Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: CaTCheshirE    20/01/2013    9 recensioni
Un giovanissimo, affascinantissimo, bellissimo, coraggiosissimo, audacissimo, fighissimo Capitano.
Una bellissima, innocente ed inesperta fanciulla.
Una ciurma di manigoldi con seri problemi mentali.
Tutto questo sullo sfondo di una barriera corallina intatta, su una nave meravigliosa, e come antipasto una zuppa marcia di patate.
ALL' ARREMBAGGIO, MIEI PRODI!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11 – La Sirena Ribelle e Il Re Tritone
«Che facciamo ora?» domandò Lily, preoccupata.
«Intanto.» rispose Seth, che aveva incassato bene il colpo, «mi baci. Poi mi baci di nuovo. Poi andiamo a cercare la ciurma, la mettiamo al corrente della situazione, e poi…»
Al suo silenzio Lily lo incitò «E poi…?»
«Beh, una cosa per volta.»
E le si avventò addosso, ributtandola sul materasso.
“Effettivamente, dopo una notte come quella appena passata, parlare di discendenze non è il massimo.” Pensò Lily tra un sospiro e l’ altro. “E potevo anche fare a meno  di rivestirmi.”
Però baciarlo da lucida era diverso che avventarsi uno addosso all’ altro sotto l’ influsso dell’ alcool. Accidenti a lui! Era lei la sirena, lei la falsa ipocrita che seduceva gli uomini per divertimento.
Allora era lui quello esperto?
Al diavolo, non era un gran problema. Meglio un umano esperto che il mostro che avrebbe dovuto sposare. E poi si può imparare.
A proposito, doveva capire come diavolo faceva a farle fare quello che voleva senza che lei nemmeno se ne accorgesse. Erano partiti con un bacetto, e ora aveva la sua lingua che stuzzicava quella di lei, i vestiti mezzo tolti e le gambe intorno ai fianchi di lui.
Lui si staccò per riprendere fiato, gli occhi appannati. «Bene, ora andiamo.»
«C-cosa?» Balbettò Lily, stringendo la presa con le gambe. «Non puoi fare così!»
«Tecnicamente posso.» disse lui, liberandosi e tornando alla scrivania, riallacciandosi la camicia e rimettendosi il capello che era finito a terra (a proposito, quando c’era finito il cappello li?).
«Ti odio.» biascicò Lily, senza nessun intenzione di alzarsi.
«Alzati dal mio letto.»
«Prima ti sei tanto impegnato a portarmici, e adesso mi cacci via.»
«Dobbiamo andare a cercare la ciurma.»
Lei scattò a sedere. «No.»
Lui si voltò di scatto. «Invece si.» ringhiò.
Lily rimase in silenzio. Poi afferrò i suoi vestiti e se li rimise. E poi uscì. «Vado a nuotare!» esclamò, tuffandosi in acqua.
«No, aspetta, Lily!» urlò Seth.
Ma fece in tempo solo a vedere gli schizzi d’ acqua sollevarsi dalla superficie.
«Maledetto piccolo pesce!» esclamò, prendendosi la testa tra le mani.
Poi scavalcò la balaustra con un saltò e si buttò in acqua.
Lily, pochi metri più avanti si bloccò di colpo. Si era già trasformata e i vestiti le ondeggiavano intorno al corpo, così come i capelli d’ oro.
Seth la osservò on attimo, bruciandosi gli occhi per il sale, e poi tornò a galla per respirare.
La testa di Lily comparve davanti a lui.
«Guarda cosa mi tocca fare! E’ tutta colpa tua!» sbottò.
Lily sorrise. «Vuoi venire a nuotare con me?»
«Io non so respirare sott’ acqua, idiota di una sardina!»
Lily sogghignò. Poi gli offrì qualcosa.
«Cos’è?» domandò lui. Osservò attentamente la piastra che la sirena gli stava porgendo. Aveva uno strano colore argentato, ma piena di riflessi verdini come i suoi occhi.
«Una scaglia della mia coda. Mettila in bocca. Ti farà respirare anche sott’ acqua.»
Lui la fisso con sguardo scettico, poi sospirò. «Ma tu guarda come sono ridotto. Solo per poco, poi torniamo al Porto e andiamo a cercare gli altri.»
E fece come lei aveva detto.
La scaglia gli si sciolse in bocca, e sentì una fitta atroce ai due lati della gola e agli occhi.
«Mi hai avvelenato!»
Lily rise, lo afferrò per il braccio e lo trascinò sotto il pelo dell’ acqua.
