questa domanda.
Capitolo semplicemente magnifico, i miei complimenti davvero!
Alla prossima!
Baci EF (Recensione modificata il 29/10/2016 - 08:46 am) |