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Autore: Nana Stonem    03/12/2013    9 recensioni
Questa è la storia di quattro ragazzi e delle loro insicurezze,
delle loro scelte sbagliate, delle loro paure e del loro modo di crescere. Non esiste buono o cattivo, ma solo la debolezza di chi si lascia prendere dalle emozioni, di chi non è abbastanza forte da negare ciò che prova, chi non abbastanza coraggioso da ammettere la verità. Sono ragazzi pieni di dubbi, speranze, desideri.
Sono confusi, stupidi, irrazionali, sono maledettamente umani.
Ognuno di loro nasconde qualcosa, chi un amore celato, chi un tradimento, chi un desiderio inaspettato.
Questa è la storia di Adam, Rachel, Ariel e Josh.
Tratto dal capitolo uno:
"C'è lui che parla e tu osservi la sua bocca. Vedi quelle labbra incresparsi, distendersi, allontanarsi, riunirsi. Te le immagini sulle tue, assapori nella tua mente la loro consistenza, il loro calore.
Ti chiedi cosa proveresti a baciarlo sul serio; vorresti essere capace di farlo: affondare le dita nei suoi capelli e attirarlo a te, vicino al tuo viso, così tanto da non aver bisogno di respirare a fondo per sentire il suo odore.
Ma sai che non c'è spazio per la fantasia, sai che lui non sarà mai tuo, sai che non dovresti nemmeno farli quei pensieri."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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[ Girotondo delle emozioni ]

di Nana Stonem

 
Trailer by Christin23 .
 

Capitolo 9: Ariel

 