Seth sussultò quando le branchie gli si aprirono di colpo e sugli occhi gli passò una membrana trasparente. Sbatté le palpebre un paio di volte, e poi seguì Lily sotto la nave.
Era una sensazione strana stare sott’ acqua ad osservare Lily che nuotava beata, con la lunga coda argentata più lunga di normali gambe umane. Aveva perso anche quel poco di umano che aveva: le orecchie terminavano con una strana cresta, le mani erano palmate e denti più appuntiti del normale.
Lei gli girò intorno, muovendosi come un serpente.
«Allora.» disse lei. «Questo è quello che ti sei portato a letto sta notte, Seth. Credo sia meglio se lo realizzi subito.»
«Di preferisco con le gambe.» rispose lui. «Aspetta, siamo sott’ acqua! Come facciamo a parlare?!»
Lily scoppiò a ridere, girò su se stessa e andò a sedersi sul fondale.
«Qui non c’è nulla di bello da mostrarti. La barriera corallina è troppo lontana per te.» cambiò discorso lei. «Verrai ogni tanto a nuotare con me?»
«Dipende da cosa ci guadagno.»
«Le mie gambe?»
«Allora sono disposto a fare qualsiasi cosa.»
Lily ridacchiò. Sott’ acqua la sua risatina era mille volte più dolce che nell’ aria.
«Andiamo a cercare tua sorella e gli altri, Capitano. Ma non mi hai ancora detto cosa facciamo quando li abbiamo trovati.»
Seth sospirò affranto. «Devo rimandare di nuovo la partenza per i Mari del Sud. Andiamo a trovare mio padre e mia madre, per chiarire la questione.»
 
Caricare la nave e trovare gi altri fu più semplice di quanto Lily si aspettasse. Si trovavano tutti dall’ Orbo Jim, chi a dormire e chi già sveglio. Inoltre, con tutte le vincite che Lily aveva avuto il giorno prima, metà del rifornimento era già stato fatto, e dell’ altra metà se ne era occupato Carbonella durante la mattinata.
Terry, appena li vide arrivare insieme, si lasciò andare ad una sfilza infinita di doppi sensi più o meno sconci, finché Lily non la minacciò di morte. Perché la carne degli uomini era più buona, ma lei era in astinenza e non avrebbe disdegnato nemmeno quella di una donna.
Con parte della vincita andò lei stessa a comprarne un buon rifornimento di essiccata, e sul barile incise il suo nome, così gli altri non sarebbero andati a rubare dalla sua scorta.
Il problema fu spiegare agli altri perché non sarebbero andati direttamente verso Sud, invece di allungare il tragitto fino all’ Isola Cava, il quartier generale dei pirati e casa del Re Dei Pirati, per inciso il padre di Seth.
Seth non ci girò molto intorno. «Lily ha scoperto che ho un po’ di potere delle sirene, quindi vado a chiedere a mia madre se per caso ha la coda.»
Ci volle mezza giornata per calmare tutti, che erano più o meno sconvolti. Carbonella si mise a balbettare, Spusasangue a bestemmiare, Oscar a poetare, Leone, Oscar e Sbobba erano diventati muti e Phantom lanciava profezie di morte a destra e manca. Solo Flash sembrava tranquillo, anche se lanciava sguardi interrogativi sia a Seth che a Lily.
Alla fine, tra mille fatiche, riuscirono a partire. Era incredibile come si fidassero del loro capitano. Anche se, effettivamente, lo conoscevano da quando aveva diciassette anni, quindi perché farsi problemi? Non sarebbe diventato un divoratore di uomini di punto in bianco.
Anche Terry si unì a loro. In fin dei conti si parlava anche di sua madre.
«Discendiamo da mostri marini! Che diamine! Questo farà temere la famiglia Wood ancora più di prima!» fu il suo unico commento.
 
L’ isola Cava era una lunga lingua di terra a forma di cerchio quasi perfetto, tranne una piccola porzione che fungeva da passaggio per le navi. La città era dieci volte più piccola del Porto Delle Lanterne, ma gli edifici erano più grandi e relativamente più lussuosi. Anche qui, appena Seth mise piede a terra, tutti quanti già lo sapevano. In parecchi vennero a fargli mille moine, ma lui aveva intenzione di vedere i suoi genitori immediatamente, e nulla lo avrebbe fermato.
Quindi salì fino al palazzo più grande, che sembrava costruito con i resti di vecchie navi sfondate, ed entrò spalancando le porte. La ciurma non lo seguì, e fecero una saggia scelta.
