EPILOGO
Due settimane dopo
La colazione era una
delle poche cose
buone che avevo appreso dal mondo dei nobili. Quando vivevo con Nicole,
si
trattava di un momento che si riduceva spesso ad uno spuntino veloce,
che dava
il minimo di forze necessario per cominciare la giornata.
Ora, invece, dopo
aver vissuto nel
benessere, ne avevo compreso tutti i benefici.
Me ne stavo
tranquilla nel salotto della
dimora del conte e di Isabelle, assaggiando i vari manicaretti della
cuoca ed
occhieggiando distrattamente il tempo fuori dalla finestra. Il conte mi
faceva
compagnia, leggendo un giornale.
E'una
novità di questi letterati...un po'di cultura non guasta mai aveva detto,
per spiegare il suo gesto.
-Avete saputo
l'ultima novità?- fece questi,
mentre sfogliava le proprie pagine.
-No- risposi, mentre
addentavo un
croissant intriso di marmellata.
Jules aveva un
sorriso ampio, sintomo di
un divertimento che ancora non aveva metabolizzato del tutto...e doveva
essere
qualcosa di decisamente buffo, vista la sua natura controllata.
-Si tratta solo di
una voce...sia
chiaro...però- disse con fatica, come se avesse tra i denti
qualcosa che gli
impediva di trattenere dentro la propria ilarità.
Inarcai la fronte.
-Parlatemene allora-
lo esortai, mentre
bevevo il latte.
Jules si
fermò, mordendosi le labbra.
-Si tratta del duca
De Guiche.- fece,
cominciando a parlarne con tono fintamente disinteressato- Una voce di
corridoio, sia chiaro ma, come
avrete capito, queste dicerie sono le cose che viaggiano più
velocemente nel mondo dei nobili. Dicono
che le cameriere hanno trovato il duca, un tale distinto gentiluomo,
nudo in una camera, imbavagliato e legato come un salame...-
Il latte mi
andò di traverso e, per poco, non mi strozzai.
- Voi ne sapete
nulla?- chiese il conte,
con aria imperturbabile.
Tossii violentemente
per alcuni minuti.
Il viso di Jules,
però, rimase pacato.
Solo una scintilla tradiva il divertimento che, in realtà,
provava...e questo mi fece arrabbiare.
-Cosa dovevo fare?-
domandai,
appoggiando la tazza a terra- Quel...Quel...Quell'uomo voleva abusare
di
me...che altra soluzione avevo? Dovevo per caso suicidarmi?-
Il conte si fece
improvvisamente terreo
ed io, rendendomi conto delle parole dette, mi misi una mano sulla
bocca...e
sperai non aver mai pronunciato tutto questo.
Il viso dell'uomo
divenne una maschera
di dolore.
In un attimo,
l'atmosfera allegra venne
spazzata via, con una facilità quasi spaventosa.
-La morte di
Charlotte è qualcosa su cui
dovrò continuamente fare i conti. Questo lo so bene. La mia
colpa è stata
quella di non essermi opposto alla sfrenata ambizione della donna che
ho sposato.
Quando fui costretto a prendere Yolande, ebbi molta pena della sua
sorte, soprattutto perché era
più giovane di me di almeno dieci anni. A molti, questo
particolare può
piacere...ma non a me. Non amo possedere le bambine...e, per me, lei lo
era.
Sapevo che non era felice, come non lo ero io. Le ho lasciato fare
tutto quello
che voleva...ed ho sbagliato. - disse.
Improvvisamente, si
portò le mani sui
capelli.
-Quel fidanzamento
snaturato era opera
sua. Non mi ha mai detto niente ed ha costruito tutto mentre ero
lontano.
Quando l'ho saputo, era già troppo tardi. Ho chiesto il
divorzio subito dopo.
Aveva usato Charlotte come una bambola...nemmeno fosse un giocattolo!
Non ce la
facevo più a tollerare quella farsae mi dispiace avervi
abbandonato alla sua mercé. Ho fatto tutto quello che
potevo...ma quando mi sono accorto del mio sbaglio, lei aveva assunto
il comando della famiglia. Il nostro attuale benessere dipendeva tutto
da lei ed io non potevo oppormi.- concluse tormentato.
Non gli dissi nessuna parola di conforto.
In tutta quella storia, non era completamente innocente e lui lo sapeva.
Aveva il potere di
evitare alla figlia
un simile supplizio...e non aveva fatto nulla. Quello che era stato,
comunque,
sarebbe rimasta per lui, che le aveva voluto un po'di bene, una pena
abbastanza
pesante ed io non me la sentii di rivangarci sopra, più di
quanto non avessi fatto.
-Ho deciso di
andarmene, conte- dissi
allora, spezzando il silenzio che aveva seguito quella confessione.
Jules mi
guardò sorpreso.