«Hai mai avuto la sensazione che ti manchi qualcosa? Sai,  quando sembra che tutte le cose vadano bene, eppure continui a sentire un vuoto dentro di te che non riesci a colmare».
Era Settembre, le giornate cominciavano a diventare più fresce e Rachel e Ariel erano sedute fuori al balcone di casa di Rachel a bere del tè.
«Si, mi è successo, anzi direi che mi succede sempre. Di solito dicono che questo tipo di vuoto si colma con l'amore, ma io non ne sono troppo convinta».
La giornata cominciavano a farsi più fredde, abbastanza da costringere Ariel a non separarsi ancora dalla sua amata sciarpa,  quella che le aveva regalato Jake l'anno prima.
«Chi dice che si colma con l'amore? Io non ne sono per niente convinta, sono fidanzata, eppure mi sembra di essere sempre la stessa».
Rachel fece un lungo sospiro, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia. Le piaceva rilassarsi e lasciarsi cullare, fare di tutto per non pensare, in modo che le ansie potessero scorrerle via senza paura. Per Ariel era lo stesso, era per questo che adoravano tanto sedersi lì insieme, immergersi in quella bolla lontano dal mondo, anche se solo per poco,  quel che bastava a farle sentire meglio.
«Sai, non credo che dipenda dall'essere fidanzati,  forse certe cose devono succedere e basta. Se non è così, è probabile che tu non possa far nulla per cambiarle».
Ariel non aveva ancora conosciuto Josh, le uniche cose che aveva saputo su di lui erano venute fuori dai racconti di Rachel. Lo immaginava come il classico ragazzo con l'aria da eterno secchione, dei grandi occhiali sulla faccia e una scarsa conoscenza sulle donne.
Del resto, un ragazzo che a venticinque anni era già laureato in ingegneria, sarebbe mai potuto essere diverso?
«Stai dicendo che in realtà non sono innamorata di Josh?».
Un paio di dubbi erano venuti ad Ariel, su come una ragazza come Rachel potesse frequentare uno come Josh. A parole sembravano esseri diametralmente opposti, eppure sembrava che, almeno dai racconti, a Josh Rachel piacesse davvero. Ariel si limitò ad alzare le spalle, senza avere un'idea precisa su cosa dire.
«Forse dovrei vedervi insieme per capire se siete una bella coppia o meno, per adesso nella mia fantasia non siete proprio ben assorti».
Rachel scoppiò a ridere rumorosamente e guardò Ariel curiosa.
«Perché dici così?».
«Non so, è che nella mia mente me lo immagino brufoloso e allampanato».
«Oh no, invece è carino, davvero. Un bel ragazzo, ti piacerebbe».
«Non mi sembri troppo convinta di ciò».
«Invece lo sono e il modo migliore per chiarire ogni dubbio è presentartelo prima o poi».
Non era la prima volta che Rachel lo diceva, eppure non lo aveva ancora fatto, forse perché avrebbe reso tutto più ufficiale e la cosa le creava disagio. In fondo sapeva di non amare Josh, ma lo aveva accettato perché lui le voleva bene, perché probabilmente non sarebbe mai stata in grado di amare qualcuno. Se era arrivata a questa consapevolezza, era arrivata anche a scegliere i ragazzi per una questione puramente razionale. Josh era razionalmente il suo ragazzo ideale ed era per questo che erano fidanzati ormai. Stavano bene, gli era affezionata, ma l'amore, quello dei film,  quello fatto apposta per far battere il cuore e passare le notti insonni, non c'era. Per Rachel non ci sarebbe mai stato, ma non era qualcosa per cui lei provava pena o tristezza, non erano le lamentele di una ragazza dal cuore spezzato. Erano i ragionamenti di una donna adulta a cui le esperienze avevano portato a trarre questa semplice conclusione. Forse non le importava più di provare a cercare le emozioni, quello che solo chiedeva a se stessa era di trovare un modo per colmare quel buco che le trafiggeva l'anima. Un'angoscia che sembrava strisciare costantemente dietro di lei, come a farle notare quanto lei non fosse una persona in grado di amare sul serio qualcuno.
«Fidanzati o meno, io penso che certe cose le provi sempre, Rachel. Credo che nella vita non esiste mai la felicità completa, o almeno per me, ho la certezza che non riuscirò mai a raggiungerla».
«Neanche io credo si possa raggiungere la felicità. Come si potrebbe vivere, anche se per pochi attimi, senza paura, ansia e tutte quelle piccole cose che ci riempiono la mente di continuo?».
Ariel annuì e si allungò nella borsa per prendere una sigaretta.
«Sai Rachel cosa credo? Che alla fine siamo tutti fatti per soffrire,  a nessun essere umano spetta la vera felicità,  perché in realtà non esiste».
«Hai ragione Ariel, eppure tutti cercano di trovarla nei modi più disparati».
«Perché in fondo è la speranza che ci fa andare avanti, sennò non avremmo altro modo per sopravvivere».
«Ariel, tu in cosa speri?».
La domanda lasciò Ariel perplessa. In cosa sperava lei? Nel riuscire a laurearsi, fidanzarsi e forse un giorno sposarsi e avere figli. Eppure non le sembravano poi chissà quali speranze, ma piuttosto i desideri comuni di tutti.
«Nulla di diverso da quello in cui spera la massa».
«Tu ci speri di trovare l'amore?».
«No, Rachel, sinceramente, per quanto possa sperarlo, mi sento abbastanza disillusa da non crederci poi molto».
«Neanche io».
«Eppure tu ce l'hai un ragazzo, io sono single, sono più coerente».
«Forse dovrei lasciarlo».
Ariel si girò di scatto verso Rachel e la guardò curiosa.
«Perché lo dici?».
Rachel distolse lo sguardo, per puntarlo lontano, distante.
«Perché tanto non riuscirò mai ad amarlo, come non amerò mai nessun uomo».
«Se parti già da questo presupposto, vuol dire che pure lasciando Josh non troverai di meglio, tanto vale provarci, no?».
Ariel le prese la mano tra le dita e cercò di trasmetterle calore, mentre continuava a parlare.
«Per quanto tu possa provare questa tristezza di fondo, sappi che non sei l'unica e che io ti sono sempre vicina».
Rachel aveva puntato i suoi occhi azzurri in quelli di Ariel, con un sorriso che cominciava a spuntare pian piano.
«Grazie Ariel, per tutto. So che avrò sempre una spalla su cui piangere, ti voglio bene».
«Anche io ti voglio bene Rachel, tanto».
«Sai cosa spero Ariel? Di non fare mai del male a Josh, almeno questo glielo devo».
«Non lo farai, ne sono sicura».


