Recensioni per
Chronicles of the Umbrella Academy
di Smaug The Great

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
23/08/20, ore 14:00

Inizierò dicendo che questo è, se possibile, il flashback più interessante di tutti. Fino ad ora abbiamo sempre visto Rigel come un pezzo di ghiaccio, del tutto incapace di comprendere i suoi sentimenti e altrettanto restio a comprendere quelli altrui, sempre pronto a nascondere i suoi pensieri dietro una maschera gelida e, essenzialmente, un uomo tutto d'un pezzo. Certo è anche opportuno notare che si comporta in modo diverso rispetto a chi ha difronte: lo vediamo tranquillo con Caesar e Artemis, circospetto con Esme e Oliver, rigido con Alexis e piuttosto sprezzante con Ezra. Quello che non abbiamo visto invece è il suo rapporto con Octavius, che io (ingenuamente) presupponevo essere simile al rapporto boss-employer. E invece no. Rigel ha una tale stima di Octavius e lo ama così tanto da essere del tutto cieco difronte alle sue ovvie manipolazioni. L'idea di averlo deluso lo riduce da impavido capitano a ragazzino spaventato; tanti piccoli dettagli (lo sguardo abbassato, la giacca messa male, le occhiaie) ci fanno capire quanto lo distruggesse il pensiero di aver fatto un torto a suo padre. E il modo in cui poi si illumina e torna di ghiaccio quando Octavius lo istruisce al modo per rendersi utile è un po' spaventoso, se devo ammetterlo. Mi era già chiaro che i ragazzi dell'Umbrella Academy avessero un certo vuoto di affetto, ma se gli altri (come penso di aver capito) hanno cercato di colmarlo tra loro o con altra gente, Rigel ha creato un mondo in cui tutto rivoltava intorno al volere di Octavius. Una relazione a dir poco malsana, se vuoi il mio parere da psicologa in training, però credo di aver percepito anche altro.
Eh sì, ora inizio a dire idiozie. Probabilmente sono solo io che ci spero troppo, ma sbaglio o il signor Cleremont non è del tutto indifferente a Rigel? Non credo nutra per lui un amore paterno eh, assolutamente no, però mi è sembrato di aver scorto un certo affetto un po' grezzo nei suoi confronti. Come quello di un generale nei confronti di un sottoposto particolarmente brillante. Io credo che Octavius vedesse davvero Rigel come il suo erede e che, proprio per questo, non l'abbia allevato con amore ma con regole e spietatezza affinché Rigel diventasse come lui. Nel primo capitolo uno dei Cavalieri, se non sbaglio la Kitsune, ha definito Rigel "il lupo di Cleremont" e io penso che Octavius volesse proprio questo. Un figlio lupo, un figlio predatore e senza coscienza che seguisse le sue orme e gli portasse gloria. In fondo, non è proprio questo che Rigel ha fatto?
Questo andrebbe a mettere in discussione il rapporto che Octavius ha con gli altri figli. Abbiamo visto che con Artemis ed Esmeralda (e a questo punto sospetto anche con Levi) avesse un buon rapporto e che non pretendesse da loro (forse per sessismo, forse semplicemente per conoscenza) ciò che chiedeva a Rigel. Mentre vediamo che con altri (abbiamo visto con Alexis ed Ezra, ma credo anche con Oliver e Tony) aveva un rapporto quasi indiretto, condotto tramite Rigel e quindi in qualche modo quasi impuro. Forse dipendeva dalla lealtà, no? Artemis era la principessina di casa, non dubito che Levi sia sempre stata un amore, Esmeralda cercava solo conferme della sua lealtà e Rigel non serve neanche parlarne; su loro in qualche modo ci si poteva lavorare. Avrà pensato che loro fossero il futuro dell'Umbrella Academy. Mentre lo vedo far molta più fatica nello stringere la morsa su tipi come Ezra (che sospetto fosse più leale a Levi che all'accademia in genere), Tony, Oliver o, dio ce ne scampi e liberi, Alexis. Non so, penso che dovrò avere più materiale per questo verdetto.
Ad ogni modo, Rigel non è suo padre. Lo si vede da come reagisce al ritorno in squadra di Esmeralda. Octavius non mi sembra un tipo che perdona, mentre a Numero Uno è servita la garanzia di Caesar per accettare completamente l'idea di riavere in casa una persona che ha "tradito" l'accademia. Non so se mi spiego. Ho l'impressione che Rigel sarà un leader molto, molto più democratico (o, almeno, meno assolutista) di Octavius e non vedo l'ora di vedere come si evolverà la sua posizione in cima alla piramide dei Cleremont.
Che dire? Anche questo un capitolo stupendo, mi scuso ancora per il ritardissimo nel recensire e ti prometto che la prossima recensione arriverà al più presto!
Ci sentiamo!



Aires di Ondine_and_Aires

Recensore Veterano
23/08/20, ore 13:21

Hey Smaug! Non starò qui a perdere la testa nel raccontare quanto sono dispiaciuta di questo ritardo (visto e considerato che già lo sai), ma rileggendo questo capitolo devo proprio dirtelo. In ogni caso, lasciamoci le lagne alle spalle e fammi dare un giudizio appropriato. L'altro giorno mi chiedevi se mi piace la piega che sta prendendo la storia e la risposta è, ovviamente, sì. Questo, poi, è un capitolo decisivo perché va a spezzare il secondo equilibrio (il primo era quello interrotto dalla morte di Octavius) che si era venuto a creare e dà inizio a quella che credo sarà la vicenda principale della storia: il conflitto tra l'Umbrella Academy (o ciò che ne rimane) e l'Ordine dei Cavalieri di Vetro.
Ho amato anche tantissimo la soluzione ad anello che hai adottato in questo capitolo. Stupenda, davvero. Il rapporto tra Rigel ed Alexis, poi, non sembra tanto cambiato. All'inizio li vediamo ragazzini, che si oppongono in una lite che non è altro che un riflesso della situazione domestica: libertà individuale vs comunità. Ad Alexis non va di tornare a casa perché chiaramente non passerebbe un periodo tranquillo, ma i suoi bisogni sono sottomessi a quelli della squadra. Numero Nove DEVE tornare a casa non solo per addestrarsi come vuole l'accademia, ma anche per rappresentare nelle soirèes di gala (che, tra l'altro, voglio assolutamente vedere) i Cleremont. Questa non è una storia nuova, eh. Da che mondo è mondo, in tutte le famiglie a un certo punto si scontrano il volere individuale dei figli che stanno crescendo con quello dei genitori che cercano di mantenere lo status quo. Non so dirti quante volte ho pestato i piedi e mi sono impuntata per non andare a una cena di famiglia a cui i miei tenevano particolarmente. E' una cosa naturale. Ciò che non è naturale, o forse lo è troppo, è la reazione del genitore. Octavius non è nella scena, però è proprio lì. Rigel è Octavius. Come dirai nel prossimo capitolo, è chiaro che Rigel sia sempre stato diverso dagli altri ragazzi dell'accademia. Non è mai stato tanto un soldato quanto un sovrintendente: non il capo indiscusso, ma il leader della forza combattente. L'apparizione di Ezra e Levi non fa che accentuarlo. Hillevi si rivolge ad Alexis con delicatezza e cerca di farlo ragionare, non impone niente perché sa di non averne il potere. Rigel, invece, è ben consapevole del potere che esercita nell'Umbrella Academy e non si fa scrupolo ad abusarne per sottomettere i suoi "fratelli". Quel "Sono il tuo capitano, tu devi obbedirmi" rivolto ad Alexis e il fatto che Alexis non si faccia neanche lo scrupolo di rispondere ma tenta di andarsene, ecco... sono comportamenti che dicono tanto. Quella era una routine assestata. Alexis si ribella. Octavius non si prende neanche la briga di affrontare il problema da sé e manda Rigel. Rigel usa il pugno di ferro. Questione risolta! Ti giuro, sono sconvolta. Pensandoci, non mi sorprenderei neanche più di tanto se Numero Uno arrivasse a imporre la volontà di Octavius con minacce più concrete, tipo usando il suo potere.
Okay, forse ora sto esagerando.
Ad ogni modo è ironicissima l'opposizione tra la prima scena e l'ultima. A distanza di nove anni, la situazione si è praticamente ribaltata. Rigel non solo non è più in posizione di forza, ma addirittura si sottomette alle richieste di Alexis. Il modo in cui hai descritto l'andamento delle cose, il fatto stesso che la stanza di Numero Uno fosse off-limits per gli altri e che ora Numero Nove ci sia entrato liberamente, mi fa pensare che questo episodio abbia molto più significato di quanto sembri e ho l'impressione che questo binomio Rigel-Alexis tornerà con furore.
Quanto alle dinamiche del Decimo Reggimento, le amo. Il mio Gideon lo stai rappresentando davvero benissimo e sono super contenta di come procedono le cose. Spero davvero tanto nella sua amicizia con Nasheeta, che (come già sai) trovo adorabile oltre ogni immaginazione, anche se a lungo andare ho la netta impressione che avranno i loro dissidi, soprattutto conoscendo Apollo. la Kitsune è un altro personaggio che mi affascina tantissimo e sono curiosa di scoprire più di lei, anche se devo confessarti che più di tutto spero di rivederla presto nelle vesti di Joanna. Non posso davvero esprimere a parole quanto sono morta dal ridere nel confronto tra lei e Caesar, che immaginavo come uno scontro sanguinoso ahahah. E invece no. Gli scontri sanguinosi li lasciamo tutti allo Zar, che poverino ha le mani piene e non lo biasimiamo proprio per niente se dopo il fallimento della missione si dà all'alcolismo. Eh no. Noi mica possiamo giudicare, vero Smaug?
In ogni caso, ci tengo a rifarti i miei complimenti più sentiti perché questo capitolo è stupendo (e tu sai quanto amo i capitoli lunghissimi) e perché non penso di aver mai letto -almeno non nel mondo delle fanfic di harry potter- una scena di combattimento così comprensibile e scorrevole. Ti giuro, ogni volta che leggo un combattimento con la magia sono costretta a tornare sulle parole già lette e su passi precedenti perché o non capisco, o fraintendo o sono solo confusa. Invece qui non ho avuto affatto problemi e te ne sono davvero grata.
Bene, ho cercato di riassumere i punti più interessanti di questo capitolo e spero di non averti annoiato troppo. Ti ringrazio ancora per la pazienza e ci sentiamo al più presto!




Aires di Ondine_and_Aires

PS: di Esme ti parlerò nella prossima recensione e la citazione di Trtoskij è assolutamente un tocco di classe ;)

Recensore Master
21/08/20, ore 23:02

Ciao Smaug e buone vacanze a te! In questo momento sono all'inizio della mia settimana di ferie, rifugiata su un fiume con le montagne che mi guardano e non potrei essere più rilassata di così, anche perché finalmente trovo il tempo di recensire almeno questo ultimo capitolo, per non farti aspettare ancora. Premetto che sto usando il cellulare, cosa che non faccio mai mai, ma se dovessi aspettare di avere un computer a portata avrei dovuto rimandare di un'altra decina di giorni. Ti chiedo quindi scusa in anticipo per i refusi che troverai, ma con questo arnese non riesco a fare meglio di così. Messi da parte tutti i convenevoli: iniziamo!
Ovviamente puoi immaginare quanto io abbia atteso questo capitolo. Sai l'amore che provo per Ezra e sai anche che conosco a fondo il personaggio, quindi capirai quanto sia felice di lanciare su di lui uno sguardo più approfondito.
Non sai la tenerezza che ha generato in me il flashback a lui dedicato: Ezra è un uomo di un certo stampo, ma tutto ciò che è diventato è dovuto ai suoi trascorsi familiari. Il suo è un potere ostico, minaccioso, temibile ma che al contempo lo rende estremamente fragile; l'essere usato come sacco d'allenamento per i suoi fratelli è solo uno dei fardelli che si porta dietro, in quanto (e si evince benissimo da quanto scrivi) in primis ha il terrore di deludere Octavius. Insomma, fino ad ora non avevamo ben chiaro per quale motivo Ezra fosse "Numero due", ma ora dei piccoli pezzi si sono sistemati per benino nel mastodontico puzzle quale è la tua storia. E continuando a parlare proprio di lui, sono rimasta stupita dal pezzo che riguarda lui e Hillevi: numero due che si ritrova a ordinare uno studio con tutte le sue scartoffie annesse? Mai lo avrei sospettato, ma la vicinanza con Hillevi ci ha messo lo zampino, indubbiamente. E cosa trovano mai i nostri disastrati ragazzi? I piani di Octavius che li riguardano. Dire che la questione mette i brividi è riduttivo, perché ora più che mai è chiaro che il capofamiglia abbia vissuto questi ragazzi non come esseri umani, ma come veri e propri robot non solo da combattimento. Pensare che il piano originale di Octavius non prendeva in considerazione solo far generare prole da questi fratelli, bensì addirittura incrociare le generazioni, esula totalmente dalla concezione più umana. Questi poveri sfortunati, agli occhi di lui, non hanno una loro indipendenza e questo non può che portarmi ad odiarlo fortissimo. Spero davvero con tutta me stessa che qualcosa cambi, che tu ci fornisca degli elementi ulteriori che sospendano il giudizio nefasto di noi fruitori, altrimenti bisognerà riesumare il corpo di Octavius e metterlo su una picca.
Dagli scambi fra i fratelli si evincono dei rapporti complicati: ad esempio che fra la "perfetta Artemis" e il "tenebroso Rigel" ci fossero degli strani trascorsi mi era già parso chiaro, ma che quest'ultimo non abbia mai preso in considerazione davvero l'idea di costruire qualcosa con Artemis, mi giunge davvero inaspettato. Che poi mi chiedo: è tutta una farsa? Non credo, ma sicuramente c'è sotto qualcosa che non ci hai ancora svelato. E d'altro canto mi domando, non so se legittimamente o meno (e credo ci vorrà del tempo prima di fare chiarezza nella mia testolina), se Artemis nasconda un sentimento reale e profondo nei confronti di Rigel, o se la ragazza sia stata influenzata da Octavius e dal ruolo di figli perfetti che lei e Rigel ricoprono nell'Umbrella e che quindi si senta quasi "in dovere" (passami il termine poco appropriato), di creare fra lei e Numero Uno un legame profondo. Come già accennato, comunque, aspetterò con pazienza i risvolti!
Ezra finalmente mi sembra far uscire il suo carattere e il suo rapporto più che conflittuale nei confronti di Rigel, dandogli delle risposte dure e secche. Mentre nutro ancora dei dubbi sul rapporto che Numero Uno ha con Esme (eh si, quella carezza da parte di Rigel e la reazione che ha suscitato in lei non me la contano per niente giusta). Diciamo che fra lei, Artemis e Alexis, non si sa chi abbia un rapporto più intricato con Rigel. All'appello mancano gli altri fratelli, ma a questo punto sono sempre più convinta che tutto giri intorno a Rigel, che im parte è davvero il diretto erede di Octavius e colui che ha dovuto - se per senso del dovere o indole, o un mix delle due cose, non so dirti- prendere le redini in mano dell'Umbrella Academy; è chiaro che caro gli è e gli costa ancora questo ruolo, che lo porta ancora a spronare, motivare e redarguire i suoi fratelli - come si trova a fare con Esmeralda durante l'allenamento-.
Passando invece ai cavalieri, finalmente ritroviamo la Kitsune (che sai già che adoro) e lo Zar. So bene, Smaug, che questa è una parte delicatissima e drammatica del capitolo, ma io non sono riuscita a smettere di immaginarmi il Generale come l'Imperatore Palpatine. Lo so, lo so che lo hai descritto come un uomo quasi insignificante dal punto di vista fisico (e tra l'altro vivi complimenti a te, l'immagine di lui è arrivata più che chiara), ciò nonostante oh, io così me lo sono immaginato subito e temo che Palpatine resterà.
Ora tornando seria: mi è piaciuto il pezzo dedicato allo Zar e Kasumi, perché grazie al loro confronto abbiamo un'idea più chiara di questi due cavalieri, principalmente di Kasumi che mi sembra molto meno di ghiaccio di quanto mi sia apparsa precedentemente, mentre Elijah mi ha stupita, in quanto da lui quella calma non me l'aspettavo. Per altro quest'ultimo è stato grandioso quando ha preso la situazione in mano al cospetto di Palp... Emh volevo dire il Generale; vogliamo parlare di quanto sia riprovevole quest'uomo? Va bene, parliamone pure! Trovo molto credibile, seppur francamente inaccettabile, che l'uomo minacci i due Cavalieri con la vita di persone a loro molto care; del resto parliamo di una figlia e di un fratello (ok ora voglio sapere di tutto e di più sulle loro vite, dovresti aprire una rubrica di gossip dal nome "Le cronache dell'Umbrella & Co - tutto quello che c'è da sapere su Rigel e i suoi compagni di scorribande). Insomma, questo Generale è bastardo fino al midollo e io non vedo l'ora che muoia di stenti e privazioni. Piccola parentesi su Kasumi: wiiiii evvivaaaa forse forse torna Joanna! Cioé, non capisco come Rigel possa bersi una storia del genere, ma io spero davvero che lei riesca a introdursi nell'Umbrella mascherata da questa improbabile cameriera sexy, perché voglio leggere almeno centomila siparietti comici/fluff/folli fra lei e il meraviglioso Caesar.
Detto ciò, ho un'unica perplessità per quanto riguarda la scena in cui tutti i fratelli Cleremont stanno lì a discutere di improbabili coppie e figli, ma come già accennato ti scriverò un messaggio in privato per non rischiare spoiler di alcun tipo!
Concludo dicendo che mi manca un pochino Oliver, sono davvero molto curiosa di saperne di più su di lui e spero che lo indagherai presto! ( come Hillevi e Tony).
Yeeee daje Riger, raccatta Bizzie!
A presto e grazie davvero per la pazienza. Solitamente sono molto più celere nel recensire ma che dirti, questo periodo va così.
Un abbraccio!

Nuovo recensore
19/08/20, ore 17:31

Smaug, finalmente! Tra me e te non so davvero chi sia peggio, devo dirtelo, ma sono comunque contentissima di poter finalmente recensire questo capitolo. Come immaginerai, metà Agosto è il periodo che più odio dell'anno in assoluto. Sarà l'afa, sarà il mio raffreddore cronico, sarà la bolgia dei fraudolenti in spiaggia, ma proprio non ce la faccio a vivere ad Agosto. Potrai immaginare, quindi, quanto sia stata felice di vedere che hai aggiornato e, se ancora non l'hai immaginato, ti dico anche che ho amato alla follia questo capitolo, anche se fin'ora è senz'altro il più frammentato di tutti.
Direi che in questo caso sia meglio andare a recensire per novità!
-i poteri di Ezra e Artemis. Okay, wow. Ammetto che avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere da "biomanipolazione", ma questo è molto più di quanto mi aspettassi e ho la netta sensazione che questa sia soltanto la superficie. Chissà poi cosa si intende esattamente per "spiriti naturali". Sono tipo le ombre di Rigel? Spero davvero che questa cosa sia spiegata meglio al più presto perché mi sembra proprio una gran figata. Lo stesso vale per il potere di Ezra. Quando ho letto "specchio" nell'introduzione, mi aspettavo un po' una cosa tipo quella del Drago dell'Ira dei Sette Peccati Capitali, tipo che ogni attacco magico si ritorce contro chi lo infligge. E invece è anche più interessante. Ezra guadagna di sicuro un sacco di punti simpatia, ora che conosco la sua situazione in famiglia. Dev'essere stato frustrante dover competere con tutti gli altri ragazzi: un po', come dice il capitolo stesso, per la pressione da parte di Octavius e un po', penso, anche per la questione di dover combattere costantemente contro i propri fratelli ed essere praticamente in competizione con tutti. Tanti, tanti punti simpatia.
-il Generale. Ammetto che questo personaggio aspettavo di conoscerlo da un sacco e non sono per niente delusa da lui. Avevo un'altra immagine in mente, a dirla tutta, però ora che ci faccio caso quella di un uomo all'apparenza normale ha molto più senso, sai? In fondo ci sono già lo Zar e Rigel stesso a dare quell'impressione di potere che io amo nei "cattivi", quindi ci sta che il main villain abbia tutto un altro aesthetic. Al momento mi dà l'idea di essere, più che un manipolatore, un sadico, ma potrei sbagliare.
-La seconda generazione dell'Umbrella Academy. Parliamone, Smaug. Ti confesso che un po' ho pensato al fatto che, non essendo consanguinei, magari è capitato che i ragazzi, crescendo, si siano presi una cotta per uno dei loro "fratelli" o una delle loro "sorelle". Questa cosa avrebbe senso anche perché Octavius non li ha cresciuti come una famiglia e infatti ho la netta sensazione che ci sia stato qualcosa tra Levi ed Ezra. Ma questa è tutta un'altra storia. Questi sono matrimoni già pianificati per ottenere un certo tipo di poteri nella seconda generazione dell'accademia da intrecciare poi eventualmente con altri della prima generazione. E' assurdo. Geniale, te lo concedo e faccio i complimenti a Octavius per la pensata, ma anche da brividi. Assurdissimo anche come i ragazzi in questione non si oppongano all'idea tanto quanto quelli non coinvolti, che GUARDA CASO sono anche quelli che se ne sono andati per primi! Assurdo. Solo questo.
-Artemis e Rigel. Su questo ti devo fare in assoluto un appuntino perché DEVO. Voglio per forza un approfondimento sulla questione. Artemis aveva una cotta per Rigel? Si parla al passato? E Rigel naturalmente non se n'è mai neanche accorto? O, ancora peggio, se n'è accorto ma ha evitato accuratamente di affrontare la questione? E Octavius che ne pensava? E Hogwarts che centra? Le ship sono davvero arrivate anche a Hogwarts? Oh mio dio voglio sapere TUTTO. E voglio che sia Alexis a raccontare tutti questi gossip di tempi andati perché lui mi sembra abbastanza estroverso da sapere che si dice in giro e abbastanza sveglio da capire le cose non dette. Penso che potrei morire senza queste informazioni, ti avverto.


E niente Smaug, questo è quello che penso essenzialmente sul capitolo. Ho amato, come al solito, il tuo stile scorrevolissimo e incalzante, ho amato le caratterizzazioni e le introspezioni e ho amato la trama. Ti giuro, quando ho recensito la prima volta non pensavo che questa fic mi sarebbe piaciuta così tanto e invece ora non riesco a fare a meno di controllare smaniosamente il sito in attesa di aggiornamenti e fare teorie complottistiche su come finirà. Che dire? Complimenti e continua così!
Ci sentiamo presto!






