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Autore: bruciato    15/06/2013    2 recensioni
Anime Oscure è un opera in corso di scrittura di genere Low Fantasy.
Ambientata nel regno di Landor,segue le vicende dei maggiori esponenti di quest'ultimo,dal Re ai Cavalieri Neri, suo protettori, includendo nobili e popolani. Giochi, guerre, intrighi e complotti si alternano nella Città Illuminata, dove siede il giovane Re Vaan Destiryon.
Cyrith, regno da sempre nemico di Landor, si muove a Est, mentre da Nord arriva Cesar Brambe, figlio del Re ucciso e spodestato da Lance Destiryon, padre di Vaan.
Dalla Linea Stricta, a Sud, arrivano voci preoccupanti sul ritorno dei non-morti. Non molti credono al ritorno di quei traditori del reame, considerando la loro stessa esistenza leggendaria.
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gwen Allister si era alzata molto presto quella mattina; doveva essere il più curata possibile per il Re. Jorea stava prendendo le vesti dall'armadio, mentre Gwen sentiva il battito accellerarsi ogni minuto di più. Avrebbe pranzato con Vaan assieme alle altre pretendenti del trono, ma ovviamente doveva spiccare tra loro.

Non era per niente facile. Tanto per cominciare, c’erano altre tre pretendenti come mogli di Vaan, e poi , nonostante lei fosse sicuramente una bella ragazza, non si trovava a proprio agio a corte, nelle cortesie regali fatte di centinaia di saluti e inchini. Era sempre stata abituata a farsi corteggiare piuttosto che a farlo lei stessa. Benché avesse imparato molto presto e anche molto bene le maniere che si addicevano a una principessa, non si era mai ritrovata in quel ruolo. Ora però la cosa più importante per la sua famiglia Allister era che lei diventasse regina, e il Re doveva scegliere tra lei o altre tre principesse venute da tutto il reame per conquistare il cuore ( e il trono ) del loro Re. Si sistemò i lunghi capelli biondi raccogliendoli dietro come faceva sempre, e si avviò assieme al Cacciatore alla sala da pranzo. Ogni fanciulla avrebbe avuto il proprio Nero, aveva dichiarato Vaan il primo giorno che erano arrivate a corte. Ma Gwen, era vestita bene? Sarebbe piaciuta quel giorno al Re? Oppure non gli avrebbe rivolto parola come soleva fare? Buttò un'occhiata al Cacciatore, quasi sperando che egli ricambiasse, come a dargli una qualche specie di sostegno. Ovviamente quel ragazzo tutto d'un pezzo guardava fiero davanti a sé, come se Gwen non esistesse. Per lui, lei era solo un incarico. Un pensiero andò a Antony e Gregor. Tra non molto sarebbero stati a corte anche loro, probabilmente. Il desiderio di rivederli, di riabbracciarli, era enorme.

All'improvviso, si sentì attanagliare un braccio. Era il Cacciatore.

« Vuole sbattere sulla porta, mia signora? » fece. Gwen in quel momento si rese conto che erano arrivati. La guardia che era lì mal celò un risolino.

« Apri, Ludwig. » gli ordinò il Nero. Il lanciere aprì lentamente, e Gwen vide per la prima volta la sala da pranzo del re. Vi era un lunghissimo tavolo bianco, con sopra prelibatezze da tutto il regno di Landor,e il soffitto era ricoperto da piastrelle pregiatissime, probabilmente dalle spiagge Sambor.

Appena mise piede nella sala da pranzo gli arrivò l’odore dell’arrosto di maiale. Il Cacciatore andò a prendersi il posto. Era tutto fantastico, se non fosse stato per le altre tre al tavolo. Erano già sedute e chiacchieravano di non sapeva cosa. Poi si voltarono all’unisono, si scambiarono qualche occhiata e risero. Oche starnazzanti, pensò Gwen. Il trio infernale l'aveva esclusa sin dall'inizio della conoscenza. Ma soprattutto c’era Amber Arcadia, la sua rivale più temibile, probabilmente di eguale bellezza. Era una ragazza piuttosto scura di carnagione,con le labbra carnose e i capelli sciolti fino ai seni. I suoi occhi verdi erano descritti come specchi, e lo erano davvero. Si erano odiate fin da subito, senza motivi particolari.

