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Autore: Will Turner    28/09/2012    1 recensioni
Cosa succede quando una ragazza scopre la verità che rischia di distruggere la storia d'amore attesa da una vita? Da quando ha incontrato Max, Faith ha imparato a sognare: il suo tormentato passato sembra ormai superato per sempre, ma un tremendo segreto incombe su di lei senza lasciarle alcuna possibilità di fuga e mettendole davanti la scelta più difficile. Un racconto d'amore fatto di romanticismo, passioni, tormenti e lacrime che riuscirà a strappare anche qualche risata.
Aggiornamento periodico mensile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.49                                  Le Ragioni Del Cuore
49. D ESTINO

    - Che ne dici di questo?- Domandò Holly esibendo tutta eccitata un mini abito di strass e nastri argentati.
    Faith alzò gli occhi al cielo per la quinta volta, esasperata. Lei e Holly stavano trascorrendo il sabato mattina a setacciare l'intera Los Angeles alla ricerca di un vestito da sera per l'occasione del ballo di Lynda Shields.
Malgrado Faith ricercasse qualcosa di sobrio e assolutamente elegante, Holly continuava a mostrarle pezzi d'abbigliamento che ricordavano più i minuscoli ritagli di una sarta.
- Holly, lo sai bene che non voglio passare per una spogliarellista.- Commentò paziente lisciando il vestito che Holly teneva appeso alla sua gruccia - Sinceramente, non vedo quale sia la differenza tra “l'indossare questo abito” e “il non indossare affatto un abito”.-
    Holly parve rifletterci su. Lo studiò meglio, lo toccò a lungo valutandone le cuciture e creando nella sua testa chissà quale film fantascientifico.
- Madonna lo indosserebbe senza problemi.- Concluse risoluta, scatenando una risata di Faith.
- Mi sembra anche effimero che io stia qui ad elencarti le differenze tra me e Madonna!- Celiò riponendo l'abito lungo l'asta metallica che contava almeno una cinquantina di pezzi alla moda. Fin troppo alla moda, per i suoi gusti.
    Iniziava seriamente a preoccuparsi: il ballo sarebbe stato a meno di due settimane, e il tempo che aveva a disposizione stava per terminare.
CiCi LaCruise , la titolare della casa di moda per cui lavorava, le aveva da poco proposto una promozione affidandole l'intera organizzazione di una sfilata che si sarebbe tenuta proprio il giorno precedente a quello del ballo di Lynda Shields. Anche se metà del lavoro era già stato svolto, le restavano ancora parecchie cose di cui occuparsi.
    Dopo la morte di zia Becky, Faith si era buttata a capofitto nel lavoro, e le nuove idee di stile che aveva proposto erano piaciute molto a CiCi, che da tempo attendeva l'occasione adatta per promuoverla definitivamente a capo organizzatrice eventi. Fino ad allora si era limitata alla gestione degli invitati e alla collaborazione nella creazione di abiti, perciò il nuovo incarico la eccitava parecchio, oltre che occupare gran parte del suo tempo libero. In poche parole, era ad un passo dal diventare socia di CiCi.
    Scosse la testa al pensiero mentre faceva scorrere distrattamente le dita sugli abiti appesi lungo l'asta.
    Tutto ciò sarebbe stato possibile se lei avesse accettato quella promozione. Aveva deciso di prendersi un po' di tempo per pensarci, e CiCi si era trovata pienamente d'accordo.
- Forse la nuova collezione di Armani è un po' eccentrica...- Bisbigliò Holly richiamando la sua attenzione.
- Vedo che mi hai finalmente capita.- Replicò Faith con un sorriso.
    Uscirono dal negozio, mentre un commesso in giacca e cravatta teneva loro aperta la porta in vetro, e la calma che c'era stata fino a poco prima, svanì velocemente come un miraggio: la città, con l'avvicinarsi delle festività natalizie, piombava nel caos più assoluto.
    Il clima era decisamente mite per essere una giornata di inizio dicembre e, a tratti, anche l'aria pareva tiepida: il tempo ideale per fare quattro passi e scovare oggetti interessanti in curiosi e caratteristici negozietti.
    I marciapiedi erano un continuo tacchettare di scarpe e un assordante vociare di bambini, e la strada un fastidioso rombare di motori.
- Perché non ti porti il vestito che io e Chris ti abbiamo regalato per il compleanno?- Chiese Holly cercando di stare al passo con Faith. Con il cappotto chiaro, i jeans aderenti e gli stivali che le fasciavano armonicamente piedi e polpacci, la sua amica sembrava davvero un pezzo grosso della moda. Un pezzo grosso che camminava più veloce di lei.
