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Autore: masterteo89    11/08/2012    2 recensioni
La storia della vita di un giovane umano proveniente dal futuro e catapultato nel passato...proprio tra le grinfie degli yoro del sud. Una storia di schiavitù , amicizia, crudeltà , gioia ... poichè anche nell'oscurità la speranza non muore mai. Ma sarà solo l'inizio, poichè chi di crudeltà ferisce di crudeltà perisce...
Citazione:
"i progenitori della tribù scavarono dove non dovevano scavare. In queste caverne le ombre sono vive, caute e silenziose. Si muovono nell'oscurità seguendo il richiamo della luce, si avvicinano di soppiatto e si nutrono delle tue più intime paure. Fredde e spietate, le ombre sono più taglienti della lama di una spada."
Una vicenda parallela alle avventure del mezzodemone amato, iniziata con un ritmo calmo e rilassato ma tuttavia destinata a mutare in una perigliosa avventura : il risveglio di un'antico male più pericoloso di Naraku infatti condurrà un manipolo di sventurati verso il più pericoloso viaggio della loro vita. A volte morire non basta per espiare i propri peccati...
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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yoro
Ed eccoci ad una nuova storia, che conto di terminare questa volta. Ma come al solito molto dipende anche dalle recensioni ricevute e dunque dal gradimento... sono molto preso con lo studio e non ho molto tempo per scrivere. Se poi ciò che scrivo neanchè piace al lettore...tanto vale non proseguire, non trovate?

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20 Settembre, anno primo.

Caro diario
anche oggi il corpo mi tradisce, le mie membra stanche e affaticate non potranno sostenere ancora a lungo la pura determinazione che mi mantiene desto in questa tarda ora della notte .

Presto cederanno inesorabilmente al sonno, condizione agognata e temuta poichè se da un lato ristora dall'altro avvicina il giorno successivo.

Inoltre, non è saggio rimanere all'aperto troppo a lungo. Non mi è dato uscire dalla caverna nel cuore della notte: loro sono là fuori, riesco a sentire i loro ululati ed i tonfi sommessi prodotti dalle ronde notturne, misti al tintinnare degli anelli di metallo attaccati alle lance.

Ormai sono trascorsi molti giorni dall'inizio della vicenda, e non rammento nemmeno come tutto sia iniziato. Un giorno ero a casa mia, al sicuro nell'agio offertomi dalla società civile e moderna...

Poi come per magia mi son ritrovato nel passato, gettato secoli indietro contro il mio volere e inserito violentemente in un'epoca barbara e incivile.  Ma vi è di più! Almeno si limitasse a questo il dramma!

Apparentemente i demoni esistono. Non stò vaneggiando, posso dimostrarlo dal momento che son stato catturato e fatto schiavo da creature aventi fattezze umane ma animo sanguinario e bestiale al pari di una fiera feroce.  

Alla vista sembrano esseri umani, tuttavia le loro pose e movenze animalesche non possono che incutere timore reverenziale. I loro sguardi... fieri e selvaggi, tanto intensi e penetranti quanto quelli dei lupi che spesso a gruppi di tre o quattro li accompagnano.

Sarei quasi portato a dire che i lupi si siano evoluti ed abbiamo appreso il linguaggio degli uomini. Creature di rara bellezza e eleganza, tuttavia indomabili e imprevedibili.

La loro società è comunitaria ed estremamente affascinante : tutta la tribù (si definiscono Yoro del Sud) è composta da membri aventi ognuno un preciso compito, in modo da agire come un'unico e impeccabile macchinario.

E questo meccanismo è mosso da un ristretto numero di individui: la nobiltà, a cui fa capo quella che potrebbe definirsi una famiglia reale. Quindi di fatto il potere decisionale è in mano ad un pugno di individui: Obara-sama, il lupo più vecchio del branco ed Ayame-sama, la giovane principessa tanto bella quanto indubbiamente potente.

Ora, per quanto riguarda Obara-sama , sospetto che sia un demone come gli altri : probabilmente preferisce rimanere in forma di lupo piuttosto che assumere fattezze antropomorfe...contento lui.

Ho passato diverso tempo ad osservarli con discrezione e devo ammettere che formano una mirabile società: amicizia, fratellanza, solidarietà... sono come una grande famiglia, tutti conoscono tutti e se qualche intruso minaccia il loro territorio si muovono come un'unica e precisa macchina da guerra.