Gwen si sedette e iniziò a chiacchierare con Ingrid, l'unica delle tre principesse con cui scambiava qualche parola, parlando degli avvenimenti più o meno recenti. Lei le disse di aver udito che la guerra con l’Est era alle porte, Amber che c’erano già stati scontri sulle montagne di Laom. Gwen non voleva credere a questo, non era possibile; ormai c’era pace da mezzo secolo. Mentre continuavano a parlare, si aprì il portone che conduceva alle stanze della famiglia reale, ed entrarono Vaan Sambor assieme a sua madre Caterine. Non era più giovanissima, ma era una donna molto formosa,con i capelli biondo cenere e gli occhi di un azzurro vivissimo. Batteva su tutti i fronti sia Gwen che Amber. Appena entrò diede un’occhiata veloce alle principesse e poi si rivolse a loro con un tono amichevole, dopo essersi seduta accanto al figlio.

« Mie giovani ospiti,è un piacere vedervi così belle anche quest’oggi. » esordì cordialmente. « Ingrid ti trovo in splendida forma. Hai passato bene la notte?»

La ragazza di colore, Ingrid, arrossì un poco.

« La ringrazio mia signora. Si, ho passato un’ottima notte, i vostri appartamenti li trovo sempre più confortevoli. E voi mia signora? » Disse Ingrid con un tono estremamente servile. Decisamente troppo, pensò Gwen. Caterine Sambor rispose di aver sofferto il caldo. Poi rivolse un’occhiata a Gwen, e la giovane bionda abbassò la testa senza dire niente, sentendosi in enorme imbarazzo.

 

Dopo che portarono i primi piatti, arrivarono gli altri Neri a sedersi con il resto dei presenti. Ai Neri era concesso quasi tutto, anche mangiare con il re. Vide Arathon Morder per primo,con un vestito molto largo di cotone azzurro,e dietro di lui Seth Lunac, minuscolo in confronto agli altri Neri. Era come se fosse il fratellino di quei due colossi,una montagna e una torre. Però era l’unico con cui poteva parlare liberamente, con cui poteva tornare a essere la ragazza che era sempre stata, senza fingere di essere innamorata di qualcuno. Era, forse, anche l’unico di cui si potesse fidare. Si sedettero tutti e tre all’unisono dopo un cenno del re e aver rivolto un inchino al giovane, alla regina e alle principesse lì presenti. L'aria che si respirava era di una finzione, di una tensione unica. Sembravano tutti immobili bambole senz'anima.

« Non cercare di intrometterti! » Sbraitò il re all'improvviso, battendo un pugno sul tavolo. Un bicchiere di vetro cadde e si frantumò in mille pezzi.

« Io sarò in prima linea se dovrò dare guerra! » Quest’ultima parola riecheggiò più forte delle altre nella grandissima sala da pranzo, e tutti smisero di mangiare e fissarono l’adolescente. Vide il disprezzo di Vaan verso sua madre, che abbassò lo sguardo. Probabilmente sua maestà era accondiscendente ai venti di guerra, e la madre come chiunque altra del reame non voleva vedere suo figlio andare in battaglia. Poi, pian piano, tutti ricominciarono a finire i propri piatti. La regina, come per dimenticare questo spiacevole evento, si rivolse alla Montagna. « Arathon,cosa si dice in città? Nuovi eventi? »

Il gigante posò la coppa di vino da cui stava bevendo, si asciugò la barba impregnata di vino con un tovagliolo di seta e rispose alla regina, fissandola.« Niente di nuovo, mia signora. C’è stata un impiccagione per furto qualche ora fà. Nulla da segnalare.»

La regina sospirò e bevve un sorso di vino. Poi Gwen, in un impeto di coraggio, fece una domanda al re che nessuna principessa avrebbe mai osato fare. « Mio signore,se mi è concesso,vorrei chiederle dei chiarimenti su questa guerra. E’ vero che Cyrith si prepara ad attaccare? » Era la domanda che tutti avrebbero voluto fare. Tutti smisero di mangiare e iniziarono a fissarla, muti. Anche l’Uomo di Ghiaccio. Era quasi deprecabile rivolgere domande al re senza permesso, soprattutto di natura militare. E Gwen, oltretutto, era una donna.

