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Autore: HamletRedDiablo    31/05/2013    4 recensioni
I corsari giunsero a Marsiglia. E fu l'inizio dell'ultima storia.
"Mio caro lettore.
O forse dovrei dire miei cari lettori. Non offenderti, tu che leggi queste righe, ma spero vivamente che non sarai il solo a soffermarsi su questa storia. Sono abbastanza conosciuto come l’aedo della Marsiglia, ma assai di rado mi sono dedicato alla scrittura. Ritengo che un racconto debba essere vissuto, assaporato, visualizzato, e niente meglio di una novella ben raccontata al tepore di una locanda può farlo.
Tuttavia, questa è una storia che voglio scrivere. Voglio che i miei lettori possano sapere come sono andate le cose anche quando la mia lingua sarà polvere nella terra consacrata. Voglio che questa storia mi sopravviva, e che il mito dei suoi protagonisti possa essere raccontato ancora e ancora, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in America, in tutti i luoghi che i personaggi di questo racconto hanno toccato."
[Pair: Spamano, FrUk]
[Seguito di Rosario Cuentas]
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rosa de los Vientos'
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Capitolo Cinque: Di nuovo Primavera

 

 

 

«Mamma!»

Il sole rovesciò una fitta trama di riflessi sui capelli di Consuelo, quando la donna si voltò.

Ormai i suoi boccoli corvini arrivavano a sfiorarle la vita. Gli anni trascorsi dalla sera in cui era stata rasata per travestirsi da maschio non avevano solo permesso alla sua chioma di ricrescere; le dita del marito si erano rinsaldate, nonostante la forma curva rivelasse i tragici segreti dell’Inquisizione. E il piccolo Domingo era cresciuto fino ad affacciarsi sull’adolescenza.

Correva verso di lei con le sue gambette magre, carico di stoffe e vestiti mezzi imbastiti.

«Mamma, dove appoggio questi?» trillò, rovesciandosi quasi sotto il peso dei tessuti.

«Nell’armadio sulla parete di destra» Consuelo alleggerì il figlio di qualche taglio di stoffa, e lo aiutò a piegarle e riporle al giusto posto.

«Sta crescendo bene» si compiacque Francis, osservando il piccolo che zampettava attorno alle gonne della madre.

«Ci stiamo impegnando» sorrise Diego. «Cerchiamo di fargli imparare anche la nostra lingua natia. È nato qui in Francia, ma le sue radici sono comunque spagnole.»

«Contate di ritornare in Spagna, un giorno?»

Diego scosse tristemente la testa.

«Non c’è più posto per noi, in quella terra. Anche se Nicolas è morto, le accuse contro di noi sono ancora vive. Se rimettessimo piede in Spagna, finiremo sul rogo nel giro di pochi giorni» le sue mani ritorte subirono un tremito sotto la stretta stoffa dei guanti. «Ma nostro figlio non deve subire la nostra stessa sorte. Se un giorno volesse stabilirsi in Spagna, voglio che possa farlo senza problemi.»

Francis si appoggiò completamente allo schienale della sedia e commentò, serafico:

«Non credo che Domingo desidererà mai una cosa del genere. La sua casa siete voi. E non credo esista un altro posto in cui voglia vivere.»

Notando lo sguardo dei due uomini, Domingo sfrecciò verso il padre e gli si avvinghiò alle ginocchia.

«Papà, quando tornano i pirati?» cinguettò.

«Sono corsari» lo corresse bonariamente Francis.

«Torneranno in estate» Diego scompigliò i capelli del figlio, che emise uno squittio risentito e corse lontano dal genitore malefico.

Francis passò una mano nella chioma color miele, e il suo cuore ebbe un piccolo spasmo quando avvertì la consistenza secca della tintura. Nella sua capigliatura avevano cominciato a germogliare alcuni sporadici capelli bianchi, e il francese non poteva permettere un simile scempio della sua immagine. Tuttavia, rimpiangeva amaramente la morbidezza dei suoi capelli naturali.

«Sono passati già tredici anni» considerò in un sospiro, osservando Domingo, l’indice più lampante del tempo trascorso.

«E sono quasi sei anni che non vediamo Antonio e Lovino» aggiunse Diego. «Mi chiedo se anche questa volta Arthur ci porterà solo una lettera.»

