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Autore: mavi    07/12/2006    8 recensioni
Cercava di prendere l’inchiostro ma, purtroppo per lei, la boccetta era di poco più distante e così era chiaro non ce l’avrebbe mai fatta.
Draco inclinò leggermente la testa, quando la vide ritornare seduta compostamente sulla sedia e prendere un grosso respiro.
“Madama Pince?”
Aveva una voce ansiosa e leggermente… stridula.
“Madama Pince, la prego, avrei bisogno di una mano."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo ^^ forse questo è un capitolo un po’ più corto degli altri ma so che alla fine mi vorreste uccidere per averlo tagliato così…

Scusate il ritardo ^^ forse questo è un capitolo un po’ più corto degli altri ma so che alla fine mi vorreste uccidere per averlo tagliato così…

Buona Lettura .)

 

Cap. 9

 

La mattina dopo, alzarsi per affrontare le fatiche di una giornata di studio, fu più difficile e doloroso del solito. Le calde coperte del suo letto erano invitanti e persuasive, ma il suo senso del dovere era più forte.

Scese in Sala Grande accompagnata da Ron, che le teneva la mano. Non poteva vederlo, ma era certa che a Draco questo non facesse troppo piacere.

Già una volta erano arrivati quasi a litigare per questo. Così, non potendo dargli completamente torto, cercava di farlo ragionare.

Ron non sapeva di loro, non sapeva nemmeno che lei era fidanzata e non poteva, da un giorno all’altro, allontanarlo bruscamente da sé senza dargli delle spiegazioni plausibili. Quando poteva, comunque, evitava quel contatto. Specialmente se c’era il pericolo che Draco fosse nei paraggi.

Aveva detto tutto questo (o quasi) al suo ragazzo, ma lui non voleva proprio capire…

Ron ed Hermione erano tranquillamente seduti al tavolo dei Grifondoro e, accompagnati dalle solite chicchere su di un loro presunto fidanzamento, facevano colazione.

“Allora, che lezioni hai oggi, Hermione?” le chiese in tono vago Ron.

“Sono come le tue. Solo ho Antiche Rune, quando tu hai buca, dopo pranzo.”

“Ti accompagno io!” rispose allegro e risoluto il suo amico.

“No, no. Non ce ne bisogno, credimi. Ma grazie Ron.”

“Non se ne parla nemmeno! A me non costa niente, ho un’ora di buca, come hai detto tu.”

“Ma, Ron, davvero non c’è biso-”

“Niente storie. Ti accompagno e ti vengo anche a prendere, così poi andiamo insieme a Difesa Contro Le Arti Oscure.”

“Ah, okay. Grazie...”

Sorrise forzatamente, mentre un senso di disagio cresceva forte dentro di lei.

Si sarebbe dovuta vedere con Draco nella mezz’ora prima che iniziasse la lezione di Antiche Rune. Come glielo avrebbe detto ora?

Per tutto il resto della mattinata Ron non la lasciò mai un secondo da sola, mostrandosi più premuroso e gentile che mai.

Spesso avevano parlato della sera prima, Ron le aveva chiesto come aveva fatto a ritrovare la strada per la Torre, o a che ora aveva finito in biblioteca, e ogni volta che gli mentiva, Hermione si sentiva sempre più sporca e sempre più male.

Non voleva mentirgli, non le piaceva. Doveva sempre glissare su tutti i discordi che comprendevano le parole “Serpeverde e Malfoy” e fare sorrisi finiti, o inventarsi le storie più assurde su due piedi.

 

Stavano dirigendosi verso la Sala Grande, per il pranzo. Venivano dal giardino, ricoperto ormai dalla neve, dove Ron l’aveva portata per “rilassarsi un po’ prima di riprendere le lezioni”.

“Oh, ancora i Serpeverde! Ce li ritroviamo sempre tra i piedi, ultimamente.”

Di colpo si irrigidì, ma cercò di non farlo notare a Ron e parlò con tono indifferente.

“Quali Serpeverde?”

“Malfoy e la sua cricca, chi se no?!” rispose con tono derisorio e scocciato.

“Dove sono?”

“All’entrata principale della scuola. Tutti là, seduti o alcuni in piedi.”

Il suo cuore mancò di un battito.

“Ron!”

Si fermò, e lo fece fermare. C’era speranza che Draco non l’avesse ancora vista?

“Che c’è che non va, Hermione?”

“Possiamo cambiare strada? Magari entriamo dal retro-”

“No! E’ perché mai? Per quelli? Lasciali perdere, tu continua a comportarti come hai sempre fatto. Sei sicuramente meglio di tutti loro messi assieme! E se si permettono a dire qualcosa se la vedranno con me!”

