Recensioni per
Piccoli semi
di hikaru83

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/04/19, ore 14:54

Ciao tesoro! Lo so, parto dalla fine, ma pian piano recensirò anche le altre, promesso!
Che dolcezza questa immagine, di cui conoscevo la fanart ma che tu esprimi ancor meglio a parole.
Sherlock è così, con la testa piena di dati, domande, teoremi e confusione.
Non mi stupisce che talvolta non riesca a raccapezzarsi e gli serva un "aiuto" non proprio sano.
Eppure quando c'è John non ha bisogno d'altro, perché basta un suo sguardo, un tocco della sua mano per far cessare quel frastuono, per dargli finalmente pace e serenità.
Davvero bellissima questa tua breve ff, che è quasi una poesia, leggera come una pioggerella che sussurra fluffossità! XD
Mi è piaciuta molto!
Complimenti!
Baci
MissAdler

Recensore Veterano
02/04/19, ore 10:11

Adoro quella fan art❤️ è in assoluto una delle mie preferite. E l'hai descritta benissimo 😍 😍.
Brava brava.
Un abbraccio Pri

Recensore Master
23/10/18, ore 11:37
Cap. 2:

Ciao tesoro^^
Ma che bella questa ff. Nei primi capoversi pensavo fosse John a parlare, e invece è Myc. L'uomo di ghiaccio dal cuore tenero. Lui che parla del suo rapporto col fratello e poi inserisci Greg. Bello! É una ff molto più complessa di quello che può sembrare a un primo sguardo. Alla fine nomini John e il suo rapporto con Sherlock. Il cerchio si è chiuso.
Mi è piaciuta molto questa ff.
Baci baci e buona giornata
Béa

Recensore Master
17/10/18, ore 15:57
Cap. 6:

Finalmente mi sono messa in pari con questa raccolta e così posso leggere questa Mystrade (sì, sono inutilmente metodica anche in queste cose, oltre che pignola). Ti ringrazio per la dedica iniziale, sono contenta che una fanart condivisa nel gruppo ti abbia ispirata tanto da farti scrivere una storia. Ci sarebbe da ringraziare anche la fanartist che ha avuto l'idea, perché ricordo che era stupenda oltre che molto particolare. Diciamo che la sottoscritta non ha fatto nulla se non condividerla nel suo gruppo, ecco.

Ad ogni modo, hai mantenuto l'atmosfera un po' scazzata che si percepisce dalla fanart. Siamo in un contesto universitario, Greg ha la chitarra e Mycroft si sta chiedendo come ci sia finito in una camera con Greg Lestrade. L'espediente che hai utilizzato perché si avvicinassero mi è piaciuto molto, l'ho trovato credibile e soprattutto perché me lo vedo Lestrade farsi avanti in questa maniera. In questo senso hai centrato i loro caratteri, Greg è aperto e spontaneo, molto più terra-terra rispetto a Mycroft. Non fa altro che andare in cerca di una scusa per agganciarlo, l'ha praticamente rimorchiato alla vecchia maniera e con la scusa più vecchia del mondo, tra l'altro. Dalla parte opposta abbiamo Mycroft, abituato a essere solo, a non avere persone intorno. Non fa che chiedersi cosa ci faccia lì e perché uno come Lestrade gli abbia chiesto di collaborare. Lo ritene sufficientemente bravo da poter superare l'esame anche con qualsiasi altro studente e non arriva a capire perché abbia scelto proprio lui. Si capisce che c'è altro sotto, ma Mycroft non ci arriva. E la caratterizzazione che gli ha dato è stata perfetta e ricca di dettagli apprezzabili. Non è abitato ad abbracciare le persone, né ad averle attorno. Non è abituato nemmeno alle persone che lo chiamano per nome. Ma Greg fa tutto questo e anche di più, storpia il suo nome, lo stringe a sé... arriva a dirgli che gli piace (due volte) e Mycroft continua a non capire. L'ho trovato adorabile e anche un po' triste dall'altro lato. Mi piace molto questo modo di caratterizzarli, quando si parla di primo amore. Ci sta benissimo anche con Sherlock (e anche in età più avanzata di quella universitaria). Il fatto che Mycroft pensi queste cose può sembrare strano, ma questo è un Mycroft più giovane. Inesperto e soprattutto abituato a stare da solo. Per questo l'ho trovato molto coerente.