Dopo qualche secondo passato a guardarla, Vaan fece per aprire bocca ma fu interrotto dalla madre. « Mi dispiace lady Gwen, ma di queste cose non si può parlare ne a tavola ne con voi principesse. Per quanto la vostra compagnia ci aggradi, non sono cose che vi riguardano.»

Che stupida era stata, rivolgere domande senza permesso! E in più era stata sgridata dalla regina. Notò un sorriso sotto i baffi di Amber. Aveva perso terreno prezioso, come se già non fosse in svantaggio su quella sgualdrina.

 

Dopo aver finito il secondo piatto,il Cacciatore chiese di potersi ritirare e il re acconsentì. Il Cavaliere Nero si alzò dal tavolo, incamminandosi verso i suoi appartamenti assieme allo sferragliamento dei suoi gambali. Quando furono verso la fine del pranzo, il Re si ritirò con sua madre nelle sue stanze e fecero così anche Amber e le altre. Rimasero solo Arathon, Gwen e Seth al tavolo.

« Come va,Gwen? Ti vedo tesa.» Disse l’Uomo di Ghiaccio.

«Sto benissimo,grazie Seth.» rispose lei poco convinta.

« Dai,Gwen! Ormai se ne sono andati tutti. Non devi fingere con noi. Arathon,qui…» e fece un’occhiolino al suo amico. «…terrà la bocca chiusa. » Lì, la già bassa autostima di Gwen crollò. Scoppiò in un pianto disperato, e raccontò di come si sentiva inferiore alle altre, di come il Re non gli aveva mai rivolto nemmeno una parola.

« Gwen, il Re è poco più di un ragazzino. Vedrai,andrà tutto bene, fidati di me.» La rincuorò Seth. « Ora devo andare sulle mura, ci vediamo dopo... »

Lasciò quindi la stanza dopo aver rivolto un inchino alla principessa e un saluto al suo amico Arathon. Rimasero solo il gigante e la bionda. Si scambiarono un’occhiata allo stesso tempo. Gli occhi di Gwen stavano bruciando, il suo pastello nero colava dalle palpebre, era veramente in uno stato pietoso. Fu il Cavaliere a prendere parola per primo.

« Lei è veramente carina, mia signora. Se posso essere sincero, spero che il re scelga voi. Non per la vostra bellezza, ma perché lei ha avuto il coraggio di osare, con la domanda che avete posto poco fa. Non molte lo avrebbero fatto.»

Gwen si sentì molto rincuorata dalle parole dell’imponente uomo,e disse a bassa voce:

« Grazie Ser Arathon, voi invece siete un’uomo d’onore come pochi. Ora io mi ritiro nelle mie stanze,è stato un piacere…» sussurrò, con voce tremante.

Arathon scoppiò in una grande risata e aggiunse: « Non sono un lord! ».

Lei annuì si avviò a passo svelto fuori dalla sala. Percorse la via verso le sue stanze guardando a terra. Appena entrata, si buttò sul letto a riposarsi qualche minuto, senza nemmeno aver salutato Jorea. Poi udì bussare alla porta.

« Jorea, vai tu!» disse alla serva. Sulla soglia della porta, inaspettatamente, vi era il re,con il suo mantello rosso di seta e la corona. C’era anche una guardia reale con lui. Quando Gwen gli si avvicinò, Vaan si rivolse a lei con un tono quasi imbarazzato.

« Buonasera..Lady Gwen. Sono qui per invitarla gentilmente a fare una passeggiata con me nel cortile, prego Larse che lei vorrà accettare »

Il cuore di Gwen si fermò. Il re che chiedeva a lei di fare una passeggiata? Aveva già fatto colpo? Non lo poteva sapere,ma di sicuro era contentissima di questa richiesta.

«Certo mio Re,sarà un piacere trascorrere del tempo con voi.»
Passarono il pomeriggio sotto il sole a passeggiare, chiacchierando del più e del meno. Girarono tutta la fortezza, l’infinita fortezza, e ebbero anche tempo di cavalcare per qualche minuto fuori città, dopo che il Re ebbe chiamato altre guardie come scorta. Vennero portati i cavalli dei due; Vaan vi montò con estrema facilità, mentre Gwen si fece aiutare da una guardia.

