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Autore: Pirilla_Echelon    08/11/2013    6 recensioni
Continuazione della oneshoot "L'audizione"
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"Nervosa Signorina Ditomedio?" disse con aria da strafottente.
Lo guardai in faccia senza far trasparire alcun tipo di emozione.
Si, effettivamente, Malcom era un gran bel ragazzo e i suoi occhi grigi da vicino avevano qualcosa di stramaledettamente ipnotico, ma... Il problema era tutto il resto.
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Mi guardò e scoppiò a ridere. "Il gatto ti ha mangiato la lingua?"
Scrollai la testa e cercai di tornare lucida. Che figura di merda!
"no, scusami Brian. È solo che sono un po’ nervosa" risposi squillate.
"come mai?" si avvicinò a me, prendendomi entrambe le mani come per rassicurarmi.
Bisogna mantenere la calma, bisogna mantenere la calma.. ripetei tra me e me.
Che avrei dovuto rispondere?
"è che ho una voglia pazzesca di baciarti, ma non so come fare" optai per la sincerità.
La sua espressione si accese in una smorfia di sorpresa, poi, continuò ad avvicinarsi a me.
"permettimi di darti una mano"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Personal trainer'
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Mi svegliai il mattino dopo, ancora completamente nuda, arrotolata nelle lenzuola rosse del letto di Malcom.
Tutt’ intorno a noi, niente era fuori posto eccetto i nostri vestiti, lanciati per aria la sera prima.
Dio, era stata la notte più bella di tutta la mia vita e Malcom, beh, sembrava essere nato per questo. Per provocarmi piacere.
Scostai leggermente le lenzuola per ampliare la mia visuale: la luce entrava dalla finestra, fuori il colore verde regnava ed il cielo azzurro era una perfetta cornice.
Sentii una musica provenire dal piano di sotto e, solo in quel momento, mi accorsi che sul mio ventre non c’era il braccio di Malcom a stringermi.
Mi voltai ed ebbi la conferma che Malcom non era lì nel letto accanto a me a darmi il buongiorno. Raccolsi le mutande e infilai una felpa del mio ragazzo che mi copriva fino a sopra il ginocchio. Mi diedi un’occhiata allo specchio; avevo un aspetto terribile, tuttavia ero luminosa. Degna della luce che filtrava dalla finestra.
Tentai di sistemarmi i capelli nel modo migliore che potei e andai nel piccolo bagno adiacente alla stanza per darmi una sciacquata alla faccia ed ai denti.
Poi mi avviai per le scale. Man mano che scendevo i gradini, la musica proveniente dal grande salone si faceva sempre più intensa.
La melodia che fuoriusciva dal pianoforte che avevo visto la sera prima invadeva l’aria e dava un senso di stupore a qualsiasi cosa; era un suono delicato e dalla cadenza romantica. Era una musica che non conoscevo, ma che già adoravo.
Scesi altri due scalini e finalmente, fui in grado di riuscire a vedere le spalle nude di Malcom che stava seduto al piano, creando quella sinfonia.
Mi avvicinai ancora ed ancora, e quando raggiunsi la parte opposta della stanza, allungai una mano e toccai una spalla del mio uomo.
Non appena sentì la mia mano, fece un leggero balzo e cessò di suonare.
Feci  scivolare la mia mano sul davanti, verso la clavicola, chiudendo gli occhi estasiata.
Non credo che avrei mai avuto abbastanza della sua pelle.
Poggiò la sua mano sulla mia e la sollevò all’altezza della sua bocca, poi lasciò un leggero bacio sul dorso.
<< buongiorno >> sussurrò, voltandosi nella mia direzione.
<< buongiorno >>  mi abbassai per poter arrivare alla sua bocca.
Mi prese dai fianchi e mi fece sedere a cavalcioni su di lui. 
Mi si accese il motore nel giro di pochi istanti; giocherellai con le sue labbra e passai le mani tra i suoi capelli un po’ più lunghi del solito.
Mi prese il viso tra le mani e continuò a baciarmi teneramente. Mi distaccò solo dopo un paio di minuti.
<< allora? Dormito bene? >> domandò sorridendo leggermente.
<< si. >> 
<< bene >> aggrottò leggermente le sopracciglia << io..spero solo di non averti fatto male o .. >>
<< è stato tutto perfetto. E, che tu ci creda o meno, ora mi sento davvero leggera >> sorrisi e ripresi a baciarlo lentamente.
Mi strinse più forte 
<< piuttosto, tu come ti senti? >> chiesi a mia volta.