Sono contenta che hai deciso di continuare ad aggiornarla nonostante la challenge sia naufragata (purtroppo). Aspetto altre storie, nel frattempo mi metterò in pari con la long che hai in corso. Alla prossima.
Koa

Recensore Master
17/10/18, ore 15:41
Cap. 5:

Nonostante sia passato più di un anno da quando abbiamo visto la quarta stagione, la quantità di storie che parlano di The Lying Detective è talmente bassa, che le si può contare sulla punta delle dita di una mano. Non biasimo nessuno, io per prima ci ho scritto sopra un paio di cose e basta. Ciò che è successo in quell'episodio forse fa venire più voglia di scrivere tutt'altro, che di concentrarsi su ciò che è successo. In questa storia non fai un riferimento diretto alle botte che John dà a Sherlock, ne parli attraverso impressione vaghe di uno Sherlock confuso, ma è evidente che ciò sia appena accaduto. Non accenni a delle scuse da parte di quest'ultimo, però lasci capire che poi le cose fra loro si sono risolte (in un modo o nell'altro), in questo c'è molta libertà d'interpretazione. Del loro futuro e anche di quanto c'è stato tra l'ospedale e la scena finale, Mycroft ci lascia capire un qualcosa, ma non è nulla di definito. Ognuno può quindi immaginare una cosa diversa, a me piace pensare che con un po' di sofferenza e tanti discorsi siano riusciti a superare tutto quanto.

La prima parte è indubbiamente la più "pesante" da leggere, quella col carico di angst più grosso. La scena viene riportata pari pari dall'episodio, come ammetti tu stessa, ma in aggiunta ci sono anche le impressioni di Sherlock. I suoi pensieri, le riflessioni su Culverton Smith, l'orrore che prova per ciò che ha fatto e naturalmente anche dai sentimenti che Sherlock prova per John, da tutto il suo amore che ancora sente e nonostante tutto. Non nego che rileggere quella parte mi ha fatto rivivere l'episodio in tutto il suo peso drammatico, ma allo stesso tempo lo ha alleggerito. Ho notato un tono diverso in John. Nel momento in cui si rende conto di quello che Sherlock ha fatto, della spia dentro al bastone, e capisce che questi aveva programmato tutto da settimane, John ha una reazione diversa rispetto alla serie. Forse è una sfumatura e magari è stata una mia impressione (sbagliata). Non so dire se sia perché siamo dentro al punto di vista di Sherlock e quindi quella che abbiamo è la sua percezione, oppure se John abbia effettivamente reagito in modo diverso. Ma ci ho visto un pizzico in più di divertimento. Di leggerezza. Quello che John provava per Sherlock prima di The Lying Detective. Forse si arrabbia persino un pochino, ma la meraviglia che provava verso il genio di Sherlock, il suo essere colpito da tutto ciò che dice o fa, l'esserne comunque affascinato. Il John di quell'episodio, scena del pestaggio a parte, fa fatica ad accettare di avere bisogno di Sherlock e di essere in un certo senso dipendente da lui. Fatica ad ammettere che tutto ciò che Sherlock fa, mostruoso oppure no, a lui piace. Ed è questo il punto, John vorrebbe colpevolizzarlo in maniera totale, ma non ci riesce. E in questo momento, quello dell'ospedale dopo che John lo salva, John capisce che in fondo Sherlock gli piace proprio per come è fatto.

