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Autore: Unmei no Hana    24/08/2012    12 recensioni
Tre ragazze. Due fazioni. Un destino.
Nella piccola cittadina di Dowfort, Scarlet, Helen, Abby e Luke vivono in tranquillità, fino a che non vengono a conoscenza di un oscuro segreto.
Il destino della Terra è nelle loro mani.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno non aveva fatto ritardo, anzi, al suono della campanella mancava ancora un po'. Appena entrò nell'ampio atrio della scuola, fu investita da un gradevole tepore. Era così rilassante, pensava Scarlet, a differenza del freddo che regnava incontrastato fuori. Lei odiava il freddo, e anche quel giorno, entrare a scuola, era stato come entrare in paradiso. Non che le piacesse la scuola, sia ben chiaro, ma la preferiva assolutamente rispetto al gelido vento che soffiava ogni inverno e alla bianca neve che scendeva lentamente. Aspettò un paio di minuti prima di togliersi di dosso il pesante giubbotto e la sciarpa rossa ben avvolta intorno al collo. Il cappello di lana era così morbido e caldo, e i vecchi guanti di suo fratello non volevano abbandonarle le mani.


Luke, invece, non sembrava aver particolari problemi con il freddo, anzi, al contrario della gemella, si trovava parecchio a suo agio tra la neve.


Ecco, nonostante fossero gemelli, loro due erano del tutto diversi.
Certo, fisicamente erano uguali: stessi capelli castani, identici occhi verdi pieni d'energia, stesse mimiche facciali. L'unica cosa che li rendeva diversi, sul piano fisico, erano solo dieci centimetri in più per Luke. Caratterialmente, invece, erano come Sole e Luna, bianco e nero, luce e buio. Lei ingenua, lui furbo. Lei infantile, lui maturo. Lei dava fiducia a tutti, lui solo a pochi. Lei distratta, lui sempre attento ai minimi particolari. Si compensavano persino nello studio: mentre lei andava meglio nelle materie umanistiche, lui la superava in quelle scientifiche.
Erano in molti a trovare troppo strano questo loro completarsi a vicenda, ma per loro era sempre stato così: dove non riusciva Scarlet, ecco che accorreva in suo aiuto Luke, e viceversa. Non poteva essere diversamente, loro erano due facce della stessa medaglia.


A quel punto, la ragazza, decise di dire addio ai suoi cari guanti e al resto del suo - così come lo chiamava lei - equipaggiamento di sopravvivenza. Il tutto per andare alla ricerca di Helen. Sapeva dove l'avrebbe trovata, e infatti era lì ad aspettarla al solito posto di sempre, vicino agli armadietti mezzi scassati. Si avvicinò velocemente, raggiungendola in pochi istanti. La trovò a leggere, come al solito.
Attirò la sua attenzione schiarendosi la gola. Helen, che già si era accorta dell'arrivo dell'amica, sollevò lo sguardo dal libro.

<< Buongiorno >> disse con un grande sorriso.

<< Buongiorno anche a te! >> la salutò Scarlet saltandole quasi addosso << Come ti senti? >> domandò, premurosa.

<< Bene Scar >> la rassicurò Helen << Certo, se tu ti staccassi di dosso, sarebbe anche meglio, ma davvero, sto bene >> concluse facendola ridere.

Dopo aver mollato la presa - ferrea - su Helen, Scarlet si guardò intorno, subito imitata dalla compagna.

<< Emma e Luke dove sono? >> chiese la più alta, cercando i due con lo sguardo.

<< Sono ancora in cortile. Li ho lasciati in cortile a chiacchierare da soli >> spiegò la più bassa. Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso trionfante che fece ridere l'altra.

<< Quindi da questo devo dedurre che a Emma piace ancora Luke? >>
Scarlet annuì, e stava anche per aggiungere alcuni dettagli, quando una voce l'interruppe.

<< Che c'è? Sei per caso gelosa? >>
Helen alzò gli occhi al cielo, e Scarlet iniziò a divertirsi sempre di più. A parlare era stata una ragazza del primo anno, Roxy Stevens, seguace di Helen fino alla morte.

<< Roxy, smettila con questa storia, per favore >> la pregò Helen, tra l'esasperato e il divertito.

