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Autore: __Wrath__    14/08/2012    2 recensioni
"Benvenuto! Che tu sia un giovincello dalle monete sonanti o un bambino in cerca di nuovo stupore, un vecchio che vuol sorprendersi con la magia o una giovane sognatrice…con il mio più grato inchino ti invito a prendere posto in platea ad assistere a uno spettacolo ricco di emozioni che ti faranno entrare in un nuovo mondo.
Gentile spettatore, qui ti faremo perdere la cognizione del tempo, e con queste buone promesse ti auguro i migliori sogni ed incubi…"
[Ringrazio in anticipo chiunque si voglia soffermare sulla storia. I capitoli a seguire verranno pubblicati una volta al mese. A presto! :3]
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Organizzazione XIII, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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1. Soundless voice.

Mondo-Scena ›› 2. # 1

 

One pill makes you larger,

and one pill makes you small

And the ones that mother gives you

don't do anything at all

Go ask Alice when she's ten feet tall

And if you go chasing rabbits,

and you know you're going to fall

Tell 'em a hookah-smoking caterpillar

has given you the call

And call Alice, when she was just small

When the men on the chessboard get up

and tell you where to go

And you've just had some kind of mushroom,

and your mind is moving low.

[Jefferson Airplane – White Rabbit]

 

Si sentiva assorbire sempre più dal nero denso che lo faceva precipitare in una voragine buia e infinita. Perché sembrava che il tempo si fosse fermato in quello stato di soffocante paura?

Perché non era riuscito a sfiorare le dita di Axel in tempo per mettersi in salvo? In quel momento non importava se avessero litigato, il pensiero di non poterlo rivedere seduto al suo solito posto in sala da pranzo…il sapere di non vedere più trasformare il suo sguardo concentrato in uno più dolce mentre si allenava duramente con le sue bolas infuocate ogni qual volta i loro occhi si intercettavano per brevi attimi…questo, e tanti altri piccoli dettagli, gli facevano male.

Forse Axel gli premeva più di altri probabilmente perché il rimorso di non aver messo da parte l’orgoglio gli aveva bruciato la possibilità di un riconciliamento.

Quanto ancora sarebbe rimasto a vorticare nel nulla? Si sarebbe annullato definitivamente?

Com’è che le ombre non lo soffocassero annegandolo nelle sue stesse titubanze? Ma più si sentiva cadere lentamente più sapeva che prima o poi sarebbe arrivato da qualche parte. Prima o poi quel suo precipitare sarebbe terminato presto, ne era sicuro.

Schiuse gli occhi da tempo racchiusi in palpebre troppo pesanti e tirò indietro la testa per vedere il fondale su cui stava atterrando e a poco a poco un punto di luce accecò i suoi occhi e man mano che cadeva il punto si allargava rivelandosi una vera ed agognata uscita, provò – quasi a nuotare – a dirigersi verso la fine di quel pozzo sempre più velocemente, così tanto da non riuscire a frenare più la sua caduta.
Ne uscì finalmente cadendo di testa e rotolò lungo un manto erboso andando a sbattere contro una siepe rigogliosa e accuratamente potata, il capo gli faceva male. Si era abituato a quello stato di densa lentezza in quello che sembrava essersi rivelato un profondo tunnel, era finito dall’altra parte del mondo?
Il sangue era affluito tutto in testa facendogli perdere la razionalità che da sempre lo contraddistingueva dagli altri.

‹‹ Dove mi trovo? ››, domandò al giardino verde e profumato in cui si trovava, nessuno sembrava sapergli dare una risposta, il cielo era splendente, di un blu profondo. Come poteva essere? A Crepuscopoli era da poco iniziato a tramontare…

Un urlo che si faceva mano a mano sempre più prossimo costrinse il biondo a voltarsi notando come lo squarcio spazio-dimensionale in cui era precipitato vomitò un secondo elemento che si ritrovò a rotolare anch’esso nella stessa direzione in cui era finito Roxas, il capitombolare della figura si interruppe quando il corpo del più giovane membro dell’Organizzazione fece da ostacolo.

L’impatto fu spiacevole ma la sorpresa ancora di più quando vide Axel massaggiarsi la testa al suo fianco.

‹‹ A-Axel? ››

Non appena si sentì chiamare il rosso sgranò gli occhi e tutti i borbottii di lamentele cessarono improvvisamente.

‹‹ Che ci fai qui? ››

‹‹…ti sono venuto a salvare…? ››, una nota dubbiosa colorò la sua voce alla fine della frase, non sembrava più sicuro nemmeno lui della veridicità delle sue parole.

