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Autore: Eternal Cosmos    01/02/2008    5 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 14: [Emotional Holidays] Vacanze movimentate
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Harry si svegliò il giorno dopo trovandosi da solo nella stanza; Ron e gli altri se ne erano tutti andati per completare i loro ultimi esami.
Erano all'incirca le dieci del mattino, e si sentiva abbastanza meglio ora. Indossò rapidamente i propri abiti dopo aver controllato Nagini e decise di darsi ad una prima esplorazione. Dal proprio taschino ripescò la versione miniaturizzata della Mappa del Malandrino e bisbigliò “Engorgio!” per farla tornare alle sue originarie dimensioni. Fortunatamente doveva solamente appoggiare la bacchetta su di essa, per attivarla.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” Scandì Harry deferentemente, e fu felice di notificare che nessuno stava controllando i corridoi, e per essere precisi quelli del secondo piano. Filch and Mrs. Norris (Mrs. Purr Ndt) stavano pattugliando il quarto piano, e Snape era nelle sue segrete.
Lasciò la sala comune ed usò un passaggio segreto per giungere direttamente al secondo piano. Sospirando di sollievo del fatto che la porta dell'aula di McGonagall fosse chiusa, si fece strada nel bagno di Myrtle e localizzò il lavandino che indicava l'accesso alla Camera dei Segreti.
“CHI C'E' LA'?” gracidò improvvisamente una voce stridente, e Harry sussultò prima di voltarsi verso la mitica Myrtle. “Tu sei un RAGAZZO! Questo bagno è delle RAGAZZE! VAI VIA!”
Harry ridacchiò e si appoggiò al lavandino. “Ciao Myrtle. Come stai oggi?”
Il fantasma s'immobilizzò, spalancò la bocca e iniziò a piagnucolare. “Nessuno me l'aveva mai chiesto prima!”
Harry attese pazientemente finché il piagnucolio divenne un lieve singhiozzare.
“Tu sei quel ragazzo ospite, non è vero? Mi piaci! Se posso fare una qualsiasi cosa per te, basta che tu lo chieda!”
Harry ghignò mentalmente; Myrtle era facile da manipolare, una volta che sapevi come. “Bene, c'è qualcosa…La Professoressa McGonagall mi ha detto che cosa ti è successo. Non nei dettagli e in quale modo sei morta, perché nessuno sa come, ma sono curioso. COM'E' che sei morta?”
Myrtle sembrò deliziata dalla domanda e rise scioccamente. “Oh, non ricordo in realtà in che modo, perché sono un fantasma e i miei ricordi precedenti sono offuscati, in qualche maniera, ma è stata una cosa piuttosto rapida e indolore, lascia che te lo dica. Tutto ciò che ricordo è la vista di due grandi, luminosi occhi gialli... accanto al lavandino su cui tu sei appoggiato proprio ora.” La sua espressione tornò tetra, e prima che Harry potesse parlare di nuovo, stava già strillando cogli occhi di fuori e volando dritta nel suo cubicolo.
La stanza divenne di nuovo silenziosa.
Così silenziosa che Harry si agitò, e decise di entrare subito nella Camera, invece che starsene là. “Apriti.
Il lavabo si chiuse dietro di lui, non appena si lasciò cadere nel tunnel. La solita pila d'ossa era là, come Harry ricordava dal suo secondo anno. Era proprio sollevato che non ci fosse Lockhart (Allock Ndt) stavolta, quel maledetto idiota.
Si sfilò il guanto sinistro non appena giunse alla seconda porta sbarrata, e Nagini fu più che felice di essere finalmente in grado di muoversi liberamente sul proprio master. “Riconosssco vagamente quessto posssto… E' ssacro, giussto? Ma appartiene anche a te, perché posssiedi i poteri e i diritti del Voldemort defunto.
Harry annuì, le parole lo confortarono un po'. Non aveva la minima idea di come il Basilisco avrebbe reagito alla sua presenza.
Harry sibilò di nuovo, e il serpente di metallo stregato strisciò lungo la porta per sbloccarla. Harry guardò con calma il punto dove il Basilisco era caduto, nel suo mondo, dopo essere stato trafitto dalla spada di Gryffindor, e quindi la propria bacchetta.
Recuperò la propria bacchetta rossa, e la impugnò con non molta sicurezza. Se fosse successo qualcosa di brutto, almeno la sua bacchetta sarebbe stata capace d'incanalare meglio la sua magia…
Io ti chiamo, Bassilisssco, dal tuo giaciglio all'interno della bocca del più grande dei quattro di Hogwartss!
Sentì a stento Nagini sussurrare a proposito di “vanitossi sserpenti, e umani che creano una parola d'ordine talmente sssnob”, e avrebbe arricciato le labbra compiacentemente, se la bocca della gigantesca statua non si fosse spalancata per fare strada al Basilisco.
Chi mi disssturba dal mio ssonno? Un ssolo umano? Chi ssei tu e che cossa vuoi, raro parlatore del nobile linguaggio di Sslytherin?
Harry rimase in guardia e tenne gli occhi distolti dallo sguardo penetrante; il Basilisco non si stava palesando ostile, ma nemmeno gli dava il benvenuto. Curiosità dominava il forte sibilo, come anche un celato allarme.
Ssono qui per sstringere un patto, oh magnifica creatura.”
L'adulazione era una maniera per raggiungere il suo scopo più rapidamente, allora che fosse così.
Io vorrei che tu ti sschierasssi con me per difendere il casstello del tuo masster. Tom vuole disstruggerlo e ssta ssolo ussandoti, per i ssuoi sscopi perssonali-” Harry dovette fermarsi e letteralmente gettarsi sul gelido pavimento, quando il Basilisco si abbattè a terra con l'intenzione di morderlo o mangiarlo.
Come ossi inssudiciare il nome dell'erede di Ssalazar Sslytherin! Tom non mi farebbe mai quessto! Usssarmi!
Nella mente di Harry, anche se sapeva di essere in pericolo di vita, balenò: il Basilisco stava rifiutando la cosa. Stava per attaccarlo di nuovo quando, senza pensare, Harry brandì la propria bacchetta. “PETRIFICUS TOTALUS!”
La bacchetta pulsò pericolosamente e Harry dovette irrigidirsi quando l'incantesimo erruppe dal legnetto rifulgente. Colpì il Basilisco con così tanta potenza che pietrificò completamente la creatura, da capo a coda senza alcun problema…e per immobilizzare un intero Basilisco, sapendo che le sue squame erano spesse abbastanza da respingere quasi ogni tipo di magia, era davvero una gran impresa.
Harry guardò la propria bacchetta ad occhi spalancati e tentò coll'incantesimo Lumos. Cattiva idea, perché la luce proruppe ed illuminò l'intera sala. Il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto grugnì e costrinse la magia nel proprio corpo a retrocedere a poco a poco.