<< Ma scusami, tu e Luke non potete far altro che stare insieme! >> rincarò la dose Roxy, alzando il tono di un'ottava.
Helen le voleva bene, la conosceva già da un paio d'anni, e col tempo le si era affezionata, ma in momenti come quelli, voleva quasi rinchiuderla in uno stanzino. Era fin dalle medie, che quella buffa ragazzina dai grandi occhi da cerbiatto si era fissata sul fatto che, prima o poi, Helen e Luke si sarebbero dovuti fidanzare, perchè, come le piaceva dire, erano fatti l'uno per l'altra. I due diretti interessati, però, non avevano mai creduto alle parole della "piccola sognatrice" - così l'avevano soprannominata. Si conoscevano fin dall'asilo, erano semplicemente migliori amici, niente di più, niente di meno.

<< Dai, si vede lontano un miglio che vi piacete! >> quasi urlò lei, presa dalla foga.

Qualche studente che si trovava ancora a passare per il corridoio si girò incuriosito da quello strano "teatrino".
Helen, imbarazzatissima, stava pensando seriamente all'idea di chiuderla in uno stanzino. Scarlet invece, assisteva alla scena sempre più divertita.

<< Beh, vuol dire che devi metterti gli occhiali, perchè a me lui non piace, e a lui non piaccio io. Chiaro? >> disse col tono più convincente che aveva.

<< Chiaro >> si arrese Roxy, andandosene mogia mogia.

Mentre Helen osservava la ragazzina allontanarsi, Scarlet sembrava riflettere su qualcosa.

<< Helen! >> gridò.

L'interpellata sobbalzò.

<< Per caso vuoi farmi prendere un colpo? Che c'è? >> sibilò.

<< Tra qualche giorno è il tuo compleanno! >> esclamò elettrizzata.

<< E tu mi fai venire un infarto per dirmi una cosa del genere? >> Helen la guardava allibita.

Scarlet la ignorò.

<< Dobbiamo festeggiare! >> trillò, aprendo le braccia.

Helen annuì, poco convinta. L’altra la fissò e non aggiunse nulla. Poteva immaginare cosa passava per la testa dell’amica: era da un po’ che non festeggiava i suoi compleanni, e lei voleva che almeno il suo sedicesimo compleanno lo passasse in modo magnifico, libera da ogni pensiero. Ma Helen non voleva, quella era l'ultima cosa che desiderasse.

In quel momento arrivò anche Luke.

<< Ehi! >> salutò le due.

<< 'Giorno Luke >> ricambiò Helen, cordialmente.

<< Oi Luke, dove hai lasciato Emma? >> domandò poi, cercando l'amica con lo sguardo.

<< Ha detto che doveva passare un attimo in bagno prima delle lezioni. Ci raggiunge direttamente in classe >> rispose lui, noncurante.

Helen annuì, distratta. Nel frattempo Scarlet aveva posato lo sguardo sull'entrata della scuola. Improvvisamente, i suoi occhi si illuminarono.

<< Eccole! Abigail e Alice! >> saltellò, per poi avviarsi a passo svelto verso di loro. Il tragitto tra armadietti e ingresso era abbastanza breve, ma l'abilità di Scarlet nel cadere superava ogni aspettativa. Inciampò, infatti, sul piede di un ragazzo del terzo anno, cadendo per terra come una pera cotta. Fortunatamente, non sembrava essersi fatta male. Immediatamente si rialzò sotto gli occhi straniti del ragazzo - che Scarlet non aveva minimamente calcolato - e continuò la sua strada con molta nonchalanche, facendo morire dalle risate Luke ed Helen che avevano assistito all'intera scena. Abby ed Alice, invece, non sembravano essersi accorte di nulla, impegnate com'erano a guardarsi intorno.

<< Ragazze! >> le chiamò Scarlet, una volta arrivata vicino alle due.

<< Ciao Scarlet! >> la salutò Alice.

<< Buongiorno >> disse sorridendo Abby.

Scambiarono velocemente qualche parola sul clima di quei giorni, quando Scarlet si ricordò di essere andata da loro per un motivo ben preciso.

<< Venite, voglio presentarvi Helen, ieri era assente >> annunciò, prendendole entrambe per mano e trascinandole vicino agli armadietti.

Dopo essere state presentate da Scarlet, calò un imbarazzante silenzio.

<< Allora... Da dove venite? >> cercò di rompere il ghiaccio Helen.

Alice fece per parlare, ma Scarlet la precedette.

