Guardavo incerto la Ninfa del Fuoco che, perplessa, mi girava attorno, scrutandomi in modo strano. Ok, lo so: sono un tipo attraente, ma il modo con cui quella tipa mi stava fissando le chiappe iniziava veramente a mettermi un po’ a disagio.
“Mmmhhh …”, la figurina mi si parò di fronte, ed Elayne sospirò: “Allora, convinta?”
Lei incrociò le braccia: “Bah … in un certo senso, me lo aspettavo più figo. Insomma, è uno stecco!”
La guardai, offeso: “Ehi! Guarda che sono un principe!”
Lei alzò un sopracciglio: “Seriamente?”
Vidi Chrystal sghignazzare, divertito, per cui gli tirai un cazzotto, per poi rivolgermi nuovamente alla fiammetta: “Ok, tu pensala pure come ti pare, però vediamo di muoverci! Ho fame, voglio mangiare e di certo non perderò tempo per far comparire imbecilli con le ali da piccione dalle tue fiamme!”
Chiusi gli occhi, mentre con un pugnale mi ferivo la mano, lasciando che calde gocce di sangue scarlatto finissero nelle lingue bianche della Fiamma della Vita, che parve ravvivarsi, mentre scintille e lapilli iniziavano ad alzarsi verso il soffitto, e io iniziavo a pronunciare la formula di evocazione: “Nasceris, angelumque custodem, et votum faciens mundi usque tueri, veneno vel gladio reverteris ad lucem.”
Sentii la Fiamma della Vita raggiungere la mia riserva di energia, mentre le immagini presenti nella mia mente iniziavano a prendere sembianze solide, e schiere di angeli dalle soffici ali fuoriusciva in file disciplinate dalle ceneri, prendendo rispettosamente posto di fronte a me e inginocchiandosi, ripentendo la formula d’onore.
I primi furono gli Angeli del Fuoco, dalle fattezze robuste e virili, con le lucenti capigliature composte da fiamme vive che sventolavano sulle loro spalle, mentre grandi ali di tutte le sfumature del rosso, del giallo e dell’arancio decoravano la loro schiena e la carnagione color terracotta risaltava decisa sotto le armature leggere ma affidabili.
Poi, fu il turno degli Angeli della Roccia, più imponenti e slanciati, dalla scura pelle coperta da neri tatuaggi tribali, mentre lunghe trecce nere decoravano il loro capo e ali dalle piume interamente fatte di dura roccia si spiegavano verso il sole.
Infine, gli Angeli del Fulmine, agili e scattanti, i corpi circondati da saette color ametista e gli sfuggenti occhi blu lapislazzuli che si guardavano attorno guardinghi. Portavano lunghe tuniche e leggere sciabole e spade a filo unico, mentre le ali, nere, dorate e viola, erano perennemente circondate da una fitta rete di saette in movimento.
Castiel alzò un sopracciglio. Evidentemente, per stupido che fosse, manco a lui andava a genio l’idea di essere visto come una specie di star della soap opera. “Ehi pezzo di legno, che vuoi dire? Ti sembriamo forse delle marionette?”
Lei lo fissò male: “Pazzo di legno i miei stivali, comunque si. Voi siete il mio attuale passatempo preferito. Mica è facile, sai? Starmene sempre ferma alla pista di decollo, senza nessuno a farmi compagnia. Per cui, ho deciso, d’ora in avanti voi sarete il mio hobby personale!”
Elayne alzò gli occhi al cielo: “Senti, abbiamo già abbastanza grane sentimentali di nostro, che ne dici di andare a farti un voletto? Se proprio vuoi compagnia, prova a chiedere a Gored.”
Castiel sbuffò: “Non credo che il mio amico sia così imbecille da darle corda.”, poi alzò lo sguardo, e la vide.
Come avevamo nominato Gored, quella era praticamente arrossita, scostando il capo e abbassando lo sguardo.
La fissammo, interdetti, chiedendoci cosa avesse. Poi alzammo lo sguardo. Poco lontano, Gored ci osservava, visibilmente incerto.
Elayne alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere: “No! Non mi dire, avete una relazione?”
Quella rimase a bocca aperta: “N-no, cioè, insomma … e comunque, che cosa vi interessa a voi della mia vita sentimentale?”
Sbuffai: “Però, se sei tu a ficcare il naso nei nostri, di affari, va bene.”, dissi, cinico.
Castiel, nel frattempo, si era fatto pensieroso, poi, come forse avrei dovuto aspettarmi, ne sparò un’altra delle sue: “Si, ma … insomma, relazioni inter razza ok, ma tu sei fatta di legno. Nel senso, come farete a … si, ecco … mica ce l’hai la paperella, no?”
E rieccomi qua! Non appena hai detto che avevi pubblicato mi sono subito fiondata a leggerlo.
La prima parte l'ho citata perchè mi ha fatto troppo ridere come la Ninfa non lo prendesse sul serio, mi sono sciolta dalle risate eheheh. Povero cucciolino mio, aspetta che vengo li e che ti coccoli per bene, perchè io ti prenderò sempre sul serio.
La seconda perchè mi è piaciuto moltissimo come hai descritto l'evocazione degli Angeli e la loro descrizione semplicemente perfetta in ogni singolo dettaglio, brava brava.
La terza semplicemente perchè è stata troppo spassosa! Ancora rido! Astrea e Gored hanno una relazione eh? Non me lo sarei mai aspettato, insomma lei è una tale rompiscatole...comunque davvero ottima trovata!
Passando al capitolo mi è piaciuto moltissimo! Vedo che hai seguito in teoria la mia idea per via degli Angeli. A parte qualche errorino di battitura è semplicemente magnifico! Detto questo alla prossima!
Baci EF |