Francis sgranchì le dita delle mani una per una, e valutò:

«Temo di sì. Hanno trovato la loro casa, ed è nel Nuovo Mondo, molto lontano da qui.»

Una nuvola di tristezza rabbuiò il volto di Diego, prima che un sorriso la dissipasse.

«Non importa. Sono sicuro che, ovunque siano adesso, non si sono scordati di noi. E un giorno ci ritroveremo.»

«Dove?»

Una rassegnazione stemperata di gioia si spanse sul volto dell’uomo, rendendolo talmente luminoso da essere quasi doloroso.

«Nel regno del mare. Sono sicuro che il cuoco ci stia tenendo un posto di fianco a lui. Avremo una vita di avvenimenti da raccontargli.»

 

Ho ammirato Diego in quel momento. Ho ammirato tutta la sua famiglia.

Esuli dalla loro terra e separati dai loro compagni, hanno comunque la forza di sorridere. Diego la trova nel viso della moglie e del figlio, Consuelo la avverte nelle carezze del marito e negli abbracci del bambino, e Domingo ne è sommerso grazie all’affetto incondizionato dei suoi genitori.

E non hanno biasimato Antonio e Lovino per la loro scelta. Li aspettano ai cancelli del regno del mare, dove tutte le genti del mondo si riuniscono.

Capisco la sottile pena striata di nostalgia che caratterizza l’attesa.

Anche io la sto provando, in questo momento.

Ma è molto diversa. Io non dovrò aspettare il prossimo mondo.

Questo sarà l’ultimo viaggio di Arthur. Me l’ha promesso.

Le sue prossime avventure le vivrà qui, a Marsiglia, nella migliore sartoria della città.

Voglia il cielo che quel momento arrivi il prima possibile.

 

«Stai invecchiando.»

Lovino non si preoccupò di velare la sua accusa con un minimo di gentilezza, e Antonio accettò la brutale schiettezza del compagno con seraficità.

«È inevitabile: il tempo non smetterà di scorrere solo per me» l’ex-locandiere si allungò per abbracciare il compagno e stringerlo a sé. «Ma ne sono felice: i miei capelli si sono imbiancati, ma tu sei ancora qui. Vuol dire che sei stato al mio fianco per anni.»

Lovino avrebbe voluto replicare seccamente, ma la peseta scivolò fuori dal bordo della camicia. Ribellarsi mentre portava quello stupido pegno al collo sarebbe stato ridicolo.

Sbuffò con tutta l’aria che aveva nei polmoni, mentre si girava ad abbracciare ruvidamente il suo compagno.

«Ho la pazienza di un santo» si lodò burbero, prima di staccarsi da lui.

Qualche anno prima, la gamba di Antonio aveva deciso di non poter più sopportare i viaggi per mare, forzando lo spagnolo a fermarsi in America. E Lovino aveva di nuovo voltato le spalle all’oceano per il suo amante.

Qualche volta avevano parlato di tornare in Francia, dove li aspettavano Diego, Consuelo, Francis e il piccolo Domingo. Ma la ferita di Antonio non gli avrebbe permesso di imbarcarsi troppo presto, e gli anni che avanzavano facevano impallidire progressivamente quella possibilità. Ma c’era sempre una candela che bruciava, sul comodino della loro camera, una fiamma accesa per illuminare la via ai loro amici in terra francese.

Si erano stabiliti in una casa modesta, in uno dei possedimenti coloniali che Arthur era incaricato di controllare. La nostalgia della locanda spagnola e delle avventure per mare mordeva loro le viscere mentre aiutavano nella gestione delle piantagioni, ma qualunque sentimento sgradevole spariva quando la sera si stendevano nello stesso letto.

Era molto più di quanto Antonio avesse mai sperato, e di quanto Lovino avesse previsto.

Potevano vivere insieme per tutta la loro vita, in una terra lontana dalle ombre della persecuzione. Quella normalità era il più grande dono per cui avrebbero potuto pregare.

«Resterai con me anche quando i miei capelli saranno completamente bianchi?» domandò sulla chioma ramata, malamente regolata con il rasoio.

La risposta di Lovino lo stupì piacevolmente.

«Solo se tu resterai finché non nevicherà anche sulla mia testa.»

