Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Em Potter    01/02/2013    13 recensioni
Questa è la storia di una ragazza che subisce un profondo cambiamento, che da ragazzina timida e profondamente infantile diventa una donna forte e coraggiosa.
Lei è Ginny Weasley, e questa è la sua storia.
Dalla storia:
«Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola.» disse Silente serio. «E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui.»
«Sono una debole e T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza...»
«Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio. E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio, Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo.»
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO.


"Harry Potter è morto" 
Una fredda voce terribilmente familiare echeggiò nel silenzio del castello, rompendo quell'equilibrio di calma che era andatosi a creare. Ginny si sentì gelare il sangue nelle vene: iniziò a tremare incontrollabilmente mentre la frase non solo echeggiava tutta intorno ma anche nella sua testa, soprattutto nella sua testa. 
"E' stato ucciso" continuò la gelida voce di Voldemort, facendo rabbrividire perfino le foglie. "Stava fuggendo per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui. Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione che il vostro eroe è caduto. Abbiamo vinto la battaglia. Avete perso metà dei vostri combattenti. I miei Mangiamorte vi superano in numero e il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto è morto" 
"Sta mentendo" disse Neville con voce tremante. 
Harry Potter è morto... morto...
"La guerra deve finire. Chiunque continui a resistere, uomo, donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Uscite dal castello, ora, inginocchiatevi davanti a me e verrete risparmiati. I vostri genitori e i vostri figli, i vostri fratelli e sorelle vivranno e saranno perdonati, e vi unirete a me nel nuovo mondo che costruiremo insieme" concluse la voce di Voldemort, lasciando un eco agghiacciante nel castello. 
Ginny era incapace di muoversi, incapace di credere ad una sola parola che Voldemort aveva appena detto. Sapeva solamente che un dolore terribile le stava attraversando con prepotenza il petto: il cuore batteva contro le costole con un ritmo veloce, tamburellante, fastidioso... le mani e le gambe tremavano incontrollabili... perchè non era possibile che il loro eroe fosse morto. 
Era di sicuro passato di lì con il suo Mantello invisibile... ma quello non significava che era andato a consegnarsi. 
"Non può averlo fatto... impossibile..." ripeteva Neville, mentre il suo petto di abbassava e si alzava lentamente. 
Lui e l'amica varcarono il portone d'ingresso del castello, guardandosi preoccupati intorno e scorgendo i visi di ogni ragazzo: alcuni piangevano a dirotto sulle spalle dei loro compagni, alcuni si facevano forza a vicenda, altri erano a bocca aperta e altri ancora si abbracciavano, come per dirsi addio. 
"Non si sarebbe mai consegnato!" 
"Questo è un imbroglio bruttissimo!" 
"Voldemort sta mentendo per spaventarci" 
Ginny deglutiva a fatica, si sentiva la testa in fiamme e una volta individuati Ron ed Hermione che correvano verso di loro, superando velocemente la McGranitt e tenendosi per mano, la ragazza venne loro incontro con gambe incerte: Ron aveva il viso rosso, come se stesse per scoppiare da un momento all'altro, ed Hermione era stravolta e continuava a fare segni di diniego con il capo. 
"Mi spiegate che diavolo è successo?" sbottò Ginny agitata, rivolgendo uno sguardo vacuo e terrorizzato ai due ragazzi, che si ritrassero. "Vi siete davvero separati? Perchè Harry non era insieme a voi? Grifondoro santissimo... volete dirmi che cosa è successo? Sono la sua ragazza! La-sua-ragazza, non so se vi è chiaro. E ho il diritto di sapere! Questo dannatissimo Voldemort dice che Harry è... che... ma non è così! Voi stavete insieme, vero? Non vi siete separati, g-giusto?" 
Ginny non si rese conto di gridare: i visi di Remus, Tonks, Colin e di suo fratello Fred continuavano a tornarle nella sua mente, e tutto lo sfogo che avrebbe dovuto riservare per la loro morte arrivò a scoppio ritardato, arrivò quando la situazione stava degenerando, quando la situazione stava crollando interamente per le parole che Lord Voldemort aveva riservato ai combattenti, le parole più orribili che avessero mai udito. 
