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Autore: MagikaMemy    21/06/2012    6 recensioni
La Disney High non è un semplice liceo, ma una vera e propria GIUNGLA! E tra compiti in classe, feste sulla spiaggia e amori incompresi, Jasmine, Nani, Belle... ma anche Aladdin, Naveen, Alice, Jim, Trilli e altri saranno vittime della più temibile sfida cui la vita ci pone davanti : l'adolescenza. E si sa, essere giovani non è semplice... in fin dei conti, questa è la vita reale, non siamo mica in una fiaba!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1:

Jasmine restava a letto, sentendo le palpebre che, ancora sporche di trucco della sera prima, faticavano ad aprirsi.

Nonostante sapesse perfettamente di doversi alzare, le gambe tendevano a restare ancorate al materasso, e in fondo chi era lei per andare contro il volere dei suoi arti corporali?

“Jas, non te lo ripeto più: o ti sbrighi ad andare a scuola, oppure resti chiusa in casa per un mese e ti scordi quella specie di carneficina adolescenziale alla fine dell'anno.”

Finalmente riuscì ad aprire gli occhi e a guardarsi attorno, spaesata. Quel tappetto di suo padre la fissava da fuori la porta, battendo impaziente il minuscolo piedino sul pavimento, segno che stava ufficialmente perdendo le staffe.

Lei, incurante della minaccia del suo vecchio, alzò il busto e sbadigliò, guardandolo accigliata.

“Si chiama ballo scolastico, pà. E per tua informazione,” pausa, altro sbadiglio, “non credo di andarci comunque. E' roba da stupidi.”

Il padre sorrise, lasciando che la figlia si svegliasse per bene, e si limitò a tornare sul corridoio dicendo una cosa del tipo “Lo so che dici così solo perchè non hai un ragazzo con cui andarci”, convinto che la figlia non l'avesse sentito.

Questa gli lanciò dietro il cuscino, senza riuscire a colpirlo, e gli gridò dietro con fervore: “Papà, invece di interessarti alla mia (peraltro inesistente) vita amorosa, limitati a farmi la ramanzina per il ritardo di ieri notte!” e si mise a ridere, sentendo che lui faceva lo stesso.

Guardò distrattamente la sua stanza.

Cavolo, che casino. Forse avrebbe dovuto dare una sistemata, nel pomeriggio.

Ci riflettè un attimo, considerando la cosa.

… ok, forse poteva lasciarla così per un'altra settimana. O forse due.

Facciamo un mese.

Afferrò il cellulare e, noncurante dell'ora, andò direttamente sulla rubrica, dopodichè lo portò all'orecchio.

Dall'altra parte, il suono di uno squillo, e un sonoro: “Dove diavolo sei?!”

“Buongiorno anche a te, Ariel.” esclamò, alzandosi del tutto e prendendo la biancheria dal cassetto.

La ragazza dall'altra parte dell'apparecchio sembrava furiosa.

“Buongiorno un corno! Io qua ti sto aspettando! Abbiamo il compito in prima ora, e se non ti sbrighi per me e Rapy non c'è neanche la minima speranza di prendere una sufficienza!”

Da lontano, la voce di un'altra ragazza che si intrometteva con voce squillante: “Jassss, datti una mossa!”

Jasmine entrò nel bagno e si guardò allo specchio: cos'era, un brufolo quello?

“Sentite ragazze, mi sistemo al volo e arrivo. Non agitatevi. Il compito ve lo passo lo stesso.”

“Non ti azzardare a fare tar...”

“Sì ok ciao” disse lei, chiudendo la telefonata in faccia all'amica e pregustandosi la faccia che avrebbe fatto una volta arrivata a scuola.

Mamma mia, perchè Ariel era sempre così agitata?! In fondo era soltanto un fottuto compito di matematica, mica il giorno dell'Apocalisse. Se così fosse stato, probabilmente l'avrebbero passato tutte insieme sedute in piscina a bere cocktail. O, più probabilmente, in un bordello organizzato con tutta la scuola. E invece le toccava lavarsi, vestirsi e rinchiudersi in un'aula per otto ore, come tutti i giorni. Bella prospettiva del cazzo.

