Recensioni per
Parallel Hearts
di MaikoxMilo

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao, eccomi qui 🥰
Dire che sono sconvolta è estremamente riduttivo, questo capitolo è stato davvero tanto intenso ma ancora di più non posso che essere orgogliosa di Isaac e dell'incredibile (e sofferto) percorso che ha fatto, un percorso che non è affatto terminato, anzi, è appena all'inizio in questo mondo parallelo al pianeta Terra chiamato Ipsias.

Il Proteiforme che ha preso le sembianze di Lisakki (o era davvero il Lisakki di quel mondo?) mi ha davvero inquietata, soprattutto nel momento in cui acquisisce la sua vera forma (poi io sono pure aracnofobica, quindi ti lascio immaginare…)
Comunque sia i Proteiformi che i Ghulu mi hanno anche molto affascinata, in particolare perché anche loro sono esseri umani, o meglio lo erano, e questo mi porta a sperare che un giorno Dègel possa davvero farli tornare come un tempo, almeno i Ghulu, visto che i Proteiformi si sono ormai spinti troppo in là per poter essere salvati.
E a tal proposito mi piace proprio il fatto che Ipsias appaia sì come un pianeta quasi sul punto del collasso, ma non ancora, e forse mettendocela tutta si può ancora salvare — il vento ha ripreso a soffiare, ogni sei mesi il sole sorge riportando la luce e ci sono persone come Dègel che vogliono salvare i Ghulu.
Non mi dà ancora l'idea di essere un pianeta spacciato, anzi, ora che Isaac ha dato inizio alla sua terza vita credo che finalmente potrà essere salvato e non parlo solo del pianeta, ma anche di Isaac stesso.

I momenti tra Isaac e Camus tra passato (i flashback) e presente (durante il sogno e la battaglia) sono stati davvero belli e credo che Isaac più di qualsiasi altra cosa avesse bisogno di sapere che Camus crede ancora in lui, che gli vuole bene e che è orgoglioso di lui come allievo e come essere umano; forse è vero, non si incontreranno mai più, o forse ci vorrà tanto tempo prima che questo accada, ma sono convinta che ora Isaac andrà avanti per la sua strada con la consapevolezza che Camus e Hyoga, in un modo o nell'altro, ci saranno sempre per lui, non fisicamente, ma incastonati nella sua anima.

Leggere di Isaac è stato proprio bello, un crescendo di emozioni e ancora una volta confermo quanto voglia bene a questo personaggio che, in questa storia più che mai, è stato proprio un raggio di sole pronto a spuntare e splendere dopo innumerevoli difficoltà.
Complimenti per l'intera Raccolta, sono proprio felice di averla recuperata 🥰
Alla prossima!

M a k o

Recensore Master

Ciao, eccomi qui 🥰
Niente da fare, io quando leggo di Isaac mi squaglio, quindi immagina come sono ridotta dopo aver letto un intero capitolo dedicato a lui e alle sue emozioni per poi scoprire nelle N.d.A. che quanto accaduto qui proseguirà anche in quello successo, madò, non credo riuscirò a sopravvivere 😭
Ma ovviamente voglio troppo sapere come si concluderà questa Raccolta, quindi per ora mi concentro su questo capitolo e più avanti penserò a ciò che leggerò nell'ultimo.

Più leggo di Isaac e più mi affeziono a lui.
Leggere di lui e Camus, poi, di come era il loro rapporto agli inizi, quando ancora non c'era Hyoga, mi ha molto emozionata, soprattutto quando Isaac vuole a tutti i costi ricambiare ciò che Camus ha fatto per lui quando stava male cantandogli una canzone, gesto bellissimo se pensiamo al fatto che Camus preferisce non cantare in pubblico.
Sapere come è morto Lisakki, poi, mi ha proprio spezzato il cuore, non meritava una fine simile…

Da una parte sono felice che Isaac, nonostante tutto quello che è successo con Hyoga e Camus, sia ancora vivo, dall'altra tremo all'idea di ciò che lo attende al di fuori delle quattro mura che lo riparano da un mondo che non conosce, momentaneamente avvolto dalle tenebre e dove a quanto pare si trovano delle creature altamente pericolose.
In compenso, però, Seraphina e Dègel mi sono piaciuti molto e mi ha rincuorata leggere di come si sono presi cura di lui nel suo periodo più brutto, in costante bilico tra la vita e la morte.
Il fatto che Dègel e Camus condividano la stessa anima e gli stessi ricordi, poi, l'ho trovato un risvolto molto interessante, così come la collocazione nella quale si trova Isaac — è stato citato l'orizzonte degli eventi, quindi mi chiedo: è per caso finito in un buco nero? Perché i buchi neri distorcono lo spazio e il tempo e magari nello scontro con Hyoga è successo qualcosa quando questi ha raggiunto lo Zero Assoluto (aiuto, spero di non aver mischiato in maniera errata questi elementi) e niente, sono troppo curiosa di sapere cosa si scoprirà nella seconda parte del capitolo, anche perché si conclude con un colpo di scena non da poco, visto e considerato che Dègel si prende la responsabilità per come è ridotto il mondo in cui si trovano.
Non vedo l'ora di proseguire, alla prossima!