Come poteva il simbolo grazie al quale avevano lottato fino allo stremo essere morto? 
Un rumore di passi pesanti li fece voltare tutti, mettendo fine a quella breve conversazione. Ginny intravide la grossa figura di Hagrid tra la folla di studenti che li superavano in tanti per vedere meglio che cosa fosse tutto quel rumore. Si era creato una specie di muro davanti ai ragazzi, ma nonostante tutto quell'accalcamento di ragazzi, si riuscì perfettamente a distinguere Hagrid: tra le sue braccia giaceva qualcosa... no, qualcuno... 
"NO!" ci fu un urlo terribile: era la voce della professoressa McGranitt. 
"Ma cosa succede?" sussurrò Neville atterrito, facendosi largo tra la folla. 
"Fuori dai piedi!" intimò Ron rudemente, spintonando gli studenti per riuscire a passare. 
"GINNY! RON!" strillò la madre, ma loro erano già schizzati in avanti dove Voldemort e il suo esercito si erano fermati. "Tornate indietro! Tornate indietro!" 
Anche Hagrid si era fermato e tra le possenti braccia reggeva... 
"NOOO!" "NO! NOO!" 
"HARRY! HARRY!" 
La sagoma di Harry Potter era così estremamente vicina ed era... proprio lui: aveva la giacca che portava nella Stanza delle Necessità, i capelli ribelli come il suo solito e gli occhiali leggermente storti sul naso. Ma come poteva essere possibile quello? Come poteva essere vero? Vedere la persona che aveva vissuto con lei pochissimi momenti perchè gli erano stati sottratti, perchè gli erano stati negati, era uno strazio immenso. 
Ginny era straziata: corse in avanti per affrontare Lord Voldemort in persona ma Bill riuscì a trattenerla in tempo. 
"Lasciami, Bill! HARRY! RISPONDI! TI PREGO... RISPONDI!" 
La folla dei sopravvissuti si scatenò, iniziò ad urlare e a tirar fuori le bacchette dalle tasche per vendetta: erano tutti scossi, tutti profondamente scioccati ma Ginny non riusciva a vedere nessuno se non la mano di Bill stretta tra il suo esile braccio e Luna che tratteneva Neville per le vesti, per impedirgli di gettarsi su Voldemort. 
"SILENZIO!" esclamò Voldemort, facendo volteggiare la bacchetta e ci fu un colpo, un lampo di luce chiara. 
Poi il silenzio: aveva imposto un incantesimo per far ammutolire i presenti. 
"E' finita! Posalo ai miei piedi, Hagrid... dove è giusto che stia!" il loro eroe fu adagiato con cautela sull'erba da un singhiozzante Hagrid. "Visto? Harry Potter è morto! Lo capire, adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri!" 
"Ti ha sconfitto!" urlò Ron e l'incantesimo si ruppe.
Ginny cominciò ad urlare e a dimenarsi tra le braccia di suo fratello, poi un'altra esplosione li costrinse a stare zitti di nuovo. 
"E' stato ucciso mentre cercava di scappare di nascosto dal parco del castello, ucciso mentre tentava di mettersi in salvo..."
Neville si divincolò frenetico e sfuggì dalle braccia di Luna, avventandosi direttamente su Voldemort. Ginny strillò mentre vedeva Neville combattere a mani nude contro Voldemort e venire gettato di peso per terra mentre veniva Disarmato, la bacchetta per terra e troppo lontana da lui. Voldemort rise mentre tutti trattenevano il respiro: era stata una mossa troppo avventata perfino per il più scatenato dei ribelli. 
"E chi è costui? Chi si è offerto volontario per dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta?" domandò Voldemort con la sua voce fredda, che somigliava ad un sibilo di un serpente. 