In breve tempo ebbe la bacchetta sotto il proprio controllo, e poteva usarla senza danno, se si concentrava abbastanza.
Sospirò, e rivolse lo sguardo alla creatura paralizzata. Nagini sibilò ostilmente in direzione dell'altro serpente. “Masster, dovressti rinchiudere di nuovo quessto Bassilissco impudente nella sstatua! Non merita di sstare fuori!
Harry era più che desideroso di dare ragione a Nagini, ma questa non gli pareva ancora una causa persa. Si avvicinò alla bestia e diede un colpetto affettuoso sulle squame, i suoi occhi si fecero comprensivi e pacifici. “Sso che deve esssere difficile da accettare… ma non è mai tornato a farti usscire, o ssbaglio? Ti ha ussato quindici anni fa, e quando il ssuo piano è fallito, sse ne è ssemplicemente andato. Non ha mai tentato di comunicare con te, in sseguito, e non perché ssia sstato difficile. Sso di fatto che sse Tom avessse realmente voluto entrare ad Hogwartss ne ssarebbe sstato facilmente capace. Io voglio ssolo proteggere quessta sscuola. E' la mia casssa, come è la tua. Mi darai una chance? Finite Incantatem.”
Il Basilisco abbassò lentamente la testa alla sua altezza, per squadrare il ragazzo che gli offriva un'occasione di essere più utile ad Hogwarts e realizzò che lui era in qualche modo nel giusto: Tom non era mai tornato e lui era stato rinchiuso in quella statua per quindici anni perché serviva qualcuno che parlasse Serpentese, per aprirla. “Qual'è il tuo nome, ragazzo? Percepisssco cossì tanti odori misscelati sssu di te… Ssei ssicuramente l'erede di Gryffindor, eppure…
Harry sorrise tristemente e carezzò la testa tesagli. Nagini sibilò il proprio disappunto di essere così piccola rispetto al Basilisco, ma la creatura sibilò al famiglio di non preoccuparsi.
In quessto momento ho un nome fasssullo: Jamess Evanss. Ma il mio reale nome è Harry Jamess Potter. Ssono davvero l'erede di Gryffindor ma anche l'erede di Sslytherin a caussa del mio passsato. Non provengo originariamente da quesssto mondo. E' una sstoria veramente molto complicata.
Lo credo.
La testa di Harry scattò all'insù.
Non guardarmi in quel modo. I tuoi occhi mosstrano molto anche sse sssei masscherato. Ssono una creatura magica, Harry. Ssono in grado di vedere di più rissspetto ai meri umani. Comunque, la tua mente è ben protetta cossì non possso vedere il tuo passsato. Ma i tuoi occhi… mi rivelano che l'altro me ti ha caussato dei problemi. Ssono tremendamente disspiaciuto per quessto.
Qualche ricordo più oscuro tornò a galla ma Harry lo respinse. Il passato era passato. “Tom lo aveva corrotto oltre ragione. Ho dovuto ucciderlo. Ma non mi piace uccidere creature anche ssse appartengono alla parte più osscura del regno animale.
L'ho visssto ora. Quessta è la ragione per cui sscelgo di crederti, e di rinnegare Tom.
Harry annuì grato e Nagini gli ricordò che gli insegnanti lo avrebbero probabilmente cercato, se non lo stavano già facendo. “Devo andare. Ti lasscerò andare in giro, ma devi promettermi che non ti farai vedere né sssentire. Tornerò, qualche volta. Um, qual'è il tuo nome, ad ogni modo?
Il Basilisco parve pensarci. “Non lo ssso. Tom mi ha sssempre chiamato Sserpente. E' un nome?
Harry sbuffò cupamente; Tom difettava di qualunque facoltà immaginativa. “Sserpente non è un nome, è una desssignazione. Ti dirò quesssto: il tuo originale padrone fu Sslytherin e ovviamente tu hai molto rissspetto nei ssuoi confronti. Che ne dici sse ti chiamasssi Ssalazar?
Il Basilisco, ora di nome Salazar, sembrò deliziato e ringraziò profusamente Harry per il nome. Harry sorrise e disse a Salazar addio fino alla volta successiva, soddisfatto di avere un potente alleato dalla propria parte, un elemento di sorpresa se le cose fossero divenute troppo scottanti nel prossimo futuro.
………

Harry stava vagabondando per i corridoi quando Dumbledore finalmente lo trovò. “Ah James! Eccoti qui! Mi stavo chiedendo dove fossi andato quando mi sono accorto che non eri più nel dormitorio Gryffindor. Ti sei perso?”
Harry alzò il suo miglior sguardo falsamente innocente. “Stavo cercando Sirius e Remus. Sa dove sono? Avevamo dei progetti da fare per le vacanze.”
Lo sguardo di Albus si spostò ansiosamente da sinistra a destra. “Mi spiace ma sono.. come dire, indisposti, ora come ora. Sono entrambi in Infermeria, sotto le cure di Madam Pomfrey e non credo che saranno in uno stato abbastanza buono da poterti parlare.”
James parve così preoccupato per un momento, che il vecchio sospirò. “Ad ogni modo, stavo andando là proprio adesso, così, se vuoi venire con me non ti fermerò. Ma se Poppy ci caccia fuori non sarò responsabile per il nostro mal di orecchie.”
James sbuffò, e seguì il preside. “Che cosa gli è successo?”
Albus prese il proprio tempo per formulare la risposta. “Il licantropo che hai messo fuori combattimento ieri aveva già avuto a che fare con loro. Erano fuori la notte scorsa, quando li ha sorpresi. Sirius e Remus lo hanno fatto fuggire, ma hanno subito davvero molte ferite. Poppy li rimetterà in piedi subito, sono sicuro.”
James annuì senza parlare. ‘Bugiardo.’ I suoi occhi si scurirono. ‘Ma anch'io sto mentendo.’
Madam Pomfrey era occupata attorno ai due uomini, quando Dumbledore e James finalmente arrivarono. Albus camminò con naturalezza verso l'infermiera, sebbene avesse un'espressione preoccupata impressa sul volto.
Harry era piantato sul posto e rimase accanto al proprio Padrino e al suo amico.
Remus sfoggiava graffi quasi ovunque, ma non erano tanto gravi comparati con la contusione sulla sua fronte, ed Harry si sentì male; era stato lui, da Grifone, a causargli quella particolare ferita.
Sirius, comunque, sembrava messo molto peggio. Era strettamente bendato e aveva problemi a respirare.
Harry prese un profondo respiro e concentrò la propria abilità di Legilimens per usufruire di una infinitesimale porzione della memoria di Sirius della notte passata, così che l'Animagus canide non si sarebbe accorto che qualcuno era entrato nella sua mente.
