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Autore: cranium    12/05/2012    5 recensioni
-Come ti chiami?- chiese Draco.
-Non te lo dico, mi prenderesti in giro.- rispose testarda.
-Non può essere più strano del mio, dai dimmelo.-
La ragazza sbuffò infastidita poi rispose:
-Mi chiamo Wren contento?-
-Ti chiami scricciolo?- e scoppiò a ridere, più per l’espressione buffa che aveva fatto la ragazza che per il nome. Infondo le si addiceva: aveva le spalle strette e era piuttosto minuta, ma il carattere non era quello di un timido uccellino.
[...]

Draco/Nuovo Personaggio.
I Malfoy sono vittime di una maledizione da tre secoli, imposta su di loro da una donna.
Riuscirà Draco a spezzare il flagello che opprime la sua famiglia e far si che la ragazza che ama si innamori di lui?
O anche lui dovrà soffrire le amare pene dell'amore?
Storia ispirata a "La Bella e la Bestia".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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  Il serpente e l’uccellino.
Capitolo II: Benvenute all’inferno.


“Le donne lo sanno
c'è poco da fare
c'è solo da mettersi in pari col cuore.”
Luciano Ligabue.

 

La casa in quel periodo era parecchio vuota.
L’autunno era finito lasciando posto al gelo dell’inverno, che portava il vento freddo di Novembre e una timida prima neve che imbiancava leggermente il paesaggio fuori dalla finestra del salotto.
Forse per la mancanza delle due sorelle o per la tristezza della stagione arrivata, Narcissa Black, si sentiva sola.
La secondogenita, Bellatrix, si era sposata ormai da un paio d’anni e viveva con suo marito, mentre la maggiore un anno prima aveva annunciato il suo matrimonio imminente con un uomo che la sua famiglia non conosceva, il nato babbano Ted Tonks, tradendo così, non solo tutti gli ideali che le erano stati inculcati in quella testa troppo ribelle e troppo indipendente per accettare quello che gli altri volevano per lei, ma anche la famiglia e il suo sangue.
Eppure non riusciva ad essere arrabbiata con lei, non come suo padre Cygnus Black, che ogni volta che qualcuno pronunciava il nome Andromeda in casa rompeva qualcosa, se sua sorella era felice anche lei doveva esserlo.
Ormai con i suoi venti anni, Narcissa, aveva voglia di amore e di una famiglia tutta sua, e non biasimava la sorella, anche se il suo amore era sbagliato, o almeno lei credeva che lo fosse.
Lei era l’unica a sapere del loro amore proibito che andava avanti da molto tempo, lo aveva conosciuto tre anni nella Londra babbana, era un po’ più grande della sorella, con dei capelli scuri e lunghi e gli occhi grandi che guardavano Andromeda con sguardo innamorato ricambiato da lei.
Era molto diversa dalle sue sorelle Narcissa: lei con i capelli biondi della madre Druella Rosier, alta e con le labbra fini, Bellatrix con gli occhi scuri come tutti i Black e i capelli corvini e lisci, Andromeda era più bassa delle altre e i capelli piuttosto crespi.
-Cissy!-
-Bella, come mai sei qui?- le chiese, nascondendo il suo stupore nella sua visita.
-Ho una grande notizia da darti.-
L’ultima volta che la sorella le aveva detto così aveva arrotolato la manica del vestito e aveva mostrato il suo Marchio Nero, e lei ne era rimasta scioccata, ma suo padre era così orgoglioso di avere una figlia tra i prediletti del Signore Oscuro che anche lei venne contagiata dall’entusiasmo della famiglia.
Poco dopo sposò Rodolphus Lestrange, un altro Mangiamorte, non per amore, di questo era certa, perché sua sorella amava, o meglio venerava, un altro uomo: Lord Voldemort.
Le aveva parlato spesso di lui, di come fosse contento del suo operato, delle sue idee e del suo essere “dannatamente affascinante”.
-Ho trovato l’uomo giusto per te, sono sicura che a nostro padre andrà benissimo.-
-E cosa ti fa pensare che andrà bene a me?-le chiese esasperata.
-Il fatto che provenga da un ottima famiglia e che sia un Mangiamorte come me.- le rispose tranquilla.
-Chi sarebbe questo giovane?-
-Lucius Malfoy.-
Narcissa lo aveva già incontrato parecchie volte: era un bel giovane, alto, con gli occhi chiari e i capelli biondi, il portamento elegante e molto intelligente.
-Sai Cissy mi chiede sempre di te, “come sta tua sorella?”, “porta i miei saluti a Narcissa”..-
-È un caro giovane.-
-Perfetto, oggi verrà a mangiare qua.-
-Cosa? Bella! Me lo dici così? Su due piedi?-
-Volevi che ti mandassi una lettera?-
-Oddio devo andare a cambiarmi!-
 
