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Autore: valeriaspanu    14/02/2014    4 recensioni
"Si, questa è la mia vita… Non è perfetta e in parte è sempre incompleta ma, contando tutto ciò che ci è accaduto, devo ringraziare il cielo per avere Peeta e le sue braccia che mi stringono per farmi sentire il suo amore. Può essere questa la felicità dopo tutto ciò che abbiamo passato?"
La FIC si svolge 5 anni dopo la rivolta. Peeta e Katniss stanno insieme e cercano di lottare contro i propri incubi, ma una nuova minaccia creata da Capitol City incombe su di loro: riusciranno a superare le nuove prove?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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POV KATNISS

L’hovercraft ha prelevato in pochi minuti tutti i nove tributi superstiti e io e Peeta siamo qui ad aspettare che arrivino, finalmente al sicuro.

Il mio cuore sta quasi per esplodere dall’ansia per i miei ragazzi: gli occhi di Matt. Ho obbligato Plutarch, afferrandolo per il colletto, a mandare la migliore equipe di chirurghi di Capitol City sull’hovercraft che avrebbe riportato Matt e Jane a casa. Lui aveva già provveduto e il mezzo era partito il più velocemente possibile data la gravità delle sue condizioni.

Haymitch arriva e si siede vicino a noi con uno sguardo preoccupato.

-Pensate che Jane riuscirà a non ammazzare il mio tributo, ragazzini?-

-Non è di Jane che mi preoccuperei se fossi in te: dio, ti hanno assegnato una pazza assassina Haymitch.- ribatto io.

Rachel per me può anche morire tra le fiamme dell’inferno. Anzi vorrei proprio spedircela io dopo la crudeltà che ha dimostrato durante i giochi.

-Hey. Andrà tutto bene, sono al sicuro adesso.- mormora Peeta, stringendomi la mano tra le sue.

Non riesco a sorridergli di rimando anche se sa che gli sono grata per quello che sta facendo: stare qui, affianco a me è un sacrificio per lui. Ricordare la perdita della gamba, gli Hunger Games, Capitol City. Eppure lui lo fa per me, sta qui perché sa che sola crollerei: e io non potrei essergli più grata di così.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore dell’hovercraft che vediamo atterrare poco lontano da noi. Dopo pochi secondi vediamo una barella che esce velocemente: sta portando un Matt privo di conoscenza e con una benda pulita sugli occhi ma, appena i chirurghi passano accanto a me, posso vedere che si sta insanguinando di nuovo. Ho un brutto presentimento.

-Katniss! Peeta!-

L’urlo di Jane mi fa girare e, in men che non si dica, me la ritrovo tra le braccia. Mi fissa con i suoi occhi color ghiaccio terrorizzati e per un momento rivedo lo sguardo paralizzante del nonno. Ma lei non è Snow. E’ sua nipote ma non il dispotico bastardo che ha distrutto tutto quello a cui tenevo.

-Non me l’hanno fatto vedere! Non mi hanno fatto entrare nella stanza dove lo stavano curando! Però sta bene, vero? Sta bene?- dice, continuando a urlare contro di me involontariamente.

-Jane, tranquilla. Anche io e Katniss siamo stati separati appena prelevati per l’arena per fare in modo che i dottori potessero curarci di nuovo.- dice Peeta, cercando di tranquillizzarla.

-E hai perso una gamba: bell’affare.-

Sto per sgridarla ma Peeta mi da un colpetto, facendomi segno che va tutto bene. E’ nervosa, così come lo eri tu, lasciala stare. Ha ragione, come sempre ma davvero i nostri caratteri sono così simili che scommetto tutti i soldi che ho che lasciate in una stanza da sola per cinque minuti ci scanneremo. Così come con Haymitch.

-Andiamo, Jane. Ci vorrà un bel po’ prima che i dottori finiscano con Matt. Che ne dici di venire con me al piano di sotto? Ti farai una doccia, ti metti qualcosa di comodo e butti giù qualche boccone. E sarai perfetta per quando Matthew si sveglierà, che dici?- chiede Peeta, incoraggiandola con lo sguardo.

Lei annuisce e si avvia con lui mentre io non so cosa fare se non avviarmi vicino all’ala del campo di addestramento adibita ad ospedale: spero di riuscire a parlare con qualcuno che mi dia notizie sul mio giocatore.

Appena arrivata noto un gran via vai di medici che entrano ed escono dalla sala operatoria: è un bene, giusto? Almeno è ancora vivo e non è morto dissanguato. Subito vedo una dottoressa, penso, che stanca morta si toglie la mascherina, gettandola nel cestino vicino alla porta, subito sono sopra di lei.

-Allora? Come sta?-

-Come prego?- dice lei sobbalzando dalla sorpresa. Mi ha riconosciuta, ne sono sicura perché mi guarda come se non fossi vera.

-Matt, il ragazzo. Come sta? E’ vivo?-

-Io, davvero non posso parlargliene, non è una parente.-

-I genitori non possono venire. Sono la sua mentore, sono ciò che è più vicino alla definizione di madre qui.-

-Io, non dovrei…-

-Dottoressa. Mi dica come sta il ragazzo o giuro che entro io stessa in quella dannata sala operatoria per vedere in che condizioni è.-

Lei sbuffa e scompigliandosi i capelli rossi mi rivolge uno sguardo triste. –Siamo riusciti a salvargli la vita e a fermargli l’emorragia prima che fosse troppo tardi ma…-

-Ma? Ha perso un occhio? Non gliene potete impiantare un altro?- esclamo io, febbrile.

