Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Joanna_    26/01/2014    1 recensioni
Che cosa manca alla storia perché sia davvero completa? Dall’altra parte del mare Stretto c’è la coraggiosa principessa Targaryen, la quale non può contare su alcun aiuto nel continente occidentale... C'è bisogno in fretta un forte, inaspettato, alleato del drago, e perché non proprio la figlia dell’uomo la cui mano ha posto fine all’ultimo re Targaryen?
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Non-con, Spoiler!
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I am the King

Eddard

 

 
«La Barriera?» con occhi increduli Ned fissava il suo re, il suo amico, suo fratello.

«Non ho altra scelta Ned. O questo o l’esilio o il boia, quale preferisci?».

Ned sapeva di non avere altre alternative, non poteva sperare di convincere Robert, ma non poteva neanche negare a se stesso la verità.

«Così sia, vostra maestà» disse, le parole che bruciavano mentre le pronunciava «Ma invoco la tua clemenza: risparmia questo destino a mio figlio».

«Solo se farà atto di sottomissione» sentenziò il sovrano «Erediterà Grande Inverno, ma non il titolo di protettore del Nord, quello andrà a qualche tuo alfiere».

Alle spalle di Robert, Cersei sorrideva, gli occhi di smeraldo che mandavano lampi di vittoria.

Ned si inginocchiò ai piedi del suo re, del suo amico, di suo fratello, accettando le sue condizioni, o meglio, quelle di sua moglie. Poi venne scortato fuori, il capo chino, la gamba trascinata.

Fu quella l’ultima immagine che ebbe del suo amico di sempre: alto ed imponente, superiore e giudice della sua anima corrotta.

 

     Giunsero nel cortile; un carro, stracolmo di pellicce e rotoli di lana grezza, lo stava aspettando. Alla sinistra del carriaggio c’erano le sue figlie: Sansa, il capo chino e le mani giunte, non si accorse del suo arrivo, Arya invece gli corse incontro. Le guardie che lo scortavano gli permisero di abbracciarla.

Le lacrime, trattenute a stento da entrambi, cominciarono a rigare i loro volti, mescolandosi. Arrivò anche Sansa, gli occhi rossi e secchi, quanto aveva pianto la sua bellissima bambina?

Le abbracciò entrambe, cercò di rassicurarle; Robert le avrebbe trattate bene e, un giorno, loro avrebbero potuto venire alla Barriera a fargli visita, o forse sarebbe venuto lui a Sud, con la scusa di cercare altri confratelli.

«Ci rivedremo» promise loro, ne era certo. Nulla era andato perduto.

Alla fine, però, arrivò il momento di partire. Venne fatto salire sul carro, che fu circondato da circa cinquanta armati a cavallo. Altrettanti li attendevano fuori dalle mura delle città.

In coda al suo carro vennero disposti gli altri prigionieri, feccia delle prigioni della capitale: ladri, stupratori, perfino tre assassini ai ceppi. Poi fu la volta dei suoi uomini, quelli che erano rimasti, quelli che Ned non aveva mandato a ovest con lord Beric, quelli che non erano stati trucidati dagli uomini di ser Jaime. Avevano giurato di seguire il loro lord e quindi, ne avrebbero condiviso il medesimo destino.

«Aprite le porte» ordinò un soldato con il naso a becco e folti capelli neri, in sella a uno stallone sauro.

Ned non lo conosceva, ma da come si comportava doveva essere un cavaliere.

Gli armigeri eseguirono e la processione iniziò.

Ned guardò le sue figlie scomparire dietro le porte della Fortezza Rossa, che rapidamente venivano richiuse. Le avrebbe riviste, lo sapeva, ma quando?

 

     Il sole infuocato stava pigramente tramontando dietro i profili polverosi della pianura a nord di Approdo del re. La capitale era appena visibile alle loro spalle. Ned voltò la testa a nord, il solo distinguerne i profili gli provocava un dolore lancinante, mentre nord era casa, nord era Cat. Non sarebbe stato un vero ritorno il suo, non avrebbe mai più potuto stringerla tra le braccia, nemmeno amarla. Ma era questo il prezzo che doveva pagare, il prezzo della verità.

Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal ritmico incedere del carro. Si stava quasi appisolando quando improvvisamente il mezzo si arrestò. Ned aprì gli occhi, chiedendosi se non fosse troppo presto fermarsi ora per la notte, ma poi vide qualcosa che lo lasciò sconcertato. All’ombra del sole morente, decine e decine di sagome nere e porpora, con le lame sguainate, si chiusero attorno a lui e ai suoi uomini in catene.

«Che cosa significa tutto questo?» disse, la voce smorzata dalla paura, che l’aveva invaso, incontrollabile e sconosciuta.

Nessuno rispose.

Le lame brillavano di morte, cento servi dello Sconosciuto silenziosi come ombre erano a pochi passi da lui.

E di colpo nel crepuscolo silente riecheggiarono come tuoni i gemiti strozzati di uomini morenti.

Ned non era in grado di concepire quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Gli sembrava di essere immerso in un sogno, uno di quegl’incubi irrazionali, che riflettono solo paure ed angosce, in un susseguirsi illogico di immagini sconnesse. Forse di era davvero addormentato, se avesse aperto gli occhi adesso il mondo l’avrebbe investito con la sua luce di vita.

Ma non era un sogno era la realtà.

Improvvisamente la moltitudine di mietitori si aprì, facendo ala a un’alta e flessuosa sagoma incappucciata, non diversa dalle altre eppure unica.  

La terra era pregna del sangue dei suoi uomini, dei ladri, degli stupratori e degli assassini.

Vedeva le loro gole tagliate, il massacro l’opprimeva, attanagliandolo da ogni lato.

E davanti a lui quell’ombra di morte si avvicinava, lenta e inesorabile.

Chi sei, voleva chiedere, ma la voce sembrava aver abbandonato il suo corpo, così come presto avrebbe fatto la sua anima.

Voleva sollevare le braccia, chiedere pietà, combattere, ma la forza sembrava aver abbandonato le sue membra, così come presto avrebbe fatto la sua essenza.

Eddard Stark non avrebbe mai saputo che cosa voleva veramente.

Un barbaglio argenteo e il lord di Grande Inverno venne spazzato via dalla faccia della Terra.

Ned sentì il sangue caldo colare giù dalla sua gola squarciata.

Vide se stesso esalare l’ultimo respiro, come l’aveva visto fare a tanti uomini, ma ora era il suo turno.

Aveva sentito dire che quando si ama veramente una persona, l’ultimo pensiero va a lei.

Ma Ned non pensò a niente, non vide niente.

Gorgogliando emise un rantolo, che cos’era? Una richiesta di aiuto? O di spiegazione? O forse una preghiera?

L’ombra di morte non pretese di comprendere.

Sorrise, denti bianchi nelle tenebre.  

Sorrise e disse «Io sono il re».

Prima di scivolare nelle tenebre eterne, Ned si sforzò ancora di capire, ma al mondo non sembrava esistere altro che quello che aveva davanti: due occhi blu come l’oceano incorniciati da una cascata di vellutati riccioli neri.    

Angolo autrice:

 Allora sono arrivata al 14esimo capitolo (così tanti??) e spero che almeno un pochino pochino la mia storia vi sia piaciuta ^_^

Inizio col ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia fanfic e che l’hanno aggiunta tra le seguite/preferite/ricordate, davvero un GRAZIE dal cuore J

Mi dispiace però che gli intrepidi siano stati così pochi L Mi farebbe piacere ricevere qualche commento in più, giusto per sapermi regolare, perché io ho ancora una marea di idee su come continuare la storia, ma se fa schifo ditemelo, che così la chiudo qui e amen, mi dedico a qualcos’altro XD

Quindi su su gente recensite, ditemi che cosa ne pensate, complimenti e critiche sono graditi, anzi direi, fondamentali, per un’aspirante scrittore.

Un bacio a tutti, Mart J

  
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