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Autore: vero_91    23/02/2013    5 recensioni
“Cosa c’è Hawthorne?” Con estrema facilità, troppa per un cacciatore come me, in un attimo mi ritrovo imprigionato tra la parete e il corpo di Johanna, che preme contro il mio. Vorrei allontanarla ma gli arti non rispondono ai miei comandi, così mi ritrovo immobile, come un burattino nelle mani di questa donna: “Non sono queste le mani da cui desideri essere toccato vero? Non sono queste le labbra che desideri baciare vero? Non è questo il corpo caldo che desideri possedere vero?”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fuoco e Cenere '
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“Gale io vado a farmi una doccia d’accordo?”
“Cerca di non metterci mezz’ora come al solito. L’acqua calda è considerata ancora un lusso lo sai.”
“E tu sai che non è colpa mia se fare la doccia mi disgusta; però chissà… forse se mi facessi compagnia  potrebbe essere divertente.” Aggiunge Johanna con un sorriso malizioso cui non riuscirò mai ad abituarmi.
“Muoviti prima che ti chiuda l’acqua.” Dico, ignorando la sua allusione.
Dall’infortunio sono passati circa sei mesi ormai. E dal quel giorno Johanna si è trasferita a casa mia. Con la scusa di volermi controllare nel caso facessi altre pazzie, si è sistemata nella camera degli ospiti, e da quella volta non se n’è più andata. La sua presenza inopportuna è diventata ormai una costante della mia vita. Una costante cui ho cominciato ad abituarmi. Involontariamente ho iniziato a conoscere i suoi movimenti, le sue abitudini e anche le sue paure, come quella dell’acqua, che la costringe a fissare la doccia per minuti interi prima di riuscire a convincersi a entrare.
Un’altra cosa con cui ho imparato a convivere è il suo strano interesse per me. All’inizio respingevo le sue provocazioni con fare deciso, ma nell’ultimo periodo rimangono semplicemente sospese nel vuoto, come granelli di polvere troppo fini per essere percepiti. Finché sono solo parole posso sempre far finta di non averle udite; è il suo tocco a spaventarmi. L’ultima volta che è successo il corpo non rispondeva più a miei comandi e anche se la colpa è stata sicuramente della febbre, non posso più permettere che succeda una cosa del genere.
Mi siedo sul divano e accendo la tv, più per dovere, in quanto amministratore del distretto, che per interesse.  Le prime notizie non dicono nulla che non sapessi già, e quando la comparsa di Effie Trinket mi convince a spegnere, due parole attirano la mia attenzione: Innamorati Sventurati. Prima che riesca a realizzare cosa questo significhi Catnip e Peeta appaiono sullo schermo, mentre escono insieme dal Villaggio dei vincitori tenendosi per mano. Fisso il viso della mia Catnip, che ne il fuoco ne il dolore potranno mai deturpare. Peeta accanto a lei sorride amorevole, e del mostro creato da Capitol City sembra essere sparita ogni traccia. Davanti a me appare una coppia d’innamorati, “che dopo grandi grandi grandi sofferenze, da due anni dalla fine della rivolta hanno ricominciato a vivere insieme, questa volta per sempre.” La mia mente cerca di prendere le distanze, mentre la vocina fastidiosa e commossa di Effie si sovrappone alla voce seria di Catnip, durante la nostra ultima telefonata.
 
“Gale sono io, Katniss. Immagino sarai sorpreso di ricevere una mia chiamata dopo tutto questo tempo. Mi ha dato il tuo numero Sae la Zozza. Senti… volevo solo dirti che ti perdono. Ho capito che finché c’è solo odio e rabbia in me non potrà mai esserci spazio per nient’altro. Io… devo chiudere definitivamente questa storia se voglio ricominciare. Ed è solo grazie a Peeta se sono riuscita a farlo. Niente… solo questo. Ciao, stammi bene.”
 
“E così quei due stanno insieme? E’ per questo che ti ha telefonato Katniss qualche giorno fa?” la domanda di Johanna mi riporta al presente, comparsa improvvisamente dietro di me ancora in accappatoio.