Era sempre stata lì, a due passi da lei, quella verità devastante. Era stato stupido non accorgersene prima, essere così ottusi da non rendersi conto che era tutto davanti a lei, soltanto in attesa di essere scoperto.
Quell'attrazione, quegli sguardi, quell'abbraccio. È tutto così chiaro, limpido, che quasi stenta a credere di non essere riuscita a notarlo prima.
Eppure gli indizi c'erano sempre stati. Tutti quei dubbi, quegli occhi incerti, quelle frasi mai capite davvero.
I discorsi di Rachel, la sua incapacità di amare Josh, per Ariel non erano altro che il frutto dei mille dubbi di una ragazza insicura. Rachel era rimasta con lui,  avevano continuato quella storia e tutto sembrava andare per il meglio. Invece tutte quelle paure non erano mai cessate, tutti quei dubbi dovevano averla assalita per tutto questo tempo e Ariel non ne aveva avuto idea.
Come poteva non aver notato quella luce diversa che attraversava gli occhi di Rachel? Quella che hanno soltanto le persone innamorate.
Tutti quei piccoli indizi, quei dettagli mai capiti, sono ora diventati limpidi.
Tasselli sparsi di ricordi non compresi, ora combaciano perfettamente, si incastrano e danno vita a quell'unica e spiazzante realtà: Adam e Rachel si amano.
È folle, pazzesco, inaspettato.
Una pazzia avvenuta sotto i suoi occhi e che mai prima era stata in grado di catturare.
Sono tanti i dubbi ad averla ora assalita, da quanto tempo durava questa cosa? Come si erano conosciuti? Cosa c'è stato tra di loro?
Ma sopratutto,  la domanda che più la tormenta è una sola, quanto ne sa Josh di questa storia?
Alla fine di tutto c'è sempre lui. C'è Josh alla base di questo casino che si è scatenato. Lui è il ragazzo di Rachel, lui che probabilmente è stato tradito, o forse verrà lasciato,  lui che le fa battere il cuore.
In fondo c'è anche Ariel stessa, il modo in cui, per colpa di una delle due, qualcosa aveva separato la loro amicizia,  un muro invisibile aveva creato una barriera che ancora nessuna  ha cercato di superare. È come se tutto,  irrimediabilmente, fosse scivolato fino a questa situazione. Fino a quando tra Ariel e Rachel si era creato un oceano, un mare invalicabile e insormontabile.
Ha sempre dato per scontato che la colpa fosse soltanto sua,  mai aveva immaginato che anche Rachel potesse nascondere un segreto così grande.
Vedere quella scena tra Rachel e Adam l'aveva sconvolta ma allo stesso tempo tranquillizzata. Non è l'unica peccatrice, non è la sola ad aver fatto un errore, ad essere caduta dove non doveva. Magari un giorno Rachel potrà capirla, quando questa storia sarà ormai lontana potrà rivelarle tutto e mettersi in pari con la coscienza.
Vorrebbe farlo ora, chiamare Rachel e sputare fuori tutti quelle parole bloccate in gola.

Sei una stupida! Io sono qui, ad amare Josh, tu ce l'hai e non lo vuoi. Lascialo a me, fai un favore ad entrambe. Va' da  Adam,  da quello che desideri davvero.

Sarebbe troppo presto per rivelarlo, le servirebbe troppo coraggio per farlo e lei non ne ha. Preferisce rimanere chiusa in casa a pensare, riflettere, respirare finalmente. Dare aria ai polmoni che sembravano essere ormai contratti da giorni, mesi, secoli. Rilassarsi nella consapevolezza di non essere la sola, ma piuttosto una dei tanti.
Il senso di colpa sembra essersi allegerito, spezzato, quasi le stesse urlando "Non sei la sola".
Strano come il modo in cui il peccato di altri sembri renderla meno peccatrice, come un circolo che sembra essersi improvvisamente allargato. Un cerchio in cui adesso, a rientrarci, ci sono molte più persone di prima. Se da un lato c'è sollievo, dall'altro c'è rabbia.
Sollievo perché adesso sa che in fondo Rachel non ama davvero Josh, che forse il loro destino non è poi così impossibile come si sarebbe aspettata.
Rabbia per l'ingiustizia di Rachel, per il suo silenzio, la sua scelta di stare ancora con Josh, ma sopratutto per non averle rivelato nulla.
È difficile capire quale dei due sentimenti sia più forte, perché la sua mente è un susseguirsi di emozioni contrastanti, dubbi, incertezze.
I pensieri brulicano di se e di ma, di momenti in cui forse, se avesse saputo cosa c'era dietro, si sarebbe comportata diversamente.
A baciare Josh, adesso, cosa avrebbe provato?
Come sarebbe stato poterlo stringere senza quel devastante e deprimente senso di colpa ad attanagliarle lo stomaco?
Le viene quasi da ridere, per il modo in cui il suo primo pensiero, la prima cosa che più di tutto vorrebbe fare è baciare Josh, in quell'esatto momento, senza alcuna remora.
Dovrebbe parlare con Rachel, chiederle spiegazioni, dovrebbe andare a casa di Adam, capire come stanno le cose fra loro, ma non le importa, quello che adesso vuole più di tutti è avere Josh con sé. Tutto il resto, per adesso, sembra non essere più un problema suo. Ride davvero, per il modo in cui è stata stupida, ingenua a non notare quella relazione nascosta. Quante pene avrebbe risparmiato, quanti dolori che avrebbe potuto affrontare diversamente.