Iniziò così a trascinarla verso la scuola. Hermione era arretrata rispetto a lui di qualche passo e aveva stretto gli occhi, come a proteggersi da quello che sarebbe successo.

Avanzavano a gran passo.

“Ron, ti prego no… Ti prego, ti prego... Cambia strada, Ron…”

Inutile dire che le sue preghiere silenziose non furono né ascoltate, né esaudite.

“Andatevene, andatevene… E’ora di pranzo che ci fate qua fuori?Draco, va via…”

“Scalino” le disse a bassa voce Ron.

Iniziò a salire i gradini cercando di mantenere un aspetto calmo e intoccabile, ma non si rese conto di aver iniziato a stringere la mano di Ron ancora più forte. Cosa che, invece, qualcun altro notò.

“Oh, la coppia dell’anno. Quale onore… Weasley, almeno del tuo matrimonio ti metterai qualcosa di più decente di quella pezza che hai indossato al Ballo del Ceppo? O forse è il massimo che puoi permetterti?”

Risate roche e maligne seguirono la voce pungente della Parkinson, e questa volta fu Ron a stringere la mano della ragazza.

“Pensa agli affari tuoi Parkinson, e al tuo di matrimonio…” disse occhieggiando verso Malfoy che era seduto sugli scalini dietro di loro e che, da poco, avevano superato.

Avevano fatto qualche altro passo in avanti, poi si fermarono.

“Spostatevi, dobbiamo passare.”
Zabini, Tiger e Goyle erano fermi davanti alla porta d’ingresso con un ghigno ironico.

Le parole del Grifondoro furono vane e mentre il ragazzo lanciava sguardi poco amichevoli, dietro di loro, si era alzato Draco Malfoy.

“Sì, lasciateli andare…”

Hermione lo sentì passare accanto a lei e si trattene a stento dal sussultare. La sua voce aveva una sfumatura dolciastra che non prometteva niente di buono.

“Avranno da fare i piccioncini, e noi di certo non vogliamo assistere…

Respirò profondamente sentendo quelle parole, come a voler trattenersi dal dire qualcosa.

 “Oh mio Dio, no! Non vogliamo vomitare!” proseguì la Parkinson con voce allarmata.

I Serpeverde risero. Non sentì la voce di Draco unirsi a quelle dei suoi compagni, ma avvertiva il suo sguardo fisso su di lei.

Ron vide, con grande sollievo, che i Serpeverde stavano liberando il passaggio. Avanzò deciso verso la porta ma Zabini, che stava in quel momento voltandosi per andar via, sembrò ripensarci e gli bloccò nuovamente la strada.

Ron sospirò esasperato e cercò di andar via passando accanto al Serpeverde, sulla destra, ma questi si spostò di lato. Allora andò a sinistra, ma di nuovo Zabini si spostò, con il solito ghigno sulla faccia, e non lo lasciò passare.

Hermione nel frattempo sentiva il suo braccio venir spostato, senza considerazione alcuna, da una parte e dall’altra.

Alla fine Ron attraversò la tanto desiderata porta e, andando via, diede anche una leggera spallata al Serpeverde.

“Idioti” disse a mezza voce, andandosene.

“Attento a quello che fai, Weasley.”

La voce di Draco questa volta era davvero minacciosa, ed Hermione fu attraversata da un brivido. Di sicuro, anche se Ron non poteva saperlo, Draco Malfoy non alludeva solo a quel insulto pronunciato impudentemente a mezza voce.

 “Non mi stancherò mai di ripeterlo, Malfoy. La tua minacce, sono solo parole vane!”

Ron si voltò verso Malfoy.

“Sbagliando si impara…. Imparerai anche tu.”

Gli lanciò un ultimo sguardo detestabile e poi andò via, portando con sé Hermione in Sala Grande.

La ragazza non parlò per il resto della cena, ripensava a quello che era successo, alle parole di Draco.

Era in quei momenti, quando il “vecchio” Draco Malfoy veniva fuori, che la sua sicurezza su quello che stava facendo vacillava, facendola riflettere.

 

Draco, dopo un pranzo molto veloce, era tornato nel parco.

Quel Weasley era davvero una presenza scomoda che volentieri avrebbe fatto sparire, proprio come era successo a Potter.

Era appoggiato ad un albero, e ogni tanto sfregava le mani per il freddo.

Non era riuscito a parlare neanche una volta con Hermione, in tutta quella mattina, e questo perché la Donnola le era sempre appiccicata. Sempre con quelle mani unite!

Ora, aveva il brutto presentimento che non si sarebbe presentata al loro appuntamento. Sarebbe dovuta venire là fuori, proprio sul portone dove erano prima. Poi in qualche modo, senza farsi vedere da nessuno, si sarebbero appartati.

