Cap 37: Lasciarsi il dolore alle spalle
“Accidenti, accidenti, accidenti! Si è di
nuovo incollato alla padella!” disse ormai esasperata una voce femminile.
“Lascia, faccio io!” disse invece l’altra voce
femminile con un sorriso sulle labbra, vedendo la sua compagna ormai esausta
dal difficile compito di preparare la colazione. Decise di prendere in mano la
situazione e con maestria riuscì in quello che l’amica si era prefissata di
fare: girare una frittella.
“Wow, Robin. Non ti credevo così brava ai
fornelli!” disse Nami meravigliata.
La donna sorrise “Generalmente noi donne
ce la caviamo in cucina!” rispose l’archeologa.
“Generalmente! Ma io sono una vera frana!”
disse sconsolata Nami, nell’osservare la montagna di
frittelle bruciacchiate che aveva preparato e che i suoi compagni, ricoprivano
con quintali di sciroppo d’acero per renderle commestibili almeno un minimo.
In quel momento la porta della cabina si
aprì, facendovi entrare l’unico membro della ciurma che mancava all’appello.
Esso aveva un aspetto stanco e le borse
sotto gli occhi, confermarono ai Mugiwara i loro
sospetti che il ragazzo avesse passato la notte insonne.
Sanji sgranò gli occhi vedendo tutti i suoi nakama nel suo “regno”, seduti a fare colazione.
Si portò una mano al viso e con voce un
po’ rauca disse alle improvvisate cuoche “ Devo aver perso la cognizione del
tempo. Non pensavo fosse già così tardi. Avrei dovuto preparare io la
colazione! Scusatemi ragazze!” disse dispiaciuto.
Nami scosse la testa “Figurati, mi sono divertita a
cucinare per quella banda di zoticoni!” disse fulminando i suoi amici che non
avevano risparmiato, durante il pasto, commenti sulla sua cucina.
“Noi a mangiarla ci siamo divertiti un po’
meno”” disse Zoro scatenando l’ira della navigatrice,
la quale, per vendetta, gli aprì la bocca a forza facendovi entrare due delle
sue frittelle. Zoro prima divenne blu per il
saporaccio che si era risvegliato nella sua bocca e successivamente cominciò a
tossire per impedire il soffocamento da quelle frittelle micidiali.
Sarebbe stata una morte vergognosa per uno
spadaccino come lui.
“Io non le trovo poi così cattive, anche
se la cucina di Sanji è sempre la migliore!” disse Rufy divorando un altro paio di frittelle.
Nami sospirò sconsolata, rinunciando a capire il suo amato
capitano.
Aveva assaggiato anch’essa ciò che aveva
preparato e quel niente male di Rufy, non sapeva
proprio da dove potesse saltare fuori.
“Prometto che non dovrete più occuparvi di
cucinare, né vuoi due né nessun altro!” disse Sanji
ancora dispiaciuto.
“Non preoccuparti, tutti possiamo
necessitare di un momento di pausa. Prenditi il tempo di cui hai bisogno
amico!” disse Franky afferrando una Cola e
scolandosela tutta di un fiato.
“Franky ha
ragione. Se qualcuno di noi ha bisogno di staccare la spina dal ruolo che
ricopre, è giusto che qualcuno di noi lo aiuti. Anzi, io sono ben disposto ad
aiutare Rufy nel caso di decidesse di prendersi una
pausa dal suo ruolo di capitano!” disse Usopp
sognando ancora ad occhi aperti di poter un giorno di essere il capitano di una
ciurma tutta sua.
“Che Poseidone
ce ne scampi. Saremo tutti spacciati in quel caso!” disse Zoro
punzecchiandolo.
“Io non lo vedo poi così male come
capitano!” disse Chopper, che per Usopp aveva sempre
provato una profonda ammirazione.
Usopp mise il broncio e riferendosi allo spadaccino gli
chiese “Stai insinuando che come capitano non sarei all’altezza?”
Zoro sorrise “L’hai detto tu, non io!”
Rufy sorrise a trentadue denti “Tranquilli, il problema non
si porrà mai. Mi piace troppo essere il capitano!”
Quei battibecchi tipici della ciurma non
poterono non strappare dalle labbra di Sanji un
sorriso.
“Sono preoccupata per Sanji!”
disse Nami, avvicinandosi a Rufy
e Usopp intenti a pescare e a scommettere su chi di
loro avrebbe acchiappato il pesce più grosso.
