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Autore: Phantom13    22/07/2013    4 recensioni
Storia che si svolge in seguito agli eventi di Twilight Princess.
Un eroe che non vuole essere tale, costretto a dover affrontare le conseguenze delle sue azioni: sopportare gli sguardi piedi di venerazioni, di rispetto e gratitudine profonda della gente. Una vita di gloria che lui, l'eroe del Crepuscolo, abituato a combattere nelle ombre, silenziosamente, invisibile a tutto e a tutti, non vuole.
Quando la Triforza chiama, lui deve rispondere, volente o nolente.
Dal capitolo cinque:
"Compagni di un destino condiviso da millenni a quella parte; condannati a dover combattere un’eterna battaglia senza fine nel nome della Triforza; qualche volta erano stati amici, altre volte qualcosa di molto di più, ma non quella volta. Entrambi avevano la consapevolezza di essersi già conosciuti in ère già morte."
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In questa fic, l'atmosfera generale sarà sul serio-triste, com'è lo stile di Twilight Princess. Non aspettatevi dunque una storia d'amore tra Link e Zelda. Sarà più che altro una fic che (si spera) faccia riflettere.
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Link, Princess Zelda, Un po' tutti | Coppie: King of Red Lions/Daphnes Nohansen Hyrule
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Dopo il crepuscolo vien la notte


 

 Fonte ispiratrice:
(...) un individuo che, suo malgrado, viene d’improvviso e senza motivo apparente estirpato dal suo contesto e proiettato in una dimensione più grande di lui. Una situazione non preventivata né preventivabile e che, nonostante questo, per onore, per fede o per affetto, il ritrovato eroe decide ugualmente di affrontare, lasciandosi dietro tutto e tutti. E’ l’eroe foscoliano che vive del suo dolore e non trova pace; l’eroe che dall’odio verso chi gli ha fatto del male ottiene la spinta per andare avanti, per continuare a respirare, mentre cerca un senso alla sua vita che pare essergli sfuggita di mano. Link ha conosciuto la corruzione nel profondo dell’animo, ormai il male è parte integrante e gli ingenera forza; con la morte nel cuore, ma con coscienza delle proprie capacità ed una scintilla di speranza sempre accesa, ecco che troverà il modo di ribattere colpo su colpo le avversità. 

Spaccato di una recensione, www.spaziogames.it, The Legend Of Zelda, Twilight Princess
(http://www.spaziogames.it/recensioni_videogiochi/console_nintendo_wii/5658/the-legend-of-zelda-twilight-princess.aspx)



 