Bellatrix Lestrange fece un ghigno. "Neville Paciock, mio Signore! Il ragazzo che ha dato tanti grattacapi a Carrow. Il figlio degli Auror, ricordate?" 
"Ah, ricordo. Ma tu sei un Purosangue, mio coraggioso ragazzo?" chiese Voldemort, guardando Neville che si era alzato con i pugni stretti nella carne. 
"E allora?" rispose il ragazzo ad alta voce. 
"Mostri spirito e ardimento. E discendi da una nobile stirpe" continuò Voldemort, con quello che sembrava un tono amabile. "Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock" 
"Mi unirò a te quando l'inferno gelerà" ribattè Neville. "ESERCITO DI SILENTE!" 
Dalla folla si levò un boato. 
"Se questa è la tua scelta, Paciock, torneremo al piano originale" preseguì Voldemort con una punta di minaccia nella voce fredda, puntando la bacchetta in alto. In un baleno, il Cappello Parlante che Smistava gli studenti del primo anno era nelle sue mani bianche e affilate. "Non vi saranno altri Smistamenti alla scuola di Hogwarts, non vi saranno più Case. I colori del mio nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti" aggiunse, e puntò la bacchetta contro Neville che si irrigidì. Voldemort gli mise il Capello Parlante sulla testa; Ginny cercava ancora di spostare da un lato suo fratello, ma proprio non ci riusciva. "Il nostro Neville ora dimostrerà che cosa accade a chiunque sia così sciocco da continuare a opporsi a me" concluse. 
E poi l'alba fu lacerata da urla di terrore perchè Neville stava prendendo fuoco, immobilizzato dall'incantesimo di Voldemort. Tutti si mossero verso Neville e Ginny finalmente riuscì a liberarsi dalla stretta di Bill, e scattò in avanti per andare ad aiutare il suo amico mentre sua madre e suo padre le gridavano di tornare indietro. Ma successero tante cose contemporaneamente e si levò un frastuono assordante: centinaia di persone varcarono le mura levando alte grida di guerra, Grop il gigante fece tremare tutto mentre urlava con voce forte e profonda, ci fu un rumore di zoccoli e i Centauri scoccarono frecce tutte sui Mangiamorte, Neville riuscì a liberarsi dalla sua prigionia mentre Voldemort e i Mangiamorte rompevano in ranghi. 
Regnava il caos più totale in un secondo. 
"HARRY! DOVE STA HARRY?" ruggì Hagrid spaventato, e Ginny guardò per terra: Harry non era dove lo avevano lasciato. 
"Ginny... dentro! Entriamo dentro!" esclamò Ron, mentre trascinava Hermione con una mano. 
"Dobbiamo entrare dentro!" fece eco Luna, prendendo l'amica per un braccio. "Forza, o verremo travolte!" aggiunse. 
Avevano ragione: dovevano subito tornare in Sala Grande. 
"Dentro!" 
"Tutti dentro!" 
"Si combatte! Entriamo dentro!" 
Ginny diede solo un rapido sguardo intorno a lei prima che suo padre e Luna la trascinassero velocemente nella Sala Grande: Harry era sparito misteriosamente, gli animi di tutti i ribelli si stavano surriscaldando... e quello significava solamente una cosa. 
Harry Potter era vivo: dovevano combattere. 




La battaglia finale nella Sala Grande divampava sempre di più e Ginny quasi non riusciva a capirci nulla: lanciava incantesimi a qualunque Mangiamorte gli capitasse a tiro e Luna ed Hermione le erano entrambe vicine, formando una specie di cerchio a tre. 
"GINNY! DIETRO DI TE!" strillò Hermione terrorizzata, con la bacchetta occupata. 
Luna si voltò con una velocità sorprendente e lanciò un Incantesimo d'Ostacolo ad un Mangiamorte mascherato che, con molta codardia, si stava avvicinando alla ragazza con l'intenzione di colpirla alle spalle come Bellatrix aveva fatto con Tonks. 
"IMPEDIMENTA!" gridò Ginny e abbattè Travers con un colpo solo. 