Insomma, non è chiarissimo ma la parte finale lascia a intendere che ci sia un pochino di Johnlock, il che lo rende il finale perfetto per questa storia (e lo sarebbe stato anche per l'episodio, ma va beh, ormai ci ho messo una pietra sopra).
Koa

Recensore Master
17/10/18, ore 15:16
Cap. 4:

Questa è forse la prima storia di questa raccolta che ha un'accezione puramente romantica e nella quale l'angst, che parecchio ha gravato sulle precedenti, viene messo da parte. Il prompt "futuro" ti permette di spaziare e di regalarci un po' di amore, tra questi due John e Sherlock che lo hanno vissuto anche con le lacrime e con il dolore, rappresentato dal pianto di John sul petto di Sherlock, che viene citato a un certo punto. La loro relazione però non è al centro della storia, il perno è il futuro. Un futuro che prima è soltanto di John, un futuro che diventa solo presente (perché quando sei in guerra è meglio non pensare a ciò che farai domani, ma è più saggio concentrarsi sull'oggi) e che infine il futuro diventa loro, suo e di Sherlock. Un futuro insieme e felice, che lo soddisfa. Il futuro è il centro della tua storia, e in questo hai rispettato il prompt ottimamente. C'è poi anche una parte di romanticismo, ma viene raccontata in maniera quasi scivolata. Citi un bacio, ma dai quasi più importanza alla sofferenza che entrambi hanno passato e che si sono lasciati alle spalle, che al bacio in sé. E questo è decisamente inaspettato.

Mi ha stupita molto la caratterizzazione di John. Io lui me lo sono sempre immaginato come un ragazzo che a scuola andava piuttosto bene, anche se in effetti non viene detto da nessuna parte. Certo non un genio come Sherlock o Mycroft, ma tu lo descrivi in una maniera a cui non avevo mai pensato. Indolente e pigro, che non ha voglia di studiare ma che pensa soltanto alle ragazze e a come conquistare quella che gli piace. Una versione del personaggio sulla quale non mi ero mai soffermata a riflettere, ma che all'interno della tua storia funziona. Crea anche una sorta di coerenza sul perché è entrato nell'esercito. La motivazione che va per la maggiore nel fandom è che John voleva fare il dottore e non aveva i soldi necessari per un'università e quindi si è arruolato. La versione che ci dai qui, ovvero che abbia seguito una motivazione meno pratica e più legata a se stesso e a ciò che voleva dalla vita (avventura, azione, brivido, eccetera...), la trovo molto più credibile e in linea con il personaggio. Oltre che originale, perché non ne ho viste affatto in fanfiction che mi è capitato di leggere in passato.

Mi fiondo sulla successiva.
Koa

Recensore Master
17/10/18, ore 14:56
Cap. 3:

Eccomi di nuovo, dunque anche in questa storia ho trovato un bell'esempio di una prima persona usata adeguatamente e senza le forzature, che inevitabilmente ci sono nei momenti di azione. Anche se quel cambio di punto di vista è stato parecchio drastico, specie se consideri che stavi usando un narratore interno... è sempre un azzardo e infatti l'ho trovata la sola forzatura presente. Lo stile in sé però era davvero molto buono e di nuovo il merito è anche dei contenuti, l'introspezione che hai usato qui non è tanto approfondita come nella storia precedente e si tiene più sulla superficie, ma è comunque ottima.

Il protagonista è John, anche se poi cambia, resta lui il personaggio principale. Siamo in una situazione post Reichenbach, che va a finire diversamente rispetto a ciò che succede nella serie. Non ti nascondo che di storie così ne ho lette parecchie nel corso degli anni, in cui Sherlock torna prima per poter salvare non soltanto un John che si vuole suicidare ma soprattutto se stesso da una perdita che lo devasterebbe (e non secondario, della quale si sentirebbe responsabile). Onestamente io non ho mai creduto uno come John arriverebbe a tanto, però so che è una versione molto diffusa nelle fanfiction. Ecco, posso dire che apprezzo il fatto che Sherlock lo venga a salvare, interrompendo il suo viaggio per l'Europa per smantellare la rete di Moriarty, è un gesto che lascia intendere ciò che prova. Non so dire se lo Sherlock della serie avrebbe fatto la stessa cosa, rischiando di farsi scoprire per poter tornare a salvare John, perché da un lato tornare rimette a rischio lui e tutti quanti. E la storia non approfondisce la depressione di John così tanto da poter comprendere fino in fondo quelle che sono state le motivazioni, e le reali paure di Sherlock, circa la salute di John. La tua versione è comunque l'interpretazione di un personaggio di cui, sentimentalmente, non sappiamo poi moltissimo. Tutto sommato trovo il tutto piuttosto credibile. Per quel che riguarda il prompt non ho nulla da dire, lo hai usato benissimo. Le lacrime ci sono, e anche in abbondanza. Il che abbastanza naturale vista la situazione in cui si ritrovano Sherlock e John. Bella anche l'immagine finale con Mycroft che se ne va via in macchina, a quel punto c'è uno stacco quasi cinematografico su quel tetto dove i due stanno ancora versando lacrime, stretti in un abbraccio. Non vengono approfonditi i loro sentimenti, ma ciò che provano l'uno per l'altro è piuttosto chiaro. John non riusciva a vivere senza Sherlock e Sherlock ha messo John davanti a tutto il resto. Più evidente di così.