Capitolo 1

Link spalancò gli occhi svegliandosi di botto. Si ritrovò seduto senza sapere esattamente come, lasciando ricadere sulle gambe il lenzuolo ormai zuppo di sudore. Respirava rapidamente con i residui dell’incubo ancora davanti agli occhi, il suo petto si alzava e si abbassava al ritmo frenetico dei polmoni. Lentamente, Si portò una mano tremante sulla fronte, chiudendo forte gli occhi, mentre ancora il cuore batteva troppo in fratta. Si impose di regolare il respiro, di cacciar aria in gola più lentamente, cercando in tutti i modi di calmarsi.
Gli occhi color del cielo dell’hylian scivolarono sulla mano sinistra rilucente di luce. La triforza brillava violentemente, quasi bruciandogli la pelle. Stancamente, Link si prese la mano con l’altra, accarezzandola nella speranza che il dolore passasse.
No, assolutamente non poteva andare avanti così.
Un’altra fitta si aggiunse a quella sulla mano, che ormai si stava estinguendo. La spalla, dove Ganondof durante l’ultima battaglia gli aveva assestato un fendente tanto forte da spaccagli quasi la clavicola. La ferita era del tutto guarita e cicatrizzata, da un anno e mezzo, ormai, ma quando sognava quei momenti …
Link alzò lo sguardo, fuori dalla piccola finestra accanto al letto. Era ancora notte, del sole non si intravvedeva che una pallida ombra ad est eppure di già un uccellino un po’ troppo mattiniero cinguettava con eccessiva allegria sul ramo spinoso di un pino. Rimettersi a dormire era fuori discussione. Link si trascinò fuori dal letto, togliendosi una fastidiosa ciocca bionda da davanti agli occhi e infilandola dietro all’orecchio, il piccolo orecchino azzurro lì attaccato tintinnò lievemente.
Con uno spaventoso cigolio di vertebre, Link si mise in piedi. Un lieve stiracchiamento di spalle e il giovane hylian stava scendendo per la doppia scala a pioli che, con un pianerottolo intermedio, portava al piano di sotto, una scala che ben più di una volta si era rivelata un ostacolo insormontabile alla mattina, un nemico ostico che di tanto in tanto ancora gli causava lividi sul fondoschiena.
Senza nessuna traccia di appetito, mise sui residui del fuoco della sera precedente una pentola con un po’ di latte di capra. Voltandosi verso il tavolo si accorse di non aver sparecchiato, il suo piatto e le posate erano ancora lì, esattamente dove le aveva lasciate. Sbuffò. Di pessimo umore si rese conto di essere in mutande. Era estate e faceva un caldo infernale, nulla di strano nella vana ricerca di un po’ di fresco. Recuperò un paio di pantaloni da una sedia sotto la scala e se li infilò senza particolare vitalità sbuffando di nuovo.
Tornò a controllare il latte chiedendosi poi perché mai l’avesse messo a scaldare se già faceva così caldo. Con un’alzata di spalle, recuperò dalla brace il pentolino e ne versò il contenuto nella prima tazza che gli capitò a tiro. Reperì un tozzo di pane e cominciò a fare colazione. Se prima di appetito ne aveva poco, ora era scomparso del tutto.
Vivere da solo a volte poteva rivelarsi una noia, ma in altri momenti non era poi malaccio. Si poteva fare tutto con il proprio ritmo, senza doversi adattare per assecondare eventuali membri della famiglia. A volte si ritrovava a pensare come sarebbe stato condividere la tavola, il bagno, la casa con qualcuno. Concludeva quasi sempre con un sospiro e la consapevolezza che lui di certo non avrebbe potuto immaginarlo.
Non gli pesava, vivere da solo. Aveva compagnia, la sua famiglia era tutto il villaggio, gli amici non gli mancavano. Stava bene.
Se non fosse stato per quegli incubi e la triforza che continuava ad accendersi senza una causa apparente bruciandogli di tanto in tanto la mano.
Mentre masticava pigramente il pane, guardò distrattamente la sella di Epona, depositata vicino alla porta insieme alle briglie, alla spada e allo scudo. La sella aveva urgentemente bisogno di una ripulita. Per quanto riguardava la spada …
Avrebbe dato qualsiasi cosa, qualsiasi, per riavere indietro la sua vita. Per togliersi di dosso quei maledetti Triangoli Sacri. Per tornare a doversi occupare solo delle capre, riducendo i suoi problemi ad un micio scomparso o ad una cesta smarrita invece di continuare a fare spoletta tra il castello e quel villaggio che gli era tanto caro.
Ovviamente, la sua vita non era sua. Era semplicemente un filo di una trama ben più grande chiamata comunemente destino. Lui era l’eroe prescelto dalle dee, lui era il salvatore, colui che risolveva qualunque problema. Come poteva permettersi di desiderare una vita normale?
E che palle! Proprio lui dovevano scegliere le tre Dee? Con tutti i ragazzi di Hyrule proprio a lui doveva toccare?
Ovviamente sì.
Link ingoiò l’ultimo pezzetto di pane, finì l’ultimo sorso di latte e tornò in piedi. Prese la tazza e la ripose senza particolare cura vicino al lavandino. Già che c’era fece lo stesso con il piatto vuoto della cena. L’idea di lavarli non gli passò neanche per l’anticamera del cervello. Tutta la sua concentrazione era puntata sulle  immagini appese dietro al tavolo, al muro di legno. Ilia che teneva in mano un capretto appena nato, Colin che rideva, Epona da puledra, due capre che dormivano assieme. Il suo sguardo tornò alla spada. La sua spada. Quella che gli aveva dato Moy. Non quella che gli avevano dato le Dee. La Spada Suprema era di nuovo nella foresta, nel suo secolare piedistallo, a far da posatoio agli uccellini di bosco.
Si ricordò che doveva pulire la sella di Epona. Un’attività che, sommato tutto, era piacevole. L’unica che non era mutata nella sua nuova condizione da eroe.