Dove sei Josh? Ho maledettamente bisogno di te.

È una muta preghiera la sua. Il silenzioso desiderio di averlo vicino in un momento di tale confusione.
Ma forse Josh nemmeno lo sa tutto questo, probabilmente è semplicemente impegnato, indaffarato, o non vuole più vederla.

Se si è pentito di avermi baciato? Forse è per questo che mi sta evitando.

Ecco che tutti i dubbi sembrano assalirla di nuovo. Se Josh avesse lasciato Rachel, cosa ne sarebbe stato di loro due? Come avrebbero affrontato tutto quello che li avrebbe aspettati?
Andare da Rachel e dirle «Bhè, sai, ho visto che ti sei presa una cotta per il mio amico Adam, non ti dispiace vero se esco con Josh?», sarebbe stato pazzesco, ma anche maledettamente vero.
Cosa avrebbe dovuto fare? Contattare Rachel, Adam o Josh?
Per quanto Josh fosse il suo pensiero fisso, c'è una razionalità di base a ricordarle che non può lasciare tutto il resto al caso, ma che certe cose devono essere affrontate. Non ha idea di cosa dire, nè di quando farlo, ma sa che prima o poi lo farà.
Guarda lo schermo del cellulare, scorre la rubrica, legge tanti nomi e li supera. Si ferma su un numero, quello che sta componendo da troppo tempo. Chissà perché ma c'è qualcosa a dirle che forse questa è la volta giusta, quella in cui avrebbe risposto.
Uno squillo, due squilli, tre squilli, la chiamata si chiude. L'ennesimo tentativo invano. Ariel ripone il cellulare sul comodino e si distende sul divano del suo salotto. Sono ore che è ferma lì, dovrebbe sentirsi annoiata, eppure le cose che le girano per la mente così tante e così confuse da far si che il tempo voli senza che se ne accorga. Continua a guardare il cellulare, nella vana speranza che lui la richiami.
Poi qualcuno suona alla porta e il suo cuore si ferma. Sa che è lui,  perché non potrebbe essere altrimenti. È come se lo sentisse dentro se stessa, come se non avesse bisogno di arrivare alla porta per scoprire che c'è lui li fuori ad aspettarla. Corre giù dal divano e in pochi secondi la porta è spalancata. Le braccia di Josh la circondano e le loro bocche sono già unite. Non c'è tempo di parlare, pensare o agire diversamente. Ci sono solo i loro sguardi, quell'amore traboccante che non riusciva a tenersi a freno e poi la loro unione. Le lingue già intrecciate,  le mani di Josh che l'afferranno per le natiche e la sollevano da terra,  le gambe di Ariel che si intrecciano al suo bacino mentre entrambi sono già senza fiato. È come vivere a pieno un'esplosione, un incendio completo,  devastante e finalmente libero di fuoriuscire. Josh è ovunque, sulle sue labbra, sul suo corpo, nella sua anima. Entrambi,  finalmente, si sentono liberi. Quelle catene che da tempo tenevano legati entrambi sembrano ora, in questo folle momento,  essersi spezzate e aver lasciato finalmente che entrambi possano sfogare quello che tanto avevo tenuto soppresso.
Ariel affonda le dita nei suoi capelli, le fa scorrere sulla schiena,  cerca di graffiarla attraverso i vestiti.
Josh smette di baciare Ariel per pochi attimi, il tempo di camminare incerto fino al divano e lasciare che Ariel ci si distende sopra,  prima di tornare prepotente su di lei.
Bastano quei pochi attimi di separazione a far provare ad Ariel un innato senso di vuoto. Lo tira per la maglietta verso di lei, lui si lascia guidare e le loro labbra si incastrano di nuovo. Tra loro è tutta una frenesia di baci, lingue, corpi che si cercano, si studiano,  con una consapevolezza tutta nuova.
Un pensiero però affiora nella mente di Ariel,  quel piccolo briciolo di razionalità che fa di tutto per farsi sentire.
«Dove sei stato in questi giorni?  Perché non mi hai richiamata?».
Ariel è senza fiato, le parole sono sputate fuori tra un bacio e l'altro.
Josh smette di baciarla e la guarda dritto negli occhi,  una mano ad accarezzarle i capelli.
«Avevo bisogno di riflettere».
È questa la sua risposta,  prima di tornare sulle sue labbra, ma Ariel lo blocca, con le mani cerca di farsi un po' di spazio tra il torace di Josh e lei.
«Su cosa dovevi riflettere?».
Ariel lo guarda preoccupata,  allunga una mano verso il suo viso e si perde in una carezza. Josh chiude gli occhi e si rilassa contro quelle dita che gli ripercorrono il volto. Si fermano sulle labbra di Josh e lui comincia a riempirle di piccoli baci fugaci, scende fino a prenderle il polso tra le mani e baciarla anche lì, dove si possono quasi sentire i battiti frenetici del cuore. Sembra che da quel punto esatto in cui le labbra di Josh si sono fermate, mille brividi la percorrano per tutto il corpo. Si lascia andare, si rilassa di nuovo, cede a quei baci che le ripercorrono il braccio.
«Non ho mai avuto dubbi su di te Ariel, lo sai questo?».
Le labbra si fermano sulla sua spalla nuda, lasciano un lieve segno sulla pelle chiara, fino a risalire fino al collo, dietro l'orecchio, in quel punto preciso che l'ha sempre fatta impazzire. Può sentire il suo fiato caldo sulla pelle e i battiti del suo cuore impazziti. Qualsiasi ansia l'avesse bloccata poco prima, lui sta facendo di tutto per farla sparire.
«Ariel, rispondimi, credi che io abbia avuto dubbi su di te?».
L'astuzia di Josh nel farle simili domande in un momento di tale debolezza. I baci continuano a torturarla, accompagnati dalle mani che, pian piano, ripercorrono il ventre di Ariel, fino a fermarsi sul suo seno. Stringono con forza e un gemito irrompe sulle sue labbra.
«Ariel, dubiti di me? Si o no? Rispondimi».
C'è quasi un comando in quelle parole, ma sussurrate in un modo tanto suadente che difficilmente lei sarebbe in grado di contrastare.
«No, non dubito di te. Non l'ho mai fatto».
Nemmeno sa se quello che sta dicendo sia vero, ma non c'è modo di tornare verso la razionalità, finché Josh continuerà a baciarla in questo modo.
Non ne può più di quella tortura, di quella bocca che le ripercorrere ogni lembo di pelle scoperto dalla maglietta. Infila una mano nei suoi capelli e spinge la sua testa verso di lui,  fino a quando le loro labbra non sono pronte di nuovo ad incontrarsi, le lingue ad intrecciarsi. Arriva una nuova andata di passione, di baci famelici e voglia spasmodica dell' altro.
«Rachel mi ha lasciato».
La frase è come una doccia gelata che sembra riportarla immediatamente alla realtà. Con un colpo riesce a togliersi Josh di dosso e lui si lascia rotolare giù dal divano, fino a sedersi sul tappeto.
«Perché non me lo hai detto prima?».
Ariel lo guarda contrariata, ancora col fiatone.
«Stavo per dirtelo».
C'è ancora quella luce di eccitazione negli occhi di Josh.
«Perché non me lo hai detto non appena sei arrivato?».
«Non mi hai dato il tempo di parlare».
Josh la guarda eloquente e d'un tratto anche Ariel avverte un sintomo di eccitazione, mista a un po' di imbarazzo.
«Bhè si,  anche questo è vero».