<< Vengono da Londra! >> rispose pimpante.

Alice le scoccò un’occhiata dievertita, poi annuì in segno di approvazione.

<< Luke mi ha detto che siete sorellastre, giusto? >> chiese ancora Helen.

Questa volta fu Abby che aprì la bocca per rispondere, ma Scarlet fu nuovamente più veloce.

<< Ma certo, perché Luke avrebbe dovuto mentire? Saranno sicuramente sorellastre! >> continuò a dire, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Abby richiuse la bocca, guardando confusa Helen, che con la bocca mimò "Fa sempre così".
La campanella suonò, e i ragazzi si avviarono in classe.

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Le prime ore di lezione erano passate abbastanza velocemente. Professori che andavano e venivano, interrogazioni, le solite cose di sempre. Alla fine, era arrivata anche la fatidica ora di biologia. Abby era sempre stata una ragazza diligente e studiosa, non aveva di certo paura di un'interrogazione, ma il giorno precedente il professor Fisher, li aveva avvisati che avrebbero vivisezionato una rana. Bene, Abby non voleva, ed era sicura di non essere l'unica. A parte qualche sadico che faceva parte della sua classe, come un certo Steven Webb: non la smetteva di dire cose tipo "Non vedo l'ora di aprire quella rana" oppure "Sono certo che ci sarà da divertirsi". Bah, che gente. Aveva notato che Alice non aveva la benchè minima intenzione di far del male alla sua rana, lei amava gli animali! Scarlet, invece, stava facendo una serie di discorsi - pieni zeppi di sorrisi - alla sua rana, mentre Luke ci stava giocherellando. Helen fissava la sua rana, triste per la fine che avrebbe potuto fare. Infine, la sua compagna di banco, Stephanie, continuava a lagnarsi, dicendo che non aveva mai toccato una rana in vita sua, e che mai l'avrebbe fatto.

<< Su Stephanie, forse se baci quella simpatica rana, potresti trasformarla in un principe >> disse il vecchio professor Fisher, causando l'ilarità della classe e beccandosi una stilettata d'odio da parte della Anderson.

<< Bene, direi che possiamo cominciare la lezione vera e propria: in fondo cosa c'è di meglio se non la pratica? >> disse il professore, convinto della sua affermazione. Guardò un attimo la classe, e sorridendo, puntò il dito verso Abby.
Abby sgranò gli occhi. Cavolo, non avrebbe mai pensato di essere scelta dal professore! E cavolo, non avrebbe mai squartato una povera rana! Mai e poi mai!

<< Si alzi signorina, e venga qui con la sua rana >> sentenziò Fisher, mentre con la mano ticchettava la cattedra.
Abby si alzò dopo qualche secondo, come in trance. Cercando di guadagnare più tempo, faceva tutto con estrema lentezza. Fu per questo che molto lentamente prese la sua rana, e sempre molto lentamente, camminava verso la cattedra, dove il professore l'aspettava, sorridendo.

<< Ecco, ti servirà questo per inciderla >> continuò Fisher, passando a Abby un piccolo bisturi medico.
La ragazza prese l'oggetto, osservandolo con riluttanza. Dannazione, non voleva vivisezionare quella rana!
Tutti la stavano osservando e il suo nervosismo era palpabile.
Fisher continuava a sorriderle.

<< Sbrigati Cross! >> la incitò Steven.

<< Zitto stupido >> rispose Luke per la ragazza, che lo ringraziò mentalmente.
<< Ehi tu, chi ti credi di essere per dir- >>

<< Silenzio ragazzi, la signorina Abigail deve concentrarsi >> li bloccò il professore, mellifluo.

Abby lo guardò. Secondo lei, quell'anziano professore, pensava che vivisezionare un animale fosse una cosa normale, una di quelle cose che si fanno tutti i giorni, come ad esempio lavarsi i denti.

<< Però si sbrighi, signorina, non può passare l'ora con il bisturi in mano, così, senza far niente >>
Continuava a sorridere. Abby pensò fosse molto sadico. Okay, sei un professore di biologia, ma vivisezionare una rana col sorriso in volto era una cosa da sadici. O da pazzi.

<< Professor Fisher... Io... >> iniziò Abby.

<< Cosa Abigail? >> la spronò a continuare, sorridendo calmo.

"Io non voglio uccidere questo povero animale!"