Courtney

Recensore Master
07/08/20, ore 00:11

Ciao Smaug! Bentrovato e scusa il ritardo increscioso ma, come ti ho scritto, purtroppo stavolta a lavorare contro la mia inesistente puntualità si è messa di mezzo anche la sessione estiva e questo è il risultato.
Venendo a noi, mi sento in dovere di farti i più sinceri complimenti per le introspezioni di questo capitolo.
Questo frangente della storia ci ha portati a conoscere meglio Rigel e devo ammettere che non avevo ancora capito bene quanto anche lui sia uscito danneggiato dalla vita familiare e quanto Octavius avesse le sue colpe. Il pezzo in cui ci mostri il confronto tra un Rigel e suo padre è di una tristezza disarmante, permeata di un dolore sordo, subito ci fa capire quanto il nostro Numero 1 sia cresciuto isolato, fuorviato dalle idee di giusto e sbagliato e siamo riusciti a capire il perché di quest’etica così duttile. Se prima ciò che prevaleva nel leggere di lui era impazienza, adesso, attraverso le parole di Alexis credo tu sia riuscito trasmettere il pensiero di noi lettori; Rigel all’inferno ci è finito davvero e ciò che davvero dispiace è che non se ne sia reso conto. Lo stralcio in cui ci parli di lui in modo così intimo e delicato è stato uno dei punti più alti del capitolo: attraverso quelle foto e quei ricordi capiamo chi è l’uomo dietro Numero 1 e il suo rimarcare ai fratelli la loro assenza, congiunto al nobile gesto di lasciare a Caesar la libertà, lo rendono un personaggio più umano e meno algido e questo di certo non è che un bene. Inoltre, spulciando tra i ricordi di Rigel, si riesce a comprendere a quali fratelli fosse più legato e che cosa gli piacesse. Tipo, la musica? Non l’avrei mai detto, mi viene da pensare che lui e Ezra avessero semplicemente grossi problemi di comunicabilità XD. Leggendo dello scontro con Zar e Medusa non solo mi hai fatta rabbrividire ma anche empatizzare: il fatto che Rigel non capisca perché la donna si fosse voltata verso il compagno testimonia quanto lui sia poco pratico in materia di sentimenti; ragion per cui, brivido a parte, non ho potuto non sentirmi vicina a lui e vista la capacità che gli hai donato direi che non è poco.
Il confronto tra lui e Caesar e lui e Alexis è inevitabile: il più puro, in termini di ideologia, mi sembra proprio Numero 3 e la cosa mi fa sorridere davvero tanto. Alexis ha invece un’ottica più cinica ma non per questo meno vicina al lettore. Stessa cosa per Tony, che ho adorato conoscere un pochino meglio! Diciamo che lui è l’ago della bilancia tra Caesar e Alexis secondo me, come visione delle cose, magari mi sbaglio. Quel che è certo è che si tratta di un personaggio sveglio e adorabile, sarcastico il giusto, il cui sguardo sui fratelli si posa in modo assolutamente piacevole per noi che li percepiamo attraverso il suo sguardo. Artemis è un personaggio che ancora prendo con le pinze, non perché sia cattivo, anzi, il suo voler apparire però mi dice (come notato da Tony) che c’è dell’altro. Il fatto, come si evince dalle foto, che fosse molto vicina a Rigel mi lascia incuriosita…anche perché io ero convinta fosse Alexis quello provvisto di attrito imprecisato verso Numero 1. Ho ragione? Mi sbaglio? Non lo so, di fatto sono moooolto curiosa e per adesso direi che sono curiosissima di vedere Alexis vuotare il sacco.
Per ciò che riguarda i nostri cari Cavalieri, io non so quali siano i loro intenti ma posso azzardare che secondo me Rigel ha in parte toppato quando dice che sono lì per loro? Non so, tu sei troppo bravo ad usare questi specchietti per le allodole e a celare dell’altro dietro, ergo, non saprei cosa pensare. E a proposito di Cavalieri: finalmente abbiamo conosciuto meglio anche la Sfinge e non ci crederai ma ne sono assolutamente deliziata! Sei stato fenomenale nel descrivere il disaggio di una novellina che non vuol sbagliare, vuole essere indipendente e al tempo stesso vuole mantenere saldi i rapporti con le proprie radici. Apollo in veste premurosa poi! Che scoperta, ero davvero sorpresa alla prima lettura. Si vede che è un personaggio ricco e sfaccettato e tu lo rendi benissimo, mi chiedo a questo punto quale parte prevalga (sì, lo so, troppe domande le mie! Ma tu sei un fenomeno nello stuzzicare la curiosità del lettore!).
Per quanto riguarda Ezra, devo dire che ho adorato il leggere di lui e Alexis: il modo in cui vanno d’accordo, in maniera così naturalmente atipica, mi piace veramente tantissimo. Di certo il modo acido in cui ha commentato le affermazioni di Rigel ci stava perfettamente, mi chiedo solo se sarebbe rimasto effettivamente così placido davanti a un rifiuto di Numero 1 di rispondere… D’altra parte penso che qualcosa bolla in pentola e sono abbastanza certa che le scintille non mancheranno, soprattutto dopo ciò che hai raccontato qui, è inevitabile pensare (riferito al passato dei ragazzi… Ah, cosa? Octavius voleva mandare Ezra?!) che qualcosa sia cambiato per Ezra come per Levi, dunque attenderò prima di trarre la benché minima conclusione, dopotutto questi ragazzi hanno un trascorso che dire variegato e travagliato è poco e dunque temo che per vedere quanto la cosa abbia inciso su di loro dovremmo pazientare ancora. Certamente nessuno di loro è la persona che era quando ha lasciato casa ma ripeto, sono certa che ci mostrerai ogni cosa a suo tempo e io già vorrei che “a suo tempo” fosse giunto XD.
Ma in tutto ciò sai che adesso sono ansiosa di riabbracciare la Kitsune e lo Zar? Si è sentita la loro mancanza e dopo le briciole che hai seminato per il capitolo, non aspetto altro che leggerne. Senza contare che forse (quasi certamente *coff coff*) sono i Cavalieri per i quali ho un debole XD.
Ah, sappi che anche Esmeralda non me la conta giusta e in tutto ciò non ti dico che smania di conoscere Oliver.
Complimenti come sempre per aver descritto meravigliosamente la psiche dei personaggi e complimenti ancora per il modo delicato di affrontare i ricordi, nonché il modo vivido di descrivere gli ambienti: è quasi come essere lì e sentire suoni, odori e sapori.
Sì, Smaug, sono una piaga mossa da irrefrenabile curiosità e sì, ho finito, ti libero XD.
A presto,
Anne

Recensore Master
06/08/20, ore 15:10

Ciao! Finalmente riesco a recensire dopo tanto! Cavoli, è proprio bello come stai mandando avanti la storia (e mi dispiace un sacco non essere riuscita a superare la selezione). Caesar è in assoluto il mio preferito, davvero lo sto amando e Alexis è un altro che è entrato nel mio cuore. Spero di leggere presto il seguito! Bacioni,
__Dreamer97

Nuovo recensore
24/07/20, ore 16:51

Allora! Salve, sono Helen e di secondo nome faccio “in ritardo”. Mi dispiace, davvero, mi ero ripromessa di recensire il prima possibile ma alla fine sono stata travolta da un periodo piuttosto caotico, a metà tra il “ho un sacco di cose da fare” e il “non ho voglia di fare niente, lasciatemi dormire”. Quindi sì, sono una persona terribile, chiedo venia. Mi trovi su questo account, condiviso da me e Zoey, per provare a recensire questo capitolo in maniera decente, mentre Zoey ha recensito il quarto, così da evitare di incasinarci la vita e lasciarti almeno una recensione a capitolo. Ma direi di iniziare a scrivere questa benedetta recensione, che ho parlato a vanvera fin troppo tempo – l’ho già detto di essere logorroica?

Innanzitutto, quella maledettissima frase iniziale. «Tu magari non hai alcun interesse verso la Guerra
ma la Guerra ha sempre interesse per te»
. È calzante all’inverosimile. E non parlo solamente per questo capitolo, ma in generale, per i Cleremont, i piccoli ormai cresciuti dell’Umbrella Academy, coinvolti in una guerra più grande di loro, costretti a farne parti, volenti o nolenti. Usati come soldati sin dalla più tenera età, molti hanno cercato di allontanarsi da quel campo di battaglia, altri sono rimasti, ma, in qualche modo, credo che tutti loro sperassero in un momento di pace e tranquillità. È come se le lettere di Rigel non fossero state altro che una chiamata alle armi, un ordine perentorio di un generale, un richiamo a indossare nuovamente le divise e ad imbracciare le armi. Per quanto loro non volessero far parte della guerra, la guerra li ha richiamati a sé, li ha di nuovo presi e stretti nel suo pugno. Sì, mi sto dilungando troppo, lo so benissimo, ma sono una persona poetica e anche piuttosto maniacale per quanto riguarda i dettagli, mi dispiace, ma credo che ormai tu ci sia abituato.

Direi di provare a parlare dei personaggi. Spero di riuscire a farlo in ordine di apparizione, ma non sono sicura di riuscire a mantenere questo proposito, visto che il mio cervello è strano, io sono spastica e quindi boh, vedremo che cosa succederà solo vivendo.

Alexis Cleremont: ALLORA, il mio bimbo. Ammetto che prima di leggere il flashback ero davvero spaventatissima all’idea di cosa avrei potuto trovare, non so bene perché, avevo una specie di sensazione di panico addosso. Non farti troppe domande, davvero, vivrai molto più facilmente. Dunque. Ho letto dalle altre recensioni che Alexis è risultato un personaggio piuttosto ambiguo e non hai idea di quanto sia contenta di questo risultato. Effettivamente, Alexis non risulta chiarissimo nei suoi comportamenti, si comporta in un modo ma dice altro, e viceversa, e ho adorato come lo hai trattato in questo capitolo. È stato incredibile da leggere, ero entusiasta. Hai saputo cogliere l’essenza del mio personaggio in maniera perfetta, paro paro alla scheda, e non hai idea di quanto sia felice per questo. So quanto sia difficile scrivere storie con personaggi che non sono creati da te personalmente, e dunque capisco benissimo quanto lavoro tu debba aver fatto con i piccoli Cleremont. Ma comunque. Come già detto ho apprezzato moltissimo come ti sei mosso con Alexis, in particolare nel flashback (e il manuale di Astronomia? Penso di averti amato in quel momento). Il rapporto conflittuale con Rigel, la sua voglia di starsene ad Hogwarts, lontano da Octavius, che tra l’altro non appare in questo flashback, al contrario degli altri: facendo una battuta avevo detto a Zoey che probabilmente l’astio di Alexis è così grande da averlo cacciato dal capitolo, ma parlando più seriamente credo che, in realtà, Octavius ci fosse, tramite Rigel, ma penso che ne parlerò meglio nella sua parte. Ho apprezzato moltissimo come sia stato Alexis ad accorgersi del fatto che Rigel non stesse bene, l’ho trovato un momento davvero bello, nonché una specie di chiusura a cerchio del capitolo: si è aperto con due personaggi e si è chiuso con quegli stessi due. Mi è piaciuto moltissimo il contrasto iniziale tra Alexis e Rigel, il primo da solo, a leggere un libro, l’altro circondato di amici, per poi passare al finale, in cui entrambi sono soli, l’uno davanti all’altro, senza nessuno. Il senso di solitudine di Alexis è stato davvero ben descritto, mettendo in evidenza anche una situazione familiare molto divisa: Levi ed Ezra stavano sempre insieme, Caesar, Oliver ed Esme avevano un rapporto strettissimo, facevano tantissime cose tutti e tre insieme (anche se sospetto che il Caotico Duo, più che altro, trascinasse il povero Oliver), e Rigel, a quanto pare, spesso si univa a loro senza problemi, Tony preferiva starsene per conto suo, nella sua stanza, mentre Artemis era la principessina di casa, insomma, la bimba perfetta, sempre al fianco del padre. Dunque i fratelli Cleremont hanno raggiunto, a quest’età, un punto di rottura, di divisione, e Alexis ha mostrato ciò non volendo tornare a casa. Il suo confronto con Rigel nel flashback è stato davvero interessante, erano entrambi sul punto di prendersi a pugni ma non l’hanno fatto, hanno preferito ferirsi a parole.

“Quella partita l'aveva persa, non c'era altro da fare, ma si consolò al pensiero che alla fine avrebbe vinto lui. Non Octavius. Lui. Appena compiuti diciassette anni, sarebbe andato via di casa e nessuno di loro l'avrebbe mai più rivisto, se non sui giornali. Un Natale in prigione lo poteva passare, in cambio della promessa di una vita intera in libertà.”

Questo pezzo è dannatamente perfetto per Alexis. Perfetto. L’immagine di questa sfida, di questa “partita” inesistente tra lui e Rigel, tra lui e – indirettamente – Octavius…bellissima. Un’immagine splendida per chiudere il flashback. Ma direi che non posso dire molto altro su Alexis, o rischierei di fare spoiler, conoscendo me e la mia lingua lunga.

Rigel Cleremont: Ok, e qui le cose si complicano. Rigel è un personaggio estremamente interessante, e, veramente, credo mi dovrò trattenere per non psicoanalizzarlo totalmente, visto che, ok, che i Cleremont hanno bisogno di uno psicologo – e pure bravo, se posso permettermi – ma io non lo sono, dunque mi limiterò a dare le mie modeste opinioni. Innanzitutto, non ho potuto fare a meno di notare quanto Rigel sia cambiato nel corso del tempo, crescendo. Letteralmente, leggendo il capitolo mi è sembrato di vedere due persone differenti, e questa cosa l’ho notata anche nel quarto (che ho già letto, sì), ed è una cosa che ho amato tantissimo. Perché è così che sono le persone, le persone reali, in carne ed ossa, cambiano radicalmente. E il Rigel al suo sesto anno ad Hogwarts ed il Rigel venticinquenne, che ha appena subito la perdita del padre, sono due persone diverse, per quanto abbiano dei tratti in comune. L’assenza di Octavius nel flashback mi aveva a dir poco sorpresa, devo essere onesta, ma dopo un attimo di riflessione ho capito che effettivamente Monsieur Cleremont è presente nel flashback, solo non è lì di persona. Ma i modi di fare di Rigel, le sue parole, le sue azioni, urlano “Octavius Cleremont” piuttosto chiaramente, e anche Alexis se ne è accorto, effettivamente. Il Rigel adolescente sembra essere totalmente succube di suo padre, ha assorbito ogni suo modo di fare, ha imparato ogni suo insegnamento in maniera fin troppo diligente. È aggressivo, cerca di risolvere tutto con la forza, e si fa forte del sostegno dei fratelli – coinvolti per puro caso e in maniera anche un po’ subdola – e di una propria “dominanza”.

“«Non dovresti parlare così di nostro padre» suo fratello alzò il mento e si lisciò alcune pieghe del mantello, mostrando nel movimento la spilla verde smeraldo da prefetto «e non dovresti neanche rivolgerti a me in questo modo. Sono il tuo capitano, tu devi obbedirmi»”

Cerca di imporsi sul fratello, mostra il proprio potere: il potere di essere il Numero Uno dell’Umbrella Academy, il suo potere di capitano della squadra, e, infine, anche il suo potere all’interno di Hogwarts. Lui è il Numero Uno, il vice in comando di Octavius, e, infine, è anche un Prefetto ad Hogwarts. Il suo potere supera Alexis e i suoi fratelli, è lui che comanda, a casa come a scuola. Anche solo il gesto di far vedere la spilla è un modo per confermare tutto ciò, come a dire “visto? Io comando e tu devi obbedirmi, non hai scelta”. Il Rigel adolescente era sicuro di star per vincere, e non si è fatto scrupoli ad usare anche Ezra e Levi per arrivare al suo obiettivo, ovvero dimostrare ad Alexis che lui, Numero Uno, ha ragione.

“Rigel si voltò verso suo fratello, un insolito mezzo sorriso stampato in faccia come a dire: "vedi? Non sono io il cattivo. Il problema sei tu".”

Questa frase direi che riassume quanto volevo dire: è come un gioco, come alla fine possono essere le litigate tra fratelli adolescenti (e posso dirlo con certezza, avendo una sorella di soli due anni più piccola di me), tutto un “ho ragione io e tu no, tiè”, anche se non a questi livelli di infantilità. Rigel è abituato a vincere, a essere, appunto, il Numero Uno, il migliore in tutto. O almeno, così è sembrato a me.
Ma il Rigel adulto è totalmente diverso. Ho avuto quasi l’impressione di star vedendo una stella caduta, che ha ormai perso tutta la sua luminosità. Sembra quasi cercare disperatamente di mantenere la stessa sicurezza che aveva avuto un tempo, di essere sempre forte e potente, di essere sempre il leader dei ragazzi dell’Umbrella Academy, il fiero e forte capitano, guida impassibile e indiscussa dei suoi fratelli, ma non ce la fa. I suoi fratelli sono cresciuti, non si fanno più ingannare da quei tentativi di dimostrazione di forza, perché riescono a comprendere, in qualche modo, che il Rigel che hanno davanti non è altro che un uomo spezzato e solo. Ed è così che lo vediamo verso la fine, quasi spaventato da Alexis, dal modo in cui entra nella sua stanza ed invade dunque la sua solitudine, lasciandolo con qualcun altro con cui parlare e condividere pensieri e parole, dopo tanto, tanto tempo. Rigel, ferito e stanco, inizia a perdere le sue difese. È pieno di astio, di rancore, che possiamo vedere nel momento in cui parla ai suoi fratelli, dopo la battaglia. È furioso, dalla sua bocca escono parole taglienti e che potrebbero essere viste come crudeli, ma che in realtà non sono altro che parole ferite, frutto di anni e anni di solitudine e dolore, che si sono riversati in quel preciso momento. Mi sembra un uomo spezzato, totalmente distrutto nell’animo, e che ha sofferto più di quanto non vorrebbe ammettere per l’allontanamento della sua famiglia. Ho apprezzato davvero il suo “sfogo”, la sua rabbia dolente, più quella di un uomo ferito che sinceramente furioso: Rigel probabilmente credeva davvero nell’Accademia, nello scopo per cui sono stati addestrati, in suo padre, in tutto ciò che gli ha detto quando era ancora in vita. Non sembra capire quali ragioni abbiano potuto portare i suoi fratelli lontani da lui, dalla loro casa, non sembra davvero poterlo comprendere, non ancora.

“«No» all'improvviso sembrava un animale ferito, la voce un rantolo rabbioso e gli occhi grigi che correvano da una parte all’altra della stanza con circospezione «Nessuno di voi ha diritto di chiamarmi con quel nome. Per voi io sono Numero Uno»”

Questa frase mi ha spezzato il cuore, davvero. Il dolore, la rabbia che Rigel deve star provando sono veramente strappa lacrime, e mentre leggevo ho avuto davvero l’impulso di abbracciarlo, senza sé né ma. Davvero, aiuto, date un abbraccio a quest’uomo, anzi, Rigel, fatti abbracciare, grazie. Rigel è veramente un bel personaggio, devo farti i miei più sinceri complimenti: è estremamente complesso, la sua personalità è estremamente sfaccettata, così come possiamo vedere in questo capitolo (e anche nel quarto, a dirla tutta).
Ho adorato come lui e Caesar siano così vicini, nonostante gli anni che hanno passato lontani l’uno dall’altro: si vede come Rigel ci tenga al fratello, che probabilmente considerava uno dei suoi più fidi alleati all’interno della famiglia. E a questa complicità si è contrapposta la durezza di Numero Uno nei confronti dei suoi altri fratelli, le sue parole criptiche, la mancanza di fiducia che sembra provare nei loro confronti: non vuole parlare di cose importanti, delle faccende di “famiglia”, che riguardano l’Umbrella Academy, quasi come se, decidendo di andare via, gli altri Cleremont avessero perso ogni diritto a sapere gli affari privati che riguardavano Octavius. Solo con Alexis ha iniziato ad aprirsi un minimo, e solo perché praticamente costretto. Non riesce più a fidarsi della sua stessa famiglia. Un altro lato di Rigwl lo vediamo nel modo in cui si comporta nei confronti dei suoi nemici: non ha avuto alcuna pietà nella sua provocazione nei confronti dello Zar, non ha avuto alcuna remora. È sicuramente un nemico temibile, un avversario da non sottovalutare, e non solo per il suo potere, ma proprio per il suo modo di essere: è un uomo scaltro, subdolo, gioca d’astuzia e non ha problemi a far uso delle parole per toccare i punti deboli dei suoi nemici e colpirli. Il suo arrivo, il suo confronto con Elijah, il modo in cui ha fatto leva sui suoi sentimenti soppressi…è stato tutto incredibilmente bello e terrificante al tempo stesso. Ma direi che mi sono dilungata abbastanza su Rigel, l’ho psicanalizzato fin troppo, dunque è il momento di passare a tormenta- voglio dire, parlare di altri personaggi.

Esmeralda Cleremont: Continuerò a dire che Esme è, per ora, la mia preferita tra le fanciulle di casa Cleremont. L’ho adorata alla follia negli altri capitoli e continuo ad amarla anche in questo. Il fatto che sia stata una dei primi tra i Cleremont ad aprirsi con gli altri mi ha sorpresa all’inizio, ma, dopo un attimo, mi è sembrato quasi naturale che sia stata lei la prima a farlo. Sembra la più predisposta, insieme a Caesar, ad essere genuinamente di nuovo parte della famiglia, di essere nuovamente Numero Otto e non semplicemente Esmeralda Cleremont. Mi sembra decisamente una delle persone più oneste della famiglia, una persona diretta, senza problemi a far conoscere i problemi che la affliggono o che l’hanno afflitta nel passato, e sicuramente si fida abbastanza dei suoi fratelli da confidare loro una parte così importante e delicata della sua vita. Una relazione abusiva non è una situazione facile da cui uscire, ed Esme sicuramente ha faticato come non mai: alle volte anche un carattere forte non può fare granché contro questo tipo di abusi. Le sue parole mi hanno portata a pensare che lei abbia cercato di essere amata, in qualche modo. Questo fantomatico Kai è stato gentile con lei, si è comportato da amico, confidente, amante…per poi rivelare la sua vera natura, probabilmente approfittandosi dell’ingenuità e della tristezza di Esme, una ragazza sola in un mondo a lei sconosciuto, lontana da casa e dalla sua famiglia, carica di nostalgia. Non ha ancora detto moltissimo, ma credo che ne sapremo di più in futuro (e sono pronta a scommettere che i ragazzi Cleremont potrebbero iniziare una spedizione punitiva contro questo tizio in meno di mezzo secondo). Mi è davvero dispiaciuto per lei, non sai quanto. Sono felice sia riuscita ad aprirsi con i suoi fratelli (con alcuni, almeno), e a raccontare loro quello che ha dovuto passare. La domanda di Artemis mi è sembrata decisamente fuori luogo in quel momento, per una serie di fattori, ma non è ancora ora di parlare della cara Numero Sette, non è ancora il suo turno. Esme vuole tornare a casa, e questa cosa mi ha fatta sorridere. Sembra davvero felice di essere tornata, probabilmente il mondo al di fuori dal suo angolo sicuro è stato incredibilmente crudele con lei, o almeno così mi viene da pensare, e lei è davvero attaccata ai suoi fratelli, soprattutto a Rigel, Caesar e Oliver, e mi ha fatto piacere vedere come Caesar l’abbia subito sostenuta – forse un po’ per evitare davvero la completa distruzione della casa, visto che mi sembra quella più diligente del mitico Trio Brio, di cui, tra l’altro, voglio più momenti e anche l’album delle figurine – e anche Levi non ci ha pensato due volte a dar corda alla sua scelta. Mi ha fatto molto ridere come Esme abbia subito superato l’imbarazzo iniziale, iniziando a parlare di far fare cosplay a Rigel – e da cosplayer approvo tantissimo – e di TacoJoe… mi ha dato un senso di quotidianità a tranquillità incredibile. Non c’è stata moltissimo in questo capitolo, ma davvero, la trovo un ottimo personaggio, uno dei miei preferiti fin’ora, senza dubbio.

Artemis Cleremont: Dunque. Dunque. Artemis. Ho veramente tantissimo da dire su di lei, sulla nostra cara principessina di casa Cleremont, anche se più per quanto riguarda il capitolo seguente, cose di cui ho in realtà discusso abbondantemente con Zoey, e capirai dunque a seguito. Ho notato innanzitutto la domanda fuori luogo di Artemis, fatta ad Esme.

“«E perché non l'hai mollato su due piedi?» non c'era alcuna cattiveria nella voce di Artemis, che aveva progressivamente occupato tutto un divano e guardava sua sorella con curiosità «Voglio dire, io probabilmente non l'avrei fatto, ma tu... insomma, tu non sei me. Tu sei... beh, tu»”.

Parlo di questa frase. Per quanto Artemis cerchi di aiutare gli altri, di sostenerli, non sembra riuscirci granché, non sembra in grado di rapportarsi con le persone, anche quando stanno parlando di un avvenimento traumatico della loro vita. Non lo fa con cattiveria, e si vede, ma è anche evidente come abbia dei problemi a relazionarsi con gli altri, anche con i suoi stessi fratelli – altro pezzo della preziosa eredità di Octavius, suppongo – e mi chiedo come andrà in futuro. Inoltre trovo particolarmente contraddittorio il suo comportamento: sembra entusiasta di essere con i suoi fratelli, sembra voler quasi fermare il tempo e tornare ai “bei tempi andati”, quando erano ancora tutti insieme, ma allo stesso tempo sembra non veder l’ora di andarsene, di allontanarsi il più possibile dalla sua famiglia e dalla sua casa.

“«Esme, questa è..» la voce di Artemis inciampò tra i suoi pensieri. La peggior idea che ti sia mai venuta in mente? Una futura disgrazia? La fine della tua identità? Un disastro in divenire? «un’idea grandiosa!» Oliver le rivolse uno sguardo obliquo, come se avesse fiutato la sua bugia. Anche Caesar le scoccò un’occhiata confusa e Tony tenne chiusa la bocca per amor del quieto vivere –come al solito–. La verità è che Artemis era tremenda con le bugie e i suoi fratelli lo sapevano bene.”

Il fatto che Artemis menta così spudoratamente, ed il fatto che i suoi fratelli se ne siano accorti subito è stato uno di quei dettagli che mi fa pensare che lei voglia apparire perfetta e felice, cercando di nascondere tutti gli avvenimenti brutti della sua vita. Ma chissà, è ancora presto per dire qualcosa del genere.

Caesar Cleremont: mi ero ripromessa di seguire un ordine decente nel parlare di questi personaggi ma temo di aver fallito miseramente, non me ne volere. Ahhh, Caesar, Caesar, il personaggio che ormai ha conquistato i cuori di tutti noi lettori – e come non cedere, voglio dire, basta guardarlo un attimo. Caesar è assolutamente un ragazzo d’oro. Certo, pieno di ombre, angoli bui, ma voglio dire, chi dei nostri piccoli bimbi non è abbonato ad almeno un trauma infantile? Voglio dire… ma comunque. Non ho moltissimo da dire su Caesar in questo capitolo, se non che il fatto che i suoi fratelli gli siano mancati è evidentissimo. E anche il fatto che gli voglia un bene dell’anima, senza alcun dubbio. È probabilmente quello più legato al concetto di famiglia, da quello che mi sembra, forse perché, appunto, non è andato via di sua spontanea volontà ma perché è dovuto andare in missione, dunque non ha potuto assistere al declino e crollo totale dell’Umbrella Academy. Ho adorato scoprire il modo in cui utilizza il suo potere, e devo ammettere che quel dole mi ha fatto ritornare alla mente tutti quei meravigliosi momenti del ginnasio passati ad imparare i verbi latini. Che bei ricordi. E questo mi fa pensare ad una cosa, probabilmente stupida, ma ti prego, assecondami: come diavolo hanno fatto a scoprire il suo potere se viene attivato da una parola comando? Può essere che prima fosse incontrollato? Lo hanno trovato a torturare per sbaglio degli animaletti? A quale povero topo hai dato dei traumi permanenti, Caesar? Come già detto nella parte dedicata a Rigel, ho adorato la complicità tra Numero Uno e Numero Tre, e in generale il modo in cui Caesar riesce a rapportarsi ai suoi fratelli, nella maniera più tranquilla possibile, come se fossero ancora dei ragazzini (dai battibecchi sul cibo con Artemis, al Trio Brio, eccetera), ed è interessante come ad una personalità gioviale del genere sia toccato un potere così oscuro. E mi interessa, a dirla tutta, sapere di più anche su di lui ed Apollo, sul loro “vissuto”. Da quello che ho capito, si erano già affrontati in passato e non credo che Caesar ne fosse uscito propriamente bene. Ho apprezzato come Caesar sia cambiato immediatamente in battaglia, diventando più serio, preoccupato per i suoi fratelli, pronto a tutto pur di difendere la sua casa: un vero e proprio soldato. Beh, che dire, Caesar si mostra sempre più interessante, davvero molto interessante, non vedo l’ora di scoprire di più su questo personaggio (che ha già conquistato il mio povero cuoricino. Sì, sono una persona debole).

