Eddard
«La Barriera?» con
occhi increduli Ned fissava il suo re, il suo amico, suo fratello.
«Non ho altra scelta
Ned. O questo o l’esilio o il boia, quale preferisci?».
Ned sapeva di non
avere altre alternative, non poteva sperare di convincere Robert, ma non poteva
neanche negare a se stesso la verità.
«Così sia, vostra
maestà» disse, le parole che bruciavano mentre le pronunciava «Ma invoco la tua
clemenza: risparmia questo destino a mio figlio».
«Solo se farà atto di
sottomissione» sentenziò il sovrano «Erediterà Grande Inverno, ma non il titolo
di protettore del Nord, quello andrà a qualche tuo alfiere».
Alle spalle di Robert,
Cersei sorrideva, gli occhi di smeraldo che mandavano lampi di vittoria.
Ned si inginocchiò ai
piedi del suo re, del suo amico, di suo fratello, accettando le sue condizioni,
o meglio, quelle di sua moglie. Poi venne scortato fuori, il capo chino, la
gamba trascinata.
Fu quella l’ultima
immagine che ebbe del suo amico di sempre: alto ed imponente, superiore e
giudice della sua anima corrotta.
Giunsero nel cortile; un carro, stracolmo
di pellicce e rotoli di lana grezza, lo stava aspettando. Alla sinistra del
carriaggio c’erano le sue figlie: Sansa, il capo chino e le mani giunte, non si
accorse del suo arrivo, Arya invece gli corse incontro. Le guardie che lo
scortavano gli permisero di abbracciarla.
Le lacrime, trattenute
a stento da entrambi, cominciarono a rigare i loro volti, mescolandosi. Arrivò
anche Sansa, gli occhi rossi e secchi, quanto aveva pianto la sua bellissima
bambina?
Le abbracciò entrambe,
cercò di rassicurarle; Robert le avrebbe trattate bene e, un giorno, loro
avrebbero potuto venire alla Barriera a fargli visita, o forse sarebbe venuto
lui a Sud, con la scusa di cercare altri confratelli.
«Ci rivedremo» promise
loro, ne era certo. Nulla era andato perduto.
Alla fine, però, arrivò
il momento di partire. Venne fatto salire sul carro, che fu circondato da circa
cinquanta armati a cavallo. Altrettanti li attendevano fuori dalle mura delle
città.
In coda al suo carro
vennero disposti gli altri prigionieri, feccia delle prigioni della capitale:
ladri, stupratori, perfino tre assassini ai ceppi. Poi fu la volta dei suoi
uomini, quelli che erano rimasti, quelli che Ned non aveva mandato a ovest con
lord Beric, quelli che non erano stati trucidati dagli uomini di ser Jaime. Avevano
giurato di seguire il loro lord e quindi, ne avrebbero condiviso il medesimo
destino.
«Aprite le porte»
ordinò un soldato con il naso a becco e folti capelli neri, in sella a uno
stallone sauro.
Ned non lo conosceva,
ma da come si comportava doveva essere un cavaliere.
Gli armigeri
eseguirono e la processione iniziò.
Ned guardò le sue
figlie scomparire dietro le porte della Fortezza Rossa, che rapidamente
venivano richiuse. Le avrebbe riviste, lo sapeva, ma quando?
Il sole infuocato stava pigramente
tramontando dietro i profili polverosi della pianura a nord di Approdo del re.
La capitale era appena visibile alle loro spalle. Ned voltò la testa a nord, il
solo distinguerne i profili gli provocava un dolore lancinante, mentre nord era
casa, nord era Cat. Non sarebbe stato un vero ritorno il suo, non avrebbe mai
più potuto stringerla tra le braccia, nemmeno amarla. Ma era questo il prezzo
che doveva pagare, il prezzo della verità.
Chiuse gli occhi,
lasciandosi cullare dal ritmico incedere del carro. Si stava quasi appisolando
quando improvvisamente il mezzo si arrestò. Ned aprì gli occhi, chiedendosi se
non fosse troppo presto fermarsi ora per la notte, ma poi vide qualcosa che lo
lasciò sconcertato. All’ombra del sole morente, decine e decine di sagome nere
e porpora, con le lame sguainate, si chiusero attorno a lui e ai suoi uomini in
catene.
«Che cosa significa
tutto questo?» disse, la voce smorzata dalla paura, che l’aveva invaso,
incontrollabile e sconosciuta.
Nessuno rispose.
Le lame brillavano di
morte, cento servi dello Sconosciuto silenziosi come ombre erano a pochi passi
da lui.
E di colpo nel
crepuscolo silente riecheggiarono come tuoni i gemiti strozzati di uomini morenti.
Ned non era in grado
di concepire quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Gli sembrava di
essere immerso in un sogno, uno di quegl’incubi irrazionali, che riflettono
solo paure ed angosce, in un susseguirsi illogico di immagini sconnesse. Forse
di era davvero addormentato, se avesse aperto gli occhi adesso il mondo l’avrebbe
investito con la sua luce di vita.
Ma non era un sogno
era la realtà.
Improvvisamente la moltitudine
di mietitori si aprì, facendo ala a un’alta e flessuosa sagoma incappucciata,
non diversa dalle altre eppure unica.
La terra era pregna
del sangue dei suoi uomini, dei ladri, degli stupratori e degli assassini.
Vedeva le loro gole
tagliate, il massacro l’opprimeva, attanagliandolo da ogni lato.
E davanti a lui quell’ombra
di morte si avvicinava, lenta e inesorabile.
Chi sei, voleva
chiedere, ma la voce sembrava aver abbandonato il suo corpo, così come presto
avrebbe fatto la sua anima.
Voleva sollevare le
braccia, chiedere pietà, combattere, ma la forza sembrava aver abbandonato le
sue membra, così come presto avrebbe fatto la sua essenza.
Eddard Stark non
avrebbe mai saputo che cosa voleva veramente.
Un barbaglio argenteo
e il lord di Grande Inverno venne spazzato via dalla faccia della Terra.
Ned sentì il sangue
caldo colare giù dalla sua gola squarciata.
Vide se stesso esalare
l’ultimo respiro, come l’aveva visto fare a tanti uomini, ma ora era il suo
turno.
Aveva sentito dire che
quando si ama veramente una persona, l’ultimo pensiero va a lei.
Ma Ned non pensò a
niente, non vide niente.
Gorgogliando emise un
rantolo, che cos’era? Una richiesta di aiuto? O di spiegazione? O forse una
preghiera?
L’ombra di morte non
pretese di comprendere.
Sorrise, denti bianchi
nelle tenebre.
Sorrise e disse «Io
sono il re».
Prima di scivolare nelle tenebre eterne, Ned si sforzò ancora di capire, ma al mondo non sembrava esistere altro che quello che aveva davanti: due occhi blu come l’oceano incorniciati da una cascata di vellutati riccioli neri.
Angolo autrice:
Inizio col ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia fanfic e
che l’hanno aggiunta tra le seguite/preferite/ricordate, davvero un GRAZIE dal
cuore J
Mi dispiace però che gli intrepidi siano stati così pochi L Mi farebbe piacere ricevere
qualche commento in più, giusto per sapermi regolare, perché io ho ancora una
marea di idee su come continuare la storia, ma se fa schifo ditemelo, che così
la chiudo qui e amen, mi dedico a qualcos’altro XD
Quindi su su gente recensite, ditemi che cosa ne pensate, complimenti e
critiche sono graditi, anzi direi, fondamentali, per un’aspirante scrittore.
Un bacio a tutti, Mart J