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Autore: controcorrente    04/11/2012    3 recensioni
Questo fu il mio primo vero incontro con coloro che avevano provocato la miseria in cui vivevo, malgrado i miei sforzi. Avevano portato via quel poco che avevo con un semplice battito di ciglia.
I nobili mi avevano fatto conoscere la loro indifferenza verso chi lottava ogni giorno per un tozzo di pane, considerando la loro vita come un qualcosa di accidentale e privo di ogni importanza. E fu proprio in quel momento che conobbi la luce e le tenebre di quel mondo fatto di agi e benessere.
Questa fic è dedicata a Rosalie e alla contessa di Polignac. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rosalie Lamorlière
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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EPILOGO

 

Due settimane dopo

 

La colazione era una delle poche cose buone che avevo appreso dal mondo dei nobili. Quando vivevo con Nicole, si trattava di un momento che si riduceva spesso ad uno spuntino veloce, che dava il minimo di forze necessario per cominciare la giornata.

Ora, invece, dopo aver vissuto nel benessere, ne avevo compreso tutti i benefici.

Me ne stavo tranquilla nel salotto della dimora del conte e di Isabelle, assaggiando i vari manicaretti della cuoca ed occhieggiando distrattamente il tempo fuori dalla finestra. Il conte mi faceva compagnia, leggendo un giornale.

E'una novità di questi letterati...un po'di cultura non guasta mai aveva detto, per spiegare il suo gesto.

-Avete saputo l'ultima novità?- fece questi, mentre sfogliava le proprie pagine.

-No- risposi, mentre addentavo un croissant intriso di marmellata.

Jules aveva un sorriso ampio, sintomo di un divertimento che ancora non aveva metabolizzato del tutto...e doveva essere qualcosa di decisamente buffo, vista la sua natura controllata.

-Si tratta solo di una voce...sia chiaro...però- disse con fatica, come se avesse tra i denti qualcosa che gli impediva di trattenere dentro la propria ilarità.

Inarcai la fronte.

-Parlatemene allora- lo esortai, mentre bevevo il latte.

Jules si fermò, mordendosi le labbra.

-Si tratta del duca De Guiche.- fece, cominciando a parlarne con tono fintamente disinteressato- Una voce di corridoio, sia chiaro ma, come avrete capito, queste dicerie sono le cose che viaggiano più velocemente nel mondo dei nobili. Dicono che le cameriere hanno trovato il duca, un tale distinto gentiluomo, nudo in una camera, imbavagliato e legato come un salame...-

Il latte mi andò di traverso e, per poco, non mi strozzai.

- Voi ne sapete nulla?- chiese il conte, con aria imperturbabile.

Tossii violentemente per alcuni minuti.

Il viso di Jules, però, rimase pacato. Solo una scintilla tradiva il divertimento che, in realtà, provava...e questo mi fece arrabbiare.

-Cosa dovevo fare?- domandai, appoggiando la tazza a terra- Quel...Quel...Quell'uomo voleva abusare di me...che altra soluzione avevo? Dovevo per caso suicidarmi?-

Il conte si fece improvvisamente terreo ed io, rendendomi conto delle parole dette, mi misi una mano sulla bocca...e sperai non aver mai pronunciato tutto questo.

Il viso dell'uomo divenne una maschera di dolore.

In un attimo, l'atmosfera allegra venne spazzata via, con una facilità quasi spaventosa.

-La morte di Charlotte è qualcosa su cui dovrò continuamente fare i conti. Questo lo so bene. La mia colpa è stata quella di non essermi opposto alla sfrenata ambizione della donna che ho sposato. Quando fui costretto a prendere Yolande, ebbi molta pena della sua sorte, soprattutto perché era più giovane di me di almeno dieci anni. A molti, questo particolare può piacere...ma non a me. Non amo possedere le bambine...e, per me, lei lo era. Sapevo che non era felice, come non lo ero io. Le ho lasciato fare tutto quello che voleva...ed ho sbagliato. - disse.

Improvvisamente, si portò le mani sui capelli.

-Quel fidanzamento snaturato era opera sua. Non mi ha mai detto niente ed ha costruito tutto mentre ero lontano. Quando l'ho saputo, era già troppo tardi. Ho chiesto il divorzio subito dopo. Aveva usato Charlotte come una bambola...nemmeno fosse un giocattolo! Non ce la facevo più a tollerare quella farsae mi dispiace avervi abbandonato alla sua mercé. Ho fatto tutto quello che potevo...ma quando mi sono accorto del mio sbaglio, lei aveva assunto il comando della famiglia. Il nostro attuale benessere dipendeva tutto da lei ed io non potevo oppormi.- concluse tormentato.

Non gli dissi nessuna parola di conforto. 

In tutta quella storia, non era completamente innocente e lui lo sapeva.

Aveva il potere di evitare alla figlia un simile supplizio...e non aveva fatto nulla. Quello che era stato, comunque, sarebbe rimasta per lui, che le aveva voluto un po'di bene, una pena abbastanza pesante ed io non me la sentii di rivangarci sopra, più di quanto non avessi fatto.

