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Autore: elfin emrys    30/12/2012    2 recensioni
Dal Capitolo 30
Prende la spada che un tempo fu della ragazza e la lucida. Mentre il corpo freddo viene sotterrato e la tomba viene ornata con candele e fiori, Garret conficca la spada nel terreno, come ricordo che lì, dentro quella terra, c'è qualcuno che riposa in eterno.
[Grazie a tutti quanti, perchè, nonostante da 300 lettori sia passata a 35, c'è sempre qualcuno che recensisce e c'è sempre qualcuno di nuovo che aggiunge questa storia fra le preferite/seguite/da ricordare]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guida ai capitoli:

Il titolo del capitolo significa “Guida, comando”.

Il fiume Camel è un fiume della Cornovaglia e, secondo alcuni, è il luogo dove si sarebbe svolta la battaglia in cui Mordred e Arthur si ferirono a vicenda.

 

CAPITOLO TRENTATRE: LOUDINOS



Richard si siede sulle scale, alle spalle l'acqua cade velocemente. Le fontane hanno ricominciato a funzionare e la luce soffusa del tramonto illumina i tetti della Caput Mundi. Il ragazzo si sistema, cercando di mettersi comodo. Dà un calcio a un sassolino portato lì da chissà dove. L'aria è immobile e soffocante: il caldo deve essere arrivato molto velocemente lì. Dei bambini corrono da una parte e l'altra della piazza. La Regina li aveva fatti sistemare velocemente, per poi andare a scovare tutti i soldati nemici rimasti. Era entrata in ogni chiesa e in ogni catacomba, dentro ogni singolo monumento e chi trovava classificava se erano amici o meno e li affidava al giusto soldato, portandolo insieme ai compagni di una o dell'altra fazione. Avevano interrogato fino allo svenimento e, appena finito, anche Elanor era quasi caduta a terra dalla stanchezza di quei giorni.

Mordred si era spostato a Nord, mentre al Sud già si erano mobilitati gli abitanti per combattere da se stessi, riuscendoci in parte, eliminando per lo meno i punti più deboli e di incrocio, in cui passavano le carovane per i viveri. E l'esercito italiano? Quello stava combattendo sulle coste dell'est -il destino delle Marche era ancora incerto.

Richard si alza, stiracchiandosi, la spada sempre al suo fianco. Guarda il cielo: non aveva mai neanche desiderato andare in questa città. Non gli importava. Eppure in questo momento gli sembra il posto più importante del mondo, non tanto per quello che sta vedendo quanto per quello che vi ha vissuto e quello che ha rappresentato in quelle poche ore di battaglia. La forza, il vigore con cui i nemici erano stati battuti era stato impressionante. Anche se il mago italiano con cui aveva combattuto per un po' contro gli stessi avversari faceva di testa sua.

-È bella, vero?

-Cosa?

Arianna si avvicina un pochino, sorridendo.

-Alessandro è quasi guarito totalmente: sono sicura che combatterà la prossima volta.

Richard inghiotte un po' di saliva.

-Glielo avete detto?

La ragazza si incupisce.

-Sì... Niniel ha provveduto...

-Come ha reagito?

-Conosci Ale. Si è alzato improvvisamente facendo sanguinare ancora la ferita che ormai si era quasi cicatrizzata. Ora è arrabbiato con me per non averlo avvertito prima. Ha voluto sapere dove era stato seppellito e con che rito. Quando gli ho detto che Niniel ha fatto al suo corpo su ordine di Elanor un incanto per mantenerlo esattamente così com'era, si è arrabbiato ancora di più. Ma non poteva fare più di tanto. Si è fatto male, adesso.

-C'era da aspettarselo...

Arianna annuisce. Richard la guarda un attimo, vergognando i dello spettacolo che aveva dato di sè qualche giorno prima. Non doveva piangere così. La ragazza si guarda intorno lievemente imbarazzata. Si guarda le mani, contorcendole e girando i pollici. Poi si illumina: le è venuta un'idea.

-Vieni con me! Ti faccio vedere una cosa.

-Cosa?

Lui sente la mano venire presa dalla ragazza. La segue per le vie quasi deserte: sì, è proprio un bel posto, Roma.

 

Elanor fa una freccia a Roma fino a Pisa, mentre Magor sistema delle puntine su una cartina cui sono legati dei fili rossi e blu. Alessandro è seduto poco lontano. Dalla scollatura della maglia si possono intravedere delle fasciature che devono essere cambiate.

-Quindi torniamo in Francia?