M a k o

Recensore Master
28/07/23, ore 16:52

Ciao, eccomi qui 🥰
Innanzitutto ti ringrazio per il riassunto che mi hai fatto l'ultima volta, mi ha aiutata a vedere più chiaramente l'intera situazione — io invece sono pessima con le risposte alle recensioni, ci impiego sempre sessanta ere geologiche 😭

Questa OS mi è piaciuta tantissimo e in più di un'occasione avrei voluto abbracciare forte Hyoga, perché dopo tutto quello che è capitato ci credo che non voglia farsi vedere da Camus e che tenda a darsi la colpa di tutto quanto, anche se in fondo non è così.

La questione della “seconda scelta” mi tocca nel profondo perché è praticamente la mia vita da che ho memoria, quindi penso di comprendere le mozioni negative di Hyoga a riguardo.
Assistere in prima persona alla bellezza del legame che unisce Camus e Isaac senza però sentire di farne parte e accontentarsi soprattutto delle briciole è tremendo, qualcosa che logora l'anima fino a non lasciare più nulla.
Se poi ci aggiungiamo il fatto che ciò che ha avvertito in piena potenza da parte del suo maestro (per lui come un padre) è l'odio dovuto alla perdita di Isaac, un rancore atroce e potentissimo che lo ha designato come unico responsabile della dipartita del ragazzo, ecco che di Hyoga non rimane nulla se non il dolore atavico dettato dal senso di colpa.

Le emozioni contrastanti di Camus, in quel momento tanto delicato, le hai descritte molto bene, soprattutto perché dopo quella scarica di rabbia rancorosa nei confronti di Hyoga segue la paura disperata di perdere anche lui e di rendere, dunque, ancora più vano il sacrificio che Isaac ha compiuto per salvarlo — e sarebbe come ucciderlo una seconda volta.

Le interazioni con Shun (che ho trovato di una delicatezza indescrivibile) e Milo (che tipo amo dal più profondo del mio cuore perché oh, sarà che il mio segno zodiacale è proprio lo Scorpione e quando ha sbroccato l'ho davvero AMATO) mi sono piaciute molto e hanno arricchito ancora di più la mia visione di Hyoga, delle sue incertezze e fertilità, ma anche delle sue emozioni più pure.
È bello vedere che ci sono persone che tengono a lui (Shun) e che si stanno facendo in quattro per farlo riavvicinare a Camus (Milo, che io dico di fare santo subito), perché significa che non è solo, che anche se ci vorrà del tempo alla fine avrà sempre la possibilità di esternare il suo dolore a qualcuno in grado di supportarlo e farlo sentire parte di qualcosa di bello e familiare — perché Hyoga potrà anche pensare di non avere più una casa o una famiglia, ma non è affatto così.

E poi perfino Camus sta male e ha provato a rintracciarlo più e più volte, ha un disperato bisogno di lui allo stesso modo in cui ne ha Hyoga del suo maestro e l'ultima parte della storia mi fa sperare che Hyoga dedica infine di tornare da Camus e provare a ricominciare insieme 😭❤️‍🩹
Meritano davvero la felicità e di restare uniti e nessuno mi potrà mai convincere del contrario 😭❤️‍🩹

È stata davvero una bellissima OS e non vedo l'ora di leggere quella dedicata a Isaac 🥺
Alla prossima!

M a k o

Recensore Master
13/07/23, ore 23:32

Ciao, eccomi qui 🥰
Questa OS si è rivelata una vera e propria scoperta, non pensavo che le cose tra Camus, Hyoga e Isaac (ISAAC! 😭) fossero andate in questo modo.
Sono sinceramente sconvolta dalla sorte di Isaac ed è inutile dire che mi si è proprio spezzato il cuore durante tutta la lettura, partendo dai suoi ultimi momenti di vita al dolore che provano sia Hyoga che Camus dopo la sua morte sia al momento in cui si scopre come mai Isaac abbia deciso di allearsi con Poseidone.

Ma poi questa cosa che Camus è morto per mano di Hyoga?
Cioè, io proprio sconvolta, ci sono rimasta 😭
E Isaac che, di conseguenza, vedendo il suo pilastro distrutto proprio da colui che gli ha sottratto l'armatura del Cigno, fa quello che fa… soffro 💔

L'introspezione di Camus mi è piaciuta tantissimo e ho adorato i momenti con Hyoga, il suo domandarsi cosa ne farà d'ora in avanti di questa seconda vita che ha ottenuto (e non darsi pace dopo aver realizzato che Isaac, invece, questa seconda opportunità non l'ha avuta, lui che la meritava più di chiunque altro — E IO QUOTO ASSOLUTAMENTE), e poi ancora quando l'armatura dell'Acquario lo sceglie ancora una volta nonostante lui volesse cederla a Hyoga e il confronto (o forse è meglio dire scontro) con Kanon che ho trovato davvero molto profondo e significativo, perché deve essere stata proprio dura per Camus realizzare che Isaac è diventato Isaac di Kraken non perché è stato plagiato, bensì di sua spontanea volontà.