Avarizia, superbia, e in generale i vizi umani sono si presenti, ma in maniera molto mitigata : avremmo molto da imparare da loro, se non odiassero con tanta passione la nostra razza. Che creature complicate!

Ed ecco che in questo intricato mosaico ci inseriamo noi, gli umani: schiavi e cibo dei demoni, l'ultimo gradino della piramide sociale. Semplici strumenti ai quali affidare i compiti più gravosi, come ad esempio la coltura del riso.

Chi l'avrebbe mai detto che esso va coltivato in primavera e raccolto alle prime avvisaglie dell'autunno, quando le spighe sono alte e maestose? Chi l'avrebbe mai detto,soprattutto, che anche il riso fa le spighe?

Ah, quali danni provoca l'urbanizzazione. Talmente abituati a trovare il cibo pronto in tavola da dimenticarsi la maniera in cui lo si ricava. Oppure sarò io ingenuo; ma daltraparte ho sempre nutrito interesse per particelle più piccole. Sono un chimico io, dell'agricoltura non so che farmene.

A che pro coltivare il riso? A quanto pare nonostante la loro natura carnivora sia il pane che riso e ortaggi sembrano essere di loro gradimento. Ciò mi ha portato più volte a pensare che siano onnivori come noi umani, anche se prediligono con passione la carne.

Specialmente fresca. Specialmente umana.  

Gli abusi, le frustate, gli sguardi derisori : quelli non ci mancano mai, anzi, i demoni sono molto generosi e ce ne dispensano in abbondanza.

Vorrei tanto dire loro che ride bene chi ride ultimo, poichè dal futuro in cui provengo gli umani dominano incontrastati tutto il creato. Ma ovviamente ci tengo alla pelle.

Nel modo in cui ci trattano noto un'analogia con il modo in cui gli uomini trattavano alcune etnie in passato: tante belle parole vuote per mettere in risalto la nostra inferiorità quando in realtà siamo entrambi dotati di intelletto e capaci di provare emozioni. Invero, per loro la scusa è buona : necessitano di schiavi deboli (in modo da non potersi ribellare) ma abbastanza intelligenti da svolgere le più varie mansioni. Non eravamo noi uguali? Ma siamo maturati alla fine.

Ma basta, si stà facendo tardi e domani sarà una giornata dura. Buona notte, mio inanimato amico.

David.

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La mattina successiva David fu svegliato dalla luce diffusa del sole, un pallido chiarore che infiltrandosi lungo la stretta apertura della grotta annunciava con discrezione il preludio di una nuova ed estenuante giornata.

Il giovane umano era avvolto in alcune pelliccie sbrindellate, usate come coperte per proteggerlo dal morso impietoso del freddo che scendeva sui monti non appena il disco luminoso calava dietro all'orizzonte.

Diario, piuma e calamaio erano ben nascosti tra le calde coltri, poichè non era permesso agli schiavi di possedere alcunche oltre ai loro modesti vestiti: un paio di pantaloni ed una tunica dall'aria trasandata, talvolta sporca di sangue a seguito delle "azioni disciplinari" dei demoni lupo.

E mentre lentamente David si rizzava in piedi, gesto mimato dai numerosi esseri umani che abitavano in quella spelonca, non potè evitare di pensare al suo futuro : un triste avvenire privo di speranza alcuna.

Era il giovane un uomo intorno ai 23 anni, nel fiore della giovinezza : alto, di aspetto piacevole anche se un pò sciupato a causa delle avversità legate alla prigionia. Occhi verde-bruni come gemme incastonate al viso, capelli castani di una tonalità tanto scura quanto il suo attuale umore,ma ciò che più lo caratterizzava era il viso.

Non eran tanto peculiari i lineamenti severi ed affilati che contribuivano a dargli un aspetto quasi marziale : ciò che lo distingueva dagli altri era piuttosto la mancanza di alcuni tratti.

In Giappone ( poichè probabilmente si trovava lì o forse in Cina, gli autoctoni avevano fisionomie tipiche delle popolazioni asiatiche) una tonalità di pelle pallida, quasi cerea, unita alla mancanza di occhi a mandorla e ad un'altezza di 1 e 80 era da considerarsi un evento.