Antonio sfoderò il sorriso e il tono rauco che solo la presenza dell’italiano facevano sorgere.

«Fino ad allora, ed oltre» sussurrò, chinandosi per baciarlo. «Voglio incontrarti anche nella prossima vita, Lovino.»

L’italiano bubbolò qualcosa a labbra strette, ma le schiuse docilmente per accogliere il suo amante.

La Dea del Mare doveva rassegnarsi alla perdita di due dei suoi migliori corsari.

Avevano trovato il loro mondo. Ed era grande quanto un abbraccio.

 

Sono sicuro che Lovino non toglierà mai la peseta. Sono sicuro che quella moneta sarà riscaldata dal petto del ragazzo per tutta questa vita. Così come le fedi nuziali non abbandoneranno mai gli anulari di Diego e Consuelo.

Vorrei che tutti potessero vedere ciò che vedo io: affetti sconfinati quanto il mare che ha fatto da sfondo a queste vicissitudini. A tutti coloro che dicono con tanta leggerezza che il vero amore non esiste, vorrei raccontare questa storia. Vorrei raccontarla e dire: “il vero amore esiste, ma bisogna lottare per difenderlo, ed è per questo che tanta gente si accontenta della noia”.

Ognuno di noi ha lottato: contro il richiamo del mare, contro i cacciatori di eretici, contro un’attesa che uccide.

Diego e Consuelo si sono sposati, e il frutto della loro unione corre felice per l’atelier. Lovino e Antonio coltivano il loro amore su una terra sconosciuta.

Per quanto mi riguarda, attendo.

La pipa mi occhieggia dal camino, ricordandomi la promessa che il capitano ha rinnovato a ogni suo approdo a Marsiglia.

Quest’estate, la mia lotta con il mare finirà.

E a tutti voi che avete letto questa storia, rivolgo un augurio che assomiglia ad una preghiera: se le nostre vite vi hanno lasciato un messaggio, un pensiero o un sentimento, conservatelo con cura e portatelo con voi. Non dimenticate le vicende di questi uomini divisi tra terra e mare, uniti nella lotta per la propria libertà. Serbate, in un angolo del vostro cuore, questo bizzarro racconto di flutti ed emozioni.

E mentre voi assaporerete l’ultima eco di questa novella, io sarò sul molo ad aspettare che l’oceano rispetti la sua promessa.

È ancora in debito con me di un capitano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scusate per l’abnorme ritardo çAç

Grazie a niki_, LadyRin, jei90 e shaya21 che hanno recensito lo scorso capitolo<3 Perdonatemi se non vi rispondo singolarmente, ma il tempo per la connessione è scarso ç_ç (siamo in cinque con un solo cavo, purtroppo çAç). Ho capito che qui in Giappone il metodo: “rispondo appena prima di aggiornare” non funziona ç____ç dalla prossima volta vi ringrazierò singolarmente appena recensite u.u  Grazie mille, davvero<3 Mi sono emozionata a leggere i vostri commenti çAç sappiate che avete fatto felice una piccola scrittrice sull’arcipelago nipponico<3<3<3 *sparge cuori*

Ora sono in Giappone, e tra studio, lavoro e tesi ho trovato davvero poco tempo per scrivere @_@ Avrò lezione fino ad agosto (qui il semestre comincia ad aprile XD), quindi fino ad allora non so garantire la frequenza degli aggiornamenti, per le altre storie che ho in corso ç_ç

Anyway…

Adesso è proprio finita. Conclusa. Oddio, mi sembra di aver detto addio a un caro amico ç____ç

Non saprei cosa aggiungere, Francis ha parlato saporitamente anche per me XD

Una cosa sola: grazie, grazie infinite a tutti voi che avete seguito la storia dall’esordio e siete approdati a Marsiglia insieme ai corsari<3 Grazie infinite per il vostro supporto e il vostro calore<3 Se questa saga è continuata tanto, è stato merito del vostro sostegno<3<3<3<3

Alla prossima storia, dunque J

Ah, per chi attendesse notizie sulla fanfic dei pirati nello spazio… non so dare una data precisa di emmissione ç_ç Ma posterò qualunque news (anche sulla scelta delle coppie 8D grazie ancora per i vostri pareri<3<3<3) quiqui.

Grazie ancora<3

A presto<3

Red

   
 
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