Hermione e Luna invece lanciavano incantesimi non-verbali, cosa di cui la rossa non era mai stata molto capace. La Sala Grande non poteva essere più piena, c'erano proprio tutti: i Centauri continuavano a lanciare frecce ai Mangiamorte facendosi largo galoppando tra la folla di combattenti, gli elfi domestici di Hogwarts urlavano e menavano pugnalate alle caviglie e agli stinchi dei nemici, Voldemort era nel cuore della battaglia e colpiva chiunque gli capitasse a tiro amico o nemico che fosse, e Bellatrix era in piedi su un tavolo e, come il suo padrone, colpiva chiunque. 
"Stupeficium! Stupeficium!" 
"Non mi prendi, non mi prendi!" sghignazzò un Mangiamorte. "Oh, non voglio ucciderti così... prima dimmi addio!" 
Hermione arrivò per prima e lo spedì dal lato opposto della stanza, Schiantandolo. 
"Addio!" gli gridò dietro la ragazza, prima di lanciarsi di nuovo in battaglia. 
Sprazzi di duelli balenavano davanti agli occhi delle tre amiche: George e Lee Jordan che mandavano al tappeto Yaxley; il professor Vitius che abbatteva Dolohov; Hagrid che scagliava nella stanza Macnair con tutta la sua forza; Ron e Neville che abbattevano il lupo mannaro sanguinario Fenir Greyback; Aberforth che schiantava Rookwood; Arthur e Bill che atterravano completamente O'Tusoe. 
"EHI, MOCCIOSETTE!" 
Una voce sghignazzante costrinse le tre ragazze a voltarsi, che si trovarono faccia a faccia con la donna Mangiamorte più guerriera e sanguinaria che avessero mai incontrato in vita loro: Bellatrix Lestrange le fronteggiava ridacchiando divertita e indicandole con un dito come se fossero solamente delle formiche, anche se forse... in confronto a lei erano davvero delle formiche. 
"Amycus mi ha tanto parlato di te, sciocca ragazza!" rise Bellatrix, indicando la rossa. 
"TU SEI SCIOCCA!" sbottò Ginny coraggiosamente, lanciandole con ferocia uno, due, tre, quattro Schiantesimi che Bellatrix parò con la facilità con cui il portiere dell'Irlanda parava una Pluffa lanciatole della Bulgaria e si disse che forse aveva esagerato troppo con lei. 
Ma non le importava un accidente. 
Hermione e Luna le diedero man forte e le tre ragazze cominciarono a combattere contro la Lestrange mentre la Mangiamorte le canzonava sprezzanti, e canzonava soprattutto colei che aveva dato tanti grattacapi ai Carrow insieme a Neville: Bellatrix agiva con assoluta prontezza e capacità mentre le tre ragazze erano troppo deboli per un'assassina come lei, che lanciava Maledizioni Senza Perdono a destra e a manca. 
"Indovina chi ho visto prima che venisse schiacciato come una mosca?" continuò Bellatrix sprezzante, rivolta a Ginny mentre lei scansava le sue Maledizioni. "Dimmi: come sta il tuo caro fratellino Freddie? Oh, dimenticavo... Freddie è morto! Che disgrazia, vero? Abbiamo ucciso Freddie... la la la!" 
"NON DEVI NEMMENO NOMINARLO MIO FRATELLO, SCHIFOSA VIGLIACCA!" 
"Come osi..." 
Un lampo di luce verde volò minacciosamente oltre l'orecchio destro di Ginny, scompigliandole i capelli rossi come una brezza leggera. La ragazza spalancò gli occhi, respirando affannosamente, quasi come se avesse corso: aveva mancato per un soffio un Anatema che Uccide. Tutti gli occhi della sala erano posati su di lei, che sembrava ancora profodamente orripilata mentre Hermione e Luna la guardavano scioccate e sollevate allo stesso tempo. 
Poi si sentì un grido carico di odio. 
"NO! MIA FIGLIA NO, CAGNA!" 
