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Autore: GinevraCorvino    01/02/2013    5 recensioni
Questa FF riprende in tutto e per tutto gli avvenimenti del terzo libro della Rowling : Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. In realtà io lo considero un libro che con l'ausilio di un personaggio inventato Lenora Corvino ( di cui detengo tutti i diritti), ripercorre con occhi e punti di vista alternativi la Storia.
E' il mio Sogno. Nulla di più.
Chiedo cortesemente a chi avrà voglia di sfogliare la mia immaginazione, di segnalarmi qualsiasi tipo di incoerenza ( sopratutto cronologica), con il testo originale della Rowling. E fatemi sopratutto sapere che ne pensate.
Grazie.
Non esistono Miracoli in terra, ma per fortuna esiste la Fantasia.
Il terzo e il sesto capitolo hanno partecipato al Contest"Can I have this dance?" di EmmaStarr giungendo sesta e vincendo con mio sommo orgoglio il premio speciale Stile.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Sedute su una panchina di pietra nella penombra di una delle nicchie del corridoio dell'ala ovest, sotto la Torre di Corvonero,  Lenora raccontava a Luna della profezia delle carte con un allegro sarcasmo.
- Lenora, io inizierò Divinazione il prossimo anno, non so se la tua compagna ha letto bene i tarocchi. -
La ragazza dai lunghi capelli biondo sporco si avvicinò un bicchiere di succo di zucca alle labbra, vi appoggiò appena la bocca e con non curanza continuò -
- Mia madre era brava nella chiaroveggenza, sai era una strega davvero brillante, ma non ha saputo prevedere il suo incidente. -
Lenora la guardò interrogativa, inclinando la testa come un cardellino;  Luna la fissò per un attimo in silenzio e serafica spiegò - A mia madre piaceva sperimentare incantesimi, quando avevo nove anni è morta perché uno di questi è andato male. -
- Per questo anche tu vedi i Thestral -  costatò con delicatezza la rossa.
- Si - rispose laconica Luna.
La vampira si soffermò a scrutare il volto della ragazzina: aveva un non so che di angelico, gli occhi celesti come fiordalisi, occhi grandi che le divoravano il viso pallido. Luna ispirava la pace dei sogni, anche in quel momento nel quale le aveva rivelato quell'episodio così doloroso.
Lenora la invidiò sinceramente per quel suo essere così pacata.
- Mi manca - disse poi d'un tratto Luna - menomale c'è papà - e sorseggiò, stringendo con entrambe le mani il bicchiere di succo di zucca.
Lenora non sapeva cosa dirle, al contrario di Luna, da quando Klaus l'aveva trasformata, lei non aveva più pensato a loro. Non perché li odiasse o quant'altro. Solo non era più possibile che facessero parte di quella sua nuova vita. In più non avrebbero capito che era stata una sua scelta, non un incidente o un'aggressione. Lenora aveva aspettato per tutta la vita quell'assassino.
Non li aveva più rivisti da allora. Forse a volte li pensava, si sentiva in colpa per essere sparita: immaginava la disperazione che aveva provocato loro, ma in quella vita mortale stava lentamente morendo. I suoi giorni non erano che ore buttate nell'inceneritore dell'inutilità, e tutta la sua esistenza una straziante eutanasia. Non era colpa della sua famiglia, era lei, semplicemente lei.
Perciò no, non disse niente a Luna, non tentò di consolarla con frasi che non le appartenevano; le toccò semplicemente una mano, sfiorandola con le sue dita fredde.  Luna sorrise e Lenora si sentì inadeguata di fronte a quella dolcezza che la biondina le regalava.
- Avevo un ragazzo a Pisa, in Italia, un ragazzo normale. Voglio dire, un mortale -
- Ti manca ? - chiese Luna
- Mi mancava quando c'era - la voce di Lenora si fece triste, iniziò a tormentarsi le mani -  Lui mi ha uccisa prima di Klaus, e così ora sono ciò che sono -  e guardò Luna dritta negli occhi come a sfidarla, ma la ragazza sembrava invulnerabile a quegli attacchi di sadico masochismo della vampira.
- E cosa sei Lenora? -
La rossa sbottò  -  Un mostro! Pensi che non senta lo scorrere quieto del tuo sangue, il suo profumo invitante mentre stiamo qui a chiacchierare come buone amiche! -  aveva gli occhi lucidi dalla rabbia, che sembravano ancora più brillanti, due scrigni di quarzo rosa cangianti.
- Tieni - Luna passò a Lenora una lattina con scritto True Blood 0 negativo* che teneva dentro il suo zaino.
Lenora rimase talmente spiazzata da quel gesto che si immobilizzò come fosse stata pietrificata da un incantesimo.
- Me lo sono fatta spedire per te da mio padre, io non potevo acquistarlo, si deve essere maggiorenni.-
La vampira schiuse le labbra come per dire qualcosa, ma Luna la precedette.
- Non preoccuparti, mio padre non mi ha fatto domande e io non ho dovuto mentire, né spiegare nulla -
Lenora prese la lattina con una certa titubanza, il metallo non era freddo, anzi...
- E' calda! - esclamò.
- Si, sorrise soddisfatta Luna - l'ho incantata perché restasse sempre alla temperatura del sangue di un corpo umano. -
Finalmente la vampira si aprì in un sorriso radioso.
- Grazie Luna -
- Di niente - rispose di rimando l'altra.
Lenora fece scattare la linguetta di metallo e con un'avidità priva di qualsiasi pudore iniziò a trangugiare il liquido scarlatto.
- Oh scusa - si riprese la rossa, pulendosi la bocca con il dorso della mano, imbarazzata.
- Di cosa? -
Lenora proprio non riusciva a capire se Luna fosse svampita, o semplicemente la persona più cara di questa terra.
- Perché ti sei trasferita ad Hogwarts ?- domandò a bruciapelo la dodicenne.
- Ho ucciso una donna -
Perché era stata così sincera? Poteva inventasi una "storia", invece la prima cosa che le era venuta in mente era la verità e non si era preoccupata di dirgliela.
- Oh - esclamò in un sussurro Luna.
Era fatta! Era riuscita a rovinare tutto, ora anche l'unica amica che aveva l'avrebbe considerata un mostro e si sarebbe allontanata da lei! Stupida!
- Raccontami, dove studiavi prima? -
Forse Lenora non aveva capito bene, Luna non aveva battuto ciglio e continuava a parlarle come nulla fosse.
- Beh, in Italia è un po' diverso. Non esistono scuole come Hogwarts. Da noi quando nasce una strega la Congrega locale la accoglie all'interno del cerchio, la istruisce e si istaura un rapporto di sorellanza.-
- Non avete stregoni? -
- Si, ma donne e uomini sono rigorosamente separati -
- Uhm -  rifletté pensosa Luna  - non mi piacerebbe.-
Lenora rise di gusto.
- I tuoi genitori erano maghi? -
Gli occhi della vampira divennero duri e freddi come pietra, il lilla brillante si incupì in una tonalità più scura, quasi fossero divenuti rossi come sangue stantio.
- I miei genitori non hanno mai creduto alla magia, per loro non è mai stata vera.-
La voce di Lenora era ebbra di un qualcosa che non si poteva definire rancore, ma che certo non era piacevole, era profona, roca.- La Congrega si è presa cura della mia istruzione a loro insaputa, mentre io fingevo di essere solo un appassionata di occultismo. -
- Mi dispiace Lenora, in tutti i mondi purtroppo ci sono i miscredenti. Nel mondo magico c'è stato un tempo in cui qualcuno credeva, ma forse ancora oggi, che solo i purosangue avessero il diritto di impugnare una bacchetta -
Per la prima volta Lenora notò nell'espressione dell'amica una ruga di disappunto molto simile alla tristezza.
 