Vado a leggere la prossima storia.
Koa
(Recensione modificata il 17/10/2018 - 02:58 pm)

Recensore Master
17/10/18, ore 09:39
Cap. 2:

Ciao, finalmente riesco ad andare avanti a leggere questa raccolta. E sono molto contenta di averlo fatto perché questo è un ottimo esempio dell'uso della prima persona. In questa storia, a differenza delle altre, c'è moltissima introspezione, è praticamente tutto quanto incentrato sui pensieri di Mycroft. Il quale narra rivolgendosi prima a Sherlock, quasi gli stesse parlando direttamente e poi a Greg, che interagisce con lui, spezzando quel flusso di pensieri che lo portano a ragionare su se stesso e sul senso di colpa. L'uso qui è ottimo, lo stile migliore che abbia letto usato da te. La riprova, della quale comunque non avevo bisogno, che non sei tu a non esserne capace, è semplicemente che (e di questo ne sono assolutamente sicura), ogni storia dovrebbe avere uno stile differente a seconda dei contenuti o di come intendiamo narrarla. Questa è perfetta così, con tanta introspezione e qualche dialogo a spezzare il tutto.

L'uso del prompt è stato ottimo. Hai calato il senso di colpa su un Mycroft post quarta stagione. Non ti sei dovuta inventare dei fatti, hai preso direttamente da quello che ti offre la serie. Io non sono ancora riuscita ad affrontare il Mycroft post The Final Problem, ma non me lo immagino molto diverso da questo. Qui il senso di colpa lo opprime e non tanto per i fatti recentemente accaduti, ma per quello che è diventato Sherlock e del quale si sente in colpa. A me è bastato vedere quei frammenti di filmato, che Mycroft guarda a casa sua, per capire com'era Sherlock da bambino. Vivace, allegro, sempre sorridente... fa impressione vedere come invece è cresciuto e che cosa è diventato. A questo proposito mi sono piaciute le osservazioni di Greg sul fatto che Sherlock sta imparando a sorridere di nuovo per merito di John. Apre uno scenario Johnlock, che resta lì alla nostra immaginazione e che ho apprezzato tantissimo. La storia, comunque, non si concentra su Sherlock e John, ma resta su Mycroft e su questo Lestrade che tenta di convincerlo del fatto che non è un mostro e che il senso di colpa non ha ragione d'esistere. Ma Mycroft, nonostante ciò che pensa, è una persona troppo perbene per non provare del senso di colpa. In un certo senso, il fatto che provi tutto questo, è la riprova che non è affatto un mostro. Un mostro se ne sarebbe fregato di ciò che ha fatto, e invece Mycroft ci pensa e se ne dà la colpa. Oltretutto, ciò che dice Greg è giustissimo, lui in fondo ha peccato soltanto di non aver detto la verità a nessuno. Lo ha fatto per dei motivi giusti, ovvero non caricare nessuno di un simile peso (e qui ci metto anche i loro genitori) e non far sì che un giorno Sherlock potesse venire travolto dai ricordi. Lo ha fatto forse nel modo più sbagliato, magari c'erano altri mezzi o metodi differenti. Diciamo che è finito dentro a un circolo vizioso di pensieri orrendi, fortuna che Greg Lestrade è la persona migliore che potesse trovare per aiutarlo.