Antoine Cleremont: Allora, il caro Antoine, finalmente! Capiscimi, per me lui è praticamente un nipote, lo amo, e quindi mi comporterò da brava zia apprensiva. Devo dire che lo stai rendendo davvero benissimo, e anche Zoey è veramente entusiasta del lavoro che stai facendo con lui, davvero. Io e Zoey abbiamo notato il fatto che Tony intervenga poco nelle “discussioni di gruppo”, e se normalmente questo potrebbe essere considerato come un male, ti posso assicurare che Zoey era entusiasta: è totalmente in character. Tony è uno silenzioso, preferisce ascoltare i propri fratelli, piuttosto che intervenire, ed è stato assolutamente adorabile per tutto il tempo. Ed inoltre credo che sia quel tipo di persona utile per i suoi fratelli, che sembrano dei tipi piuttosto chiacchierini: una persona che senta è cosa piuttosto comune, ma una che ascolti è merce davvero rara. Certo, è tanto silenzioso, ma ogni volta che apre bocca non riesce a far altro che sparare sarcasmo a manetta e l’ho trovato assolutamente meraviglioso: davvero, è assolutamente – permettimi l’inglesismo a caso - deadpan sarcastic. Fantastico.

“«Te e Rigel?» si lasciò sfuggire Tony «Senza Bizzie?».”

Qui sono letteralmente rotolata dalla sedia dal ridere. Povero Tony che si sta immaginando chissà quali scenari apocalittici all’idea della casa abbandonata a Caesar e Rigel. E visto che a quanto pare il nostro caro Numero Cinque ha ragione, direi che se casa Cleremont è ancora in piedi è solo grazie a Bizzie (vi prego, qualcuno la faccia santa. Voglio pregare Santa Bizzie, ok? Dove devo firmare per far parte del culto dedicato a lei?). Il fatto che ad un certo punto Tony si sia lasciato andare e si sia fatto coinvolgere dalle stupidaggini dei fratelli è stato un momento davvero adorabile, davvero: lo vediamo sempre molto chiuso, riservato, di poche parole, e sono contenta che si sia “aperto” un po’. Non troppo, ma almeno un poco, dai. Davvero, non hai idea di quanto vorrei parlare su di lui perché si merita più affetto ed attenzione, ma non posso perché ho paura di dire troppo, AIUTO. Comunque niente, ti volevo solo far sapere che Zoey ha apprezzato moltissimo il fatto che tu abbia nominato una certa persona all’interno del capitolo, è stato molto apprezzato. Mi ha fatto veramente tantissima tenerezza vedere come Tony abbia pensato quasi immediatamente a lui nel momento familiare più quieto di tutti. Che tesoro, davvero. E direi che è ora di arrivare al grande mistero di questo capitolo, ovvero: Tony, come diavolo hai fatto a farti male? Dov’eri finito? Mi sono persa qualcosa io per strada? Tony, esigo spiegazioni, ok? Non so bene cos’altro dire, se non che, davvero, sia io che Zoey (e direi che il suo parere conta di più) siamo entusiaste per come lo stai scrivendo e trattando!

Hillevi Cleremont: Allora, devo ammettere che qui è dura. Levi ancora non riesco a “classificarla” nella mia testa. Non ha subito particolari cambiamenti nel corso dei vari capitoli, rimane sempre la dolce e gentile Levi, sempre pronta a sostenere i suoi fratelli. Ma procediamo con ordine. Nel capitolo appare per la prima volta nel flashback (visto, non sono riuscita a proseguire in ordine di apparizione, ma ok, me lo aspettavo), e non in una situazione tranquilla. Mi è davvero dispiaciuto vederla costretta a decidere a quale fratello dare ragione, visto che non è mai una cosa piacevole, e nel suo caso è ancora peggio, visto che, a quanto pare, è una che non ama “prendere una parte”, è il porto sicuro della famiglia, la zona neutra dei litigi. In questo caso, però, per qualche motivo, non è potuta rimanere neutrale: forse è stata la pressione di Rigel – decisamente più “spaventoso” ed autoritario rispetto ad Alexis – o forse proprio per il fatto che “papà ci tiene a questa cosa, dunque dobbiamo farlo” (e riguardo a questo credo che ne parlerò in maniera approfondita nella parte dedicata al contenuto in sé). Tuttavia, nonostante questa sua apparente indecisione e impossibilità a scegliere, ha comunque una certa indipendenza, un modo di agire suo e solo suo: tra le ragazze è sicuramente la più gentile, ed è molto diversa da Artemis, per tutti quei motivi di cui ho già parlato. Levi è sicuramente quel tipo di persona da cui si può andare se si ha un problema, sembra avere una parola gentile per tutti, anche se sospetto che prima o poi scopriremo anche per lei dei lati oscuri, degli angoli bui. E comunque Levi sembra decisamente più indipendente rispetto ad Ezra, e, attualmente mi sembra che quando è da sola stia meglio, più felice. Come se tra lei ed Ezra ci fosse un muro troppo alto per poter essere scalato, muro del quale hanno cercato di parlare. Inizialmente credevo che il loro problema fosse qualcosa legato ai loro sentimenti, ma – e qui barerò un po’, scusami – leggendo il quarto capitolo mi viene da pensare che il famoso incidente sia stato causato proprio da Levi, in qualche modo. Sarebbe una prospettiva interessante, senza dubbio. Ma non posso parlare di Levi senza parlare anche di Ezra, ovviamente, e quindi direi di passare a lui.

Ezra Cleremont: Ezra è l’altro grande enigma. Non riesco proprio a capirlo, è veramente…criptico. Anche lui appare nel flashback, e da lì si può subito notare come sia particolarmente “succube” in un certo senso (a voler esagerare, ovviamente) nei confronti di Levi. Qualsiasi cosa Levi dica o faccia, Ezra è sempre pronto a darle corda, quasi a volerla imitare. È come se si nascondesse dietro di lei, lasciandola parlare e agire per prima, per poi accodarsi alle sue opinioni e alle sue idee. Per questo dico che secondo me Levi è decisamente più indipendente del caro Numero Due. Ho apprezzato come in questo capitolo tu ci abbia dato uno scorcio in più riguardo a questo personaggio e alle sue insicurezze, e queste sue insicurezze sono, come già si poteva intuire, legate, interconnesse ad Hillevi: Hillevi è l’unica con cui riesca a parlare, l’unica con cui si senta a suo agio, e il fatto che il loro rapporto sia andato perso lo ha lasciato senza nessuno. È quasi come se Numero Quattro sia la sua ancora, e questo legame spezzato lo sta facendo stare male. E, tra l’altro, è interessante come lui voglia a tutti i costi riavvicinarsi a lei, lui che è stato quello ferito tra i due, mentre Levi, che è quella che ha fatto del male, sembra più che mai intenzionata a stargli lontana, probabilmente per paura di ripetere quanto fatto anni prima. Eppure da come si comportano sembra quasi che sia Ezra quello che deve delle scuse, il “colpevole” della situazione. Ezra non è nemmeno tornato per il padre o i fratelli, è tornato solo per poter rivedere Levi. Credo, partendo da questo, che Ezra non abbia mai avuto un rapporto forte con gli altri, anche perché – come fa notare Alexis – da ragazzino stava sempre e solo con Levi. È quasi morbosa come cosa, direi. Ho visto un sacco di gente nelle recensioni shipparli, mentre io riesco solamente a dire che forse è il caso che si allontanino. Non che non debbano più ripristinare il loro legame, ma non vedo come essere così dipendenti l’uno dall’altra possa giovar loro. Wow, sono diventata improvvisamente una psicologa di coppia. Incredibile. E sì, lo so che sembra che io stia cercando di distruggere Ezra, ma giuro che non è così, anzi, è solo che sono una che iperanalizza tutto.

“Impossibile resistere. In fondo, si era detto, io non sono Rigel.”

Secondo la mia modestissima opinione, Ezra e Rigel sono stati messi a confronto moltissimo quando erano piccoli, visto che sono il Numero Uno e il Numero Due, quelli più in alto nella personale classifica di Octavius Cleremont, i ranghi più elevati del piccolo esercito dell’Umbrella Academy. Ma non ho ancora abbastanza informazioni per poter dire altro, dunque credo mi toccherà aspettare il prossimo capitolo. Ma ok, direi che ho parlato abbastanza, e la strada è ancora lunga, passiamo al prossimo Cleremont.

Oliver Cleremont: OLIVER. Il precious boy per eccellenza, io boh, lo amo. Starei tutto il tempo solamente a dire quanto lo amo, perché è probabilmente il migliore tra tutti i membri dell’Umbrella Academy. È gentile, onesto, vuole sinceramente bene ai suoi fratelli, e si vede benissimo. È assolutamente un tesoro, non so che altro dire. Adoro il suo rapporto con Caesar ed Esmeralda, si vede che sono davvero vicini, anche adesso, dopo tanti, troppi anni passati separati. È evidente che ama e supporta i suoi fratelli, e direi che è sicuramente l’unico equilibrato della famiglia (traumi infantili a parte, ma Octavius, giuro che se hai traumatizzato anche lui ti resuscito e ti uccido con le mie mani), è un ragazzo gentile, e sono davvero curiosissima di sapere di più su di lui. Voglio conoscere la sua vita al di fuori dell’Umbrella Academy, e mi stra tenerezza il fatto che non si sia allontanato così tanto dalla sua vecchia casa, dove ha passato tutta la sua infanzia. È un sentimentale, un romantico, e direi che merita felicità.

“Il sorriso di Oliver, se possibile, si allargò ulteriormente «Ce lo vedete Rigel al cinema? O a una convention, vestito da personaggio di un qualche show televisivo?»”

Dopo tutti i drammi dell’Umbrella Academy, leggere di Oliver è un toccasana. È letteralmente quel tipo di persona che tutti vorrebbero vicino. Ed è anche coraggioso, come ha dimostrato durante lo scontro, duellando contro nemici sicuramente molto meglio preparati di lui, e che si è fatto anche ferire per provare ad aiutare i fratelli. Che tesoro. Lo amo, ti prego, non torturarlo troppo, i suoi fratelli hanno bisogno di qualcuno che sia stabile mentalmente, andiamo. Credo di star delirando, ma ti prego, cerca di capirmi, sto cercando di non morire.

Allora, avrei voluto parlare anche dei Cavalieri in maniera dettagliata, ma sfortunatamente il sito ha messo un limite di parole per le recensioni, quindi mi devo sbrigare. Ma parlerò dei Cavalieri mentre parlo del contenuto del capitolo (pensavi di esserti liberato di me, eh? E invece no, spiacente).

Il flashback è stato davvero interessante da leggere, e devo dire che non mi sarei mai aspettata un contesto del genere, dato che mi aspettavo la ricorrente apparizione di Octavius. Ma come ho già detto, alla fine, anche se Octavius non è presente, i suoi modi di fare, le sue parole, la sua linea di pensiero ci sono e passano attraverso Rigel. L’ostilità tra Numero Uno e Numero Nove – che tra l’altro ho notato essere praticamente due opposti, non solo caratterialmente, ma anche a livello di aspetto fisico e anche casata di Hogwarts – è alla fine un frutto del duro “lavoro” di Octavius, di tutto ciò che ha fatto e detto loro sin dalla più tenera età. Una manipolazione a lungo termine, che ha finito però per rivoltarglisi contro, visto che praticamente tutti i suoi pupilli hanno deciso di andarsene di casa. Tra l’altro, non prenderci per stupide, ma sia io che Zoey ci eravamo aspettate il Rigel adolescente come un tipo più schivo e solitario, e quando, all’inizio, abbiamo letto che era in compagnia di amici, siamo saltate entrambe ed eravamo tipo “oddio, ma quindi aveva degli amici!”. Non odiarci, ti prego, è che accostare i due Rigel è più difficile di quanto non possa sembrare. Ho adorato la scena in cui Rigel essenzialmente minaccia Alexis, dicendo “Non hai idea di quello che potrei fare” e la consequenziale risposta di Alexis, perché è lì che emergono i problemi. I loro problemi, la barriera divisoria che continuano a tenere alzata anche ora, a distanza di anni: Octavius. Amato e rispettato da Rigel, disprezzato da Alexis. Mi è piaciuto come tu abbia gestito l’intervento di Levi ed Ezra, costretti a fare da “pacificatori” per quella situazione che sarebbe potuta tranquillamente degenerare in una rissa da bar. E inoltre, devo ammettere che sono davvero curiosa: Octavius sembrava aver insistito particolarmente sul tornare a casa per Natale, probabilmente per una delle sue soirée di gala lì a Rosewood. Ma forse non si trattava di una serata di gala normale? Forse erano presenti personalità importanti, voglio dire, più importanti del solito, ovviamente. Ho notato come, dopo aver ricevuto il sostegno dei fratelli, Numero Uno si sia ringalluzzito – oggi è la giornata dei termini in disuso, perdonami –, come se, almeno allora, quel sostegno, il sentirsi supportato nelle sue personali crociate fosse la cosa più importante al mondo. E fa un po’ tristezza pensare che adesso Rigel non vuole più nessuno intorno, si è isolato totalmente dal resto del mondo. Ho notato anche un’immagine particolare con l’inizio del flashback, in cui vediamo Alexis come parte più vulnerabile e Rigel come parte più forte, e la fine dell’ultimo paragrafo, ma direi di arrivarci per gradi.
Diciamo che del primo paragrafo (secondo? Come dovrei chiamarlo?) ho in realtà parlato pian piano, spezzettandomelo tra i vari personaggi, ma ci voglio comunque spendere un paio di parole. Innanzitutto vabbè, da come avrai sicuramente già capito, ho adorato questo momento di intimità familiare, questa quiete prima della tempesta. Vederli mentre parlavano, scherzavano di tra loro, ricordavano episodi della loro infanzia, è stato davvero bello da vedere. È stato come assistere alla calma prima della tempesta, letteralmente. Li ho adorati tutti, erano così tranquilli, con Oliver che si è sistematicamente rifiutato di abbandonare la sua posizione sul divano, Caesar e Artemis che discutono riguardo i regimi alimentari (Artemis, ma cosa fai, non si fa piangere Bizzie!), e in generale tutta la scena in cui cercavano di decidere quali pizze prendere mi ha fatto sorridere, perché sembrava davvero una famiglia normale, senza problemi, poteri magici, semplicemente dei fratelli tutti riuniti. Ahh che carini, non vedo l’ora ci siano altri momenti come questo, in cui non litighino e stiano semplicemente a divertirsi. Diciamo che quando Ezra è arrivato e ha chiesto di parlare con Levi ha un po’ rotto l’atmosfera briosa che si era venuta a creare, ma mi è piaciuto come abbia deciso di non isolarsi, al contrario di Rigel – come, tra l’altro, dice proprio lui –, però ho anche adorato come tutti abbiano cercato di tirarsi fuori da quell’imbarazzo, in un modo o nell’altro. Che poi, ok, questa cosa è stupidissima, ma sia a me che a Zoey ha fatto morire dal ridere: Caesar, hai un cellulare, sai cosa siano i cosplay ma non hai idea di cosa sia un film? Tempo di rimediare, tesoro, e confido negli altri Cleremont che si sono più “babbanizzati” per organizzare un’uscita di gruppo al cinema. Immagina il caos. E comunque vorrei dire che Esmeralda ha ragione a voler fare schifo con la pizza, quando ci vuole ci vuole (che poi ok, io mi sto immaginando la meraviglia delle pizze britanniche…uno spettacolo). Tu non hai idea di quanto mi dispiaccia non aver potuto parlare dei Cavalieri uno ad uno, ma so perfettamente che non ce l’avrei mai fatta a tenermi nel limite massimo. La tensione in questo paragrafo è stata palpabile, davvero ben descritta. I Cavalieri sono personaggi con i quali, alla fine, finisci con l’empatizzare, e, anche in questo caso è così. Ho adorato le loro maschere, i colori scelti, il fatto che siano maschere veneziane, e quel velo di mistero che ricopre quella appartenente alla Kitsune – e ora mi chiedo quale sia il reale motivo per cui ce l’ha così diversa dai suoi compagni, che cosa sia successo davvero alla sua maschera in vetro. Ha reso il tutto ancora più mistico, quasi sospeso nel tempo. Il modo in cui hanno ripassato il piano, Nasheeta con nervosismo, Kasumi ed Elijah freddi e diretti, senza fronzoli, e persino Gideon è estremamente professionale e preciso. Interessante come Elijah abbia dovuto dirgli di andarci piano, come se, tra di loro, il più tendente alla violenza sia proprio lui. Mi chiedo cosa potrebbe succedere se non venisse tenuto al guinzaglio e fosse lasciato libero di fare come vuole. La descrizione della trasformazione di Nasheeta in Rigel mi ha affascinata davvero: era come se avesse bevuto una pozione Polisucco, ma in realtà era solo lei, con il suo corpo (ho un debole per i Metamorphomagus, hanno così tanto potenziale e sono felice che tu l’abbia sfruttato). In generale, questo paragrafo è stato più “statico” rispetto ai successivi, ma carico di tensione, e per un secondo mi ha fatta dimenticare che teoricamente loro dovrebbero essere i villain della storia. Eppure vederli così mi ha fatta sentire molto vicina a loro: maghi “normali” e in procinto di procedere con una missione molto delicata e complessa. Chi non sarebbe nervoso al posto loro?
Ed eccoci alla fatidica conversazione, il confronto tra Ezra e Levi, che, devo dire, mi ha provocato una leggera ansia e un po’ di sano fastidio. Forse per l’insistenza di lui? Forse. Diciamo che era evidente che Hillevi non avesse voglia di parlare e che si sia praticamente trovata ad essere costretta dall’altro, e l’imbarazzo che già li permeava non ha fatto altro che aumentare. Ma è in questo paragrafo che inizia, a dirla tutta, il fulcro del capitolo: l’attacco all’Umbrella Academy. Diciamo che da questo paragrafo si capisce chi, alla fine, sia il più acuto tra i due: se Hillevi aveva sospettato ma pensava che il tonfo fosse alla fine causato solo dai ragazzi, Ezra è subito scattato sull’attenti, sospettoso al massimo. E anche quando hanno incontrato “Rigel”, è stato Ezra il primo ad accorgersi che qualcosa non andava, che quello che avevano davanti lui e Levi non era loro fratello ma qualcun altro. E dai suoi sospetti, dalla sua analisi, abbiamo anche colto alcuni frammenti del rapporto tra Ezra e Rigel: un rapporto duro, freddo, come un muro di ghiaccio. “«Sappiamo entrambi che tornerai strisciando»” è una frase pesante, crudele, soprattutto se detta da uno dei propri fratelli. Eppure questi ricordi di Rigel, seppur non particolarmente piacevoli, hanno permesso ad Ezra di giungere alla conclusione che sì, quello che avevano davanti lui e Levi non era sicuramente il loro Rigel. Riconoscere il proprio fratello perché “oh, questo è un po’ troppo gentile per essere lui”. Povera Nasheeta, è troppo gentile per poter far finta di essere Rigel Cleremont. Certo, non hanno fatto abbastanza in fretta, visto che sono stati messi fuori gioco praticamente subito, ma almeno hanno tentato.
Devo ammettere che sia io che Zoey abbiamo sorriso non poco nell’immaginarci il povero Tony che voleva semplicemente farsi un giro per conto suo e che si è invece trovato ad assistere al portone che veniva buttato giù. Povero Tony, lui non voleva tutto questo. La tensione che precede l’inizio del combattimento è stata meravigliosa, l’hai descritta benissimo, l’ho sentita io stessa. E niente, direi che lo Zar, Esmeralda e Apollo si contendono il primo premio per “frase effetto dell’anno”, perché sono state così drammatiche che le ho adorate tantissimo. Non chiedermi perché, sono strana io.
Ma la scena di Caesar e di Kasumi è stata strepitosa. Sono morta veramente dal ridere, Caesar è stato così terribilmente ingenuo in questa scena, talmente tanto che inizialmente credevo stesse bluffando, e quando mi sono accorta che era serio ho riso. Ho riso tantissimo. Povera Kasumi, dubito le sia mai capitato di trovarsi in una situazione del genere, in tutta la sua carriera nell’Ordine. Direi che Caesar ha passato decisamente troppo tempo in Oriente, non è sospettoso come Octavius probabilmente avrebbe voluto (sì, rigirati pure nella tomba, Monsieur Cleremont). Che poi mi viene da chiedermi per quale astruso motivo Caesar si sia fatto un viaggio Cina-Inghilterra senza magia. Che sia stato un sotterfugio dei Cavalieri? Una semplice decisione di Caesar? Non ne ho idea. Quell’Improvise, Adapt, Overcome non me lo aspettavo per niente, ma è stato un inserimento molto gradito.

“«Questo spiegherebbe perché Bizzie è praticamente sparita e la casa è ancora in piedi» Numero Tre sorrise di rimando e si rilassò visibilmente, prendendosi del tempo per squadrarla ancora un po' da capo a piedi «In ogni caso, questo piano al momento è off limits e l'ora è abbastanza tarda, non trovi? Non che non apprezzi la tua dedizione» si affrettò a continuare, con imbarazzo «ma forse è ora di tornare a casa. Voglio dire... non intendo in alcun modo denigrare la tua professione e, anzi, te ne sono estremamente grato e, proprio per questo, credo che tu debba amarti e rispettarti abbastanza da andare a riposare. Nel senso di rispettarti!» aggiunse subito dopo «Non che io pensi che tu non possa essere amata, semplicemente non credo che siamo arrivati a quel punto della nostra relazione. Non che noi- insomma, hai capito»”

Caesar è un totale imbranato nel relazionarsi con le persone, ed è per questo che lo si ama, voglio dire. Poi ok, davvero, quando ha iniziato a voler dire di conoscerla meglio ho iniziato a vedere praticamente un cartello con su scritto “panico” a caratteri cubitali sulla fronte della povera Kitsune. Caesar, smettila di importunare le finte domestiche di casa tua. Ti giuro, io amo questo personaggio con tutta me stessa. E amo anche Kasumi, che tra l’altro è stata veramente fortunata (e dico così perché non voglio risultare volgare) a trovarsi davanti Caesar e non uno dei Cleremont più sospettosi. Ma ok, potrei parlare all’infinito di questa parte senza dire effettivamente nulla, quindi si va avanti.
Posso dirti che le sequenze di combattimento sono state veramente scorrevoli e belle da leggere? Erano molto teatrali, cosa che in qualche modo rispecchia lo spirito della serie originale, e sia io che Zoey abbiamo adorato ciò, complimenti! Io sono una totale imbranata nel descrivere i combattimenti, quindi ti prego, insegnami. Ma comunque, andiamo avanti. Sono piuttosto convinta che il combattimento avrebbe potuto avere un esito diverso se solo Artemis avesse usato i propri poteri, ma è come se avesse un blocco mentale, e il suo autoisolamento non deve averla aiutata moltissimo a superarlo. Forse è stato a causa di un qualche trauma? Un incidente causato dai suoi poteri? Penso di sì, ma vedremo più avanti. Sono molto fiera di Oliver ed Esmeralda, che sono riusciti a tenere più o meno testa ai Cavalieri mentre aspettavano Tony e Rigel, soprattutto per come Esme abbia rotto la maschera di Elijah (che poi, ok, saranno incantate, ma sono pur sempre di vetro signori miei. Ovvio che si rompano).
Vedere finalmente il potere di Caesar in azione è stato molto interessante. Anche se, in azione così per dire, visto che inizialmente su Apollo non ha avuto alcun effetto. Forse grazie alla maschera che porta? Non credo, visto che Caesar era sorpreso (e non avrebbe dovuto, dato che si erano già affrontati), quindi suppongo che il caro Gideon abbia qualche altro asso nella manica che ha voluto usare per schermarsi e bloccare gli effetti del suo potere. Interessante come, alla fine, i Cavalieri stessero “giocando”, mentre i ragazzi dell’Umbrella stessero cercando effettivamente di metterli fuori gioco. Per i Cavalieri questo scontro doveva essere solo una distrazione per permettere a Kasumi di lavorare. Ma ovviamente, quando è intervenuto Rigel le cose si sono fatte più serie. Rigel in questo scontro ha tirato fuori un lato di sé estremamente duro e violento, quasi terrificante, e il fatto che abbia ucciso l’amata dello Zar mette la sua relazione con i Cavalieri su un piano decisamente più personale. Però grazie a lui, anche Caesar è riuscito ad utilizzare nuovamente i suoi poteri (è una maledizione Cruciatus su due gambe questo ragazzo).

“«Mio padre giace dignitosamente nella tomba di famiglia» il buio attorno a Rigel si fece più fitto nel tanto che lui si avvicinava senza mancare un colpo, la sua voce rimaneva ferma e gelida «La testa della tua Medusa è nella mia sala trofei, la sua ombra al mio servizio. Sei ancora sicuro su chi abbia ricevuto la sorte più clemente?»”