Impregnò lo spazzolino di dentifricio ed iniziò a sfregarselo sui denti, lasciando che i ricordi della sera prima si schiarissero.

...bene, probabilmente era stata una sbronza da far schifo.



“LA UCCIDO, LA UCCIDO, LA UCCIDO!”

“Ariel, tesoro, stai calma.” disse Belle secca, guardando l'amica che, vicino alla sua macchina parcheggiata davanti alla scuola, prendeva praticamente a calci tutto ciò che era là attorno, arruffando i lunghi capelli rossi e lasciando che le scarpe da ginnastica si sporcassero di terra.

Ariel si voltò verso di lei, innervosendosi ancora di più vedendo quanto Belle riuscisse a rimanere impassibile e a leggere uno dei suoi odiosissimi mattoni del '900.

“Come... come fa a non darti sui nervi?! E' assolutamente pessima! Lo sa bene che a matematica faccio schifo, e per una volta che le chiedo una mano fa ritardo di venti minuti!”

“Oh, andiamo Ariel, sai com'è fatta...” Rapunzel provava a sorriderle, come suo solito, ma in un momento del genere neanche un tacos gigante le avrebbe risollevato il morale.

Ok, forse un tacos gigante sì, ma solo se servito con un chilo di salsa guacamole.

Oh, quanto amava il messicano...

Belle e Rapunzel videro l'amica cambiare espressione in un attimo, osservandola mentre guardava in alto, distrattamente, con sguardo sognante e bava alla bocca (inutile dire che la gente la fissava come se fosse impazzita).

“Ari, tesoro, non serve a nulla agitarti così, credimi.” Rapunzel la riportò alla realtà con un leggero schiaffetto sulla guancia, che la fece trasalire un poco e tornare con i piedi per terra.

“Sai che non lo fa con cattiveria, Jasmine è... è fatta così.” disse la biondina, trattenendo un sospiro.

Ariel la guardò, arrendendosi.

“Sì, lo so questo. Ma le avevo chiesto un favore.” fece una pausa, guardando verso il basso: “Sai com'è fatto papà.”

“Ooooh, andiamo, il caro coach capirà che di tanto in tanto non c'è nulla di male, in un'insufficienza.” esordì Rapunzel, ottimista.

Belle, che aveva assistito alla scena in silenzio, più presa dal suo libro che dalla conversazione, si sentì una mano sulla spalla e voltandosi non potè fare a meno di sorridere.

“...ce l'hai fatta, finalmente.”

La mora davanti a lei aveva il fiatone e si appoggiò allo sportello della macchina di Ariel per non collassare al suolo.

“LASCIAMO PERDERE! Stamattina c'è stata una polemica con mia sorella...”

“Tanto per cambiare! Buongiorno Nani” disse Ariel, avvicinandosi e guardandola storta mentre si accasciava (letteralmente) sul suo cofano.

“Emh... vacci piano, è pulita.” disse acida, guadagnandosi un'occhiataccia dell'amica.

“TU non sai neanche cosa vuol dire discutere ogni sacrosanto minuto con una come Lilo. Credimi, non ne hai la minima idea!” disse Nani, leggermente isterica.

Rapunzel sorrise: “Beh, tra tutte e due non avete un carattere molto... come dire... facile, ecco.”

Nani le fece la linguaccia, senza avere la forza di risponderle per le rime.

“Dico io, poteva almeno dirmelo che aveva finito la benzina! MA NO! Ha preferito tacere, la signorina, e ce la siamo fatta tutta di corsa, da casa fin qua!”

“Hai studiato per il compito su Shakespeare?”

Nani guardò Belle come se avesse visto un maiale ballare il tip-tap in tutù, e scoppiò a ridere: “Sei sempre così simpatica, Belle!”

La ragazza cambiò espressione in un attimo: “Io non ti passo niente, sappilo.” disse secca, e si avviò verso l'ingresso con il libro tra le mani e la borsa pesante.