Era questo che Abby stava pensando ma che non riusciva a dire. "Non voglio, non voglio, non voglio!"

Il vecchio professore la stava guardando, aspettando una risposta. Sempre con quel sorriso stampato sulle labbra. Possibile che non cancellasse un attimo quel sorriso così tranquillo?
"Vorrei che suonasse la campanella!" si ritrovò a sperare Abby. Sapeva che era impossibile, mancava ancora un bel po' prima della fine della lezione, ma lo sperò lo stesso.
Davvero, lei quella rana non voleva vivisezionarla, e il suo non era uno stupido capriccio. Non voleva e basta.

"Vorrei che la lezione finisse ora" pensò di nuovo.
E fu in quel momento che accadde. Il suono della campanella aveva spezzato quel silenzio che si era andato a creare in classe, interrotto solo da qualche sussurro.

<< Oh, com'è passato in fretta il tempo >> canticchiò Fisher << Non me n'ero accorto! >>



<< Ma cosa.. >> disse piano Abby, senza che nessuno la sentisse.



Dopo che il professore ebbe lasciato la classe - sempre sorridendo, tutti si alzarono e iniziarono a sparpargliarsi per la scuola. Era suonata la campanella dell'intervallo.


Abby si guardava intorno stralunata. Possibile che nessuno, oltre lei, si fosse reso conto di quello che era appena successo? In fondo, mancava ancora molto alla fine della lezione!

<< Abby! >>


Alice interruppe i suoi pensieri. Nemmeno lei sembrava essersi accorta di quello che era appena successo.

<< Alice >> fece, con un dolcissimo sorriso << per fortuna non ho dovuto fare niente alla rana >>



<< Già! >> disse l'altra << Senti, io, Scarlet e Luke andiamo in mensa, Helen invece va in biblioteca, ha detto che ha da fare. Tu vieni con noi? >>



<< Certamente! >> le rispose, avviandosi verso la grande mensa con gli amici.



Riguardo a quello che era appena successo in classe, decise di non dire niente a nessuno. Forse si era sbagliata. Forse era stata solo una sua impressione.

 

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Helen entrò nella piccola e accogliente biblioteca.
Appena posò il piede sulla moquette rossa, si sentì a casa. Da sempre, i libri erano i suoi migliori amici. Poteva rifugiarvisi all’interno e viaggiare per chilometri, stando seduta comodamente nella sua stanza.
I libri, non l’avrebbero mai tradita.

Salutò, come d’abitudine, l’addetta alla biblioteca e si avviò alla ricerca di una lettura leggera.
La biblioteca della scuola era molto ordinata: ogni scaffale aveva il suo genere. C’era lo scaffale per gli horror, che Helen evitava accuratamente, quello dei gialli, quello dei libri per le ricerche, quello dei fantasy, il suo genere preferito, e tanti altri scaffali pieni di tomi che Helen non vedeva l’ora di leggere. Optò per un libro di leggende, che trovava particolarmente interessanti.
Si avviò verso la sezione apposita, scorrendo con lo sguardo tutti i titoli. Uno di questi le saltò all’occhio: “Storie e Leggende d’Inghilterra”.  Helen, che d’altronde amava la storia della sua terra, decise di leggere quello.
Lo afferrò e andò a sedersi al suo tavolino preferito, vicino alla finestra che dava sul cortile della scuola.
Lo aprì e andò all’indice. La attiravano diversi titoli, ma non sapeva da quale cominciare. Decise di iniziare da una storia intitolata “Il mistero di Stonehenge”. Aprì il libro alla pagina indicata e cominciò a leggere:

Tanto tempo fa, nelle terre Britanniche, abitava un Re molto ricco e presuntuoso che, nonostante fosse il più potente del suo regno, desiderava sempre di più. Un giorno, stanco dall’essere continuamente insoddisfatto, gli venne in mente un’idea che avrebbe potuto renderlo il più potente Re mai esistito al mondo: decise di voler diventare uno stregone. Dopo anni e anni di studi, sua Maestà trovò la soluzione che avrebbe realizzato tutti i suoi sogni. Ordinò agli architetti più bravi del regno di far costruire il monumento che oggi viene chiamato Stonehenge. Ci vollero molti giorni e molte notti, ma alla fine i lavori terminarono. Secondo i calcoli del Re, se lui si fosse messo al centro della costruzione una sera di luna calante pronunciando delle parole conosciute solo a lui, l’imponente struttura avrebbe conferito lui gli immensi poteri degli Stregoni Antenati, una setta di potenti maghi sotterrati proprio sotto quel suolo. E così fece, divenendo il Re più potente di tutti. Sottomise il suo popolo in modo brutale, uccidendo chiunque intralciasse il suo cammino. Il Regno, stanco delle cattiverie di sua Maestà, convinse lo Stregone di Montagna ad affrontarlo. Quest’ultimo, avendo molta più esperienza del Re, lo sconfisse facilmente, liberando il Popolo. Lo Stregone fu trattato come un Dio e, quando morì, lo seppellirono al centro di Stonehenge, dove giacque per sempre.