Molly raggiunse le tre ragazze e le spinse di lato, gettando via il mantello per avere più libertà di movimento. Alcuni studenti corsero in suo aiuto ma lei li liquidò velocemente con un gesto della mano e cominciò a combattere contro Bellatrix. Tutti erano fermi, immobili... e guardavano le due donne combattere con ferocia. Ginny stringeva forte la mano ad Hermione e Luna: aveva paura, paura per sua madre... paura che a causa sua sua madre sarebbe rimasta ferita gravemente, senza pensare alla possibilità che potesse venire uccisa, perchè Bellatrix era un'ottima guerriera. Sarebbe stata tutta colpa sua se a sua madre fosse capitato qualcosa di brutto... ma Ginny aveva fiducia in lei: sua madre era forte e ce l'avrebbe fatta.
E così fu: la maledizione di Molly passò sotto il braccio teso di Bellatrix e la colpì in pieno petto. Il corpo della donna cadde all'indietro e il ruggito di rabbia che poteva appartenere solo a Voldemort si levò dalla folla, incapace di credere che la sua migliore Mangiamorte fosse davvero morta. Ginny lasciò le mani delle sue amiche e alzò la bacchetta, perchè la furia di Lord Voldemort non si sarebbe fermata qui. Ma d'un tratto una figura con gli occhiali tondi e con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte emerse da sotto al Mantello dell'Invisibilità ponendosi tra Molly e Voldemort. 
Si levarono grida di di puro gubilio in Sala Grande. "HARRY! HARRY!" strillò Ginny con il cuore ricco di amore e di orgoglio per il ragazzo che amava. 
Nonostante la situazione critica seppe che per Voldemort e i Mangiamorte era finita, che Harry Potter ce l'avrebbe fatta e che grazie a lui il male sarebbe stato sconfitto per sempre. 




Ogni fibra del corpo di Ginny sperava e sperava. 
Parti della conversazione tra Harry e Voldemort echeggiavano nella sua testa, perchè per i due non era ancora arrivata l'ora del combattimento finale, perchè i due non si stavano sfidando ma giravano in cerchio nella Sala Grande gridando al mondo intero, ai sopravvissuti, la verità: per Harry non esisteva altro che Voldemort, e per Voldemort non esisteva altro che il ragazzo. 
Bene contro male, nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive. 
"Avada Kedavra!"
"Expelliarmus!" 
Ed ecco il momento decisivo, il momento della resa dei conti: Ginny era pietrificata con i piedi per terra, il respiro affannato e gli occhi sbarrati dall'ansia e dal terrore per quello che sarebbe potuto succedere, mentre guardava la luce rossa della bacchetta di Harry avanzare sempre più minacciosa verso la luce verde della bacchetta di Voldemort, che infine volò via tra le mani del ragazzo. 
Harry, con l'infallibile abilità del Cercatore, la prese al volo e lui e i presenti guardarono il corpo di Voldemort cadere all'indietro, con le bianche braccia spalancate e le pupille a fessura dei suoi orrendi occhi rossi roteare verso l'altro: Tom Riddle era morto. 
Ci fu un silenzio carico di eccitazione poi urla di esultanza e ruggiti esplosero intorno ad Harry e lacerarono l'aria.
Ginny, con il cuore che minacciava di esplodere da un momento all'altro, corse dietro Ron ed Hermione, seguita da tutti i sopravvissuti, e avvolse tra le sue braccia il suo eroe, che di sicuro non riusciva a capire quali mani lo tirassero, urlandogli qualcosa di incomprensibile: erano tutti lì, attorno ad Harry Potter, tutti lì che cercavano di dirgli qualcosa, di abbracciarlo, tutti a premere contro di lui e a toccare il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto, la ragione per cui era davvero finita... 