    Faith rallentò sgranando gli occhi.
- Scherzi, Holly? Morirò di freddo con quel vestito! È fuori discussione!-
    Holly ansimò.
- Bisogna soffrire per essere belle.-
- Lo dici sempre.-
- E tu non mi ascolti mai!-
    Faith scoppiò in una risata e la prese sottobraccio. Si fermarono sotto il semaforo rosso insieme a tutta la massa di gente che voleva attraversare la strada, e, immediatamente, una rapida successione di taxi e auto sfrecciò davanti a loro senza risparmiarsi dal suonare il clacson o dallo sterzare bruscamente.
    Un autobus rosso e bianco si materializzò davanti a loro pubblicizzando la prémière nei cinema di “Shakespeare in love”, ed una biondissima Gwyneth Paltrow faceva bella mostra di sé lungo la fiancata.
- Non dimenticare che abbiamo appuntamento da Pierre tra un'ora.- Le ricordò Faith attraversando rapidamente la strada a semaforo verde.
- Ho proprio voglia di dare un cambio al mio look!- Esclamò entusiasta Holly - Ma prima abbiamo ancora un po' di tempo per cercare un vestito!-

    Cinque ore dopo, con un nuovo look e le mani piene di pacchetti e borse griffate, Holly e Faith  parevano uscite da Sex and the City. Anche se il sole stava tramontando oltre i cespugli di palme che disegnavano l'orizzonte, il gran andirivieni di persone sembrava non aver fine.
    Le due ragazze passeggiarono pigramente a Mid-City West e decisero di fermarsi al Who's on Third a bere qualcosa.
- Secondo te piacerò a Chris con questo nuovo taglio?- Fece Holly prendendo posto ad un tavolino un po' appartato in un angolo adorno di una leggera tenda color ambra.
    Il locale era più un lounge bar che un normale Cafè: luci basse, musica commerciale che sarebbe stata ben presto superata, arredamento squadrato e lineare dalle tonalità scure, divanetti imbottiti e bassi tavolini decorati con piccole candele che galleggiavano in sottovasi pieni d'acqua.     La riservatezza dei tavoli era accentuata da una serie di piante grasse che componevano graziosi giardini in miniatura, arricchiti da grosse pietre bianche ed esili fontane dal gorgoglio rilassante.
    Non c'erano finestre e il soffitto era nascosto da larghi teli blu appesi a drappi regolari che davano l'impressione di stare dentro ad una tenda indiana.
- Ovvio che gli piacerai!- Esclamò Faith sincera - Sembri una perfetta parigina. Ti dona molto quel taglio corto.-
    Holly si compiacque come un adolescente. Mentre lei aveva radicalmente cambiato il suo look, Faith si era limitata a schiarire i suoi capelli di qualche tono e a raccoglierli in morbidi boccoli che davano risalto al suo viso.
    Ciononostante alcuni ragazzi non toglievano loro gli occhi di dosso da quando erano entrate nel locale. Ad essere corretti, ogni volta che entravano al Who's on Third facevano una strage di cuori.
- Ciao, ragazze! Che vi porto? Il solito?- Le richiamò ad alta voce Kelly sporgendosi dal bancone.
    Le due amiche sorrisero e fecero segno OK con le dita.
- Dunque, Faith,- Iniziò Holly - stai considerando la proposta di CiCi?-
- Credo che prima sentirò cosa avrà da offrirmi Lynda Shields. Poi valuterò.-
- Ma si tratta di Parigi, Faith!- Sottolineò afferrandole le mani - PA-RI-GI!-
    Faith abbassò gli angoli della bocca, incerta.
- Lo so bene, Holly, ma per il momento sto ancora bene a Los Angeles. E inoltre qui c'è Jason. Non posso obbligarlo a lasciare tutto per seguirmi.-
- E allora piantalo qui!- Ribatté Holly senza pensarci. Faith le rivolse uno sguardo di disappunto.
- Cosa devo fare per convincerti che non è poi così male come pensi?-
    L'amica si strinse nelle spalle. Per quanto si fosse sforzata di farselo amico da quando aveva fatto ritorno dall'Isola Che Non C'è, come sosteneva sempre lei, non appena guardava Faith realizzava quanto fossero diversi l'uno dall'altra.
- Lo sai che ti meriti di meglio.- Le mormorò affettuosamente piegando la testa di lato.