In generale, poi, ho apprezzato molto anche tutti gli altri personaggi apparsi in questo capitolo, sei stata molto brava a dare il giusto spazio a tutti quanti 😄
È stata proprio una bella lettura, complimenti!

M a k o

Ciao, eccomi giunta alla fine di questa raccolta 💕.
Sembra non esserci respiro per Isaac, soprattutto nelle prime due scene di questo ultimo capitolo. La rabbia che cova dentro di sé viene istigata in continuazione, ma resiste e il suo legame con Camus e Hyoga è il motivo per cui non si abbandona ad essa e rimane fedele a se stesso anche in quest’altra vita. Ho trovato molto tristi e commoventi queste due scene, ho letto la sua agonia e il desiderio di tornare da colui che considera padre e figlio intensamente, ma il modo in cui si aggrappa a loro e alle verità che conosce, senza farsi influenzare dalle parole cariche di odio e disprezzo, mi è piaciuto molto, senza parlare della delicatezza che Camus incarna quando gli viene in aiuta e lo incita a svegliarsi.
La parte però più commovente e interessante è quella che segue lo scontro tra Ghulu e Proteiformi. L’intero ‘incontro’ sa di agrodolce perché pur rivendendosi il lettore sarà che quello sarà un addio e che anche il sentimento che li ha uniti finora non sarà più abbastanza per tenerli uniti. Sei riuscita in quel momento – e in tutto il capitolo – a infondere in ogni parola il loro affetto e quando si separano, però, la tristezza non dura molto proprio perché è come se l’addio dell’Acquario avesse dato la spinta necessaria ad Isaac per ricominciare, con quella determinazione che lo caratterizza e la sua testa dura come il Permafrost. Quindi nonostante le note più angoscianti e negative con cui si apre il capitolo, sei riuscita a concludere il tutto con una nota più che positiva, degna conclusione dell’intera raccolta.
Ancora una volta devo rinnovarti i miei complimenti e ripeterti quanto io abbia apprezzato il concetto che sta alla base di tutto e il modo in cui sei riuscita a raccontarlo destreggiandoti tra questi tre personaggi e le emozioni complicate che li dominano.

Alla prossima, un abbraccio 🥰.

Recensore Master

Ciao, cara, finalmente sono arrivata al capitolo più introspettivo su Isaac che, come gli altri due, è colmo di sofferenza, nostalgia, rimorso, ma anche amore, ammirazione, dedizione e determinazione.
Sebbene avessi conosciuto il tuo Isaac nei due precedenti capitoli attraverso i pensieri e gli occhi di Camus e Hyoga, leggere questo, ora, entrando direttamente nella sua mente e sperimentando direttamente la sua sofferenza, mi ha dato modo di conoscerlo ancora meglio, capire le sue ragioni e i suoi sentimenti. Tra l’altro, risultano così forti che potremmo quasi dire che la tua scrittura è viva: come già ti ho potuto dire, non hai problemi a rendere l’introspezione con il tuo modo di scrivere e questo fa sì che il lettore provi empatia e vicinanza al personaggio. E questo è anche il caso con Isaac e sebbene normalmente non apprezzi l’uso del grassetto, qui è utile a rendere ancor di più lo stacco tra i momenti più sofferenti e bruschi di Isaac e quelli in cui, invece, c’è più speranza e calore
Anche per lui, c’è l’analisi di una relazione che era stata tanto importante quanto è dolorosa la sua assenza ora: per lui, Hyoga e Camus hanno rappresentato una famiglia e l’essere così lontano ora, diverso da chi ero e impossibilitato a riallacciarla provoca un tipo di dolore e rimorso con il quale eravamo già a conoscenza attraverso la prospettiva degli altri due. è come se tu avessi descritto lo stesso sentimento agonizzante attraverso tre prospettive differenti ma anche simili, rendendo chiaro in che modo questo è uguale ma anche diverso; hai fatto un bel lavoro riguardo ciò e sono sicura che non fosse nemmeno facile.
Mi è piaciuto anche quella sorta di parallelismo tra i vari risvegli di Isaac e il modo in cui anche questi rendono chiari i parallel hearts che danno nome alla tua raccolta, tra le altre cose.
Rispetto agli altri due capitoli l’ho trovato più crudo e diretto – forse è complice anche l’inizio più brusco –, ma credo che fosse necessario visto il cambiamento di Isaac e non mi è dispiaciuto. Inoltre, credo che la scelta di dividere il capitolo in due sia stata perfetta perché questa prima parte, già com’è, è intensa e lunga e mettere tutto insieme avrebbe creato più confusione e meno apprezzamento.
A questo punto non mi resta che concludere andando a leggere la seconda parte e vedere in che altro modo questo trio mi farà soffrire 🥺.
 
