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Autore: ChocoCat    27/10/2013    0 recensioni
Come raccontare un amore mai nato?
Ho capito la passione che votavo alla nostra relazione; non solo mi piaceva parlarti, ascoltarti, condividere le risate con te, ma il tuo fisico atletico, il tuo viso a spigoli morbidi, perfino quei tuoi capelli da istrice mi piacevano.
Per non parlare dei tuoi occhi. Non avevo mai visto una sfumatura di cioccolata così perfetta. Gli aghi verdi che ne emergevano non facevano che abbellirli; un concentrato puro di seduzione dagli effetti devastanti su di me. Eppure la luce dei tuoi occhi non era data dalla loro bellezza; emanavano un calore e una passione che non avevo mai scorso in nessun altro. Tu mi piacevi per quello.
Parlavi con gli occhi, combattevi con gli occhi, seducevi con gli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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And so they must depart, Two many more broken hearts

 

 

Buona lettura!

 

Con affetto,

 

.ChocoCat.

 

 

 

_____________________________________________________________

 

 

 

 

 

 

And they’ll meet one day far away
And say, “I wish I was something more.”

And they’ll meet one day far away

And say, “I wish I knew you, I wish I knew you before.”

 

Amy McDonald

 

 

 

VII

 

 

 

Ricordare o dimenticare.

Camminavo su un'arma a doppio taglio, incapace di scegliere una o l'altra strada, affranta dal tuo totale disinteresse.

Per non parlare della tua reazione. Ti eri arrabbiato.



Come hai potuto distruggermi così? Come hai potuto mandare all'aria tutto?

L'umiliazione brucia come acido sulle debolezze, e io ne sono tanto piena da friggere in ogni punto.

Ho creduto in noi, appena per un istante, e non avrei potuto fare niente di meglio per allontanarti.

Quando ci ripenso brucia ancora; tu improvvisamente, da amico, figura conosciuta che eri, sei diventato un ragazzo degno d'interesse.

Ho capito la passione che votavo alla nostra relazione; non solo mi piaceva parlarti, ascoltarti, condividere le risate con te, ma il tuo fisico atletico, il tuo viso a spigoli morbidi, perfino quei tuoi capelli da istrice mi piacevano.

Per non parlare dei tuoi occhi. Non avevo mai visto una sfumatura di cioccolata così perfetta. Gli aghi verdi che ne emergevano non facevano che abbellirli; un concentrato puro di seduzione dagli effetti devastanti su di me. Eppure la luce dei tuoi occhi non era data dalla loro bellezza; emanavano un calore e una passione che non avevo mai scorso in nessun altro. Tu mi piacevi per quello.

Parlavi con gli occhi, combattevi con gli occhi, seducevi con gli occhi.

Prima dell'impatto, senza accorgermene, ero stretta sempre più nelle spire di un'attrazione che non avrei mai avuto la forza di contrastare; avresti potuto fare di me quello che volevi.

Forse sono una persona troppo debole per starti accanto. Ero morbida nelle tue mani, duttile, aperta, pazza d'amore fino all'estremo, fino a non rendermene nemmeno conto, tanto i miei sentimenti patinavano ogni situazione della mia vita, attutendo e nascondendo le altre emozioni.

Ero carne tenera, e tu non te ne sei mai accorto. Quando anzi te ne sei accorto, troppo tardi, eri già un altro.



Per qualche settimana mi sono dannata a evitare ogni contatto con te. Avevo paura che mi dicessi che non sarebbe mai dovuto succedere, che ringraziavi ma rifiutavi l'offerta, che era una follia. La mia predizione dell'anno scorso prendeva forma in un modo più doloroso di quanto pensassi. Ero terrorizzata dalla tua reazione.

Invece tu ti ostinavi a fingere che non esistessi, quasi fosse la cosa più facile, e non ci siamo parlati per un sacco di tempo. Ricordo di essere dimagrita, di aver notevolmente aumentato la mia media scolastica; dev'essere stato tutto quel tempo da riempire.

La tua assenza mi inghiottiva sempre di più, non riuscivo più a sorridere. Eri terribilmente vitale per me. Soffocavo. Morivo dentro, e non potevo parlarne a nessuno; non c'eri più tu ad ascoltarmi.



Mi ero slogata la caviglia circa una settimana prima, quando ci siamo guardati negli occhi nuovamente dopo quello che era successo.

Padma ed io andavamo su per le scale, verso l'aula di Incantesimi, e tu avevi un'ora di buco, probabilmente, perchè ciondolavi nervosamente. Io non ero a mio agio, Luna era dispersa da qualche parte e mi aveva lasciata nelle mani di Pad. Insomma, PAD! Lei non perdeva mai occasione per mettermi in difficoltà, nel modo più naturale e incosciente del mondo. Difatti, nutrivo per lei un odio incondizionato, senza fine. Sia tu che Luna lo sapevate.