- Ma io ho il meglio.- Puntualizzò Faith scuotendo il capo e sorridendo - Sii felice per me, Holly.-
    Kelly, la barista che conoscevano ormai da settimane, si avvicinò al tavolo con due cocktails rosa guarniti con una ciliegia candita infilzata in uno stecchino sospeso sui bordi dei calici.
- Ragazze,- Esordì elettrizzata distribuendo loro le bevande - siete uno schianto così acconciate! Vi invidio un casino! Sappiate che ho il bancone letteralmente inondato della bava di quei tipi laggiù!-
    Entrambe con un'espressione disgustata, volsero in modo automatico gli sguardi in direzione dell'angolo bar.
- Sembrano carini...- Commentò pacata Holly.
    Faith la osservò di sbieco e notò che occhieggiava verso di loro.
- Holly!- La richiamò sbalordita.
- Eh, che sarà mai! Guardare non ha mai fatto male a nessuno. Anzi,- Proseguì la ragazza frugando nella borsetta ed estraendo carta e penna - Kelly, per favore, dai loro il mio numero di cellulare non appena saremo uscite.-
    Prese a scrivere velocemente, noncurante delle occhiatacce sempre più esterrefatte di Faith.
- Holly, sei pazza?- Sibilò.
    Kelly scoppiò in una risata diabolica e Faith alzò preoccupata lo sguardo su di lei.
- Siete due comiche!- Si giustificò Kelly quasi piegata in due, con una mano sulla pancia.
    Prese il vassoio e s'infilò il biglietto in una tasca del grembiule, poi, passandosi teatralmente un palmo della mano dalla fronte al collo, con un'espressione austera tornò al bancone.
- Chris ti ammazzerà.- La intimò Faith puntandole contro un dito accusatorio.
    Gongolando, Holly sorseggiò serafica il suo drink.
- Non crederai che abbia scritto il mio vero numero.- La sua risuonava più come un'affermazione che una domanda, e la bocca di Faith si spalancò.
- Sei proprio incorreggibile.- Affermò scuotendo la testa.

    Decisero di andarsene nel momento in cui il locale stava cominciando a riempirsi di gente giunta sul posto per gustare un aperitivo. Kelly le salutò velocemente ammiccando loro da dietro il bancone, impegnata com'era a preparare drink e stappare bottiglie di vino, e le due ragazze presero le borse con gli acquisti e si rituffarono nel caos del tardo pomeriggio.
    Le temperature erano diminuite ed una folata d'aria fresca le colpì non appena misero piede fuori dal locale. Era incredibile come la confusione che c'era là dentro fosse la stessa all'aperto.
    Con una mano Faith abbottonò il cappotto e si guardò un po' intorno. Le vetrine illuminate a festa, le insegne luminose e i piccoli abeti di Natale lungo le strade rischiaravano a giorno il quartiere, mentre alti palazzi e lucidi grattacieli sembravano reggere un sipario violaceo e sfolgorante.
    Conosceva perfettamente Los Angeles, il posto dove trascende qualsiasi moda, ma ogni volta la ammirava come fosse per lei una continua sorpresa.
- Hai chiamato Max?- Le domandò vagamente Holly.
- Non ancora. Lo sentirò la prossima settimana.-
    Tacque per qualche minuto riflettendo su come sarebbe stato tornare a New York nel periodo natalizio, con Max. Doveva ammettere che si trattava di una situazione alquanto strana: malgrado tutto ciò che era accaduto nell'ultimo anno, si verificavano continuamente una serie di coincidenze che li faceva incontrare.
    Da quando il ragazzo se n'era andato l'ultima volta, lei aveva cominciato ad interpretare come una pausa dalla vita quei pochi mesi che li avrebbero separati. La consapevolezza che di lì a poco tempo l'avrebbe rivisto bastava a darle un certo equilibrio mentale anche se, sull'altro piatto della bilancia, albergava una sensazione di disagio. Jason sapeva tutto ciò che doveva sapere, tuttavia lei aveva calcato sull'importanza di nuove ed importanti possibilità lavorative piuttosto che sulla descrizione del suo accompagnatore, e proprio per questo lui aveva acconsentito a lasciarla andare da sola. Lui si fidava.
    Il loro rapporto si stava approfondendo e, ormai, trascorrevano tutto il tempo libero insieme.
- Io ho sempre pensato che le storie sul destino abbiano un fondo di verità.- Commentò distrattamente Holly, soffermandosi davanti alla vetrina di una gioielleria.
    Faith si fermò al suo fianco e si vide riflessa nel vetro.