E niente, Rigel si dimostra una persona assolutamente delicata e niente affatto subdola sia con amici che nemici. Come sempre, direi.
E dopo la pesantezza del paragrafo precedente, fortunatamente ci pensano Alexis, Ezra e Levi. Alexis è riuscito a non accorgersi di niente finché non ha trovato i fratelli legati e svenuti, fantastico :’) Sapere che Caesar ed Alexis avevano iniziato a prendere in giro il povero Ezra, convinto che la sua mamma fosse Bizzie, non mi ha stupita affatto se devo essere sincera, e immaginarmi Numero Due da piccolo mi ha fatto una tenerezza a dir poco imbarazzante. Ho apprezzato moltissimo il dettaglio di Alexis che evita di guardare Levi negli occhi, è stato davvero un bel particolare. Sto andando di corsa, lo so, ma voglio provare a parlare di tutto nel minor tempo possibile, e sto morendo, scusa.
La scena dopo il combattimento è una delle mie preferite, se devo essere onesta. Il modo in cui Rigel e Caesar si sono intesi, la loro complicità, era quasi come se fosse quella tra due compagni d’armi, tra un superiore e il suo sottoposto più fedele, piuttosto che quella di due fratelli, cresciuti insieme sin da quando erano bambini. Piuttosto triste come cosa. La rabbia di Rigel verso i suoi fratelli, il sospetto, il rancore…è stato un momento bello quanto estremamente triste. Rigel è come se avesse tirato fuori anni e anni di solitudine, di senso di abbandono, di rabbia, perché loro avevano lasciato il padre, avevano lasciato la loro casa, avevano lasciato lui. Mi è davvero dispiaciuto per lui, e, alla fine, anche per gli altri, che alla fine hanno fatto bene ad andarsene, è naturale andare via dalla propria casa di infanzia, una volta divenuti adulti. Ma non per Rigel. Decisamente non per lui.
Altra scena che ho amato alla follia è stato il momento in cui i Cavalieri hanno iniziato ad analizzare il loro bottino e hanno scoperto che era essenzialmente un diario in cui Octavius si segnava dei “promemoria” riguardanti i figli. Fantastico, io adoro questi piccoli dettagli, come il fatto che Ezra e Caesar facessero Quidditch, che Esme fosse campionessa del Club dei Duellanti, Levi fosse nel Coro delle Rane e di come molti dei Cleremont avessero poco interesse nel partecipare alle lezioni scolastiche. Sia io che Zoey siamo andate in fibrillazione, questi scorci sul passato dei Cleremont sono sempre super graditi, e sappi che ci sclereremo entrambe per tutte le volte in cui appariranno. Mi è un po’ dispiaciuto per i Cavalieri, soprattutto per Kasumi, che, comunque ha ragione: lei è stata professionale, ha seguito il piano, e il fatto che abbia letteralmente sbroccato contro lo Zar è stato un momento impagabile. Adoro sempre di più il suo personaggio. Inoltre da questo paragrafo possiamo capire che Rigel si aspettava l’attacco, e mi viene da pensare se l’incarico speciale di Bizzie non riguardi prendere informazioni riguardo i piani dell’Ordine, e così Rigel abbia cercato di tender loro una trappola.
E parlando di Rigel, la scena con lui e Alexis è stata una bellissima chiusura, un cerchio che si completa. E abbiamo un’immagine specchiata rispetto al prologo: se allora Alexis era quello in “svantaggio”, vulnerabile, e Rigel quello che deteneva una sorta di “potere” in più, ora le posizioni si sono ribaltate, ed è stato molto particolare questo momento di “intimità” tra fratelli, soprattutto tra loro due, che sembrano tra quelli dell’Umbrella Academy con il rapporto più teso – per ora – e che davvero, è stato molto interessante. Il dettaglio del soprannome e della reazione di Alexis mi ha fatto capire che ti devo far costruire una statua solo per esserti letto per intero quel minestrone di informazioni a caso che è la scheda del mio bimbo, quindi grazie. Riguardo questa scena non posso dire molto altro, in realtà, visto che continua nel capitolo dopo ed è lì che ha il suo fulcro.

Sono stata brevissima con quest’ultima parte e mi dispiace tantissimo: fosse stato per me avrei davvero analizzato ogni singola parola di questo capitolo, ma ne sarebbe venuto fuori un poema, quindi ho preferito stringere il più possibile (anche a causa dei limiti di parole imposti dal sito attualmente). E dunque niente, mi tocca salutarti qui – e farti prendere un respiro dopo questo abominio – e scusarmi per eventuali errori, ma ormai avrai capito che quando finisco queste recensioni sono talmente esausta che non riesco nemmeno a rileggerle.
A presto,
Helen (e Zoey)

Nuovo recensore
23/07/20, ore 13:29

Hey Smaug, come stai? Sono Zoey, finalmente ci si rilegge dalle recensioni! E questa volta nell’account in comune, wow, chi avrebbe mai detto che questo profilo fatto alle medie sarebbe effettivamente tornato utile, un giorno? Perciò, credo che Hel ti abbia già spiegato qualcosa, ognuna di noi recensirà a capitoli alterni, in modo da non lasciarti mai a mani vuote, ma senza mollarti due papiri parecchio lunghi e troppo simili tra di loro. Poi, se riusciremo effettivamente a far funzionare questo sistema, è tutto da vedere, nel frattempo, vediamo di partire:

Vorrei iniziare dicendo che, anche se a te appare come lungo e che respinge la voglia di recensire, trovo che questo capitolo sia di una giusta dimensione. È sicuramente corposo, non è scialbo, con uno scopo riempitivo, bensì, lascia il lettore appagato, portando al desiderio di proseguire senza però distrarre, se non per il solo scopo di commentare con qualcuno ciò che sta avvenendo. Mi sono ritrovata, ben presto, con il forte desiderio di discuterne e ragionarci su, perché in fondo non sarebbe stato un lavoro scomodo o faticoso. In sostanza, ritengo che la sua lettura sia molto piacevole, con le caratteristiche che portano alla giusta memorizzazione degli eventi e senza alcuna parte che può essere ritenuta non necessaria o superficiale, non so se ho spiegato bene il concetto.
Adesso, comunque, è meglio passare alla parte più interessante, almeno a parer mio. Tieniti pronto perché, come l’altra volta, non avrò ritegno:

• Rigel Cleremont: Il tuo personaggio è il primo che abbiamo l’occasione di vedere e, ad essere sincera, non vedevo l’ora, considerando che nella recensione per il capitolo due non avevo avuto occasione di parlare di lui. Innanzitutto, mi sembra di aver notato quasi tre Rigel differenti all’interno del capitolo, uno appartenente al flashback, due nel presente, già questo mi sembra dir molto sul tipo di persona che abbiamo davanti. In alcuni casi, in effetti, un’affermazione del genere può quasi apparire come negativa, ma non credo che questo sia il caso, perché è evidente il modo in cui hai tentato di mostrarci le sue differenti facce e che non si tratta di un più banale errore di scrittura: no, Rigel è cambiato molto nel corso degli anni e lo stesso contesto in cui si trova modifica i suoi atteggiamenti, portandolo a scegliere di mettere in atto o meno un comportamento aggressivo e respingente.
È sufficiente partire dal flashback per capire quanto, effettivamente, sia rotto. Sono convinta che, in quanto si tratti di due tuoi OC, avrai avuto un sacco di momenti significativi in mente, che avrebbero potuto condizionare per sempre la vita di Numero Uno, ma è indubbio che questo sia il più potente che potessi scegliere. In una qualsiasi famiglia, un evento come l’omicidio da parte di uno dei figli avrebbe avuto conseguenze totalmente diverse. So di genitori che farebbero di tutto per i propri bambini, quindi non dubito che, nonostante tutto, in molti casi lo avrebbero comunque continuato ad amare, le circostanze, poi, avrebbero attenuato la situazione (era pur sempre un tentativo di difendere Esme, il suo), ma questo non vuol dire che non ci sarebbero state delle conseguenze. In una famiglia normale, i genitori avrebbero visto un figlio cambiato per sempre, macchiato e rovinato, per così dire, da quest’azione, un qualcosa che non avrebbe mai potuto superare, non importa i loro mille tentativi di aiutarlo, la terapia, il sostegno. Ci sarebbero state delle conseguenze, ma sarebbero state differenti.
Di fronte a un Rigel intimorito, da se stesso, da ciò che ha fatto, da come il resto del mondo possa vederlo, Octavius sembra quasi premiarlo, nel tentativo di ricevere la sua totale fiducia. Lo manipola, portandolo a credere di essere totalmente nel giusto e, per dimostrargli che ne vale la pena, che non ha sofferto così per nulla, gli dona un po’ di quell’affetto che i suoi figli cercano in modo così disperato. In questo modo, cambia definitivamente il destino di Rigel e lui stesso ne è pienamente consapevole. È arrivato a un punto a cui, evidentemente, i suoi fratelli non si erano mai avvicinati e questo ha provato una certa distanza tra di loro: il nuovo Rigel, sta sfruttando la forza del padre, nel tentativo di renderla sua e prendere solo il meglio di quest’esperienza a dir poco traumatica.
Perché infondo, cosa si sarà aspettato? Probabilmente delusione, rabbia, indifferenza, aveva provato a fare il bene, ma in questo caso avrà sentito di aver fallito, ma invece Octavius si è dimostrato così dannatamente fiero del giovane uomo che aveva davanti, che non è difficile comprendere il perché suo padre aveva assunto anche il ruolo di ancora, a cui legarsi per non naufragare definitivamente.
Come tutti, però, anche lui è cresciuto e sei stato egregio nel mostrarci a cosa, questo ricordo, abbia portato. Durante la sua conversazione con Alexis, è come se avesse provato a limitare i suoi rancori e la sua sofferenza, come se, desiderando ottenere il silenzio di suo fratello e un aiuto per curare la ferita, si sia comportato di conseguenza, impedendosi di essere troppo brusco nei suoi confronti. Si può notare, ugualmente, una certa tensione, si rivolge a Numero Nove con fare quasi provocatorio, come se desiderasse che sia lui a scattare o a cedere, per dargli una scusante valida per fare lo stesso, ma questo non avviene mai. Al contempo, quel «ti piace la verità?», sembra gridare “Hai visto quanto ho sofferto, quanto sono stato male? Ti rendi conto in che cosa mi avete abbandonato? Se ci fosse stati, se fossimo stati tutti insieme e non solo la metà, non sarebbe stato così”.
Una cosa che io ed Hel abbiamo notato di Rigel, in effetti, è che sembrerebbe essere molto concentrato sulla sua sofferenza. Quello che ha vissuto ha sicuramente portato con sé molto dolore e l’aver vissuto situazioni differenti da quelle dei suoi fratelli sembra quasi comportare il non rendersi conto di ciò che, invece, hanno patito gli altri. Le sue esperienze sono state traumatiche, certo, ma in una maniera diversa, che lo deve aver portato in modo inconscio e involontario a sminuirei i sentimenti degli altri ragazzi. Da parte sua, è stato molto presente il concetto del mi avete abbandonato, avete abbandonato la nostra famiglia, c’è stato anche un mio padre a un certo punto: la bolla che ha creato, non si limita al proteggerlo dai suoi stessi sentimenti, ma ha lo scopo di isolarlo del tutto, impedendogli di comprendere le ragioni dietro le azioni altrui, perché troppo diverse da quelle che la sua storia personale lo ha portato a compiere.
È come se non prendesse neanche in considerazione l’idea che dietro l’allontanamento dei suoi fratelli ci siano delle valide ragioni, che potesse essere il loro modo per salvarsi da una vita di disperazione, ma bensì, è quasi convinto che sia stato tutto un dispetto nei confronti suoi e di Octavius. Non fraintendermi, non è il migliore dei comportamenti, sicuramente non uno che ammiro, ma posso scorgere bene le ragioni dietro a questo, ha senso che il rapporto con il padre lo abbia danneggiato in modo tale da dargli una visione del tutto distorta del normale scorrere degli eventi, perché infondo in qualsiasi famiglia, a un certo punto, arriva il momento in cui i figli lasciano il nido. È stata una scelta coraggiosa la tua, non posso essere certa di aver interpretato in modo corretto ogni cosa che tu abbia scritto, ma in caso sia andata anche lontanamente vicina, non posso che farti i complimenti, perché una mossa del genere può mettere davvero in brutta luce un personaggio, ma la coerenza con il resto che abbiamo potuto constatare lo salva su ogni fronte.
Potrei parlare della parte di lui, già mostrata in precedenza, più portata verso il controllo di tutto ciò che lo circonda, ma per questo dovrei fare un riferimento molto più attivo al contenuto vero e proprio del capitolo, in particolare dell’ultimo paragrafo, quindi direi che può essere lasciato per un altro momento. Nel ambaradan di roba che ho elencato fino a questo momento, comunque, stavo tentando di parlare di quel Rigel più burbero, che non vuole condividere le informazioni con i suoi fratelli e risponde in modo sgarbato ad Alexis a tavola (e anche su questo torneremo dopo), come se agisse per ripicca, ma in parallelo ci è stato mostrato anche il lui più rilassato e affettuoso.
Accennando in più momenti alla sua passione per i biscotti allo zenzero e cioccolato, ma anche tramite le foto sul muro della camera, ci hai nuovamente fatto avvicinare a un ragazzo più normale, tutt’altra persona rispetto a colui che sembra essere pronto a prendere a pugni ognuno dei fratelli. Questo, infatti, sembra aver ammesso a Caesar di desiderare tornare come ai vecchi tempi, forse con la nostalgia del grande via vai che doveva essere presente in casa e, alla fine, non si fa poi troppi problemi nel diventare parte della conversazione che gli altri stavano portando avanti, una volta chiamato in causa.
Questo è il Rigel che, piuttosto che essere arrabbiato per lo scioglimento dell’Umbrella Academy, è semplicemente triste e leggermente sconsolato, rassegnato al suo destino da solitario. La linea che lo separa dall’altra faccia della medaglia è davvero sottile, il passaggio è senz’altro stato veloce, nel corso della conversazione che aveva protagonisti lui, Caesar ed Esmeralda, ma credo che sia chiaro che il mio preferito è proprio quest’ultimo. In questo caso, infatti, non c’è bisogno di lunghi ragionamenti e teorie nati dal nulla, perché è molto semplice ciò a cui ci stai ponendo davanti: solo un ragazzo che desidera avere la sua famiglia vicino a sé, anche se non lo ammetterà mai davanti a loro.

• Alexis Cleremont: Si passa subito al caro Alexis, che è stato anche protagonista del flashback dello scorso capitolo. Di ciò che è successo in quello, ovviamente, ne parlerà Hel, ma ha avuto il suo bel ruolo anche questa volta, per cui direi di cominciare! Posso dirti che, conoscendo bene com’è fatto e la sua storia, lo stai rendendo in modo egregio, anche nei più piccoli particolari. Sono dell’idea che sia necessario guardare i dettagli per comprendere al meglio le sfaccettature di una persona, quelle cose che la caratterizzano e, tra queste, io amo osservare il modo in cui si siedono le persone, complice il fatto che, a meno che non mi ritrovi in un’occasione formale, io e le posizioni composte siamo su due mondi paralleli. Ciò per dirti, in sostanza, che il dettaglio delle gambe incrociate, mentre si trova seduto a terra ad ascoltare Rigel, è stato apprezzato, perché lascia fuoriuscire la parte più infantile di lui, in netto contrasto con la serietà del momento, che è costretto ad assecondare, almeno in minima parte.
In particolare, credo tu sia stato in grado di rendere davvero bene la sua forte sensibilità ed empatia, senza tuttavia distruggere il tipo di dinamiche che abbiamo visto in precedenza tra Numero Uno e Numero Nove. Non sarebbe stato strano se, questo tipo di caratteristiche molto forti in Alexis, ti avessero portato a scrivere una scena del tutto diversa, ma così facendo avresti corso il rischio di cancellare tutti i trascorsi che sono presenti trai due, in favore di un momento di riappacificazione avvenuto troppo presto. In questo modo, invece, hai lasciato una netta distanza a dividerli, la comprensione è solo unilaterale e ha portato a una tregua di una manciata di minuti, dovuta alle necessità del momento, perché c’è davvero troppo da dirsi perché possano risolvere in una sera.
È stato bello poterlo vedere comprendere, comprendere quanto ancora era accaduto in seguito alla sua scelta di allontanarsi del tutto, ma anche comprendere quanto Rigel sia uscito danneggiato dalla vita nell’Umbrella Academy, probabilmente arrivando solo alla conclusione di non aver fatto altro che bene ad andare via di casa prima che la situazione degenerasse ulteriormente. Ha letto in modo corretto i segnali che gli venivano lanciati, senza cedere alle provocazioni, ma bensì mostrando una serietà che non gli è mai appartenuta, come se cogliesse al volo la sfida del fratello e gli rispondesse in modo differente da quanto questo si aspettasse, come se gli dicesse “no, non ti darò questa soddisfazione, non ti darò motivo per dimostrare che non merito di sapere”.
D’altra parte, l’Alexis che vediamo a colazione è tornato pienamente al suo solito spirito vivace e canzonatorio che tutti noi amiamo, cancellando la sera prima con un colpo di bacchetta, e anche sta volta è perfetto: l’essersi alzato tardi, le risposte divertite e provocatorie, insieme a quel «Dici così solo perché non ricordi come stava a me», gli rendono pienamente giustizia e posso assicurarti che Hel, nel leggere quest’ultima frase, ha finito per scoppiare a ridere, perché essere così vanesio è proprio da lui. Si può notare perfettamente la differenza del suo rapporto con alcuni suoi fratelli e con altri, sono presenti quelli più socievoli e caotici con cui pare essere entrato subito in armonia, scherzando e ridendo, mentre altri, più seri e in certi modi distanti, con cui si è notata all’istante una sorta di tensione, nonostante lui non sia mai il primo ad agire.
Sul modo in cui l’hai trattato, comunque, ci sarebbe davvero tanto da dire. Alcune cose, preferisco vederle meglio nella parte dedicata al contenuto del capitolo, perché come capirai con il tempo per questa storia sto sviluppando un modo non del tutto coerente per recensire, ma piano piano spero di riuscire a parlare di tutto, per adesso lo confermo ancora una volta, stai andando alla grande con la caratterizzazione di questo ragazzo.

• Antoine Cleremont: È il momento di passare a Tony, al mio bambino. Non c’è niente da fare, sono davvero soddisfatta di come lo stai rendendo, è lui. Sono molto impressionata, sinceramente non credevo potessi muoverti così bene con lui, anche se sarebbe stato per un errore mio e non per colpa tua: sai già che la stesura della sua scheda è stata parecchio difficoltosa, con la rottura del mio pc e il periodo scolastico particolarmente intenso, ragione per cui dovetti stringere i tempi nella stesura del suo carattere. Tuttora, non sono affatto soddisfatta di ciò che ho scritto in quel campo, perché mancano alcune cose e sento di non aver reso a dovere quello che tentavo di dire. Ad ogni modo, evidentemente non ti piace scrivere in modo errato un personaggio, perché sei stato in grado di capire anche da solo.
Tra le cose che ho finito per sacrificare, è presente il concetto del di solito non parla, ma quelle poche volte in cui lo fa, lo fa in modo sarcastico, ma tu in questo capitolo hai messo in atto proprio questo, andando contro ogni mia aspettativa. “Tony inarcò le sopracciglia e si risparmiò un commento acido, un po’ per amor del quieto vivere e un po’ perché erano ancora a colazione: la giornata era appena iniziata e ci sarebbe stato tanto tempo per battute sarcastiche.”, con questa frase mi hai davvero stesa, ho dovuto tentare il soffocamento con il lenzuolo, perché è stata come la dimostrazione che il tono delle sue risposte fino all’arrivo del resto dei suoi fratelli non era casuale. So che può apparire come una cosa parecchio superficiale, da nulla, ma in questo maniera sei stato in grado di renderlo ancora più simile a come lo immaginavo, senza che io ti dessi una vera e propria indicazione, ed è davvero piacevole quando qualcuno capisce e basta. Poi boh, magari ti piace semplicemente scrivere risposte di questo genere, ma il mio momento di emozione non me lo toglie nessuno, ahaha.
Le cose che mi sono piaciute nelle parti in cui era presente, in effetti, sono parecchie. Ho adorato il fatto che, sentendo la risposta imperativa di Artemis, l’ultima prima dell’arrivo del resto della sua famiglia, si sia quasi spento, perché è sempre stato succube alle loro parole e, su questo non possono esserci dubbi, la lontananza non è sicuramente sufficiente a far sparire le vecchie abitudini. Ho adorato osservare tramite i suoi occhi le differenze che sono venute a crearsi in un atto semplice come il prendere posto a tavola, perché sicuramente hai scelto lui soltanto per seguire il precedente filo di pensieri, ma io non posso fare a meno di pensare a quanto devono essere stati lunghi, secondo il suo punto di vista, i pasti a casa Cleremont.
Ho adorato il modo in cui sia praticamente sparito durante il corso della colazione, intervenendo a voce solo una volta e ritornando quindi alle vecchie dinamiche dell’Umbrella Academy: riesco ad immaginarlo perfettamente, mentre ascolta ogni parola, in silenzio, cercando di non farsi notare, limitando le sue reazioni a mere espressioni facciali e non toccando nient’altro che il suo thè, perché infondo non lo noterà nessuno.
Che dire, stai portando avanti un magnifico lavoro con lui, perciò, ora come ora, posso soltanto consigliarti di proseguire in questo modo.

• Artemis Cleremont: Adesso, passiamo ad Artemis. Temo che sarà molto più faticoso di quanto sperassi: non lo negherò, la mia opinione su di lei è cambiata parecchio rispetto a due capitoli fa, in quel momento avevo ancora bisogno di mettere in ordine alcuni pezzi del puzzle e, con questi due capitoli, sono riuscita a comprendere meglio la nota che stonava, anche se manca ancora tanto lavoro da fare. Già dal capitolo tre, ma di questo ti parlerà più nel dettaglio Hel, si è iniziato a individuare qualcosa di “strano” nel suo atteggiamento, nel modo in cui si rivolge agli altri ragazzi e agisce all’interno della casa, ma comprendere nel dettaglio di cosa si trattasse è tutt’altra storia.
Lo hai dichiarato tu stesso infondo, la cara Numero Sette è un personaggio complesso: a primo impatto ci ha ingannati tutti, con il suo modo di fare dolce e amorevole, sembra la ragazza perfetta, una sorella amorevole che vuole soltanto trascorrere un po’ di tempo con i suoi fratelli dopo una lunga lontananza, è necessario aguzzare la vista per essere in grado di notare alcune crepe su quella bella maschera. La verità è, a parer mio, che non ha mai imparato pienamente a relazionarsi con le altre persone, anch’ella ben protetta da una bolla, che però è assai diversa da quella che abbiamo visto in precedenza con Rigel.
Artemis sembra nascondersi dietro una grossa dose di positività, che in questo caso, però, finisce solamente per avere un’azione tossica, questa ha effetto su lei e ciò che la circonda. Avevamo già stabilito in precedenza che si trattasse della principessa di casa, sembrerebbe aver avuto una vita, all’interno dell’accademia, molto più facile di altri, non rimanendo particolarmente scottata; certo, qualcosa deve esserci pur stato, ma in linea di massima, complice il rapporto positivo che aveva con Octavius, tutto mi fa supporre che sia stata bene durante quegli anni, sentendosi veramente a casa.
In seguito, è arrivato il momento in cui il forte controllo che il padre aveva sulle loro vite deve aver iniziato a pesare anche per lei, quindi, spinta dalla curiosità nei confronti del mondo esterno, è partita, si è allontanata dalla casa paterna come desiderava, deve aver avuto modo di sperimentare la vita vera di prima mano e così è rimasta scottata. La perfezione che un tempo aveva caratterizzato la sua esistenza deve aver perso, probabilmente in modo neanche così graduale, il suo valore, portandola a comprendere quanto sia tutto più difficile di come inizialmente credesse, è proprio questo che ci porta dove siamo adesso.
Una volta rientrata tra le mura della villa dei Cleremont, ha avuto modo di constatare che i suoi fratelli si sono adattati alla realtà decisamente meglio di quanto potesse immaginare, ma, allo stesso tempo, si è resa conto che aveva ancora l’occasione di mostrarsi abbastanza forte da provare che per lei non era stato diverso. Qui, inizia a far capolino la sua positività tossica, un costante negare o ignorare situazioni sgradevoli, che potrebbero distruggere, danneggiare e mettere a rischio il suo perfetto siparietto. Per dimostrare che sta bene, non solo a sé stessa, ma anche agli altri, deve prendere in mano la situazione, rendere tutto esattamente come desidera, per tornare all’antico splendore.
In effetti, credo che le grandi similitudini tra Rigel e Artemis siano due, il bisogno di avere in mano le redini della situazione e il basarsi esclusivamente sulla propria esperienza per stabilire che tipo di emozioni dovrebbero provare le persone che li circondano. La nostra fanciulla, come possiamo notare dal suo dialogo con Tony (lo vedremo meglio al momento giusto), desidera ricostruire l’immagine di una famiglia che era tale solo nell’immaginario e, a suo modesto parere, non è un risultato ottenibile se non le si sta al gioco. Crede che, essendo lei stata bene quando erano ancora l’Umbrella Academy, per gli altri sia stato lo stesso, ragione per cui i sentimenti negativi che alcuni di loro rivolgono verso questa sono immediatamente da eliminare, altrimenti non sarebbe possibile proseguire nella costrizione a questa bugia.
Mi è piaciuta, in particolare, una frase di Alexis riguardo a lei, «Se avessi voluto una bella storia, l'avrei chiesta ad Artemis». Può sembrare una cosa detta così, tanto per fare, ma personalmente ci vedo molto di più, descrive al meglio quello che io stessa ho provato a esprimere finora. Artemis si sta raccontando una splendida fiaba, desidera costruire attorno a sé uno scenario perfetto e, a questo punto, è convinta che sia tutto esattamente come lo vede lei, non percependo il marcio che, pian piano, finirà per soffocarla, esattamente come stava facendo con i suoi fratelli. Vive in una realtà tutta sua, nella certezza che è necessario per il suo benessere, perché Octavius avrà insegnato molte cose ai suoi figli, ma tra queste non ci sono certamente dei sani meccanismi di coping, da creatrice posso dire che basta vedere Tony per averne un esempio.
Non sono convinta di essere stata pienamente chiara nell’esprimere il concetto ma, ad ogni modo, spero davvero che possa diventare ancora più semplice da comprendere quando parlerò del testo vero e proprio. Tutto questo, comunque, era necessario solo per portare a una constatazione: non mi sembra più dolce come prima e, in realtà, nel suo modo di tenersi vicini i fratelli vedo quasi qualcosa di spaventoso, una semplice conseguenza dell’inconsapevolezza delle condizioni altrui. Sembrerebbe, in ogni caso, un personaggio ben costruito, ma devo confermare il fatto che non si tratta di uno dei miei preferiti, nonostante ciò mi incuriosisce davvero molto, quindi spero di poterla comprendere meglio, in futuro.