-Sì, ma non passiamo per il portale: ci andiamo a piedi. Così ci riprenderemo anche il resto d'Italia.

-Ma hai idea di quanto ci metteremo?

-Giorni e giorni, probabilmente, ma non importa. È meglio così. Ricapitoliamo. Abbiamo riconquistato il Nord e il Sud Est della Francia, l'Italia centrale, l'Inghilterra Meridionale. Mordred ha ancora l'Italia del Nord, il resto della Francia, parte della Spagna e l'Islanda. Ah, e parte del Regno Unito! Dunque... Dove sarà il nucleo centrale dell'esercito?

-Dov'è Mordred.

-Sinceramente quello di qualche giorno fa non mi sembrava un grande esercito. E per fortuna, visto che neanche il nostro è grande. Ma se noi riuscissimo a capire dove sta...

Elanor guarda in alto, riflettendo intensamente. Non sa nemmeno perchè l'ultima volta l'ha lasciata andare. Ma lei ha ben capito che lui è molto più bravo di lei.

-Ma dove può trovarsi? Tutto il nostro esercito conta diecimila uomini e...

-Un drago.

-Che?

-Un drago!

La ragazza salta in aria.

-Drago?

Alessandro la guarda.

-Beh, sì! Hai mai sentito parlare di Guglielmo il Cieco?

-Chi?

-Guglielmo il Cie... Scusa, ma ormai sei nel "nostro mondo" da un po' e non hai mai sentito parlare di questo tizio?

Elanor scuote la testa.

-Beh, è un mago molto potente che vive in Abruzzo, a... Tagliacozzo, credo. Sì.

Magor guarda una lettera.

-Già.

-In ogni caso, è cieco, ovviamente, ed è un grandissimo domatore di draghi. Ma ecco, era da un po' che non si faceva più sentire in giro. Sembra che non abbia tutte le rotelle a posto.

-Vuoi dire "sembrava che non avesse": ha dimostrato che la cosa su cui ha studiato per anni è vera!

-Per me uno che si acceca solo per poter sentire meglio l'aura dei draghi non ha comunque tutto a posto, Magor. In ogni caso, ha risvegliato il drago di pietra e ora abbiamo anche lui.

Elanor annuisce.

-E dov'era questo drago?

-Oh, era una montagna...

La ragazza sobbalza.

-Che?

-È un drago di pietra o no? Era una montagna perchè stava dormendo da anni e quindi il suo dorso si era riempito di cespugli e alberi! Però, a quanto pare, sono bastate le nostre battaglie a risvegliarlo.

-Qualcuno si è fatto male?

-No... Certo, è rimasta distrutta una cittadina che aveva avuto la sfortuna di essere costruita proprio lì sopra, ma a parte questo, considerando che Guglielmo aveva già fatto evacuare tutti, nessun ferito, nessun morto.

La ragazza sospira di sollievo: almeno nessuno ci aveva rimesso la vita. Intanto entra uno dei suoi soldati, portando notizie da Avalon. Cathal, dietro di lui, ha il corpo di Garret in braccio coperto da un lenzuolo. Elanor impallidisce.

-Cosa fai? Dove lo porti?

-Lo porto a Stonehenge.

-Cosa? Perchè?

-E' lì che deve essere seppellito.

-Ma... Ma... No, non puoi farlo!

Il soldato fa un passo avanti.

-Se mi permettete, signora, la Dama ha chiesto che questo venga fatto e...

-Non mi interessa! Non si può e basta. Cathal, ti ordino di posarlo.

-Non puoi trasportarlo con te per sempre!

-Sì che posso!

-No, non puoi. Gli devi dare una degna sepoltura e...

-Non voglio seppellirlo, che pensi? Forza, riportalo nella sua tenda.

Il soldato, vedendo il volto furente della ragazza, si inchina quasi fuggendo da lì. Cathal sospira profondamente, tentando di mantenere la calma.

-Accetta la verità, Elanor. Il fatto che tu abbia deciso di non utilizzare il Graal non implica che tu anche così, tentando in qualche maniera di fare come se fosse ancora vivo tenendo la sua tenda in ordine e tenendo lo dentro, non stia facendo qualcosa di sbagliato.

La ragazza apre le labbra per dire qualcosa, ma Cathal si gira ignorando totalmente le sue proteste.

-Almeno fallo portare da me! Domani ripartiremo per la Francia e a quel punto e solo a quel punto lo riporteremo su... Ti prego...

L'uomo si ferma subito prima di varcare la soglia della tenda. Sembra riflettere un attimo.

-Va bene, ma non rallentare mai marcia. Fai in fretta.