Pad, sei diventata un facchino?”

Hai sorriso, con una voce strana, rivolto alla mia sinistra, dove lei si destreggiava per mantenere l'equilibrio con le nostre borse ed i nostri pacchi di pergamene da mezza tonnellata. Molto gentilmente mi accompagnava a lezione e portava le mie cose per non affaticarmi. Non aveva ancora fatto la sua castroneria giornaliera per cui, nonostante tutto, in quel momento provavo per lei un inconfondibile moto d'affetto.

Tu, verme, non eri nemmeno venuto a chiedermi cosa mi fosse successo.

Nel caso in cui tu non te ne sia accorto, Ginevra ha una caviglia slogata e non riesce più a camminare decentemente. Certo, se tu non l'avessi ignorata in modo ignobile dall'inizio dei corsi ora lo sapresti e non faresti domande così stupide! Sei diventato un vero schiopodo da quando è succ...”

QUELLO CHE È SUCCESSO TRA ME E GINNY NON TI RIGUARDA, FATTI I CAVOLI TUOI”

Pietrificate, io e lei ci siamo lanciate un'occhiata rapida, e io ho sentito l'affanno crescermi in gola.

Sollievo, mi ha chiamata Ginny. Affanno, sembra ancora più nervoso di prima ed evita il mio sguardo.

Ma come ti permetti?! Abbassa la cresta.”

Tu non osare dirmi quello che devo fare! E poi, se proprio vuoi saperlo, è LEI che mi ignora da settimane!”

Sei scappato via a passi pesanti, quasi ti avessimo fatto il torto peggiore del mondo. Noi. Io.

Si, ho smesso di cercarti. Se tu però avessi fatto un singolo passo verso di me avrei preso la rincorsa e mi sarei buttata fra le tue braccia.

Non sopportavo più di non poter cercare il tuo sguardo per ogni cosa; mi ero accorta di quanto spazio occupassi nella mia mente.



Cosa mai ho potuto fare di così brutto, mi chiedevo? La risposta non tardò ad arrivare.

Ero in cortile con i ragazzi di Corvonero, tentavo di ridere insieme a loro, ancora abbattuta dalla tua reazione, quando sei arrivato.

Con un sorriso di plastica mi hai detto “Gin dobbiamo parlare”.



Ti ho seguito. Non sapevo dove intendessi andare, così sono passata davanti a te e ho scelto io la strada.

Tu continuavi ad avere quell'aria nervosa, ne ero terrorizzata.

Senza prenderti la mano, senza toccarti né guardarti ti ho portato dritto nella nostra radura segreta, ai margini della foresta.

Non ho avuto il coraggio di sorriderti. Che idiozia. Non sono mai stata capace di nasconderti niente.

Allora, cos'hai da dirmi?”

Cominciamo dall'inizio. Si può sapere perché mi eviti?”

Io non ti sto evitando” ma tu mi hai immediatamente aggredita, con una forza la cui origine non mi era chiara.

Si invece! Non mentirmi che mi manda in bestia.”

Ma chi ti mente, idiota! Mi sto solo comportando esattamente come fai tu di solito, ultimamente. Ti lascio i tuoi tanti amati spazi.”



Touché.



Così mi avevi detto quando, orripilato, ti eri reso conto che ero l'unica disponibile per le tue uscite strampalate; hai finto che fosse colpa mia.

Esco sempre e solo con te, io ho anche altri amici!” mi avevi urlato, quasi avessi organizzato un complotto per impedirti di vederli.

Va bene, è colpa mia. Un peso da niente per me, visti i miei sentimenti. Pestami pure in faccia, Michael. Sarà un piacere.

Avevi percepito la punta dell'iceberg dei miei sentimenti, e lo rimpiangevi con una rabbia tale da lasciarmi basita; non capivo quale fosse il problema; potevo continuare ad esserti amica per sempre, non m'importava che tu ricambiassi. Non mi sembrava un crimine.



Ma le cose sono andate così: io non volevo ammettere di provare qualcosa per te, non dopo aver visto la tua reazione; tu non li accettavi per chissà quale motivo. Forse non volevi che rovinassero l'amicizia; forse eri cambiato in un modo che non potevo capire.



Ogni volta che ti vedevo, poi, ripensavo alle tue labbra e arrossivo. Anche tu avevi reagito alla situazione in un modo equivoco, e la cosa mi turbava immensamente. Tutt'ora ripensare al tuo viso in quel momento mi provoca un'immediata sensazione di calore al viso.



Avrei dovuto intuire in quel momento che tu ed io stavamo prendendo una direzione sbagliata. Eravamo un vagone allo sbaraglio.