“Più o meno.” Rispondo mentre spengo la tv e mi alzo ignorando il suo sguardo inquisitorio, perché sento che questa conversazione non porterà nulla di buono. Non faccio in tempo ad attraversare il piccolo corridoio che un cuscino mi colpisce con forza la testa.
“Che cavolo fai?” esclamo sorpreso. Sono piuttosto certo che Johanna mi abbia tirato addosso la prima cosa che ha trovato. Se avesse afferrato un vaso, probabilmente, mi avrebbe tirato quello.
“Sai che cosa penso Hawthorne? Che a te questa situazione piaccia. Continui a crogiolarti nel dolore, a pensare –E’ katniss la ragazza che amerò per sempre, ho sofferto troppo, non potrò mai amare nessun’altra come ho amato lei- e ti autoconvinci di queste stronzate solo perché non vuoi ammettere di avere una dannata paura di ricominciare.”
Raccolgo il cuscino caduto a terra e con calma lo riporto in salotto, mentre il mio cervello assimila le sue parole. Johanna ha la capacità di toccare gli altri nel loro punto debole, ed io non ne sono immune. Ha ragione: il perdono di Catnip mi ha sollevato, il peso che gravava sul mio cuore, fatto di senso di colpa e rimpianto, si è alleggerito, e tutto questo è grazie all’amore che Katniss prova per Peeta. Non per me. Io sono un capitolo chiuso della sua vita ora. Ma lei non lo è per me. Io continuo a restare legato a quel passato che non riesco a lasciare andare.
“Non capisco di cosa tu stia parlando.” Dico, cercando di mantenere il tono di voce fermo, mentre con indifferenza risistemo il cuscino sul divano.
Johanna si para davanti a me, impedendomi di passare. “Fai schifo a mentire. E’ per questo vero? E’ per questa ragione che fai finta di non vedere l’interesse che io provo per te vero?”
Si è così. Se io accettassi di stare con Johanna dovrei chiudere definitivamente con il passato, dovrei cancellare il mio amore che provo per Catnip e voltare le spalle al ragazzo che ero. Non posso farlo. Se mi tolgono tutto questo, che cosa rimane di me?
Abbasso gli occhi. “Io non posso darti quello che vuoi…” dico scostandola.
Quello che accade dopo succede tutto così velocemente che non riesco a reagire. Johanna mi afferra con forza e con una mossa degna di un’assassina mi blocca disteso sul divano, mentre lei si posiziona sopra di me. Se avesse un’arma in mano, probabilmente penserei che stia cercando di uccidermi.
“E che cos’è che voglio Hawthorne? Il tuo amore? Io voglio te Gale, ti desidero, solo questo. E so che anche tu desideri me, quindi smettila con tutte queste stupidaggini e baciami, prima che sia io a farlo.” Johanna prende una mia mano e se la posa sul seno, con uno sguardo di sfida.
In realtà, non appena i nostri corpi sono venuti a contatto, ho capito che non c’era più speranza per me. Come la volta scorsa il mio corpo e la mia mente non comunicano più; mi alzo sui gomiti e con un gesto deciso afferro il suo viso e le nostre labbra si trovano.
Un guizzo di passione nasce dal fondo delle mie viscere e tutto quello che avviene dopo è fuori dal mio controllo. Le mani abili di Johanna che si muovono sul mio corpo, l’accappatoio che le tolgo con foga, la mia bocca bramosa sul suo seno, i suoi gemiti soffocati, i segni bollenti dei piccoli morsi che Johanna lascia sul mio collo, lei sopra di me, bellissima, selvaggia, mentre i nostri corpi si muovono in sincrono finché non raggiungiamo l’apice.
Quando la ragione rientra nel mio corpo mi sento come un semplice spettatore che ha assistito alla scena da lontano, che la giudica sporca, insensata ma che poi distoglie lo sguardo perché la cosa non lo riguarda. Come se non volessi accettare che il ragazzo nudo disteso sul divano col respiro affannato sia davvero io.