A presto, un abbraccio 💖.

Recensore Master
18/06/22, ore 16:17

Questo secondo capitolo, che si apre ugualmente con un flashback, segue benissimo la linea del primo: c’è il senso di colpa, il legame del trio, ma soprattutto il focus su questi cuori paralleli che non riescono – nonostante il dolore, il rimorso e l’anelare – a incrociare le proprie strade. E anche il flashback dell’infanzia sembra illustrarci come questo percorso sia iniziato, quando sia Camus che Hyoga si allontanano tentando di avvicinarsi. E la depressione di Hyoga, in particolar modo, qui è molto evidente e percepibile e per questo credo che l’incontro con Shun – seppur a sorpresa – fosse del tutto necessario. Come anche quest’ultimo dice, il Cigno si trova in una posizione delicata e senza aiuto non farebbe che cadere sempre di più in questo baratro che si sta scavando da solo.
Il loro discorso mette ancora più in chiaro quanto il dolore e il senso di colpa e di inferiorità di Hyoga sia dovuto ai traumi del passato e quel suo desiderio che sembra non si è mai realizzato nonostante lo abbia sempre rincorso. E sappiamo bene che i traumi dell’infanzia continuano a seguirci anche da adulti e, anzi, ci formano e solo quando è troppo tardi ce ne rendiamo conto – se lo capiamo. Il senso di inferiorità del Cigno, per quanto possa avere una ragione in alcuni punti, lo porta a isolarsi e a negarsi l’affetto che desidera, non ritenendosi all’altezza – è un circolo vizioso senza fine.
La conversazione con Shun è utile, certo, e riesce a far riflettere il cigno, a farlo aprire, ma alla fine è l’intromissione di Milo – più schietto e brusco – che ha un effetto maggiore sulla sua situazione di Hyoga – e di Camus, di conseguenza. Ma ogni tanto abbiamo tutti bisogno di chi ci mette di fronte a verità che non siamo disposti a vedere o accettare. Soprattutto, nel caso di Hyoga e Camus, abbiamo due personaggi che hanno serie difficoltà a esprimere le proprie emozioni o ciò che hanno dentro – cosa che peggiora quando si ha a che fare con certi avvenimenti e la perdita di una persona molto importante.
L’ho trovato un capitolo molto emotivo ed è difficile non dispiacersi per Hyoga, soprattutto quando ci troviamo di fronte a certi flashback infantili, ma credo che tu abbia fatto un buon lavoro nel descrivercelo e tentare di spiegare la sua psiche.
Ora, però, aspetto il capitolo su Isaac visto che finora ti sei concentrata molto di più sul rapporto allievo-maestro (o padre-figlio) tra Hyoga e Camus. Per come hai descritto il rapporto tra quest’ultimo e Isaac qui, sono curiosa di vedere cosa ne uscirà da una possibile introspezione su Isaac.

Alla prossima, un caro saluto 💖.

Recensore Master
08/06/22, ore 23:31

Ciao, eccomi qui che torno da te e, lasciamelo dire, mi sta tornando anche la voglia di rivedere l’anime o leggere il manga.

Comunque, questo primo capitolo si apre con flashback di Hyoga e a fare da protagonista non è tanto il Cavaliere quanto il suo senso di colpa che invade non solo il suo sonno ma anche il lettore, l’intero capitolo e l’esistenza del Cigno. Te lo dissi l’ultima e lo ripeto ora: mi piace il tuo lavoro di introspezione e già solo in questa prima parte me lo hai dimostrato ancora.
Ho apprezzato tantissimo il modo in cui analizzi sia lui che Camus, il passato, i rimorsi e i sentimenti in generale. I due sono interconnessi inevitabilmente eppure, anche ora che l’Aquarius è rinato non è facile sfruttare una seconda possibilità quando sono ancora trattenuti dai dubbi, dalle paure e dai sensi di colpa; questi impediscono a entrambi di agire come vorrebbero e seppur entrambi non vorrebbero altro che tornare a un rapporto più unito e affiatato finiscono per rimanere nella loro dolorosa solitudine, per sempre dei cuori che vanno nella stessa direzione ma non riescono a incontrarsi davvero. Così facendo poi, si feriscono a vicenda pur non volendolo.
Come primo capitolo è veramente pregno di sentimenti – e come hai detto nelle note finali – di pippe mentali riguardanti il trio dei ghiacci. Gli avvenimenti che hanno coinvolto i tre avrebbero portato inevitabilmente a risvolti del genere e l’idea stessa della storia la trovo geniale e molto interessante, riesci a gettare anche più luce su cosa possa essere passato per la loro testa. Geniale anche l’idea di collegarla all’opening di Pandora Hearts e il concetto di Cuori Paralleli lo trovo molto calzante e già sei riuscita ad accennarlo in varie parti del capitolo ma a questo punto sono curiosa di capire cosa ci riserverà il prossimo.
Nel complesso una narrazione fluida e corposa, diminuirei solo l’uso dei tre puntini in futuro, ma un bel lavoro comunque.

