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Autore: Zeepbels    10/05/2013    5 recensioni
Fanfiction momentaneamente sospesa!
Sessantanovesimi Hunger Games.
Rose Halley viene dal Distretto 9.
Quando, il giorno del suo tredicesimo compleanno, si avvia in piazza per assistere alla mietitura, non sa che tra mille e più biglietti quello estratto sarà proprio quello con il suo nome.
Ma sa che in quell'Arena non ammazza solo il corpo, ma ti toglie anche quel poco di spirito che Capitol City ti permette di tenere.
*Dal capitolo 8*
Ecco perché esistono gli Hunger Games, per lasciare ai Distretti la speranza che i loro ragazzi possano tornare, e ai Tributi il compito di farne fuori il più possibile per riabbracciare la propria famiglia.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 15 – Maledetti rimpianti
 
Sono nel bosco, corro come un animale braccato. E se lo fossi? Mi volto, quasi a dar conferma ai miei pensieri. Sì, Maya, l’assassina del 2, è ancora lì. Il volto contratto in un ghigno sadico, la spada stretta in pugno … la personificazione della morte, insomma. Solo che questo non è una delle mie tante macabre  fantasie sulla mia morte … questa è la realtà. Anche se, a tratti, mi sento cime
La cosa certa è che per una di noi i Giochi finiscono qui. Sento il sangue di Maya bagnarmi le mani, le braccia, sporcarmi dentro.  E capisco di avercela fatta, di essermi salvata di nuovo. Vedo il suo sguardo carico di stupore e odio, odio nei miei confronti. E capisco solo adesso che ora l’assassina sono io, che un piccolo movimento del braccio mi ha trasformata in un mostro.
Rivedo il mio coltello affondare nel corpo della ragazza ancora, ancora e ancora, in una sorta di replay. Vorrei urlare, svegliarmi da quest’incubo. Ma non è un incubo, questo. O forse si?
Sì, è solo un dannatissimo sogno, una rielaborazione fatta dal mio cervello degli avvenimenti della giornata appena trascorsa. Lo capisco perché improvvisamente sono seduta accanto a Dave, che sonnecchia accoccolato su se stesso. Mi prendo la testa tra le mani, disperata. Non capisco cosa mi sia succedendo. E questo mi fa impazzire. Inizio a singhiozzare sommessamente, sono davvero sconvolta.
Come ho potuto fare una cosa simile? Certo, Maya era un’assassina, una macchina creata appositamente per uccidere. Ma era pur sempre una persona. Aveva qualcuno che l’aspettava, nel suo Distretto … una famiglia, un ragazzo magari. Forse pensava sinceramente di tornare a casa.
Ma non lo farà. E la colpa sarà solo mia.
Sento delle braccia avvolgermi, e mi ritrovo a piangere contro il petto di Dave.
- Shhhhh, non piangere … era un incubo, un maledettissimo incubo – sussurra.
- S … sono un mostro, Dave … - cerco di articolare tra i singhiozzi.
- Benvenuta nel club, allora – mormora lui cupamente.
Passano alcuni minuti, ma non riesco a calmarmi. Ad un tratto, Dave mi prende per le spalle e, scuotendomi, esclama: - Rose, ma proprio non capisci? Se non l’avessi uccisa, ora non saresti qui!
- Si … ma non riesco a capacitarmi di aver fatto fuori qualcuno …
- Pensavi di poter arrivare alla fine senza combattere? – chiede lui freddamente piantando il suo sguardo verde su di me.
- Non pensavo di arrivarci proprio alla fine … - ribatto.
- Oh andiamo, Rose! – Dave sembra spazientito. Ma non capisce? Non ha forse avuto la mia stessa reazione dopo aver ucciso Martin?
- E se ti avesse uccisa? – continua lui, imperterrito. Forse crede che continuando a ripetere sempre le stesse frasi mi calmerà. Come al solito, ha ragione. Alla fine nemmeno sto ascoltando ciò che dice, ma almeno le lacrime hanno smesso di scendere.
Vorrei ringraziarlo, parlargli, cercare le sue labbra e lasciare che siano loro a calmare i singhiozzi. Ma non lo faccio. Ho già combinato abbastanza guai, e ho paura che con questo atteggiamento finirei solo per ritrovarmi Dave come prossima vittima. Perché resteremmo solo noi due.