 

 

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Buonanotte a tutti!
Come sempre mi scuso per l'immenso ritardo con cui arrivo ad aggiornare la storia!
Cavolo, il tempo vola e io nemmeno me ne accorgo, tra lavoro ed università non ho mai un momento libero,
in più, da domani per me inizia una fase di studio che si chiuderà a metà Febbraio, quindi per gli aggiornamenti purtroppo dovrò rallentarmi ancora di più. Anche se spero di riuscire a cogliere questi momenti di libertà nottura per darmi da fare.
Ma parliamo della storia, come avrete notato questo capitolo porta il nome del personaggio che praticamente è protagonista per l'intero capitolo, stavolta niente cambio di Pov, è tutto dedicato ad Ariel che è anche la preferita un po' di tutti.
Era tempo che aveva bisogno di un po' di spazio tutto suo, ma questa è solo la prima porta, perché Ariel e Josh hanno ancora un po' di cose da fare...purtroppo sono stata costretta a interromperli bruscamente, ma nel prossimo torneranno belli carichi u_u
Allora, visto che ho poco tempo non mi dileguerò troppo con le parole.
Come sempre ringrazio tutte le ragazze che resenciscono, leggono, aggiungono la storia tra le seguite/prefeite/ricordate
Siete sempre voi il motivo che mi spinge a continuare a scrivere, grazie mille, di cuore!


 
In più voglio ricordare la morte di un bravissimo e bellissimo attore,
che avevo scelto come prestavolto per Adam, Paul Walker.
Addio, angelo


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Alla prossima!
Nana Stonem.

 
   
 
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