“Si riprenderà, Sanji
è forte!” disse Rufy.
“Dici? A me sembra uno straccio da
buttare! Non pensavo che l’amore potesse fare così male!” disse Usopp sincero, il quale nonostante pensasse di provare
qualcosa per Kaya, non sapeva minimamente cosa
volesse dire amare una persona.
“Eh già!” dissero all’unisono Nami e Rufy.
“Farebbero male delle pugnalate al cuore!”
disse la navigatrice ricordandosi il brutto litigio avuto con Rufy poco prima.
“Credo sia la ferita più difficile da guarire…certo se si tratta di amore vero!” disse il
capitano.
“Intendi dire che Sanji
e Lily non si amassero veramente” disse Nami
piuttosto infastidita, in quanto avrebbe scommesso sul legame che si era creato
fra quei due.
“No, sto solo facendo una constatazione!
Nel caso si scambi l’attrazione fisica per amore, in caso di separazione, non
si dovrebbe stare così male!” disse Rufy.
“Attrazione fisica eh? e fra voi due cosa
c’è?” chiese malizioso Usopp che come risposta venne
spinto in acqua dalla navigatrice, venendo poi recuperato dall’amo di Rufy, il quale tirandolo su disse “Direi che questa volta
ho vinto io. Ho pescato un pesce bello grosso, oltre che col naso lungo. Quello
vale dieci punti!” disse Rufy divertito.
“Non so se lo hai notato, ma non sto
affatto divertendo!” Starnuti più volte “Tirami fuori!” disse ormai urlando.
Il pranzo e la cena furono davvero ottimi.
Sanji come aveva
promesso, non fece cucinare più nessuno dei suoi compagni, mettendoci
tutto l’impegno possibile nella preparazione dei piatti, nel tentativo di
renderli ancora più speciali e di pensare meno a Lily. Aveva preparato molte
cose, forse anche più del dovuto pur di tenersi occupato e non sembrava volersi
fermare, ma niente su quella nave sarebbe andata sprecata, ci avrebbe pensato Rufy a fare fuori tutto.
Erano tutti seduti al tavolo e come al
solito tutti facevano casino per accaparrarsi il pezzo migliore.
Rufy e Nami, come di loro
abitudine, erano seduti vicini e di tanto in tanto Nami
strusciava il piede contro quello di Rufy sotto il
tavolo, cercando di non far notare a nessuno quegli scambi amorosi che
ultimamente i due cercavano di nascondere.
Purtroppo per loro, Zoro,
chinandosi per raccogliere il tovagliolo che gli era caduto, vide quanto stava
accadendo e non potè fare a meno di lanciare
occhiatine ai due piccioncini e scoppiò a ridere, quando l’arrivo di Sanji fece allontanare di scatto i piedi dei due ragazzi,
facendo sbattere a Nami il ginocchio contro al
tavolo. Nami non fu la sola a piangere per il dolore,
in quanto Zoro venne punito da uno dei tacchi della
navigatrice che con forza venne puntato nel suo polpaccio.
Era giunta ormai la notte e tutti erano a
dormire, tranne Rufy e Nami.
Avevano deciso di non scambiarsi baci o farsi le coccole durante il giorno, per
non essere visti da Sanji e farlo soffrire
ulteriormente e, per questa ragione, rimandavano quelle occasioni a incontri
notturni.
Rufy aveva preso uno dei mandarini di Nami
e la ragazza era impegnata a corrergli dietro nel tentativo di fargliela
pagare, ma si sapeva che per loro era solo un gioco. Rufy
si faceva spesso rincorrere da Nami, per poi farla
vincere. Era il premio di consolazione a cui mirava il capitano.
Rufy si fermò e si fece raggiungere dalla ragazza, la
quale disse “Ti ho raggiunto!”
“Si, ma non hai ancora vinto!” disse
ridendo il ragazzo “Prova a prendere il mandarino!” disse poi alzando il
braccio nel quale teneva il prezioso frutto.
La ragazza cominciò a saltellare nella
speranza di raggiungerlo, ma nonostante i tacchi, non era abbastanza alta per
arrivarci.
Mise il broncio e diede le spalle a Rufy, il quale cascando nella scenetta interpretata dalla
ragazza, le chiese “Sei…sei arrabbiata?”