Non era la prima volta che lo facevano.

Immerso nei suoi pensieri aspettò fuori per diverso tempo, e vide i suoi sospetti diventare realtà. Guardò distrattamente verso il cielo, sospirando impazientemente, e fermò lo sguardo sul grande orologio di Hogwarts. Sgranò gli occhi e si mise a correre vero l’aula di Difesa, era in netto ritardo e non se lo poteva permettere.

Arrivato davanti alla porta chiusa, riprese fiato e poi bussò. E’strano come le cose accadono, ma solo in quel momento pensò che avrebbe potuto saltare la lezione ed evitare così quello che sarebbe successo. Ma ormai, era troppo tardi.

“Avanti.”

Andare via? No, non poteva.

Aprì la porta ed entrò nella classe, sempre molto indifferente a tutto quello che accadeva in torno a lui e per nulla mortificato per il suo ritardo.

Vide lo sguardo della Waag, appena posatosi su di lui, cambiare.

“Buongiorno, professoressa. Scusate il ritardo.”

Restò davanti alla porta, aspettando il permesso di potersi sedere.

La Waag lo scrutava dall’alto al basso e nel frattempo la classe taceva.

Quella “sottile” ostilità che c’era tra i due, non era passata inosservata a nessuno.

Gli fece cenno con il viso di andare al suo posto e così fece. L’unico posto libero era quello accanto a Nott, dietro Pansy e Blaise.

La professoressa era in piedi davanti alla cattedra, con il libro aperto tra le mani. Con la coda dell’occhio, mentre trafficava nella sua borsa, Draco la vide guardarlo.

Perché era quasi certo che la cosa non fosse finita lì?

“Signor Malfoy…”

Perché aveva ragione, evidentemente.

Sollevò il capo dai suoi libri, appena posati sul banco, e la guardò.

“La prossima volta, la pregerei di arrivare in tempo per le lezioni. Questo vale per tutti, ovviamente.”

E guardò verso qualche Grifondoro, probabilmente arrivato poco prima di lui.

“Dieci minuti di ritardo non possono essere tollerati…”

Erano sette. Amava la precisione, ma si astenne dal correggerla.

Ed ecco che i Grifondoro sorridevano sotto i baffi.

Stava per succedere.

“Quindi, dieci punti in meno a Serpeverde.”

Draco restava immobile, senza accennare ad alcuna espressione rammaricata o pentita. Intanto occhiate di puro odio partivano dai banchi Serpeverde, diretti alla professoressa. Mentre, sotto i banchi Grifondoro, si chiudevano pugni di vittoria.

“Ho già ritirato a tutti le pergamene che avevo chiesto di fare, hai fatto la tua?”

“Certo.”

“Bene, a fine lezione me la lascerai sulla scrivania. Ora, continuiamo la lezione. Stavamo appunto parlando di tutti quelli incantesimi che, per essere eseguiti, necessitano della conoscenza base della Magia Oscura…”

Draco smise di ascoltare la lezione quasi subito e lanciò uno sguardo vero i banchi dei Grifondoro.

Individuò subito quello che cercava. Hermione Granger, una Penna Prendi Appunti che scriveva frenetica davanti a lei, e Ronald Weasley, seduti assieme.

Si voltò dall’altra parte con un movimento appena stizzito e prese a guardare le pagine del libro, distrattamente.

Hermione si sforzava di stare attenta alla lezione, anche se la Penna Prendi Appunti stava già facendo il suo dovere, ma non ci riusciva. Si muoveva in continuazione sulla sedia e, di tanto in tanto, sbuffava.

Quella situazione stava diventando pesante.

Solo la sera avrebbe rivisto Draco, per via della pozione, ma, sinceramente, aveva paura di non riuscire neanche ad allontanarsi dai dormitori, con Ron che si era messo in testa di farle da balia permanente!

In oltre, il suo amico iniziava a comportarsi in maniera strana.

Durante la mattinata, più volte, Ron le aveva parlato a proposito di quella sera, della Sala Comune. Ma non aveva capito niente delle sue parole farfugliate, in realtà.

“Che c’è, Hermione?”

Ron si avvicinò al suo viso sussurrandole quelle parole, ma lo fece pericolosamente troppo.

La ragazza si ritrasse appena, sorridendo in tensione. Forse era stato solo un caso, intanto, sperava che Draco stesse seguendo attentamente la lezione e non li stesse guardando.

“No, niente Ron. E che non mi sono ancora abituata a stare ferma e a non prendere appunti, personalmente…”

Il ragazzo si allontanò, tornando dritto sulla schiena e sorridendo.

“Capisco.”