Spero a presto, un saluto 💖.

Recensore Master

Ciao, Maiko, e perdona il ritardo!
Capitolo bello denso, com’era legittimo attendersi: alla consueta altalena fra passato e presente qui si accosta anche un bel po’ di azione!
Per come l’hai costruito, era assolutamente naturale che Isaac provasse a tornare in superficie alla prima occasione disponibile; tuttavia, il discorso che Kanon gli fa poco dopo contiene più di una verità condivisibile.
Come lui stesso afferma, “Gemini junior” sa molto bene cosa significhi venire scartati in favore di qualcun altro; metterci tutto l’impegno possibile, ma arrivare comunque secondi – ultimi.
Con la sottile arte dell’inganno che gli è propria, egli prova a sradicare l’affetto che Isaac nutre per Camus e Hyoga instillando in lui il seme del dubbio, il sentore dell’ingiustizia: grazie alla sua uscita di scena, l’armatura del Cigno andrà inevitabilmente all’unico pretendente rimasto. Sarà stato davvero un incidente, dunque?
Mi è parso quasi di sentirlo il sussurro di Kanon – basso e tentatore come quello con cui, tempo prima, aveva suggerito a Saga di uccidere Atena.
Dal canto mio, se Isaac avesse ceduto a simili lusinghe non l’avrei affatto biasimato; tuttavia, il suo imperituro attaccamento ad Aquarius pare essere più forte di qualsiasi insinuazione, fondata o meno che sia.
Del resto, il sentimento è perfettamente ricambiato: da quel che mi è parso di capire, Camus ha sfruttato il suo particolare potere di viaggiare fra le dimensioni per raggiungere l’allievo in difficoltà.
(Inciso inutile: nonostante Aquarius sia il mio cavaliere preferito, dubito che avrebbe avuto reali possibilità di vittoria contro Kanon di Gemini. Non ho mai creduto troppo alla storiella della Guerra dei Mille Giorni… ok, basta divagare).
Non so se il richiamo sia o meno intenzionale (o se il paragone sia pertinente), ma alcune caratteristiche dei Proteiforma e dei Ghulu mi hanno ricordato un po’ quelle dei Mollicci e dei Dissennatori di potteriana memoria: i primi, infatti, assumono le sembianze delle angosce di chi gli sta davanti, mentre i secondi si nutrono dell’essenza – del cosmo di ghiaccio, in questo caso – degli altri esseri viventi.
Il fatto che Isaac senta l’impulso di proteggere Dégel e Seraphina è indice di quanto il ragazzo si sia già affezionato al vecchio Gold saint dell’Acquario e alla sua compagna: perché entrambi hanno degli aspetti che gli ricordano Camus, sì, ma forse non soltanto.
Nella solitudine del mondo in cui è stato catapultato, i due rappresentano l’unica luce a far da baluardo contro morte e desolazione – il nuovo motivo per cui combattere.
Questa consapevolezza gli arriva soltanto alla fine, a seguito della lotta durante la quale egli ha finalmente potuto affiancare il tanto amato maestro.
É stato triste leggere del ritrovarsi – per poi perdersi subito dopo – fra Isaac e Camus; benché doloroso, però, un simile addio ha dato loro modo di chiarire una volta per sempre i rispettivi sentimenti reciproci. Amore a fronte di amore: non c’è nulla che è andato sprecato e, adesso, entrambi ne sono coscienti.
Entrambi, sì: perché se Camus ora è morto, noi sappiamo che poi tornerà in vita – e certe cose non si dimenticano.
Dinanzi a un incontro tanto definitivo, Isaac è costretto a scegliere se lasciarsi sopraffare dal passato o se, invece, cominciare a guardare avanti.
Da uno come lui non ci si poteva di certo aspettare una resa, ed ecco che quindi, a dispetto di tutto, sul finale assistiamo a una vera e propria rinascita.
Cercando di tirare le somme: quella che ho appena terminato è una storia di coraggio ed affetto. Di sentimenti non detti che, però, riecheggiano uguali nel cuore di tutti i protagonisti: da Camus a Isaac, passando per Hyoga.
É stato bello vedere come i tre, nonostante rimpianti, rimorsi e incomprensioni, custodiscano dentro di loro il ricordo di quegli anni passati insieme come fosse il gioiello più prezioso che possiedono.
Proprio un bel viaggio!
A presto con qualcosa di nuovo, spero!
Un abbraccio,
Irene

Nuovo recensore
01/09/21, ore 13:50

Eccomi per lo #scambiomythico

Premessa... Faccio schifo nel recensire...
Però, c'è un grande però.... Ho letto tutto d'un fiato... Ho trattenuto le lacrime per tre quarti della lettura... Avrei voluto consolare Hyoga, avrei voluto accudire Isaac ... Poco da dire ero lì assieme a loro, non mi vedevano ma ero lì.