-Sì...

Elanor si risiede, passandosi le mani sui capelli in maniera nervosa, mentre Cathal esce per riposare il corpo del nipote a quello che, secondo la Regina, è il suo giusto posto.

 

Morgana manda in frantumi un tavolo.

-Cosa stai combinando?

Mordred sospira, guardando fuori la parte di Francia ancora ai suoi piedi.

-Perchè ti sei lasciato sfuggire Roma? Perchè? Era importante, maledizione! Dobbiamo avere l'Italia, cosa, non lo capisci?

-Lo capisco, madre.

La donna si siede con la rabbia che sprizza da ogni poro della sua pelle.

-Quel paese è slanciato verso il Mediterraneo: è una catapulta verso il resto del mondo! Come è possibile che non te ne renda conto? Almeno potevi tentare di tenersi il Sud, almeno la Sicilia!

Morgana indica un uomo legato a un palo.

-Invece ti sei lasciato battere da una mandria di bifolchi come questo qui!

-Ehi!

La donna gli lancia un incantesimo e l'uomo si contorce in una smorfia di dolore e patimento.

-E questo qui quando gli tagliamo la lingua? Eh? Quanto mi fa infuriare quando comincia a borbottare in quella sua strana lingua!

-E' l'italiano, madre.

-Chiamalo come ti pare: per me può anche essere ostrogoto, non mi importa. Basta che muoia.

-Lo dobbiamo tenere come ostaggio visto che era uno dei membri più importanti della rivolta di Palermo.

Morgana quasi ringhia, mentre si avvicina al figlio.

-A me sembra che a te non importi nulla di tutto questo! A me sembra che a te importi solo fare il tuo comodo e divertirti con i soldatini. Non eri così secoli fa! Adesso non solo non ti preoccupi di tenerti ben salde le tue terre, ma neanche sembra preoccuparti troppo delle rivolte. Quante ce ne sono, eh? Vediamo. Palermo, Bari, e tante altre città di cui non conosco neanche il nome.

Mordred si passa una mano fra i capelli, sospirando: in effetti non è neanche lui più tanto sicuro di quello che sta facendo.

-Inoltre mi vuoi spiegare perchè diamine sei fuggito? Potevi ucciderla tranquillamente lì!

-Il mio esercito si stava ritirando...

-Fandonie! Mi stai prendendo in giro, forse? Forse pensi che io non sappia qual è il tuo scopo? Stupido figlio, come puoi anche solo immaginare che io non conosca tutto quello che succede in questa guerra?

Morgana scaraventa un tavolo, irata.

-Lo so cosa importa a te, lo so: vuoi divertirti e ucciderla nello stesso punto dove avevi ucciso il Re secoli fa, non è così?

Mordred non risponde.

-E' la tua stupida e insensata ossessione per il passato: non ti ho fatto sopravvivere per nulla. Ma la mia pazienza ha un limite, oh. E adesso, tu eseguirai alla lettera quello che ti dirò.

Il ragazzo sospira, guardando la madre furente.

-Dimmi.

-Tentare di rapire il Mago del Tempo africano, che era il tuo scopo, non è servito a nulla: non ci ha dato alcuna informazione e abbiamo perso uomini nella battaglia. Ma c'è un'altra forza ben più potente. Un cimelio, un cimelio che attualmente sta ad Avalon ma che domani verrà portato all'infuori.

-Cimelio...? Vuoi dire...?

-Esatto, figlio, esatto. Ci darà la forza necessaria.

-Non possiamo usare il potere di una reliquia cristiana: non funzionerà!

-No, il Graal, il Graal è la nostra unica via. Quegli idioti dei cristiani non si accorgeranno di nulla. O almeno, non finchè non li sgozzeremo tutti.

-Madre!

Morgana guarda il figlio, che sembra quasi rimproverarla.

-Sono io quello legato al passato? La vuoi piantare con questo odio?

-Mai. Hanno tentato di mettermi a rogo come strega...

Mordred si mette a ridere.

-Ma sei una strega!

-Fata, figlio, fata, quante volte te lo dovrò dire?

Il ragazzo scuote la testa divertito dalla testardaggine della madre.

-Oh, ma io li ucciderò tutti.

-Sono milioni in tutto il mondo: dubito che riuscirai a ucciderli tutti.

-Allora li farò convertire. Sai che ci vuole: con un po' di sane torture si può fare di tutto con la fede di una persona.

-Se lo pensi tu.

