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Autore: AlbertoZeusSon    30/09/2013    8 recensioni
Questa storia basata sul mondo di Percy Jackson narra di Albert Stone un ragazzo americano che viene a conoscenza di una notizia che gli cambierà la vita: è un figlio di Zeus
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La mia professoressa cambia acconciatura.

-“Albeert svegliati”- I toni soavi e dolci di mia madre mi svegliano. “7° giorno di scuola e già non ne posso più”.
-“Albert svegliati, questa è l’ultima volta che te lo dico, o mi costringerai a versarti addosso una tanica di acqua”- “accidenti quella lo fa davvero!!” mi alzo in fretta prima che quella pazza mi faccia la doccia-“Buongiorno”-le dico in tono sarcastico.
-“Mangia e vai a scuola”- mi dice mettendomi davanti un piatto con uova strapazzate e bacon, il mio stomaco fa feste al solo vedere quella meraviglia, mi accarezzo il labbro ferito–“Che hai fatto al labbro Albert?”- ecco qua il 3° grado è partito, ma non le posso dire che Mark Reed mi ha dato un pugno perché non mi voleva far entrare in un pub, anche se pieno di brutta gente, come lui del resto.
-“Me lo sono morso”- “Non mi scoprire, non mi scoprire, non mi scoprire….”
-“Non te lo mordere più! Ti è diventato livido.”- “Evvai..” annuisco con faccia seria poi faccio un sorriso, mi metto sull’attenti e con un saluto militare le dico-“Agli ordini sergente Rose Stone”- vedo la sua espressione ammorbidirsi “L’ho scampata bella!! Non mi avrebbe fatto uscire più per un mese”.
-“Vai a lavarti Albert o farai tardi”- entro in bagno e visto che non sono in un ritardo esagerato come dice lei mi faccio una doccia che mi sveglia definitivamente dal mio torpore. Uscito dalla doccia mi asciugo, mi lavo i denti e dopo essermi messo un po’ di gel ai capelli esco dal bagno seguito da piccole gocce di nebbia.
 
“Cavolo è tardissimo!!!” Esco di casa correndo come un dannato, lo zaino che mi rimbalza contro la schiena e le Adidas che quasi volano a pelo del terreno.
-“Ciao! In anticipo come sempre vedo.”- vedo Dylan che corre al mio fianco, lui è il mio migliore amico. Da quanto tempo ricordi, mi è sempre stato vicino, abbiamo fatto tutto insieme ed ora siamo nella stessa classe alla Madison Art School di Manhattan.
-“Senti chi parla!”- aumento la velocità sfidandolo, anche se so di perdere contro di lui, è il più veloce della scuola.
-“Mi stai sfidando Albert?”- dice raggiungendomi senza alcuno sforzo.
-“No Dylan ho solo fretta di arrivare.”- “Meglio di no Albert!! Non lo sfidare!” mi rimprovero da solo.
-“Okay allora è meglio se ci sbrighiamo!”- aumentiamo il passo entrambi.
 
-“Wow ce l’abbiamo fatta!!”- dico con il fiatone.
-“A quanto pare”- dice lui fresco come una rosa.
Entriamo nei corridoi della scuola e ci viene incontro il nostro amico Luke.
-“Ragazzi voi sarete espulsi anche da questa scuola se non arrivate in orario!”- ci ammonisce Luke, io e Dylan ci lanciamo un'occhiata di intesa e gli sorridiamo.
-“Ma Buongiorno anche a te Luke. Comunque non ti preoccupare se non ci ha visto quella spia della prof. McFuck siamo apposto”- la McFall è la professoressa più stronza di tutti gli Stati Uniti chiamata McFuck da me e miei amici dal primo giorno.
-“Signor Stone nuovamente sul filo del rasoio, ma un giorno la farò espellere da questa scuola, ci conti!!”- “oh cazzo! Speriamo non abbia sentito il soprannome che le abbiamo dato”  continuo a camminare fingendo di non sentire e poco dopo scoppiamo tutti e tre in una sonora risata.
-“Hey ragazzi!”- ci vengono incontro Antony ed Antony.
-“Ciao Joker”- Antony lo chiamiamo Joker perché è un buffone, ma non ha nulla a che vedere con quello di Batman-“Ciao Red”- Antony lo chiamiamo così per il colore dei suoi capelli che sono di un rosso vivo.
-“Andiamo in classe, non voglio essere espulso… io”- dice Luke in tono ansioso e petulante.
-“Okay”- Sbottiamo io e Dylan.
 