Alla prossima storia.
Koa

Recensore Master
14/10/18, ore 16:55

Ciao, dopo aver letto le precedenti one shot mi sono decisa a iniziare anche questa raccolta. Devo ammettere che fino a metà storia non avevo capito bene di chi si trattasse, avevo pensato a Greg e credevo che il ragazzo alto sul ponte fosse Mycroft (anche se m stonava la descrizione fisica, ovviamente dato che non è lui), ma avevo completamente sbagliato mira. Naturalmente ho capito tutto quanto quando hai nominato l'esercito, a quel punto i tasselli sono andati ai rispettivi posti. A me piacciono molto le storie scritte in questo modo e so per esperienza che non tutti le apprezzano. Io le adoro e non ne trovo mai abbastanza, mi piace sempre cercare di capire di chi è il punto di vista o anche solo il cercare di carpire l'identità del personaggio. In questo caso si trattava di John e collocato in un momento specifico della sua vita, ovvero prima di partire per il militare. Mi è piaciuta molto questa idea che lui e Sherlock si siano incontrati anche ben prima di quel 29 gennaio, come se ci fosse una sorta di filo che li tiene uniti. Si sono visti qui, John probabilmente nemmeno se ne ricorderà, ma Sherlock lo farà di sicuro. Conosciamo molto bene il tipo. Ed è uno di quelli che approfitterà del suddetto "governo ombra" per ottenere qualche informazione e tenere d'occhio questo John Watson. L'idea che hai messo alla base mi è piaciuta molto e la stessa cosa vale anche per la sbronza. L'hai usata in una maniera non banale, molto efficace. Se devo fare un appunto credo che (e questo è il difetto dell'usare la prima persona), John faccia ragionamenti troppo lucidi per una persona ubriaca. Il punto di vista interno al personaggio, tradotto in soldoni, vuol dire che tutto quello che viene scritto è frutto della sua mente. Ogni pensiero dev'essere coerente con ciò che vede al momento, con quella che è la sua storia, il suo carattere, il bagaglio culturale e soprattutto lo stato fisico attuale. Scrivere, in prima persona, una scena da ubriaco è una delle cose più difficili che si possano fare. Perciò io credo che funzioni meglio con storie puramente introspettive o "a racconto" in stile Conan Doyle. In questa fan fic ci troviamo con un John ubriaco, ma che fa ragionamenti e osservazioni che forse faticherebbe a fare da lucido. Conosce Sherlock da dieci secondi, lo vede a malapena in un parco buio la notte, forse neanche si ricorderà di lui in futuro e sì, ci sta che gli si avvicini tanto e che un po' gli piaccia, ci sta che lo chiami "il principe delle fate", sbagliando ma ci sta un po' meno che noti che è uno che pensa troppo. Questo ragionamento (che già avevo trovato ne: La chimica dell'arte) è un po' OOC per il suo personaggio. Sarebbe più da Sherlock una simile osservazione, ma perché con il suo quoziente intellettivo si possono azzardare anche a cose del genere. Se già avevo storto il naso nell'altra storia, qui l'ho fatto con ancora più convinzione. John non arriverebbe mai a notare che Sherlock "pensa troppo". L'osservazione "pensi troppo" presuppone che John si sia accorto che Sherlock è una persona che tende a rimuginare o a iper-analizzare fatti e situazioni e non soltanto in ambito lavorativo, ma soprattutto nella sfera personale. Per come conosciamo John credo penserebbe che Sherlock è semplicemente timido o freddo. Magari (e qui parlo del John della serie) direbbe che si rintana nella sua mente per ragionare sui casi, che sta troppo nel suo palazzo mentale, ma questo dopo tanto tempo di ravvicinata conoscenza. Qui si sono appena incontrati e John non è nemmeno lucido. Ecco l'ho trovata una cosa molto forzata. Ma, e qui chiarisco, non ha assolutamente inficiato la bellezza della storia. L'ho trovata divertente e piacevole e con una scena bellissima, quella delle lucciole, che ho davvero apprezzato tanto.