La cosa che odiava davvero di questo ruolo capitatogli tra capo e collo era il modo in cui tutti lo guardavano, con quell’aria di sacralità mista a venerazione. Passino pure le responsabilità, il senso del dovere, le battaglie. Odiava quando lo guardavano in quel modo. Lo odiava davvero. Nel villaggio si erano tutti impegnati per trattarlo come sempre. Aveva risposto volentieri alle mille domande di Colin e degli altri bambini quando gli avevano chiesto di raccontargli nei minimi dettagli tutte le sue avventure. Ci aveva impiegato una nottata intera ma l’aveva fatto, e gli era anche piaciuto farlo. Non gli piaceva, però, come le occhiate di tutti continuavano a cadere immancabilmente sulla sua mano sinistra, o come a volte non venivano a svegliarlo la mattina per aiutare con il bestiame per lasciarlo dormire di più, cosa che prima non si sarebbero mai sognati di fare.
Non aveva mai chiesto nessun trattamento di riguardo, anzi, voleva il perfetto opposto. Ma ciò pareva impossibile da realizzare. Pure per Zelda. Erano stati parecchio affiatati, loro due, durante la battaglia finale o anche prima, quando il Crepuscolo avanzava. Ma ora, anche lei lo trattava come se fosse un essere superiore, una sorta di divinità in terra. Inutile dire quanto ciò lo ferisse. L’unica che non aveva mai smesso di trattarlo come sempre – oltre ovviamente alla fida Epona – era Ilia, cosa per la quale le era immensamente grato. E anche qualcosa di più.
Doveva lavare la sella di Epona.
Cercando di rimanere focalizzato su quel semplice dovere, cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di una maglietta, una qualunque maglietta. Ne trovò una bianca, senza maniche. L’ideale. Se la infilò, attraversò tutta la casa fino ad arrivare alla fatidica sella. La prese, poggiandosela su un braccio, afferrò una sacca con gli strumenti per pulire e inforcò la porta. Altre scale a pioli ostacolarono il suo cammino, ma l’hylian non si lasciò abbattere. Con un agile balzo si ritrovò a terra.
Le orecchie della cavalla bruna-rossiccia guizzarono verso l’alto quando il suo amato Link atterrò. Tempo di muovere un piede ed Epona gli era già di fronte, tutta festosa. Nitrì in saluto. Link le sorrise, accarezzandola con la mano libera sul naso.
-Ciao, sorellina. Come stai? Dormito bene?-
Epona scosse la testa, sbuffando.
-Lo prendo come un sì. Andiamo a farci un bagnetto, voi?-
Lo zoccolo del cavallo divelse con gioia diverse zolle di terriccio.
-Perfetto. Andiamo.-
Con il peso della sella su di un braccio, cavaliere e cavallo si incamminarono verso la fonte.
A piedi nudi era un piacere camminare sull’erbetta fresca, umida di rugiada. Un po’ meno piacevole fu quando Epona gli addentò la casacca, strattonandolo all’indietro con fare giocoso mandandolo per poco gambe all’aria. Link però non s’era lasciato abbattere e aveva risposto con una sonora tirata d’orecchie provocando la gioia della giumenta.
La sorgente arrivò in un baleno. Depositata la sella vicino alla riva, estrasse una spazzola dalla sacca, la bagnò nell’acqua e strofinando il cuoio della sella cominciò a pulirla dai residui di fango e sangue secco. Sì, sangue. C’era tanto da fare di quei tempi, un sacco di mostri infestavano varie aree del regno e la necessità di distruggerli era tale che combattere a cavallo era spesso l’opzione scelta più di frequente.
La cavalla osservava tutto il trafficare dell’hylian con curiosi occhi luccicanti. Con il muso diede una spintarella alla schiena del suo cavaliere che rispose con un –Buona, dai. Un po’ di pazienza.-
L’ingegnoso equino gli tirò di nuovo la maglia e anche i capelli. A quel punto, Link abbandonò un attimo il suo lavoro. Con atteggiamento giocosamente arrabbiato si voltò verso la giumenta che, tutta felice per aver ottenuto il suo scopo, fece un piccolo salto, impennandosi. Link si alzò in piedi decidendo di attaccare. Saltò letteralmente addosso alla cavalla, ignorando l’imbarazzante disparità di dimensioni. Le si aggrappò alla schiena mentre Epona balzò di nuovo trottando verso l’acqua. Lì una brutta sorpresa attendeva il giovane hylian. La trappola della cavalla aveva funzionato: Epona cominciò a calciare l’acqua, spruzzandosi tutta e lavando di conseguenza il poveretto che le era sulla schiena. Link fece così la doccia, quella mattina. L’eroe, però, non si lasciò inzuppare gratuitamente. La fece pagare alla cavalla, aggrappandosi al suo collo, tirandole all’indietro la frangia e drizzandole la testa. Epona nitrì, impennandosi per un attimo. Poi si lasciò cadere a terra, sdraiandosi e affondando definitivamente il suo cavaliere nelle acque turchine della fonte. Link riemerse poco dopo, sputacchiando e tossendo, con tutti i capelli negli occhi.
-Va bene. Hai vinto.- biascicò Link, passandosi una mano tra i capelli e rivoltandoli all’indietro.
Epona nitrì, suggellando la vittoria. L’hylian, fradicio, si rialzò, tornando alla sella, tutta puntinata di gocce che la furiosa lotta aveva provocato. Ora era tutta splendente. Con occhio critico, squadrò la cavalla, ancora sdraiata in acqua che con aria che lei riteneva sbarazzina lo stava spiando. Link le voltò le spalle dando gli ultimi ritocchi alla sella fino a quando ritenne che fosse del tutto pulita.  
Gocciolanti, cavallo e cavaliere tornarono a casa. Ma Epona, ancora insoddisfatta, rimase per tutto il tempo con i denti ancorati alla maglia di Link.
-Ma che cos’hai questa mattina, si può sapere?- ridacchiò il ragazzo, respingendo di nuovo il morbido naso della giumenta.
Ricevette un basso suono gutturale in risposta.
-Va bene. Non me lo vuoi dire. Che cavalla antipatica!-