Nami sogghignò e cogliendo l’attimo di distrazione del
ragazzo, riuscì ad afferrare il frutto.
“Ehi, non è giusto!” disse imbronciato il
capitano.
“Ti dico io cosa non è giusto. Che tu
continui a strappare i miei poveri mandarini! Questo era quasi maturo!” disse Nami cominciandolo a sbucciare e a mangiarselo, nonostante
non fosse ancora pronto.
“Ehi, lasciamene un pezzetto!” disse Rufy, ma Nami, facendogli un
dispetto, lo mangiò tutto.
Rufy però non gliela diede vinta e afferrandola, prima che
potesse scappare come era intenzionata a fare, le accarezzò il viso e le
strappò un bacio sorprendendola.
Rufy sorrise “Le tue labbra sanno di mandarino!” disse.
Nami lo guardò malizioso e riprese a baciarlo, finchè un movimento li fece voltare.
“Ehm…forse sono
di troppo!” disse un loro compagno.
“S-Sanji? C-cosa ci fai qui?” chiese Nami, prima
di guardare Rufy e allontanarsi da lui
immediatamente.
“Sono di vedetta e sentendo dei rumori
sono venuto a controllare!” disse il cuoco per poi girare e incamminarsi con
una nuvola sopra la testa carica di pioggia che stava a simboleggiare il suo umore,
ma dopo qualche passo si fermò e continuando a dar loro le spalle disse “Non
c’è bisogno che lo facciate!”
“Facciamo cosa?” chiese Rufy inclinando la testa.
“Che vi nascondete per dimostrarvi
affetto, solo per non farmi soffrire!” rispose il cuoco.
“Sanji noi…”
“No, Nami, dico
davvero! Io e Lily non formiamo più una coppia,
ma è giusto che voi continuate ad esserlo. Io mi riprenderò. Ci vuole
solo un po’ di tempo!” disse infine prima di tornare al suo posto di guardia.
Nami e Rufy si guardarono dispiaciuti.
Avrebbero voluto aiutare il loro compagno, ma non potendo fare niente, la
prima, cambiando la sua espressione in una più maliziosa, cominciò a correre
seguita dal capitano.
“Isola in vista!” Gridò Franky la mattina dopo. Era intento a riparare ancora
qualche danno che non aveva risanato sulla Sunny e
fra afferrare un attrezzo e l’altro, vide in lontananza un’isola apparentemente
normale.
Tutti corsero a vedere, soprattutto Nami, la quale doveva accertarsi che il log Pose stesse
segnando proprio quella terra emersa.
“Chissà cosa ci sarà? Magari tanti negozi
di libri sulla medicina!” disse Chopper entusiasta “O di caramelle!” aggiunse
ancora più felice.
“Io spero solo che non ci siano pericoli!”
disse Usopp.
“Fifone!” disse Zoro.
“Scusa tanto se voglio essere prudente!”
disse il cecchino incrociando le braccia contrariato.
Yohohohoh yohohohoho
Yohohohoh yohohohoho
Yohohohoh yohohohoho
Yohohohoh yohohohoho
Binks no sake wo
Todoke ni yuku yo
Umi kaze
nami kaze
Nami makaze
“Forza cantate con me!” disse Brook strimpellando con la chitarra, ma solo Rufy si aggiunse al coro, mentre gli altri non lo
calcolarono, troppo indaffarati a pensare cosa avrebbero trovato su
quell’isola.
Un grosso macigno cadde sulla testa del
povero musicista, che rattristato cominciò a sognare di trovare sull’isola, un
bel po’ di persone disposte a cantare con lui.
La giunsero diverse ore dopo e
assicuratosi che la Sunny fosse al sicuro, tutti si
apprestarono a scendere a terra.
Ma qualcosa in quell’istante avvenne.
Vennero misteriosamente separati senza che
nessuno si accorgesse di qualcosa. Solo Nami rimase
nello stesso luogo e si guardò attorno con aria preoccupata, alla ricerca dei
suoi compagni.
Li chiamò uno ad uno, senza che nessuno le
rispondesse. Si inoltrò all’interno dell’isola, dove un fitto bosco si ergeva e
solo quando si impigliò in un ramo fece caso al modo in cui era vestita.
“Ma cosa è successo?” disse osservandosi.
Indossava un vestito azzurro con un
grembiulino bianco davanti, delle paperine nere ai piedi e un fiocco bianco nei
suoi lunghi capelli arancioni, diventati improvvisamente boccolosi.