Quello che vide gli fece sbattere le ciglia un paio di volte, per esprimere il proprio stupore.
Erano andati alla Stamberga Strillante, come al solito, ma Sirius rinchiudeva sempre Remus in un'ampia gabbia, dietro la richiesta dell'uomo. Ma il giorno prima le sbarre avevano ceduto sotto l'assalto particolarmente aggressivo del Licantropo. Sirius, come Padfoot, aveva provato a fermare la creatura furente, ma il Licantropo aveva soverchiato il povero cane, per quanto fosse grosso com'era.
La cosa ancora più sconcertante, però, era che Snape non era mai stato in grado di tramare una qualche pozione che impedisse all'intelligenza del Licantropo di dominare la controparte umana.
Wolfsbane. ‘Come sono riusciti a tenere il Licantropo a bada in tutti questi anni, senza la Wolfsbane! Sirius è stato ferito più di una volta? Non può continuare così! Devo fare qualcosa! Ma… Non posso soltanto dare regolarmente una bevanda a Remus e dirgli che è succo o qualcosa del genere. Porebbero insospettirsi e forse pensare che io voglia avvelenarlo…’
Gli occhi di Harry si strinsero con determinazione e risoluzione, non appena guardò i corpi malridotti della sua sola famiglia. “Preside Dumbledore, credo che per me sia meglio andare. Hanno di sicuro bisogno di riposo. Potrebbe per favore dir loro di venire a trovarmi, non appena gli sarà possibile? Spero che presto staranno meglio.”
Albus annuì, sollevato che il ragazzo avesse un qualche senso di delicatezza. “Glielo riferirò non appena si rimetteranno abbastanza. Stai tornando a Hogsmeade?”
James annuì e, con un ultima occhiata a Sirius e Remus, uscì dalla stanza.
Remus gemette lievemente, straziato. “Come? Come posso continuare così? Il ragazzo non sa neanche che sono stato io ad attaccarlo!” Sussurrò, disperato e pieno di vergogna.
Poppy fu al suo capezzale in un istante e Albus fu sollevato che almeno Remus fosse sveglio. “Che è successo, caro ragazzo?” Chiese con dolcezza.
Remus distolse lo sguardo con un'espressione sofferente. Era arduo per lui, e si vedeva. “La gabbia non ha retto. Padfoot ha tentato di fermarmi ma Moony non gli ha lasciato scampo. Era troppo furioso ieri anche per tentare di riconoscere Padfoot ed è corso via dopo averlo attaccato e tramortito. Moony voleva essere libero. Ma... Merlino! Non ho potuto far niente, Albus!” Disse Remus, tremando, e serrando gli occhi dorati.
“Li ho visti! Miss Weasley e James! Ho tentato così tanto di parlargli, di gridargli di correre via, ma non mi hanno mai sentito. James poteva essere ucciso quando è balzato su Moony! E' stato sufficiente affinché Ginny fuggisse, ma oh Dio! avrei potuto ucciderlo!”
Remus stava tremando in tal modo che Poppy gli diede una pozione calmante. Albus lo incitò con delicatezza a continuare il racconto, e in seguito avrebbe potuto riposare.
“E' saltato addosso a Moony e siamo caduti all'indietro, nella Foresta Proibita. E' stato capace di spingere via da sé Moony con un pugno, e la cosa successiva che so è che Moony stava venendo attaccato da un Ippogrifo… o qualcosa che somigliava molto ad un Ippogrifo. Era così buio, ma credo che fosse Buckbeak, o almeno uno degli Ippogrifi di Hagrid, dato che James sembra avere un rapporto speciale con loro. Era così grande, così forte, che ha avuto la meglio su Moony. Mi ricordo a stento di aver sentito la voce di James che mormorava qualcosa d'incomprensibile, e l'ultima cosa che ho fatto, è stata ringraziare il cielo che il ragazzo stesse bene, prima che Moony perdesse conoscenza, e che vedessi le tenebre attorno a me.”
Albus annuì pensierosamente, domandandosi come mai James aveva omesso di dire che una qualche creatura lo aveva aiutato con il Licantropo. Ma il ragazzo era ovviamente molto stanco quando alla fine era tornato, così l'anziano uomo lasciò stare. Scontrarsi con un Licantropo poteva far sì che ci si scordasse dei dettagli; chiunque avrebbe sicuramente pensato a salvarsi, prima di controllare se c'era chicchessia intorno a lui.
………

“Oy James! Stai ritornando ai Tre Manici di Scopa?”
James si voltò indietro e sicuramente Ron e gli altri Gryffindors stavano raggiungendolo. “Sì, ho da lavorare dalle tre, e non voglio fare tardi. Avete ultimato gli esami? qual'era l'ultimo?”
Ron fece spallucce con noncuranza. “E' andata bene. Avevamo Difesa Contro le Arti Oscure oggi pomeriggio. Mi chiedo come mai i Professori Lupin e Black non c'erano…”
Seamus ghignò. “Bene comunque, credo di aver fatto un bell'esame! Le lezioni aggiuntive di Hermione hanno funzionato stavolta!”
Gli altri ridacchiarono, ma concordarono con tutto il cuore. James sorrise appena, quando menzionarono la Ravenclaw, in realtà Gryffindor nel suo mondo. Il Trio Dorato non esisteva più, ma almeno qui non erano morti.
“Sono felice per voi tutti. Vogliate scusarmi.”
Ron lo prese per la spalla. “Aspetta! Volevo ringraziarti per aver slavato Ginny dal Licantropo ieri. E' stata una cosa davvero coraggiosa da fare, potevi rimanere ucciso,” Finì il rosso con un'espressione seria.
James aprì la bocca per rispondere, quando qualcuno lo interruppe, mentre i Gryffindor mormoravano e guardavano il ragazzo biondo.
“Un Licantropo? cerchi di salvare gli studenti da creature oscure adesso? Oppure ci fai affari con quelle?” Provocò Malfoy, appoggiandosi al muro dietro di loro. “In ogni caso non è stato coraggio, è stata stupidità, provare a salvare qualcun altro e mettere la tua vita in pericolo. Sei sempre lì quando ci sono guai? Sei quello che li causa, forse?”
Dean e Seamus fissavano Malfoy mentre Neville provava a trattenere Ron. James osservò Malfoy con disprezzo, sapendo che il biondo Prefetto stava facendo questo solo per farlo reagire; non era in vena di perdere la pazienza. “Non saprei. Sono i guai generalmente a trovarmi, quindi forse non dovresti starmi vicino; non vuoi morire troppo giovane, vero?” Replicò enigmaticamente.
Malfoy fece una smorfia e allungò la mano alla bacchetta. Crabbe e Goyle lo imitarono. “E' una minaccia, Evans?”