Il resto della lezione e della giornata proseguì regolarmente, se non per gli sbalzi di umore di Ron che a momenti balbettava e, a momenti, la prendeva per mano e le si avvicinava in maniera molto confidenziale.  

Qualcosa non quadrava. Decisamente no.

Ron non stava male fisicamente, e questo lo  aveva chiesto anche a Ginny (che, tra l’altro, se ne era andata intonando una risata cristallina), né poteva esserci un’altra spiegazione plausibile al suo comportamento bizzarro.

Davvero non capiva.

Tuttavia, Hermione aveva già un altro problema da risolvere e un’altra discussione, con un altro testardo, da affrontare. A Ron, e al suo strano comportamento, ci avrebbe pensato l’indomani.

Era seduta in Sala Comune, aveva già finito tutti i compiti, e di tanto in tanto indagava sull’orario.

L’appuntamento con Draco era alle undici e mezza e, benché sapesse che mancava ancora molto, prese dalla tasca della divisa il suo mini orologio da taschino. Lo aprì con disinvoltura e una voce femminile, professionale e fredda, le disse che in quel preciso istante la lancetta delle ore segnava le ventuno, la lancetta dei minuti le diciannove, e la lancetta dei secondi le quindici.

Sospirò e, richiudendo l’orologio, si lasciò sprofondare tra i cuscini del divanetto della Sala Comune.

“Perché guardi l’orario in continuazione?” le chiese una voce in maniera molto disinvolta e superficiale, anche un tantino divertita.

Si rizzò subito a sedere. Era sicura di essere sola!

“Ron?! Che ci fai qui?”

“Finisco i compiti di Erbologia.

Ma secondo la Sprite, davvero a noi può interessare la profondità delle radici del Coccoallegro?!”

“Da quant’è che sei qui? Non ti ho sentito arrivare.”

“Da un po’, sono stato abbastanza silenzioso. Herm… tu hai finito vero…?”

“No, niente da fare Ron. Finisci i tuoi compiti perché non ti farò copiare nulla.”

Si appoggiò nuovamente ai cuscini, sentendo lo sbuffo di Ron e immaginando il suo viso sicuramente imbronciato.

Passarono pochi secondi, quando sentì il tonfo del libro che veniva chiuso e un cuscino abbassarsi accanto a lei.

Alzò un sopracciglio.

“Hai già finito?”

“No.”

“E allora perché hai chiuso il libro?”

“L-lascia perdere il libro, ora…”

Lo sentì schiarirsi la gola. Ecco che ricominciava…

Stava per replicare ma le mani di Ron, che improvvisamente si posarono sulle sue le sue, la bloccarono.

“Ron…?”

“Senti Hermione… io devo… devo… dirti una cosa!”

Si sedette in maniera rigida e composta e si voltò verso di lui. Le sue mani sudavano e incespicava nelle parole, stargli accanto era come stare accanto ad una stufa.

“Che c’è che non va, Ron? Oggi ti sei comportato in maniera strana e…”

“Sì, infatti! E’… è proprio di questo che ti devo parlare!”

“Okay, e cosa…”

“Io, Hermione, insomma… dopo quello che è successo ieri, quando ti credevamo sparita… Io, be’, io ho davvero avuto paura…”

“Ron, davvero, non-”

“No, aspetta. Lasciami finire!”

Era incredibile la sicurezza che aveva dimostrato in quelle parole. Sbattè più volte le palpebre e restò ad ascoltarlo.

“Voglio dirti che, dopo tutto quello successo con Harry, se… se dovessi perdere anche te io non…”

“Lo so. Anch’io Ron, se succedesse qualcosa a te e dovessi restare sola, non resisterei…”

“Già… e quindi, io…”

Stava annuendo senza neanche accorgersene, ora aveva capito cosa avesse il suo amico. Le veniva da sorridere.

Ron, per quanto facesse lo spaccone con i più piccoli, e non, era un concentrato di tenerezza e affetto.

“Io Hermione… volevo dirti che credo di essermi innamorato…”

Ron sorrise e si avvicinò alla ragazza, intanto Hermione cercava di dare un senso alle sue ultime parole. Non credeva di aver sentito bene, ma si accorse di sbagliare quando sentì le labbra del ragazzo sulle sue.

E rivisse, così, una sensazione non nuova…

 

 

Dunque… avevo ragione? (vedi nota iniziale XD)

Noto con piacere che i solleciti per le recensioni sono serviti, grazie grazie grazie!!!!! Continuate così, mi avete resa felicissima J

Vi devo rassicurare sul fatto che non diventerà una Ron/Hermione, sempre e per sempre D/H! J

Mi rendo conto che questo capitolo potrebbe aver fatto aumentare i vostri dubbi ma rasserenatevi…

Alla prossima ;)

 

  
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