Il pranzo trascorse tranquillo tra vino italiano e pudding, quando a un certo punto Lucius le chiese di uscire nel giardino per parlare, e lei accettò tranquilla.
Nel grande giardino di villa Black, i due giovani passeggiavano tra le siepi curate e i cespugli di fiori che tanto le piacevano:
-Sentite Narcissa, non so cosa vi abbia detto vostra sorella, ma dovete sapere che io vi stimo molto: siete una giovane discreta, dolce, di buona famiglia e anche molto graziosa.- iniziò a dire mentre la ragazza arrossiva.
-E ecco, volevo chiedervi se potevo avere l’onore di frequentarvi per conoscervi meglio, non credo che la vostra famiglia avrà nulla da ridire a riguardo.-
Anche se di qualche anno più grande Lucius Malfoy conservava l’ingenuità dei ragazzini alla prima cotta, dalla prima volta che l’aveva vista e l’aveva conosciuta si era accorto di provare una certa ammirazione nei confronti della sorella minore con i suoi capelli biondi e gli occhi scuri come la sorella, ma molto più grandi e espressivi.
-Siete molto gentile.-
-Spero che sia un sì.-
-Certamente.-
Lucius quella sera ritornò nella villa contento.

Dopo soli tre mesi Lucius chiese la sua mano a Cygnus che accettò ben volentieri il fidanzamento tra sua figlia e uno dei Mangiamorte più vicini alla cerchia del Signore Oscuro, la cui famiglia non solo aveva il sangue puro come il suo, ma anche un conto in banca alla Gringott da fare invidia.
Narcissa però non era in preda all’euforia che pensava.
Certo aveva acconsentito subito quando Lucius le aveva detto che aveva intenzione di sposarla, presa probabilmente più dal momento magico che si era creato quando lui si era inginocchiato davanti a lei e le aveva mostrato un bellissimo anello che da un reale sentimento.
Non sapeva come mai, ma quando stava con lui era come se il suo cervello si dividesse, e la parte che di solito vinceva era quella che diceva di non fidarsi dell’uomo che aveva vicino, di non cedere alle lusinghe e al suo corteggiamento, e se all’inizio aveva cercato di zittire quella vocina fastidiosa che le corrodeva le meningi adesso si ritrovava ad aver paura di aver fatto la scelta sbagliata, quella che l’avrebbe portata alla distruzione.
Probabilmente capì che il suo matrimonio non avrebbe contemplato alcun sentimento, almeno da parte sua, il primo giorno di primavera.
Quel pomeriggio Lucius l’aveva invitata per una passeggiata a Diagon Alley e lei, incoraggiata dalla madre, aveva deciso che avrebbe accettato.
La giornata si prospettava bella e serena, probabilmente il cielo si era sfogato abbastanza, e la coppia camminava sottobraccio per la via:
-Cara che giorno hai scelto per il matrimonio?-il passaggio da voi al tu era stato fortunatamente veloce e senza timidezza.
-Avevo pensato a maggio, sai è il mese delle rose.-
-Perfetto.-
-Quante persone pensi dovremo invitare.-
-Tutte le necessarie.-
-Sai i Black sono tanti, dove li mettiamo tutti?-sorrise.
-Te l’ho mai detto che hai un sorriso bellissimo?-
Di lui questo non si poteva dire, poche volte spuntava un sorriso tra le sue labbra fini, al massimo di derisione.
Ad un tratto un ombra scura gli attraversò la strada.
-Che modi!- esclamò la giovane.
-Hai visto chi era?-chiede preoccupato.
-Mi sembrava Sebastian Crug, sai quell’uomo basso che lavora a Nocturn Alley, ha una faccia che non mi piace.-
-Torno subito, aspettami qua.-
E si allontanò per la via che aveva preso l’uomo prima di lui velocemente.
Narcissa intanto pensava dove aveva già sentito il nome dell’uomo, glielo aveva nominato Bellatrix, di questo era certa, ma quando e come?