Nani iniziò a rincorrerla, ridendo, mentre Ariel e Rapunzel, rimaste indietro, aspettavano l'arrivo di Jasmine (la quale, a detta di Ariel, avrebbe fatto bene a godersi quella mattinata perchè sarebbe stata l'ultima della sua vita).


“Eccola! La vedi?”

“...ti prego, non dirmi che è quella.”

Due ragazze, entrambe bionde e abbastanza bassine, parlottavano tra loro, nascoste dietro una porta e studiando una tipetta castana e dallo sguardo vago che, davanti agli armadietti, chiacchierava animatamente con un giovane alto e dai folti capelli rossi.

“Ebbene sì. Rifatti gli occhi.”

“...Trilli, la Darling è un'oca. Peter la lascerà dopo cinque minuti di conversazione, fidati.”

“EHY! Ancora non stanno insieme, ok?!”

Alice la guardò torva: “Ok, ma stai tranquilla... resta il fatto che se avessi agito come ti avevo consigliato, ci staresti te adesso là a tubare con Peter, non quella... quella...”

“Troietta finta puritana con indosso una camicia da notte?” propose Trilli, senza staccare gli occhi dalla scena.

Alice scosse i capelli biondi e sorrise: “Sì, certo, io non l'avrei detta proprio così ma...”

Trilli sospirò e insieme si avviarono sul corridoio.

“Sai cosa ti ci vorrebbe?” disse Alice, dolcemente

Trilli continuava a fissarsi le scarpe.

“Il suicidio?”

“...no. Una cioccolata calda. Oggi pomeriggio andiamo al Banbow e ne prendiamo una tazza gigante.”

Trilli stava per accettare, dicendo che i brufoli in quel momento erano un problema secondario, quando una voce femminile urlò uno “spostati, cazzo!” che le fece trasalire.

“Ecco Lilo...” disse Alice senza neanche voltarsi.

Trilli non fece neanche in tempo a risponderle che qualcuno le diede una sonora ( e dolorosa) pacca dietro il sedere.

“Ehy, bionde, buondì!”

“Ciao, Lilo... come mai sorridi?”

Lilo, una ragazza dalla pelle scura e lunghi capelli neri, la guardò torva.

“Oggi mi gira bene! Contenta? Ah, ho appena visto il tuo amichetto parlare con quella tipa...Wendy. Bella figa. Si è rifatta le tette, che tu sappia?”

“Quella avrebbe bisogno di rifarsi il cervello!” esclamò Alice, facendo sorridere Trilli.

Lilo sbuffò: “Beh, l'anno scorso le aveva più piccole. Si stanno frequentando?”

“Sono..solo amici, credo” disse Trilli, a bassa voce.

Alice le lanciò un'occhiataccia: “Con le amiche non ci pomici dietro la palestra.”

Trilli arrossì d'un botto: “Non... stavano pomiciando!”

Lilo rise: “Oh, certo che no. Si guardavano intensamente negli occhi. Ma piantala!”

Trilli fece un'espressione offesa, guadagnandosi una sberla da parte delle migliori amiche.

“Lo diciamo per il tuo bene Tri... e poi io te lo avevo detto!” disse Alice, specchiandosi velocemente nella vetrata dei premi sportivi vinti dagli studenti degli anni passati “ Se tu avessi detto a Peter cosa provi, ora non se la farebbe con quella...”

“Zoccola” concluse Lilo semplicemente, guardandosi le unghie con aria distratta.

Trilli le squadrò entrambe.

“Che cosa avrei dovuto fare?! Andare là e dirgli: Peter ci conosciamo da una vita e sai che c'è? Sono innamorata di te!” sbuffò “Non potrei mai farlo, lo sapete.”

“Sì, e intanto quel cerebroleso se la fa con ...”

“Buongiorno ragazze!”

Tutte e tre si voltarono rapide: Wendy era lì, davanti a loro, il vestito azzurro che le lasciava scoperto il seno ('ha ragione Lilo', pensò Trilli, 'sono rifatte') e gli occhioni azzurri sbrilluccicanti.