- Oh buonasera Dama Helena! - in un millesimo di secondo Luna aveva nuovamente stampato sul viso un sorriso sgargiante.
Quella ragazza era imprevedibile come i cieli d'Irlanda!
Lenora si voltò per vedere chi fosse arrivato, ma non vide nessuno. Intanto Luna continuava quella conversazione con l'aria:
- Come state oggi? -
Silenzio, solo spifferi leggeri.
- Si, certo capisco -
La vampira scrutò tutto l'ambiente circostante con espressione corrucciata.
- Ma con chi stai parlando Luna ? -
La ragazzina si voltò stupita verso di lei.
- Ma con la Dama Grigia, il fantasma di Corvonero! Non la vedi? -
Lenora restò un momento in sospensione, poi rassegnata confermò - No. -
- Uhm, tu non vedi i fantasmi che si aggirano nel castello? -
- No - fu il laconico monosillabo.
- Chissà perché ? - si domandò tra sé Luna.
- Non lo so...prima di essere vampirizzata li vedevo e ci parlavo, dopo sono scomparsi.-
- Ah - esclamò Luna come se avesse avuto una rivelazione. - Probabilmente è per questo. -
- Questo cosa? - si irrigidì la rossa.
- Penso che la vostra natura "abiti" in una sottile linea di confine, dove la morte e tutto ciò che ne è connesso non vi accetti, per questo non puoi più vedere e parlare coi fantasmi; perché per quanto morta, tu vivi ancora in un corpo terreno. -
Lenora ci rifletté sopra e trovò che le parole di Luna avessero un senso. Era un cadavere senziente, non viva, non morta.
 
- Helena, questa è la mia amica Lenora Corvino - la biondina dagli occhi cerulei fece le presentazioni.
Lenora fu riscossa dai suoi pensieri e si sentì spaesata.
- Piacere - rispose al vuoto della nicchia.
- Anche Helena è felice di conoscerti, è molto timida sai? -
La vampira accennò un sorriso tirato. Stava facendo mente locale a come avrebbe fatto se qualche fantasma le avesse parlato in presenza di altri e lei non gli avesse risposto. Già la consideravano una snob, a quel punto l'avrebbero definitivamente bollata come una ragazza presuntuosa e sprezzante.
Come se le avesse letto nel pensiero, Luna la confortò.
- Non preoccuparti Lenora, ci penserò io a dirti se qualche fantasma ti saluta - e gli fece un occhiolino malizioso.
La vampira tirò un sospiro, menomale c'era Luna! Certo, c'erano quattro classi di differenza tra le due, e quindi non sarebbero sempre state insieme, ma che importava se perlomeno, anche solo per un momento al giorno poteva stare con lei come una ragazza normale.
 
Le due ragazze alzarono un ultimo brindisi, facendo cocciare il bicchiere di succo di zucca e la lattina di True Blood a suggellare quella complicità, prima di recarsi ognuna alla propria sala comune.
 
*NOTA : La marca TRUE BLOOD per le lattine di sangue non è di mia invenzione, appartiene alla scrittrice Charlaine Harris che ha scritto una serie di libri sulla saga vampiresca su Sookie Stackhouse, da cui appunto ho preso il TRUE BLOOD.
  
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