Ci starebbe anche un seguito, secondo me.
Koa

Recensore Master
08/10/18, ore 17:44

Hei ciao^^
Scopro questa raccolta in modo del tutto inaspettato e trovo subito una ff del tutto inaspettata XD bella l'idea, effettivamente Sherlock Re delle fate ci sta mostruosamente e la citazione è molto "intellettuale". Sarebbe bello ci fosse un seguito con uno Sherlock evanescente e psichedelico. Lo so sto delirando. XD
Complimenti e alla prossima,
Baci,
Béa

Recensore Master
28/09/18, ore 18:03
Cap. 6:

La prima impressione che si riceve da una prima lettura é di calore e di sicurezza. Rileggendo, si coglie anche il senso di equilibrio che il sentimento tra i due protagonisti trasmette. La spontaneità di Greg, la razionalità estrema di Mycroft, la cocciutaggine di tutti e due. Ecco quali sono gli elementi caratterizzanti di questa tua ff.
Il carattere, aperto e senza complicazioni, di Greg apre una prima falla nella muraglia dietro cui l' Iceman protegge se stesso dall'ingerenza degli altri che considera inadeguati ad un rapporto reciproco. La scintilla di "diversità" dalla routine di studio e vita quasi monacale, è data dalla curiosità verso quel bel ragazzo che, insistentemente, gli sembra prestare molta attenzione.
Il POV di Holmes, poi, ci consente di guardare a ciò che succede da un osservatorio particolare, vista la complessità del personaggio.
Dalla curiosità, via via si passa al disorientamento di fronte all'insistente "fuoco di fila" di Lestrade che continua a comunicargli, in modo semplice, senza difficoltà o timore di essere respinto, il suo desiderio di stargli vicino. E qui, per Mycroft, siamo già al panico vero e proprio. Per Greg é tutto più facile: dal sorriso ad una risata, dalla risata all'abbraccio. Con quel "...E sarai mio...", poi, anche la fisicità di Holmes viene risvegliata di colpo. Ed il ghiaccio comincia a sciogliersi vicino al calore.
Bella storia, brava.

Recensore Veterano
20/09/18, ore 15:50
Cap. 6:

Ma Elenina, vuoi che mi metta a piangere a partire dalla dedica??? Ehhhhhh???! *Sfodera il pacco di kleenex* Ovviamente , tu o mi fai piangere o esplodere le ovaCofCofCooof... con i tuoi attacchi di foto in chat ma vabbè...Lasa sta...
La bellezza di questa ficcina? I miei piccini studenti io boh...Cry tantissimo * aridaje di kleenex*
E vogliamo parlare di questa frase:
«Il cuore è un muscolo involontario, Myc. Non puoi controllarlo. E ti dico una cosa, caro il mio Mycroft Holmes: una persona che si lascia abbracciare come fai tu, e che risponde in questo modo, ha solo imparato a stare solo, ma non è destinato a rimanerlo per sempre.» Vorrei ribattere ma mi ferma: «Adesso basta, smettila di sprecare le tue energie per respingere ciò che ti dico. Chiudi gli occhi, rilassati e non pensare a nulla.»
No , meglio che io taccia e soprattutto vorrei farti notare che mi sto elenizzando copiando ed incollando parti del testo...
Vabbè la smetto con questo mini sclero, è una perlina, e voglio un'altra Mystrade, long...a Capitoli tiè!! Insomma, applicati perchè necessito di fluff oltre che di Greg ma vabbè dettagli...
Ti voglio tanto bene <3 <3
Chia

Recensore Veterano
19/09/18, ore 10:56
Cap. 6:

È bellissima, Myc che è convinto che farà questa ricerca da solo perché è il più intelligente e non ha bisogno di nessuno( nessuno mi vuole meglio farci l'abitudine).
Dietro al suo modo austero e sprezzante c'è tanta tristezza di fondo a Greg che, non solo è tenace ma è anche e soprattutto adorabile glielo dice in tipo due secondi.

Sì, solo. Lassù nell’olimpo dei migliori non ti senti solo? Io mi ci sentirei. Preferisco essere semplicemente “Greg”, impegnarmi per raggiungere i miei obiettivi rimanendo comunque sempre semplicemente Greg.»