Lilo sbottò a ridere: “Buongiorno, Darling. Come butta?”

“Oh, benissimo, grazie.” disse esitante, facendo un piccolo sospiro irritante e toccando nervosamente i boccoli che le ricadevano sulla spalla. Volse lo sguardo verso Trilli che, dal canto suo, cercava di zittire la vocina che aveva in testa e che le suggeriva mille e uno modi per uccidere quella...quella cretina.

“Trilli, volevo ringraziarti per avermi dato il numero di Peter.” esclamò, arrossendo e guardandola dritto negli occhi.

Lilo e Alice si voltarono immediatamente verso di lei, entrambe con un'espressione semplicemente sconvolta; Trilli pregò Dio che non commentassero. Ok, ok, era stata una mossa idiota, ma cosa avrebbe dovuto fare? Wendy glielo aveva chiesto, e in fondo lei sapeva perfettamente che non avrebbe comunque potuto dire di no.

...o meglio, non... non ne avrebbe avuto motivo. Peter era solo un amico, ed aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato.

Il momento in cui qualcuna glielo avrebbe portato via.

“Oh, di nulla” riuscì solo a dire, più che altro per non restare zitta del tutto.

Wendy le sorrise e rapida si allontanò, lasciando dietro di sé una scia di profumo.
“Che puzza di merda” osservò Lilo apatica, per poi riconcentrarsi su Trilli e guardarla, fulminea.

“Potrei cortesemente sapere cosa ti ha detto il cervello, quando hai dato il numero di Peter a quella specie di principessa del cazzo?”

“Lilo, dovresti seriamente riconsiderare il tuo spropositato uso di parolacce.” disse Alice, sospirando, ma Lilo la ignorò: “Sei la persona più stupida che conosca, dico sul serio.”

Trilli alzò lo sguardo al cielo, ormai abituata ai rimproveri dell'amica.

Lilo non era esattamente la persona più comprensiva del mondo, ecco.

“Lilo, tesoro, si può sapere perchè ogni sacro santa mattina ti sento urlare sin dall'ingresso come un'oca starnazzante?”

Una giovane dai lunghi capelli biondi e grandi occhi chiari si guadagnò un sonoro 'vaffanculo' da una Lilo particolarmente nervosa.

“Lasciala stare Ailyn, oggi non è giornata” disse Alice ridendo, e Trilly rincarò subito la dose con un appena udibile “scommetto che non lo sarebbe stata neanche domani, conoscendola.”

Ailyn sospirò divertita, aprendo il suo armadietto ed estraendone un grande quaderno ad anelli color lavanda.

“Ehy, Regina della Finezza, come va la tua ricerca sulle Hawaii?” chiese, richiudendo con tanto di combinazione.

Lilo si guardava le unghie mangiucchiate, annoiata.

“Uno schifo. Odio la professoressa e il suo vizio del cazzo di dare compiti a vanvera.” Cambiò il tono di voce e lo rese acuto e insopportabile, imitando chiaramente la voce della professoressa Giselle: “Oooh, Lilooo, visto che hai origini Hawaiiane perchè non basi la tua ricerca di geografia proprio sulle Hawaii? Sarebbe tremendamente deliziiiioso, non ti pare?”

Alice e le altre risero, profondamente colpite dall'inaspettato talento dell'amica, che subito tornò a parlare per sé, chiudendo il discorso con: “Deve sempre trovare il modo di rompere le palle, quella tipa. Sembra uscita da un cartone animato.”

Nessuna fece in tempo a commentare che la campanella suonò, interrompendo le conversazioni mattutine dei gruppetti di studenti.

“Trilli, vieni, abbiamo matematica.” sbuffò Alice, portandosi dietro l'amica che, apprendendo la notizia, sgranò gli occhi e portò una mano sulla fronte, gesticolaìndo in modo teatrale e avviandosi verso la classe urlando frasi come “Oooh, quale incommensurabile doloreee!” per il corridoio.

