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Autore: Neko    20/05/2012    4 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 37: Lasciarsi il dolore alle spalle

 

“Accidenti, accidenti, accidenti! Si è di nuovo incollato alla padella!” disse ormai esasperata una voce femminile.

“Lascia, faccio io!” disse invece l’altra voce femminile con un sorriso sulle labbra, vedendo la sua compagna ormai esausta dal difficile compito di preparare la colazione. Decise di prendere in mano la situazione e con maestria riuscì in quello che l’amica si era prefissata di fare: girare una frittella.

“Wow, Robin. Non ti credevo così brava ai fornelli!” disse Nami meravigliata.

La donna sorrise “Generalmente noi donne ce la caviamo in cucina!” rispose l’archeologa.

“Generalmente! Ma io sono una vera frana!” disse sconsolata Nami, nell’osservare la montagna di frittelle bruciacchiate che aveva preparato e che i suoi compagni, ricoprivano con quintali di sciroppo d’acero per renderle commestibili almeno un minimo.

In quel momento la porta della cabina si aprì, facendovi entrare l’unico membro della ciurma che mancava all’appello.

Esso aveva un aspetto stanco e le borse sotto gli occhi, confermarono ai Mugiwara i loro sospetti che il ragazzo avesse passato la notte insonne.

Sanji sgranò gli occhi vedendo tutti i suoi nakama nel suo “regno”, seduti a fare colazione.

Si portò una mano al viso e con voce un po’ rauca disse alle improvvisate cuoche “ Devo aver perso la cognizione del tempo. Non pensavo fosse già così tardi. Avrei dovuto preparare io la colazione! Scusatemi ragazze!” disse dispiaciuto.

Nami scosse la testa “Figurati, mi sono divertita a cucinare per quella banda di zoticoni!” disse fulminando i suoi amici che non avevano risparmiato, durante il pasto, commenti sulla sua cucina.

“Noi a mangiarla ci siamo divertiti un po’ meno”” disse Zoro scatenando l’ira della navigatrice, la quale, per vendetta, gli aprì la bocca a forza facendovi entrare due delle sue frittelle. Zoro prima divenne blu per il saporaccio che si era risvegliato nella sua bocca e successivamente cominciò a tossire per impedire il soffocamento da quelle frittelle micidiali.

Sarebbe stata una morte vergognosa per uno spadaccino come lui.

“Io non le trovo poi così cattive, anche se la cucina di Sanji è sempre la migliore!” disse Rufy divorando un altro paio di frittelle.

Nami sospirò sconsolata, rinunciando a capire il suo amato capitano.

Aveva assaggiato anch’essa ciò che aveva preparato e quel niente male di Rufy, non sapeva proprio da dove potesse saltare fuori.

“Prometto che non dovrete più occuparvi di cucinare, né vuoi due né nessun altro!” disse Sanji ancora dispiaciuto.

“Non preoccuparti, tutti possiamo necessitare di un momento di pausa. Prenditi il tempo di cui hai bisogno amico!” disse Franky afferrando una Cola e scolandosela tutta di un fiato.

Franky ha ragione. Se qualcuno di noi ha bisogno di staccare la spina dal ruolo che ricopre, è giusto che qualcuno di noi lo aiuti. Anzi, io sono ben disposto ad aiutare Rufy nel caso di decidesse di prendersi una pausa dal suo ruolo di capitano!” disse Usopp sognando ancora ad occhi aperti di poter un giorno di essere il capitano di una ciurma tutta sua.

“Che Poseidone ce ne scampi. Saremo tutti spacciati in quel caso!” disse Zoro punzecchiandolo.

“Io non lo vedo poi così male come capitano!” disse Chopper, che per Usopp aveva sempre provato una profonda ammirazione.

Usopp mise il broncio e riferendosi allo spadaccino gli chiese “Stai insinuando che come capitano non sarei all’altezza?”

Zoro sorrise “L’hai detto tu, non io!”

Rufy sorrise a trentadue denti “Tranquilli, il problema non si porrà mai. Mi piace troppo essere il capitano!”

Quei battibecchi tipici della ciurma non poterono non strappare dalle labbra di Sanji un sorriso.

 

“Sono preoccupata per Sanji!” disse Nami, avvicinandosi a Rufy e Usopp intenti a pescare e a scommettere su chi di loro avrebbe acchiappato il pesce più grosso.