James sollevò un sopracciglio alla bacchetta puntata contro di sè, e non fece alcun movimento per prendere la propria. “Arrivederci Malfoy,” disse sarcasticamente.
“Buone vacanze, ragazzi. Probabilmente vi vedrò tra due settimane.”
Ron annuì mestamente mentre Malfoy ruggì al venire ignorato. “Come osi non rispondermi! SERPENSORTIA!”
I Gryffindor e gli studenti che si erano fermati lì attorno sussultarono di spavento non appena un serpente apparve sul pavimento, di fronte a James, che se ne stette lì fermo, senza neanche sbattere le ciglia. ‘Bene, questo mi è familiare…’
“Non muoverti, James! Quelli sono pericolosi!” Gridò Hermione, arrivata nel momento in cui Malfoy aveva pronunciato l'incantesimo.
“Malfoy, tu sei un PREFETTO! Il tuo compito è quello di dare l'esempio e hai osato attaccare un ospite! Lo dirò a Dumbledore!” Hermione stava per far sparire il serpente, ma Malfoy le si rivolse contro.
“STA' ZITTA! Stanne fuori, MEZZOSANGUE!”
Hermione boccheggiò e stavolta sia Dean, Seamus sia Neville ebbero serie difficoltà a trattenere Ron, forse perché anche loro avrebbero voluto slanciarsi su Draco.
Harry li ignorò e fissò lo sguardo direttamente negli occhi del serpente. Quello sibilò pericolosamente, infastidito dai rumorosi umani che bisticciavano, ma ricambiò lo sguardo di Harry una volta che si stabilì il contatto. Hermione strillò, facendo fermare gli altri e riportandoli alla realtà, in cui James cominciava a muovere dei passi nella direzione del serpente.
“E' pronto a mordere, James! Non avvicinarti!”
Ma James ignorò Hermione, si fermò proprio davanti al serpente, lo guardò con un'occhiata cupa e tese la mano verso l'animale.
Ginny urlò, come qualche altra ragazza, e chiuse gli occhi. Draco osservò con occhi avidi, aspettando che il ragazzo dai capelli scuri venisse morso ma, stranamente, il morso non giunse mai. Tutti guardavano, ora molto sospettosi, spaventati e tremanti, il serpente che scivolò lentamente sul braccio destro di James, attorno al suo collo e al suo braccio sinistro, mettendosi comodo. Harry allungò il braccio sinistro e lo mosse un po' di qua e di là, prima di portarlo davanti al proprio volto. I suoi occhi, più scuri, turbarono molti, non appena lo videro sussurrare lievemente e sollevare le labbra in modo quasi maniacale, in direzione della creatura.
“Uhhh…James?” Lo chiamò esitantemente Ron, non sapendo che cosa pensare in quella situazione. “E' un serpente quello che hai attorno al collo e al braccio…”
James roteò gli occhi, senza però interrompere il contatto con quelli del serpente. Era molto contento di essere tenuto così, pareva. “Le tue capacità di deduzione sono sbalorditive, Ronald. Bravo.”
Ron sembrò ferito dal sentirsi parlare in questo modo. “M-ma! Pensavo che ti piacessero i Gryffindor! Ti piacciono gli Ippogrifi! Non possono piacerti i serpenti! Sono malvagi! Pensavo che fossimo amici!” disse con convinzione, gettando un'occhiata ostile agli Slytherin.
Gli occhi di James si aggrottarono considerevolmente e ogni traccia di emozioni lasciò il suo volto. ‘Dillo a Peter Pettigrew (Peter Minus Ndt)!’ Harry avrebbe voluto rispondergli.
Ronald Weasley non era lo stesso suo Ron, che Dio l'avesse in gloria.
“Non tutti i Gryffindor sono santarellini, Weasley. E qualche volta anche uno Slytherin può salvare una vita.” Harry si fermò per un secondo, e chiuse gli occhi pensando a Severus Snape.
Ron parve sbalordito e disgustato da una simile idea. “Allora è così. Sei schierato con gli Slytherins. Sono stato uno sciocco a pensare che stessi dalla parte della luce.”
Colin, che ora era dietro Ron, fu terrificato di sentirlo, e sbiancò. I loro occhi si spalancarono, quando James iniziò a ridere di loro.
“CHE STA SUCCEDENDO QUI? Dovreste tutti essere sulla strada per andare in stazione!” Profferì una voce profonda alle spalle degli studenti, facendoli sussultare di spavento. Si fecero rapidamente da parte per permettere a Severus Snape di passare, deglutendo sotto il feroce, penetrante sguardo. Ma Snape gelò, al notare James, o più precisamente, il serpente che strisciava sul ragazzo.
“Ahh, Professor Snape! Come sta?” Domandò James come se niente fosse.
Snape fu lesto a reagire. “Che cosa stai facendo con quel pericoloso –coso- su di te!?” Disse semplicemente, con voce tagliente, ma si agitò quando il ragazzo battè le palpebre, rivolto a lui, e prese a carezzare amorevolmente il serpente.
“Oh, il serpente? E' un regalo da parte di Malfoy, veramente.”
Severus indirizzò un'occhiataccia a Malfoy, che indietreggiò, trasalendo.
“Ma è una bellezza, non è vero?” Disse James, facendo le fusa e guardando la creatura con calore. “Lo libererò nella Foresta Proibita sulla strada del ritorno.”
James mosse alcuni passi verso Snape, e portò la creatura sibilante al livello degli occhi dell'insegnante, per mostrargliela meglio.
Snape indietreggiò di un passo. “Non farlo!” Raspò. “Non sai quanto i serpenti siano disprezzati!? Essi rappresentano LUI!”
James s'accigliò. “LUI? Ahhh,” disse, quando capì. “Vuole dire Voldemort?”
Tutti arretrarono visibilmente.
“N-non pronunciare il suo nome!” abbaiò il Maestro di Pozioni.
James ignorò il suo mutamento di tono. “Non deve preoccuparsi al proposito. Non mi affiancherò mai a quel vecchio maniaco assassino. Voldemort può marcire all'Inferno, per quel che me ne importa.”
Indietreggiarono ancora, domandandosi se il ragazzo fosse squilibrato sul serio, per definire il Signore Oscuro un ‘vecchio maniaco assassino’.
“Comunque, mi piacciono le creature oscure. Ma lo sapete già. Hagrid ne è stato molto felice. Sono, dopotutto, molto dotato quando si tratta di Difesa Contro le Arti Oscure. Ora, se vorrete scusarmi, devo tornare ad Hogsmeade.”
Snape e gli studenti rimasero zitti, mentre James si fece strada attraverso la piccola folla, ma il ragazzo si fermò poco prima di girare dietro un angolo. “Oh, che maleducato. Auguro a tutti voi un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo. E prima che mi dimentichi… Ron, devi smetterla di essere di mentalità così ristretta. Se l'idea di un Gryffindor malvagio ti atterrisce tanto, pensa a questo: un tradimento del più alto livello, da parte di un mago una volta fidato e completamente della luce, può più facilmente germogliare ed attuarsi, se è una questione di potere. Sa Merlino che ne ho la mia esperienza.”