L'alba si levava sul grande castello di Hogwarts ma per Ginny e Harry non era ancora ora, non era ancora ora di parlare, di chiarire tutto. Per il loro salvatore era ora solamente di parlare con i familiari delle vittime, stringere loro le mani, ricevere ringraziamenti e guardare le loro lacrime... e la ragazza, che era appoggiata col capo sulla spalla della madre, non cercò di intromettersi in tutto quello, perchè sapeva che era il semplice ma difficile prezzo da pagare per essere la fidanzata dell'eroe che aveva salvato il mondo magico. 
Lui aveva bisogno di riposo, tranquillità... e Ginny l'avrebbe ancora aspettato. 

"Abbiam vinto, viva viva Potter,
Vold è mort, con le ossa tutte rotte!" 


Pix sfrecciava sopra le teste dei sopravvissuti canticchiando con un motivetto stonato quelle parole da lui inventate, mentre i sopravvissuti si aprivano nel primo sorriso sincero della giornata. 
"Coloro che erano vittime della Maledizione Imperius sono tornati normali" annunciò Arthur, sedendosi al tavolo con la sua famiglia (George non c'era). "I Mangiamorte sono stati spediti ad Azkaban e Kingsley è il nuovo Ministro della Magia! Magnifico, no?" 
"Già, sono contenta per lui" rispose Bill, abbassando il capo. 
Ginny sapeva che il dolore per la perdita di Fred, Remus e Tonks li trapassava tutti ad intervalli regolari, e infatti la sua famiglia non parlava molto, sebbene fossero tutti molto felici che Harry Potter avesse finalmente sconfitto per sempre Voldemort e fatto sì che la loro era potesse rinascere. 
"Vado in giro" dichiarò Ginny alla famiglia alzandosi, e cominciò a camminare. 
Camminava da sola per la Sala Grande e tutto quello che riusciva a vedere negli occhi delle persone era tristezza e felicità mescolate insieme, cosa che anche lei non poteva fare a meno di provare: George non era a festeggiare e Ginny sapeva per certo che era in Infermeria, a vegliare senza stancarsi mai su Fred. I Weasley non sarebbero stati più gli stessi senza Fred: cosa ne sarebbe stato di loro? Sarebbero mai riusciti a sorridere veramente di nuovo? 
Più in là c'era Neville, che aveva in mano la Spada di Godric Grifondoro e chiacchierava con Hannah Abbott. Ginny notò con una nota di divertimento che ad Hannah luccicavano gli occhi di amore e non potè neanche fare a meno di notare che il manipolo di ammiratrici che avevano circondato Neville poco prima non esisteva più. Non voleva fermarsi per non disturbare i due ragazzi ma Neville agitò il braccio e lei fu costretta ad avvicinarsi ai due. 
"Ce l'abbiamo fatta!" esclamò Ginny dando il cinque a Neville, ma lui si alzò e l'abbracciò forte. 
"Ce l'abbiamo fatta..." sussurrò, lasciandosi andare. 
Ginny si allontanò dai due ragazzi e proseguì per la sua strada. Più in là c'erano Dean Thomas, Seamus Finnigan, Calì e Padma Patil che chiacchieravano allegramente tra di loro, anche se nei loro volti si poteva vedere la preoccupazione... preoccupazione per Lavanda; poco lontani dai quattro c'erano Micheal Corner, Terry Steeval, Anthony Goldstein, Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchley e Susan Bones che mangiavano e bevevano spensierati e in allegria, come se niente fosse andato storto; Demelza e gli altri non erano in sala, ma probabilmente loro, come George, erano in Infermeria per stare con Colin. Ginny si promise di farci un salto dopo che il doloroso nodo alla gola di sarebbe allentato, o magari fosse scomparso del tutto, perchè non sopportava proprio di vedere dei ragazzi che erano stati sempre pieni di vita, giacere su un letto... in silenzio e immobili per sempre. 
"Fantastica e spiacevole situazione, non è vero?" fece la voce sognante di Luna. 
"Sì" rispose Ginny mesta, a capo chino. 
"Ma sai una cosa? Possiamo sempre passare al Ministero della Magia!" disse Luna soave, sorridendole.