• Caesar Cleremont: È il turno del nostro amato Caesar, perché, insomma, chi non lo ama? Inizio ponendoti una domanda, probabilmente stupida, ma che mi tormenta da un po’: il suo nome, va pronunciato alla latina o all’inglese? Okay, so che sembra non avere senso, ma il suo diminutivo è molto più “vicino” alla pronuncia originale, piuttosto che a quella usata nei paesi anglofoni. Dettagli a parte, si tratta di uno di quei personaggi che ci stai facendo conoscere poco a poco, suscitando soltanto la curiosità nei suoi confronti.
Per adesso, sembra restare coerente con il personaggio che ci hai presentato solo due capitoli fa, ma non credo che passerà molto tempo perché tu ci mostri delle caratteristiche ben differenti, le persone, solitamente, hanno una parte più in luce e una che tendono a nascondere e, mi sembra chiaro, i Cleremont non fanno eccezione. Attualmente, posso dire che il suo modo di relazionarsi con i fratelli e l’accademia sembra totalmente diverso da quello degli altri, tra cui, al contrario, si possono notare più similarità, credo che il modo in cui ha lasciato l’Umbrella Academy sia un fattore portante in questa differenza. La verità, in effetti, è che non l’ha mai abbandonata realmente.
Ci hai parlato apertamente di come fosse convinto di tornare a casa presto, di come fosse una certezza per tutti, che è andata man mano a sfumare, al momento della sua partenza c’erano cinque dei suoi fratelli ad attendere il suo ritorno e deve essere stato uno shock, venire a conoscenza dell’allontanamento di ognuno di loro, che non erano più lì ad aspettarlo. Sappiamo che dei problemi con l’accademia, in effetti, erano presenti anche per lui, ma non avevano nulla a che vedere con la sua famiglia, a cui sembra essere totalmente devoto. Da ciò che abbiamo potuto vedere, io ed Hel abbiamo ipotizzato che doveva trattarsi di uno dei ragazzi che, nel momento in cui l’Umbrella Academy ha iniziato a sgretolarsi, più che con rabbia ha reagito con tristezza, pieno di speranza affinché non tutto andasse distrutto.
Mi da come l’impressione di star provando a superare tutti di un colpo gli anni di solitudine, la sua esperienza nel mondo esterno ha sicuramente avuto molti aspetti positivi, ma dubito fosse quello che cercava o di cui avesse totalmente bisogno, per cui desidera prendere da questa solamente il meglio. Allo stesso tempo, però, non vuole negare totalmente quel periodo della sua vita, probabilmente è consapevole di poter imparare da esso, e così facendo rende le sue interazioni con gli altri molto più genuine. In un certo senso, è consapevole di non essere mai andato veramente via, nonostante da un punto di vista pratico sia proprio ciò che è accaduto, e questo gli permette una maggiore disinvoltura. È chiaro quello che sto dicendo? Sì? No? Forse? Vabbè, ormai lo avrai capito, non sono mai certa di come sto esprimendo i concetti, a questo punto conto sulla tua capacità d’interpretazioni.
Ad ogni modo, la cosa che mi piace più di lui sono le interazioni con i fratelli, così pure e reali. Un suo commento è stato in grado d’ispirare Alexis, dando il via a una reazione a catena che li ha catapultati in uno scenario molto più familiare di quanto lo fosse la colazione in famiglia di per sé. È stato al gioco, proseguendo con lo scherzo che avevano iniziato, ed è stato subito evidente come si sentisse a suo agio in questa situazione che, in maniera contorta, significava affetto. Mi ha fatto quasi tenerezza il modo in cui è intervenuto dopo che Rigel è andato contro ad Alexis: gli altri, per via dell’atteggiamento brusco di Numero Uno, si sono dimostrati piuttosto contrariati nei suoi confronti, ma le sue parole sembravano trasudare il semplice e puro desiderio di non vedere i propri fratelli discutere tra di loro, evitando il conflitto.
Anche per lui, c’è ancora molto da scoprire, ma attualmente mi sembra uno dei personaggi più interessanti, quindi non vedo l’ora di arrivare al momento del suo flashback, per poter scavare più affondo.

• Esmeralda Cleremont: Esmeralda si conferma come la mia preferita tra le fanciulle di questa famiglia, senza neanche particolari sforzi, ad essere sincera. Amo la sua grinta, da l’impressione di essere impossibile da abbattere, nonostante tu ci abbia già rivelato la presenza di precedenti per niente facili da affrontare, che dimostrano soltanto il suo essere ancora più forte di quanto sembri. But, guess what, anche di questo ti parlerà Hel, ormai sta assumendo il ruolo di motto questa frase!
Abbiamo già stabilito, più di una volta, che una parte dei ragazzi appare entusiasta di essere nuovamente riunita, nonostante le circostanze che in un’altra famiglia sarebbero apparse solamente triste, questi vedono il tutto come l’occasione perfetta per demolire gli ultimi muri pericolanti di questo rapporto e ricominciare da fondamenta più stabili, mentre un’altra queste mura vuole sfruttarle per nascondersi meglio e tornare, il prima possibile, a fingere che non sia mai accaduto nulla. Esme rientra chiaramente nel primo gruppo, ma nonostante il suo carattere focoso sembra essere molto più pacata sull’argomento, come se non volesse essere troppo invadente con le sue emozioni, decidendo che è una delle situazioni particolari in cui il suo temperamento andasse mantenuto sotto controllo.
Credo che, questo comportamento, possa essere dovuto al fatto che abbia avuto una relazione al di fuori della famiglia, anche se negativa, apparentemente abbastanza “importante”, cosa che non credo sia avvenuta per molti altri, soprattutto se vogliamo prendere in considerazione solamente coloro che stanno spingendo per continuare a trascorrere del tempo insieme. È consapevole che c’è la possibilità di una vita al di fuori della famiglia che stanno tentando di tornare ad essere, perché sono passati anni e non si può pretendere che le esistenze degli altri fratelli vengano interrotte totalmente da un’idea che per alcuni parrà impossibile da realizzare, ciò la porta a richiedere solo qualche giorno, prima che possano premere tutti il tasto play.
Apprezzo ugualmente il fatto che, questo suo limitarsi, non si sia protratto per tutta la durata della colazione, dandoci invece un’altra possibilità di vederla interagire con leggerezza insieme al resto del branco Cleremont, ho amato particolarmente il suo intervento nella discussione sulle ragazze in bikini, ma in effetti l’intera conversazione era d’oro.
Tra le cose, non credere me lo sia lasciato sfuggire, ho notato che anche le circostante del suo allontanamento sono state particolari, anche se sicuramente molto diverse da quelle di Caesar. I personaggi hanno dichiarato che è stata messa alle strette, che non c’era poi tanto che poteva fare per allontanarsi dalla suddetta situazione, quindi, logicamente, mi viene da pensare a un’incongruenza di visione con Octavius, anche se non sono particolarmente convinta. Se così fosse, il ritorno a casa dovrebbe risultare più facile adesso e se l’è cavata magnificamente nella discussione con Rigel, facendo la saggia scelta di non alzare troppo la cresta, ma dimostrando di non essersi pentita di nessuna delle sue scelte, perché l’hanno aiutata a crescere e a diventare la donna che è adesso. Insomma, mi piace davvero tanto e le circostanze mi rendono abbastanza convinta che non cambierò idea su di lei molto facilmente.

E anche questa è finita! Mi spiace non essere stata particolarmente equilibrata nel parlare dei vari personaggi, dedicando ad alcuni decisamente più spazio che per altri, ma purtroppo non sono riuscita a fare in altro modo, essendo anche presenti in maniera differente all’interno del capitolo, spero solo di aver compreso quelli di cui ho parlato almeno un po’. Come avrai notato, invece, non ho nominato Nasheeta e Gideon neanche per sbaglio, ma la ragione è molto semplice: il paragrafo dedicato a loro è davvero molto dinamico, ma in un totale testa a testa, per così dire, ragione per cui mi sembrava piuttosto inutile analizzarli singolarmente, trovo più giusto, piuttosto, parlarne in relazione l’uno con l’altro nello spazio dedicato al contenuto del capitolo. Al contrario, la scelta di tagliare Oliver, Levi ed Ezra non è stata del tutto volontaria, come ti ho accennato nel messaggio, se non l’avessi fatto la recensione sarebbe stata tagliata ed essendo i meno presenti erano anche quelli di cui ho avuto meno da dire, anche se mi dispiace. Adesso, comunque, mi sembra giusto proseguire questo lavoro, così potrò finalmente lasciarti stare. Vogliamo iniziare?

• Il capitolo inizia, come al solito, con un flashback, probabilmente il più potente e significativo che tu ci abbia mostrato finora, per qualche motivo ho anche la sensazione che non sia stato un momento facile da scrivere, ma ovviamente potrei sbagliarmi. Comunque, andiamo con ordine: la prima cosa che mi salta all’occhio è la capacità di Octavius di pensare sempre nel modo sbagliato al momento giusto. È perfettamente consapevole di quanto sia avvenuto la sera prima, anche soltanto per via dei racconti, probabilmente vaghi e insicuri, dei suoi altri figli, eppure, nell’attimo in cui si trova davanti Numero Uno, il suo primo pensiero va all’abbigliamento un po’ malandato e, sicuramente, per niente consono ai suoi oliti standard.
Ormai però non dovrei sorprendermi, da ciò che abbiamo visto, anche con l’aiuto del rewatch della prima stagione della serie, io ed Hel siamo arrivate alla conclusione che, probabilmente, Octavius sia un genitore ancora più freddo e distaccato di quanto fosse Reginald Hargreeves, del resto, questa è solo una considerazione osservando ciò che è avvenuto finora, per cui è ancora tutto da vedere. Resta il fatto che, per qualche motivo, non riesco proprio ad essere preparata ai suoi modi di fare nei confronti di questi ragazzi che, in teoria, dovrebbe chiamare figli, ma spesso preferisce definire soldati.
È stato straziante immaginare Rigel in quel modo, totalmente terrorizzato da ciò che ha fatto e vissuto, probabilmente anche dall’idea di cos’è in grado di fare, bisognoso soltanto di qualche parola di conforto, di sentirsi dire che andrà meglio, un giorno, ma con la consapevolezza che queste potrebbero non arrivare mai, perché sa bene che suo padre non è il tipo da abbracci e parole dolci. Alle paure precedenti, sembrano sommarsi quelle di deluderlo, si è appena concluso l’anno scolastico che era stato caratterizzato dal suo momentaneo ritiro da Hogwarts e, in un momento di fragilità tale, sentirsi privato di quel poco amore da parte dell’uomo, a cui si aggrappava così disperatamente, sarebbe stato solo l’ultima goccia per far traboccare il vaso, qualcosa di cui, questo è certo, non aveva affatto bisogno.
Riesco a immaginarlo perfettamente, le labbra socchiuse come se stesse per parlare, mentre nella mente cerca di riordinare i momenti caotici e spiazzanti che l’hanno visto protagonista la sera precedente, alla disperata ricerca delle parole giuste per esprimere il tutto senza spezzarsi definitivamente. Ho la sensazione che, in qualche modo, l’iniziale rifiuto di dire quelle parole, l’ho ucciso, non hanno davvero nulla a che vedere con il padre ma, bensì, sia più una paura di ammetterlo a sé stesso, perché si sa che dire qualcosa ad alta voce, sentire le parole scivolare via e rimanere impresse a fuoco nella mente, la rende sempre molto più reale.
Ho sentito il cuore farsi pesante, nel momento in cui a parlare è stato Octavius, “«Ripetimi con calma cos'è accaduto, Numero Uno. Io sono dalla tua parte, no?»”, come se avesse dimenticato per l’ennesima volta di aver davanti suo figlio e, l’unica cosa importante in quel momento, fosse dimostrargli la sua posizione riguardo alla questione. La verità è che quest’uomo non è affatto preoccupato di come l’evento possa segnare il ragazzo che ha davanti, anzi, l’obbiettivo pare essere, solo e unicamente, di inquadrare meglio la questione, per comprendere se sia necessario lavorare maggiormente su di lui.
Lo sta manipolando, dal primo all’ultimo secondo e, anche se ne ero perfettamente consapevole, resta ugualmente brutto vederlo accadere, questo momento ha dato davvero molti spunti di riflessione a me ed Hel. La tranquillità che pone a fronte della notizia di un omicidio è disarmante, tant’è che mi fa pensare che provocasse la sua rabbia più un brutto voto, che una cosa di questo tipo. Posso comprendere alla perfezione il punto di vista “stavi cercando di proteggere tua sorella”, non ci è dato sapere, adesso, se avrebbe davvero potuto agire diversamente, ma il capofamiglia dei Cleremont non sta dando valore a ciò che prova Rigel, non gli sta dando l’occasione di esprimere i suoi pensieri sull’accaduto e venire a patti con esso, bensì, preferisce tentare di imporgli il suo modo di vedere le cose, considerando quasi una bambinata l’avere rimorsi su ciò che è avvenuto.
Ovviamente, non c’è neanche bisogno che te lo dica, ma ciò che è avvenuto all’interno di quello studio è malsano sotto troppi punti di vista. La cosa più spaventosa è la sua consapevolezza su quanto quel preciso incontro avrebbe segnato per sempre il percorso di Rigel, decidendo se avrebbe seguito le orme dei fratelli, allontanandosi gradualmente, o se si sarebbe incatenato a lui. Octavius sa e non ha né vergogna, né paura, nello sfruttare la fragilità di suo figlio per legarlo a sé per sempre, non ha rimorsi mentre gli ricorda il suo legame, mentre gioca su similitudini costruiti solo per avere un po’ di amore.
L’unica cosa che importa, in quel momento, è far vedere a Numero Uno che nessuno può amarlo quanto faccia lui, perché è quello di cui sembra avere bisogno, nonostante dietro ci sia molto più di così. È comprensibile che, dopo tutto questo, Rigel sia semplicemente stato un’altra persona, cercando di soffocare tutto ciò che restava dei sentimenti non approvati dal padre. Che posso dirti? Stai facendo un fantastico lavoro nell’esprimere tutto questo.
Un’ultima menzione, credo che vada al dettaglio della prima ombra che ha iniziato a seguirlo, appartenente alla sua vittima. Da una parte, è dolorosa la calma che è riuscito a tirar fuori parlandone, dimostrando quanto l’atteggiamento tossico di suo padre lo avesse rassicurato, dall’altra, come lettrice, non posso che adorare l’idea di venire a conoscenza di momenti così significativi della vita di un personaggio, sotto moltissimi punti di vista. Agli occhi di Octavius, adesso, Rigel è un vero uomo, diverso da tutti i suoi fratelli e ancora più degno del ruolo di secondo in comando, adesso iniziamo a vedere la nascita dell’uomo che abbiamo conosciuto negli ultimi capitoli, fa sempre un grande effetto pensare a come, la piccola azione di un momento, possa condizionare irrimediabilmente la vita di qualcuno.

• Questo è un tipo di scena parecchio difficile da scrivere. Quando ci sono le spiegazioni, il pericolo è di rendere il tutto un mappazzone indefinito d’informazioni, rischiando sia di annoiare il lettore, che di essere poco chiari, nonostante ciò sei riuscito ad equilibrarti in modo corretto. Non hai presentato un monologo unico, che avrebbe potuto spingere facilmente verso la distrazione, ma si tratta di un dialogo dinamico, con degli interventi anche da parte di Alexis, che però non spezzano il ritmo in modo eccessivo, completando in maniera efficace i concetti iniziati dal fratello o dandogli l’input necessario per proseguire il discorso.
Ammetto che, essendo un paragrafo con lo scopo di farci rimettere a posto i pezzi del puzzle, non sono sicura di cosa dire. Hai deciso di iniziare introducendoci all’organizzazione in modo generale e leggermente più tecnico, ma non posso fare a meno che concentrarmi su ciò che viene detto riguardo l’Umbrella Academy, avendo già le idee un po’ più chiare su di loro. Se da una parte, il fatto che Rigel non avesse sufficiente fiducia sulla fedeltà di Ezra nei confronti della famiglia dica molto sul loro rapporto, ritengo che la parte più importante sia quella relativa all’incidente.
Lo abbiamo già visto nominato nel capitolo precedente, nella conversazione tra Levi ed Ezra, ma adesso abbiamo qualche informazione in più per capire di cosa, effettivamente, si stesse parlando. L’idea, abbastanza vaga, ad essere sinceri, è che ci sia stato un problema che riguarda i loro poteri: guardando la situazione in maniera pratica e oggettiva, il “colpevole” della situazione deve essere stato lui, che però si è ritrovato in pericolo di vita, ma da un punto di vista, forse più morale, anche lei avrà avuto un ruolo importante in ciò che è accaduto, portandola a non poter ignorare la sua parte di colpa. Con questi sentimenti, quindi, lei ha scelto di allontanarsi dall’accademia e ha smesso di utilizzare i poteri e anche lui, senza più una ragione per restare, ha abbandonato il nido. Spero, a questo punto, di essermi avvicinata almeno un po’ alla verità!
Si viene a conoscenza, però, di queste informazioni in più, solo nel grande schema legato alla missione di Caesar. Sappiamo ancora ben poco di quale fosse il suo scopo, ma il fatto che fossero tutti convinti sarebbe durata un lasso di tempo relativamente breve e che avrebbero potuto riunirsi molto presto appesantisce soltanto la situazione, che di per sé è tutt’altro che leggera. Suppongo, comunque, che prima o poi colmerai i vuoti a riguardo, anche perché su questa cosa, nello specifico, non me la sento di proporre particolari ipotesi.
Ti ringrazio, piuttosto, per averci dato subito uno sguardo migliore sulla storia tra Rigel e lo Zar, anche se è solo dal punto di vista del primo. La cosa più interessante, in effetti, è osservare tutto ciò dallo sguardo di Alexis, che tenta di seguire le spiegazioni che gli fornisce Numero Uno e, allo stesso tempo, di studiare il linguaggio del suo corpo, per capire quei sentimenti che, probabilmente ne sono tutti consapevoli, reprimerà da anni. Non è sicuramente un racconto che lo pone come eroe senza macchia e senza paura, anzi, aggiunge solamente veli di oscurità sopra il suo volto, ma Numero Nove è abbastanza sensibile per ricordare che non è sempre stato così e che nella sua calma, nella sua postura, nella sua voce, si può leggere tutto ciò che non dirà mai, non davanti a qualcuno.
Credo tu abbia fatto bene ad alleggerire un po’ le cose eliminando il dialogo e riassumendo, ancora più brevemente, i punti chiavi, in questo modo hai dimostrato per l’ennesima volta di saper sfruttare il testo. Allo stesso tempo, è stata del tutto inaspettata la rivelazione di Rigel riguardo alle vacanze natalizie. Era ormai scontato che, per un motivo o per l’altro, finiranno per rimanere tutti quanti a casa Cleremont per le feste, ma non mi aspettavo proprio che potesse essere lui stesso a spingere affinché ciò accadesse, soprattutto dopo il modo in cui ha dato di matto nel capitolo precedente. Ovviamente, era condizionato dal momento, essendo stato ferito e probabilmente anche nervoso, ma credevo che sarebbe servito Caesar per convincerlo, anche se ehi, non mi lamento mica, così è decisamente più facile.
Vorrei concludere la recensione a questo secondo paragrafo parlando, invece, della questione di Artemis: la mia impressione è che, ai tempi dell’accademia, fossero davvero molto vicini. Erano entrambi legati ad Octavius, potevano capirsi, da questo punto di vista, e forse lei vedeva in lui una sensibilità che invece, per altri, era decisamente più nascosta. Credo che quella potrebbe essere stata la prima volta in cui Rigela abbia ucciso in modo semplicemente cruento, senza alcuna necessità a guidarlo, o forse Numero Sette non aveva mai avuto modo di vedere spietatezza dietro agli assassinii sulla coscienza di Rigel, ma infondo, anche in questo caso, mi toccherà aspettare un po’ per capirci di più.

• Ora, vediamo un po’ l’unico paragrafo che ha come protagonisti i nostri cattivi preferiti che, in questo caso, neanche sono al completo, ma apprezzo comunque, trattandosi Nasheeta e Gideon di quelli, trai quattro, che mi stanno più simpatici. Vorrei partire subito dicendo che ho amato il contrasto, portato avanti per tutto il corso del capitolo, trai due personaggi. Sono dell’idea che, questi due, siano davvero molto diversi tra di loro, ma abbiano una base caratteriale simile, che potrebbe portarli ad essere davvero molto in sintonia, come sembra stiano facendo. A mio parere, ciò che potrebbe essere identificato a pieno come la causa di tale differenza, sarebbe proprio l’entrata a far parte dell’ordine.
Il caro Apollo, me lo hai accennato tu stesso, è uno dei Cavalieri del Vetro da abbastanza tempo da conoscere i loro sistemi, ma non da abbastanza per essere condizionato nel valutarli, ragione per cui sono portata a credere che non vi sia entrato nell’immediato, una volta conclusa la scuola, ma abbia piuttosto iniziato a sperimentare sulla proprio pelle la vita comune, prima di quel momento. Al contrario, l’inizio di questo capitolo mi fa pensare che la Sfinge, di tempo di conoscere il mondo esterno, non ne abbia ancora avuto, probabilmente osservandolo da lontano durante l’adolescenza, legata ai propri genitori da qualche responsabilità, ma non abbastanza libera da poter fare vere e proprie esperienze, soprattutto se vogliamo considerare da che paese dovrebbe provenire.
La scelta di Nasheeta di diventare membro dell’ordine ha tutto il potenziale di averle bruciato del tutto la gioventù, come credo stia facendo con la stessa Kasumi, ma l’atteggiamento di Gideon dimostra che una piccola via di fuga da quel rigido mondo c’è ancora e lui, semplicemente, non ha intenzione di abbandonarla lì. Posso comprendere alla perfezione le ragioni dietro la sua iniziale autocommiserazione, insomma, chi di noi non ha mai desiderato essere inghiottito dal proprio letto dopo aver fallito clamorosamente, sfigurando anche di fronte a qualcuno che si voleva impressionare? È evidente che per lei questo ruolo ha un valore importante, sarebbe un ottimo trampolino di lancio per la sua carriera, per cui il desiderio di portare avanti tutto alla perfezione è quasi obbligo.
È come se avesse subito iniziato a ragionare in un’ottica lavorativa, in cui, anche quando si dovrebbe staccare e andare semplicemente avanti, si continua a rimuginare sullo stesso problema, nella vana speranza dell’arrivo di un’illuminazione divina. Non ha mai conosciuto altro e questo, di conseguenza, la porta ed essere quasi sorpresa dalla serenità del compagno, perché ha già dimenticato un mondo in cui non tutto girava attorno al suo lavoro.
Gideon, al contempo, è libero da questo peso, sa di essere giovane e che ciò che è accaduto non può essere modificato, adesso, per cui è semplicemente meglio superarlo e andare avanti. Sa di aver svolto a dovere il suo compito, la considerava una missione suicida fin dall’inizio, per cui, probabilmente, non sarà affatto deluso da ciò che è successo, un po’ perché è la dimostrazione che aveva ragione, un po’ perché, probabilmente, immaginava un esito negativo fin dall’inizio. Mi piace, in generale, proprio come concetto, l’idea di quest’uomo che nella sua particolarità quasi agli estremi, riesce a percepire in modo oggettivo alcune delle cose più essenziali del mondo con cui viene a contatto ogni giorno, portandolo a cercare di coglierne solo il meglio, come avviene nel momento in cui dichiara “«Ho acceso un paio di candele profumate alla vaniglia e alla lavanda, mi sono fatto una maschera rinfrescante alla menta e ho usato quello strano sapone che sapeva di peonie. Amo la vita negli hotel di lusso».
In questo momento, vediamo le differenze tra una ragazza che sta venendo a patti con una delle sue prime grandi delusioni sul lavoro, si vergogna e colpevolizza, senza essere in grado di lasciare andare tutto ciò, mentre dall’altra parte c’è un uomo, che di delusioni, probabilmente, ne ha già provate e non ha voglia di lasciare che la stanchezza per la giornata prenda il sopravvento su di lui, perché di vivere davvero ne ha diritto, infondo. Il contrasto, si può notare nel modo stesso in cui i due affrontano la questione del nome. Posso dire che, in qualche modo, mi venga facile comprendere quello che sta provando la Sfinge in quel momento, perché io stessa tendo a colpevolizzarmi per ogni singola stupidaggine, tant’è che mia madre riesce a sfruttare questo mio modo di essere anche soltanto per convincermi a stare con lei, mentre guarda un film che non è minimamente di mio interesse. Quando sei portato ai sensi di colpa, è davvero difficile scamparne, per cui non diventa affatto complicato immaginarla sguazzarci dentro, soprattutto se vogliamo anche tenere conto della situazione affatto facile in cui si trova attualmente.
Credo che l’atteggiamento di Nasheeta sia proprio di qualcuno che è nuovo in un posto e, per questa ragione, cerca di seguire ogni singola indicazione alla lettera, non ancora consapevole di cosa, in effetti, potrebbe essere ignorato, ma che probabilmente non farebbe finta di nulla neanche se lo sapesse. Gideon, d’altra parte, queste formalità le ha già superate, forse non si è mai trovato ad affrontarle, a dirla tutta, ma non ha intenzione che qualche stupida regola irrealizzabile lo limiti in questioni di pura quotidianità.
All’inizio, nelle loro interazioni, nel modo decisamente affettuoso e invadente con cui lui le si relazione, si potrebbe scorgere del tenero, le tracce di un flirt, insomma, ma non credo che sia questo il caso. Hanno davvero delle belle dinamiche, credo siano un duo che stia piuttosto bene insieme, ma per come stanno ora le cose, non riesco a vedere il loro rapporto in nessun altro modo che non sia di amicizia, per cui in cuor mio sto sperando di averci visto giusto e che, semplicemente, Apollo abbia molti modi di fare notoriamente espansivi e al limite dell’intimità.
Ciò che mi ha sorpresa, in effetti, è come è stato trattato l’argomento Zar trai due, il fatto che lei sia arrossita distogliendo lo sguardo, alla menzione del fatto che lui la stia condizionando molto, mi fa pensare a una sorta di cottarella, nulla di troppo seria, qualcosa che può avvicinarsi alle emozioni infantili di una studentessa nei confronti di un professore, qualcuno che, in questo caso, ha il suo fascino e possiede un forte ascendente nella sua vita, condizionandola sotto più punti di vista. Un’ipotesi un po’ azzardata, non c’è che dire, ma dubito mi staccherai le mani solo per questo, quindi posso tranquillamente rischiare.
Ad ogni modo, posso dirti che, anche se la recensione di questo paragrafo è stata alquanto spastica, ho apprezzato davvero l’accoppiata che hai creato, due spiriti sicuramente energici messi a confronto tra di loro sono sempre un bello spettacolo, quindi credo sia giusto tu sappia che non schifo per niente l’idea di rivederli interagire in maniera simile presto, ecco, ahaha.