 

-Bella, che ti prende?- le chiese una sera, poiché quest’ultima la era venuta a trovare.

-Niente Cissy, c’è un uomo che sta dando un po’ di problemi al nostro Signore, è Sebastian Crug, doveva passarci delle informazioni su l’Ordine della Fenice invece è solo un piccolo bastardo doppiogiochista!-e si era alzata dalla poltrona furente.

-Il Signore Oscuro lo vuole morto! Ma nessuno riesce a trovarlo quel maledetto.-

 

Il cuore perse un battito o due.
“Lo vuole morto”.    
Lucius lo stava cercando per ucciderlo.
Non ci aveva pensato prima, o almeno non aveva dato troppa importanza alla cosa: Lucius Abraxas Malfoy era un Mangiamorte.
Lucius Abraxas Malfoy era un burattino dai fili annodati in mano del burattinaio più spietato che la marionetta potesse trovare: Lord Voldemort.
Lucius Abraxas Malfoy era un assasino.
Lucius Abraxas Malfoy stava uccidendo un uomo in questo momento.
-Narcissa.-
La sua voce le arrivò distante, ovattata. Non poteva essere reale, la promessa sposa di un assassino, futura moglie di un sicario.
Non vedendola reagire Lucius tentò di prenderle la mano preoccupato:
-Non mi toccare!-gli urlò.
La mano di Malfoy era una mano maligna, un emissario di morte e distruzione, uno strumento di tortura, lasciarsi prendere, toccare, sfiorare era essere complice, era una mano che aveva ucciso, uccideva e avrebbe ucciso.
Ma non era solo questo, era la repellenza che provava nel vedere un uomo ridursi così, era un formicolio a pelle che aveva sempre provato nei suoi confronti, era le paura dei suoi occhi freddi di metallo, di una tempesta che non si sarebbe fermata, ma che si sarebbe rovesciata tutta su di lei.
Mostro”.
Non riuscì a trattenersi, si smaterializzo con un –crac- che sapeva di una promessa di addio che non avrebbe potuto mantenere.
Tornò a casa verso sera, bagnata di una pioggia che non era piovuta, sola con la gola secca e le dita che si tormentavano provando a contorcere un anima che non trovavano neppure nelle viscere.
Aveva sbagliato a trattare così Malfoy, sua sorella era come lui, ma non l’aveva mai giudicata, perché adesso si permetteva di giudicare lui? Figlia di Black che di nero non avevano solo il cognome, ma il cuore, e anche il suo era così, nero di delusione verso se stessa, nero di rabbia, rimorso.
Entrò nella villa e non si stupì nel vedere tutta la famiglia e Lucius che l’aspettavano impazienti, era solo colpa sua se erano rimasti in pensiero.
L’uomo appena la vide le corse incontro.
-Mi hai fatto preoccupare.- era ancora preoccupato, lo vedeva dagli occhi che erano ansiosi di dirle un qualcosa che ancora non poteva sapere.
-Mi dispiace veramente.-
-Dobbiamo parlare, è importante.-
Nel salottino c’erano solo loro adesso, e mentre Lucius camminava consumandosi suola e tempo lei era seduta in attesa del momento giusto per scusarsi.
-Una donna, qualche secolo fa, lanciò una maledizione sui Malfoy, una maledizione potente, nessuna donna ci potrà mai amare. Perché siamo dei mostri, Narcissa, mi dispiace di non avertelo detto prima, non ti biasimo se vorrai annullare il matrimonio e allontanare me dalla tua vita, però ti devo dire una cosa: ti amo, sì ti amo, so che questo sentimento non potrà mai essere ricambiato , ma mi premeva dirtelo, anche se non potrà mai cambiare le cose tra noi.-
Maledetto, maledetto, allora non era il suo cervello a respingerlo, ma qualcosa che non conosceva, qualcosa di troppo forte per essere spezzato. Non avrebbe mai amato Lucius Malfoy, ma lo avrebbe sposato.
Sì perché i suoi sentimenti erano sinceri, perché il suo cuore era puro, almeno nei suoi confronti, lui l’amava e l’avrebbe resa felice, e lei avrebbe reso felice lui. I suoi sentimenti erano disarmanti e lei era ceduta, ma sapeva che cedere al cuore non portava solo rose e fiori, ma anche spine, e lei le avrebbe accettate tutte finché Lucius sarebbe stato con lei.
Si alzò anche lei e si avvicinò a lui, gli accarezzò la guancia.
-Lucius io voglio sposarti, se ancora tu mi vuoi, il comportamento di oggi da parte mia è stato inammissibile, me ne vergogno tanto.-
-Non potrò mai renderti felice.-
-Questo lo posso sapere solo io.-
Si erano sposati e avevano avuto un bambino, Draco, identico al padre, e Narcissa aveva insistito perché avesse anche il nome di Lucius.
Lo amava? No. Lo stimava, lo rispettava.
Era felice? Tantissimo.
 