“Si riprenderà, Sanji è forte!” disse Rufy.

“Dici? A me sembra uno straccio da buttare! Non pensavo che l’amore potesse fare così male!” disse Usopp sincero, il quale nonostante pensasse di provare qualcosa per Kaya, non sapeva minimamente cosa volesse dire amare una persona.

“Eh già!” dissero all’unisono Nami e Rufy.

“Farebbero male delle pugnalate al cuore!” disse la navigatrice ricordandosi il brutto litigio avuto con Rufy poco prima.

“Credo sia la ferita più difficile da guarire…certo se si tratta di amore vero!” disse il capitano.

“Intendi dire che Sanji e Lily non si amassero veramente” disse Nami piuttosto infastidita, in quanto avrebbe scommesso sul legame che si era creato fra quei due.

“No, sto solo facendo una constatazione! Nel caso si scambi l’attrazione fisica per amore, in caso di separazione, non si dovrebbe stare così male!” disse Rufy.

“Attrazione fisica eh? e fra voi due cosa c’è?” chiese malizioso Usopp che come risposta venne spinto in acqua dalla navigatrice, venendo poi recuperato dall’amo di Rufy, il quale tirandolo su disse “Direi che questa volta ho vinto io. Ho pescato un pesce bello grosso, oltre che col naso lungo. Quello vale dieci punti!” disse Rufy divertito.

“Non so se lo hai notato, ma non sto affatto divertendo!” Starnuti più volte “Tirami fuori!” disse ormai urlando.

 

Il pranzo e la cena furono davvero ottimi. Sanji come aveva  promesso, non fece cucinare più nessuno dei suoi compagni, mettendoci tutto l’impegno possibile nella preparazione dei piatti, nel tentativo di renderli ancora più speciali e di pensare meno a Lily. Aveva preparato molte cose, forse anche più del dovuto pur di tenersi occupato e non sembrava volersi fermare, ma niente su quella nave sarebbe andata sprecata, ci avrebbe pensato Rufy a fare fuori tutto.

Erano tutti seduti al tavolo e come al solito tutti facevano casino per accaparrarsi il pezzo migliore.

Rufy e Nami, come di loro abitudine, erano seduti vicini e di tanto in tanto Nami strusciava il piede contro quello di Rufy sotto il tavolo, cercando di non far notare a nessuno quegli scambi amorosi che ultimamente i due cercavano di nascondere.

Purtroppo per loro, Zoro, chinandosi per raccogliere il tovagliolo che gli era caduto, vide quanto stava accadendo e non potè fare a meno di lanciare occhiatine ai due piccioncini e scoppiò a ridere, quando l’arrivo di Sanji fece allontanare di scatto i piedi dei due ragazzi, facendo sbattere a Nami il ginocchio contro al tavolo. Nami non fu la sola a piangere per il dolore, in quanto Zoro venne punito da uno dei tacchi della navigatrice che con forza venne puntato nel suo polpaccio.

 

Era giunta ormai la notte e tutti erano a dormire, tranne Rufy e Nami. Avevano deciso di non scambiarsi baci o farsi le coccole durante il giorno, per non essere visti da Sanji e farlo soffrire ulteriormente e, per questa ragione, rimandavano quelle occasioni a incontri notturni.

Rufy aveva preso uno dei mandarini di Nami e la ragazza era impegnata a corrergli dietro nel tentativo di fargliela pagare, ma si sapeva che per loro era solo un gioco. Rufy si faceva spesso rincorrere da Nami, per poi farla vincere. Era il premio di consolazione a cui mirava il capitano.

Rufy si fermò e si fece raggiungere dalla ragazza, la quale disse “Ti ho raggiunto!”

“Si, ma non hai ancora vinto!” disse ridendo il ragazzo “Prova a prendere il mandarino!” disse poi alzando il braccio nel quale teneva il prezioso frutto.

La ragazza cominciò a saltellare nella speranza di raggiungerlo, ma nonostante i tacchi, non era abbastanza alta per arrivarci.

Mise il broncio e diede le spalle a Rufy, il quale cascando nella scenetta interpretata dalla ragazza, le chiese “Sei…sei arrabbiata?”