Sbattè le palpebre un paio di volte prima di rispondermi e, nel mentre che lui faceva scorrere le sue dita sulla pelle del mio viso, io mi tuffai nei suoi occhi.
Cavolo, riuscivano a fregarmi sempre, quei due cristalli. Non riuscivo a guardarli e a non rimanerci incastrata.
<< vuoi sapere come mi sento io? >> sussurrò con voce calda, dopo avermi dato un leggero bacio sul naso.
Annuii 
Si aprì ancora di più nel suo sorriso mozzafiato. << beh. È stata la notte più bella di tutta la mia vita.
È stato come tornare indietro nel tempo, come se fosse stata realmente la prima volta con una ragazza; tutte le angosce e le paure che però poi si scoprono essere soltanto superflue, perché alla fine tutto va alla perfezione e tutto supera le aspettative. E.. >>
Mi diede un altro bacio sulle labbra più lungo e dolce che mai. 
Mi staccai leggermente, curiosa di sentire la fine di quella frase. << e? >>
Mi scostò una ciocca di capelli dal viso; il suo sorriso sempre presente sulle labbra.
<< e..boh. Mi fai sentire amato..tutto qui >> concluse candidamente.
Tutto qui? 
Era la cosa più bella cosa che una persona potesse dirmi. Che LUI potesse dirmi.
Ci speravo, davvero, con tutta me stessa di riuscire a far sentire una persona amata. Non potevo fare una cosa migliore di questa.
E poi, io lo facevo sentire amato? Forse non aveva idea di quanto lui facesse altrettanto con me. Anzi, lui mi batteva senz’altro.
A quel pensiero mi vennero gli occhi lucidi; tutto ciò era estremamente meraviglioso.
<< ehi. Non hai intenzione di metterti a piangere vero? >> rise, continuando ad accarezzarmi i capelli e le guance.
<< no. Giuro che non piango! >> guardai verso l’alto per buttare giù le lacrime.
Continuò a ridere, con gli occhi che si stringevano formando un’espressione ancor più dolce.
<< aaah..cosa devo fare con te, piccola sentimentalista? >> mi strinse a sé, tenendomi accovacciata come se fossi stata una bambolina.
<< ti amo, Malcom >> dissi affondando nell’incavo del suo collo.
Oh si, quanto lo amavo!
Lo sentii trattenere il respiro per un breve istante per poi riprendere più profondamente.
<< Anche io ti amo >> sussurrò tra i miei capelli.
<< Ma io di più >> gli lasciai un bacio sul collo e tornai a guardarlo nei suo occhi limpidi.
<< Non mi importa sapere se tu mi ami più di quanto io faccia con te. Mi basta sapere che tu mi ami più di quanto faccia con me stesso per non sentirmi più tormentato. >> 
Mi fiondai sulle sue labbra per l’ennesima volta, con una voracità improvvisa.
Ricambiò il mio bacio con la stessa intensità.
Avevo la tachicardia.
<< che cosa suonavi? >> avevo voglia di sentirlo suonare ancora. Era maledettamente bravo anche in quello.
<< beh, era la melodia che avevo composto per te.
Stamattina, mentre tu dormivi, sono riuscito a finirla >> chinò la testa di fianco e mi scrutò malandrino. << ho capito..te la faccio sentire subito >> 
<< ecco, ottimo intuito Signor Secret! >> scrollò la testa e mollò la presa su di me, lasciando che scendessi dalle sue gambe per sedermi accanto a lui.
<< buon ascolto, Signora Secchi >> gli sorrisi.
Lo ascoltai schiarirsi la gola, prima di posare le sue mani poco curate sulla tastiera del piano.
Inspirò profondamente ed iniziò a suonare.
La sinfonia che avevo ascoltato circa dieci minuti prima tornò ad echeggiare nell’enorme salone della villa.
Guardarlo suonare mi faceva venire la pelle d’oca. Mi sembrava impossibile che un uomo mastodontico come lui potesse poggiare le sue mani da zappaterra in modo così delicato su quello strumento.
E la musica mi stava davvero lasciando senza fiato; era stata fatta a pennello per me e lui. Era come se ascoltandola, tutte le immagini delle nostre avventure mi passassero davanti; gli insulti, le litigate, la danza, i baci..la notte precedente.
Era tutto assolutamente perfetto.
Per la prima volta in vita mia avrei potuto dire di essere realmente felice e soddisfatta.
Innamorata di un uomo non perfetto, ma perfetto per me. Innamorata della danza. E innamorata della vita.
Appoggiai la testa sulla sua spalla mentre lui continuava a suonare per me.
Lo ascoltai coinvolta, attenta e serena. Finalmente in pace con il mondo.
Aspettai che finisse di suonare per buttarmi di nuovo al suo collo e fare di nuovo l’amore.
 