« Mia signora, dovrei andare a rendere onore alla tomba di mio padre. Vuole venire con me? » chiese il re.

« E' un onore per me, visitare la tomba del suo nobile padre. » rispose lei.

Uscirono dalla fortezza al trotto. La fortezza aveva la porta Nord della città al suo interno, e quindi si ritrovarono in campagna subito dopo. Il profumo dei fiori inebriava la mente della giovane donna, e ogni tanto si scorgeva qualche contadino a lavorare nei campi. Vaan ogni tanto si fermava a salutare, o a gettare monete a terra.

Cavalcava il suo stallone marrone, e il mantello rosso svolazzava liberamente nei tratti dove si poteva accelerare il passo. Gwen invece stava su Pioggia, la sua puledra bianca.

Arrivarono al cimitero reale.

Lì vi erano le ossa di tutti i re e delle loro famiglie nella storia di Landor. Sambor, Lunac, Allister..anche qualche Arcadia. Delle lapidi Brambe non vi era più traccia.

Vaan smontò dalla sella.

« Lei aspetti qui, mia signora. Vorrei essere da solo, nella preghiera. » fece lui.

Gwen annuì in silenzio. Era quasi proibito parlare in quel cimitero. La scorta, addirittura, rimase fuori dal cancello. Per Gwen era già molto onorevole poter restare lì. Il vento si alzò, quasi a commemorare quel luogo sacro. Molti Re si erano avvicendati sul trono, ma pochi erano stati benvoluti come Lance Sambor. Tecnicamente usurpatore, praticamente un salvatore del regno. Ma si sa, la storia la scrivono i vincitori. Se i Brambe avessero vinto, qualche anno fa, ora le cose sarebbero state molto diverse.

La bionda vide il re inginocchiarsi davanti a una tomba, poco lontano. Vaan congiunse le mani, lei lo guardava. Il respiro di Gwen pareva essersi fermato, quella situazione era veramente surreale. Mai aveva assaporato un silenzio così sacro. Vaan si alzò, posò la mano sulla lapide, e tornò indietro. Montò sul destriero sempre restando muto, e si avviarono assieme verso l'uscita del cimitero. Gwen si voltò un'ultima volta verso le lapidi. Pochissimi di quei Re avevano avuto una sola compagna, durante le notti. Gwen, se fosse diventata regina, avrebbe dovuto accettare anche questo. “Il costo del potere”, la aveva ammonita suo fratello Antony.

 

Sulla via del ritorno, Vaan parlò di un argomento non troppo lontano alla memoria di Gwen. « Mia signora,vorrei confessarle una cosa,se voi me lo consentite. »

« Siete il Re. Parlate senza timore.» rispose lei.

« Ho apprezzato molto il vostro coraggio nel chiedermi della guerra,oggi a tavola.» Confessò il giovane.

« Mio signore,non era mia intenzione offenderla..» Rispose la principessa molto imbarazzata.

« Non mi hai offeso, stai tranquilla.» rispose lui. « Mi ha fatto piacere vedere che esistono ancora delle ragazze coraggiose…» aggiunse.

Poi diede ordine di tornare all'acropoli, e lui stesso la accompagnò, dopo, nelle sue stanze, mentre lei era straripante di felicità per ciò che era appena successo. Vaan fece un mezzo inchino e si rivolse galantemente alla principessa.

« E’ stato un piacere, mia signora...e spero di poter ripassare una giornata del genere se i miei impegni me lo consentiranno…voi siete d’accordo? » E fu così che gli occhi di Gwen si illuminarono.

Aveva già scelto ? “Sono io la fortunata? Che tu possa morire d'invidia, Amber!”

« Certo che sono d’ accordo mio Re, io sarò qui quando avrete un momento libero e vorrete trascorrerlo con me. Oggi è stata una giornata magnifica. » Vaan annuì,la salutò con un altro inchino e si dileguò, voltandosi ogni tanto a guardare quella ragazza, ancora sull'uscio. Per Gwen era stata una delle giornate migliori della sua vita.

  
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