Nami sogghignò e cogliendo l’attimo di distrazione del ragazzo, riuscì ad afferrare il frutto.

“Ehi, non è giusto!” disse imbronciato il capitano.

“Ti dico io cosa non è giusto. Che tu continui a strappare i miei poveri mandarini! Questo era quasi maturo!” disse Nami cominciandolo a sbucciare e a mangiarselo, nonostante non fosse ancora pronto.

“Ehi, lasciamene un pezzetto!” disse Rufy, ma Nami, facendogli un dispetto, lo mangiò tutto.

Rufy però non gliela diede vinta e afferrandola, prima che potesse scappare come era intenzionata a fare, le accarezzò il viso e le strappò un bacio sorprendendola.

Rufy sorrise “Le tue labbra sanno di mandarino!” disse.

Nami lo guardò malizioso e riprese a baciarlo, finchè un movimento li fece voltare.

Ehm…forse sono di troppo!” disse un loro compagno.

S-Sanji? C-cosa ci fai qui?” chiese Nami, prima di guardare Rufy e allontanarsi da lui immediatamente.

“Sono di vedetta e sentendo dei rumori sono venuto a controllare!” disse il cuoco per poi girare e incamminarsi con una nuvola sopra la testa carica di pioggia che stava a simboleggiare il suo umore, ma dopo qualche passo si fermò e continuando a dar loro le spalle disse “Non c’è bisogno che lo facciate!”

“Facciamo cosa?” chiese Rufy inclinando la testa.

“Che vi nascondete per dimostrarvi affetto, solo per non farmi soffrire!” rispose il cuoco.

Sanji noi…

“No, Nami, dico davvero! Io e Lily non formiamo più una coppia,  ma è giusto che voi continuate ad esserlo. Io mi riprenderò. Ci vuole solo un po’ di tempo!” disse infine prima di tornare al suo posto di guardia.

Nami e Rufy si guardarono dispiaciuti. Avrebbero voluto aiutare il loro compagno, ma non potendo fare niente, la prima, cambiando la sua espressione in una più maliziosa, cominciò a correre seguita dal capitano.

 

“Isola in vista!” Gridò Franky la mattina dopo. Era intento a riparare ancora qualche danno che non aveva risanato sulla Sunny e fra afferrare un attrezzo e l’altro, vide in lontananza un’isola apparentemente normale.

Tutti corsero a vedere, soprattutto Nami, la quale doveva accertarsi che il log Pose stesse segnando proprio quella terra emersa.

“Chissà cosa ci sarà? Magari tanti negozi di libri sulla medicina!” disse Chopper entusiasta “O di caramelle!” aggiunse ancora più felice.

“Io spero solo che non ci siano pericoli!” disse Usopp.

“Fifone!” disse Zoro.

“Scusa tanto se voglio essere prudente!” disse il cecchino incrociando le braccia contrariato.

 

Yohohohoh yohohohoho

Yohohohoh yohohohoho

 

Yohohohoh yohohohoho

Yohohohoh yohohohoho

Binks no sake wo

Todoke ni yuku yo

Umi kaze nami kaze

Nami makaze

“Forza cantate con me!” disse Brook strimpellando con la chitarra, ma solo Rufy si aggiunse al coro, mentre gli altri non lo calcolarono, troppo indaffarati a pensare cosa avrebbero trovato su quell’isola.

Un grosso macigno cadde sulla testa del povero musicista, che rattristato cominciò a sognare di trovare sull’isola, un bel po’ di persone disposte a cantare con lui.

 

La giunsero diverse ore dopo e assicuratosi che la Sunny fosse al sicuro, tutti si apprestarono a scendere a terra.

Ma qualcosa in quell’istante avvenne.

Vennero misteriosamente separati senza che nessuno si accorgesse di qualcosa. Solo Nami rimase nello stesso luogo e si guardò attorno con aria preoccupata, alla ricerca dei suoi compagni.

Li chiamò uno ad uno, senza che nessuno le rispondesse. Si inoltrò all’interno dell’isola, dove un fitto bosco si ergeva e solo quando si impigliò in un ramo fece caso al modo in cui era  vestita.

“Ma cosa è successo?” disse osservandosi.

Indossava un vestito azzurro con un grembiulino bianco davanti, delle paperine nere ai piedi e un fiocco bianco nei suoi lunghi capelli arancioni, diventati improvvisamente boccolosi.