Due giorni dopo il weekend passato nella villa in campagna di Malcom, rientrammo per l’ultimo giorno di scuola.
Non potevo crederci che fosse già passato un anno: un anno travagliato, ma andato a buon fine.
Ci ritrovammo tutti nel grosso teatro della scuola per il diploma dei ragazzi dell’ultimo anno e per l’assegnazione di premi ultra-scolastici in base alle esibizioni del saggio di fine anno.
Mi pareva inutile dire che speravo di ricevere uno di quei cavolo di premi e, chi lo sa, magari di poter essere trasferita in una scuola all’estero.
<< allora, pronta? >> domandò Malcom al mio fianco. 
<< si >> buttai fuori aria dai polmoni
Mi guardò, tolse la chiave dalla macchina e aprì la portiera << allora, andiamo >>
Lo seguii fino all’entrata, poi mi divisi da lui; fino a prova contraria, era ancora il mio insegnante di danza.
Raggiunsi i miei amici e tutti insieme andammo nel teatro per accomodarci in quinta fila, in platea.
A salire per prima sul palco fu la TVB che, dopo una serie di saluti e ringraziamenti, finalmente decise di arrivare al punto che più mi importava.
<< bene. Ora passiamo all’assegnazione dei premi.
Come sapete, alcuni rappresentanti delle più grandi accademie di danza e/o teatro del mondo hanno partecipato per assistere alle vostre esibizioni e per scegliere chi di voi avrà l’opportunità di studiare con loro.
Cominciamo.
Bolshoi ballet school: Martina Lorenzi >> 
Una ragazza del penultimo aveva il privilegio di ricevere il primo premio. 
Si alzò dal suo posto, dietro di noi, e salì sul palco. Strinse la mano della TVB, fece lo stesso con la rappresentante del Bolshoi e, seguita da un grande applauso, venne a sedersi al suo posto.
<< National Ballet School of Canada: Giuseppe Carrozza >> 
Questa volta, ad alzarsi, fu un ragazzo dai capelli color castano cenere, gli occhi scuri e fisico scolpito. Era un ragazzo del terzo anno.
Anche lui seguì lo stesso procedimento dell’altra ragazza.
Io nel frattempo, me la facevo sotto.
Mancava ancora un premio. Ed io non ero ancora stata chiamata.
La tensione aumentava sempre più; nel giro di pochi istanti, iniziai a sudare e ad iniziare a muovere il piede convulsivamente.
<< Royal ballet school: >> tun-tun tun-tun: il mio cuore << Greta Secchi >> 
OOOOLLLLLLEEEEEEE
Buttai la testa indietro e mi lasciai andare ad una risata di pura goduria, pura liberazione, mentre tutto intorno a me, la gente urlava “brava” e altri complimenti.
Incontrai gli occhi di Malcom che accennò un occhiolino.
Gli sorrisi strafelice e poi corsi verso il palco a prendere il mio premio.
Finalmente, la vita mi ripagava!
Presi tra le mani quel pezzo di carta che la TVB mi stava porgendo; era la prova che lavorare sodo, alla fine, poi ripaga.
La signora mi abbracciò calorosamente e mi sussurrò all’orecchio: << sono davvero contenta, bambina! >> 
Le strinsi a mia volta. << grazie. Di tutto >>
Sciogliemmo l’abbraccio e tornai a sedermi al mio posto; i miei amici, intorno a me, erano in fibrillazione quasi più della sottoscritta.
<< okay, okay. Calma ragazzi! >> la TVB cercò di tenere a freno il pubblico. << c’è ancora un premio! >>
Tutti tacquero. Il mio doveva teoricamente essere l’ultimo.
<< un altro premio dalla Royal Ballet School >> la TVB corrucciò la fronte ed arricciò le labbra. << e va a .. Malcom Secret! >>
Nella sala scese un silenzio pesante. Lo guardai e anche lui era sorpreso.
Non muoveva un muscolo, si limitava a guardare la TVB con sguardo atterrito, mentre lei gli sorrideva incoraggiante.
<< forza Malcom. Vieni a prendere il tuo premio! >> 
Qualcosa non andava e tutti se ne potevano rendere conto. I premi dovevano essere diretti agli studenti non anche agli insegnanti.
Ancora nessuno che fiatava in quel posto; leggevo il panico nei suoi occhi mentre li faceva scorrere per tutto il pubblico in cerca di un segno di vita.
Potevo sentire la sua ansia e il suo senso di non appartenenza, implicito ma percepibile, crescere e prendere sopravvento.
Non potevo lasciarlo solo davanti a tutto quel silenzio, mentre aveva bisogno di aiuto.
Mi voltai verso i miei amici. << ragazzi, dobbiamo fare qualcosa! >> esclamai sottovoce
<< si, ma cosa? >> Domandò, Andrea.
<< non lo so. Urlate! >>
Ci voltammo tutti insieme ed iniziammo ad urlare come dei matti e a fare il tifo per il mio ragazzo.
<< bravo, Malcom! >>
<< sei grande, maestro! >> e altre frasi simili.
Per fortuna, il resto del pubblico ci seguì a ruota, imitando i nostri schiamazzi e le nostre urla.
Insomma, un boato scoppiò proprio come il sorriso sul volto di Malcom.
In un certo qual senso, vederlo sorridere, mi faceva sorridere.
 
