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Autore: shinya_00    21/05/2013    0 recensioni
Ti ho già perso una volta.. non voglio perderti di nuovo!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eleonora, quel mattino si alzò sapendo a cosa andava incontro, sapendo che quello sarebbe stato il giorno più brutto di tutta la sua vita. Era il giorno della partenza. Era tutto pronto, di sotto le valigie aspettavano, mancava solo lei. Si preparò lentamente, cercando di prolungare al massimo ogni suo singolo movimento. Mise i vestiti che aveva scelto il giorno prima: maglietta bianca con una stampa rossa, pantaloni rossi, giacca di pelle rossa, anfibi. Quando scese non trovò la scena che lei amava definire “tipicamente Andersen” ma sua madre guardava la tv (la sua soap opera preferita) e suo padre non c'era, forse era fuori ad aspettarla in macchina. --Ciao-- Eleonora si fermò sull'ultimo gradino della scala. --Ciao-- rispose semplicemente la madre. --Ci siamo-- fece lei. --E già...-- disse la madre, visibilmente triste, poi si alzò e andò ad abbracciarla --... mi raccomando: fai attenzione e fai la brava. Ti voglio bene lucciola-- e le sorrise. --Sì certo...-- rispose lei arrossendo leggermente --... ti voglio bene anch'io, mami--. Anche se a malincuore, Eleonora uscì senza tante cerimonie dalla sua calda e accogliente casa, tutta di legno, dove potevi trovare sempre un fuoco acceso per andare a Blackraven, città che non conosceva. Se ci pensava le veniva quasi da ridere, lei aveva sempre vissuto in nord Europa, non conosceva Oxford, figuriamoci se sapeva come orientarsi in Inghilterra! Ma si sarebbe fatta coraggio comunque e sarebbe partita a testa alta. Quando arrivarono all' aereoporto Eleonora si sentiva stranamente tranquilla, come se tutta la tensione di prima fosse sparita all'improvviso. Ma commise uno sbaglio. Era ferma al check-in quando si guardò indietro e vide il padre. In quel preciso momento dovette farsi una forza immane per rimanere ferma al suo posto e non andare dal padre, per dirgli che non voleva più partire. Ultima chiamata per i passeggeri del volo 91 per la California disse la voce di donna al microfono. Era ora. Con un cenno saluto un ultima volta il padre, si girò e si diresse verso l'uscita. Prese porto su quell'aero, allacciò la cintura e prese il volo. Un lacrima le rigò la guancia mentre la sua mente ritornava a casa, dai suoi genitori e da quei pochi amici che aveva a scuola, ripercorrendo i bei momenti, quelli felici. Un'altra lacrima le rigò la guancia mentre ripensava a lui, a quegli occhi che molto probabilmente non avrebbe ma i più rivisto, a quelle labbra; si maledisse mentalmente per non essere riuscita a digli cosa provava. ^Ora basta! Si può sapere cosa mi sta succedendo? Devo smetterla di pensare al passato! Ora importa il presente...^ pensò. Prese il suo inseparabile i-Pod, dal suo repertorio scelse “Don't jump”, gli autori di quella canzone erano gli unici che riuscivano a farla sentire bene. ^Menomale che ci sono loro^ pensò lasciandosi cullare dalle note di quella stupenda canzone. Erano le due del pomeriggio quando l'aereo atterrò.
  
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