“Sembro una bambola così!” disse con un aria disgustata “Chiunque abbia fatto questo vestito ha proprio un pessimo gus…” non terminò la frase che la ragazza cominciò a precipitare, sempre più in giù.

Cose strane vide intorno a sé. Oggetti di vario tipo, che disobbedivano alla legge della fisica, cadendo in senso contrario dal suo.

Guardò al di sotto e quello che la gonna, gonfiata dall’aria le permise di vedere, fu solo un buio pesto.

Pensieri terribile le invasero la testa, come quella di non sopravvivere alla caduta e di non poter mai più rivedere i suoi amici, Rufy e sua sorella in particolare. Trattenne anche il respiro, quando urtando qualcosa di morbido, si accorse di essere arrivata al fondo della fossa che l’aveva inghiottita.

Si ritrovò improvvisamente a saltare di gioia per essere sopravvissuta, ma passata quella gioia passeggiare, la paura di non riuscire più a uscire da quel posto la invase. Arrampicarsi per tutta la durata della fosse era una cosa impossibile e non aveva con se il suo klimac attac con cui creare una nuvola che la portasse in superficie. Si sentì maggiormente spaesata quando si accorse di non avere nemmeno la sua unica arma di difesa con sé.

Anch’essa era sparita insieme ai suoi vestiti.

Decise di farsi coraggio e di andare avanti. Come diceva Rufy tutto si sarebbe risolto…o almeno così sperava.

Giunse infondo al tunnel diversi minuti dopo, un tempo che per Nami sembrò non aver fine.

Camminò per qualche minuto fino a giungere in una stanza spoglia, dove al suo interno vi erano solo un tavolino con sopra una bottiglietta e una chiave e una piccola porticina al muro, dentro la quale, anche volendo, non sarebbe potuta passare.

“Tutto ciò mi sembra familiare!” disse la ragazza avvicinandosi al tavolino per afferrare la bottiglietta dal contenuto rosso.

“Bevimi!” lesse nel bigliettino attaccato alla bottiglia e fu in quel momento che sgranò gli occhi “Oh no, io sono Alice! Ho sempre odiato quella fiaba, ora più che mai!”

Sospirò.

“Capisco il perché del vestito! Se sono destinata a ripercorrere il cammino di Alice, tanto vale bere questo liquido!” lo fece nonostante il sapore amaro e cominciò a rimpicciolirsi sempre di più.

Sorrise, stringendo nella sua mano la chiave che gli avrebbe concesso di passare oltre la porticina.

“Spero che ad Alice non dispiaccia se salto il punto in cui mi scordo la chiave sul tavolo, mangio dei biscotti, mi ingigantisco, piango, allago tutto e eccetera. Non ho tempo da perdere con questa idiozia!”

Detto questo il clik della serratura che si aprì, fu udibile e Nami potè entrare nel giardino che vi era al di là dell’uscio.

“è tardi, è tardi, è tardi! Devo muovermi, si ma da che parte?” disse una voce a lei conosciuta.

Sgranò gli occhi e quasi le venne da ridere, quando vide Zoro con il panciotto nero e delle orecchie lunghe da coniglio, che disperato si lamentava di come il tempo volasse via.

“Ehi Zoro!” lo chiamò correndo verso di lui, ma esso non rispose.

Zoro!” lo richiamò per l’ennesima volta.

“è tardi, è tardi!”

“Ho capito brutto idiota! Mi vuoi ascoltare? Zoro! Zoro!” disse Nami quasi volenterosa di cucinarsi il coniglio per pranzo.

Zoro? Chi è Zoro?”

 

 

Ciao, ho fatto in fretta questa volta ad aggiornare. Contenti?

Bene, oggi mi sono messa a  pensare alle prossime isole su cui i nostri eroi capiteranno e ho optato per questa per prima, solo che non so dove andrò a parare. Mi sembrava divertente una cosa del genere e boh…spero semplicemente che scrivendo mi venga in mente qualche buona idea e di non rovinare tutto, proprio ora che ho nuovamente voglia di scrivere (tralasciamo il fatto che se non aggiorno al momento è che sono (come tutti) alla fine e devo studiare per gli esami).

Bhe spero possa piacervi.

Alla prossima

Neko =^_^=

  
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