«Tu! Dov’è il Capitano Nero e Marina?» ringhiò a un povero disperato di passaggio.
Quindi Corallina, la sirena ribelle, qui si fa chiamare Marina, pensò Lily, mente si trascinava dietro di lui senza nemmeno sapere dove stava andando. Dietro ancora c’era Terry, anche lei silenziosa come un morto.
Seth spalancò le porte di quella che sembrava una sala per le riunioni.
Lily invece esitò ad entrare. Le sue dita andarono a pescare il suo medaglione. Nient’ altro che una sua scaglia argentata su cui erano state incise linee parallele ondulate a ricordare il mare, e una sirena che si teneva la coda, formando un ovale. Un medaglione del genere veniva dato solo alle Sirene Pure e ai Tritoni, e cercare di nasconderlo davanti ad un'altra sirena era una cosa terribile. Quindi lo mise sopra la camicia, in bella vista per chi sapeva cosa significava.
E seguì Seth all’ interno della stanza.
Era molto grande, con pareti, soffitto e pavimento tutti in legno. Al centro si trovava un tavolo lungo, con molte sedie sparse a caso, di tutti i possibili stili. Come se fossero state raccolte in giro per il mondo e poi messe tutte lì.
In fondo al tavolo c’erano un uomo e una donna. Il pirata era alto, massiccio e muscoloso, dal volto severo solcato da profonde rughe e la pelle bruciata dal sole. Era vestito completamente di nero, dal cappello da capitano fino alla punta degli stivali in cuoio.
La donna invece sembrava più giovane, aveva la pelle dorata e i capelli ricci e bruni. I suoi occhi però erano blu, dalle screziature dorate.
Ed era bellissima.
Lily, che sapeva cosa guardare, vide subito le pallidissime cicatrici delle branchie chiuse sul collo, i tratti delle sirene e il nastro del medaglione che le passava intorno al collo per sparire sotto i vestiti.
«Sarò breve.» disse Seth, fissando la madre. «Ti sei dimenticata di dirmi qualcosa? Magari sul fatto che hai le branchie?»
Lily sussultò. Non pensava che Seth fosse rimasto così colpito dalla cosa. Quando glielo aveva detto sembrava averla presa bene…
Ma né il padre né la madre reagirono alla cosa. Anzi, sembrava che se lo aspettassero.
«Come sta la Silent?» domandò il Capitano Nero. «La tratti bene?»
«La tratta benissimo, padre.» rispose per lui Terry. «Sembra nuova.»
«Bene. E per quanto hai chiuso, figlio mio, si, tua madre ha le branchie e la coda. Ma ora io ti chiedo come fai a saperlo.»
Lily deglutì e chiuse un attimo gli occhi. Poi si spostò da dietro a Seth, facendosi vedere da tutti e due. «Colpa mia. Io l’ ho percepito. E io gliel’ ho detto.»
Calò il silenzio tra i cinque personaggi. E per la prima volta dall’ inizio della conversazione Marina sollevò la testa dal tavolo, fissando Lily. Viede i suoi occhi ingigantirsi mentre notava le branchie, il viso. Poi il medaglione.
E il Fascino le esplose intorno come una bomba, come un vulcano sottomarino durante un eruzione.
«Tu!» strillò Corallina, scattando in piedi. «Tu! Cosa vuoi da me?! Come mi hai trovata?!»
«Non sono delle guardie!» strillò Lily, facendo di colpo un passo indietro di fronte a tutta quella furia.
«Non prendermi per il culo!»
«SONO UN’ ESILIATA COME TE!» strillò. «Mi sono esiliata da sola!»
Allora la donna si fermò.
«Stai con mio figlio?»
«…si…credo.»
«Sei scappata?»
«Si.»
«Perché sei scappata?»
«Perché dovevo diventare regina.»
Allora l’ interesse e la calma tornò nei suoi occhi. Anche il Fascinò venne in fretta riassorbito.
«E come ci sei finita nel letto di mio figlio?»
Seth fece per dire qualcosa, ma Lily rispose per prima. «Te lo racconterò se tu onorerai le leggi delle sirene, e mi ospiterai in questa casa senza tradirmi.»
«E perché dovrei tradirti, stupida? Se venissero a sapere che sono qui io e la mia famiglia saremmo tutti morti.»
Lily sorrise. «Somigli a tuo figlio.»
 
Si sedettero tutti intorno al tavolo, e Marina ammise che si, era una Sirena Pura, che era scappata, e che avendo avuto ben tre figli con un essere umano aveva perso quasi tutti i suoi poteri. Era diventata quasi completamente umana.