Intanto lui, che deve aver capito cosa mi passa per la mente, si alza.
- Vado a prendere da mangiare – dice, ed esce dal nascondiglio. Sinceramente non mi importa molto di mangiare, perché ho lo stomaco totalmente chiuso, ma poi mi rendo conto che starmene qui, ferma e inattiva, farà tornare i rimorsi più forti di prima. Perciò lo seguo a ruota.
Il sole del mattino mi acceca, e devo coprirmi gli occhi con la mano per un bel po’ prima di abituarmi.
- Ehi, Dave! – esclamo nella direzione del mio alleato, che sta per attraversare il fiume – Vado io! Resta tu a guardia delle provviste.
Cercando di dimostrarmi non dico allegra, ma almeno non depressa, abbozzo un sorrisetto. Lui interpreta fin troppo bene i miei patetici tentativi, perché mi abbraccia e, come se niente fosse, mi bacia.
Le sue labbra morbide e calde poggiano dolcemente sulle mie. All’inizio penso di scostarmi, ma alla fine  rispondo al bacio. Se questo mi far stare bene, perché dovrei negarmelo?
Quando ci stacchiamo, lui dice solo: - Fa attenzione, Rose, non allontanarti troppo e, se sei in pericolo, urla.
- Lo so - rispondo un po’ irritata.
Dave mi trattiene ancora per un po’, scrutandomi con un’espressione indecifrabile sul volto. Forse pensa che sia impazzita e che voglia suicidarmi.
Attraverso il fiume e mi addentro nel bosco. O, meglio, in ciò che ne rimane. Il terremoto ha abbattuto buona parte degli alberi, e probabilmente avrà ucciso la maggior parte degli animali. Piazzo comunque un paio di lacci a scatto vicino al corso d’acqua, nel caso a qualche coniglio selvatico venisse improvvisamente sete. Con il coltello stretto in pugno, cammino per il bosco in cerca di una preda.
Lungo il tragitto prendo a canticchiare la melodia di Seth, e subito le ghiandaie imitatrici ripetono il mio canto, allegre. Facile essere allegri quando si hanno un paio di ali e si può scappare quando si vuole, penso. Se avessi io la fortuna di questi uccellini, ora sarei nel Distretto 9, accoccolata in un caldo nido. Magri con una famiglia accanto.
Torno al fiume dopo quasi un’ora, mangiucchiando alcuni dei mirtilli che ho raccolto, ma senza bottini più consistenti. Fortunatamente, una delle mie trappole è servita a qualcosa. Un bel coniglio grassoccio se ne sta lì appeso all’albero. Il mio stomaco brontola, e io già pregusto il pranzo che mi aspetta una volta tornata al rifugio.
Prima di tornare da Dave, però, decido di darmi una lavata. Fino ad oggi ho avuto la possibilità fare un bagno solo una volta, e oggi non credo che i Tributi si faranno vedere, saranno tutti nei loro rifugi a curare le ferite e a fare il conto dei danni provocati alle loro provviste dal terremoto.
Quando il mio volto si riflette sulla superficie cristallina dell’acqua, quasi salto in aria dallo spavento. Dov’è finita la tredicenne dal viso pulito e sorridente del Distretto 9? Ciò che vedo, infatti, va al di là dei termini “selvatico” e “malridotto”. Mi osservo meglio.
I capelli sono aggrovigliati e impiastricciati di fango, sono notevolmente dimagrita, ho le guance scavate e due profonde occhiaie violacee mi cerchiano gli occhi. Perfino questi ultimi sono diversi: hanno perso luce e colore, mostrano solo odio e tanto, tanto dolore. Le mani sono ancora impiastricciate di sangue, sia quello mio  della ferita alla mano che pian piano sta guarendo, sia quello del coniglio. E forse anche di Maya.
Distolgo lo sguardo e prendo a lavarmi più in fretta che posso. Dopo aspetto che gli abiti si asciughino seduta su un masso, nascosta dalle piante. Quando ritorno dal mio alleato i capelli sono quasi asciutti e stanno riprendendo la loro consistenza originale di boccoli crespi.