E con quell'ultima frase di saggezza, fu fuori dalla loro vista.
Il corridoio rimase silenzioso, finché Snape li sbatté tutti fuori. Il Maestro di Pozioni quindi si barricò nei propri alloggi privati, e sedette sul suo divano di pelle nera, versandosi un considerevole bicchiere di Brandy.
“James Evans…Chi sei, per l'Inferno? Il modo in cui ti muovi, il modo in cui parli…” *
Snape rabbrividì.
“Sembri affine al Signore Oscuro, a volte. Ti terrò d'occhio. Stai evidentemente cercando di nasconderci qualcosa di molto importante. Sei con LUI?... O sei con Albus?”
L'uomo ingollò un gran sorso del proprio drink, e imprecò forte. “Il Licantropo e il cagnaccio faranno meglio a tenere la guardia alzata, con lui. Quei due scriteriati abboccano subito.” Sentenziò tetramente.
“Guarda come sono approdati con Pettigrew.”
Fece una smorfia al pensero del traditore. Il Maestro di Pozioni era una spia di Albus, così sapeva che LUI voleva liberare Pettigrew da Azkaban molto presto. Se Black o Lupin, ma specialmente Black, avesse messo le mani sul traditore, quello non sarebbe vissuto a lungo.
Ciò che Snape non sapeva, era che se Pettigrew fosse fuggito… Sirius non avrebbe avuto tempo abbastanza da raggiungerlo; c'era qualcun'altro che stava aspettando proprio quest'occasione per rivelarsi.
………

Il Natale si stava avvicinando velocemente per Harry. I Tre Manici di Scopa era quasi sempre oltremodo affollato, e lui aveva poco tempo per mettere in atto i propri piani. Aveva ricevuto una lettera da Remus e Sirius, che lo invitavano ad Hogwarts per la Vigilia di Natale, sebbene sarebbe stato il benvenuto in qualsiasi momento lo volesse.
Quando Rosmerta gli chiese di farle una commissione, accettò senza farsi pregare. A Diagon Alley era quasi impossibile camminare; la gente si precipitava dentro e fuori dai negozi e nessuno guardava dove andava.
La seconda volta che qualcuno spintonò Harry di lato, quello mise su il suo miglior sguardo gelido, e poté poi farsi spazio tra la folla con facilità. Prima tappa: l'Emporio del Gufo.
Rosmerta voleva che James comprasse un gufo per la sua nipotina, così acquistò un giovane Gufo da granaio che sarebbe diventato grande e robusto. Dopo aver pagato il negoziante, aprì la gabbietta e insegnò al gufo a stare sulla sua spalla.
Un familiare fischio gli fece sollevare lo sguardo al tetto del negozio e sorridere ad Hedwig; lo aveva obbedientemente seguito fin dal pub di Rosmerta. La lasciò volare là intorno liberamente, ma se il giovane gufo avesse iniziato a farsi irrequieto, avrebbe potuto contare su Hedwig per tenerlo d'occhio.
Prossima tappa, la sua: la Farmacia. Il proprietario parve un tantino inespansivo, ma Harry non aveva bisogno del suo aiuto per trovare ciò che stava cercando. Sapeva che avrebbe dovuto avventurarsi a Nocturne Alley per uno dei propri aquisti ma ciò non era deleterio per la sua determinazione.
Trovò tutto quello per cui era venuto, fortunatamente, e ammucchiò gli oggetti di fronte all'addetto al bancone. Il vecchio negoziante sollevò un sopracciglio al vario, e quasi capriccioso, assortimento di ingredienti. “Una Pietra di Luna e Asfodelo? Belladonna ed Elleboro? Che tipo di pozione vuoi tramare, ragazzino? Questi ingredienti non vanno bene combinati tra di loro.”
Harry lo guardò torvamente. “Lo so! Chi è lei per criticare i miei acquisti? Io vengo a dirle come fare il suo lavoro?” scattò, e il vecchio incartò immediatamente tutto, accettò il denaro e osservò ad occhi spalancati il ragazzo che se ne andava.
Harry rilasciò il respiro, una volta fuori, e richiamò a sè Hedwig. “Hey bella. Puoi prendere il piccolo con te? Nocturne Alley non è un posto adatto a lui.”
Hedwig tubò e gli becchettò il dito come se stesse dicendo ad Harry che era pericoloso anche per lui. Obbedì come sempre, e volò via, con il gufetto che tentava di starle dietro, veloce quanto gli era possibile.
Il ragazzo dai capelli scuri scivolò nelle ombre ed entrò nel quartiere oscuro. L'atmosfera là era molto differente.
Harry dovette mostrarsi pericoloso più che poté, sotto il proprio travestimento, e diede freddamente le spalle a chiunque si avvicinasse troppo. Vecchi maghi e streghe, che parevano perfidi come intendevano sembrare, provarono ad accostarglisi e vendergli oggetti dall'aria sospetta.
“Bene, bene! Che abbiamo qui? Sei molto coraggioso, o forse sciocco, a girovagare a Nocturne Alley, ragazzino. Già che sei qui, che ne dici di comprare questa ricordella stregata?”
“O forse una bacchetta introvabile?”
“O un libro una volta appartenuto a Slytherin stesso?”
Si stavano assiepando intorno a lui e quasi gli sbavavano addosso, cercando di vendergli falsi oggetti oscuri. Harry ne ebbe la nausea, ebbe disgusto di loro. Gli stavano dando sui nervi e volevano metterlo ad un angolo, lui conosceva i loro metodi insulsi.
Drizzò le spalle e sogghignò, agitando la mano davanti a sè.
“VIA DALLA MIA STRADA!” Ringhiò, e un'onda magica spinse lontano i disonesti maghi. Tutti loro caddero con un tonfo a metri da lui, e una volta che ebbero recuperato il controllo, lo guardarono ad occhi spalancati e pieni di paura, e si allontanarono da lui come se fosse la peste.
Non c'è bisogno di dire che nessun altro gli impedì il cammino o tentò anche solo di andargli vicino.
Harry nascose il fatto che era stato sbalordito dalla magia senza bacchetta che aveva appena scaturito, senza essere nemmeno affaticato. ‘Così, è questo il tipo di potere che la mia bacchetta doveva incanalare… Non c'è dubbio sul perché si sia fusa con l'altra.’
Harry entrò nel negozio di Pozioni Oscure e si guardò attorno; ciò che cercava era dietro il bancone. “Voglio tutto l'Aconito che hai,” disse con voce ferma.