 
-Ciao Marcus, è arrivato il libro?-chiese appena arrivata al Ghirigoro.
Le alte librerie di legno chiaro e un po’ marcio erano zeppe di tomi dai più grossi ai più piccoli, dai più nuovi con le copertine ancora fiammanti a quelli vecchi un po’ consunti dalle pagine ingiallite o strappate.
-Ehilà!-salutò il magi-commesso quando emerse dal bancone ricoperto di carte.
-Allora è arrivato?-chiese di nuovo impaziente.
-Certo che è arrivato! Cosa credi? Te lo avevo promesso no?-e da sotto il bancone prese un libro piuttosto grosso con la copertina colorata e lo mise nella borsa scura che la ragazza gli stava porgendo.
-“Grandi Maghi del Ventesimo secolo” in braille, non sai che fatica ho fatto per trovarlo!-
-Sei il migliore Marcus!-gli disse raggiante.
-Perché non lo dici al principale? Così mi da una promozione. Se vuoi te lo porto io a casa quando finisco il turno.-
-No, oggi ho preso un assistente.- rispose.
Marcus squadrò il ragazzo che accompagnava la sua amica, i capelli biondi, l’incarnato pallido e un paio di occhi freddi: un Malfoy.
Lo aveva già visto qualche anno prima quando un signore dai capelli rossi si era attaccato con il padre del ragazzo. Aveva sentito le parole forti che il ragazzino dodicenne aveva usato per insultare una ragazzina della sua età solo perché nata babbana, e un'altra perché veniva da una famiglia povera. Come poteva una persona così giovane essere così meschino nei confronti degli altri. Sapeva quello che stava dicendo? Assolutamente no, secondo lui.
Cosa ci faceva con quella ragazza?
-Okay, tra due settimane mi arriverà una nuova sorpresa per te.-
-Sei il mio angelo!-
-No tu sei il mio angelo, torna a trovarmi!-e le sorrise raggiante.
“Magari con un altro assistente”pensò.
Uscirono dal negozio e la ragazza iniziò a camminare davanti a lui.
Era la persona più strana che avesse mai visto: forse per i calzini spaiati, uno nero e uno rosso, o forse per  la maglietta che indossava di un color verde pisello spento, ma poco discreto o probabilmente per i capelli molto scompigliati tenuti in una strana posizione dalle molte mollette colorate che provavano a tenere giù quei fili disordinati e annodati che aveva su quella testa castano scuro.
Ma a lei non importava, si vedeva dalla sicurezza con cui zampettava veloce e incurante del pericolo che correva nel camminare così spedita tra le pietre mosse della strada.
Iniziò ad aumentare il passo per starle vicino:
-Quanti anni hai?-chiese col fiatone.
-Sei ancora qui? Pensavo di averti perso davanti al Ghirigoro! Comunque quattordici, tu?-
-Quindici.-
“Solo un anno più piccola.”
Non parlarono più fino a quando arrivarono da Florian Fortebraccio, il gelatiere di Diagon Alley, si sedettero in un tavolino fuori e ordinarono due gelati.
-Come ti chiami?-chiese Draco.
-Non te lo dico, mi prenderesti in giro.-rispose testarda.
-Non può essere più strano del mio, dai dimmelo.-
La ragazza sbuffò infastidita poi rispose:
-Mi chiamo Wren contento?-
-Ti chiami scricciolo?-e scoppiò a ridere, più per l’espressione buffa che aveva fatto la ragazza che per il nome. Infondo le si addiceva: aveva le spalle strette e era piuttosto minuta, ma il carattere non era quello di un timido uccellino.
-Adesso mi dici come ti chiami tu.-
-Draco, mi chiamo Draco.-
-Sì hai ragione è strano.-
-Senti chi parla.-
Malfoy si accorse che il gelato della ragazza era quasi finito mentre il suo era integro, non aveva molta fame infondo, allora scambiò le coppette e quando Wren affondò il cucchiaio nella sua si accorse dello scambio e gli sorrise.
-Vai a Hogwarts?-
-Sì, tu dove studi?-
-A casa, il Ministero mi da il permesso di usare la magia anche se ho solo quattordici anni.-
-Beata te.-