"Al Ministero della Magia?" 
Quella era una delle affermazioni strampalate della sua amica. 
"Oh sì. Ti ricordi quando combattemmo al Ministero? Lì c'erano parecchie stanze e in ognuna di quelle stanze c'era qualcosa di fantastico" continuò Luna serena, con gli occhi spalancati che le conferivano un espressione totalmente impazzita e Ginny ricordò la stanza dell'uovo che si trasformava in Fenice. "E indovina? Una di queste fantastiche stanze portava alla più stupefacente e incredibile, ovvero alla Stanza..." "... dell'Arco" concluse Ginny in un sussurro. 
"Esatto! Io, Neville e Harry riuscimmo a sentirli... loro sono lì, oltre il velo!" 
Ginny ricordò spiacevolmente di aver avuto sempre una gran difficoltà a decifrare quel loro della sua strana amica, ma adesso capì per certo che cosa volesse dire: coloro che li avevano lasciati, coloro ai quali volevano più bene ed avevano abbandonato il mondo erano lì, in quel velo misterioso che Ginny si era augurata di non riuscire a vedere mai e che adesso avrebbe potuto vedere... come poteva ormai vedere i Thestral... 
"Luna ha ragione" intervenne la voce di Neville. "Possiamo sempre andarci insieme, no?" 
"Sì, perchè adesso anch'io riuscirò a sentire le loro voci. Remus, Tonks... e chissà quante persone sono morte davanti ai miei occhi..." 
"Io ho visto morire mia madre" li informò Luna, con un tono indecifrabile. "Era una strega davvero straordinaria e amava tantissimo fare esperimenti, e creare nuove cose. Poi un giorno uno dei suoi esperimenti è andato male... c'era un fumo incredibile nel nostro piccolo laboratorio e io e mio padre siamo accorsi ma lei era già morta. Avevo nove anni. E' stato davvero terribile e io mi sento molto triste a pensarci qualche volta ma quando ho visto che al Ministero c'era quella misteriosa Stanza dell'Arco non era in me dalla gioia. Sono stata felicissima di andarci... lei era proprio lì con me!" 
Ginny e Neville sorrisero tristemente: non avevano mai sentito Luna parlare di sua madre. 
"Sono stata felicissima tanto quanto sono stata felicissima di aver conosciuto voi, che mi avete accettato così come sono... vi devo ringraziare di cuore" concluse Luna in un sussurro, fissando i suoi due amici con i grossi occhioni traboccanti di contentezza. 
Ginny strinse in un veloce abbraccio Luna, mentre Neville sorrideva. 
"Allora" disse Ginny velocemente, mentre scioglieva quell'abbraccio strappa-lacrime. "Credi che ci faranno entrare al Ministero per un saluto?" 
"Oh sì! Credo proprio di sì!" rispose Luna. 
"Ci andremo insieme, promesso?" chiese Neville. 
"Promesso!" replicarono le due amiche. 




Fu una giornata ricca di avvenimenti per i ragazzi di Hogwarts e quando finalmente non ci fu bisogno dell'aiuto di nessuno nella scuola, Ginny crollò sfinita a terra nella Sala d'Ingresso, appoggiata alla grande porta di quercia che, la prima volta che l'aveva vista, l'aveva così tanto spaventata: era con Colin, la prima volta che arrivò ad Hogwarts e entrambi cercavano di infondersi forza e coraggio mentre varcavano la soglia del castello. 
"Finalmente un po' di pace, eh?" chiese una voce divertita e familiare.
Ginny si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Harry Potter, che le sorrideva in modo mesto. La ragazza rimase a fissarlo a lungo imbambolata da quell'avvicinamento: era bellissimo, pulito e rigenerato. Allora era vero che Kreacher gli aveva portato un panino su nel dormitorio maschile di Grifondoro! Ancora una volta l'orgoglio prevalse sull'amore e Ginny spostò velocemente lo sguardo da lui, osservando con interesse il pavimento della Sala d'Ingresso. 