Mi piace il tuo stile di scrittura, molto simile al mio.... Leggere qualcosa di scritto bene fa sempre bene al cuore ❤️

Recensore Master

Ciao, Maiko!
Ti dirò: non mi è affatto dispiaciuto questo "viaggio" nell'interiorità di Isaac. Non disdegno di ampliare i miei orizzonti verso personaggi che conosco poco, se questi sono ben trattati – come nel caso di specie.

Ho apprezzato soprattutto il ritmo che hai deciso di dare alla narrazione, alternando costantemente passato e presente: l'impietosa nitidezza di certi ricordi, se paragonata al senso di confusione e smarrimento del momento attuale, rende perfettamente l'idea di quanto profondi siano i sentimenti che Isaac ha sempre provato per Camus.
E, in quei sentimenti, ci sta davvero di tutto: ammirazione, dedizione, gratitudine, affetto, desiderio di emulazione.
A differenza di Hyoga, divenuto cavaliere con l'unico scopo di poter visitare il corpo dell'amatissima madre, per Isaac il fine ultimo di ogni cosa era proprio lo stesso Camus – Camus lo sciamano, Camus il cavaliere d'oro, Camus il maestro. Camus, famiglia e sostegno.
Non c'è nulla che il ragazzo non avrebbe fatto, pur di diventare il suo degno discepolo. 
Ma il destino (o chi per esso) ha voluto diversamente, e invece del candido guerriero del freddo egli si è trovato ad emulare il Kraken – simbolo di un'ideologia che Aquarius aveva espressamente mostrato di disapprovare.
A proposito di Kraken e Mondo sommerso, mi affascina il parallelismo fra Camus e Kanon nei rispettivi ruoli di mentore; due individui abissalmente (no, l'uso del termine non è studiato, mi è venuto di getto XD) diversi sia per tempra morale, sia per carattere, che pure hanno guidato lo stesso soggetto.
E tuttavia, mentre il fu Dragone del Mare considerava Isaac "un po’ come un figlioccio da cui ci si aspettava grandi cose", l'Acquario gli era affezionato a prescindere; peccato che, nel riconoscere l'aura di quest'ultimo nel cosmo e nello sguardo di Hyoga, il diretto interessato si sia convinto del contrario.
(Inciso inutile: e pensare che il Cigno ha le medesime paturnie mentali!).
La convinzione di aver irrimediabilmente deluso quello che era – ed è ancora – a tutti gli effetti il suo idolo fa soffrire Isaac più di ogni ferita materiale; non vorrei esagerare, ma secondo me è stata la speranza repressa di rivedere Camus l'input più grande della sua lenta ripresa.

Come mi avevi anticipato in sede di scambio, l'intero pezzo è ambientato in un universo parallelo che si riaggancia ad altri tuoi lavori; la cosa si palesa soltanto sul finale, per cui non ha per nulla "intralciato" la lettura.
Correggimi se sbaglio: nel "Mondo Inverso", Dégel ha in sé un qualche cosa di Camus – il quale, però, non esiste. Se così fosse, il povero Isaac sarebbe capitato nell'universo più sbagliato possibile...

Questa recensione è un tantino confusionaria, ma mi auguro che sia comunque in grado di trasmetterti tutto il mio apprezzamento!
A presto :D
Irene

Recensore Master
02/01/21, ore 22:21

Ciao, Maiko! Eccomi, alla fine!
Concordo pienamente con quanto hai scritto nelle note: a mio modesto avviso, infatti, Hyoga soffre di un complesso di inferiorità grande come il castello di Hades.
Non mi intendo granché di psicologia infantile, ma mi sento di ipotizzare che l'estremo sacrificio di Natassia in favore del figlio ne abbia irrimediabilmente compromesso le capacità relazionali: dopo la morte della madre, il piccolo sopravvissuto non si è più sentito degno dell'affetto di nessun altro.
Così, ecco che, agli occhi di Hyoga, ogni interazione fra Camus e Isaak diviene il simbolo di un legame da cui lui – inconsciamente – si autoesclude, ritenendo di non poterne far parte.
Il problema, però, è che Aquarius soffre della sua stessa "incomunicabilità emozionale": come Milo specificherà molto più in basso, è assai difficile che due introversi siano capaci di trovare un punto di incontro. Premesso questo, è dunque naturale che all'epoca l'atteggiamento del maestro sia parso più disteso nei confronti del suo allievo maggiore, il quale era fatto di una pasta del tutto diversa – simile a quella dello Scorpione, per certi versi.
Tuttavia, un simile ragionamento sarebbe stato davvero troppo complesso per un bambino dell'età di Hyoga, che interpreta la ritrosia di Camus come un segno di minor affezione e stima nei suoi riguardi; dopo, la scomparsa di Isaak tramuterà tale percezione in certezza – una certezza inossidabile, che permane anche nel tempo presente. 

