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Autore: dubhe7    18/11/2012    2 recensioni
La sala grande era addobbata per il Gran ballo.Draco aspettava la sua dama, era perfetto nel suo smoking nero. Le ragazze si giravano a guardarlo ma lui non aveva occhi per loro. La sua mente era proiettata su Hermione che stava scendendo le scale insieme a Harry e Ron. L'ultimo l'aiutava a scendere le scale, una gelosia pronfonda salì in Draco. Harry le stava parlando, lei sembrava imbarazzata dai molti sguardi che le si erano puntati adosso. Quando vide Draco appoggiato al muro accanto alla porta d'ingresso gli sorrise.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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cap 44 Buona lettura a tutte! Dubhe



Narcissa si svegliò presto quella mattina, aveva in programma mille cose. La prima di tutte era andare da Jane. O meglio, Jane sarebbe andata al Manor.
Lucius sarebbe stato fuori per affari per tutta la giornata, per cui lei aveva colto l'occasione per invitare la madre di Hermione a casa sua per definire i preparativi.
-Padrona, Kric è rientrato con la signora Granger.
La donna alzò gli occhi dalle pergamene e rispose all'elfo.
-Bene, falla accomodare. Preparate del thè.
Erano le 11 quando l'elfo domestico Kric si presentò in casa Granger, facendo quasi venire un coccolone a John seduto in poltrona.
-Ciao Cissy! Posso?- Jane seguiva l'elfo che le mostrava la strada per entrare nel salotto dove, sull'uscio della porta fece un inchino che gli fece sfiorare il pavimento con il naso.
-Ma certo mia cara! Ma certo! Anzi scusa se ho mandato un elfo a prenderti ma ho avuto un impegno imprevisto.
-Non c'è problema, figurati. Tutto a posto?
-Si si. Ma accomodati. Ho fatto preparare del thè, dovrebbe essere pronto a minuti.
Jane, non essendo abituata a tutte quelle cerimonie da parte delle piccole creature al servizio dei Malfoy, si sentì un po' impacciata quando, lo stesso elfo che era andato a prenderla, le servì una tazza di thè fumante.
-Jane, mia cara, vedrai sarà tutto bellissimo. Sarà perfetto! Solo che non so chi volete invatare voi, io ho pensato alla mia famiglia ma non so nulla della vostra. I vostri parenti sanno di Hermione? Cioè, non so come funziona tra famiglie babbane.
-Ehm, Cissy stai bene? Comunque nessuno sa di Hermione, pensano che studi in una scuola privata in Scozia.
-Oh, bene. Quindi gli invitati li chiederò a lei tramite gufo. Non credo che solo serpeverde le vadano a genio visto che lei è una grifondoro.- Narcissa sorrise con calore a Jane, che la guardava con occhi spiritati, non capiva di cosa stesse parlando la strega.
-Cissy mi vuoi spiegare per favore? Invitati a cosa?
La madre di Draco posò la tazza nel piattino, senza smettere di guardare con occhi spalancati la donna che aveva di fronte.
-Jane, cara, non sai nulla?
-Cosa dovrei sapere?- Il tono delle voce le si alzò mentre poneva la domanda, ma non era scortesia o maleducazione, era preoccupazione.
-Non hai parlato con Hermione?
-Parlato di cosa? Oddio le è successo qualcosa?
-No, non sta bene. Ma... Non credo di essere io la persona giusta per dirtelo. Non sarebbe corretto.
-Narcissa, di cosa diamine stai parlando?