Lilo gettò un utimo sguardo al corridoio, sperando che Nani non si trovasse da quelle parti, poi, in totale indiscrezione, si avviò nella parte opposta alle aule, le mani nelle tasche dei jeans e un'espressione di sana sfrontatezza in viso.


Pausa pranzo.

Un gruppetto di ragazzi del secondo anno erano buttati sul prato che circondava l'istituto, lasciando che il sole del primo pomeriggio gli accarezzasse i volti stanchi e stressati dagli impegni scolastici degli ultimi giorni.

Prima finivano quegli stupidi test di metà trimestre, prima si sarebbero concentrati sul ballo imminente.

“Basta così, giuro che è stata l'ultima volta.” esclamò un giovane dai capelli vagamente rossicci, un filo d'erba in bocca e un libro di geometria aperto sul ventre.

“Taron, dici così tutte le sante volte, poi la settimana dopo è la stessa storia. Ti metti su quel pc e ci fai le quattro di mattina, in puro sitle nerd. Quei dannati videogiochi medioevali ti distrugerrano la poca materia grigia che ti è rimasta. ” rise un suo amico, giocando con la cerniera del giacchetto di pelle che aveva abbandonato accanto a sé, tale era il caldo.

Taron guardò Jim da capo a piedi, il sole negli occhi che lo infastidiva non poco: “Non osare parlare male dei miei amati giochi medioevali!” disse, alterato “In pochi ne capiscono il fascino!”

“Tu e chi altri? Peter? Ahah, che esercito di cervelloni!” rise Jim, indicando un terzo ragazzo che smise all'istante di fare quello che stava facendo (e cioè, giocare con la Psp).

“Perchè, dico io, perchè dovete sempre mettermi in mezzo alle vostre discussioni? Qui sto facendo una cosa importante!”

“Del tipo? Isolarti socialmente?” lo schernì Jim, e stavolta neanche Taron potè fare a meno di sogghignare con gli altri.

“No, battere il livello dodici! Questo gioco è allucinante!” rispose ingenuamente Peter, non senza aver colto un mezzo insulto nella battuta dell'amico (fattore che decise di ignorare bellamente, per evitare discussioni inutili).

“Ragazzi, state calmi piuttosto e cerchiamo di ripassare qualcosa” intervenne Mowgli, addentando un panino dall'aria poco invitante per poi afferrare il libro sul ventre di Taron (che ovviamente lo lasciò fare, fregandosene altamente del compito delle ore successive) e girando le pagine, agitato.

“Mowgli, dov'è Shantii? Non l'ho vista stamattina.” chiese Peter distrattamente, senza distogliere gli occhi dalla piccola consolle.

Mowgli arrossì visibilmente, restando in silenzio per un attimo, e gli altri scoppiarono in un'altra fragorosa risata collettiva.

Che idioti, dovevano sempre tirarla in ballo...

“Non lo so, forse era con la tua cara Darling!” lo canzonò Mowgli di rimando, e Peter sbuffò mentre il resto del gruppetto non riusciva più a frenare le risa di scherno affettivo.

Non mi sono ancora ridotta a certi livelli, in realtà”.

Tutti si azzittirono per un istante, voltandosi: davanti a loro, il gruppetto delle ragazze sorrideva ammiccante, ad eccezione di una Shantii apparentemente irritata e di una Trilly imbarazzata.

Mowgli si sentì morire mentre tutti, stavolta proprio tutti, ragazze comprese, ridevano della sua figura di merda.

Conosceva Shantii, sapeva perfettamente che sentirlo parlare di lei con quella noncuranza l'aveva infastidita, santo Dio, si frequentavano dall'asilo!

Ooooh, parli del diavolo...” disse Jim, togliendo il giacchetto di pelle e facendo spazio ad Alice, che gli si sedette accanto.

Tutto bene ragazze?” chiese Taron, senza scomporsi.

Shantii lanciò un'occhiataccia a Mowgli, che fece altamente finta di non vederla nemmeno.

Alla grande” disse sarcastica.

Jim si accese una sigaretta, rilassato: “Com'è andato il compito di arte?”