Mi è piaciuta molto la tua scelta di mandare Shun in soccorso di Hyoga; anche a me piace pensare che, fra i due, corra un rapporto di amicizia particolare – più stretto, elitario, un po' come quello tra il Dragone e Seiya.
Il cavaliere di Andromeda, con la sua delicatezza e la sua sensibilità, era la persona più adatta a invogliare uno come Cignus a esternare parte del disagio che lo attanaglia; egli concede all'amico il tempo necessario per aprirsi e soltanto dopo prova a consigliarlo, senza tuttavia giudicarlo troppo severamente o prendere sottogamba le sue preoccupazioni.

Se Shun gioca la parte del confidente di Hyoga, per certi versi il medesimo discorso può essere fatto per Milo nei riguardi di Camus; del resto, il fatto che Scorpio funga da intermediario fra maestro e allievo rappresenta la naturale continuazione del rapporto creatosi fra questi e Hyoga a seguito della battaglia delle Dodici Case. 
Chi meglio di lui avrebbe saputo interpretare le reticenze di quel testone di Aquarius, e trasporle tanto nitidamente al suo altrettanto testardo discepolo?

Stai creando un legame maestro-allievo che molto somiglia a quello fra padre e figlio, e questo è piuttosto emozionante da leggere; tuttavia, mi fa davvero strano pensare a Camus nei termini in cui tu lo descrivi.
Complice (come detto) la mia propensione per l'anime – nonché la lettura di certe altre storie, in cui Camus è presentato in maniera davvero dura –, mi sono abituata a pensare ad Aquarius quale mentore inflessibile; anche la rabbia per la morte di Isaak l'ho sempre interpretata come derivante dalla constatazione del proprio fallimento nel non essere riuscito a salvarlo, piuttosto che da vero e proprio dolore.
Stesso dicasi in merito al suo atteggiamento circa l'eccessivo sentimentalismo di Hyoga, che io – probabilmente sbagliando – associo soltanto alla più totale disapprovazione.
Vorrei però ricredermi, e "Parallel Hearts" potrebbe rappresentare l'occasione giusta; a presto, quindi!
Un abbraccio, e buon anno!
Irene

Recensore Master
06/12/20, ore 19:25

Ciao, Maiko, e perdona il ritardo!
Mi vergogno un po' ad ammetterlo, ma quando si parla di Saint Seiya il mio cuoricino vola all'anime, piuttosto che al manga. Sarà che sono stata svezzata a pane e Cavalieri dello Zodiaco, e certe reminiscenze infantili sono impossibili da distruggere.
Questo per dire che non ho molta dimestichezza con la "Siberian family": per me, a primo acchito, Camus e Hyoga non hanno altro destino se non quello di prendersi a sberle, e Isaak è solo un nemico tra i tanti. 
Tuttavia, sono lieta che tu mi abbia suggerito questa storia: in merito ai suddetti tre soggetti la linea del manga è senza alcun dubbio più logica, completa ed emozionante, ed è davvero troppo tempo che non leggo un qualcosa che sia  incentrato sul loro legame. 

A differenza di qualche fan (così su due piedi non saprei esemplificare, ma in giro ce ne sono diversi), io non ho mai incolpato troppo Hyoga per la morte di Camus – fra i due, semmai, è stato Aquarius a giocare la parte meno cristallina. 
Se la si guarda sotto la lente del rapporto diretto maestro-allievo, poi, la faccenda assume dei contorni ben più tragici, e la mia solidarietà per il Cigno cresce ancora di qualche spanna; deve essere stato terribile ritrovarsi faccia a faccia con colui che ti ha cresciuto (come cavaliere, ma anche come uomo), sapendo di doverlo scavalcare a ogni costo. 
Ho davvero apprezzato le tue riflessioni sul senso di colpa che attanaglia Hyoga – sul sentore di morte che crede di portarsi appresso.
Nel corso della sua breve vita egli ha perso la madre, il fratello (non di sangue, ma d'elezione) e il maestro, tutti scomparsi per assicurargli un futuro migliore; inevitabile, quindi, che Cignus non si senta all'altezza delle speranze che le persone così care al suo cuore hanno riposto in lui. 

Non che a Camus vada meglio, comunque. Il rapporta tra questi e l'ex allievo mi ha ricordato molto la parabola del figliol prodigo ... peccato che Aquarius non sia la persona adatta a esternare certi sentimenti. Il Gold Saint ama il proprio discepolo come farebbe un padre col suo figlio più problematico, e tuttavia esistono alcune incomprensioni che non possono risolversi con un semplice sottinteso; mentre Hyoga avrebbe bisogno di sentirsi dire che è ben degno della posizione da lui ricoperta, solo la rassicurazione di essere stato un buon maestro per entrambi i suoi allievi potrebbe placare la tormentata coscienza dell'Undicesimo custode. 