In forma di lupo, loro due avevano potuto parlare. Era stato forse il momento che gli era piaciuto di più, poter parlare con la sua fida compagna di avventure. Avevano raggiunto un nuovo legame, passando ad uno stadio successivo della loro amicizia. Ora, anche se la forma di lupo non era più raggiungibile senza Midna, comunicavano lo stesso in un modo intrinseco e viscerale che nessuno dei due era realmente capace di comprendere. Un livello di contatto spirituale che permetteva al cavaliere di fare la lotta con il suo destriero, come due bambini, senza alcun tipo di problema.
Tornati a casa, Link si impegnò a risalire l’ostica scaletta a pioli, lasciando la sella ad asciugare su di una staccionata. Il sole ora accennava a far capolino da dietro le montagne.
Dentro, Link si diede ad una frenetica caccia ad un asciugamano. Incredibile! Per quanto fosse diventato abile a trovare minuscole chiavi argentee in labirinti di estensione inimmaginabile, trovare un semplice asciugamano era sempre rimasta una sfida insuperabile.
Trovò il mimetico pezzo di stoffa accartocciato sotto ad una pila di libri. Come ci fosse finito lì rimase un mistero per l’hylian ora intento ad asciugarsi.
Tutta la tetraggine di quella mattina era scomparsa, volatilizzata. E per questo si doveva ringraziare Epona. Link sorrise, mentre passò ad asciugarsi, per quanto possibile, i capelli. I vestiti fradici finirono appesi a sventolare fuori dalla finestra mentre l’eroe si infilava la sua leggendaria tunica verde. Pantaloni, stivali maglia bianca, cotta di maglia, tunica, cintura con le sacche porta oggetti, cinturone a tracolla per la spada, protezione per gli avambracci, guanti, cappello a punta, spada, scudo. Tutto pronto.
Non senza un sospiro, Link uscì nuovamente di casa. Qualche giorno prima aveva ricevuto una lettera da parte di Zelda nella quale gli chiedeva con ogni gentilezza di venire a corte. Un altro mostro imbizzarrito che terrorizza un qualche paesello sperduto in campagna, aveva pensato Link. In ogni caso, alla chiamata della Principessa di Hyrule non si poteva non rispondere.
Fuori di casa, però, una persona lo aspettava.
Gli occhi smeraldini di Ilia sorrisero.
-Ciao. Già sveglio?-
-Per forza.- rispose Link, ricambiando il sorriso. Aveva ancora i capelli piuttosto bagnati, una goccia gli scivolò sul naso.
Con il solito balzo, l’hylian neutralizzò la scala atterrando proprio davanti all’umana. Era ovvio che lei era lì per augurargli buona fortuna e per ricordargli di fare attenzione. Fin ora l’aveva sempre fatto, senza mai mancare una singola volta. E Link adorava che lei lo facesse.
Gli occhi color del cielo si immersero in quelli verde foresta. –Fa’ attenzione e vedi di tornare sano e salvo. Me lo prometti?- disse difatti lei.
-Te lo prometto.- rispose di rito lui, sorridendo di nuovo.
Si abbracciarono. Link chiuse gli occhi, assaporando il tocco lieve di Ilia.
A malavoglia, si staccarono. Si guardarono per un altro po’ poi Link si voltò andando da Epona che stava beatamente sterminando un gruppetto di fiorellini ed erbette di bosco senza mostrare la minima pietà. Le legò sul dorso la sella, stringendo tutte le cinghie, le mise sul capo le briglie, in bocca il morso.  
Ilia gli si avvicinò.
-Dove andrai, oggi?-
-Ancora non so.- rispose, avvicinandosi alla ragazza e lasciando Epona al suo massacro di vegetali innocenti. –Per ora so che devo andare da Zelda a sentire qual è il problema. Poi vedremo.-
-Ah.- fece Ilia, abbassando gli occhi, ora velati di tristezza. –Almeno, sarai qui per l’ora di cena?-
Link rise. –Non so, davvero. Spero di sì, però.-
Ilia alzò piano gli occhi. –Fa’ attenzione.-
-Sempre.- rispose Link, sorridendo. –Ora devo andare, altrimenti da Zelda non ci arriverò più.-
-Non è educato far attendere una Principessa.- convenne Ilia.
-Ciao, allora.- la salutò Link con la mano.
-Ciao …-
L’hylian si voltò verso la cavalla, prese la rincorsa e le saltò in groppa da dietro, appoggiandosi con le mani sul fondoschiena della cavalla e allargando le gambe. Colta di sorpresa, la bruna giumenta partì al galoppo abbandonando il suo spuntino, sparendo il un lampo tra gli alberi, in un frastuono di zoccoli, lasciandosi dietro Ilia, a guardare con il cuore sospeso quella manciata di foglie che le avevano nascosto alla vista il suo caro amico d’infanzia.
L’aria era piacevolissima sulla pelle e il verde della foresta era una benedizione. Il sentiero scorreva sotto le possenti zampe di Epona che facevano tremare la terra. In un baleno superarono il ponte di legno che conduceva al villaggio di Tauro, raggiunsero la Fonte di Firone, curvarono a sinistra e raggiunsero quello stranissimo individuo i cui capelli erano un mistero senza ombra di soluzione. Era mattina prestissimo eppure quello era già sveglio, accoccolato al suo solito tronco. Non appena vide chi gli stava venendo incontro, schizzò in piedi, salutandolo con la mano.
Link non si fermò. Piegato nel galoppo in avanti sul collo di Epona ebbe giusto il tempo di muovere una mano in saluto, prima di uscire dal campo visivo del venditore d’olio per lanterne.
Rallentò appena la corsa quando la verde piana di Hyrule gli si srotolò davanti. Il castello, ancora parzialmente in riparazione, si stagliava maestoso come sempre in fondo al mare d’erba costellato di scogli d’alberi. Link lo osservò per un attimo, impregnato del rosso fiammeggiante del sole nascente, le guglie rilucenti come torce. Affondò gli stivali nei fianchi di Epona, tirando al contempo le briglie all’indietro. La cavalla si impennò fendendo con gli zoccoli l’aria mattutina che già accennava a perdere la sua frescura. Al segnale di Link, Epona si slanciò al galoppo, correndo a perdifiato attraverso la pianura, sfrecciando sull’erba, puntando al castello.