Un anziano, decrepito uomo lo guardò assottigliando gli occhi, ma prese ciò che era stato richiesto senza discutere, quando il ragazzò depositò sul banco il sacchetto con le monete. “E' tutto?” domandò il proprietario con voce arrugginita.
Harry annuì lievemente, pagò l'uomo e uscì rapidamente da lì; l'aria nel locale maleodorava del vecchio e degli ingredienti tossici.
Sapeva di poter fare affidamento che Hedwig portasse il piccolo gufo a Hogsmeade, così riapparve al villaggio più presto che ne fu capace. Hedwig arrivò non troppo tempo dopo di lui e Rosmerta fu deliziata dal piccolo Gufo da granaio. James le sorrise leggermente e poiché il suo turno di lavoro era ormai passato si chiuse nella propria stanza ed iniziò a tramare la pozione che avrebbe fatto sì che la gente lo amasse, oppure, che nascessero sospetti, e lo avrebbe messo nei guai.
Doveva tentare comunque. Ne ben valeva la pena.
………

“Hey James! Ti stavamo aspettando!” Disse Sirius con allegria una volta che James ebbe varcato la soglia della Sala Grande.
C'era solamente un tavolo apparecchiato e studenti ed insegnanti stavano tutti seduti là, Dumbledore incluso. I professori diedero a James il benvenuto con dei sorrisi, tranne Severus che gli allungò una fuggevole occhiata e rimase cupamente pensieroso.
Sirius suggerì al ragazzo dai capelli scuri di ignorare Snape e lo invitò a sedersi tra di lui e Remus, con intima gioia di Harry.
Manx non sprecò nemmeno uno sguardo nella sua direzione.
I pochi studenti che erano rimasti ad Hogwarts non sapevano realmente come comportarsi in sua presenza; la zuffa tra Weasley, Malfoy e lui aveva raggiunto le orecchie di tutti. Sirius pareva ignaro della cosa, e se Dumbledore ne era a parte, fingeva perfettamente di no, o semplicemente non gli importava…al momento.
James fu rapido a iniziare una conversazione con Hagrid sulle differenti creature al mondo, e ogni tanto Remus azzardava un commento o due. Ad un certo punto della serata il discorso deviò sul Quidditch, per il diletto di Sirius e Xiomara.
Hooch fu sollecita nel rivelare in quale posizione James giocasse, e che non stava nella pelle per quell' uno-contro-uno.
“E allora James, che tipo di scopa hai?” Chiese mentre maltrattava sempre più le proprie povere patate schiacciate, con il divertimento di Minerva.
James sorrise con fare misterioso e ingollò un boccone di stufato. “Lo vedrai. Ma lascia che ti assicuri che ti farò mangiare la mia polvere!” canzonò affabilmente.
Xiomara piagnucolò. “Adesso basta con i misteri! Perché non vuoi dirmi almeno che tipo di scopa sia?”
“Sì, Mister Evans. Perché devi nasconderlo così?” Domandò Snape tutto d'un tratto, cercando di indurre James a parlare.
Harry semplicemente mise il broncio e appoggiò il mento sulle mani. “Oh, non c'è divertimento. D'accordo, vi dirò il nome, sebbene io dubiti che ne abbiate mai sentito parlare. E' una Firebolt.”
Ricevette molti battiti di ciglia e sguardi fissi, anche da Albus e Manx. “Non ho mai sentito di questo tipo di scopa. E' nuovo sul mercato?” Interrogò curiosamente Albus.
James ridacchiò mentre Sirius rispondeva: “Non che io sappia. Hai suscitato il mio interesse, James!”
Il ragazzo fece spallucce con un ghigno e si rifiutò di rispondere a qualunque altra loro domanda.
La piccola festa finì sul tardi, e in poco fu tempo per ognuno di tornare alla propria sala comune. James venne invitato a stare con Sirius e Remus, che condividevano spaziosi alloggi, così il ragazzo non si sarebbe sentito fuori posto nel dormitorio vuoto di Ronald Weasley.
Harry dovette sorridere appena, quando entrò nelle stanze del proprio Padrino; ogni cosa era decorata di rosso e oro… tipicamente Gryffindor.
“Abbiamo allestito una camera in più per te, spero ti piacerà,” disse Remus con un lieve sorriso. Si sentiva ancora colpevole per l'incidente del licantropo, e si vedeva.
Per una tra le più rare occasioni, Harry abbandonò la sua espressione circospetta e sorrise il più luminoso dei sorrisi cui potesse fare appello. “E' perfetta, grazie!”
Sirius e Remus si scambiarono un'occhiata e dei sorrisetti, ma guardarono con sconcerto il ragazzo quando la sua espressione divenne triste, e sedette su di un sofà di pelle rosso luminescente.
“James? C'è qualcosa che non va?” Domandò Sirius con preoccupazione.
James fece loro cenno di sedersi davanti a lui con un movimento della mano. Fecero come voleva, curiosi e turbati per un istante. Quando James li guardò, quasi indietreggiarono per l'intensità nei suoi occhi. C'era, rivolto verso di loro, uno sguardo di speranza e disperazione, che nessun ragazzo comune avrebbe potuto possedere.
Fu problematico per entrambi gli uomini più vecchi, ma James alzò una mano a impedir loro di parlare. “Per favore, non interrompetemi. Io-” sospirò nervosamente. “Io volevo darvi i vostri regali ora invece che domani mattina. Non voglio che l'atmosfera sia guastata, ma se voi due mi odierete per questo, bene, io piuttosto non aspetterò nè soffrirò in silenzio nell'attesa che arrivi lo sfacelo.”
Sirius e Remus aprirono la bocca, ma la richiusero altrettanto in fretta. Di che cosa parlava il ragazzo? Perché mai loro lo avrebbero odiato così all'improvviso? Che cosa avrebbe portato James a pensarlo? Sirius incalzò il ragazzo a continuare comunque, con un'occhiata penetrante.
James sospirò, tremando, recuperò due pacchetti dal suo taschino, e li ingrandì sussurrando un incantesimo. Sirius e Remus sollevarono un sopracciglio, sorpresi; il ragazzo aveva qualche abilità di magia senza bacchetta? Ignorarono questo fatto, per il momento, poiché la curiosità prese il sopravvento.
“Non avresti dovuto comprarci nulla. Eravamo felici di invitarti qui,” disse Remus, ma il ragazzo non parve ascoltare. A dir la verità, anche loro avevano comprato qualcosa a James.
Il giovane diede prima a Sirius il suo regalo, in quanto non sarebbe stato causa di problemi. L'Animagus lo prese con accuratezza e iniziò a scartarlo. Fu estasiato nel vedere lo stupendo, e apparentemente molto costoso, mantello in Dragonhide. Era completamente nero e decorato con degli intricati ricami d'oro.