Il professor Callahan entra in classe, lui è l’unico professore che mi piace, insegna arte, è giovane non un cadavere ambulante come gli altri, ed è l’unico che ci fa fare delle gite. Ci zittiamo tutti mentre lui con la sua voce profonda inizia a chiamarci uno per uno, la sua voce assomiglia a quella di Barry White.
-“Allen?”- inizia il prof attendendo l’alzata di mano o la risposta dell’alunno chiamato. Antony alza la mano.
-“Blake?”- continua –“Eccomi prof.”- risponde Dylan facendo un cenno della mano.
-“Hammer?”- “che cognome forte che ha Red”. Lui alza la mano.
-“Stone?”- “oh ha chiamato me” –“Ci sono”- dico con un sorriso.
-“Wall?”- Luke alza la mano.
-“Ed eccoci alla fine di questo supplizio. Williams?”- vedo Angel Williams alzare la mano e sento il mio cuore sciogliersi al solo vedere quegli occhi blu come il mare.
Sento le parole del prof. Callahan su Leonardo da Vinci che studiava i corpi dei morti e sorrido vedendo la faccia disgustata di Angel. Che angelo! I capelli color castano scuro leggermente mossi, gli occhi blu come il mare, quelle labbra meravigliosamente piene e sensualissime: la prima cosa che ho notato dopo gli occhi.
Lei non lo sa ma io la amo da tanto tempo, già da dicembre dell’anno precedente quando in classe la prof. di musica chiese se qualcuno voleva cantare la canzone “Isn't She Lovely” di Stevie Wonder il giorno successivo, lei alzò la mano e io dopo di lei. Il giorno dopo io portai la mia Gibson SG e l’amplificatore e cantammo in duetto. Il mio cuore cominciò ad accelerare il suo battito e capì in quel momento che la amavo. “Chissà se lei prova qualcosa per me”.
-“Stone!”- il prof. Callahan mi fa ritornare alla realtà –“Io sono molto buono con lei anche se non studia molto, ma pretendo attenzione, quindi o ci rende partecipi dei suoi pensieri”- arrossisco –“O sta attento!”- “cavolo inizio ad odiarti! Okay hai ragione!” rispondo in fretta-“Si prof sto attento!”
La lezione passa velocemente, quel genio di Leonardo mi piace sempre di più, assomiglia molto a Red per il fatto che sta sempre a costruire qualcosa, e a Luke perché è intelligente oltre ogni modo. A me assomiglia perché lui voleva volare e anche a me piace il cielo e volare in aereo.
 
-“Hey Albert, come va il labbro?”-sento la voce odiosa di Mark Reed e mi avvicino a lui a passo cadenzato e mediamente veloce-“Che c’è Stone? Ne vuoi ancora?”- dice mostrando il pugno destro. Vedo Dylan al mio fianco-“Tranquillo Albert”-mi dice-“Io lo prendo da destra, tu vai da sinistra.”- sento delle braccia che mi bloccano.
-“Joker, Antony lasciatemi gli voglio spaccare la faccia!”- dico con gli occhi iniettati di sangue.
-“No Albert, la McFall ha bisogno solo di una scusa per buttarti fuori. Non gli dare questa possibilità.”- le sagge parole di Luke mi fanno ragionare. Smetto di dimenarmi. I due mi lasciano, poi vedo Angel e la mia rabbia sparisce, lasciando spazio alla tristezza e alla delusione quando vedo che saluta Marc e lui le da un bacio sulle sue labbra. Lei non reagisce ma non è molto entusiasta.
Con il cuore a pezzi giro i tacchi e inizio a tornare a casa con i miei amici.
 
-“Hey Albert non ti preoccupare, potete continuare ad essere amici, ci sono tanti pesci nel mare, ne troverai una migliore. Una che ti ama.”- dice Joker per farmi sentire meglio, io lo guardo inespressivo, poi noto Dylan che lo guarda in cagnesco e prima che inizi a insultarlo gli prendo l’avambraccio, lui mi dice-“okay?”- annuisco e poi rispondo-“okay”- che brutta sensazione. “Che qualcuno ti fulmini Mark!!!”.
 
Rientro in casa e mi chiudo in camera ad ascoltare la musica. “Numb” dei Linkin Park mi fa sentire meglio. Mia madre mi ordina di iniziare a fare i compiti, così mi butto a capofitto su letteratura: oggi abbiamo un cantico di Dante.
Inizio a leggerlo, ma le lettere iniziano a ruotare, così lo metto da parte e passo a musica, la materia opzionale che ho scelto quest’anno per avere dei crediti in più. Tiro fuori la Gibson dalla custodia ed inizio a suonare “Lasso” dei Phoenix, poi mi torna in mente il bacio che Angel ha dato a Marc, e mi accorgo di suonare “Isn’t She Lovely”. “Maledetta canzone, mi hai fatto innamorare e mi distruggi...”
Inizio matematica, i numeri non mi faranno pensare a niente altro.
Sono le 23:00, sono stanco ed è ora che vada a dormire dopo questa giornata.
 
