Il leitmotiv di questo brano è il rimpianto.
Tu, Autrice, ce lo illustri nelle parole dello svanito Odino: quel profumo amaramente dolce delle parole non dette o dei gesti negati con brutale delicatezza. Hai descritto una tavolozza di umani sentimenti, qui, che ha il sapore del tempo perduto di proustiana memoria, ma più intenso.
Capisco Loki ed il dispiacere fiero di non godere più del gagliardo avversario di tanti agoni verbali.
Comprendo Loki ed il dolore di non essere riconosciuto, né come figlio, né come un uomo capace di tenere testa al maestro.
Mi rispecchio nella rabbia di Loki per non voler riconoscere la malattia che slaccia la mente e rapisce i cari alla attualità.
Amo Loki quando non riesce a trattenere il riso, anche nella miseria della demenza, perchè davvero, spessissimo, una mente senile coglie freddure e considerazioni brillanti come e più di un autore comico.
Ma la vera perla di maestria, oserei dire poetica, l'hai plasmata descrivendo l'amore di Loki per il caos, l'appagamento nel gustare quegli sconvolgimenti di fati e di capelli che partoriscono opportunità, resilienza, indicibile bellezza ed umorismo. Sì perché tu sai cogliere davvero il senso della profonda e giocosa ironia del dio degli scherzi: guardare le cose e seguirne il sense of humor sia che riguardino un Thor bastonato mariuolo e pezzentone, sia che tocchino lui stesso, con un curioso e dantesco contrappasso.
Mi piace il tuo Loki perché vede il cambiamento nel bellissimo Thor, pieno di eneica pietas verso Odino, nuovo e vero re e pastore maturo del suo popolo. Un uomo che ha fatto della sincerità l'arma con cui parlare al fratello e del perdono un nuovo scudo per le sue ribalderie. Il tuo Thor è un esempio di comprensione, di quella virile dolcezza che bisogna mostrare ai propri cari, di quell'umano bisogno di famiglia e di condivisione dei problemi che è necessario mostrare ad un fratello. Ed il tuo Loki non può non sentirsi toccato, perchè, come nel canone, egli è un animo sensibile e capace di sentire i legami forti.
Mi piace questo Loki perchè, come un personaggio della Rowling, non si pasce dei propri doni intellettivi, ma li coltiva con costante perseveranza. E' un esempio da seguire, anche per il lettore: lo studio, l'impegno, sono gli strumenti per consolidare le conoscenze ed arricchirle, perchè il talento, da solo, non basta, in barba a tanti imbecilli che non credono nella forza formativa di un percorso di studi!
E ancor di più mi piace il tuo Loki perché impara dagli sbagli e non perpetra gli errori del sanguigno Odino: lui, il giocattolo, lo ha riparato.Lui, dimostra alla propria creatura di tenere a lei ed, a differenza di Odino, non è avaro di parole, di spiegazioni, di racconti, di istruzioni, di esempi. Anche Loki, come Thor, può temperare i toni focosi della gioventù e cercare di essere una guida migliore.
E poi, cosa dire del tuo bellissimo Odino? Ce lo restituisci vecchio, ma mai domo, pieno di quei sentimenti che lo hanno sempre caratterizzato, ma privo di quelle sovrastrutture che gli impedivano di mostrare tutto il suo orgoglio per quei figli così capaci sebbene così ugualmente diversi. A volte, la genitorialità viene intesa come una responsabilità enorme, una investitura di doveri, un incarico sommo di cui essere degni. Mio padre era come Odino, serissimo, granitico, una roccia incrollabile cui poter fare sempre ritorno, e su cui fare cieco affidamento. Ma io ho avuto la fortuna di capirlo e di sollevarlo da questa responsabilità dicendogli che aveva fatto un buon lavoro. E, magicamente, ho riconosciuto un padre ironico, burlone, sagace, che mi chiedeva pareri ed, al contrario di Odino, mi elargiva tutti i suoi consigli.
Loki forse non avrà conosciuto davvero il perdono, per Odino, ma grazie al suo nuovo ruolo di marito e padre, probabilmente, come me, avrà capito il perchè di tante cose non dette o non mostrate.
Sei piena di idee e riflessioni bellissime e commoventi. È appagante leggerti. Mi sento arricchita. Grazie. (Recensione modificata il 02/03/2018 - 09:28 am) |