Il respiro di Hermione si fece d’un tratto affannoso.

Con i tempi in cui si trovavano, come poteva non capire chi fossero quelli che erano entrati nel castello? Come poteva non riconoscere i Mangiamorte?

Non dovevano esserci più di una quindicina di uomini che entravano nella Sala d’Ingresso della scuola, ma ai suoi occhi sembravano centinaia. Ognuno di loro indossava un mantello nero con il cappuccio, i volti erano coperti da maschere bianche che impedivano il loro riconoscimento, le bacchette erano già strette nelle loro mani.

Camminavano sicuri, come se fossero certi che nessuno avrebbe mai osato cercare di fermarli. E come si poteva dar loro torto? Senza Silente, senza la McGranitt, senza… Piton, addirittura, chi mai avrebbe avuto il coraggio di lottare contro quegli esseri?

E se anche qualcuno l’avesse fatto, proprio come loro stavano per fare, sarebbe riuscito a sconfiggerli?

Una risposta a questa domanda si presentò nella mente di Hermione, ma la Corvonero la scacciò rabbiosamente: visualizzare la vittoria, doveva visualizzare la vittoria. Lei ce l’avrebbe fatta. Ne andava della sua vita, e non solo della sua.

Fece un cenno a Luna e Ginny, anche loro spaventate, di stare ferme finché i tre ragazzi non si fossero mossi. Intanto lanciò uno sguardo nella direzione dei tre Grifondoro, ancora nascosti dietro una statua.

La schiena di Ron era fievolmente illuminata, e lei poteva riconoscerlo dal ciuffo di capelli rossi che riusciva ad intravedere.

Aveva sentito molte cose su Harry e Ron, ma nonostante questo la impressionava che davvero fossero intenzionati a combattere, soli, contro i seguaci di Voldemort, pur sapendo di avere poche speranze di vittoria.

I Mangiamorte, camminando compatti e silenziosi, superarono la statua dietro cui erano nascosti i ragazzi, e i tre saltarono fuori dal nascondiglio lanciando ognuno un diverso incantesimo. Un Mangiamorte, colto di sorpresa, venne scaraventato poco lontano dai piedi di Hermione, perdendo conoscenza, ma gli altri si voltarono di scatto puntando le bacchette contro i ragazzi, che non abbassarono le loro.

-Stupeficium!- un lampo rosso usci dalla bacchetta di uno degli incappucciati e colpì lo schermo prodotto dal Protego di Harry. Immediatamente, la situazione divenne troppo confusa per poterci capire qualcosa. Incantesimi, lampi e grida era tutto ciò che le ragazze riuscivano a captare, ed Hermione decise di prendere il controllo della situazione –Ginny, puoi contattare Sirius con la Metropolvere?-

-Si…-

-Corri, usa il primo camino che trovi, la Umbridge non potrà fermarti. Luna, noi andiamo.-

-Fate attenzione.- si raccomandò Ginny, poi si voltò e iniziò a correre a perdifiato per il corridoio buio.

-Andiamo- disse Hermione a Luna, e le due si misero a correre verso la battaglia. Luna vide Harry in difficoltà, due Mangiamorte lo stavano riempiendo di incantesimi mai sentiti, e corse verso di lui, la bacchetta sguainata. Hermione fu notata da uno degli incappucciati, che si voltò verso di lei iniziando una lotta a suon di attacchi e difese.

Harry fu l’unico dei ragazzi ad accorgersi dell’arrivo delle ragazze, e solo quando vide Luna corrergli incontro Schiantando uno dei due Mangiamorte che lo stavano attaccando. Gli altri continuarono a combattere, senza riuscire a vedere né sentire nulla che non fosse il sibilo degli incantesimi che squarciavano l’aria e dei botti che essi provocavano, coprendo le urla di dolore di chi veniva ferito.

Una decina di minuti più tardi, o forse molto di più, Ginny arrivò di corsa e si buttò nella mischia senza neanche pensare. Fu il suo arrivo che fece accorgere Neville e Ron dell’arrivo delle ragazze.

Ron Schiantò un Mangiamorte e fece per correre verso Hermione, che avvistò poco lontana intenta a combattere contro un Mangiamorte che aveva perso il cappuccio rivelando una folta chioma nera.

Fu tentato di chiamare la ragazza, di cercare di convincerla ad andarsene, ma se l’avesse distratta avrebbe potuto provocare un serio danno, quindi decise di raggiungerla.

Il fascio di luce rossa di un Rictusempra lo colpì a un fianco, scaraventandolo contro una parete. Due Mangiamorte gli furono addosso in meno di un secondo. Sollevò la bacchetta davanti a sé, ma non ebbe il tempo di dire un incantesimo che la voce familiare di Lucis Malfoy aveva pronunciato –Expelliarmus!- e la bacchetta di Ron era volata via.

Ron si guardo disperatamente attorno, ma la bacchetta era troppo lontana e il secondo Mangiamorte gli bloccava l’unica via di fuga.