Sorvolando l'altezza, in sostanza David era riuscito a farsi un'idea di dove fosse capitato : Giappone, anno imprecisato ma anteriore al 1800.

Perchè? Perchè il Giappone non aveva avuto molti rapporti con gli europei fino al 1800, secolo in cui le nostre genti occuparono i porti giapponesi con la forza, obbligando le popolazioni dell'isola al commercio di materie prime e spezie. (Erano spezie pure? Sinceramente David non lo rammentava. Inoltre non ripassava da anni la storia, dunque sperava che le sue supposizioni fossero vere).

E se a ciò si aggiunge che i demoni assomigliavano terribilmente agli europei (alti, privi di occhi a mandorla e con una tonalità di pelle simile alla nostra) si può comprendere il motivo per cui i lupi probabilmente consideravano David alla stregua di un animale esotico mentre gli altri schiavi ovviamente lo disprezzavano.

Ignoranti e superstiziosi, erano convinti che fosse anche lui una specie di demone : naturalmente era tutto dovuto al suo aspetto, ma l'ingenuo presta più fede all'apparenza che alla sostanza.

Non stupirà dunque che il giovane era solito dormire in disparte, emarginato dagli altri. E non gliel'aveva perdonato questo affronto : non provava simpatia per la sua gente che così prontamente l'aveva scacciato, a causa del suo aspetto "demoniaco".

Come ogni mattina, David ricambiò la smorfia di disprezzo dipinta sul volto delle persone che volutamente o casualmente incrociavano il loro sguardo con il suo; oramai vi era abituato.

E mentre si avviava verso l'uscita della caverna sul viso aveva dipinto la sua solita espressione neutra, imperturbata e fin quasi enigmatica.

Pareva quasi il volto di una sfinge : era il viso di chi non si piega alle avversità ma piuttosto nasconde per convenienza i suoi pensieri, le sue opinioni e le sue sensazioni.

Non era un debole, il suo animo era indomito e saldo. Non era un vile, ma non amava correre rischi inutili. Non era stupido, e talvolta lo sguardo profondo e attento che indirizzava verso i demoni tradiva una mente sottile e accorta.

E naturalmente era certo che anche i demoni se ne fossero accorti, poichè altrimenti non si spiegava come potesse avere alcune...conoscenze (perchè uno schiavo non può provare amicizia verso il proprio padrone).

Rimanendo sul tema dei lupi, non appena David sbucò fuori dall'imboccatura della caverna una mano artigliata si posò sulla sua spalla, con delicatezza ma determinazione.

Voltando il capo, il suo sguardo si posò sulle iridi intense e algide di uno dei pochi demoni che apprezzava e rispettava con estrema onestà.

Si presentava ai suoi occhi una giovane donna che all'apparenza non poteva avere più di vent'anni, ma si sa...l'apparenza inganna quando si parla di tali misteriose creature.

Era una creatura intrigante, tanto fredda e inflessibile quanto gentile e comprensiva se presa nella giusta maniera ; inoltre fin dal primo giorno pareva aver preso in simpatia David per qualche oscura ragione.

Come molte altre femmine yoro era incredibilmente bella (ma per esperienza l'uomo aveva imparato che certi sguardi non erano salutari. Non dopo che una femmina aveva squartato a mani nude uno schiavo che le aveva lanciato uno sguardo più intenso del dovuto) , un fisico scolpito dai duri allenamenti dovuti alla sua professione : era uno dei generali della tribù, un daiyōkai che aveva il compito di gestire le questioni militari in ogni singolo aspetto.

Ma poi, cosa mai significava daiyōkai? Era un appellativo pronunciato apparentemente con molta deferenza e imponeva rispetto : ma l'amuleto della Zanna  aveva apparentemente i suoi limiti.

Era questo una semplice zanna di lupo legata ad un cordino, nulla di eclatante o appariscente. Tuttavia era stata infusa di magia e gli permetteva di comprendere l'idioma di quelle creature, cinese o giapponese qualunque cosa sia.

Fortuna che gli Okami gliel'avevano donato (leggasi tra le righe "imposto") , altrimenti non avrebbe mai capito una parola pronunciata nè da loro nè dai suoi simili.