“Driiiiiiiiin…driiiiiiiiin…driiiiiiiiin” Il suono di qualcosa di infernale mi sveglia.
-“Mamma cosa è questo aggeggio?”- cerco di trovare l’apparecchio da cui viene il rumore.
-“Ti ho comprato una sveglia. Comunque tanti auguri!!”- “oh no, mi bastavi tu!!” la trovo e la spengo, mi pulsano le orecchie.
-“Potevi risparmiartela. Grazie..”- “sul serio bastavi tu!” le rivolgo un sorriso molto trattenuto, oggi niente uova, solo un misero bicchiere di latte. “Meglio così, non ho fame!”
-“Prendila bene, almeno ti ha svegliato mezz’ora prima di ieri. Oggi devo andare prima in lavanderia, magari dopo ti preparo un buon pranzo.”- “Sul serio?!” guardo l’orologio appeso sopra la cucina. “Oh mio dio sono le 6:45!!”
-“Mi vado a lavare, almeno oggi non dovrò correre. Ma da stasera la imposto io la sveglia.”
 Dopo essermi lavato e vestito esco dalla mia camera e mi avvio verso la porta  d’ingresso con calma. Sto per uscire quando sento una mano che mi blocca la spalla, mi giro e mia madre ha qualcosa tra le mani.
-“Albert questo me lo ha lasciato tuo padre prima di partire.”-apre le mani e vedo che sopra c’è un anello di platino con una pietra blu, uno zaffiro-“è un anello molto prezioso”
-“Grazie mamma”- le do un abbraccio ed esco di casa mettendomi l’anello all’anulare destro.
 
Comincio a camminare e visto che è presto allungo la strada passando per il parco, fissando l’acqua e le piccole onde che si formano increspando l’acqua. Respiro a pieni polmoni un’ultima volta e mi dirigo verso scuola.
Vedo i miei amici parlare tra di loro, ma io mi allontano entrando già in classe, e volgendo un ultimo sguardo fuori vedo l’espressione interrogativa di Dylan e degli altri. Mi siedo appoggiando la testa al banco. Prendo l’ipod, mi infilo gli auricolari e ascolto musica su musica, dai Coldplay ai Nirvana, da Stevie Wonder ai Linkin Park. Sto ascoltando “Moondance” di Van Morrison quando mi sento afferrare il braccio. Una presa poderosa con le unghie sicuramente femminili che mi lasciano il segno nella carne.-“Sig. Stone”- è la McFall –“Vorrei parlare della sua media scolastica nel mio ufficio. Adesso!”- mi alzo e senza dire una parola la seguo massaggiandomi il braccio, dove le sue unghie mi hanno lasciato il segno.
 
Entro nel suo ufficio dopo di lei, lei mi fa un cenno con la mano rugosa e vecchia di sedermi su una delle due poltrone di pelle. C’è un cattivo odore, di muffa e putrefazione. “Sarà il suo odore, in fondo lei è un cadavere ambulante”. Lei si siede di fronte a me sulla sua poltrona di pelle di color rosso scuro come il sangue.
Io inizio ad innervosirmi, ma lo sono sempre essendo iperattivo. Lei mi guarda con occhi di fuoco e mi dice-“Ora ne sono certa! Siete voi!”-“ma di che diamine parla questa pazza?” la vedo alzarsi dalla poltrona e girare attorno al tavolo di pregiato ebano-“Si siete voi i sette mezzosangue. E tu sarai il primo a morire!”- “Mezzosangue? Ma ci sta offendendo? E poi sette? Io e i miei amici siamo in cinque se si riferisce a noi, di chi sta parlando sta squilibrata?” Si avvicina a me, e credo di avere le allucinazioni, i suoi capelli stanno diventando fiamme vive, i suoi denti zanne, il suo braccio destro una zampa con artigli di bronzo e la sua gamba sinistra uno zoccolo di bronzo “ma che il bronzo è una nuova moda?” accenno un sorriso sarcastico.
-“Io sono un empusa, ancella di Ecate mia madre, che mi ha creata per uccidere. E tu sarai il prossimo figlio di Zeus!”
 
 
 
 
Note dell’Autore
Salve ragazzi, io sono Alberto, spero che la mia storia vi sia piaciuta.. Il prossimo capitolo uscirà la prossima settimana.
Alberto

  
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