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Angolo autrice:
Salve gente! questa è la prima ff che scrivo. spero che per ora vi piaccia. un commentino mi sarebbe immensamente gradito. nessun obbligo ^.^ semplicemente conoscere i vostri pareri mi farebbe piacere :)
Io amo The Legend Of Zelda, lo adoro e il miglior modo per rendere omaggio ad una serie tanto - è il caso di dirlo - leggendara era scriverci una bella fan fiction ("bella"sta a voi deciderlo :D). Twilight Princess, per quanto strano possa sembrare, è lo Zelda che mi ha lasciato di più. Il perchè non lo so nemmeno io, ma è così. quanto ho fantasticato su quel gioco! quante ore passate a sognare! e allora, mi sono detta, perchè non rimboccarsi le maniche e scribacchiare quelle storielle inventate la notte tardi prima di prendere sonno? 
in questa mia ff cercherò di raggrupparle tutte, sperando di riuscire a crearci attorno una trama decente.
Ho la brutta abitudine di aggiornare in maniera assai irregolare, quindi, abbiate pazienza ^.^
detto ciò ...
saluti a tutti!
alla prossima!!

un bacione
Phantom13
 
PS: io ho giocato la versione per il wii, quindi tutti i riferimenti di luoghi e posizioni saranno invertiti rispetto alla versione per game cube.
 

  
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