Ciao Selene, devo confessarti che non sempre riesco ad apprezzare le one-shot, perché purtroppo chi le scrive spesso non riesce, per quanto si sforzi, a centrare l'argomento con poche, efficaci parole; tu, invece, sei stata molto brava. Già in “Cuori” mi ricordo che ci avevi offerto “un'istantanea” di una delle scene più famose di SNK e anche qui, con questi piccoli sei episodi, hai mantenuto questa linea, che apprezzo molto; Levi è un personaggio particolare e difficile da rendere, e ho apprezzato che tu non ci abbia proposto un “Ora vi dico io quello che pensa” bensì un “Ma secondo voi, gli altri come lo vedono?”, soffermandoti, tra l'altro, intelligentemente, su sei personaggi diversi fra loro che hanno potuto offrire sei punti di vista molto differenti.
Erwin era praticamente obbligatorio da inserire, Isayama negli anni ci ha raccontato il rapporto fra questi due uomini lasciando alla fandom il beneficio del dubbio (penso onestamente per accontentare un pò tutti) e anche se nel tempo il concetto dell’Ackerbond ha subito delle variazioni, non si può negare che qualcosa abbia unito questi due personaggi sino alla fine (e oltre); appare lampante a chiunque abbia letto il manga con un minimo di cervello. L’accenno all’Eruri è velato e piacevole, e anche senza voler vedere la malizia in ogni angolo, sicuramente una persona con le capacità di Levi deve aver colpito sin dal principio, a prescindere, un uomo intelligente come Erwin; una struttura simile la ritroviamo in “Grazia”, dove forse l'Eruri è leggermente più evidente ma dove emergono, soprattutto, il modo in cui Levi conosce Erwin per com'è davvero (quando lo interrompe) e l'affetto (amicale, platonico o altro che sia, qui non è importante) che intercorre fra i due, col perentorio: “E vai a farti vedere quella gamba, o ti ci porto di peso”.
Sono contenta che tu abbia inserito anche Keith Sadis in questa raccolta, perché è un personaggio spesso rimasto in secondo piano ma che tuttavia ha avuto un suo peso e una sua drammaticità (e, fra l'altro, con una delle morti migliori di tutta l’opera… anche se detta così suona un pò macabro 😅). Mi piace come hai descritto il modo in cui il Comandante vede Levi, recalcitrante, chiaramente ostile; ma, e qui sta l'intelligenza, Sadis capisce che una persona come lui “ era meglio tenersela lì “; la questione delle lame è una cosa che mi è rimasta impressa sin da quando ho letto per la prima volta No Regrets (tra l'altro non solo Sadis, ma anche Flagon se n'era lamentato; anche perché oggettivamente tenere le lame così è inutile ma, ehi, Levi è Levi), e per quanto riguarda la questione del saluto beh, non ho potuto non ripensare all'altra tua oneshot, “Cuori”.
Per quanto riguarda la questione Rivetra, sarò sincera, è una coppia che non mi ha mai detto nulla: da un lato proponeva un cliché trito e ritrito, mentre dall'altro mi ha sempre dato un'impressione “sbagliata”, perché si sarebbe pur sempre trattato di un superiore che si intrattiene con una sottoposta più giovane. Ma che Petra potesse ammirare, stimare e, perché no, avere una cotta per Levi quello sì, sicuramente; mi è piaciuto il mini spaccato di cameratismo e di rapporto fra commilitoni che hai proposto e mi è piaciuta anche la conclusione, in cui non ci dici precisamente “e così realizzò che l'aveva sempre amata”, anche perché sarebbe stato un pò stantio, ma invece accenni a qualcosa che era sempre stato lì e che, molto semplicemente, Levi non aveva mai notato, finché non era stato troppo tardi. Molto delicato.
Al pari di Erwin, non potevi non raccontare anche di Hange: i veterani sono stati praticamente la famiglia di Levi, e con la Caposquadra avevi già fatto da apripista in “Cuori”. Sarò un pò controcorrente, ma se dovessi scegliere sceglierei una LeviHan ad occhi chiusi, rispetto a una Rivetra: Hange è forse la persona che, nella vita, è riuscita a comprendere meglio Levi ma, soprattutto, a essere per lui un'amica e un supporto, dal loro primo incontro ( un pò ostico ) fino al salvataggio del Capitano da parte della Comandante. Per questo, ho trovato molto naturale l'idea che Hange si avvicini a Levi dopo il rientro dalla 57esima spedizione per sapere come sta, anche superando l'iniziale ritrosia del commilitone. In fondo, entrambi negli anni hanno visto (e vedranno ancora) tanti compagni cadere, ed è inevitabile che questo crei un legame; sei stata molto brava a tratteggiare tutto questo con poche parole.
Stavo per scriverti: “Anomalo” è stata la mia oneshot preferita ma niente, poi ho letto “Abisso” e Hange è scivolata in seconda posizione, sorry. Armin è un personaggio che spesso nelle fanfiction passa in sordina, rispetto a Mikasa ed Eren, ma in realtà è molto più intelligente di loro e, soprattutto, è nato per essere leader; e il fatto che non se ne renda conto, o meglio, che sia convinto di non essere degno di certi riconoscimenti o oneri lo rende estremamente realistico e molto umano per quanto lui per primo, come hai notato giustamente anche tu, più volte affermi che per vincere chi combatte è costretto a spogliarsi della sua umanità e a smettere di essere “buono” ( cosa che, per l’appunto, lui è convinto di non essere).
Il terribile “momento della siringa” è sempre stato qualcosa di straziante, per me, e non nego che all'inizio ci rimasi malissimo, convinta che Levi avrebbe dovuto scegliere Erwin per quanto, come lo stesso Isayama avrebbe detto in seguito, l'arco narrativo del Comandante avesse trovato la sua conclusione, e come personaggio non avesse più nulla da offrire (anche se io piango ogni volta che rivedo la scena, non posso farci nulla).
Armin, viceversa, aveva ancora molto da dare, e non dico solo a livello narrativo, ma anche come “persona” all'interno della trama; Armin ha il suo sogno, Armin ha il mare. E Levi questo l'aveva capito, così come aveva sempre considerato quel ragazzo molto intelligente, anzi, “un cazzo di genio”.
Mi è piaciuto come hai analizzato, in poco ma molto bene, l'excursus dei pensieri di Armin, il contrasto fra la sua intelligenza (che lui sa di avere ma che non vede come un vanto, perché per tanto tempo ha avuto solo quella, e gli ha valso pure delle botte) e la forza bruta di cui ormai dispone, la sua insicurezza e quell'idea di essere “non buono” in quanto sa che, prima o poi, quella forza bruta lui la dovrà usare; il dono, secondo gli altri, la maledizione, secondo lui. Nel caso volessi cimentarti in qualcos'altro riguardante Armin, approvo calorosamente, perché si percepisce che è uno dei tuoi personaggi preferiti, e l'hai centrato in pieno!
Scusa se magari ti ho scritto un poema, ma ho letto tutte le oneshot di fila e ho preferito fare un'analisi collettiva; se ti sono sembrata logorroica, scusa ancora 😅. Grazie per aver condiviso questa raccolta, spero che proporrai qualcos'altro, prima o poi.
Alla prossima! |