Ma tornando al demone le cui unghie stavano lentamente affondando nella tenera pelle della spalla del ragazzo, è bene spendere ancora qualche parola su di lei.

Occhi neri e freddi come il cupo oblio, atti a inquietare anche il più valente dei guerrieri; capelli lunghi e corvini che le arrivavano fino alle spalle, fisico esile e slanciato che le conferiva l'agilità di un felino.

Due lunghi marchi (parevano tatuaggi eppure erano reali, nè cicatrici nè segni dipinti!) partivano quasi dall'altezza dell' orecchio e le solcavano le gote (due marchi per ogni guancia, sembravano quasi i tatuaggi cerimoniali delle popolazioni barbare)  fino a terminare nel mento : rossi come il fuoco, inquetanti come una visione infernale.

Come ogni Yoro indossava un gonnellino di pelo corto che, se magari non lasciava molto all'immaginazione almeno era indubbiamente pratico e funzionale; al petto una corazza leggera e sulle spalle un lungo mantello di pelo. Il tutto di una colorazione candida come la neve (persino il pallido colore della sua pelle delicata e era quasi d'un puro candore niveo! ) , contrapposto al grigio comune delle vesti degli altri yoro.

E altrettanto candido era il colore della coda che tentava di celare alla meglio nel gonnellino, con scarso successo.

In un certo senso, quel demone dava quasi l'impressione di essere fuori posto in quella tribù. Tuttavia i fatti dimostravano il contrario.  

Takara era il suo nome, anche se tutti la chiamavano Takara-sama o Lady Takara.

Ma tornando alla vicenda l'Okami, avendo attirato l'attenzione del ragazzo, senza tergiversare oltre lasciò che il viso le si increspasse in un leggero sorriso e con calma disse -- Buongiorno David. Stamattina il destino non ti condurrà a valle nei campi. Il riso può attendere, ma Obara-Sama non è altrettanto paziente. Lady Ayame ha richiesto la tua presenza. --

-- Ayame-Sama?-- Domandò stupito il giovane, prima di abbassare il capo ad osservare un punto imprecisato dinanzi a lui. Pareva che i lupi considerassero un gesto di sfida sostenere il loro sguardo; dunque non era salutare errare con gli occhi all' altezza del viso di quelle creature. 

Ma neanche un secondo dopo una mano artigliata gli afferrò il mento facendogli alzare nuovamente il capo : e il giovane si trovò con il volto dell'Okami a pochi centimetri dal suo.

Pareva quasi un predatore che stesse scrutando la propria preda. Fredda, con un tono che non ammetteva obbiezioni la giovane sussurrò -- Ti ho già detto che certi atteggiamenti da cucciolo smarrito non sono di mio gradimento. Soprattutto se provengono da te. So che fingi, so che ti pieghi non per debolezza ma per convenienza, al fine di evitare inutili punizioni. So anche che lì dentro -- E enfatizzò le sue parole toccandogli senza troppa gentilezza il petto con l'indice della mano -- Si cela un'animo forte e orgoglioso. Quindi, la prossima volta osservami in viso come un vero uomo, da pari a pari. Non ti ho offerto la mia amicizia ed il mio aiuto per sfizio. --

E detto ciò ringhiò sommessa e lo scosse leggermente prima di lasciarlo andare. David compì un gesto di assenso con il capo, riconoscente. -- Lady Takara, la ringrazio. Vi è sempre gentilezza e comprensione dietro alle sue parole--

Al che borbottando qualche parola incomprensibile la giovane lupa si voltò, probabilmente imbarazzata, dando le spalle al giovane.

--Stupido. Se hai la forza per aprir la bocca e vaneggiare allora tanto vale impiegare tale vigore per una causa più utile. Seguimi, Lady Ayame attende la tua presenza.--



PROSSIMAMENTE il nuovo capitolo, in cui si fa la conoscenza di Ayame...in cui salterà fuori il nome di una certa kagome e si indagherà se anche il giovane come quella strana ragazza proviene dal futuro.

Oh, non ho ancora deciso :

1- se ci sarà una storia d'amore o simile più avanti tra David e qualcuno 

2- per chi David dovrebbe provare affetto, sempre se finirà per provare affetto per qualcuno.

Sono aperto a suggerimenti :-)


 







  


  
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