Poi fu il turno di Lily. Raccontò della decisione dei Ministri di farla diventare regina per la sua predisposizione a leggere nel futuro, della fuga e di come Shark l’ avesse trovata sull’ Isola di Mezzo, mezza morta di fame e sfinita. Poi l’ aveva venduta a Seth, e nella convivenza forzata si era scoperto che Lily era una sirena e che era proprio la sirena bambina incontrata dal Capitano Nero e da Seth bambino tanto tempo prima.
«Tu? Sei proprio tu? Oh dio del cielo!» esclamò il Capitano Nero a quella notizia. «In effetti…quindi quella era tua madre?»
«Si.»
«Che fine ha fatto?»
«Non ne ho idea. Non la vedo da…quindici anni.»
«Quanti anni hai, compagna di svenute?» domandò Marina, che era diventata più dolce dopo la confessione.
«Venti.»
«Sei stupida per avere vent’ anni.» brontolò «Non credi che il tuo fidanzato verrà a cercarti?»
«Anche se venisse a cercarmi non mi potrebbe più sposare. E non credo che lo farà, perché sono dieci volte più forte di lui.»
«Non credere. Hanno scatenato l’ inferno per me, che non ero così importante. Per te rovesceranno gli oceani.»
«Per questo voglio andare con Seth nei Mari del Sud.» rispose Lily. «Lì sarà troppo lontano anche per loro. E, come ho detto, sono dieci volte più forte del Re.»
Marina sorrise. Lei si che aveva l’ aria da predatrice che tutte le sirene dovrebbero avere, pensò Lily. Non come me.
«Quindi io, Shark e Terry siamo tutti mezzi pesci.» riassunse Seth.
«Tu hai ereditato il Fascino, Seth.» spiegò sua madre. «Terry ha ereditato la percezione delle correnti. Shark, invece, ha ereditato le branchie.»
Calò un attimo di silenzio.
«Ecco perché era così arrogante. Scommetto che si crede un dio solo per questo.»  sbuffò Seth.
 
Quella notte dormirono tutti quanti sulla terra ferma, nella casa del Re. Marina aveva fatto una faccia strana quando Seth si era trascinato Lily in camera, ma la donna era abbastanza intelligente da capire che quella sirena immatura e inesperta  non aveva nessuna colpa. Piuttosto, era quel suo figlio screanzato ad aver combinato il disastro. Sperava solo che andare a letto con una Regina delle sirene non risvegliasse troppo i suoi poteri sopiti.
«Tua madre mi sta odiando con tutta se stessa.» brontolò Lily, incrociando le braccia. «Ed è tutta colpa tua.»
«Non hai paura del Re Pesce, e hai paura di mia madre?» rise Seth.
«Tua madre fa più paura di un pesciolino viziato.» ribatté Lily «E una vita con i pirati scommetto che l’ ha resa ancora più pericolosa di quando non fosse prima.»
Seth intanto ne approfittò per trascinarla con lui sul letto e farla sdraiare accanto a sé.
«Prima?»
«Tua madre ha una certa fama, sai? Forse non molto lusinghiera, ma abbastanza per averne rispetto.»
«Bene. Ma parliamone domani. Adesso devo ribadire il concetto che sei mia e non di Re Sardina…»
 
Lily si svegliò nel mezzo della notte. Qualcosa non andava. Una minaccia incombeva.
«Seth!! Svegliati Seth!!» sibilò.
Lui sbatté le palpebre, sbadigliando. «Che c’è?»
«Arriva qualcosa. Qualcosa di pericoloso! Dobbiamo avvisare tua madre, potrebbe essere per lei. O per me.»
Seth adesso era completamente sveglio. «Qualcosa di che tipo?»
«Qualcosa tipo un esercito di sirene affamate!»
 
Il Capitano Nero, Lily, Marina e Seth erano sulla spiaggia. Era notte pesta e il mare sembrava un lago di inchiostro. Lily tremava.
Non aveva sbagliato. Era davvero arrivata una minaccia, Una minaccia terribile.
Osservò l’ uomo davanti a sé, alto, biondo, dagli occhi neri come il carbone. Alle sue spalle due guerriere scelte, armate di tutto punto. Lily strinse la presa sui suoi due inseparabili pugnali, ultimo dono di sua madre.
«Ciao, puttana.» disse il tritone, con un espressione che prometteva solo una strage.
Lily in risposta emise solo un sibilo di minaccia.
«Beh? Non saluti tuo marito?»
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: CaTCheshirE