-Io uso la magia solo per le piccole cose, so proteggermi, ma non so disarmare, schiantare e altre cose che tu sai fare.-
-Come mai?-
-Perché queste cose non mi serviranno mai.-
Poi si alzò dalla sedia e Draco pensò volesse andarsene, ma lei si sporse molto sul piccolo tavolino tondo e bianco e avvicinò il viso magro a quello del ragazzo che le stava di fronte e gli sorrise serena:
-Tu.. tu profumi di gelsomino!-
Il ragazzo rimase stupito dal comportamento della ragazza, così semplice e spensierato e subito iniziò a sentire caldo alle gote a cui saliva quel sangue puro di cui andava così fiero, si ricordò così della domanda più importante che avrebbe dovuto porle.
-Mia madre li adora.- si giustificò, grato che la ragazza non potesse vedere lo stato in cui lo aveva ridotto.
-Tuo padre dove lavora?- sapendo che tutto dipendeva dalla risposta alla domanda.
-Ministero, è un Auror.-
-Come si chiama che magari l’ho già sentito nominare?-
-Edmund Gray.-
“Edmund Gray, meno male”pensò tra se e se, sperava proprio che Wren non fosse una Mezzosangue.
Conosceva di fama il padre, non un Auror da tre zellini, si intende, uno di quelli che nel proprio lavoro ci mette il cuore, che ha negato alla famiglia, si diceva che spesso dormisse in ufficio per risolvere un caso o restasse giorni fuori casa se c’era da prendere un criminale.
Eppure, gli aveva detto Lucius, il Ministero gli concedeva molte ore da passare con la figlia, che si diceva avesse dei problemi, ma lui non ne usufruiva mai. La moglie era morta di parto e lui aveva venduto l’anima e il corpo alla seconda cosa che amasse di più al mondo, il suo lavoro, abbandonando la figlia a crescersi da sola.
Parlare del padre non doveva piacerle molto.
Ma Wren era Purosangue e nulla lo avrebbe reso più felice quel giorno.
-Mi accompagni a casa?-disse ad un tratto bloccando il flusso dei suoi pensieri.
-Andiamo.-
Arrivarono fino ad Olivander poi presero una viuzza secondaria che portava all’interno di Diagon Alley, dove uno ammassato all’altro stavano palazzotti di sasso.
Si fermò davanti ad un portone di legno:
-Grazie mille Draco.-gli disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
-Aspetta! Domani ci possiamo rivedere?-disse paonazzo in viso.
-Certo!-rispose lei raggiante.
Passavano così le settimane, e si vedevano quasi tutti i giorni.
Andavano a prendere un gelato, camminavano e camminavano tra le vetrine dei negozi e tra i passanti che li osservavano con sguardo vacuo mentre lei non osservava niente con i suoi occhi spenti.
Continuava a portarlo al Ghirigoro per prendere i libri che il commesso le faceva arrivare da chissà dove e da chissà chi.
-Tu e il magi-commesso state per caso assieme?- le chiese un pomeriggio di sole.
-Sei geloso?- richiese con il sorriso limpido e genuino di una bambina.
-No!-
-Certo come no, no non stiamo assieme.-
-Bene.-
-Bene.-
-Bene.-e si poteva dire felice.
Ormai mancava poco più di una settimana al suo ritorno ad Hogwarts e già in casa il sentore di pergamena e incantesimi si sentiva febbrilmente, c’era il baule da preparare e tante cose da fare.
-Caro quest’estate non ti ho visto molto a casa.- chiese la madre una mattina a colazione mentre l’elfo domestico prendeva i piatti dalla tavola e li riportava in cucina.
-Ho passato molto tempo a Diagon Alley.-rispose abbassando la forchetta.
-Non credo che tu abbia comprato tutte le cose che ti servono per Hogwarts vero?
-No le prenderò oggi.-
-Vuoi che ti accompagni?-
-No, grazie madre, posso fare da solo, adesso devo andare, non mi ricordo dove ho messo la lettera da Hogwarts e il mio distintivo da prefetto.-e si alzò.
Quando fu fuori dalla portata del suo orecchio Narcissa disse:
-Sai Lucius, secondo me tuo figlio si è trovato una fidanzatina.- e sorrise.
“Spero proprio di no”pensò lui.
 
