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Autore: CreAttiva    28/07/2013    0 recensioni
Assunto dalla giovane e testarda dirigente di un'industria di scarpe, il Signor Ragonesi scoprirà ben presto che il suo capo è più di quel che sembra. Lui afferma "purtroppo".
Realtà, fantasia e humor tutti in una sola storia.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
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1 - Incontro

Incontro


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(Per il protagonista, il cui nome verrà detto in seguito, ho scelto il ferormonico Chris Hemsworth, attore di "Thor")


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Nella mia vita è sempre stato tutto facile. Quello di segretario personale del dirigente della Stòppedo Company è un titolo che si acquisisce soltanto per referenze, e io avevo la convincente raccomandazione di mio padre, che svolgeva lo stesso incarico prima di me. Lui si era ritirato per "occuparsi della sua salute" (guastando quella degli altri a proprio vantaggio, temo) e per lasciarmi il suo posto. Niente di più comodo. Certo, le capacità erano date per scontate: era ovvio che mi intendessi di tutto, dalla politica al diritto, dall'economia aziendale alle lingue del mondo, dalla lucidatura delle scarpe all'asservimento. Ecco, questo ultimo insegnamento deve essermi sfuggito nei miei anni di studio. E grazie a questo mi giocai la carriera.


Licenziato. Io.


Non era poi la fine del mondo: ero un giovane di 29 anni dotato e con le spalle coperte dal paparino. Purtroppo le cose presero una brutta piega. Mio padre mi abbandonò, chiudendomi il conto, e il signor Stòppedo telefonò (o almeno il segretario del suo nuovo segretario lo fece) ad abbastanza persone da garantirsi che nessun altro mi assumesse. Mi ero preparato per una vita a un lavoro che non avrei più potuto svolgere.

Ero rovinato.


Per mia sfortuna mi sbagliavo di grosso. Dopo alcuni giorni passati a disperarmi nel mio appartamento, chiedendomi come avrei finito di pagarlo, ricevetti una telefonata da lei. Se non avessi accettato quel colloquio la mia vita sarebbe stata più noiosa, ma anche meno pericolosa e sconvolgente. Non rimpiango un solo giorno del mio nuovo lavoro (a parte quello in cui sono stato rapito da... lo saprete presto), ma confesso che se ne avessi conosciuto le conseguenze, non avrei avuto il coraggio di prendere il primo treno per Colesso. Invece ero tanto disperato da non fermarmi a riflettere come quella persona avesse ottenuto il mio numero.


Tutti conoscono Miriam Gici, schifosamente ricca dopo la tragica morte dei suoi genitori, in un incidente aereo; da allora era sparita dagli schermi per alcuni mesi, in lutto. La venticinquenne si era sempre mostrata in pubblico quale giovane donna distinta e composta, come si addiceva alla sua classe.


Se però non mi fossi trovato all'ultimo piano della sede centrale della Gici Industries, nello studio del Dirigente Capo, e se non ci fosse stata la targhetta dorata con l'incisione “Miriam A. Gici” in bella vista sulla scrivania, avrei faticato a riconoscerla. Avvertivo la sensazione di trovarmi al cospetto di una ragazzaccia di strada: capelli corvini cortissimi con una sola ciocca di un blu elettrico più lunga a incorniciarle il viso, un ovale quasi perfetto; pantaloni militari portati a vita bassa, scarpe da ginnastica con lacci di colori diversi e canottiera di pizzo che metteva in risalto un seno modesto (lo ammetto, alla scollatura ho lanciato più di un'occhiata sfuggente). La spavalderia con cui si ergeva sulla sedia di pelle nonostante la sua piccola mole, il sorriso ironico e il sigaro(!) mi ricordarono terribilmente J. Jonah Jameson di Spiderman.


La Signorina Gici mi accolse gentilmente, mi offrì da bere, quindi scorrendo il curriculum mi porse diverse domande sulle mie conoscenze e sui tre anni trascorsi alla Stòppedo Company. Con mio estremo sollievo non le interessò sapere il motivo del mio licenziamento.

«Sto pensando di assumerla come mio segretario» affermò con quel suo tono affabile (come avevo potuto paragonarla al capo di Peter Parker?!) «Tuttavia vorrei prima farle una domanda, e lei mi deve rispondere sinceramente.»

Avevo cominciato a sudare nel mio completo formale già da quando ero entrato in quell'edificio, ma la tensione si accentuò quando annuii.

«Che cosa pensa di me, Signor Ragonesi?»


Non sono credente, perciò chiedo scusa ai religiosi, ma in quel momento tirai giù mentalmente tutti i santi in una volta. Cosa dire? Quel colloquio significava per me poter rimettermi in carreggiata o perdere tutto. Al mio posto una persona intelligente avrebbe elaborato una risposta abbastanza veritiera e abbastanza bugiarda da accontentare la sua richiesta di "rispondere sinceramente". Non pecco di modestia nell'affermare che la mia intelligenza sarebbe stata sufficiente allo scopo. Benché il recente licenziamento avrebbe dovuto servirmi da lezione, di fatto sputai su quell'insegnamento della vita. Il problema fu la situazione in cui mi trovavo: una ragazza più giovane di me, che mi fissava con focosi occhi castani, stava per decidere il mio futuro. La cosa mi parve talmente ridicola da spingermi a confessare stupidamente:«Penso che lei sia una ragazzina viziata e arrogante, e dover stare alle sue dipendenze è per me il colmo.»


Con mia immensa sorpresa lei scoppiò in una risata sguaiata. Scattò in piedi sbattendo i palmi delle mani sulla scrivania e sussurrò a un soffio dal mio viso:«Bene Signor Ragonesi: questa azienda ha bisogno di un pilastro solido, altrimenti io che mi innalzo sul tetto crollerò insieme a essa. Voglio che al mio fianco ci sia qualcuno che abbia le palle di dirmi se sto sbagliando, perciò da domani lei sarà il nuovo pilastro della Gici Industries

Fu così che cominciarono i miei guai.




(S)parla con l’autrice

Dia dhaoibh, lettori!

Grazie di cuore per esservi interessati alla mia storia. Cosa ne pensate di questo primo capitolo?

Molti di voi diranno:«Ma questo non è fantasy!»

Un po’ di pazienza. Lo stile di questa storia si basa su capitoli brevi e scorrevoli, che vi lasciano scoprire la verità al momento giusto. Se volete un signor fantasy passate all’altra storia che sto scrivendo: Il destino scelto


Fate un salto anche sulla mia pagina facebook: Parole Cozzate – CreAttiva

Al prossimo capitolo! Slán libh!


CreAttiva

   
 
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