<< beh, salve Mister PremioInaspettato. >> apparsi alle spalle di Malcom, nel corridoio deserto.
Si voltò verso di me << ehilà Miss PremioFacile >>
<< vorrei capire come sia possibile che tu abbia ricevuto un premio. Voglio dire, non dovrebbero essere riservati solo agli studenti? >> 
Alzò le spalle << in teoria si. Ma, non so spiegarmi neanche io come sia potuta succedere questa cosa. Fatto sta che sono contento di poter studiare alla Royal e, soprattutto, sono contenta di poterlo fare con te >> si chinò su di me e mi diede un bacio a stampo.
<< ti amo da impazzire >> gli sussurrai tenendogli le braccia al collo e staccandole nel momento in cui sentii un rumore provenire dal fondo del corridoio. Non potevamo ancora farci vedere.
<< non c’è più bisogno che ti stacchi sai? Non sono più il tuo insegnante oramai >>
Oh, cavolo. È vero, ormai anche lui era una sorta di studente.
Dunque tutto era lecito, ora.
<< hai ragione. Non ci avevo pensato >>
Mi sorrise e scosse il capo. << testina >> mi strapazzò una guancia con una mano. << uh, a proposito >> fece un’espressione da persona che è appena stata illuminata. << guarda cosa ho trovato >> mi porse una foto.
Oh cavolo, era una foto della mia audizione, mentre facevo un salto, con le mie calze bucate e le mie ciocche ribelli.
<<  ‘mazza che grassa che ero! >>
Sbuffò << te l ho già detto che a me la tua pancetta piaceva. Comunque sia sei sempre una gran figa, amore mio. >> nel dirlo si avvicinò provocatoriamente e mi mollò una pacca sul culo per poi poggiare una mano e stringere.
Oh, Gesù. Lo stesso meccanismo che era partito quel fine settimana stava per ripartire. Me lo sentivo.
Feci un risolino malizioso
<< tuttavia, credo che bisogni rassodare ancora un po’>> altro che il mio risolino, la sua voce era stata una dichiarazione di BIDS. O meglio Bisogno Immediato Di Sesso.
E diciamo che anche io non scherzavo.
<< non dirmi che hai una soluzione per rassodare >>
<< ovviamente ce l ho >> mi spinse verso un ufficio. Sulla cattedra c’era una targa con scritto “Malcom Secret”. “quindi questo è il suo ufficio.”
Ritorna alla carica delle mie labbra, chiudendosi la porta alle spalle.
Passò al collo e poi alle clavicole, cercando frettolosamente di sbottonare la mia camicetta rossa.
<< e se ci vedono? >> mi scocciava interromperlo, mentre stava per spogliarmi, ma l’idea che qualcuno ci beccasse mi rendeva irrequieta.
<< pazienza, ormai non sono più il tuo insegnante. Possiamo farlo >> beh, questo lo avevo capito, però..
<< ma se ci beccano che diciamo? >>
Fece roteare gli occhi per poi puntarli dritti nei miei. C’era da dire che sapeva come farmi girare la testa senza neanche toccarmi.
<< diciamo che ti sto solo aiutando a rassodare. Diciamo che sono il tuo personal trainer >>
Mmm. L’idea era più che invitante.
Lasciai che mi sollevasse di peso e mi feci appoggiare alla cattedra, mentre lui riprese a sbottonare la camicia.
Nel giro di pochi attimi ci ritrovammo a fare l’amore. Su una cattedra.

Ecco, la melodia che Malcom scrive per Greta.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=whbjmTqR_GQ


E dunque, eccoci alla fine di quest'altra avventura.
Ringrazio tutti per il sostegno:, a chi ha messo la storia tra le preferite, seguite e quanto altro.. ringrazio soprattutto le mie amiche Erica e Serena per avermi aiutato a sviluppare la trama tra una risata e l'altra..
Devo ammettere che finire questa storia mi dispiace tantissimo, perchè mi sono affezionatissima ai miei personaggi e perchè ci ho messo tanto impegno per ottenere questo risultato..
tuttavia, non è detto che questa storia non avrà un seguito..aspetterò solo che mi venga un'idea geniale, anche con l'aiuto delle mie consigliere!!
grazie ancora a tutti..e con questo me ne esco di scena..
Baciii <3


vi lascio con una magnifica ballerina: Svetlana Zakharova.


e Polina Semionova


 
  
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