E la cosa peggiore è che mi è anche piaciuto. Perdere per un attimo la lucidità, dimenticare chi ero e chi sono adesso, non pensare al mio passato, a Catnip, a tutto quello che ho perso e che non potrò mai più riavere, è stato come respirare aria fresca dopo aver passato tutto il giorno in miniera. Rigenerante.
Un leggero bacio di Johanna mi riporta alla realtà. Nuda, i capelli corti spettinati, è ancora coricata su di me, i suoi grandi occhi marroni che cercano i miei, come se già sapesse quello che sto pensando.
Mi alzo a sedere di scatto, allontanandola, rendendomi conto che non posso permettermelo, che non posso farlo, che non voglio diventare un uomo che usa il sesso occasionale come conforto. Che quel ragazzo che mi guarda come un estraneo è lo stesso che andava a caccia nei boschi ed era innamorato della sua migliore amica, lo stesso ragazzo che non ho nessuna intenzione di lasciare.
“Non capiterà più.” Dico più a me stesso che a Johanna, mentre cerco la maglietta.
“Ti senti in colpa?” chiede, dopo un attimo di silenzio.
“Perché dovrei scusa?” dico, continuando a darle le spalle.
“E allora perché ti comporti come se avessi tradito qualcuno?” mi domanda lei di rimando.
Non so cosa rispondere, e Johanna sa di aver centrato il punto. “Ti senti in colpa nei miei confronti? Perché hai fatto sesso con me ma in realtà pensavi a un’altra?”
“Basta.” La interrompo, perché non voglio sentirmi dire quello che in realtà so già benissimo.
“E’ per lealtà verso Katniss? Le hai giurato che l’avresti sempre amata e aspettata giusto?”
“Basta ho detto.” Mi alzo, come se questo potesse servirmi a prendere distanza dalle sue parole. Come se così non potessero toccarmi.
“O è di te stesso che hai paura? Di quello che sei diventato dopo che…” “Basta! Stai zitta” urlo girandomi di scatto e sputando fuori tutta la mia rabbia. “Io non sono così d’accordo? Non sono il ragazzo che va a letto con una donna per dimenticarne un’altra, non sono un assassino senza pietà che riesce ad andare avanti come se nulla fosse successo.” Prendo un grosso respiro prima di pronunciare per la prima volta quella verità che ho sempre voluto evitare: “Io ho ucciso dei bambini Johanna. Ho ucciso la sorella della ragazza che amo. La felicità è qualcosa che non posso più permettermi ormai. E’ per questo che non posso lasciare andare quel ragazzo che ero, devo avere qualcosa a cui appigliarmi per andare avanti. Altrimenti di me non rimarrebbe nulla.” Il mio tono dovrebbe essere piatto e rassegnato, ma alla fine della frase persino io riesco a cogliere la sofferenza nella mia voce.
Johanna è ancora seduta sul divano, e mi guarda come se non ci fosse nulla di nuovo, come se questa fosse la scena di un copione già visto. A un tratto mi chiedo se è questa la sorte che è toccata a tutti i vincitori degli Hunger Games, se è questo il prezzo da pagare per essere riusciti a sopravvivere.  Poi si alza, e le sue braccia mi accolgono in un abbraccio che non ha niente a che fare con la passione o la pietà, è solo accogliente e sicuro.
Lo ricambio, affondando il viso tra i suoi capelli e perdendomi nel profumo del sapone. “Qual è il tuo appiglio Johanna? Cos’è che ti ha aiutato a ricominciare?” sussurro. Siamo ancora abbracciati quindi non riesco a vedere la sua espressione, ma ho la sensazione che stia sorridendo.
“Sei tu Gale. Mi ci sono voluti parecchi anni prima di trovarlo, ma come si dice –meglio tardi che mai-” conclude con un’alzata di spalle. Mi ci vuole un po’ prima che il peso delle sue parole arrivi al mio cervello ormai esausto, e quando succede Johanna ha già alzato il suo viso per studiare la mia espressione.