Perché semplicemente Mycroft a Greg piace e dovrebbe piacere anche a Mycroft, almeno un po',per permettersi di essere felice.

Adoro quello che Greg riesce a dire e fare per far sentire Mycroft amato e desiderato come merita.

Complimenti davvero, mi è piaciuta tantissimo tesoro.
Appena riesco recupero anche l'altra.

Recensore Junior
14/09/18, ore 04:38
Cap. 6:

Allora...non so se sai già quanto io ami i Mystrade (ma probabilmente sì) e le Uni! sono una delle ambientazioni che adoro. Tu, con questo piccolo gioiello, mi hai resa felice. Non solo è ben scritta, fluida, ammaliante (come gli occhi di Gregory?), ma hai reso talmente bene la versione giovane (non solo giovane: universitaria) di loro due da aver fatto splendere come un diamante le loro personalità, tanto credibili da sembrare reali. Bravissima, devo dirtelo, anche non hai bisogno di sentirlo dire da me ;), hai creato una dose di felicità per tutti noi mystrader, tanto che non ho smesso un attimo di sorridere, leggendola.
Grazie di cuore.
Ti abbraccio forte.
A.

Recensore Master
01/08/18, ore 23:51
Cap. 5:

Il prompt non lasciava molto margine all’interpretazione, secondo me, e la storia si apre con l'immagine tragica di uno Sh sfinito e in difficoltà su un letto d'ospedale. Pertanto è più che naturale pensare all’effetto devastante di un’overdose. Penso sia così ma, l'ingresso nella sua stanza di quell' "ometto basso e tarchiato", con caratteristiche fisiche particolari e che ha "i guanti di lattice", mi fa ritrovare immediatamente quell'atmosfera allucinata di TLD, che riporti fedelmente. Con lucidità ci fai vedere quello Sh disperato e dipendente, ormai privo di speranza.
“Dipendente”, dicevo, ma, più che l’uso massiccio di sostanze stupefacenti, ciò che lo tiene incatenato al suo dolore è l’ormai devastante mancanza di John, del quale la sua vita non può più fare a meno.
L’aggettivo, che usi per definire il modo di compiacersi che ha il killer, cioè “disgustoso”, è veramente ben scelto e pertinente con il senso di repulsione che, in TLD, ha connotato l’agire di Culverton Smith.
Comunque è tutta la scena che, come osservi tu nelle “Note finali”, rispecchia esattamente quanto abbiamo visto, e sofferto, nel secondo episodio della traumatica quarta Stagione.
Però, un conto è trascrivere esattamente i dialoghi, apparirebbe un mero esercizio di copiatura, senza personalità, un altro discorso è rendere, ciò che si riporta, animandolo con l’apporto di una rilettura consapevole.
Quest’ultima situazione narrativa tu l’hai resa possibile, e direi ben riuscita, mediante l’uso del POV di Sh, che ci fa vivere in prima persona il suo dramma ed è attraverso i suoi occhi che proviamo il brivido di sentirci ad una passo dalla morte.
Ma, mentre per noi l’angoscia deriva dalla sensazione che la vita sia in mano ad un pazzo furioso, per Sh l’unico terrore è non riuscire più ad avere John accanto a sé (“…Ho più paura di vivere senza di te…”), anche se in un rapporto difficile, dominato dalla rabbia cieca e dal risentimento da parte di chi si è sentito tradito e abbandonato ed, in più, schiacciato dai sensi di colpa per la morte tragica della moglie.
Rappresenti, con lucida precisione, l'irruenza con cui arriva John: la porta che viene sfondata, i passi veloci e decisi verso il letto dove Sh sta resistendo al folle assassino, la forza con cui quest'ultimo viene letteralmente strappato via dalla sua potenziale vittima, grazie all'energico intervento di Watson, la voce "forte ed arrabbiata". Tutti particolari descrittivi che ci rendono davvero partecipi di ciò che sta succedendo e, soprattutto, della sensazione di liberazione e di sollievo che riporta Holmes alla speranza ed alla vita.
La conclusione è rassicurante. La tua storia è ben scritta, brava.