Al biondo iniziarono a formicolare le mani.

‹‹ Brutto idiota! Avresti dovuto chiamare aiuto invece di seguirmi! ››, gli urlò contro agitando un pugno in aria.

Axel lo sapeva, sarebbe stato più logico ma…era entrato in panico nel vedere il corpo del più giovane venire risucchiato da quello specchio, era stato l’istinto a dominare sulla ragione e non appena Roxas scomparve dalla sua visuale si gettò al suo seguito.

Ebbe appena il tempo di schiudere le labbra per rispondergli che le parole gli morirono sulla punta della lingua nel vedere gli occhi azzurri del compagno dilatarsi e il viso diventare improvvisamente livido.

‹‹ Ehi! Ehi! Ehi! ››, urlò Roxas in preda al panico mentre additava lo squarcio dimensionale dietro le sue spalle che si stava contorcendo spasmodicamente su sé stesso iniziando a sparire.

‹‹ No! Voglio tornare a casa! ››

Roxas si mise prontamente in piedi superando la figura del mangiafuoco per raggiungere il varco con un balzo ma questo si dissolse del tutto rendendo vano il “volo” del ragazzo che raggiunse il terreno erboso in maniera piuttosto dolorosa.

Rimase disteso con il viso tra i ciuffetti d’erba fresca per lunghi momenti, il più grande si alzò in suo soccorso preoccupato del fatto che avesse potuto perdere i sensi ma un acuto pigolio di protesta lo fece sospirare di sollievo.

‹‹…tutto okay? ››

‹‹ Lo spettacolo al castello è iniziato ma noi siamo capitati in chissà quale posto sperduto senza nemmeno capire come ci siamo arrivati  e per di più credo di essermi rotto il naso. Secondo te è tutto okay? ››, rispose con una sottile sfumatura velenosa.

‹‹ …lo prenderò per un no ›› si limitò a dire il rosso con una veloce scrollata di spalle per niente preoccupato.

Come faceva ad essere così rilassato? A lui l’ansia stava mordendo lo stomaco.

‹‹ Saranno tutti preoccupati per noi! Come torneremo alla Sala delle vacue melodie? ››, un pensiero ben più angosciante gli attraversò la mente ‹‹…oddio, quando torneremo Saix e Xemnas ci uccideranno! Dobbiamo tornare subito indietro! ››, ansimò Roxas volgendosi verso Axel.

‹‹ Per la verità mi preoccupa più di tornare a casa che al castello ››.

‹‹ Ma come? E’ lo spettacolo più importante per la carriera del Circus! Si sono allenati tutti per questo giorno e tu te ne stai lì imbambolato a non fare nulla! ››

‹‹ Per quel che mi riguarda, lo spettacolo di oggi non mi è mai interessato più di tanto ››, duro, freddo, distaccato.

Che grande egoista! Come faceva a pensare solamente a sé?!
‹‹ Bah, fai come ti pare ››, sbottò il ragazzino deluso dall’atteggiamento del più grande.

Quand’è stato l’inizio di quella trasformazione così radicale? Doveva si era perso quel passaggio fondamentale?
Eppure ricordava che gli occhi di Axel non contenevano rancore, erano sempre stati due fari vividi e concentrati, ogni cosa su cui posasse lo sguardo era qualcosa che meritasse certamente attenzione, invece adesso quello sguardo si era spento, come svuotato, troppo occupato a rimanere distaccato per poter tornare come prima che quella stupida follia che gli aveva dato alla testa si impossessasse di lui.

Era una cosa del tutto impossibile? Non era rimasto più niente del vecchio Axel dietro quell’arrogante circense che gli si stava parando davanti?

‹‹ Mi avevi promesso un desiderio tempo fa, ora lo voglio riscuotere…›

Il silenzio riempì le loro orecchie mentre Roxas cercava di scacciare l’imbarazzo provando a formulare quelle parole tanto difficili da pronunciare.