-Ho deciso di andarmene, conte- dissi allora, spezzando il silenzio che aveva seguito quella confessione.

Jules mi guardò sorpreso.

-Vi sono davvero grata per tutto quello che avete fatto per me. Per avermi sciolto dall'inganno della Polignac e per avermi ospitata. Questo, però, non è il posto che fa per me. Io sono abituata a lavorare, a impegnarmi giorno per giorno, mantenendomi senza l'appoggio di nessuno. La vita che ho condotto in questi mesi, per quanto bella, non è ciò che mi ha insegnato colei che, a prescindere dal sangue che scorre nelle mie vene, è mia madre.- spiegai.

Il conte annuì.

-Conoscevo Nicole. Era una donna molto bella e forte...assai diversa dal mio amico. Ancora adesso mi chiedo come sia riuscito a sposarla.- disse, scuotendo il capo.

Posai la tazza.

-Va bene, Rosalie. Se è questo che desideri, vai pure...ma riferisci questo a Isabelle. Dopo che tuo padre ha dilapidato le poche ricchezze che avevano, non ha più avuto vostre notizie e non sarebbe giusto tagliare anche questo legame. Lei non lo merita.- fece.

A quella richiesta, dovetti cedere.

 

 

 

Isabelle fu estremamente comprensiva.

Ascoltò tutte le mie ragioni, senza obiettare. Sei una donna indipendente Rosalie. Non hai bisogno di un buon matrimonio per sopravvivere. Vai dove desideri. Cerca almeno di rimanere in contatto con noi però. Sei pur sempre mia nipote. aveva detto.

Accettai senza fare una piega.

Mi aveva aiutato molto...e non parlo solo del soccorso che avevo ricevuto dopo l'ultima visita che avevo fatto alla contessa.

Avevo sviluppato una considerevole precisione nel cucito e, molto probabilmente, avrei lavorato in qualche atelier...ma l'idea di andare dalla Bertin non mi entusiasmava molto. Temevo infatti di essere riconosciuta.

Fu mia zia a risolvere il problema.

In quegli anni, aveva allacciato molte amicizie con le compagnie teatrali di Parigi, legando particolarmente con la moglie e la figlia del proprietario dell'Opera. Era una donna estremamente colta, tanto da aver partecipato a numerosi salotti.

Casualmente, una sarta si era licenziata. A quanto ne sapevo, suo marito aveva trovato lavoro a Lione e perciò, aveva deciso di trasferirsi là con tutta la famiglia.

Isabelle fece il mio nome e, dopo essere stata messa alla prova, ottenni il posto.

Aveva una buona paga ed era molto gratificante.

Con quegli strumenti, potevo rimettere in piedi la mia vita.

 

 

Se dovessi dare un bilancio di questa mia esperienza, potrei dire che, al di là del dolore ricevuto, ho appreso anche del bene.

Nicole mi ha insegnato ad essere onesta, indipendente, ad avere rispetto per me stessa.

Jeanne a mettere in campo ogni mia risorsa per realizzare i miei sogni.

Madamigella Oscar e la sua famiglia mi hanno mostrato che potevo valere molto più di quanto credevo...grazie alla cultura.

Anche la Polignac mi ha insegnato qualcosa, strano ma vero.

Ho imparato che l'essere madre ha dei limiti e che non tutti sono adatti al ruolo, che non sempre una madre può essere una buona moglie ed una moglie una buona madre. Ho capito che occorre una certa elasticità per poter decidere a chi rivolgere i propri sentimenti e che il sangue e l'amore non vanno sempre a braccetto.

Forse tutto questo mi ha reso una donna forte, meno insignificante di prima.

Non lo so.

Questo è solo un bilancio provvisorio.

Quello vero, definitivo, potrò permettermelo solo alla fine di questa avventura, chiamata vita.

 

FINE

 

L'epilogo è scritto molto alla svelta e scioglie gli ultimi nodi. Rosalie prende congedo dal conte e, alla fine, si scopre che cosa è successo al vecchio maniaco.

Prende poi le somme di tutta la sua esperienza e, a conti fatti, questa è la conclusione. Probabilmente, scriverò un seguito tra Rosalie e Bernard ma devo ancora pensarci.

Spero che non sia tirato troppo via.

Ed ora, passiamo ai ringraziamenti.

Un grazie va a tutti coloro che mi hanno letta, alle lettrici che mi hanno recensita, a

1 - Anthemys_a [Contatta]

2 - garakame [Contatta]

3 - Jaden96 [Contatta]

4 - Red Dark Angel [Contatta]

per avermi messo tra le preferite

e

1 - arcadia5 [Contatta]

2 - arorua78 [Contatta]

3 - Jaden96 [Contatta]

4 - Julia98 [Contatta]

5 - Red Dark Angel [Contatta]

6 - serelalla [Contatta]

7 - tamakisskiss [Contatta]

8 - tatalex [Contatta]

9 - Tetide [Contatta]

che mi hanno inserito nelle seguite.

Vi sono davvero molto grata e riconoscente per avermi letto ed aver apprezzato questa storia che, con emozione, dichiaro conclusa. Un saluto e a presto

cicina

   
 
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