• Onestamente? Non riesco a biasimare Alexis per la sua reazione nel sentire Rigel dire «Ora puoi ricucirmi», perché insomma, non te lo aspetteresti nella vita normale, figuriamoci nel mondo magico. Mi sono sentita molto in sintonia con lui, perché davvero, sarei la persona peggiore a cui chiederlo e, in effetti, mi sorprende leggermente il fatto che non abbia semplicemente provato a fare da solo, perché sono dell’idea che la consapevolezza che sì, quella è la sua gamba, avrebbe potuto dargli abbastanza fermezza da fare un lavoro decente. Comunque, non posso sicuramente condizionare i suoi pensieri e quello che è accaduto, in più, la parte più cattiva di me, è parecchio divertita dall’idea di Alexis che fa fatica anche soltanto a infilare il filo nell’ago, per cui va bene così.
Non credevo che Rigel sarebbe stato il tipo di persona che tappezza il muro della sua camera di foto che, per lui, hanno un valore, ma è una cosa che mi piace davvero tanto, per cui sono davvero contenta di questo dettaglio che ci hai svelato. Allo stesso tempo, hai utilizzato la questione in modo molto intelligente, sfruttandolo per evidenziare maggiormente le loro differenze: anche sta volta, conosco la sua storia e non posso dir molto, ma l’arrivare a non esprimere la propria personalità all’interno della sua camera, per via della convinzione che al padre non sarebbe mai, effettivamente, stato d’accordo con ciò che avrebbe potuto vedere, è molto triste. Il problema più grande, però, è che tu ci butti lì le cose e io non so mai se prenderle sul serio o meno. Adesso nel primo cassetto, per come ce l’hai messa te, potrebbe esserci qualcosa come dei preservativi o qualcosa come i documenti che stanno cercando, ma non mi è dato saperlo e sarò costretta a soffrire in silenzio, ugh. Queste, caro mio, sono le cose che succedono quanto le tue lettrici stanno sveglie a orari improbabili per finire le recensioni.
La nomina del Protocollo 21, comunque, è riuscita a distruggere del tutto l’atmosfera. Mi sto chiedendo con tutta me stessa perché diavolo continuo ad esserne sorpresa, quest’uomo aveva cresciuto dei soldatini, non dei figli, è ovvio dovessero sapere come comportarsi in caso uno di loro fosse morto lì sul posto, inoltre, dubito fosse l’unica cosa di questo genere.
Mi sembra giusto aggiungere che sono contenta che Alexis sia effettivamente riuscito a fare un lavoro decente, perché non era affatto scontato e credo che non avrebbe voluto avere Rigel sulla coscienza solo perché non ha mai imparato a cucire, certo, per ovvi motivi non è stato preciso quanto Bizzie, ma apprezziamo tutti lo sforzo. Un vero peccato, tuttavia, il fatto che Numero Uno non cosca abbastanza il fratello da sapere che quello non era il complimento adatto, ma anche in questo caso preferisco apprezzare lo sforzo, si sono entrambi impegnati per rimanere civili ed è così che si dovrebbe fare quando siete due uomini adulti che devono vivere sotto lo stesso tetto.
Concludo, dicendo che la frase finale di Alexis era, ovviamente, molto d’effetto, non tanto per la teatralità del momento, ci sono un sacco di cazzate che avrebbe potuto dire solo per uscire di scena in modo spettacolare, ma per il semplice fatto che si tratta della verità, almeno dal suo punto di vista: mentre Alexis ha sempre fatto di tutto per allontanarsi dal padre ed evitare che questo avesse troppi effetti sul suo modo di vivere ed essere, Rigel si è costruito ad immagine di Octavius, desiderando essere come lui e rinunciando a fin troppe cose, soprattutto, ma ormai di questo potrebbe iniziare ad essere conscio lui stesso, alla sua identità.

• Questo paragrafo finale sarà la mia morte, io già lo dico. Va bene, proverò a vedere solo i momenti che più hanno colpito me e Hel e stringere con i tempi, perché altrimenti potrei davvero andare avanti all’infinito e la recensione diventerebbe alquanto pesante. Prima di tutto, mentirei se ti dicessi che non speravo di leggere una scena con tutti loro a tavola, prima o poi, anche se sono alquanto convinta che Tony mi odierebbe per questo. Resta il fatto che, è innegabile, i pasti sono uno dei momenti di ritrovo più frequenti per le famiglie, per cui sembra una situazione alquanto naturale, nonostante, alla fine, non lo sia per niente.
Ho sorriso come una scema all’idea di Antoine che viene quasi placcato da Artemis, che la osserva, stanco morto e rimpiangendo tutte le scelte che lo hanno portato ad essere lì in quel preciso istante. Vorrei dire che riesco a comprendere perfettamente la fatica ad alzarsi che lui e altri della famiglia provano, ma ho passato una settimana a svegliare Helen entrando nella stanza in cui dormiva con la musica al massimo, perché ero in piedi da un’ora e volevo fare colazione, per cui probabilmente mi ucciderebbe, quindi diciamo che sono più in sintonia con la parte mattiniera.
Essendo il mio OC, ammetto che un po’ mi è dispiaciuto per lui, messo alle strette per prendere parte ad un pasto per cui non prova il minimo interesse, per il semplice fatto che so quanto la situazione lo avrà messo a disagio, ma il punto che ha attirato la mia attenzione è un po’ più avanti. Il suo tentativo di trovare una falla nel concetto di colazione in famiglia che Artemis aveva espresso è stato senz’altro ben pensato, così come le risposte pronte e sicure di lei, come se avesse già pensato a questo evolversi della conversazione. All’interno del loro scambio, però, ci sono due frasi che mi hanno fatta raggelare, prima e dopo l’intervento di Caesar, che mi hanno costretta a mordermi la lingua per non avere reazioni troppo vistose.
Da una parte c’è il “Vedi, Tony, in fondo non è cambiato poi molto dai tempi in accademia. Vi ho ancora tutti in pugno”, detto, molto probabilmente, con le intenzioni più pure, ma che non ha comunque il migliore degli effetti, evidenziando, in qualche modo, il concetto del controllo che devono avere l’uno sull’altro per restare a galla all’interno dell’accademia, dall’altra, invece, possiamo trovare quel “Sii carino e mangia tutto quello che ti metto nel piatto, okay?”. Ora. Lo hai fatto di proposito? È un semplice caso e non ci avevi neanche pensato? Io non ne ho la minima idea, ma che sia volontario o meno, qui si ritorna perfettamente al mio discorso sul fatto che, a parer mio, Artemis non sia mai riuscita a imparare veramente come relazionarsi con tatto alle persone.
È stata lei che, nel primo capitolo, ha evidenziato il fatto che Tony sembrasse più magro, eppure è riuscita a dirgli, in un tono tutt’altro che rassicurante, la cosa più sbagliata, quella che, insomma, non andrebbe detta. Sto davvero sperando che tu fossi conscio di star lanciando una bomba, perché la faccia che ho fatto dopo aver letto per la prima volta deve essere stata impagabile, non so quante volte, pensandoci, io abbia dichiarato che non posso crederci.
Andando oltre ed evitando di fossilizzarci troppo su questo dialogo, passiamo al momento della colazione, perché ho notato che è il Bullizziamo Caesar Day”. Credo che questa, fino ad ora, sia una delle cose che fa più sentire il fatto che, alla fine, si tratti di una famiglia. Non è raro che un gruppo di persone che, anche se in modo contorto, si vuole bene, una volta riunito tenda a trovare qualcuno tra di loro da rendere vittima principale di battute e prese in giro, ovviamente con affetto piuttosto che con cattiveria, ho quindi apprezzato molto l’atmosfera che si era creata, nonostante Numero Sette sia riuscita a spezzarla abbastanza in fretta.
Mi è piaciuto anche, a dirla tutta, il particolare delle reazioni di Tony, Alexis e Rigel, ma questo credo sia dovuto al fatto che so con certezza i motivi del disagio dei primi due, mentre non mi viene difficile immaginare che per quest’ultimo il problema, più che la situazione di per sé (considerando che aveva lui stesso confessato ad Alexis di desiderare che restino tutti per Natale, in modo da tenerli al sicuro) sia stato il fatto che sia stata lei a toccare la questione, privandolo del ruolo di padrone di casa che offre, per così dire, ospitalità.
La conversazione che segue, partendo da coloro che concordano con la sorella e continuando sulla strada dei ricordi, è stata davvero piacevole, ma adesso mi tocca segnalarti un’altra delle reazioni di Hel, che è rimasta particolarmente scandalizzata da come Artemis abbia ignorato completamente il commento sul fatto che, alla fin fine, dovevano subirsi una serata di gala dopo l’altra, nonostante i mille allenamenti. Adesso, so che ormai questa recensione sembrerà il gioco buttiamo giù Numero Sette mostrando tutti i momenti in cui sembra sfoderare della positività tossica, ma ti giuro che non lo faccio per antipatia nei confronti del personaggio, sto solo cercando di ritrovare i vari momenti che ci hanno dato modo di ragionare meglio sulla natura di questo personaggio.
Ad ogni modo, dopo una parte di conversazione più tranquilla, ovviamente, non poteva mancare una bella discussione, prima concentrandosi sulla nostra Bizzie, che pare dispersa, e poi ampliandosi per andare a trattare la particolare situazione in cui si trovano. Sarò pienamente sincera, non ho particolari idee che possano aiutarmi a comprendere dove Rigel possa averla mandata, non saprei neanche dire se ho semplicemente perso i segnali per strada, oppure tu non abbia ancora rivelato a sufficienza, ad essere del tutto sincera. In compenso, posso dirti con assoluta certezza che “«Hai intenzione di dirci chi erano i tizi che ieri hanno imbavagliato me e Levi, distrutto il salotto e quasi sterminato l’intera famiglia mentre tu facevi yoga nelle cripte?» «No»” emana da ogni parola i vibes del meme “No, I don’t think I will”.
Lo so, in teoria avrebbe dovuto essere una scena seria, piena di tensione dovuta alla complicata situazione a cui sono stati costretti, ma qui si parla di due adolescenti che leggevano insieme il capitolo, il collegamento a questo meme è arrivato prima ancora che potessimo pensarci.
Ad ogni modo, credo che abbiano gestito la situazione di dramma in modo egregio. Alcuni hanno scelto saggiamente di starsene in silenzio, evitando di tirar fuori commenti che avrebbero potuto solo complicare la situazione, altri, invece, sono intervenuti in maniera efficace e hanno saputo riconoscere un limite, accontentandosi anche se non pienamente soddisfatti. Insomma, si potrebbe dire che hanno fatto un ottimo lavoro di squadra, peccato che non siano stati in grado di mantenere questo quieto vivere per poi così tanto tempo.
Mi ha fatto davvero tenerezza Caesar, così devoto a suo fratello, nel tentativo di dimostrargli quanto, per lui, sarebbe importante ritornare a casa, anche e soprattutto dopo tutto il tempo che ha passato lontano da essa. Mi è piaciuta la sua osservazione sul fatto che rimanere lì non sia per forza rinunciare totalmente al resto, un tempo deve essere stato così, con Octavius al comando, ma spero che Rigel sappia capire quando è il momento di fermarsi.
Un’infinità di punti in più, invece, per la conversazione sulle ragazze in bikini, oserei quasi definirlo come il momento migliore del capitolo! Non lo so, è uno scenario davvero bello, a suo modo, Caesar che cerca sostegno da parte dei fratelli, Ezra e Tony che si sottraggono dalla conversazione, tentando di mimetizzarsi con l’ambiente, Alexis che sorry not sorry, ma non sono interessato e Oliver che non riesce a dargli pienamente codarda e, alla fine, fra tutti è proprio la ragazza bisessuale quella che trova giusto mettere in chiaro che, questa volta, Numero Tre ha ragione (tra le tante cose, un grande sì anche per il famosissimo testamento di Caesar, che se dovesse essere effettivamente modificato ogni volta che lo tira in ballo, ormai avrebbe visto ognuno di loro come intestatario).
Purtroppo, in questa famiglia non si può rimanere tranquilli per più di cinque minuti di fila, quindi Numero Uno doveva necessariamente andare sulla difensiva, vedendo il suo equilibrio venir messo in pericolo da Esmeralda. Capisco, in parte, il suo punto di vista, ma ci sono un paio di cose che proprio non me le doveva dire, perché il muro si faceva sempre più invitante. “«E a te cosa importa della nostra famiglia?» replicò Rigel, gelido «Conoscendoti, sei qui solo per il testamento»”. Tipo… boi, cosa minchia stai facendo? So che per com’è fatto il personaggio e con la discussione in corso, questo commento aveva perfettamente senso, ma probabilmente se mi fossi trovata in quella stanza con loro avrei finito per urlargli contro qualcosa tipo ma perché!? Ti avrebbe ricucito se non gli fosse fregato nulla!? A parte tutto, suppongo tu possa capire lo stato d’animo del momento.
L’altra frase, invece, era rivolta ad Esme: “«Se torni, voglio essere sicuro che non te ne andrai mai più»”. La questione è che, a questo giro, sta chiedendo davvero tanto, e sembra che non se ne rendano neanche conto. Forse sono io a leggere la questione in modo troppo drammatico, ma in questo modo sta rischiando di compiere anche lui gli stessi errori del padre, ma voglio davvero sperare per il meglio.
L’ultima cosa che ha attirato l’attenzione mia e di Hel, perché in questo paragrafo non c’è stata abbastanza disapprovazione per il comportamento delle persone, è stato il commento di Artemis riguardo al fumo. Non che non abbia ragione, sia chiaro, semplicemente speravamo che, in quanto paladina della famiglia perfetta, avesse più considerazione dell’intelligenza di Alexis e pensasse che, magari sarebbe effettivamente uscito, senza che dovesse ricordarglielo lei.

CE L’HO FATTA! Okay, no, contegno. Scusa, credevo che non avrei mai più finito di buttare giù i pensieri su questo capitolo, la recensione è venuta il doppio del previsto, alla fine ho dovuto anche togliere delle cose per non farla venire tagliata e pensavo di impazzire. In generale, è inutile dire che ho amato questo capitolo, la storia sta davvero prendendo una bella piega e sono fiera di poter dire che il mio Tony ne fa parte, come Hel è fiera per quanto riguarda Alexis.
Spero abbia tutto un senso, mi rendo conto che in alcuni casi sono praticamente partita per conto mio, ma desideravo farti capire al meglio tutti i ragionamenti che mi passano nella testa, nel vano tentativo di psicoanalizzare ogni personaggio che mi piazzi davanti, continuando così non ho idea di quanti strafalcioni finirò per fare, sinceramente. Adesso direi che posso lasciarti stare, mi starai già odiando a sufficienza. Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare a breve, da quello che hai detto, quindi suppongo… a presto?
Baci
;*
Zoey (e Hel)
PS. Devo proprio dirlo? Se qualcosa non ha senso, dai pure la colpa al mio cervello che ha deciso che è arrivato il momento di liquefarsi totalmente, non ho la forza per rileggerla ancora

Nuovo recensore
20/07/20, ore 11:30

Coooooosa!?
Questo capitolo l'ho letto tutto d'un fiato, Smaug, e ti rifaccio i miei super complimenti perché la storia sta prendendo pieghe interessantissime. Se penso che non volevo neanche partecipare a questa storia, mi vien voglia di strapparmi i capelli. Stavolta parto con calma e analizzo ogni scena, così facciamo una recensione decente, eh.
Iniziamo con il flashback. Meraviglioso. A dir poco meraviglioso. Che Rigel uccidesse gente per conto dell'Umbrella Academy mi pareva ovvio, ma che avesse cominciato a sedici anni è agghiacciante. Povero cuore. Emblematicissimo è il fatto che la sua prima preoccupazione sia cosa ne pensi suo padre e tutto il chiaro dilemma morale vada in secondo piano rispetto all'opinione di Octavius. E Octavius? Lo amo. Nel senso, amo il modo in cui hai strutturato questo personaggio, alternando cose carine tipo l'agenda con tutti gli impegni dei ragazzi e cose terrificanti come i giochi di manipolazione. Quanto a lui come padre, lo odio. In questo capitolo è evidente il fatto che tratti i suoi figli come soldati e che, anche se un po' vuole bene a tutti loro, prevale sempre la visione da colonnello che ha. Il fatto che pensi a sfruttare l'incertezza del povero Rigel e sfocare la sua linea di demarcazione di bene è male mi ha messo davvero i brividi. E Numero Uno, cuoricino, che cosa mai poteva fare? "La crepa che lo separava da loro era all'improvviso un burrone.": prima pensavo che le differenza tra i ragazzi dell'accademia fossero più che altro psicologiche, ma ora mi rendo davvero conto che tra loro e Numero Uno c'è il Pacifico. Correggimi se sbaglio, ma da questo momento Octavius non solo smette di trattare Rigel come un figlio (cosa che forse non ha mai fatto) ma anche come soldato e lo addestra come un apprendista (?). Non so, guarda. Spiegami te perché al momento sono solo allibita.
Il continuo della scena tra Rigel e Alexis è ancora parecchio ambiguo, ma qui finalmente si arriva a una spiegazione decente della situazione. Apprezzo che tu lo abbia fatto. Per quanto sia divertente tenere i lettori all'oscuro di tutto e far aleggiare l'intera situazione nel mistero, ormai siamo al quarto capitolo e c'è bisogno che il lettore -non i personaggi, ma il pubblico almeno- sappia una versione della storia. Per quella dei cavalieri aspetteremo ancora un po', immagino, ma questa versione ci va benissimo per ora. Apprezzo anche il fatto che la spiegazione sia frammentata e che Numero Nove non stia lì come uno spaventapasseri ad ascoltare e basta, ma prenda parte alla conversazione e tragga le sue conclusioni. In complesso, bella scena. Mi piace anche il fatto che tu non faccia perdere il focus del flashback, che era su Rigel, e lo stemperi piano piano.
Poi naturalmente c'è questa scena carinissima tra la mia Nasheeta e Gideon. L'approccio leggero alle crisi di identità della Sfinge è appropriato per il suo personaggio e ho adorato il modo in cui Apollo va a ripescarla dai suoi pensieri e ci dà uno scorcio della normalità dei cavalieri. Nasheeta che passa la serata sul letto a guardare il soffitto e a sentirsi in colpa mentre Gideon praticamente si fa una SPA fai-da-te è super reletable e il pigiama di flanella è la ciliegina sulla torta. Questa scena è stata stupenda, fattelo dire.
E poi si ritorna subito a casa Cleremont e ad Alexis che cuce per la prima volta in vita sua nella peggiore delle situazioni possibili. Ora però si fa davvero seria la domanda: dov'è Bizzie? DOVE? Ti giuro che mi sto mangiando la testa. Da una parte mi dico che è con i documenti importanti, ma dall'altra penso che potrebbero essere semplicemente nelle cripte e Bizzie forse è da qualche altra parte. Poi il fatto che Rigel dica che nessuno può farle del male mi fa pensare che magari ha delle ombre con sé e chissà che cavolo sta facendo.
Tra parentesi.
Questa cosa
"«Lui era tutta la mia famiglia» fu la risposta infinitamente triste e orgogliosa e quieta «L’avrei seguito anche all'inferno»
«Ancora non te ne accorgi, Rigel?» questa volta non c’era alcuna derisione negli occhi verdi di Alexis «È esattamente quello che hai fatto»"
non te la perdonerò mai.
Vabbe. Per fortuna c'è Artemis a rendere le cose complicate in modo divertente. Che poi, a pensarci bene, Numero Sette è un altro personaggio molto molto complicato che fatico a capire. Una parte di lei mi sembra dolce e spontanea e adorabile, un'altra invece me la fa sembrare un po' una maniaca del controllo alla stregua di Rigel. E questa cosa mi riporta allo scorso capitolo, quando Alexis diceva che, se fosse tornato per Natale, Artemis sarebbe stata tutto il tempo al fianco di Octavius. Abbiamo capito che Numero Sette, bellissima e perfetta, era in un certo senso la bambolina di casa Cleremont, la figlia perfetta. Quindi mi chiedo, non è che anche lei, come Rigel, abbia imparato a guardare Octavius con ammirazione e a imitarne certi comportamenti? Questo spiegherebbe davvero tante cose, ma non è il caso di mettersi a fare congetture ora. Ti confesso che ho un po' esultato quando Rigel ha deciso di "dare una seconda chance" anche ad Esme e sono curiosissima di come si comporterà nei prossimi capitoli. E poi naturalmente ti faccio un appunto alle risate che mi sono fatte e ai settantaquattromila punti in più che Alexis si è guadagnato con quell'ultima battuta:
"«Io invece ho bisogno di nicotina» esclamò Alexis, una volta che i due se ne furono andati. Stava già pescando dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette, quando si accorse dello sguardo scandalizzato di Artemis e di quello divertito di Oliver «Avete ragione, si deve essere sempre aperti alle alternative…» disse, rivolgendo loro un sorriso tutto denti «quindi se qualcuno ha della tequila o del rum, sappiate che non mi dispiacerebbe un po’ di caffè corretto»"
Ancora complimentoni per questo capitolo e spero di vedere il prossimo al più presto perché questa storia mi sta prendendo tantissimo e mi dispiacerebbe vederla interrotta da grandi intervalli di tempo tra un capitolo e l'altro.
A presto, spero!





Courtney

Nuovo recensore
20/07/20, ore 11:03

Ciao Smaug!
Come tu ben sai, ho appena recuperato il mio cellulare, dopo praticamente un mese di bestemmie e preghiere, e mi sono subito fiondata su EFP per mettermi in passo con la storia e recensire per bene questi due nuovi capitoli.
Ti chiedo scusa già da ora se la recensione non sarà granché, ma ho finito gli esami praticamente la settimana scorsa e ti giuro che mi sento più di là che di qua. Comunque c'è assolutamente da farti un paio di complimenti perché, da come me l'avevi descritto tu, questo capitolo era il mostro di Frankenstein. Invece è una meraviglia. Ho amato da morire la chiusura ad anello e la scena del combattimento è incalzante e ben scritta. Di che ti preoccupavi, di preciso? Vabbe, vai a vedere te quanti e quali complessi ti fai per certe idiozie, Smaug.
Ora però finiamola con gli insulti e commentiamo un po' gli eventi salienti di questo super capitolo. Partiamo da Alexis, che dici? Io dico che non sapevo proprio cosa aspettarmi da Numero Nove: un po' perché ha la faccia di Enjolras e io non so decidermi se amarlo o odiarlo e la mia relazione con lui è tutta un carme 85; un po' perché si presenta davvero in modo molto molto strano. Da una parte lo vedo tutto sorrisi scaltri e battute sarcastiche e leggerezza, mentre dall'altra si ritrae dalla vita familiare, come se anche solo stare con i suoi fratelli fosse uno sforzo immane, e se ne sta molto per conto suo. Per non parlare poi di questo suo rapporto ambiguissimo che ha con Rigel. Ne parlavo con Aires -che, tra l'altro, recensirà a breve- proprio questa mattina e siamo arrivate alla conclusione che qualquadra non cosa. Voglio dire, alla fine del capitolo ho trovato a dir poco bizzarro il fatto che fosse Alexis ad accorgersi che Rigel stava male (piuttosto che Caesar o Esmeralda) e a seguirlo e chiedere spiegazioni. Potrebbe essere una cosa legata al suo passato, eh. Di certo i ragazzi dell'Umbrella Academy ne sanno qualcosa di bugie e manipolazioni e magari Numero Nove, in particolare, non sopporta di tornare dopo tutti quegli anni ed essere trattato ancora come fosse un ragazzino. O MAGARI NO. MAGARI C'E' UN NESSO DIVERSO CHE IO AL MOMENTO NON POSSO CAPIRE. Okay, così non va. Diciamolo civilmente. *coff coff* O magari no. Magari c'è un nesso diverso che io al momento non posso capire. In fondo, come abbiamo capito, Alexis e Rigel non sono mai stati amiconi e da quel che si vede il loro rapporto non era neanche indifferente e andava direttamente sullo spettro della tensione. Che tipo di tensione, poi, è un'altra storia ;)))). Hai ragione, Smaug, sto tornando a essere incivile. Diciamoci solo che è un rapporto teso. E a proposito, nell'episodio del flashback mi è sembrato davvero stranissimo il comportamento autoritario di Rigel, il fatto che insista così tanto, forse perché mi ero fatta un'idea di lui come uno che tendenzialmente se ne sta sulle sue. Ma boh. Magari mi sto facendo solo un sacco di film mentali. Nei prossimi capitoli valuterò la situazione e ti dirò che ne penso ufficialmente perché per ora ho un pensiero che da solo potrebbe portarmi in manicomio ahahah.
Inutile dirti che la scena a casa Cleremont con i ragazzi intorno al camino è stata stupenda e le chicche di vita vissuta sono carinissime. Il mio Caesar, come al solito, l'hai ritratto benissimo. Il suo confronto con la Kitsune è molto molto in character: ce lo vedo proprio a fare filosofia con la "domestica" e questo essere totalmente oblivious quando ha altri pensieri nella testa l'hai preso spiccicato dalla scheda. Quindi grazie, Smaug. Mi è piaciuto parecchio. Ovviamente anche nella scena del combattimento si è comportato benissimo e mi chiedevo proprio quando avresti mostrato questo suo lato che, credo, emergerà progressivamente man mano che lui ne perde il controllo. Stupendo il modo in cui stai tratteggiando la sua amicizia con Esme e Oliver, il rapporto frastagliato con Artemis e l'amore per Rigel.
Ti vorrei davvero dire di più -per esempio ho trovato meravigliose le interazioni tra Ezra e Levi, che sono assolutamente la mia ship- e la caratterizzazione stupenda che stai dando alla mia piccola Nasheeta, ma proprio mi prudono le mani per andare a leggere il prossimo capitolo, quindi a malincuore ti lascio e corro al quaaarto :D








Courtney

Nuovo recensore
17/07/20, ore 00:52

Ciao!

Prima di tutto volevo farti i complimenti per come scrivi: sei davvero bravo. Hai uno stile di scrittura che mi piace, né troppo semplice né troppo complesso, e riesci a mantenere viva l'attenzione del lettore (cosa a mio parere estremamente difficile). Passando alla storia, è una delle fanfiction più intriganti che abbia letto nell'ultimo periodo. Ammetto di aver iniziato a leggere perché sono fan della serie tv, ma poi sono rimasta per la storia in sé (che da quello che ho capito prenderà una strada diversa dall'opera originale, ovviamente). Recensisco di rado, ma quando trovo una storia come questa mi sembra doveroso fare i complimenti all'autore.