Appena prima di entrare nel rifugio, un colpo di cannone risuona nella valle distrutta, ma stavolta l’eco non rimbalza sulla parete rocciosa, che ormai non esiste più. Rimango impietrita per alcuni istanti, poi mi precipito tra le rovine. Non appena vedo Dave seduto nel punto dove avevamo dormito, la schiena dritta e le orecchie tese come se si aspettasse l’arrivo di un  Favorito da un momento all’altro, mi lascio scappare un sospiro di sollievo.
Cuociamo il nostro coniglio senza dire una parola, ma, mentre mangiamo, chiedo: - Secondo te chi era?
Dave mastica lentamente la carne soprappensiero, poi appoggia l’ossicino a terra e dice: - Bryn si sarà stufato del suo compare, Dan. Oppure Flinn, il tipo dell’8, è morto per colpa delle ferite che si è fatto ieri.
Mentre finisco la mia parte dell’animale, mi ritrovo a riflettere alla facilità con cui tutti i Tributi riescono ad uccidere. Come ha detto Dave, a Bryn, il bufalo del 2, sarà bastato il fatto che Dan stesse diventando un avversario insidioso per farlo fuori. In fondo non sono l’unico mostro qui. Questo pensiero mi fa sentire meglio, e mi stupisco di non essere arrivata prima a questa conclusione.
Passiamo un pomeriggio di totale inattività. Ce ne stiamo seduti accanto agli zaini, indecisi se uscire e trovarci un rifugio in ciò che rimane nel bosco o aspettare che gli altri Tributi riprendano a darsi la caccia a vicenda. Optiamo per la seconda opzione, anche perché io sono ancora abbastanza sconvolta e la ferita alla schiena di Dave pulsa ancora dolorosamente. Fino a sera siamo fortunati, nessuno ci trova.
Non ceniamo, nessuno di noi ha voglia di uscire a cercare da mangiare. E poi, sarebbe troppo rischioso. Ormai si saranno ripresi quasi tutti dal brutto tiro giocatoci dagli Strateghi.
Dopo il tramonto, la temperatura si abbassa bruscamente di molti gradi. Ci ritroviamo entrambi a tremare, nonostante la pesante coperta. Addirittura, dopo qualche ora, vedo formarsi dei piccoli cristalli di ghiaccio sui miei capelli. Guardo Dave, implorante.
- Non possiamo accendere un fuoco, Rose, lo sai – sospira. Non ci resta che aspettare fino all’alba. Cerco di muovermi, per quanto mi è consentito stando sotto la coperta, e mi scaldo un po’.
L’inno arriva con notevole ritardo. Si saranno dimenticati a Capitol City?
Usciamo per vedere il volto della vittima di questa mattina. Dan. Questo significa che ormai sono solo due i Favoriti in circolazione. Bryn, che non si allontanerà mai dalla Cornucopia, e Cheryl, che a dire il vero del gruppo dei Favoriti non ha mai fatto parte.
Mentre conto i Tributi rimasti, sento un fruscio provenire da un albero dietro di me. Mi volto di scatto, seguita subito da Dave, ma non vedo niente. Ad un tratto una freccia spunta sibilando dalle fronde, e io faccio appena in tempo a vedere il bel volto di Cheryl contratto in un ghigno e a scorgere lo scintillio del suo arco, che la ragazza è già scomparsa.
Mi giro verso il mio alleato, spaventata. Mi si parano davanti i suoi occhi verdi, scintillanti di lacrime e dolore.
Un istante dopo, Dave si accascia al suolo.
 
Angolo autrice che non aggiorna mai!
Zalve gente OuO non aggiorno, lo so. Ma ho i miei motivi. Ve li elenco:
1)      Per un certo periodo ho pensato seriamente di non continuare, ma poi ho cambiato idea.
2)      Mi sono dedicata ad una OS su Caesar (e ci terrei che la andaste a vedere c: )
3)      Ho avuto un sacco di compiti
4)      Non mi andava OuO
Quindi vi chiedo scusa per l’attesa, e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio in anticipo per le recensioni <3 (semmai ce ne saranno). Ah, spero che MockingjayPotter  potrà mai perdonarmi per ciò che ho scritto *faccina colpevole* :c
- Mary
  
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