E quel giorno, ecco che mi sputavi in faccia parole con la stessa assonanza.

Non voglio che la prendi male, non so come affrontare il discorso, ma io non ne posso più. Tutto questo mi sta soffocando.”

Tutto questo cosa?” ho sussurrato io, sentendo gli occhi pizzicare.

Noi due, la nostra... amicizia. Non so perchè le cose siano diventate quello che sono, mi è sempre piaciuto un sacco parlare con te, ma ultimamente parlavamo sempre di cose tristi.”

Cose tristi? Ma...”

Si, tu sei pessimista e io vicino a te lo divento.”

Io non sono pessimista... è la vita, LA VITA, che ti rende pessimista! Possiamo parlare di quello che vuoi! Dimmi di cosa vuoi parlare, allora! Dimmi tu cosa vuoi fare. Io ti asseconderò, ma non dire più cose così stupide. Oppure se non ti va di starmi attorno dimmelo chiaro e tondo, invece di trovare espedienti.”

Io non trovo nessun espediente.”

Oh si invece, tiri fuori sempre la scusa degli altri amici che PER COLPA MIA non riesci mai a frequentare!”

Certo, se tu pretendi sempre che usciamo da soli! Non c'entra niente, e non è una scusa! Non ne posso più, ho anche altri amici, vuoi capirlo? Mi sembra di diventare pazzo vicino a te! Possibile che non capisci? Io voglio conoscere tanta gente, mi piace stare in compagnia, e sinceramente il nostro rapporto si sta stringendo un sacco. Mi manca l'aria; mi sta stretto, e tu sei molto elitaria. Io non ce la faccio ad essere così. E la nostra amicizia è... è malsana, ambigua; allora tu cosa decidi di fare?! Non mi parli più, quasi volessi punirmi. Guarda che noi non stiamo insieme, siamo solo amici. Mettitelo bene in testa.”

SO BENISSIMO CHE NOI NON STIAMO INSIEME” ho deglutito io, con più forza in petto di quanto credessi possibile, “E non mi interessa affatto punirti, anche perchè tu non sei il mio ragazzo né vorrei che tu lo sia! Se tu fossi stato più furbo te ne saresti accorto prima! Non ti chiedo di starmi sempre attorno, vorrei solo che quando ci vediamo tu la smettessi di lagnarti perchè gli altri non vengono... non sono elitaria, semplicemente ho pochi amici, me ne bastano due o tre...”

Infatti, io invece non sono così.”

Nessuno ti ha chiesto di essere diverso da quello che eri.”

Sei possessiva.”

Cosa c'entra adesso? E poi, io mi sono sempre comportata come tu mi hai lasciato comportare. Se non ti va bene quello che faccio, devi dirmelo! Ma non mandare tutto a farsi fottere solo perchè non sei capace di tirare fuori le palle e dirmi quando qualcosa non ti va bene. Stai parlando di un sacco di cose perfettamente risolvibili con il dialogo. Sei tu che sbagli a non parlarne con me.”

Tu hai cominciato da quando è successa quella cosa. Bella mossa, proprio.”

Non diciamo stronzate. Te l'ho già spiegato. Tu ti comporti esattamente così con me. Aspetti sempre che sia io a cercarti, da quando siamo tornati a Hogwarts; io non voglio più starti dietro come un cagnolino mentre tu mi ripeti che vuoi vedere gli altri e mi usi come tappabuchi!”

Io... non ti userei mai come tappabuchi! Come puoi dire una cosa del genere?”

Sono i fatti che parlano per te! E ora scusa, ma devo andare.”

Tranquilla, ho finito anch'io.”

Bene.”

Bene!”



Te lo ricordi, vero? Mi chiedo se tu abbia sofferto anche un soffio di quello che ho sofferto io.

La durezza delle tue parole era senza precedenti; non riuscivo più a deglutire per l'angoscia. Se solo tu mi avessi degnata di uno sguardo ti saresti reso conto di quello che provavo. Invece hai tenuto gli occhi bassi, tranne quando gridavi; e li ero io a non riuscire a mantenere il contatto visivo.



È terribile sentirsi traditi in questo modo. Tu non avevi idea di quello che mi avevi fatto; io lo sapevo, te lo leggevo in quella tua aria innocente e cocciuta. Così non ho mai detto quello che pensavo.

Fine dell'amicizia.

Nonostante svariate discussioni per metterci d'accordo, non siamo più riusciti a sentirci vicini come prima.

Tu credevi che io fossi cambiata; io stringevo i denti perchè sapevo che eri tu ad esser cambiato, così come sapevo che sarebbe successo.

Ho perso un amico; sono diventata più forte.

   
 
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