‹‹ Voglio che tu ritorni. Non mi interessa sapere del perché te ne sei andato, ti rivoglio accanto a me. ››
Adesso il volto di lui si deformava, prima si morsicava il labbro, poi sembrava indeciso su cosa dire e adesso il suo sguardo correva veloce sul prato, cercando le parole smarrite tra i ciuffetti smeraldini.
Anche lo stesso Roxas non sembrava più voler spiccicare parola, in effetti aveva anche parlato troppo per i suoi gusti. Perché avrebbe dovuto dire altre cose che l’avrebbero imbarazzato, no?
‹‹ Allora? ››, biascicò - quasi stanco - con lo sguardo a terra per colpa delle guance arrossate a causa di quelle frasi da ragazzino appena pronunciate, portò le dita ad arruffare le ciocche bionde come a voler spazzolare via anche i pensieri.
Percepiva i passi lunghi di Axel che cadevano sul manto erboso in un rumore sordo, proprio come quello che produce un martello avvolto da spesse garze, quando Roxas alzò lo sguardo fu troppo tardi.
Era avvolto dalle lunghe braccia del mangiafuoco, lo stringeva a sé senza dire una sola parola. La mancanza che in quei giorni li aveva separati, le ipotesi cattive e gli sguardi rubati sembravano non valere più niente. Niente.
C’erano solamente loro due con i loro reciproci stupori, con il battito dei loro cuori, il loro profumo e quello delle rose, il ritrovo di due amici separati da qualche decisione presa tacitamente.
‹‹ Roxas, vedi…io…-››
‹‹ Ma che carini ~  ››
I muscoli di Axel si irrigidirono e il corpo di Roxas percepì di essere rinchiuso in una gabbia umana, fece una leggera pressione contro il petto teso del più grande e quello lo lasciò andare.
Non c’era nessuno nei paragi ma quando spostarono il naso all’insù videro uno strano animale striato, appollaiato sul ramo di un robusto albero.
La coda fluorescente del gatto paffutello sventolava da parte a parte mentre sorrideva sornione ai due ragazzi.
Il cuore di Roxas perse un battito, di cose strane da quando era al Circus ne aveva viste ma assistere ad un gatto che parla mancava alla sua lista.
‹‹ Oh no, non badate a me! Fate come se non ci fossi ››, si scusò il gatto iniziando a svanire dinnanzi ai loro occhi mentre quel ghigno restava sospeso in aria.
‹‹ Aspetta! ››, gridò Roxas lasciando un basito Axel alle sue spalle, incredulo che stesse trattenendo quella strana creatura.
‹‹ ~? ››, cantilenò in tono confidenziale il gatto, riapparendo lentamente senza smettere per un attimo di sorridere.
Per un attimo il biondo prese in considerazione l’idea che avesse una paralisi facciale.
‹‹ Non ho mai visto nulla di simile…››, sussurrò più a sé stesso che ai presenti, ‹‹ Chi sei? ››

‹‹ Io sono io, tu sei tu, è come se ci conoscessimo da una vita, non trovi? ››

Quel tipo di risposta inaspettata lasciò interdetto il piccolo circense che con occhi leggermente sgranati ritentò un nuovo approccio.

‹‹ Io sono Roxas e lui è Axel…››, tirò leggermente il lembo del vestito del fulvo per attirare la sua attenzione, egli si limitò ad uno sbuffo dalle narici.

‹‹ Io sono lo Stregat-››

‹‹ Dove siamo? ››, domandò interrompendo il vaporoso felino in procinto di dare per la prima volta una risposta esaustiva.

L’animale non sembrò risentito dall’interruzione, sorrise con i suoi tantissimi denti acuminati, non si riuscì a comprendere se fosse un’espressione divertita o minacciosa.

‹‹ Che domande bizzarre che fate. Siete esattamente dove vi state trovando in questo preciso istante, no? ››

Axel aggrottò la fronte e digrignò segretamente i denti. Iniziava ad irritarsi sul serio.
‹‹ Mi stai prendendo in giro? ››, sibilò. Avrebbe fatto sputare a quella palla di pelo tutte le informazione che possedeva, a costo di arrostirlo con le sue bolas infuocate.

‹‹ Non mi permetterei mai! ››, si giustificò lo Stregatto iniziando a rotolare divertito sul massiccio ramo, la sua coda ondeggiava morbida, quasi come se nell’accarezzare l’aria trovasse un’appagante sensazione.

Roxas vide come l’irritazione del suo compagno stesse prevalendo e si affrettò a distrarlo.
‹‹ Lascialo perdere, piuttosto ti ricordi come siamo arrivati qui? ››
Aggrottò la fronte, cercando di visualizzare l’ultimo momento in cui entrambi si trovavano al castello. Era tutto confuso, la sua mente era ancora traumatizzata dal profondo vortice oscuro che li aveva assorbiti...
Il vortice. Come erano precipitati lì?
Ma certo!
‹‹ Sì, è stato lo specchio di Saix! ››
‹‹ Lo specchio…? ››, la mente appannata del biondo iniziò ad elaborare. Era vero, si trovavano nel reparto degli attrezzi di scena e si era appoggiato alla superficie di vetro prima di essere assorbito e spedito lì.