A prescindere dalla naturale avversione che Camus prova per Kanon, quindi, a mio parere il confronto tra i due a proposito di Isaak non è stato poi così negativo; se non altro, l'Acquario adesso possiede la certezza che il suo vecchio discepolo ha scelto autonomamente da che parte schierarsi – che poi, diciamo le cose come stanno: dinanzi allo sfacelo della battaglia delle Dodici Case, nessun combattente sano di mente avrebbe scommesso sulla solidità delle schiere di Atena. 

A questo punto, sono proprio curiosa di sapere dove andrai a parare! 
A presto, spero!
Irene 

Eccomi qui per l’ultimo capitolo J
Ero rimasta ad Isaac fermo a letto nella dimensione parallela, ma poi si ritrova in balia dei ghulu e di un proteiforme dalle sembianza del suo amico Lisakki. Se ho capito bene, Kanon è entrato nella sua mente mentre Isaac era in stato di incoscienza; ha trasportato la sua mente al tempo in cui lui era presso Poseidone e solo l’intervento di Camus lo ha riportato nell’altra dimensione (ossia Ipsias).
Sai a cosa ho pensato a quando ho visto i ghulu? (i mangia ghiaccio chiamati da Michela).
Sono giunta a questo pensiero (forse sono mie tare mentali). La Val Brevenna che ora si trova sigillata (come è in un certo senso Ipsias), che sia una sorta di “passaggio” per giungere alla stessa Ipsias? E che quindi un giorno i nostri amici potranno ritrovare Dègel, Seraphina, Isaac e salvare quel mondo parallelo? E Stevin, sarà veramente lui oppure un proteiforme? (forse più evoluto di Lisakki). Scusami, ma mi sono venute in mente tutte queste ipotesi.
E per fortuna che sono arrivati Dègel e Seraphina (combatte davvero divinamente), altrimenti il povero Isaac avrebbe fatto una triste fine.
Mi è piaciuta moltissimo lo scontro finale con Isaac affiancato dallo spirito di Camus. Davvero molto bello. Ma una cosa non mi è chiara. Quindi Camus in punto di morte è riuscito (o meglio il suo spirito) a raggiungere Isaac nella dimensione parallela combattendo insieme a lui e facendogli ottenere lo zero assoluto? Ma Camus è quindi morto? Questo mi dispiacerebbe tantissimo.
L’ultima parte con Isaac che scala il dirupo, ed ad ogni suo passo corrisponde un ricordo che rimarrà con lui per sempre mi ha davvero commossa.
Un’ultima nota:
Seraphina viene nominata la consorte di Dègel. Quindi sono sposati? Sarebbe davvero un bella cosa.
Concludendo spero davvero che Michela e gli altri riescano ad arrivare ad Ipsias. Incontrare gli altri e salvare anche questo mondo.
E grazie a te per averci regalato quest’altra perla del tuo bellissimo Mondo.
A presto!
Narclinghe

Recensore Master

Ed eccomi al terzo capitolo!
Non scusarti per la tua risposta alla recensione, sono io che mi scuso per la mia lentezza e per quanto sono indietro con la lettura, ma prometto che recupererò tutto!
Innanzitutto mi è molto piaciuto il diverso stile che hai adottato nello scrivere il capitolo. Hai usato il neretto nelle situazioni drammatiche; come ad evidenziare ulteriormente l’enorme sofferenza di Isaac, che ho davvero adorato (è incredibile come il tuo modo di scrivere mi faccia davvero amare i personaggi che descrivi; tu li rendi VIVI), alternandolo alla grafia normale, quando la figura della dolce Seraphina riequilibrava l’anima ed il corpo devastati di Isaac.
E’ stato davvero interessante assistere ai due “risvegli” i Isaac; il primo brutale, malamente curato da Kanon e Thetys con la sua risurrezione a Kraken.
E quello parallelo, dove Isaac è curato dolcemente da due voci misteriose, una delle quali è riconosciuta da Isaac come quella dell’adorato Maestro.
Ti confesso che ho avuto difficoltà a capire cosa c’entrasse Isaac con Seraphina. Sono vissuti in due epoche diverse, come potevano incontrarsi?
Ma poi alla fine ho capito (almeno credo).
Quindi Isaac non è risorto insieme agli altri Cavalieri perché si trova in questa dimensione parallela. E mi dispiace moltissimo sia per lui che per Camus.
Non si ritroveranno mai, e questo è davvero tristissimo.
Davvero tantissimi complimenti per la stesura di questo capitolo, che ancora una volta ha saputo darmi tantissime emozioni.
Ci vediamo al quarto.
A presto!
Narclinghe

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