Possiamo per favore evitare l'argomento?” supplicò Ailyn, con il sorriso.

Taron sembrò svegliarsi tutto d'un tratto, sollevando il busto e guardando l'amica negli occhi.

Qualcuno ha di nuovo sbagliato gli argomenti da studiare?”

Ailyn arrossì, assumendo un'espressione offesa: “No, era semplicemente molto complicato, tutto qua. Ma so che per te la paura di un brutto voto è un concetto difficile da assimilare, datesi che non te ne frega niente.”

Eddài Ailyn, vivi un po'!” le disse Taron entusiasta: “Rilassati! La vita non è solo bei voti, esiste anche altro.”

Sì, le botte di culo.” s'intromise Trilly apatica, e Peter mollò il suo stupido videogioco per abbracciarla come al solito.

Cos'è, qualcuno oggi ha la luna storta?”

Trilly sentì il battito del cuore accellerare, ma rimase tranquilla (o almeno ci provò): “Diciamo che è un periodo abbastanza merdoso.”

Ahahah, cos'è, Lilo e il suo pessimismo ti hanno contagiata?” disse Alice, legando i capelli in una coda per combattere il caldo.

Trilly fece spallucce, evitando di dirle che, accidenti, sapeva benissimo cosa non andava!

Tutti, tutti sapevano cosa c'era che la infastidiva, e ovviamente l'unico idiota che non ci arrivava era il diretto interessato.

Cazzo, quando si sarebbe svegliato Peter?!

Era dall'epoca della materna che lei gli sbavava dietro, ma lui noooo, era ancora tutto preso dalla storia dei 'migliori amici'!

'Oh, Trilly, dormiamo insieme!' 'Ehy, Trilly, mi stanno bene questo paio di boxer?' 'Sai Try, adoro tenerti per mano.' 'Sei tutto per me Try, sei la migliore amica del mondo!'

...no, dico, ti ci vuole un cartellone?!

Cos'era, doveva farsi fare una scritta coi lampeggianti e cantargli i Beatles sotto la finestra per fargli capire quello che provava?!

Ok, era disperata. Doveva... doveva...non so, trovare una soluzione.

Doveva far capire a Peter quello che provava, doveva togliersi l'immagine di 'sorella acquisita' di dosso; ma soprattutto...soprattutto, doveva far sparire quella troietta della Darling dalla vita del suo Peter, prima che fosse troppo tardi.

E a voi com'è andata la mattinata? Ci sono novità?” chiese Alice, giocando con il budino della mensa e autoconvincendosi di doverlo almeno assaggiare.

Il proffessor Milo ha vomitato.” disse Jim “Di nuovo.” aggiunse, secco.

Ailyn, che schiaffeggiava le guance di Taron per dargli fastidio, alzò gli occhi al cielo. “Mi chiedo come faccia quel povero uomo a stare ancora qua. E' un tipo troppo emotivo.” osservò, con una punta di tenerezza.

Però è bravo, a me piace come insegna. Ci mette passione, almeno...”

Passione un cazzo, Ali. Quelli come lui non dovrebbero insegnare nei licei, li fanno neri”. Esclamò Lilo, arrivando in quel momento e sedendosi tra loro.

Sei riemersa dall'Oltretomba?” chiese Peter, accarezzando distrattamente i capelli di Trilly, con un sorriso.

Ailyn inarcò un sopracciglio: “Dove sei stata? La professoressa Yzma ha chiesto di te.”

Ahah, quella vecchiaccia non mi avrà mai. Il giorno in cui mi beccherà a fumare nel bagno, gli ornitorinchi voleranno e Stitch cagherà dagli occhi”.

Mi stupisce che il tuo cane ti ami così tanto, nonostante tu lo usi sempre per certi paragoni schifosi.” rise Jim, con l'approvazione degli altri.

Lilo sorrise: “Ad ogni modo, avevo di meglio da fare che stare seduta a un banco con quella megera incartapecorita che mi psicanalizza. Da quando è diventata dirigente scolastico, le ha dato di volta il cervello.”