Hermione era seduta sotto las statua della Strega Orba, stava leggendo una pergamena.
-Non vorrai mica fuggire a Hogsmeade e non mi inviti?
Ron stava arrivando verso di lei, con passo fermo e deciso. Un passo che non vedeva in lui da molto tempo, da prima delle vacanze.
-No, tranquillo.- La grifona ripiegò il foglio e se lo rimise in borsa. - Che ci fai da queste parti?
-Ti cercavo.
-A si?- Alzando un sopracciglio, Hermione fisso lo sguardo sul compagno di casa.
-Si. Ginny mi ha detto che potevi essere qui. Ma che ci fai qui?
-Mi piace ques'ala del castello.- Rispose semplicemente.
-Non vai più in biblioteca?
-Non oggi. Perchè mi cercavi?- Insistette.
-Per chiederti scusa.
-L'hai già fatto.
-Si, ma non mi sentivo in me. Cioè, non mi sentivo io. Mi sono successe delle cose strane Hermione, non so spiegarmele, ma era come se certe volte non fossi io. Come se il mio io fosse assopito dentro me.
-Non ti seguo. Vuoi dire che?
-Voglio dire che quando ti ho chiesto scusa, non ero io. Ma ora lo voglio fare sul serio. Hermione, io ti amo, lo sai? Sono innamorato di te. Me ne accorgo solo ora che ormai ti ho perso del tutto. Ma me ne sono accorto, è tardi lo so, ma vorrei almeno che noi fossimo amici. Amici come lo eravamo un tempo, io, te e Harry. Noi tre. Tu e io. Hermione, ti prego perdonami.
-Ron, non posso darti quello che vuoi, lo sai. Hai avuto la tua occasione con me, l'hai sprecata. Mi hai spezzato il cuore. Ma ormai è passato, ti voglio  bene, sei un mio amico, lo sei sempre stato. Ma forse, per te, è meglio se ci allontaniamo per un po'.
-Per me o per te?- Ron si stava arrabbiando, era andato da lei con tutte le buone intenzioni di fare pace, di poter tornare sa girare con lei nei corridoi. Ma lei ora gli diceva di prenedere le distanze.
-Per tutti e due.- Ammise la ragazza.- Non voglio vivere con l'ansia di fare qualcosa che ti illuda a credere in qualcosa che non ci sarà.  Non voglio soffrire ancora.
-Ma non soffrirai.
.No, Ron, non insistere, ho bisogno di tempo.- Detto ciò la ragazza si alzò e fece per andarsene ma fu fermata da Ron che la trattenne per un braccio.
-Hermione allora perchè mi hai aiutato a pozioni? Perchè hai rischiato di prendere una punizione per darmi una mano? Perchè hai litigato con Malfoy per me?
-Perchè ti voglio bene e sei mio amico. Ma vedi, è esattamente per questo che ti ho detto di prendere le distanze. Perchè vedi cose che non ci sono.
-Tu ci sei, sei qui.
-Si e ci sarò sempre se avrai bisogno di un'amica. Ma non posso essere altro per te. Amo Draco, devi fartene una ragione.
A quelle parole, la presa sul braccio si allentò fino a sciogliersi del tutto.
Hermione guardò per un attimo ancora Ron poi se ne andò.

Draco stava aspettando Hermione fuori dalla porta della Sala Grande, lui aveva già finito di fare colazione ma di lei nessuna traccia.
Aveva chiesto anche a Ginny dove fosse ma lei aveva risposto che era uscita per prima e pensava che fosse giù. Ma si sbagliava.
Draco immaginava che la Weasley sapesse qualcosa di più, ma non aveva insistito.
-Ancora nulla?- Blaise era arrivato alle sue spalle da dentro la sala.
Draco scosse la testa.
-Va beh dai andiamo a lezione, la trovarai la. Stai tranquillo.
-Ma perchè mi deve fare incazzare già a quest'ora?
Blaise però non aveva calcolato che la lezione che avrebbero avuto loro, non era la stessa che avrebbe seguito la grifona.
Draco era rimasto per tutta la durata della lezione imbronciato, gli occhi assassini e la bocca serrata.
-Dra, amico mio, devi prenderla più leggera.
-Senti, la fidanzata è la mia, potrò incazzarmi con lei?
L'amico alzò gli occhi al cielo e le mani in segno di resa. -Fa come credi.
Finalmente per pranzo, Draco vide Hermione, ferma sulla soglia della porta d'ingresso al castello. Gli occhi di lei erano fissi sul pavimento, i libri stretti al petto, la borsa che le pendeva di lato e i capelli raccolti in una coda alta.
Draco sentì il cuore saltargli in petto. Non si era reso conto di quanto le fosse mancata finchè non la vide. La rabbia svanì subito appena lei alzò lo sguardo su di lui.
-Herm, amore, stai bene?- Le chiese avvicinandosi e dandole un bacio non proprio casto.
-Se fai così no.- Gli rispose ridendo, ma la luce nei suoi occhi diceva tutt'altro. -Dobbiamo parlare.
-Va bene. Dimmi.
-Non qui. Vieni, è importante.
Draco si lasciò condurre da lei nel cortile, le mani intrecciate. C'era il sole ma la giornata era fredda.
-Dra, devo dirti una cosa, ma tu prometti di non arrabbiarti?
Lo sguardo di lui si fece guardingo.
-Promettilo ti prego.
-Va bene, lo prometto.
-Su Salazar.
Esasperato, lo fece.
-Bene. Draco oggi ho ricevuto una lettera da mia mamma. Beh, ieri è andata dalla tua, credo che l'avesse invitata per parlare della festa.
-Cerimonia.- La corresse.
Hermione mosse le mani spazientita. -Beh ecco, solo che io a mia madre non gliel'avevo detto.
-Come? Perchè? E' più di un mese ormai! Hermione..
-Hai promesso!
Draco si maledì, ma sbottò lo stesso, non come avrebbe voluto ma diede sfogo in minima parte alla sua rabbia.
-Hai cambiato idea? Preferisci Weasley a me? Oh perchè lo so che questa mattina eri con lui dalla Strega Orba! Lo so perchè Pansy ha spifferato tutto. Figurati se si perde un' occasione come questa.
-Dra, non è come credi.
-E allora com'è?
-Oh senti! Non fare così, hai capito? I mieie genitori, se ben ricordi sono babbani! Per loro non è normale sposarsi a quest'età! Non sapevo come dirlo!
-Allora hai pensato di non farlo!
-No, aspettavo..Non so cosa, ma aspettavo! E poi questa mattina ero da sola, stavo rileggendo la lettera di mia madre - Gli mise in mano la pergamena piegata- Quando è arrivato Ron. Ha detto di voler essere mio amico, di voler tornare a essere il trio. Gli ho detto di no, che deve prendere le distanze da me, per il suo bene. Ma visto che intanto non mi credi, non so perchè te lo sto dicendo.
I due non stavano urlando ma il loro tono era aspro, duro. Hermione cercava conforto in Draco, sapeva che si sarebbe potuto arrabbiare per aver omesso il dettaglio del loro fidanzamento, ma non pensava così. Draco, non capiva perchè non lo avesse detto, per lui era una cosa bella.
Hermione con gli occhi gonfi, prossimi al pianto, se ne tornò al castello.
Draco rimase lì, a guardarla andare via, con la lettera di Jane in mano.