‹‹ Quell’affare è stato costruito da Vexen per lo spettacolo di magia di Saix, l’unica cosa che non capisco è come un attrezzo di scena possa aver scaturito questo putiferio ››.

‹‹ Magari per una sovrapposizione del tessuto spazio-tempo che ha trovato in questo specchio un’antenna sonda che ha lacerato le due dimensioni originali facendole convergere, portandovi così in una parallela alla vostra ma a voi sconosciuta ››. 
I due ragazzi si voltarono con estrema lentezza verso lo Stregatto che aveva detto tutto ciò con massima naturalezza mentre con le lunghe unghie si spulciava la coda, quando notò l’agghiacciante silenzio che si era creato alle sue parole fece un sorriso ampio e rapido.
‹‹ O magari è tutto il contrario di quello che ho detto, infondo che ne so? Sono matto! ››, le sue parole furono accompagnate da un suo dito corpulento che ruotava accanto alla tempia mentre faceva roteare le sue iridi in direzioni opposte.
‹‹ La cosa inizia a stancarmi. ››, borbottò il fulvo picchiettando il piede sul manto erboso.

Roxas si avvicinò al braccio dell’amico, il suo nervosismo stava diventando contagioso.

‹‹ Ax, voglio tornare a casa…››, sussurrò con voce sottile, non era da lui essere così docile ma quella situazione non sembrava avere via d’uscita.
Il più grande arricciò le labbra e prendendo un profondo respiro, chiudendo per qualche istante gli occhi, convogliò tutta la sua pazienza.

‹‹ Puoi indicarci la via per uscire da qui? ››

‹‹ E dove vorreste andare? ››, ribatté con noncuranza.
Nessuno gli aveva mai insegnato che è poco cortese rispondere ad una domanda con un’altra domanda?
‹‹ Lontano da questo posto. ››, il tono era astioso.

‹‹ Allora vi basterà camminare e da qualche parte arriverete sicuramente ››.

Roxas sgranò gli occhi, pronto ad intervenire nel caso il mangiafuoco decidesse di aggredirlo.

‹‹ Non ci sei affatto utile. ››, gli sentì dire, strofinando il piede in terra, come se stesse per prendere la carica.

‹‹ Non ho mai detto di volerlo essere. ››

Il biondo interruppe il contatto visivo fra i due, parandosi davanti.

‹‹ Io voglio solo ritrovare la mia strada per tornare a casa ››, cercò di essere il più amichevole possibile, alla parola ‘casa’, la mano del ragazzo si spostò verso il cuore.
Chissà se era stata Xion ad accorgersi della loro scomparsa, sembravano passate ore da quando erano spariti.

‹‹ Non credo sia possibile, tutte le strade qui sono della regina.››
Regina?
La cosa stava iniziando a farsi interessante…
‹‹ Come faccio a trovarla? ››, magari lei poteva aiutarli a differenza di quel gattone.

‹‹ E’ più facile che sia lei a trovare voi, gli stranieri senza terra non piacciono a quella svitata di sua maestà ~.››, o magari no.
‹‹ S-Svitata? Che razza di regina può essere una svitata? ››, si voltò verso gli occhi acquamarina di Axel, quasi cercasse supporto, qualche sicurezza, almeno da lui ma anche l’amico possedeva quel velo di confusione e dubbio nel fondo del suo sguardo.

‹‹ Una regina che ha a che fare con un regno di pazzi! ››, iniziò a ridere a crepapelle, le zampe anteriori afferrarono quelle posteriori e iniziò a dondolarsi avanti ed indietro in movimenti fluidi.

‹‹ Paz-? Ma dove diavolo siamo capitati?! ››

‹‹ Ma che importa? Ormai siete qui! Benvenuti a Wonderland! ››
La risata dello Stregatto riempì le orecchie di Axel a tal punto di sentire la testa esplodergli se non avesse taciuto all’istante.
Afferrò con poca grazia il polso sottile del biondo e lo trascinò lontano da quello spettacolo snervante, uscirono fuori dal giardino potato, lasciando quella creatura a lacrimare dalle forti risate in solitudine.

 ___
*Angolino autrice*
Ehilà ragazzi! Sono tornata :3
Vi sono mancata? Piaciuta la sorpresa? u_u ho deciso di postare a questa ora indecente solo perché domani è Ferragosto e mi accamperò a mare D: spero di trovarvi al mio ritorno!
Ora sono una diplomata! Uh-uh! Gli esami mi sono andati piuttosto bene, l’estate è piuttosto monotona e noiosa, purtroppo mi sto dando al più completo ozio ›_____
Prometto di riprendere a pieno regime!

Ci rivediamo il 15 settembre! :3

   
 
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