Sto per riformulare l’ennesimo rifiuto quando lei mi precede: “Ti prego non ricominciare con la solita storia!” dice alzando gli occhi al cielo. “Senti Gale, lo so che sei innamorato di Katniss ed io non voglio essere la tua ragazza, né tanto meno la sua sostituta o la seconda scelta. Voglio solo stare con te perché mi piace. Mi piaci tu, mi piace vivere e mangiare insieme a te, e sì mi piace anche fare l’amore con te. Quindi permettimi di stare con te e io ti prometto che non chiederò nulla in cambio.” Dice appoggiando con una gentilezza inaspettata una mano sul mio viso.
La testa mi urla che non posso farlo, che non è giusto nei suoi confronti, che io amo già un’altra donna, ma il mio corpo stanco non riesce a liberarsi dal suo abbraccio accogliente, non vuole rinunciare a questo inaspettato calore e il mio cuore a pezzi non vuole ritornare a sentirsi solo più di quanto già non sia.
“Lasciami entrare e appoggiati a me.” Sussurra Johanna prima di premere delicatamente la sua bocca sulla mia.
Devi allontanarla ora. Dopo sarà troppo tardi. Sarà sempre troppo tardi. La vocina d’avvertimento nel mio cervello si spegne nel momento in cui le mie braccia si stringono intorno a Johanna avvicinando i nostri corpi e le nostre bocche, non lasciando più spazio alle parole. Nel mio assenso silenzioso però, so di essere caduto in una trappola, so che ci sarà un momento in cui dovrò rendere conto dei miei sentimenti ed io non avrò nulla da offrirle.
 
 
 
 
--- angolo autrice---
Dopo mesi d’assenza, d’ispirazione pari a zero, ecco che rifaccio la mia comparsa! Chiedo scusa alle persone cui ho detto che stavo lavorando per un secondo capitolo e poi sono sparita, ma la verità è che avevo bisogno di mettere un po’ d’ordine nei miei pensieri e ho dovuto prendermi una pausa.
Aggiungiamoci poi, che scrivere questo “secondo” capitolo non è stato affatto facile! :D Dico così perché l’idea iniziale era di scrivere un paio di one-shot su questa coppia, senza che ci fosse una continuità, ma alla fine, un po’ per alcune richieste, un po’ perché ero curiosa di approfondire i personaggi, ho voluto provare a scrivere quest’altro capitolo. Che il risultato sia buono però non posso garantirlo anzi, se è una schifezza basta dirlo e io mi fermo! XD Quindi non fatevi problemi a dirmi cosa ne pensate, è molto importante per me! 
Per quanto riguarda il capitolo in se, ci sono alcune cose che vorrei precisare. (poi la smetto giuro.)
Gale se nel primo capitolo appare vuoto e apatico, qui c’è stata una piccola evoluzione, non ha più bisogno di nascondersi dietro un muro d’indifferenza per non soffrire, ora riesce a guardare in faccia la realtà e ad accettare quello che è successo. Tutto questo però lo fa da solo, contando solo su se stesso, ricordandosi com’era prima della guerra e aggrappandosi al pensiero che c’è ancora qualcosa di buono in lui. (Spero proprio di essere riuscita a trasmettere questa cosa!)
Per quanto riguarda il suo rapporto con Johanna, lei gli serve per smuoverlo, per fargli aprire gli occhi e per fargli capire che non è solo. Subito questo capitolo doveva essere di rating rosso, ma alla fine ho preferito rimanere sul generico, perché per ora da parte di Gale c’è solo passione, come una specie di scossa elettrica al contatto, ma nel suo cuore c’è ancora Katniss. Poi più avanti… chissà. XD
Bene ho finito (era ora), secondo i miei calcoli il prossimo capitolo dovrebbe essere l’ultimo, ma come ho detto se volete che mi fermi ditelo! :D
Grazie a tutte le persone che hanno recensito, che seguono, preferiscono o ricordano questa storia!  grazie mille!
A presto spero!
  
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