"Hermione, perchè non ce lo hai detto? A tuo padre non ho detto nulla. Voglio che sia tu a farlo. Non capisco perchè hai mantenuta segreta una cosa così! Ho dovuto minacciare Narcissa per sapere che stava succendendo. Mandale le tue scuse! Pensavo ti fidassi di me, della tua famiglia, invece forse ci vuoi tenere fuori da tutto. Mi hai ferito profondamente Hermione. Non me lo sarei mai aspetttato da te."

Leggendo la lettera, Draco di maledì ancora di più per aver trattato la sua Hermione così. Le parole della madre erano dure, fredde e ferite. Aveva invidiato la sua fidanzata per il rapporto che aveva con i suoi e sapeva quanto questa cosa dovesse farla soffrire.
Corse all'interno del castello a cercarla ma nulla. Con lo stomaco chiuso dal senso di colpa si avviò verso la prossima lezione, dove però ci sarebbe stata anche lei.
Prima di entrare in classe, scrisse una pergamena veloce, chiamò il suo gufo con un fischio e questi, poco dopo, planò davanti a lui.
Legò il foglio alla zampetta dell'animale e lo fece partire.

Harry percorreva il corridoio insieme a Ron quando videro passare Hermione di corsa e infilarsi nel bagno dei prefetti.
I due si lanciarono un'occhiata e senza dire una parola entrarono a loro volta.
-Hermione? Sappiamo che sei qui, ti abbiamo vista.- Harry avanzava nel bagno lentamente, Ron era fermo sulla soglia dell'ingresso.
Harry venne travolto da un abbraccio improvviso, dato dall'amica sbucata fuori da un cubicolo. Senza parlare, il ragazzo cominciò ad accarezzarle i capelli.
-Harry!..Draco si è arrabbiato..La mamma ce l'ha con me..Oh Harry, sono un disastro.- La ragazza parlava tra un singhiozzo e l'altro.
-Calmati. Dimmi che è successo.
Respirando profondamente, Hermione si staccò da lui e gli raccontò.
-Poi ha saputo quello che mi hai detto questa mattina.- Disse guardando Ron.- Pansy ci ha visti, non so come, non so perchè. Solo che ho dovuto sentirmi accusare di cose non vere.
-Herm.- La ragazza tornò a prestare la sua attenzione a Harry.- Tua mamma ci sarà solo rimasta male, spiegale le tue paure e lei capirà. Draco invece è un coglione, ma forse, lui c'è rimasto male a sua volta perchè tu non hai detto ai tuoi di voi. So che per te è difficile spiegarlo a Jane e John, però lui non lo sa. Per lui è normale.
Uscirono dal bagno insieme, Hermione con gli occhi ancora leggermente rossi, Harry con la divisa bagnata dalle lacrime dell'amica, Ron in silenzio.
Arrivati a lezione, Hermione andò a sedersi dietro Draco, vicino ad Harry. Si guardarono senza dire nulla, entrambi cercavano il perdono dell'altro con lo sguardo. Poi Draco le sorrise e lei rilasso visibilmente ogni muscolo del corpo.
   
 
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