Mordred sospira, continuando a guardare le carte che stanno tra le sue mani. Morgana si guarda allo specchio, sistemandosi i capelli e tentando di darsi un contegno dall'arrabbiatura di prima, poi prende lo scettro per la guida dei soldati e, gettato un altro incantesimo sul prigioniero, esce, lasciando il figlio a cerchiare il luogo eletto per la battaglia finale: il fiume Camel, Cornovaglia.

 

Elanor scende dal carro, guardando in alto. Ci avevano messo mesi ad arrivare vicino alle Alpi e ora eccole lì, in tutta la loro altezza. Il vento freddo le sferza il viso e il ghiaccio sotto ai suoi piedi scricchiola in maniera quasi inquietante. I soldati si bloccano dietro di lei. La Regina guarda ancora le montagne per poi girarsi e osservare i suoi uomini: saranno troppo pesanti per andare oltre le montagne?

-Cosa facciamo?

Cathal e Magor la osservano attentamente, il primo particolarmente innervosito per il tempo impiegato per arrivare fino a laggiù.

-Ci accampiamo qui: sta per scendere la notte.

I due danno la notizia agli uomini che sospirano sollevati. Elanor li guarda tutti. Vede Soledad trotterellare dietro a Magor, tutta sorridente. Alessandro si sgranchisce le braccia: non ha più bisogno della fasciatura, ormai. Arianna sorride al fratello, poggiando gli zaini e cominciando a tirare fuori le tende, mentre Richard lascia che il suo sguardo vaghi sul percorso che hanno di fronte. Sono tutti cresciuti, sono tutti maturati: Elanor si sente un pochino una mamma chioccia a questa osservazione. Anche lei, anche lei è diversa da com'era all'inizio.

Abbassa il capo -emozioni contrastanti le massacrano l'animo e pensieri cupi e tristi le oscurano la mente.

-Come mai così triste, Elanor?

La ragazza alza lo sguardo. Niniel le sta di fronte.

-Vuoi venire ad allenarti con me?

La Regina sorride lievemente, annuendo con il capo. Dalla battaglia di Roma ogni giorno si allena un po' o con Niniel o con Magor. Deve diventare più forte, sennò non potrà mai dare del filo da tocere a Mordred. Così si allontana, superando due ragazze che tentano di accendere un fuocherello. Il fumo si alza dall'accampamento, il vociare è presente, eppure non è forte o eccessivamente rumoroso. Il cielo è molto più stellato di quanto doveva essere l'anno prima e l'orizzonte molto più scuro.

 

Mordred si copre gli occhi.

-Copritelo!

I suoi uomini rigettano il telo sul Calice e la luce di oscura.

-Oh Dea, di che razza di legno è fatto?

Morgana giocherella con un anello, mentre osserva attentamente il punto dove il Graal è coperto da un pesante panno. Sospira, delusa. Non sono riusciti a ricavarne niente. Eppure deve avere una grande forza, un grande potere. E la cosa più strana è che, quando aveva tentato di celebrare un rito per rendere invincibili i suoi soldati più deboli, il Calice si era mosso, sparendo dalle sue mani per riapparire poco lontano. Ed era stata questa la cosa che più aveva spaventato la fata. Poco lontano.

Mordred tenta di risollevare leggermente il telo.

-Ah! E che diamine! Io vorrei sapere come diamine si fa a guardarlo.

-Non si può, figlio.

Morgana ci gira un attimo intorno. Hanno provato a spremerne fuori il potere, ma non ci erano riusciti. Avevano provato a catturare la luce, pensando che, magari, parte della sua forza si sarebbe conservata, ma quando avevano provato a utilizzarla l'unico risultato era stato l'incerenimento istantaneo di quasi tutti i presenti. Avevano provato a incastonarlo da qualche parte, avevano provato perfino a romperlo, ma nulla era riuscito a scalfirlo, nulla era riuscito neanche a sfiorarlo: tutto ciò che lo toccava sembrava ammorbidirsi sotto al suo tocco. Morgana aveva provato anche a versarci dentro dell'acqua di fonte, o acqua piovana, ma quando la vide colorarsi di rosso e quando percepì l'odore del sangue gettò il Calice lontano, buttandolo a terra.

Mordred attende che la madre dica qualcosa, mentre manda fuori i soldati.

-Cosa ne facciamo, dunque? E' da settimane che tentiamo, ma...

-Ma niente. Non l'abbiamo mica rubato per nulla.

-Ma quel coso ha incenerito i miei uomini e ne ha accecati altri! Io non ho mai voluto tenerlo: non voglio che il mio esercito venga mandato negli Inferi da quell'aggeggio.