E che cos'era quest'alternativa così meravigliosa? Non c'è molto da fare, questa scuola è abbandonata nel culo del mondo...” chiese Taron
Ailyn li guardò, sconvolta: “La vostra finezza mi delizia, dico davvero.”

Lilo la ignorò e fece l'occhiolino all'amico: “Mi spiace, è un segreto.”

Dobbiamo preoccuparci?” domandò Alice, ridendo.

Lilo mise le mani nello zaino di Jim, prese una sigaretta dal pacchetto e se l'accese.

Perchè, piccola Alice” disse, guardando le nuvole, un po' divertita, “c'è mai da preoccuparsi quando si tratta di me?”


Non fare quella faccia! NON FARE QUELLA FACCIA!”

Niente da fare, oggi le ha preso così, se non urla non è contenta.” disse Rapunzel, bevendo tranquillamente il suo succo di frutta tra il caos della mensa.

Belle continuava a leggere il suo romanzo tedesco, particolarmente presa dagli avvenimenti della vita della protagonista, quando qualcuno non le baciò la guancia, risvegliandola dal suo sonno letterario.

Ce l'hai fatta!” disse al ragazzo, sorridente.

Adam le sedette accanto, occupando la sedia riservatagli “Scusa, stavo parlando della biblioteca scolastica con il professor Milo e ho tardato.”

Nessun problema” lo tranquillizzò Belle, baciandogli le labbra.

Ehm-ehm! Scusate, la nostra Ariel sta mettendo in scena il melodramma del secolo, non la disturbate per favore!” li interrupe Jasmine, fingendosi offesa.

Gli altri risero, mentre Ariel se la amngiò con gli occhi.

Proprio tu parli! E togliti quel ghigno soddisfatto dalla facciaaaa! Ti odierò per tutta la vita!”

Eddài Ari, mica è colpa sua se i test erano divisi per file...” disse Tiana, che per fortuna quella mattina era arrivata appena in tempo per la verifica (come Jasmine, la puntualità ra il suo punto debole, senza alcun dubbio).

Te la caverai benissimo all'interrogazione, e vedrai che recupererai alla grande” esclamò Rapunzel, col solito entusiasmo, e Jasmine fece segno di approvazione, senza minimamente badare alle minacce dell'amica.

Ahahah ehy Ariel, le tue urla si sentono dal corridoio! Tutto bene?” chiese un ragazzo, arrivando con altri due in quel momento.

Ariel stava per rispondere, ma Jasmine scocciata l'anticipò.

Dice che è stata colpa mia se la prof ha assegnato i test divisi per banchi. Bella maglietta, coglioncello.” sorrise, mentre Aladdin, il suo migliore amico, vicino di casa, praticamente fratello le si sedeva vicino e la baciava sulla fronte.

Ciao, Rapunzel!” disse Flynn, uno dei nuovi arrivati, con fin troppo entusiasmo.

Rapunzel tirò fuori un sorriso esageratamente sentito, agitando la mano esuberante.

Ciao Flynn...emh...vuoi sederti?”

Ecco, io...”

No, spiacente tesoro, siamo impegnati.” si intromise Naveen, che si guadagnò all'istante un'occhiataccia di Tiana.

A far cosa? Cogliere asparagi?” disse, senza scomporsi.

Tutti risero, ad eccezione di Naveen, che ricambiò lo sguardo, cauto.

Non oggi carina, ma quando lo farò sarai la prima ad averli, va bene? Così ci farai una delle tue adorate tortine rustiche.”

Tiana si alzò di scatto, avvicinandoglisi pericolosamente, mentre il resto del gruppo (anzi, tutta la mensa) già li guardava, aspettandosi di tutto.

Gli scontri tra quei due erano puro spettacolo per i pettegolezzi del liceo, specie per Aurora e le altre cheerladers, che non perdevano occasione di rompere le palle a Jasmine e le altre.

Hai qualcosa contro le mie creazioni gastronomiche? No, basta dirlo, così magari ti faccio cambiare idea. Che so, ti preparò un muffin e ci ficco un po' di cianuro, che ne pensi?” chiese Tiana, un riccio ribelle che le ricadeva sulla fronte.