Malfoy puntò nuovamente la bacchetta contro di lui –Avada…-

La punta della bacchetta si era già illuminata di luce verde, ma l’uomo cadde a terra con uno schianto sordo. Il compagno si voltò verso di lui sbalordito e una voce risuonò chiara alle orecchie di Ron –Diffindo!-

Anche il secondo Mangiamorte cadde a terra, ed Hermione restituì a Ron la sua bacchetta lanciandogliela.

In quell’istante diversi Crack risuonarono nel corridoio, e Silente, la McGranitt, Piton, Sirius, Lupin e tutti gli altri membri dell’Ordine della Fenice comparvero. Erano numericamente superiori ai Mangiamorte, che vennero in breve disarmati e legati da un incantesimo di Silente.

Il preside lanciò un’occhiata ai Mangiamorte che i ragazzi erano riusciti a stendere e, legando anche loro per sicurezza, disse, con quella sua voce calma e profonda –Vedo che le vostre riunioni segrete sono state utili.-

Ron si rialzò da terra con un sorriso e guardò Hermione. La ragazza era pallida e tremava, ma nel contempo aveva un’espressione vittoriosa dipinta sul volto.

-Cosa sta succedendo?- la Umbridge, seguita da gran parte dei professori e da Caramell in persona, raggiunse quella che ormai era diventata una folla.

-Professoressa, anzi, Preside, salve.- salutò cordialmente Silente mentre gli occhi della donna e di tutti gli ultimi arrivati si spostavano sui vari angoli della scena spalancandosi sempre più –Vedo che ha preferito informare il nostro beneamato Ministro, prima di venire a controllare ciò che stava accadendo. È una fortuna che la signorina Weasley ci abbia avvertiti.- continuò con voce decisamente troppo serena per l’argomento trattato –Avrà notato, Ministro, che questi sono senza ombra di dubbio Mangiamorte. E, concorderà con me, questo vanifica la sua teoria sull’incidente in cui il signor Diggory sarebbe stato coinvolto lo scorso anno. Comunque, credo che sia meglio mandare in infermeria il signor Paciock, il suo braccio non è grave ma una controllatina non sarebbe negativa. E lo stesso direi della signorina Lovegood, non mi pare che il contorno del suo occhio sia sempre stato così violaceo.-

Alle parole di Silente, Madama Chips scattò prontamente verso i ragazzi, e li trascinò verso l’infermeria seguita da Harry e Ginny, preoccupati.

-Ora possiamo discutere dell’accaduto. Direi di accomodarci nel mio ufficio…- si voltò verso Ron ed Hermione, che fissavano la Umbridge con un sorrisetto soddisfatto, anche se sul volto di Hermione vi era ancora qualche traccia di paura –Signor Weasley, accompagni la signorina Granger alla sua Sala Comune e poi vada anche lei a dormire. Ne avete avute abbastanza per oggi, direi.-

I due ragazzi annuirono, e si incamminarono in silenzio per il corridoio buio. Ci volle un po’ prima che Hermione si decidesse a parlare –Sei un cretino.- sbottò –Anzi, siete tre cretini. Affrontare dei Mangiamorte da soli! Sarebbe potuta finire male!-

-Non c’era altra scelta e lo sai. Voi non sareste dovute esserci.-

I due giunsero davanti al ritratto della Sala Comune di Corvonero –Oh, certo, hai ragione, scusa se sono arrivata ed ho evitato che Malfoy ti uccidesse!- sibilò Hermione.

-Già, hai ragione, scusa… è che quando ti ho vista combattere contro Bellatrix Lastrange…-

-Quella era Bellatrix Lastrange?- domandò Hermione sbalordita. Se l’avesse scoperto prima di combatterci probabilmente sarebbe morta di paura.

-Comunque, grazie.- disse Hermione voltandosi verso di lei e guardandola negli occhi –Sei stata tu a salvarmi questa volta.-

-Tu avresti fatto lo stesso.-

-Già… comunque, stavolta sono io a doverti un bacio.- sorrise Ron, e si chinò dando un bacio sulla guancia alla ragazza, che divenne fucsia.

-Beh… io… ora… dovrei…- Hermione si voltò e stava per dire la parola d’ordine, ma Ron la fermò afferrandola per un braccio. Lei si voltò verso di lui, che era un po’ rosso sulle orecchie ma che aveva un’espressione decisa –Che… che c’è?-

-Beh… io ti avevo salvato da punizioni e simili… tu mi hai salvato la vita…-

-Già…- Hermione trattenne d’istinto il respiro mentre Ron, facendo un passo verso di lei, le poggiava le mani sui fianchi.

-Direi che il ringraziamento dev’essere… proporzionale, ti pare?- Ron le scostò una ciocca di capelli dal volto.

-Non fa una piega…- fece in tempo a dire Hermione prima che Ron eliminasse la distanza che li separava sfiorandole le labbra con le sue e staccandosi subito dopo –Herm… io… sei sicura di volerlo?-

Per tutta risposta, Hermione gli gettò le braccia al collo baciandolo a sua volta. E Ron non tornò in Sala Comune prima di un paio d’ore.