- “Aggeggio”? Attento a ciò che dici. Potrebbe sentirti.

Mordred sbuffa.

-Certo. Se non ha già punito te che l'hai scaraventato a terra, cosa vuoi che mi faccia! Diciamolo: è solo una coppa fatta da un falegname che non aveva nulla di meglio da fare nella propria vita. E la luce... beh, quella se la sarà guadagnata in qualche modo.

-Tu sottovaluti il Graal. Non si sottovaluta ciò che viene chiamato “divino” da alcuni. Se anche solo una persona affermerebbe che ha dei poteri, anche se solo una credesse che questo calice ha in sé qualcosa di più di ogni semplice coppa, allora sarebbe degno del nostro interesse.

Morgana ci gira intorno.

-Arthur l'aveva cercato così tanto... così tanto aveva sperato di vederlo. E, nonostante tutte le leggende dicano il contrario, Galahad lo portò da lui e, al centro della Tavola Rotonda, illuminava la strada del Re. C'eri anche tu là se non erro. Hai visto anche te che non uccideva nessuno, né la sua luce era tanto accecante. Galleggiava lì, in mezzo, sfidando chiunque a toccarlo. E poi, quando Arthur è morto, è sparito ed è stato ritrovato e portato subito fuori Avalon per fare in maniera che i nuovi fedeli potessero portarlo periodicamente nel suo tempio all'interno della città. Ha un grande, grandissimo potere, eppure non riusciamo ad averlo. Perchè?

-Forse perchè i nostri intenti non sono puri. In fondo, è stato Galahad -quello stupido- a trovarlo, e lui era il più buono e puro fra tutti i cavalieri.

Morgana accarezza lievemente il telo, sentendo il potere fluire anche da attraverso di esso.

-Voglio questa forza. Con questa, potremo dominare il mondo, Mordred.

-Non capisco ancora perchè non hai preso lo scudo di Atena invece di questo Graal.

-Perchè il Graal ha molti più seguaci e non solo. Leggende, miracoli, storie su storie, verità su verità ci sono riguardo questo Calice. Sullo scudo? Quasi nessuna. Si dice... che questo Calice possa far risorgere i morti... E non solo la loro anima, ma possa risanare il corpo, possa far ritornare indietro anche la putrefazione e possa rimettere la carne sulle ossa e i nervi dove erano un tempo.

Mordred alza gli occhi al cielo. Saluta la madre ed esce. Morgana fa finta di non sapere che lui la sta prendendo per matta e continua a guardare il Calice da sola. Chiude gli occhi e ne toglie il telo: anche da dietro le palpebre può vedere la luce.

Ma a occhi chiusi non può vedere l'ombra che per un attimo avvolge il cimelio.

 

L'uomo sospira nel freddo, stringendo il messaggio da Avalon fra le mani. Era da settimane che cercava la Regina e ancora non riusciva a trovarla. Il ghiaccio sulle ciglia cade un po' quando sbatte le palpebre e la neve gli penetra fin dentro le ossa. Improvvisamente alza lo sguardo. Tante piccole luci sembrano tracciare un sentiero. Le guarda esterrefatto, ma poi si alza e le segue.

Quando, all'alba del terzo giorno, vede un esercito con lo stemma di Avalon sulle bandiera, quasi non ci crede.

 

Piccione viaggiatore dell'autrice:

Questo capitolo è più corto degli altri, ma vi assicuro che ci ho lavorato molto perchè qui sopra ci sono molti dettagli che vi potrebbero far intuire come andrà a finire la storia u_u Il Graal ha ricoperto un ruolo importantissimo e lo ricoprirà da qui alla fine. Che non so bene se sarà nel prossimo capitolo o in quello dopo ancora. Dipende tutto da quanto riuscirò a scrivere su un determinato evento.

Ho saltato molti mesi dallo scorso capitolo. Prima stavamo a inizio estate ora siamo a novembre: battaglie su battaglie, sapete com'è u_u

Ringrazio tantissimo Evey_f per aver recensito lo scorso capitolo e tutti coloro che sono tornati a leggere questa storia dopo così tanto tempo ;)

La fine è vicina *aria da profetessa Maya XD* (che poi il 21 non è successo nulla, non avete idea la delusione XD)

Al prossimo capitolo (a brevissimo)

Kiss

 

P.S. Mi sono appena accorta che questo è il capitolo 33 (e come la Trinità e l'età della morte di Gesù) e qui si parla del Graal O.o Singolare coincidenza (visto che nelle bozze iniziali questo doveva essere il 34/35 capitolo u_u).

   
 
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