Quando lo disvolse, un libro gli cadde in grembo e l'uomo lo guardò con interesse. James sorrise debolmente. “Spero che il mantello ti piaccia. Il libro, comunque, è stato difficile da trovare. E' sulla Difesa, ovviamente, ma si dice che sia stato scritto da Godric Gryffindor in persona. C'è un incantesimo di protezione su di esso, e la firma di Gryffindor.”
Sirius era impressionato da entrambi gli oggetti. “Devono costare una fortuna! ** Non puoi comprarci cose del genere!” A dire tutta la verità, Sirius era veramente estasiato, ma come poteva il ragazzo comprargli regali così, quando si conoscevano a malapena l'un l'altro?
James scosse la testa con risolutezza. “Ho comprato queste cose per te e solo per te. Valevano la spesa, credimi.”
Sirius sfiorò il libro, ed infine lo accettò con un ghigno.
Adesso la cosa si faceva più complicata.
Harry poté sentire la temperatura nel suo corpo che iniziava ad aumentare, e le sue mani tremavano nel porgere a Remus il suo regalo. Non appena Remus lo prese, James balzò su dal sofà e fece alcuni passi, allontanandosi da loro, dandogli le spalle.
Sirius lo richiamò ma James scosse il capo. Remus osservò il regalo con cautela. Perché il ragazzo era schizzato via da lui così all'improvviso?
Lui e Sirius guardarono il pacchetto con aria guardinga, ma, ancora una volta, la curiosità li vinse. Sirius impugnò la propria bacchetta, giusto nel caso che qualcosa saltasse loro in faccia, comunque. Ogni volta che Remus muoveva la scatola qualcosa vi tintinnava dentro.
L'aprì e Sirius fece una piccola smorfia non appena vide una serie di fiale. Remus parve spaesato. “Pozioni? Hai regalato a Remus delle pozioni?” Chiese Sirius con espressione sconcertata.
James si rifiutò di voltarsi a guardarli, ma diede loro una risposta, per quanto pronunciata debolmente. “Non è solo una pozione qualsiasi, Sirius. Se la bevi potresti ammalarti gravemente.”
Sirius e Remus spalancarono gli occhi. “Stai cercando di avvelenarci?!” esclamò Sirius.
James diresse all'uomo un'occhiata impaziente, ma il suo sguardo s'addolcì al posarsi su Remus. Si voltò nuovamente, non volendo vedere le loro facce quando avrebbe detto loro per che cos'era la pozione. “Ho detto che per TE sarebbe un male, Sirius. Non per Remus. L'uomo che mi ha mostrato come tramare questa pozione… beh, è morto, ma non mi attribuirò alcun merito per essa, nè voglio farlo. Ha insegnato come farla a me, e solo a me, così sono l'unico che sappia tramarla; non c'è in nessun libro di pozioni che potresti mai trovare.”
Remus era un po' meno impaziente di Sirius, e attese che il ragazzo continuasse. Comunque, era davvero interessato. “Allora, che cosa fa?” domandò con la sua voce quieta.
James chiuse gli occhi. “Devi bere una fiala ogni settimana, preferibilmente nello stesso giorno. In questo modo, Sirius non verrà ferito di nuovo, come non lo sarà ogni altro nelle vicinanze.”
A Sirius e Remus non piaceva dove stava andando a parare la conversazione; impallidirono poco a poco e apparvero impauriti. “Cosa? Di che diavolo stai parlando, James? Che cosa ti fa pensare che ho fatto del male a Sirius?” Chiese Remus tremando, mentre Sirius si rivolse duramente al ragazzo.
James fu rapido a precisare. “Oh, so che non è intenzionale, non preoccuparti,” Rispose pacatamente. “Ma questa pozione ti aiuterà molto. L'uomo che l'ha inventata aveva grandi progetti per essa, ma è morto, così… Una volta che la guerra sarà finita, credo che onorerò il suo nome e scriverò un libro su questa pozione.”
James finalmente si girò verso Remus, l'intensità nei suoi occhi mai affievolitasi. “Questa pozione, Remus, è chiamata Wolfsbane. Sai perché?”
Remus sbiancò completamente e quasi lasciò cadere le fiale, quando si alzò repentinamente, e per poco non incespicò, quando fece alcuni passi all'indietro. Sirius si parò di fronte al proprio amico con fare protettivo. “Stai tentando di avvelenarlo? Di ucciderlo? Che cosa sai?” interrogò astiosamente. ***
Harry indietreggiò appena; sentire Sirius parlargli in quel modo gli spezzava il cuore, ma almeno Remus si sarebbe sentito meglio. “So che Remus è un Licantropo, Sirius. Sì, lo so, perché siete tornati entrambi gravemente feriti il giorno dopo una luna piena. Era ovvio. Hai provato a fermarlo, sebbene io non sappia come, e il Licantropo ha avuto la meglio su di te. Le tue ferite sono del tipo di quelle causate da un Licantropo. So che è Remus quello che mi ha quasi sopraffatto, quella notte, ma non ti considero responsabile, nè lo dirò a qualcuno. Avevo anche un amico Licantropo, sappiatelo.” Harry si fermò e notò a malapena che le sue nocche erano sbiancate dalla forza con cui le stringeva.
Sirius e Remus lo fissarono, a bocca spalancata. “Come puoi non incolparmi? Come puoi volermi ancora stare vicino?” Chiese Remus con disperazione.
Sirius rimase zitto; c'era un attrito ora tra il suo amico e il ragazzo dai capelli scuri. Dopo un silenzio molto inconfortevole, Remus si calmò, poté ricomporsi, e chiedere timidamente: “Che… Che cosa fa la pozione?...”.
James gli mostrò un sorriso triste, ma un sorriso che prometteva anche giorni migliori. “Devi berne una fiala a settimana. La pozione Wolfsbane sa di cacca, come il mio amico l'ha così eloquentemente definita quando era ancora vivo, ma il commento è molto relativo, in quanto questa è una versione migliorata. Essa abilita l'uomo, quando la trasformazione è completa, a mantenere intatti i propri pensieri e a controllare la bestia. Emargina i pensieri della bestia, così avresti il controllo assoluto. La nuova versione, che hai tu ora, riduce anche il dolore durante la trasformazione.”
Remus si lasciò cadere sul sofà, e lacrime di gioia e speranza si fecero strada giù per le sue guance. “Oh Dio, è reale tutto ciò?” Alitò..
Sirius fu al suo fianco in un istante, dando piccoli colpi rassicuranti sulla schiena di Remus. “Possiamo azzardarci a sperare?”.