Passando ai personaggi, adoro Caesar. Per ora è probabilmente il mio personaggio preferito insieme ad Artemis e Oliver. Rigel mi affascina troppo, non vedo l'ora di scoprire altro su di lui. Ezra e Levi mi sembrano avvolti in una bolla, mi chiedo cosa possa essere successo tra loro. Insomma, quando si sono incontrati non volevano nemmeno guardarsi in faccia, quindi presumo si tratti di una faccenda grave (e non so se sono solo io, ma ci ho visto del romantico tra i due). Esme mi sta troppo simpatica, mentre Antoine e Alexis non li ho ancora inquadrati sinceramente, soprattutto l'ultimo. Mi chiedo cosa li abbia fatti allontanare così tanto dai fratelli, anche se potrebbe essere semplicemente per il loro carattere. Mi sembrano molto schivi e introversi.
E soprattutto non vedo l'ora di scoprire di più sui cattivi e sulle loro intenzioni verso l'Umbrella Academy!

Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!

A presto,

ChiarainWonderland

Recensore Master
12/06/20, ore 01:50

Ciao Smaug! Mi rendo conto di quanto il mio ritardo sia vergognoso e di questo mi scuso tantissimo ma se ho rimandato finora è stato per lasciarti una recensione che fosse degna del favoloso capitolo che ci hai regalato. So già, neanche a dirlo, che neanche adesso ne sarò soddisfatta perché mi sembrerà sempre di essere poco approfondita ma veniamo a noi altrimenti non lascerò mai un pensiero e non voglio che accada.
Prima di tutto mi preme dirti che l’alternanza con i flashback è assolutamente splendida: riesci a calarci nel passato e a darci un’idea di come andavano le cose in modo assolutamente perfetto. Alexis mi aveva incuriosita sin da subito e in effetti mostra una certa profondità, un bagaglio fatto di conflitti e un desiderio di libertà non indifferenti. Questa è la prospettiva di Alexis e il fatto che il capitolo si sia aperto e chiuso con lui e il confronto con Rigel trovo sia stata una scelta davvero splendida; per ciò che riguarda i flashback ti ringrazio infinitamente per come hai mostrato anche Levi ed Ezra: il fatto che lui non esiti a sostenerla e che fossero inseparabili mi ha davvero emozionata, li ho sempre immaginati così ed è stato un fantastico regalo per me. Inoltre abbiamo scoperto che Rigel era una persona popolare, quasi socievole, a scuola e mi chiedo se la sua fosse una maschera o sia semplicemente chiuso verso i suoi fratelli (magari perché li associa alla crescita che gli è stata imposta).
Il presente che si svolge in casa con quasi tutti a confronto è stata invece una scena non solo bellissima ma anche istruttiva, mi spiego: vederli tutti insieme, potersi addentrare nei loro pensieri, assistere alle varie interazioni ci ha dato (secondo me) non solo indizi fondamentali per delineare i caratteri di tutti, ci ha fornito anche la possibilità di scoprire qualcosa in più sulle vicissitudini che i nostri hanno vissuto lontano da casa e tu sei stato davvero fenomenale perché hai narrato tutto con un’accuratezza e una spontaneità invidiabili. Ad avermi colpita è stato il passato di Esme, non mi aspettavo che un personaggio così positivo potesse essersi lasciato impelagare in una relazione tanto nociva; altra cosa ad avermi presa alla sprovvista è stato senza dubbio il comportamento di Artemis: è un personaggio estremamente complesso, che ancora non riesco a catalogare. Sapere che interiormente voglia tornare a casa ma che poi, di fatto, non approvi le idee di Cesar ed Esme mi ha sorpresa non poco. La tua bravura è ancora una volta innegabile, credo non sia facile riuscire a tracciare tutti i personaggi così bene senza però svelare troppo per ingolosire il lettore…beh, caro mio, tu ci sei riuscito! Infatti adesso mi tormento per saperne di più circa la missione di Cesar e di certo sono assolutamente affascinata dalle dinamiche tra Tony e Artemis. Tra l’altro il primo mi sembra altrettanto combattuto sulle sensazioni che dovrebbe provare, mi sembra fragile e sapere che abbia qualcuno nella sua vita a rassicurarlo mi scalda il cuore.
Le scelte delle pizze, lasciatelo dire, sono state esilaranti e il ricordo del ristorante non proprio pulito mi hanno sì fatta ridere ma anche trasmesso tanta nostalgia perché contribuiscono a creare un’idea di complicità e quotidianità che spero i nostri possano ritrovare.
Grazie, grazie e ancora grazie per come hai reso il primo incontro di Ezra e il conseguente tentativo di riavvicinamento a Levi: il modo in cui questi due, con timore, ma profondo amore si rapportano è assolutamente toccante per me. Ezra so che non ha proprio un carattere semplice, il fatto che cerchi di rendere però la situazione più agevole per Levi, la sua Levi, che io amo follemente per la dolcezza con cui si rapporta a tutti e per il dono naturale che ha di farsi amare, è stato semplicemente magnifico e ti assicuro che la mia gratitudine è smisurata. Aggiungo poi che il modo in cui hai trasposto i pensieri dei due è stato così naturale è convincente e meraviglioso: Levi che cerca di rassicurarsi e mantenere le distanze ed Ezra che ricorda a sé stesso di non essere Rigel, nel profondo, mi hanno davvero spezzata.
Il piano dei Cavalieri è invece ben costruito e ognuno di loro rimane impresso perfettamente grazie al ruolo che ricopre e alla forte personalità che ha. . Zar mi appare il leader e di certo il motivo di tale ruolo ci deve essere, stuzzica la mia curiosità in modo esponenziale anche se devo ammettere di averlo trovato brusco. Kasumi invece è quella che mi piace di più, inquadrata e seria ma soprattutto determinata a non farsi mettere i piedi in testa. Nasheeta mi aveva intenerita con la sua inesperienza ma devo riconoscere che ha avuto il ruolo più subdolo e pericoloso e devo ammettere che nonostante tutto ci si è destreggiata magnificamente. Infine Apollo è quello che suscita in me le sensazioni più contradditorie: ha il piglio sadico e un po’ faccia da schiaffi ma il suo modo di porsi nei confronti di Nasheeta mi ha fatta sorridere non poco. Le maschere, lasciatelo dire, sono un’idea fantastica: le hai descritte così minuziosamente da restare impresse nella retina del lettore in modo indelebile, in tutta la loro bellezza e micidialità. Di certo non mi aspettavo che avessero anche un potere così inibente e la cosa mi ha tenuta col fiato sospeso durante tutto lo scontro, complimenti davvero perché ogni volta sei una scoperta strabiliante quanto bella per il tuo modo unico di raccontare.
Il confronto tra Ezra e Levi è un pezzo (ma va, non mi dire XD) che ho letteralmente amato: il modo impacciato in cui lui cerca di capire come stiano le cose e la disarmante limpidezza di lei mi hanno veramente lasciata con il fiato sospeso, sapevo che fosse troppo presto, e nonostante tutto non ho potuto fare a meno di immedesimarmi in loro, di innamorarmi di entrambi ancora e non ho potuto non sperare che questi due si avvicinassero. Il modo in cui tra l’altro si prendono la colpa di ciò che è accaduto, testimonia il profondissimo legame che li unisce e ho trovato tutto così pertinente e calzante che non solo mi sono soffermata sul pezzo ma non ho fatto altro che ripetermi “sono loro”. Levi è un personaggio dotato di una luce e un’amorevolezza che ti spezzano il cuore tanto è bello e profondo e Ezra è così Ezra. Impacciato, turbolento (persino nei pensieri) eppure animato dalle migliori intenzioni.
Ti devo confessare che quando ha poi capito che quello non fosse il vero Rigel, soprattutto dalla parola “fratello” e che il suo primo pensiero si è rivelato essere mettere al sicuro Levi mi sono davvero ma davvero commossa. Per questo, dunque, grazie ancora.
A questo punto, mi chiedo, erano loro a dover essere messi fuori combattimento?
Una delle scene memorabili comunque ce l’hanno regalata Kasumi e Cesar: l’improvvisazione è stata una goduria da leggere e il modo in cui la ragazza si confronta con Numero 3 mi ha fatta sganasciare, questa ragazza e i suoi modi impassibili sono fantastici. Il modo spontaneo e innocente con cui Cesar creda alla sua storia è una di quelle situazioni umoristiche nelle quali, però, ti ritrovi a chiederti quanto effettivamente solo si possa essere sentito per non avere dubbi. Penso che questo, se non ho sbagliato nell’interpretare il passo, sia un modo splendido per dimostrare quanto (anche indirettamente) la loro formazione abbia influito. Kasumi non è esente dalla classifica dei personaggi sfaccettati, a proposito, dato che apprezzo il modo in cui comunque cerca di soffocare il senso di colpa per il raggiro. Ma la sua maschera? Io voglio saperne di più!
Sai una cosa? Credo di aver letto raramente di battaglie così ben scritte: la tensione si tagliava col coltello, ogni tonfo o schianto sembrava sbucare fuori dalla narrazione e avvolgere il lettore e ogni interazione si è rivelata serrata e mai e poi mai prevedibile. In questo frangente ho adorato Oliver e il suo preoccuparsi di spronare le sorelle, è un personaggio spontaneo e di buon cuore che facilmente si fa amare.
I momenti con il climax più alto per me sono stati lo strappo della maschera e il confronto tra Zar/Numero 1 e Cesar/ Apollo. In entrambi i casi si erano già incontrati e se ad Apollo è andata bene, lo stesso non si può dire di Elijah. Il potere di Rigel è tanto spaventoso quanto affascinante, solo Melisandre di GoT credo mi abbia inquietata tanto, e la fine che ha fatto fare alla Medusa, il modo in cui l’ha raccontato, e il travaglio di Elijah mi hanno trasmesso tanti brividi e una punta acuta di malinconia. Altro discorso per il fantastico Cesar e per l’irriverente Apollo, se il potere di Numero 3 ha catturato gran parte del mio interesse? Assolutamente sì ma d’altro canto non riesco a non interrogarmi sullo scontro precedente tra i due.
Il piano fortunatamente non è riuscito ma dove sono le carte? E Bizzie? (no, non me n’ero dimenticata e anzi grazie per avermi fatto morire di tenerezza nel leggere di Ezra che chiede ad Alexis di quel particolare aneddoto per verificarne l’identità) Io scommetterei che sono insieme…
La reazione di Rigel credo sia stata naturale, magari nella sua ottica di guerriero fedele ad Octavius non riesce proprio a digerire il cambiamento dei fratelli. Mi piace pensare però che in parte sia combattuto, magari una parte di sé non vuole dipendere ancora da chi ha percepito come traditore una volta. In ogni caso lo scambio con Ezra mi è piaciuto molto e la sua impazienza è caratterizzata alla grande; infine credo di aver perso un battito nell’assistere al suo accettare la stretta amorevole di Levi: veramente perfetto.
Infine, sul serio, il rapporto tra Alexis e Rigel mi ha lasciata sbalordita (come il rifiuto di quest’ultimo di farsi curare da Esme) : ho ritrovato una complicità un po’ fosca, ormai mi faccio domande a oltranza…questa te la risparmio.
Il merito è tuo comunque: sei mostruosamente bravo nel seminare indizi, hai una scrittura ricchissima (non mi stupirei se sapessi che hai pubblicato qualcosa di tuo esteriormente al mondo delle ff, in effetti), ogni dettaglio è un piacere per la lettura e spazi in maniera naturalissima da una situazione all’altra.
Scusa ancora per il ritardo e per l’ora barbara ma sto avendo delle giornate che definire piene sarebbe un eufemismo, spero di non aver dimenticato nulla...ci tenevo troppo per non passare, ancora complimentoni!
A presto,
Anne

Recensore Master
04/06/20, ore 17:43

Con estrema fatica, eccomi qui. Mi scuso davvero per l'imperdonabile ritardo Smaug, ma purtroppo questo è un periodo strapieno e mi sono dovuta ritagliare appositamente il tempo per recensire la tua - ed altre- bellissime storie che seguo con estrema passione. Spero di riuscire a rendere giustizia a questo tuo lavoro: iniziamo!

Il flashback iniziale è stato utilissimo, oltre che molto tenero. Ti ho già detto che amo il livello di introspezione con cui affronti i personaggi? Si? No? Beh, lo ripeto ora. Il punto di vista di Alexis potrebbe essere quello di ognuno di questi nostri ragazzi, che dalla quotidianità ne sono usciti probabilmente frantumati (certo, chi più chi meno, ma non, faccio fatica ad immaginarmi i maghi ormai adulti che devono ricucire più di una ferita). E devo dirtelo, scegliere di aprire il capitolo con uno flashback che vede coinvolti Alexis e Rigel e chiuderlo, invece, con loro due nel tempo reale, è stato perfetto. Le dinamiche saranno sicuramente in parte cambiate, visti gli anni di lontananza, eppure il rapporto conflittuale è rimasto lo stesso. Alexis non vuole tornare a casa per le vacanze di Natale? Mi sembra naturale, quasi scontato, come scontata mi è sembrata la reazione di Rigel e la sua mossa (possiamo dire un tantino meschina, conoscendo Levi?) di coinvolgere numero quattro per convincere Alexis a seguirli alla Villa. A proposito di Levi: è stato bellissimo vederla con Ezra e leggere del loro rapporto ai tempi di Hogwarts, un grazie speciale per questo <3.
La frase che chiude il flashback mi ha stretto il cuore: “Un Natale in prigione lo poteva passare, in cambio della promessa di una vita intera in libertà.” Questo lascia intuire a noi lettori quanto, davvero, per Alexis sia stato un peso vivere seguendo le dinamiche dell’Umbrella Accademy e assecondare le volontà del loro padre adottivo. Non un solo pensiero va ai suoi fratelli, ma solo e soltanto all’agognata libertà. Lacrimuccia.

L’atmosfera a casa, nel tempo presente, è invece riuscita a scrollare via l’ondata di gelo che il flashback legato ad Alexis aveva portato. Mi piace moltissimo l’equilibrio che pare essersi ristabilito fra tutti loro e in rappresentanza di questo c’è sopra ad ogni cosa la confessione uscita dalla bocca di Esme con una naturalezza unica. Sapere del suo passato burrascoso, di questa relazione malata e abusiva in cui si è ritrovata la strega, è stato struggente, specialmente perché questa, in qualche modo, mi da l’idea di essere lo specchio del suo rapporto malsano con il padre (ok, non buttiamoci Edipo in mezzo per carità) e in generale del suo ruolo all’interno dell’Umbrella. Esmeralda, comunque, è senza ombra di dubbio uno dei personaggi che apprezzo di più; mi piace la sua energia e mi piace il contrasto con la Esme senza la sua famiglia che sarà anche disfunzionale, ma a cui lei tiene tantissimo. Ad esempio la sua decisione di tornare all’Accademia mi sembra calzante con quanto emerge dal suo personaggio. Inoltre il suo rapporto con Levi, che te lo dico a fare, è davvero perfetto.
Invece i pensieri di Artemis sono decisamente ambigui: da una parte sembra essere a perfetto suo agio in quella sua situazione –ha con i fratelli un rapporto molto intimo e quell’abbraccio con Oliver lo sottolinea-, eppure pare che trovi assurda l’idea che Esme possa esprimere il desiderio di tornare all’Accademia con Caesar e Rigel. Inutile dirti che è ancora difficile inquadrarla, ma sono certa che non mancherai di schiarirmi le idee!
Invece che te lo dico a fare, mi sono sciolta, liquefatta, annientata, non appena Ezra ha messo piede nella stanza e ha dimostrato la voglia di parlare con Hillevi. Sarò sicuramente di parte, ma la dinamica fra loro due ha catalizzato in un attimo tutta la mia attenzione. Ezra mi ha fatto una gran tenerezza: il suo isolamento, poi l’essere catturato dalle chiacchiere della sua famiglia e quella vocina, dentro di lui, che gli ricorda che no, non è come Rigel. Mi pare evidente che il rapporto fra i due sia molto complicato, specialmente quando, più avanti nel capitolo, lui e levi incontreranno il falso Rigel e Ezra si rende conto che qualcosa non vada perché mai, Numero Uno, lo avrebbe chiamato “fratello” (muoio d’amore!)
Ma torniamo al catartico incontro: adoro come Levi si è comportata, così come ciò che ha pensato; ancora una volta emerge che lei rifugge lo scontro e che teme, sopra ogni cosa, quello con Ezra; ma l’accondiscendenza del mago, con quel rimarcare che il piano di sopra è meglio, perché è stato lei a dirlo, mi ha definitivamente spezzata. Un vero peccato – anche se inevitabile- che il loro confronto sia stato interrotto in quella maniera tanto brusca. Del resto è comprensibile, anche se sarei stata davvero curiosa di vedere il potere di Levi in azione! Chissà se quelle maledette maschere veneziano avranno lo stesso potere scherma, con lei. E niente voglio sapere tutto, sono impaziente, non mi stancherei mai di questa storia!
Va bene, tento di tornare lucida e proseguo:
Il piano ordito dai cavalieri mi sembra ottimamente costruito, nonostante non abbiano preso in considerazione un paio di fattori, tra cui il terribile Rigel con quelle sue ombre che farebbero spavento a chiunque. Comunque non posso negare di essere stata più che soddisfatta dell’esito della missione, anche perché Elijah, tesoro, credo che sia il caso che tu inizi a ridimensionarti. Mi sono immedesimata in Nasheeta e nel suo senso di inadeguatezza: per lei è stata la prima vera missione, o meglio la prima in cui ha dovuto ricoprire un ruolo molto importante, per cui la rigidità dello Zar, nei suoi confronti, non mi è piaciuta affatto.
Mentre ho letteralmente amato Kasumi e il suo incontro con Caesar; ho riso dall’inizio alla fine del loro incontro e per un lungo momento ho pensato che il mago stesse bluffando: perché mai una cameriera dovrebbe vestirsi in quella maniera lì? (tra l’altro il suo pseudonimo, unito alla maschera della volpe, mi hanno conquistata. Sarà che ho una predilezione per quegli animaletti…)
Insomma, questa è stata una coppia comica totalmente inaspettata, ma sicuramente ben riuscita; credo che il merito, oltre che tuo e della tua capacità di scrittura, si trovi nella diversità di questi due personaggi che, almeno apparentemente, sembrano trovarsi agli antipodi. Spero davvero che ci darai un’altra occasione per vederli interagire, perché penso non potrei mai stancarmi di leggere di loro!
Aggiungo ora solo un’altra piccola cosina in merito a Ezra e Hillevi, poi prometto di starmene zitta zitta: ma quanto è meraviglioso Ezra? Quanto? Lui, che ammette senza troppi giri di parole che se si è deciso di tornare alla villa è stato solo per rivedere lei. Ecco muoio d’amore parte 2. Mi ammutolisco, stop. Giuro.

Invece, con quel fugace scambio fra Tony e Esme, ci hai ricordato una cosa molto importante: loro non sono ragazzi comuni, loro fanno parte della squadra dell’Umbrella Accademy e non se lo sono dimenticati, o almeno non totalmente. Infatti Tony cita il protocollo 12, che Esmeralda coglie al volo e, sensatamente, decide che la mossa migliore è quella di richiamare immediatamente Rigel. Come darle torto? Non solo perché il suo è un potere curativo, non propriamente adatto al conflitto, ma anche perché Rigel è stato l’unico (escluso Caesar e la sua missione di cui ancora dobbiamo sapere tuuutto), a rimanere alla villa; probabilmente avrà continuato ad allenarsi senza sosta e, sempre probabilmente, Numero Uno è a conoscenza di tutta una serie di informazioni legate a Octavius di cui tutti gli altri sono all’oscuro. A tal proposito credo di sapere dove si trovi Bizzie, ma non scriverò nulla in recensione, promesso.

Lo scontro vero e proprio è stato emozionante, avvincente, equilibrato e ha avuto i suoi bei colpi di scena; devo farti i complimenti anche in questo caso, perché non è affatto facile descrivere le battaglie in maniera tanto fluida e, specialmente, riuscendo a mantenere alta l’attenzione. Ho letto parecchie ff e spesso, durante le scene di lotta, mi sono sempre “assentata”.
Ancora una volta ho adorato Esme e il fatto che abbia tentato di tenere testa allo Zar con tutte le sue energie; invece la povera Artemis, oltre ad essere fuori forma, si è posta anche il problema di non poter utilizzare il proprio potere, in quanto avrebbe distrutto la stanza. Mi chiedo se la sua fosse una vera e propria rimostranza mossa nei confronti della salvaguardia dell’edificio, o se in realtà non se la sia sentita di usare il suo potere per altri motivi. Magari sto prendendo un grande abbaglio, ma immagino che se è moltissimo tempo che non utilizza “ la comune magia”, la stessa cosa valga per la propria dote speciale.
Senti, ma come faccio a ridere anche in un momento così drammatico? Caesar che fa irruzione nella stanza mi ha fatta sbellicare. Il suo incontro con Apollo, poi totalmente inaspettato. Però ecco, ci ho messo davvero poco a passare dal riso allo sgomento, perché devo ammettere che il potere di Numero Tre è davvero terrificante; non so se lo definirei “un abominio” – ciò che pensa Artemis -, ma sicuramente è abbastanza agghiacciante. A proposito, ora che mi è venuto in mente nominando Artemis volevo farti sapere che questa è una delle cose che sto apprezzando di te: stai riuscendo a fornirci delle informazioni sugli oc nei momenti più inaspettati. Ad esempio un pensiero di Artemis, in quel contesto, non è casuale: è intimo, dona tridimensionalità al personaggio senza, al contrario, doverti soffermare necessariamente su di lei. Insomma, spero di essermi spiegata!
L’entrata di Rigel è stata giustamente teatrale. Insomma, il suo potere non è di certo meno inquietante di quello di Caesar (con cui, tutto sommato, sembra avere una solida intesa) e mi chiedo se per le ombre hai preso spunto dal castello errante di Howl, quando il mago richiama le ombre per la tinta dei capelli sbagliata (- se non lo hai visto ti sembrerò pazza-).
Ecco, lo scontro verbale fra Numero Uno e lo Zar mi ha gelato il sangue. In primis per quella battutina buttata lì riguardo alla testa della Medusa (il che lascia intendere che ci sia tanto di marcio nell’animo di Rigel); e poi… la questione dell’ombra: quindi le ombre che evoca Rigel non sono che le sue…vittime? E ancora, lo sguardo sfuggente che hai lasciato sul passato di Elijah, è da spezzare il cuore. Quindi Anastasia – la Medusa- era la sua partner. E non solo, ma a seguito della sua dipartita, il mago non si è potuto permettere di dimostrare la propria sofferenza? Devo dire che Octavius mi spaventa, ma anche chi si trova al di sopra dei Cavalieri non scherza. Questo risvolto di trama aumenta a dismisura la mia curiosità e, sicuramente, mi fa apprezzare molto di più il personaggio di Zar, che spero di conoscere meglio al più presto, a questo punto.
A proposito del discorso sui dettagli: ma quanto è stato dolce leggere dei documenti ritrovati dai Cavalieri? Quanto? Anche in questo caso abbiamo qualche piccolo dettaglio in più sui nostri ragazzi dell’Accademia, inoltre è spuntato un inaspettato lato umano di Octavius (umano o semplicemente rigoroso? O entrambe le cose? Chissà). E immagino che i documenti importanti siano nello stesso luogo in cui si trova Bizzie ;)
Dunque, Numero Uno è molto amareggiato. Tirando le somme di quanto successo e prendendo in considerazione il suo background e il suo carattere, non mi sento di condannare in toto le parole amare che rivolte ai suoi fratelli. Ma dentro di me spero davvero che, pian piano, Rigel e gli altri fratelli tornino a ristabilire un rapporto più o meno umano, perché la solitudine di questo ex serpeverde, prima o poi, non farà che ferirlo molto più di quello squarcio che si porta sulla pancia.
Avevo promesso di non tornare sull’argomento, ma non posso mica resistere: Levi che allunga la mano nei confronti di Ezra mi ha mandata definitivamente fuori e ha fatto uscire quel piccolissimo (minuscolo, quasi inesistente) lato romantico che, solitamente, dorme profondamente. Fine del comunicato riguardante i miei mutevoli stati d’animo. Stop.
Per concludere, mi è piaciuta da impazzire la chiusura di questo capitolo: come accennavo all’inizio sei riuscito a formare una linea che è andata a chiudersi in un cerchio perfetto, tornando con lo sguardo su Alexis e Rigel. Ora mi chiedo: come mai Rigel non vuole essere curato da Esme? Il suo è semplice orgoglio? Risentimento generale nei confronti dei suoi fratelli, o nello specifico verso Esmeralda?
Inutile dirti che io non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo, che spero con tutta me stessa arrivi presto.
Ti chiedo davvero scusa, Smaug: nonostante le tre pagine di Word non sono riuscita a toccare tutti i punti che avrei voluto, ma questo capitolo è davvero lunghissimo e se mi fossi soffermata su tutto, credo che questa recensione non sarebbe arrivata mai (e io non avevo assolutamente voglia di farti aspettare ancora).
Ancora tanti, tantissimi complimenti. Sei bravissimo, non mi stancherò mai di dirlo. Un abbraccio! Bri

