Una semplice raccolta di sfoghi, figlia dei pensieri che mi chiudono la gola insieme all'afa bollente dell'estate.
Figlia delle catene che mi imprigionano, figlia del fuoco che ho dentro, figlia della voglia di cambiare che mai si assopisce.

Sussurrami all'orecchio –
riempimi di attenzioni che non merito.
Sussurrami all'orecchio –
mentimi senza remore, se necessario.
[Uno dei miei soliti sfoghi, scritto qualche giorno fa in un momento di down. Anche se mi sono già ripresa, ci tenevo a condividerlo con voi ^^]

Troppo inadeguata per donarmi davvero,
troppo irruenta per non donarmi affatto.

È passato così tanto tempo da quando trascorrevamo ogni pomeriggio insieme e probabilmente tu l’hai dimenticato, inghiottito dalla vita che ti richiama a sé e ti dà tante altre faccende a cui pensare.
Ma io, anche se volessi, non potrei mai scordarmene.
[Poco più di una flashfic, una dedica, un rimpianto.]

Sfogo di una ragazza troppo inetta per vivere in questo mondo.

E ti tremano le gambe, ti trema l’anima
di mezza bimba e mezza donna,
perché il mondo a volte fa paura
e vorresti solo chiudere gli occhi come quando eri piccola
perché bastava quello a far svanire i mostri.
[Scritta per il compleanno della mia cara amica Lea. Tantissimi auguri, tesoro! :3]

Ho pianto ieri notte,
io che non piango mai,
perché ho provato a contare i miei difetti
ma le dita delle mani non mi sono bastate.
[Semplicemente, la poesia per me è uno sfogo quando sono qui. E questo è soltanto l'ennesimo, umile, sgangherato sfogo.]

[Questa è una poesia che io definisco "arrabbiata": è stata composta due settimane fa nel giro di quattro minuti, perché avevo una profonda necessità di sfogarmi ed esprimere in versi ciò che avevo dentro. Non aspettatevi grandi fronzoli, giochi di parole o riflettute rime: si tratta solo di un flusso di pensieri, un fiume in piena.]
Quando senti che un amico si è allontanato da te, ci sono solo due cose che vorresti vare: chiedergli spiegazioni o ignorarlo e provare a dimenticarlo
Ma c'è una cosa che ti dà estremamente fastidio: lui sorride, scherza con te e finge che nulla sia accaduto. Forse non ne è nemmeno consapevole.

D'estate è facile lasciarmi prendere dalla malinconia; l'estate è quella stagione in cui i pensieri corrono a briglia sciolte senza l'ostacolo di mille impegni a cui far fronte. Si insinuano sotto la pelle rovente, strisciano dentro la mia stanza dalla finestra aperta nelle lunghe notti afose.
Forse è per questo che d'estate ho bisogno di tramutare in versi i miei pensieri.
Queste quattro poesie sono uno sfogo, qualcosa di cui avevo bisogno, e infatti hanno un andamento più prosaico che poetico. Sono quattro poesie rudi, istintive, che non ho curato nella forma; le ho semplicemente vomitate sulla carta per esorcizzare i miei demoni estivi.
Se state cercando componimenti armonici e curati, infarciti di fronzoli, termini aulici e figure retoriche, passate oltre.
Ma se vi fermerete a leggere, grazie per aver deciso di raccogliere le lacrime di questa stella sghemba e difettosa.