"Ti stavo aspettando..." mormorò lei, senza riuscire a trattenersi. 
"Sono qui, e non me ne andrò via ancora" disse Harry deciso, guardando dritto davanti a sè il sole che stava tramontando dietro alle montagne. "Adesso tutto questo sarà solo un ricordo e finalmente potrò vivere una vita normale. Per sempre al tuo fianco se... ancora mi vorrai" aggiunse. 
"Io non ho mai davvero rinunciato a te" Ginny ripetè le stesse parole che disse al funerale di Silente e si alzò, trovandosi ad un palmo da lui, una vicinanza che ancora le faceva battere il cuore a mille. 
"E io non ho mai davvero smesso di pensare a te nonostante le scarse probabilità di uscire vivo da quella situazione" sussurrò lui, riuscendo finalmente a guardarla negli occhi e riuscendo addirittura a non abbassare il suo sguardo. "Sei stata la mia forza in tutto questo tempo che ho trascorso via e..." 
Si mossero l'uno verso l'altro e si strinsero. 
"Hai il diritto di sapere tutto e io ti racconterò tutto. Che ne dici di andare sotto al faggio?" chiese Harry dolcemente. 
Le loro mani si trovarono senza preamboli e tenendosi saldamente per mano come se fossero una persona sola si incamminarono verso il grande faggio, luogo di tanti momenti vissuti insieme, luogo perfetto per parlare di loro. Ma prima che fossero giunti davvero sotto a quell'albero, si levò un gridolino eccitato. 
"GINNY WEASLEY CON HARRY POTTER!" era una vocina familiare. 
Amelia Summers, la bambinetta che l'Esercito di Silente aveva liberato dalla cella del sotterraneo, correva verso i due ragazzi a perdifiato e con un sorriso raggiante sulle labbra, seguita dalle sue amichette e dai suoi piccoli amici, e prima che ognuno di loro potesse dire qualsiasi cosa, Amelia strinse la vita di Ginny mentre gli altri si accalcavano attorno ai due ragazzi. 
La ragazza sorrise e Harry guardò i minuscoli bimbi di undici anni, divertito. 
"Oh, ciao... ti ricordi di me? Hai salvato me e i miei amici dalla cella!" 
"Certo che mi ricordo di voi" rispose la ragazza, sorridendo loro. 
"State di nuovo insieme?" 
"Noi non ci siamo mai lasciati" ribattè Harry cordiale, stringendo la mano della ragazza con più calore. 
"Oooooh!" strillò eccitata Amelia. "Posso chiedervi un autografo?" 
Ginny e Harry si sorrisero di nuovo divertiti: ci sarebbe stato tempo per parlare più tardi, dopo che avrebbero fatto quello che dovevano e quello che i piccoli lì presenti si aspettavano da loro. Se quello era il prezzo da pagare per essere la fidanzata dell'eroe del momento allora non era niente male, nonostante avesse aspettato quasi secoli, nonostante avesse atteso più della metà della sua vita. 
Ginny le persone non sapeva proprio abbandonarle e qualunque cosa Harry avesse da dirle lei l'avrebbe perdonato, avrebbe perdonato le sue stupidità da adolescente degli anni precedenti e avrebbe vissuto per sempre al suo fianco. 








Angolo autrice
La mia fiction finisce qui e mi piange il cuore. Oh, vi ringrazio davvero di cuore, ringrazio tutti coloro che hanno seguito con passione la mia storia su questo enigmatico personaggio e che hanno recensito facendomi sapere il loro parere: vi adoro davvero tanto! Dedico questo capitolo a tutti voi che mi seguite. Spero che man mano farete di nuovo un salto qui nella mia storia per leggere tutti i capitoli modificati, spero che questo capitolo finale vi piaccia e spero anche che continuerete a seguirmi nelle prossime fanfiction che scriverò, perchè sicuramente ne scriverò delle altre. 
Alla prossima! 
GRAZIE ANCORA DI CUORE.
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Em Potter