Finito di leggere il racconto, Helen si stiracchiò. La leggenda era piuttosto carina e, anche se non era vera, le piaceva pensare che esistessero davvero cose come magia o stregoni. Guardò l’orologio e notò che si stava facendo tardi, ma si concesse comunque un’ultima storia. Fece scorrere velocemente le pagine del volume fino a fermarsi ad una storia intitolata “Il regno Rosso e il regno Verde”. Iniziò a leggere.

Anni e anni or sono, l’Inghilterra era divisa in due fazioni: il regno Rosso e il regno Verde. I due regni erano sempre in conflitto e questo li portava spesso a dichiararsi guerra. Un giorno, il Re del regno Rosso, decise di porre fine a tutto questo distruggendo il regno Verde e facendone schiavi i suoi abitanti. Così, attaccò un villaggio dell’altro regno radendolo al suolo. La regina del regno Verde, accecata dall’ira, dichiarò guerra al regno Rosso che, dopo anni e anni, ne uscì vittorioso. Uno stregone del regno Verde, però, non fu contento di tutto ciò. Inviò così una maledizione al castello del regno Rosso: tutti gli abitanti del castello si trasformarono in esseri senz’anima, capaci di trasformarsi in animali. Avrebbero vissuto per sempre una vita eterna e dannata, marchiati dall’anatema dello stregone.

Helen controllò nuovamente l’orologio. Doveva tornare in classe e doveva anche muoversi. Si alzò di scatto e fece per andare a mettere a posto il libro ma, nella fretta, non si accorse che c’era qualcuno sulla sua traiettoria e andò a sbattere contro un ragazzo intento a scegliere un libro da uno scaffale.

<< Oh, scusa, andavo di fretta e non ti ho visto! >> si scusò Helen, alzando lo sguardo. Incontrò gli occhi del ragazzo, di un azzurro bellissimo, che le ricordavano il cielo al mattino presto. Si prese qualche secondo per osservarlo: aveva dei capelli rosso fiammante, corti sotto e più lunghi sopra. Era più alto di lei di qualche centimetro e aveva delle spalle belle larghe. Dal sorriso che presentava sul volto si potevano scorgere i denti bianchi e dritti.
“Un bel ragazzo” pensò Helen.

<< Non preoccuparti >> la rassicurò lui sorridendo << Non ti sei fatta male, vero? >> chiese dolcemente.

Lei scosse la testa, facendo così allentare la disordinata coda con cui aveva legato i suoi capelli.

<< Bene! Comunque piacere, io sono Dean! >> disse, porgendole la mano che lei strinse cordialmente.

<< Piacere, Helen >> rispose sorridendo lei. Poi si ricordò del suo ritardo. << Ora scusa, ma devo proprio andare! >> aggiunse, correndo verso l’uscita e dimenticandosi di mettere a posto il libro.

Uscendo dalla biblioteca, il calore, che fino a quel momento l’aveva avvolta, svanì. Era una sensazione che non le piaceva per niente. Corse per i corridoi della scuola, urtando ogni tanto qualche alunno e balbettando qualche << Scusa >>. Raggiunse la classe di inglese e aprì la porta.

No. Niente sarebbe mai stato come entrare in una biblioteca.

N.d.A

Alloooooora :D come vi sembra questo nuovo capitolo? Vi piace? :D fatecelo sapere :D La prima parte del capitolo è stata scritta da entrambe, la seconda da Cherry e la terza da Ely :D Un grazie speciale alla beta di Ely, Mary Spurce :D  Baci e a presto

Cherry&Ely

p.s. per chi fosse interessato, su face book c’è la pagina ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro. Per il link, clicca qui.

   
 
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