- Tu?- Le fece scettica - Non ti credevo così... fatalista.-
    Holly volse uno sguardo sprezzante verso di lei.
- Ma certo, per chi mi prendi? Per una superficialotta?- Sbottò, teatrale.
- No! No di certo! Solo che non mi hai mai parlato di questa tua inclinazione al succedersi degli eventi ritenuto come preordinato e necessario.-
- Si, beh, in un certo senso è da un po' che ci penso.- Confessò, riprendendo a camminare tra la gente.
    Un suonatore di fisarmonica sistemò il berretto sul marciapiede, e Holly estrasse qualche monetina dalla borsetta e gliela diede, ricevendo in cambio un augurio di buone feste.
- Voglio dire, se tu non fossi stata a New York l'anno scorso, non avresti incontrato Max. E se io non fossi venuta con te, non avrei conosciuto Chris. Per farla breve, il fulcro sta nel fatto che se io non ti conoscessi, non starei insieme a Chris. Il destino ha agito perché tu ed io diventassimo amiche, capisci?-
    Effettivamente, il discorso di Holly non faceva una piega. Tuttavia, era chiaro che ci doveva essere dell'altro a completare la sua convinzione.
- Se però pensiamo al tuo caso, dobbiamo tornare molto più indietro con gli anni. Non trovi strano che tuo padre sia stato coinvolto nell'incidente che ha ucciso il papà di Max? E non trovi strano che vi siate incontrati a New York? Voglio dire, ci sono più di sei miliardi di persone su questo pianeta, e un numero elevatissimo di città e paesi. Perchè proprio voi due, e perchè proprio New York, e non, che ne so, Los Angeles, o Venezia, o Città del Capo?-
    Faith dovette tirare un attimo le fila del discorso, perchè quando l'amica ci si metteva, nessuno riusciva più a frenarla e occorreva seguirla molto velocemente nei suoi discorsi.
- Holly, non ti sta fumando la lingua, vero?- Scherzò, titubando, quasi per prendere tempo.
    L'altra ignorò la sua ironia, obbligandola a dare un responso.
- Ok, ammetto che hai ragione su tutto. Ad ogni modo non saprei darti una risposta. Non so proprio come spiegarmelo...-
- Io una risposta l'avrei.- Affermò Holly convinta di ciò che stava per dire - Tu e Max siete destinati a stare insieme.-
- Holly...- cantilenò Faith, stanca di tornare sempre sullo stesso argomento - E non credi che il destino ci abbia fatto avvicinare soltanto per far capire ad entrambi cose del tutto diverse da quelle che pensi tu?-
- Ad esempio?-
    Faith prese un lungo respiro per conferire più importanza alle sue riflessioni che dovevano confutare la tesi.
- Beh, ad esempio può darsi che sia servito a lui per scoprire come sono andati realmente i fatti il giorno dell'incidente, mentre a me ha fatto capire che il ragazzo della mia vita è Jason.-
    Holly scosse la testa.
- Ma tu e Jason non stavate insieme quando Max è apparso nella tua vita. Non ti sei trovata a dover scegliere con chi stare.-
- No, ma se non mi avesse lasciata qui, io non avrei ritrovato Jason.-
- E perchè Max sarebbe tornato e settembre?-
- Per zia Becky.-
- Solo per lei?- La incalzò Holly prendendola per un braccio.
    Faith sfogliò velocemente le pagine della sua mente per ribattere in tempo... ma non trovò alcuna risposta.
- Io credo che la morte di zia Becky sia stata in parte un espediente. Di certo è tornato anche per il funerale, ma forse più per dimostrarti che ha capito di aver sbagliato e che non può vivere senza di te. Lo avrò pur chiamato io, ma alla fine ha deciso da solo di venire da Londra fino a qui. È un chiaro segnale che a te ci tiene.-
    Faith rallentò il passo con Holly sottobraccio, e annuì, come se si fosse resa conto per la prima volta di com'erano andate le cose. Vivendole in prima persona e trovandosi coinvolta emotivamente non si era mai soffermata sul significato degli eventi.
    Holly la fermò e le prese entrambe le braccia, certa di aver colto nel segno e decisa a battere sul ferro caldo.
- Siete destinati a stare insieme, Faith.- Ripeté sempre più convinta - E lo sai anche tu. Sei solo preoccupata di mostrare quella parte di te che ancora lo desidera e che è ancora interessata a lui.-
    Faith volse la testa di lato per sfuggire a quell'inquisizione, i suoi occhi d'un tratto si fecero umidi. Tornò a guardare Holly con un sorriso triste, rimandandosi con un movimento del viso una ciocca di capelli.
