«Poi che cosa succede, mamma?», domandò Rose, gli occhi scintillanti d'impazienza. Hermione si lanciò in un racconto appassionato, ricco di colpi di scena, in cui la piccola sirena s'innamorava di un giovane uomo e scambiava la propria voce con la strega del mare in cambio di tre giorni con un paio di gambe. Il racconto era così avvincente che Ron non si accorse nemmeno d'avere la bocca aperta per lo stupore, gli occhi scintillanti d'emozione, come quelli della figlia poco prima. «Come finisce? Si sposano?».

«Odio il rabbreddore e l'inbluenza», borbottò Hermione quel mattino, il naso eccessivamente irritato dai fazzoletti. Ron le sorrise, baciandole la fronte. «Desideri qualcosa per alleviare la sofferenza?», le domandò con una nota ironica nella voce. La donna annuì vigorosamente, avvolgendosi meglio nelle coperte. «Una cioccolada andrebbe bene».

Respirò profondamente, chiudendo gli occhi. Tra le sue braccia Hermione si strinse a lui, cominciava a sentire freddo.
Sorrise, fissando il sole che scompariva lentamente all'orizzonte.
Con il sole tramontavano i peggiori ricordi della sua vita, con l'incombere della notte e il chiarore delle prime stelle nasceva la speranza per un mondo migliore.

Dal primo capitolo: Un raggio di sole si fece largo tra le ombre scure, diffondendo sulla lastra candida del lago una foschia dorata e brillante. Hermione ebbe la consapevolezza che, da qualche parte, il ghiaccio cominciava a sciogliersi e la barriera sarebbe svanita come era comparsa.
Forse c'era ancora una possibilità per lei. Forse l'acqua sapeva di speranza.

La sua vicinanza era confortante, ma non avrebbe potuto lenire il dolore insistente che le squarciava il petto.
Ovunque andasse, qualsiasi cosa facesse, il pensiero di Ron s'insinuava con prepotenza nella sua mente, distraendola con successo.
Ovunque andasse, qualsiasi cosa facesse, vedeva rosso.

Quello sguardo penetrante continuava ad essere puntato su di lui, a tratti indagatore, a tratti risentito, a tratti quasi felice di vederlo.
Le sorrise incoraggiante.
«Tu... enorme... stronzo... Ronald... Weasley!», gridò, mentre tempestava di pugni il suo petto.
No, centinaia di scuse non sarebbero bastate.

«Tu che mi hai regalato?». Nella sua testa, Hermione cominciò a ridere ironicamente. Il regalo per Lavanda. Già. Peccato che non le avesse comprato nulla. Peccato che non vi avesse nemmeno pensato.