-Vi sono davvero
grata per tutto quello
che avete fatto per me. Per avermi sciolto dall'inganno della Polignac
e per
avermi ospitata. Questo, però, non è il posto che
fa per me. Io sono abituata a
lavorare, a impegnarmi giorno per giorno, mantenendomi senza l'appoggio
di
nessuno. La vita che ho condotto in questi mesi, per quanto bella, non
è ciò
che mi ha insegnato colei che, a prescindere dal sangue che scorre
nelle mie vene, è mia madre.- spiegai.
Il conte
annuì.
-Conoscevo Nicole.
Era una donna molto
bella e forte...assai diversa dal mio amico. Ancora adesso mi chiedo
come sia
riuscito a sposarla.- disse, scuotendo il capo.
Posai la tazza.
-Va bene, Rosalie. Se
è questo che
desideri, vai pure...ma riferisci questo a Isabelle. Dopo che tuo padre
ha
dilapidato le poche ricchezze che avevano, non ha più avuto
vostre notizie e
non sarebbe giusto tagliare anche questo legame. Lei non lo merita.-
fece.
A quella richiesta,
dovetti cedere.
Isabelle fu
estremamente comprensiva.
Ascoltò
tutte le mie ragioni, senza
obiettare. Sei una donna indipendente
Rosalie. Non hai bisogno di un buon matrimonio per sopravvivere. Vai
dove
desideri. Cerca almeno di rimanere in contatto con noi però.
Sei pur sempre mia
nipote. aveva detto.
Accettai senza fare
una piega.
Mi aveva aiutato
molto...e non parlo
solo del soccorso che avevo ricevuto dopo l'ultima visita che avevo
fatto alla
contessa.
Avevo sviluppato una
considerevole
precisione nel cucito e, molto probabilmente, avrei lavorato in qualche
atelier...ma l'idea di andare dalla Bertin non mi entusiasmava molto.
Temevo
infatti di essere riconosciuta.
Fu mia zia a
risolvere il problema.
In quegli anni, aveva
allacciato molte
amicizie con le compagnie teatrali di Parigi, legando particolarmente
con la
moglie e la figlia del proprietario dell'Opera. Era una donna
estremamente
colta, tanto da aver partecipato a numerosi salotti.
Casualmente, una
sarta si era
licenziata. A quanto ne sapevo, suo marito aveva trovato lavoro a Lione
e
perciò, aveva deciso di trasferirsi là con tutta
la famiglia.
Isabelle fece il mio
nome e, dopo essere
stata messa alla prova, ottenni il posto.
Aveva una buona paga
ed era molto
gratificante.
Con quegli strumenti,
potevo rimettere
in piedi la mia vita.
Se dovessi dare un
bilancio di questa
mia esperienza, potrei dire che, al di là del dolore
ricevuto, ho appreso anche
del bene.
Nicole mi ha
insegnato ad essere onesta,
indipendente, ad avere rispetto per me stessa.
Jeanne a mettere in
campo ogni mia
risorsa per realizzare i miei sogni.
Madamigella Oscar e
la sua famiglia mi
hanno mostrato che potevo valere molto più di quanto
credevo...grazie alla
cultura.
Anche la Polignac mi
ha insegnato
qualcosa, strano ma vero.
Ho imparato che
l'essere madre ha dei
limiti e che non tutti sono adatti al ruolo, che non sempre una madre
può
essere una buona moglie ed una moglie una buona madre. Ho capito che
occorre
una certa elasticità per poter decidere a chi rivolgere i
propri sentimenti e
che il sangue e l'amore non vanno sempre a braccetto.
Forse tutto questo mi
ha reso una donna
forte, meno insignificante di prima.
Non lo so.
Questo è
solo un bilancio provvisorio.
Quello vero,
definitivo, potrò
permettermelo solo alla fine di questa avventura, chiamata vita.
FINE
L'epilogo
è scritto molto alla svelta e scioglie gli ultimi nodi.
Rosalie prende congedo dal conte e, alla fine, si scopre che cosa
è successo al
vecchio maniaco.
Prende poi le somme
di tutta la sua esperienza e, a conti fatti,
questa è la conclusione. Probabilmente, scriverò
un seguito tra Rosalie e
Bernard ma devo ancora pensarci.
Spero che non sia
tirato troppo via.
Ed ora, passiamo ai
ringraziamenti.
Un grazie va a tutti
coloro che mi hanno letta, alle lettrici che
mi hanno recensita, a
1 - Anthemys_a
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2 - garakame
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3 - Jaden96 [Contatta]
4 - Red Dark Angel
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per avermi messo tra
le preferite
e
1 - arcadia5
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2 - arorua78
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3 - Jaden96 [Contatta]
4 - Julia98 [Contatta]
5 - Red Dark Angel
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6 - serelalla
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7 - tamakisskiss
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8 - tatalex [Contatta]
9 - Tetide [Contatta]
che mi hanno inserito
nelle seguite.
Vi sono davvero molto
grata e riconoscente per avermi letto ed
aver apprezzato questa storia che, con emozione, dichiaro conclusa. Un
saluto e
a presto
cicina