Nuovo recensore
04/06/20, ore 00:47

E' da due settimane che progetto di recensire questo capitolo e, finalmente, eccomi qua a fare il mio dovere da diligente recensore. Ti confesso che quando ho visto l'aggiornamento e mi sono resa conto che era un signor capitolo, ero fuori di me dall'entusiasmo. A essere del tutto sinceri, lo sono anche ora che l'ho riletto, soprattutto perché questo chap è tutto una serie di eventi vicinissimi nello spazio e nel tempo e mi ha fatta entrare davvero nella storia.
Ma diciamo una cosa per volta e analizziamo per bene il tutto.
Cominciamo come al solito dal flashback. Dio, quanto adoro i flashback di inizio capitolo che, mi sembra di aver capito, vanno in ordine crescente di numero. Non la smetterò mai di dirtelo: sono un modo stupendo per esplorare i vari aspetti della vita dei ragazzi durante gli anni all'Umbrella Academy e se mai ti andasse di dedicare una raccolta di shots a questo tema, io ti supporterei di sicuro. Tornando a noi, finalmente il turno di Numero Nove, che rimane uno dei personaggi che più mi affascina anche se l'ho visto mezza volta. Dettagli, Smaug. A quanto ho capito, in questo primo round di flashbacks stai indagando il rapporto dei vari ragazzi con Octavius e, onestamente, trovo parecchio interessante il fatto che questa volta non vediamo il contatto diretto tra Alexis e suo padre, come se il loro rapporto fosse tanto distaccato da non poter arrivare neanche al livello di contatto e dovesse essere mediato dai fratelli. In ogni caso ottima scelta. Anche per il semplice fatto che così abbiamo avuto modo di dare un'occhiata alla vita dei ragazzi nel castello, cosa che ho AMATO. Il fatto che Levi ed Ezra fossero insieme fuori dagli orari scolastici, semplicemente per stare tra loro, Rigel circondato dagli amici (e addio al topos dell'antisociale) che lascia la sua compagnia per braccare (letteralmente) Alexis, che invece è quasi uscito di nascosto. Insomma, mi è piaciuto un sacco, nel caso in cui non fosse chiaro. Levi che si ritrova a fare da ghiozzo paciere mi sa che è una tradizione di casa Cleremont, ma il lato dispotico di Rigel -a cui Alexis sembra opporsi con veemenza- mi è del tutto nuovo. Penso sia un'altra sfaccettatura del suo carattere. D'altronde anche Octavius era un padre molto severo con forti manie di controllo, quindi devo dedurre che Numero Uno, da leader, lo imitasse sotto certi aspetti. Particolarmente amara è stata, almeno per me, la nota conclusiva del flashback: il desiderio di Alexis, giustificatissimo, di andar via di casa mi ha un po' spezzato il cuore.
Ma andiamo oltre e torniamo al dicembre 2020, nel salotto di casa Cleremont. Bella, bella atmosfera. Si sente tanto la complicità di questi sconosciuti che un tempo sono stati fratelli e mi sembra ragionevole la decisione di Caesar ed Esmeralda di tornare nell'accademia. In fondo, a quanto ho capito, Chase ha avuto un'esperienza a dir poco traumatica negli anni lontano da casa ed Esmeralda, a giudicare dalla relazione tossica in cui è stata per quattro anni, vede Rosewood come un paradiso da cui tornare. Artemis, come al solito, ben caratterizzata. Ti faccio i complimenti, Smaug. Anche il solo fatto che guardi con scetticismo al ritorno dei suoi fratelli a casa, volendo anche lei tornare ma trovandolo poco razionale, è tremendamente IC per lei. L'intera scena è molto bella da leggere perché va a coinvolgere tutti i presenti in un'atmosfera calda e familiare che ci voleva proprio. E che non dura.
Eh sì, perché per la prossima scena siamo nel super quartiere di Rosewood e i Cavalieri sono pronti a entrare in azione. Anche questa scena l'ho trovata molto chiara e interessante. Si percepiva la tensione, anche senza l'introspezione del pensiero di Gideon (che però è stato molto piacevole), anche e soprattutto nei particolari: lo Zar che ripete per l'ennesima volta il piano, Nasheeta che si distrae, Apollo che non fa battutacce. Kasumi invece è già pronta alla ribalta (il ché è un bene) e durante tutto questo capitolo la vediamo effettivamente come il membro più maturo dei cavalieri. Anche e di sicuro più matura dello Zar, che mi sembra di aver capito ha un po' la leadership indiscussa. In ogni caso, la quiete prima della tempesta. Bella bella l'idea delle maschere veneziane di vetro che schermano dagli attacchi mentali (i poteri di Caesar le superano, ma quelli di Levi? Boh) e inquietantissima l'immagine di Nasheeta che si trasforma in Rigel e ci dà per la prima volta l'impressione del calibro dei suoi poteri. Un meraviglioso prologo del disastro, insomma.
Ma ora passiamo alle cose pseudofelici e a quei tesori che sono Levi ed Ezra. Devo dire che Numero Due per ora l'hai approfondito poco come personaggio, ma non dubito che prima o poi arriverà il suo momento e in ogni caso mi sta già super simpatico. Adoro il modo in cui il suo disagio sociale si incastri così bene nell'estroversione dolce di Levi, che invece va d'accordo con tutti a prescindere. Quindi la mia vaga impressione che questi due avessero una storia è appena diventata una certezza e onestamente non so cosa sperare per loro. Mi piacciono, sia ben chiaro, ma ho paura di come potrebbe andare la storia se si rimettessero insieme troppo presto. Ad ogni modo non vedo l'ora di esplorare meglio il loro rapporto, perché da questa scena mi sembra una cosa dolcissima. Quanto a Rigel 2.0, è chiaro che Nasheeta non abbia studiato a dovere ahahah. Era un po' sospetto dall'inizio (quando hai nominato le scarpe da tennis non ho avuto più dubbi), ma posso perdonare Levi ed Ezra per l'incomprensione: in fondo nessuno dei due vede Numero Uno da anni, quindi li giustifico. E compatisco tanto la povera Sfinge per quanto riguarda la questione dei capelli: li ho tagliati recentemente e comprendo benissimo la fatica nel averli troppo lunghi ma non abbastanza da poterli legare ahahah.
Considererò il combattimento al piano terra come un'unica scena anche se tu, saggiamente, hai scelto di spezzarla e intermediarla con altri avvenimenti per non renderla troppo pesante. Trovo, innanzitutto, che il comportamento dei cavalieri sia stato coerente dall'inizio alla fine: un po' scenografico a detta mia, ma si vede che è il marchio di fabbrica dell'Ordine e comunque il loro obiettivo era quello di prendere tempo e radunare più gente possibile per distrarre tutti dallo studio di Octavius. Quindi sì. Ci sta il non stordire nessuno, ci sta il mettersi a far chiacchiera, ci sta il concedere tempo e non esagerare. Ci sta tutto. L'improbabile duo Gideon-Elijah si è rivelato eccellente. E te lo dice una che non ci sperava proprio in questa coppia. Quanto ai Cleremont, devo dire che mi aspettavo di trovarli così impreparati, dunque la loro debole difesa -a partire da Oliver che non ha idea di cosa fare fino alla povera Esme, passando per Artemis che non riesce a evocare i suoi poteri per il blocco emotivo-. Mi è piaciuto molto il ritmo della lotta a cui viene anteposta l'introspezione dei vari personaggi. Esmeralda, in particolare, l'hai scritta proprio bene. Si sente, leggendo, il suo profondo disagio nel trovarsi a combattere da sola contro gente con cui non ha mai avuto niente a che fare e ho amato il fatto che neanche una volta li abbia considerati nemici di suo fratello o dell'accademia, ma sempre automaticamente come anche suoi. Diciamo che è una delle caratteristiche che preferisco di Numero Otto. Ora, l'entrata in scena prima di Caesar e poi di Rigel destabilizzano l'equilibrio e secondo me sono ben inserite dal punto di vista tempistico. Numero Tre, dopo il suo disastroso incontro con la Kitsune (i'll freakin go down with this ship) e ci danno finalmente una visione chiara e precisa dei poteri di alcuni dei ragazzi. E che dire. Non so chi sia più inquietante. Lasciami spiegare. Io pensavo di esserci andata giù pesante con i problemi legati ai poteri di Artemis, ma con i soli Rigel e Caesar c'è davvero tantissimo materiale con cui lavorare. Correggimi se ho capito male. Caesar ha questa cosa del "dolos" (adoro questi latinismi ogni tanto) che provoca dolore nella persona che vuole e può essere diretto a più persone direttamente. Ma si smezza? Nel senso, perde di intensità se è rivolto a più individui alla volta? E poi mi sembra di aver capito che è un dolore mentale, perché Nasheeta non aveva alcuna ferita fisica e dopo che Numero Tre l'ha lasciata in pace si è riuscita a rialzare senza troppi problemi logistici. Questo spiegherebbe anche perché Gideon è in grado di contrastare il dolos. Chiaramente Apollo ha qualche capacità mentale sovrasviluppata, forse un caso straordinario di legilimens, della lega -se non superiore- di Queenie Goldstein. Quanto all'umbrakinesis di Rigel, invece, tanto di cappello Smaug. Mi piace il modo in cui credo che tu abbia sviluppato la cosa: inizialmente come la capacità di manipolare la quantità di luce in un certo ambiente e poi con le ombre. Non ho davvero idea di come classificarle. Dal riferimento a Medusa -di cui conserva LA TESTA? Davvero? Dio, sembra proprio qualcosa che Octavius farebbe-, devo immaginare che Rigel "strappi" l'ombra alle persone. Forse ai morti? Forsissimo ai morti per mano sua? Ogni ipotesi è più macabra dell'altra. E, ti confesso, ci sta tutto. Un potere così peculiare sarebbe la risposta a moltissimi dei comportamenti di Rigel, il motivo di tutti i tormenti adolescenziali e non oso immaginare come Monsieur Cleremont abbia saputo manipolare la mente di un Numero Uno ragazzino che inizia a porsi i primi dilemmi morali circa la portata delle sue capacità. Insomma, da brivido. Ancora più inquietante è la storia, appena accennata ma è giusto così, del pugnale di Elijah -un uomo sempre pieno di sorprese, lasciamelo dire- e la cosa dei dieci secondi di dopo, che a me pare estremamente sospetta. Se non sapessi per certo che certe cose, come la manipolazione temporale, sono al di fuori della portata magica del mondo potteriano, direi che lo Zar ha un potere del genere. Ma di regola non può. Quindi mi limiterò ad aspettare i prossimi capitoli per capire.
In ogni caso ti devo fare i complimenti per il modo in cui hai scritto l'intera scena. Conoscendoti, so che le scene di lotta (soprattutto se magica) non sono proprio nelle tue corde, quindi devo immaginare che ci abbia rimuginato su parecchio. A mio avviso, il risultato è scorrevole e piacevole alla lettura. Quindi di nuovo complimenti, nel caso ti servisse qualche rassicurazione ;)
Ho adorato il punto di vista del povero Alexis che, cuoricino, voleva soltanto farsi un bagno con le candele profumate -i feel u bro- e si è ritrovato in una situazione a dir poco scomoda. Sono davvero curiosa di sapere di più su di lui e sono altrettanto felice del fatto che, dopo averlo trascurato nel primo capitolo, gli stia dando tanto spazio. Ma di lui parleremo meglio dopo, perché ora tocca alla scena post-fight che, a mio parere, è ben costruita e stupenda da leggere.
Okay, abbiamo detto che Apollo, lo Zar e la Sfinge si sono volatilizzati, con quella che credo fosse una passaporta, e i Cleremont si rendono conto a tutti gli effetti di quello che è appena successo. Apprezzo molto che tu abbia iniziato a raccontare la scena dal punto di vista di Rigel, che come al solito offre tantissimi spunti di riflessione e, ancora di più, mi è piaciuto il modo in cui ogni fratello ha avuto modo di approcciarsi a lui. Per esempio il binomio Ezra-Rigel, a mia umilissima opinione, dev'essere esplorato al più presto possibile perché, dal poco che ho capito dai caratteri di questi due, sono più simili di quanto vorrebbero ammettere e ho l'impressione che ogni qualsivoglia tentativo di relazione tra loro due sia stato schiacciato dall'imposta rivalità dell'Umbrella Academy. Stupendo anche l'accenno al rapporto tra Rigel ed Esmeralda, che sa essere tosta e dolce allo stesso modo ed è una continua sorpresa sta scalando le vette dei miei personaggi preferiti.
Naturalmente va preso in considerazione anche lo scenario post-fight dei cavalieri, che è stato una vera e propria rivelazione. Ti faccio ancora una volta i complimenti, più che altro per lo splendido contrasto che hai creato tra il decimo reggimento in missione -con le super maschere di vetro, la teatralità, il pugnale strano e la loro super preparazione bellica- e il ritorno alla base, che invece è squallida e isolata e va a illuminare, penso, la realtà dell'Ordine, che è meraviglioso a parole e tanto losco nei fatti. Ora però non voglio vederci troppe cose in questa scena. Quando Apollo, prima, aveva annunciato la riuscita della missione, ammetto di aver pensato: "ma come? subito?" e ho ipotizzato che magari sarebbe arrivata una seconda parte della missione. E invece no. Questo lato sentimentale di Octavius, che esce fuori nei momenti meno opportuni, non so se mi piaccia o meno, ma credo che lo vada a plasmare meglio come personaggio quindi non mi lamenterò. Non ho idea di come reagirà il Generale alla notizia del fallimento, ma, a giudicare dall'atteggiamento dello Zar, non sarà tanto comprensivo. In fondo questa scena aveva anche il fine, penso, di farci vedere i cavalieri di fronte alla sconfitta, spogliati di tutta la loro usuale magnificenza e ti è riuscito bene. Mentre leggevo, avevo in testa l'immagine precisa di Apollo con una sigaretta tra le labbra, lo Zar che fissa il whiskey incendiario, la Kitsune con il libro in mano e la povera Sfinge che non sa dove guardare. Ancora una volta, il suo imbarazzo, il suo disagio è anche quello del lettore e trovo la tua scelta di mettere Nasheeta sempre un po' al centro delle scene dei cavalieri sia molto intelligente, al fine di non astrarli troppo. Che dire? Spero che Nash riuscirà a ricavare qualcosa dal bottino di guerra, non tanto per amor dei cavalieri ma perché sono avida di informazioni dei ragazzi. Levi nel coro delle rane? Ce la vedo tantissimo. Caesar ed Ezra che giocano a Quidditch? Tony, Alexis, Oliver e Artemis che proprio non gli va di partecipare alle attività extrascolastiche? Meraviglioso ahahaha. Insomma, pezzo ben scritto e interessante.
E infine passiamo alla scena di chiusura, che davvero non capisco se fosse intesa così com'è venuta fuori o se sia solo una coincidenza. Anyway, io l'ho percepita come terribilmente ambigua. Lasciami spiegare. Prima di tutto non avrei mai immaginato come accoppiata, anche al mero livello interpersonale, Alexis e Rigel. Nel flashback, abbiamo visto come Numero Uno non riesca a rapportarsi con lui in modo naturale e cerchi di imporsi come leader dell'accademia, con il solo risultato di far chiudere Numero Nove ancora di più in se stesso. Quindi possiamo escluderli come partners in crime o bff d'infanzia. Nel flashback, ti dico, ho sentito una certa insofferenza da parte di Alexis nei confronti di suo "fratello maggiore", ben reciprocata tra l'altro, e il ché ha senso, essendo questi due molto molto diversi tra loro. E, soprattutto, proprio ora che pensavo di aver capito, più o meno, come ragiona Alexis, Numero Nove torna a essere una forza imprevedibile della natura. Dannazione. Tornando sull'ambiguità, non è tanto l'associazione tra questi due personaggi così differenti a essere ambigua ma, piuttosto, i loro stessi comportamenti. Sarà per la ferita, sarà perché -porello- non aveva alcun potere nella situazione, Rigel va nel pieno del suo "mode: animale ferito", mentre Alexis -che fin'ora abbiamo visto come uno che se ne sta per fatti suoi e fondamentalmente se ne sbatte- sente l'improvviso bisogno di scoprire la verità. Ipotizzo che, tra l'Umbrella Academy e possibili esperienze personali, ne abbia avuto abbastanza di manipolazioni e di essere tenuto all'oscuro di cose che lo riguardano e l'evidente segretezza di Rigel -a cui gli altri più o meno sono abituati- gli dia sui nervi. Comprensibile. Darebbe sui nervi anche a me. Però, ti ripeto, l'intera situazione -anche la sola metafora della stanza, di Alexis che entra senza chiedere il permesso e si fa beffe degli ordini di suo fratello- mi fa uno strano effetto e dà una svolta inaspettata alle caratterizzazioni dei due personaggi coinvolti. Insomma, un finale di tutto rispetto.
Ti direi altro, ma si è fatto un po' tardi e per ora ti rinnovo i complimenti -sul serio, questa storia mi sta appassionando tanto- e mi auguro di risentirti al più presto.





Elsa

PS: già che ci siamo, io AMO i super capitoli come questo, ma confesso che -soprattutto con l'estate- preferirei un po' di stabilità, anche a costo di capitoli più corti. In ogni caso, ti supporterei in entrambe le scelte. Ci leggiamo presto, Smaug!

Recensore Junior
17/05/20, ore 13:33

Ciao!
Parto con il dire che sono davvero felice di aver visto comparire il tuo aggiornamento nella mia lista delle preferite. Quasi non ci credevo, devo ammetterlo, tant'è che ho sbattuto un paio di volte le palpebre per assicurarmi che fosse vero. Ovviamente il mio non vuole essere un rimprovero per la tua "lentezza" perchè ognuno di noi ha i propri tempi nello scrivere quindi per quanto mi riguarda non c'è nulla da perdonare. Più che altro se so i ritmi di uno scrittore mi adeguo e così mi evito di sbirciare in maniera spasmodica se ha pubblicato o meno. Visto che siamo in tema rispondo subito alla tua domanda, se devo per forza scegliere preferisco aggiornamenti corti ma cadenzati però, appunto come detto prima, alla fine mi adatto perchè adoro i capitoli lunghi quindi non è uno sforzo sovraumano il mio ;P 
Dopo questo piccolo preambolo mi sembra il caso di passare al capitolo che è bello tosto (adoro <3). 
Si inizia come al solito con un flashback di Numero Nove che ci permette di capire come fosse sempre radicato in lui il desiderio di lasciare la cosa paterna e di come erano i rapporti fra i vari fratelli, le "fazioni" (per così dire) che si sono create nel corso degli anni. Ammetto che non mi ha sorpreso il rapporto conflittuale vigente tra Numero Uno e Nove, mi chiedo seriamente se il primo avesse un rapporto rilassato con anche solo uno dei suoi fratellini o se si è sempre rinchiuso in sé stesso. A questa domanda stranamente ho avuto risposta con l’ultimo pezzo in cui vediamo di nuovo i nostri due ragazzi, a distanza di anni parlare (anche se sarebbe meglio dire scontrarsi) fra di loro. Insomma Rigel è stato da sempre un lupo solitario, poco avvezzo a condividere qualcosa (soprattutto i suoi sentimenti) con i suoi fratelli forse nel tentativo di imitare il padre oppure per essere il miglior leader possibile, perchè si sa i grandi capi affrontano tutto da soli… In ogni caso mi è piaciuto molto questa sorta di chiusura a cerchio. Se all’inizio Alexis cercava di scappare dalla sua casa e dai suoi parenti, ora (anche se non particolarmente contento) tanta di crearsi un varco nelle difese di Rigel per fargli capire che non è solo, che il modo migliore per affrontare quello che sta accadendo è fidandosi dei suoi fratelli. Anche se sono curiosa di sapere perchè quell’ultimo Natale fosse così importante per Cleremont Senior, ma temo che per questo dovrò attendere.
Come al solito adoro le chiacchiere che si svolgono tra i nostri giovani fanciulli, sono siparietti di quotidianità che ci permettono di capire meglio i loro caratteri. In questo caso scopriamo che Esmeralda è intenzionata a tornare all’ovile (cosa che a quanto pare non è ritenuta una buona idea dalla maggior parte dei presenti) dopo essere riuscita ad uscire da una relazione tossica. Quest’ultimo aspetto mi ha sorpreso, mi ero fatta l’idea che Esme fosse una donna che prediligeva l’autonomia e che non cercasse l’affetto altrui. Mi sono evidentemente sbagliata e la cosa mi fa piacere, perchè rende questo personaggio più umano e reale. Insomma per quanto si possa essere forti il bisogno di essere amati è insito in ognuno di noi e purtroppo al mondo ci sono esseri orrendi che si approfittano di questo fatto per poter soggiogare chi gli sta attorno. Spero che la nostra Numero Otto abbia avuto la sua giusta vendetta. 
Come sai adoro il tuo modo di scrivere, non solo dal punto di vista prettamente pratico, ma anche come riesci ogni volta a rendere più reale quello che leggiamo grazie ai vari dettagli che inserisci, che sia il ristorante messicano TacoJoe in cui nostri ragazzi facevano le loro scappatelle nonostante il problema di igiene alle preferenze per il condimento della pizza. Sono inezie ma che io apprezzo davvero perchè mi permette di conoscere meglio i vari Oc, sotto ogni punto di vista. 
Oliver e Tony al momento sono i personaggi che più mi incuriosiscono essendo quelli che sono stati meno trattati, visto che per quanto ho capito sono i più “tranquilli”. Non che ci sia nulla di male, mica puoi presentarli tutti in una volta, sarebbe un suicido. Però avendo ormai un’idea più o meno chiara sugli altri, per ovvie ragioni mi incuriosiscono un sacco loro due. 
Per quanto riguarda Erza e Hillevi ho come la sensazione che dietro al loro disagio ci sia un motivo torbido… che magri il  primo provasse qualcosa per la sorella e che lei lo abbia dovuto rifiutare in quanto non provava gli stessi sentimenti?Questo credo che sia il motivo più banale, ma visto le poche informazioni ammetto che sono a corto idee, ma ovviamente non vedo l’ora di saperne di più XD
Sospettavo che il compito della Sfinge sarebbe stato quello di sfruttare le sua capacità di metamorfomagus, ma nei miei vaneggiamenti pesavo che si sarebbe messa nei panni di Octavius, come una sorta di spettro che li avrebbe portati in una trappola o una cosa del genere… ora che ci penso non credo ci sarebbero cascati quindi effettivamente la scelta di trasformarsi in Numero Uno, il loro capo, è la più sensata. Però Erza è stato più furbo e ha capito l’inganno anche se la nostra giovane ragazza è riuscita a schiantarli in tempo. Brava Nasheeta, bravissima! E chi ha detto che i giovani non sanno quello che fanno?
Intanto che la nostra fanciulla rinchiude due dei Cleremont, abbiamo un simpatico siparietto tra Caesar e una più che allarmata Kasumi. Ho sogghignato per tutto il tempo nel vedere la mia piccola in piena crisi (riuscendo però a mantenere un certo contegno) intrattenere una cortese conversazione con Numero Tre. Dopo aver visto di cosa è capace questo giovincello capisco appieno il suo terrore, però nonostante tutto se l’è cavata alla grande anche se il nostro Cleremont le ha detto una grossa mano. Non so perchè ma mi ero immaginata (di nuovo erroneamente a quanto pare) Caesar come un abile Don Giovanni ma dopo la conversazione con quella che crede essere una semplice domestica mi fa sorgere qualche dubbio. I loro balbettamenti mi hanno fatto divertire non poco, oltre all’immaginarmi Kitsune che sbatte mentalmente la testa contro una parete invisibile chiedendosi cosa ha fatto di male per finire in una situazione assurda come quella. Insomma i suoi compagni stanno combattendo valorosamente al piano terra, mentre lei è impegnata in una conversazione bizzarra X’D
In ogni caso l’entrata in scena dei Cavalieri è stata davvero ad effetto, anche se la presentazione dello Zar a mio modo di vedere sembrava molto scenografica, quasi da film. Ideale visto che dovevano distrarli. Vediamo quindi che quelli ancora in grado di combattere sono Numero Uno, Tre e forse Sei mentre gli altri un po’ meno, anche se sono riusciti a tener testa per un po’ ai nostri invasori. 
Ora arriviamo al punto clou dove scopriamo una serie di informazioni davvero interessanti. 
Primo: Caesar conosce Apollo, il quale possiede una qualche abilità che gli permette di eludere il potere del primo. Visto come si sono svolte le cose mi domando se sia possibile che il nostro Gideon sia in grado di “associare” (non so qualche altro termine utilizzare) la sua mente a quella di qualcun altro? Essendo il potere di Numero Tre psichico questo gli consente di non subirne gli effetti. Probabilmente era Nasheeta quella a cui si era associata e per questo, quando è stata attaccata, lui ne ha risentito… possibile o mi sono immaginata tutto?
Secondo: anche lo Zar ha già incontrato sul suo cammino Rigel, il quale ha ucciso Medusa la compagna del primo sottraendole pure l’ombra. Qui mi devo fermare perchè è davvero orribile e temibile il potere di Numero Uno, davvero qualcosa di spaventoso. Ci credo che questa rivelazione abbia sconvolto Eljiah, tanto da farlo tentennare per qualche secondo. 
Terzo: io lo sapevo che sarebbe finita così! Che i nostri prodi Cavalieri non sarebbero riusciti a completare il loro lavoro, me lo sentivo. Insomma altrimenti era troppo semplice e purtroppo i nostri “cattivi” lo hanno scoperto troppo tardi. 
Qui devo frati una menzione d’onore, se prima avevi reso benissimo Kitsune, ora con la sua sfuriata (più che giustificata) era davvero lei. Mai, per nessun motivo, criticare il lavoro di Kasumi. Credo che ora sia chiaro a tutti. Anche se in realtà bisogna riconoscere che non è colpa di nessuno di loro se il piano è fallito, inoltre è necessario aggiungere che anche la mia Oc è stata vista senza maschera quindi non se la può prendere più di tanto con il suo superiore, ma si sa: l’orgoglio è una brutta bestia. Spero solo che il quaderno che hanno recuperato possa davvero tornare utile in qualche modo, quindi come al solito ci rimettiamo alle sapienti mani della Sfinge mentre temo che lo Zar e Kitsune se la dovranno vedere con un Generale per nulla felice del loro operato. 
Mi chiedo quanto Caesar impegnerà capire che Joanna era un’altra infiltrata o se i Cavalieri potranno utilizzare questo equivoco a loro favore… Temo che sarà difficile, quindi mi limito ad attendere e vedere che cosa succederà.
Mamma mia… non so come farò ad aspettare fino al prossimo aggiornamento ma cercherò di fare la brava e di attendere con calma. 
Grazie davvero per il bellissimo capitolo, sei stato davvero straordinario nel descrivere ogni scena compresa quella del combattimento che so per esperienza non essere facile. 
Complimenti ancora ed in bocca al lupo con l’università.
A presto,
Chemy