Naveen lo vide e, sogghignando, lo prese tra le dita, tirandolo dietro all'orecchio della ragazza, che trattenne il fiato.

Era una minaccia, piccola chef?”

Chiamala come ti pare, ma bada a come parli. Non devi prendermi in giro sulla cucina, e lo sai.” disse lei, stavolta con una nota particolare nella voce, come se il discorso fosse caduto nel personale Naveen cambiò espressione, guardandola dritta negli occhi.

Stavo scherzando, Tia. Ad ogni modo” e abbassò la voce, di modo che solo lei potesse sentirlo “io lo assaggerei, un tuo muffin. Basta che il cianuro non lo metti davvero.”

Sorrise e se ne andò, seguito da un Flynn imbarazzato (che fece in tempo a lanciare un ultimo sguardo a Rapunzel) e lasciando nella mensa un silenzio quasi sovrannaturale.

Jasmine si gurdò intorno.

...oh, bene, ancora una volta nessuno che si faceva i cazzi suoi, in quella scuola.

Si alzò e si guardò attorno, urlando: “Va bene gente, ora potete anche tornare a ingozzarvi e a farvi gli affarracci vostri, grazie.”

La mensa, come in un film, riprese la sua normale attività, mentre Jasmine tornò a discutere con Ariel, per grande divertimento di Aladdin, Belle e tutti gli altri.

Tiana, che ora era seduta, guardava la torta di mele senza neanche toccarla.

...ok, era carino.

Terribilmente carino.

Ma lo odiava.

Lo odiava, lo detestava, lui e quel suo sorriso così...così... beh, carino, non trovava un altro termine.

E poi cosa c'era di divertente nel punzecchiarla così?! Sapeva benissimo che a lei dava fastidio, e lui invece aveva sempre l'aria di divertirsi un mondo.

Dannato Naveen.



Note dell'autrice:

Buonasera a tutiii! E' moltissimo che non scrivo qua sul sito...diciamo che l'ispirazione era scemata da un po'. Ad ogni modo non ho mai scritto in questa sezione, quindi molti di voi neanche mi conosceranno xD beh, piacere!

La storia sarà, almeno spero, una long-fic. L'idea mi balenava in testa già da un po', perchè un giorno ho finito di vedere non-ricordo-quale-classico-Disney e ho pensato: Sarebbe figo leggere una storia in cui i vari protagonisti dei classici sono dei ragazzi normali che vanno al liceo.

Datesi che ho cercato una fanfiction di questo tipo ma non ne ho trovate, ho deciso che ne avrei scritta una io, ed eccomi qua.

TUTTI i personaggi inseriti (anche solo nominati) fanno parte di un cartone Disney, comprese le comparse e gli animali. I protagonisti sono parecchi, e cercherò di dare a tutti la stessa importanza, anche se dubito che riuscirò nell'intento... (-__-')

Per facilitarvi la cosa, vi dico subito che i personaggi principali si suddividono in due gruppi: quello dei più grandi (Jasmine, Belle e gli altri) che frequentano l'ultimo anno (il quarto) e la banda dei più giovani (Lilo e compagni). Ovviamente,i personaggi che nei classici sono bambini, come Lilo o Alice, qua vengono resi adolescenti.

Dico subito che porto un gran rispetto per i classici Disney, e non voglio rovinarli o mancare di rispetto all'operato di zio Walt. Vorrei semplicemente che vi divertiste leggendo, senza prenderla troppo sul personale. IN caso dovesse accadere, vi chiedo scusa sin da ora, non era mia intenzione :)

Detto, questo, non so con quanta frequenza aggiornerò. Il 3 Luglio parto e starò via fino a Settembre, e in quei due mesi non potrò sicuramente scrivere. Cercherò comunque di creare un nuovo capitolo prima della mia partenza.

Spero mi lasciate un commento, o anche una critica, quello che volete.

Grazie per aver letto <3

   
 
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