- Non è sempre tutto semplice, Holly. Questo non è un film a lieto fine dove tutti sanno cosa succederà loro.-
    Si strinse nelle spalle, scuotendo la testa e sorridendo nervosamente.
- Questa è la vita reale, noi siamo reali, e niente è così facile come si può pensare.-
- Niente è facile perchè la gente si diverte a complicare le cose!- Obiettò Holly, lasciandola andare e riprendendo a camminare da sola lungo il marciapiedi.
    Faith la osservò provando un inaspettato impeto di collera, e la seguì spedita.
- Credi forse che io mi diverta a complicare le cose?- Le chiese cercando di mantenere la calma. Sapeva che l'amica non intendeva infierire e lei non voleva di certo fare una scenata in pubblico. Ma, ogni volta che si parlava di Max, Holly partiva in quarta prendendo le sue difese.
- In un certo senso, si. Hai le risposte davanti agli occhi e non vuoi riconoscerle.-
    Faith tacque riflettendo sulla risposta di Holly.
- Si sta male da morire, Holly,- Replicò dopo qualche passo, con la voce incrinata - quando si viene piantati così all'improvviso per colpe che alla fine non si hanno. Aspetti una vita intera di incontrare quella persona che ti fa sentire viva in ogni momento che passi con lei, e quando ti vedi scivolare via tutto in un attimo, provi rabbia e tristezza. Tutti i giorni ti chiedi se davvero hai sbagliato, come ti saresti dovuta comportare, e non trovi una risposta, non accetti la realtà dei fatti. Finché non te ne fai una ragione, ti rassegni. E allora devi guardare avanti. Non dico di non provare più niente per Max, però mi ha ferito, e non riesco a vederlo allo stesso modo di otto mesi fa. Non ci riesco, mi dispiace.-
    Holly ascoltò attentamente i sentimenti dell'amica dandosi mentalmente della stupida per non averli mai compresi per davvero.
- So quanto ci sei stata male, Faith, credimi. Io ti posso dare il mio parere osservando la situazione dall’esterno, ma nella vita spesso occorre fare delle scelte, perchè non si ha niente per niente. Magari non tutte le svolte sono negative, anche se inizialmente prevedono un passaggio difficile, impegnativo e demoralizzante. Non sono qui per insultare Jason, perchè un motivo c'è se tu stai con lui. Quello che ti sto dicendo è che si vive una volta sola. Non negarti emozioni e non portare rancore, perché è la cosa più brutta che si possa fare. Sii te stessa, senza riserve, e vedrai che ti sentirai bene per davvero. Non capita a tutti di incontrare l'anima gemella, anzi, se proprio vuoi saperlo, qualcuno non la troverà mai. Tu non sai quanto sei fortunata ad averla incontrata. Devi solo accettarlo. Mi fa rabbia vederti sprecare un'occasione così.-
    Faith la guardò con gli occhi lucidi, e le sorrise sollevando un angolo della bocca.
- Forse non sono ancora pronta ad accettarlo. O forse non lo sarò mai.-         Esalò un sospiro di rassegnazione - Forse io e lui abbiamo tempistiche diverse, non lo so … -
- Sei tu ad avere il potere sulla tua vita, Faith. Fai ciò che davvero ti senti di fare, ciò che il tuo cuore ti suggerisce. E sarai felice.- Le consigliò Holly stringendosi le mani al petto per dare più enfasi alle sue parole.
    Si fermarono nei pressi di un piccolo spiazzo lastricato, incuriosite da un modesto gruppo di persone radunate disordinatamente ad ammirare un grande abete come in attesa di un importante evento.
    Decorato con stelle d'argento e palline blu che riflettevano le luci dei negozi intorno, l'albero era il protagonista inaspettato dell'intero quartiere, con la sua punta che svettava esile, pungendo il cielo bluastro.
    Dopo pochi attimi il pino si illuminò, e i bambini sussultarono felici, rapiti da quell'improvvisa esplosione di luci che avvolgeva ogni cosa e instillava nel cuore una sensazione di allegria e di amore.
    Anche le due ragazze lo osservarono lasciandosi prendere dal buonumore, e, ripensando al discorso sul destino, Faith si commosse.
- Qualcosa mi dice che non ti rassegnerai tanto facilmente, vero?- Chiese ad Holly senza distogliere lo sguardo dall'albero di Natale.
    L'amica mugugnò.
- No, credo di no.- Rispose allungandosi per darle un affettuoso bacio sulla guancia.
  
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