-Quindi sei un prefetto.-chiese Wren tra un Gelatina Tutti i Gusti Più Uno e un’altra.
-Esattamente.-disse fiero.
-E cosa devi fare in poche parole?-continuò in quel momento mentre giocava con il suo distintivo.
-Devo controllare i corridoi, posso mettere in punizione gli studenti e togliere i punti alle altre Case.-
-E tu di che Casa fai parte?-
-Te lo avrò detto mille volte.-
-Mi piace sentirtelo ripetere.-
-Serpeverde, la Casa migliore, dove sono stati tutti i Malfoy, dove è stato anche Merlino¹, e tutti i maghi più forti e potenti, siamo astuti e intelligenti, o almeno la maggior parte.-disse pensando a Tiger e Goyle.
-Quindi mi stai dicendo che siete dei brocchi.-
-In verità stavo dicendo tutto il contrario.- disse esasperato.
-Non arrabbiarti però, adesso cosa devi prendere?-chiese.
-Devo andare da Madama McClain perché la divisa dell’anno scorso mi è piccola.-
-Adoro quel posto! C’è sempre tanta stoffa da toccare e la padrona è molto gentile con me, mi regala sempre dei cioccolatini.-disse raggiante mentre sussurrava alla bacchetta la nuova meta.
-Ovunque andiamo ti regalano caramelle e cioccolatini.-
-Sarà perché io sto simpatica alla gente al contrario di te.-
-Quindi non starei simpatico a nessuno secondo te.-
-Non proprio a nessuno nessuno, a me stai simpatico.-
-Mi basta questo.-
 
 
NdA: Per prima cosa ringrazio quelli che hanno commentato ho hanno messo la storia tra le seguite: siete i miei angeli.
Seconda cosa: un augurio speciale a Caterina che si è iscritta! Mi hai promesso che pubblicherai presto!
Capisco che la parte di Narcissa e Lucius sia molto più bella dell’altra, almeno secondo me, questo perché Draco e Wren avranno molto spazio nei capitoli che verranno (speriamo bene), a discapito, a volte, dei coniugi.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, prometto di aggiornare presto.
 
¹: Merlino è stato un Serpeverde come me, l’ho saputo grazie alle informazioni che la Rowling ha messo su Pottermore.
Un bacione.
 
cranium.

  
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