“Sembro una bambola così!” disse con un
aria disgustata “Chiunque abbia fatto questo vestito ha proprio un pessimo gus…” non terminò la frase che la ragazza cominciò a
precipitare, sempre più in giù.
Cose strane vide intorno a sé. Oggetti di
vario tipo, che disobbedivano alla legge della fisica, cadendo in senso
contrario dal suo.
Guardò al di sotto e quello che la gonna,
gonfiata dall’aria le permise di vedere, fu solo un buio pesto.
Pensieri terribile le invasero la testa,
come quella di non sopravvivere alla caduta e di non poter mai più rivedere i
suoi amici, Rufy e sua sorella in particolare.
Trattenne anche il respiro, quando urtando qualcosa di morbido, si accorse di
essere arrivata al fondo della fossa che l’aveva inghiottita.
Si ritrovò improvvisamente a saltare di
gioia per essere sopravvissuta, ma passata quella gioia passeggiare, la paura
di non riuscire più a uscire da quel posto la invase. Arrampicarsi per tutta la
durata della fosse era una cosa impossibile e non aveva con se il suo klimac attac con cui creare una
nuvola che la portasse in superficie. Si sentì maggiormente spaesata quando si
accorse di non avere nemmeno la sua unica arma di difesa con sé.
Anch’essa era sparita insieme ai suoi
vestiti.
Decise di farsi coraggio e di andare
avanti. Come diceva Rufy tutto si sarebbe risolto…o almeno così sperava.
Giunse infondo al tunnel diversi minuti
dopo, un tempo che per Nami sembrò non aver fine.
Camminò per qualche minuto fino a giungere
in una stanza spoglia, dove al suo interno vi erano solo un tavolino con sopra
una bottiglietta e una chiave e una piccola porticina al muro, dentro la quale,
anche volendo, non sarebbe potuta passare.
“Tutto ciò mi sembra familiare!” disse la
ragazza avvicinandosi al tavolino per afferrare la bottiglietta dal contenuto
rosso.
“Bevimi!” lesse nel bigliettino attaccato
alla bottiglia e fu in quel momento che sgranò gli occhi “Oh no, io sono Alice!
Ho sempre odiato quella fiaba, ora più che mai!”
Sospirò.
“Capisco il perché del vestito! Se sono
destinata a ripercorrere il cammino di Alice, tanto vale bere questo liquido!”
lo fece nonostante il sapore amaro e cominciò a rimpicciolirsi sempre di più.
Sorrise, stringendo nella sua mano la
chiave che gli avrebbe concesso di passare oltre la porticina.
“Spero che ad Alice non dispiaccia se
salto il punto in cui mi scordo la chiave sul tavolo, mangio dei biscotti, mi
ingigantisco, piango, allago tutto e eccetera. Non ho tempo da perdere con
questa idiozia!”
Detto questo il clik
della serratura che si aprì, fu udibile e Nami potè entrare nel giardino che vi era al di là dell’uscio.
“è tardi, è tardi, è tardi! Devo muovermi,
si ma da che parte?” disse una voce a lei conosciuta.
Sgranò gli occhi e quasi le venne da
ridere, quando vide Zoro con il panciotto nero e
delle orecchie lunghe da coniglio, che disperato si lamentava di come il tempo
volasse via.
“Ehi Zoro!” lo
chiamò correndo verso di lui, ma esso non rispose.
“Zoro!” lo richiamò
per l’ennesima volta.
“è tardi, è tardi!”
“Ho capito brutto idiota! Mi vuoi
ascoltare? Zoro! Zoro!”
disse Nami quasi volenterosa di cucinarsi il coniglio
per pranzo.
“Zoro? Chi è Zoro?”
Ciao,
ho fatto in fretta questa volta ad aggiornare. Contenti?
Bene,
oggi mi sono messa a pensare alle
prossime isole su cui i nostri eroi capiteranno e ho optato per questa per
prima, solo che non so dove andrò a parare. Mi sembrava divertente una cosa del
genere e boh…spero semplicemente che scrivendo mi
venga in mente qualche buona idea e di non rovinare tutto, proprio ora che ho
nuovamente voglia di scrivere (tralasciamo il fatto che se non aggiorno al
momento è che sono (come tutti) alla fine e devo studiare per gli esami).
Bhe spero possa piacervi.
Alla
prossima Neko =^_^=