James sospirò. “Non è una cura, ma con questa pozione siamo sulla strada giusta. Desidero che ogni Licantropo possa beneficiare di questa pozione, ma non voglio che Voldemort ne venga a conoscenza. Potete dirlo agli insegnanti, comunque, perché lo scopriranno presto ad ogni modo. Avrò il fiato di Snape sul collo come non mai.” Mugolò il ragazzo, e Remus e Sirius non poterono trattenersi dal ridere. Era una risata nervosa, tremante e gonfia di emozioni, ma la felicità vi era celata all'interno.
“Non avrei mai potuto ricevere un regalo più bello. Non ho idea di come potrei mai ripagarti.” Si stropicciò gli occhi con le maniche..
James sorrise. ‘Se ti piace la Wolfsbane, aspetta, finché sarai sorpreso dalla comparsa di Harry James Potter…’.
“Buon Natale Sirius, Remus.” Replicò mestamente.
Ricevette un abbraccio di gruppo e fu rincuorato dal calore del proprio Padrino e zio, in mancanza di altro termine. Sirius si precipitò nella sua stanza, e porse a James il suo regalo. “Poiché ci hai già dato i nostri…” Spiegò gioiosamente..
James sorrise loro e aprì il regalo. Una piccola sfera d'oro sfrecciò davanti al suo volto e l'acchiappò con facilità di riflessi. Sirius fischiò. “Wow, Hooch non stava scherzando quando ci ha detto che eri un Cercatore. Dovrò scommettere su di te quando giocherai quel match contro di lei!”.
Remus roteò gli occhi e restò in silenzio, ancora scosso dal proprio regalo e da ciò che sarebbe significato per lui. In realtà doveva ancora collaudarla, ma voleva continuare a sperare per il momento.
James osservò la pallina dorata fluttuare sulla sua mano. “Un Boccino! Wow! Grazie!” Lasciò volare via la pallina, e quella gli svolazzò attorno alla testa. Spostò lo sguardo al pacchetto e trovò tre libri; uno su malocchi e contromaledizioni, il secondo sulle creature magiche, e il terzo sulle strategie durante un duello.
“Questi libri sono fantastici, grazie. Potete star sicuri che li leggerò tutti con viva attenzione.” ed era sincero al proposito. Aveva letto molti libri a proposito delle Arti Oscure e dei duelli, ma alcuni libri erano differenti in questa dimensione, ed era ansioso di impararne di più.
Si diedero la buonanotte l'uno con l'altro e andarono a letto, pensierosamente felici dei propri regali. Harry pose il fascino di silenzio, ma non si arrischiò con Nagini; il serpente stette tutta la notte sul suo braccio.
Hedwig si era affacciata alla sua finestra, così l'aveva lasciata entrare; stava appollaiata sulla spalliera del letto.
Il Ragazzo-che-è-Sopravvissuto si addormentò rapidamente con un sorriso soddisfatto. Se Remus e Sirius erano felici, era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Sirius stava per spegnere la luce nella propria camera, quando Remus si affacciò e si appoggiò allo stipite della porta. “Credi davvero che questa pozione potrà aiutarmi?” Domandò all'amico, incerto.
Sirius provò ad essere più incoraggiante e consolante che gli riuscì. “Possiamo solo sperare, Remus. Il ragazzo pareva sicuro di sè senza ombra di dubbio. Vale la pena tentare. Nulla di simile è stato mai fatto prima. Pensa alle conseguenze che potrebbe portare, se funzionasse! Mostreremo prima la pozione a Snape, se James è d'accordo. Voglio solo assicurarmi degli ingredienti. Non è che non credo al ragazzo, ma sei il mio migliore amico, Remus.”.
Il Licantropo annuì, ma non si era mai sentito così certo e ottimista in vita sua. “Sono sicuro che mi aiuterà. Questo ragazzo non è malvagio, Sirius. Lo so! Bene, Buonanotte.” Terminò con imbarazzo quando Sirius sbadigliò sonoramente.
Remus tornò nella propria stanza e spense le luci. Entrambi gli uomini caddero addormentati con la stessa velocità del ragazzo nella camera accanto alle loro, e per una volta tutto era come sarebbe dovuto essere..
………


“Padre.”.
“Draco. Hai qualche altra informazione a proposito di questo James Evans?”.
“Sta diventando fastidioso, padre. E ha insultato il nostro Lord davanti a tutti. Non si unirà mai a noi, e può divenire un problema. E' disorientante. Non so da quale parte sia schierato davvero! Un momento sta parlando male del nostro Master e il successivo si gingilla con un serpente che ho fatto apparire e gli sussurra come se lo capisse! Tutto ciò è assurdo!”.
Lucius fece una smorfia. “Informerò il nostro Lord. Ho ancora qualche ricerca da fare su di lui, e una volta che avrò abbastanza prove, avviserò il ministro. Farò pressioni affinché lo sciocco agisca contro il ragazzo.”
Draco lo fermò prima che potesse andar via. “Le tue ferite stanno meglio, padre?”.
Lucius quasi gli scagliò contro un maleficio. “Non parlarmene! Sto ancora tentando di trovare la me**ina che si fa chiamare: il ‘Ragazzo-Che-Visse’. Assaggerà la furia dei Mangiamortee dei Dissennatori una volta che l'avrò scovato!”.
Draco sussultò, poi lasciò la stanza. Stare con suo padre quand'era così furibondo non era una buona idea.






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* Riporto qui il mormorio di Snape in lingua originale, spinta da un'insopprimibile sensazione di soggezione. Trasmette, almeno alle mie orecchie, una musicalità impagabile.
“James Evans…Who the Hell are you? The way you walk, the way you talk…”

**Altra piccola svista dell'autrice(o forse è a me che è sfuggito qualcosa..?.. Non so): Harry aveva già considerato di non avere mezzi, al momento, per accedere alla propria cassetta di sicurezza -e così non poteva aiutare Rosmerta nel pagarsi la bacchetta- , ma allora come ha pagato i regali? Con lo stipendio accumulato? Mi sembra un po' inverosimile, dato che non lavora da molto ai Tre Manici di Scopa, e gli oggetti sono specificatamente molto costosi... Mah.
[Spero che questi interventi non vi dispiacciano.. insomma, mi ritengo una estimatrice quanto voi di ciò che leggo -e figuriamoci di ciò che scrivo, anche se solo in traduzione- , mi sento portata a mettere in luce ogni sfumatura degna di nota, pur continuando vivamente ad apprezzare la fic in sé per sé... Ehm. Ok, chiudo il becco ;))]

*** La reazione di Sirius è presto spiegata: la traduzione letterale di Wolfsbane [Ovvero: Wolf's bane] è: Veleno per Lupi... E, piccola annotazione che aggiungo dopo una segnalazione di lyrapotter: la pozione in realtà non era stata inventata da Snape, la Rowling dice che lui è uno dei pochi a saperla fare in quanto molto difficile... svista dell'autrice!






  
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