Appena ho visto l'aggiornamento, mi sono subito fiondata a leggere: ero molto in hype per questo capitolo, quindi ho saltellato sulla sedia non appena l'ho visto.
Il punto di vista di Andrè ci dà una visione più esterna e, quindi, più "distaccata", di ciò che è accaduto a Francis e Cyran: Andrè non sa cosa sia successo, è stato richiamato dalle grida del principe e non ha neppure il tempo di chiederlo o di preoccuparsene. Da guaritore qual è, agisce con la razionalità e il sangue freddo che lo contraddistinguono, per cercare di salvare la vita a Cyran, anche se non sa bene come, dato che la pugnalata che ha ricevuto è palesemente mortale.
Prima di questo, l'incubo che sta vivendo ci concede un altro scorcio del suo passato e ci permette di comprendere meglio gli orrori che ha dovuto vivere quando era alla fattoria, dove suo "padre" sottoponeva lui e gli altri bambini a terribili esperimenti, e punizioni altrettanto terrificanti. Una bambina è stata uccisa, perché sospettata di aver rubato dalle scorte. Una bambina è stata punita e uccisa per qualcosa che ha fatto Andrè, ed è interessante notare come lo sconvolgimento del bambino sia nel vedere il cadavere di sua "sorella" e nel pensare che deve fuggire prima che anche lui faccia quella fine; non c'è quindi spazio per il senso di colpa, non c'è sconvolgimento nel pensare che quell'atrocità che è stata compiuta sia causa sua, è più la constatazione di un fatto. È l'egoismo della sopravvivenza, quello che probabilmente gli ha permesso di fuggire, a discapito delle vite di molti altri, e che gli ha consentito di arrivare fino a questo momento. E, dopotutto, non è sempre l'egoismo della sopravvivenza che lo ha spinto a iniziare questo viaggio? Non è certo il desiderio di trovare la principessa, o di fare un favore al suo principe e al suo re, ma solamente la volontà di trovare l'unica cosa che può salvargli la vita. Gli anni di sevizie a cui è stato sottoposto lo hanno ridotto a un essere di mera sopravvivenza, chiuso al mondo esterno, lontano da tutto il resto. In questo, va detto come, nel corso della storia, egli sia maturato, sia cambiato, come lui stesso si rende conto mentre cura il mercenario: ha abbandonato il suo atteggiamento di distacco per permettersi di avvicinarsi ai suoi compagni di viaggio, per permettersi di riscoprire quell'umanità perduta. Sicuramente, Rhod lo ha molto aiutato in questo, è certamente lui il motore primo del cambiamento, ma la sua crescita non è circoscritta al mago, non si ferma lì. pensa che sta iniziando a considerare Cyran una specie di amico, e sente la necessità di consolare Francis, abbracciandolo addirittura, gesto che sicuramente, ripensando a lui all'inizio di questo viaggio, non avrebbe mai e poi mai compiuto. La sua evoluzione, quindi, è lenta e graduale, ma evidente: durante questo viaggio, stanno cambiando le sue priorità, ciò che conta davvero per lui e, in mezzo al dolore che è costretto a provare ogni giorno, ogni istante, sta scoprendo anche la felicità, l'accudimento, l'amore e l'amicizia, che in questo capitolo ha il suo apice nel confidarsi con Francis per consolarlo e nel dire apertamente e serenamente a Rhod che lo ama.
Sullo sfondo, la disperazione di Francis è evidente e aleggia intorno alla calma di Andrè per tutto il tempo: certamente, il principe è rimasto sconvolto da ciò che è accaduto, non solo a Cyran, ma anche a se stesso. La violenza che ha subito lo ha shockato, così come il terrore di perdere il mercenario, di vederlo morire per averlo protetto, con il senso di colpa sia di aver causato la sua morte, sia di aver lasciato delle cose in sospeso con lui, cose che ha scansato e non ha voluto affrontare, nonostante la spinta di Cyran a farlo. Chissà che ciò che è accaduto non sia la spinta per riavvicinarli e permettere loro di chiarire.
Di Cyran, scopriamo un'altra interessante caratteristica legata alla sua misteriosa natura, che ci permette di comprendere quanto il suo legame con il fuoco sia solido e stretto: il fuoco non solo non lo brucia, ma lo guarisce anche, in una maniera talmente sorprendente da permettergli di riprendersi da una ferita mortale. E per fortuna che Andrè ha compreso cosa dovesse fare dalle poche parole pronunciate dal mercenario. Avere qualcuno con il suo sangue freddo in queste situazioni critiche è fondamentale.
Rhod, intanto, ha un'altra delle sue spaventose visioni, una di quelle che lo trascinano nel luogo oscuro in cui si trova la principessa e che sono sempre intrise di terrore e pericolo: qualcosa striscia nell'ombra, un'oscurità che minaccia d'impossessarsi della principessa e che vuole impossessarsi anche di lui, qualcosa di terrificante, che prosciuga e uccide tutto quello che tocca. E poi la visione agghiacciante della principessa, disarticolata e uccisa, che lo guarda e lo rimprovera e lo giudica. E, giustamente, sorge spontanea una domanda, tanto a Rhod quanto a noi: questo viaggio ha senso? Stanno andando a salvare un cadavere? Arriveranno in tempo o sarà tutto inutile?
Certo che Rhod non dovrebbe tenere queste cose per sé, dovrebbe pararne con il gruppo >.<
Mi fa sempre molta tenerezza vederlo così spaesato quando si risveglia dalla morte: non deve essere un processo semplice, soprattutto a livello mentale, e credo che sia qualcosa che lo segna più di quello che possa sembrare esternamente.
È stato molto interessante leggere di nuovo di quella rabbia che lo travolge di tanto in tanto ed è così antitetica rispetto al suo solito modo di essere: c'è qualcosa di oscuro, in Rhod, che ogni tanto emerge e lo divora, lo sopraffà e lo acceca, come in questo caso, in cui non ha visto l'ovvio (Francis fasciato, il sangue sulle mani e sulla camicia di Andrè, Cyran che dorme su un letto pieno di sangue). Per fortuna, Andrè ha il potere di calmarlo, di dissipare quell'oscurità che tenta di divorarlo, di riaccendere la luce della ragione in lui e di rasserenarlo. Il loro rapporto è dolcissimo, e tu sei sempre bravissima a delinearlo con maestria.
Complimenti per il capitolo, interessantissimo e avvincente, ma ormai sei una garanzia. Alla prossima ♥ |