-Le lesioni provocate dal coltello erano troppo profonde. Ha perso la vista, non un occhio.-

E il mio mondo diventa nero.

POV JANE

Mi sono rinfrescata.

Ho mangiato.

Mi sono messa dei vestiti puliti e la mia stilista mi ha aiutato a pettinarmi nella mia solita coda alta. Voleva truccarmi ma il mio sguardo l’ha fatta desistere, grazie al cielo.

Continuo a rigirarmi l’orologio tra le mani mentre Peeta sta silenzioso al mio fianco: mi piace Peeta. Non è male, non parla troppo quando non c’è bisogno e riesce a sopportare le mie battutacce, non come Katniss che mi avrebbe volentieri ucciso per la mia uscita sulla gamba del suo fidanzato.

-Mi dispiace per prima, sono stata scortese.- mormoro, piano.

Lui mi sorride, confortante, e bisbiglia un –Tranquilla. Eri nervosa… ma sappi che non mi pesa.-

-Cosa non ti pesa?-

-L’assenza della gamba. Cioè, ci ho fatto l’ abitudine quasi subito anche se, comunque, i primi tempi me la prendevo con il mondo, con tutti. Non riuscivo a fare la doccia da solo, a scendere le scale e mi pesava persino fare il pane, il mio lavoro, quello che adoravo fare. Ma quando la persona che ami ti sta accanto, tutto il resto passa in secondo piano.-

-Quindi lei ti amava anche durante lo show, non era una farsa.- gli dico, incuriosita.

-Oh. Lei pensava che fosse una farsa, ero io che ero sicuro del suo amore. Lo sono sempre stato.- mi risponde, sorridendo.

Sant’uomo, Peeta Mellark.

La porta della mia camera si apre e Katniss Everdeen entra, pallida in volto. Cerca di sorridere ma la sua sembra semplicemente una smorfia spaventosa. Il cuore perde un battito. Matt… E’ morto? Erano riusciti a salvarlo, stava bene sull’hovercraft prima di svenire, mi ha parlato, cercava di scherzare. Ma magari quegli incompetenti erano riusciti ad ammazzarmelo.

-Lui…?- dico, con voce strozzata.

-E’ vivo. L’hanno portato in camera, puoi aspettare che si svegli. Sta bene.-

-Katniss. Dimmi la verità.. –

-Ti spiegheranno meglio i dottori.-

-Io non voglio che me lo spieghi nessun dottore. Voglio sentirmi dire da te che cosa è successo.-

Katniss mi mette un braccio sulla spalla e anche questo gesto mi fa rabbrividire. Non mi sembra un bel segno, non mi piace.

-Hanno cercato di fare di tutto, Jane. Ma le lesioni che Caleb ha provocato agli occhi di Matthew erano troppo profonde per trovare un rimedio. Mi dispiace davvero tantissimo Jane ma… Ha perso la vista. Irrimediabilmente.-

Non dico niente: le parole sono inutili in questi casi, no? Vorrei solo vomitare e picchiare qualcuno. Ma Caleb l’hai già ucciso, Jane. Cos’altro potresti fare.

-Io… io vado da lui.- mormoro , cercando di mantenere la mia sanità mentale.

Non guardo nessuno dei miei due mentori e mi avvio fuori, verso il corridoio e l’unica stanza di degenza che si trova al suo interno. Fatti forza, Jane. Altrimenti avrà paura e tu devi essere forte. Apro la porta e lo vedo che giace in quel letto d’ospedale, in una stanza tristemente anonima: ma tanto lui non può vedere.

-Chi è?- mormora lui, voltando il capo.

Sei già sveglio, amore mio.

-Matt, sono io, Jane.-

-Oh, Jane. Stai bene, vero?- dice lui, sorridendo felice.

-Sì, certo che sto bene. L’incasinato qui sei tu…- mormoro, cercando di alleviare la tensione.

-Oh lo so. Ho sentito parlare i dottori fuori dalla porta. Bella rottura, eh?-

Lo sa? Dio, è il ragazzo più resistente all’anestesia che io conosca. Subito mi precipito vicino al suo letto e gli stringo la mano: il sorriso beffardo è sparito dal suo volto. Ci sono io qui, Matt. Resterò, sempre.

-Andrà bene, mi prenderò cura io di te.- mormoro, baciandoli la mano.

-Oddio, ti prego. Non voglio avere una badante 24 ore su 24. Non sei costretta a restare con me solo perché ti faccio… pena.-

-Tu non mi fai pena, idiota che non sei altro. Matt tu saresti pronto a fare di tutto per me. Così lo sono io. Io…-

-Tu?-

-Io sono tua e tu sei mio. Mettitelo chiaro in testa.- sbotto, imbarazzata.

-Potrei abituarmi all’idea, Jane Snow.-

-Devi abituarti. Non sarai mai solo.-

-Sei tutta rossa in questo momento, vero?- mormora lui, sorridendo sornione.

-Visto? Neanche ti servono gli occhi per prendermi in giro.-

-E’ un dono della natura.-

Passano alcuni momenti in silenzio e io aiuto Matt a ripercorrere il mio viso, i miei capelli, il mio ventre, il mio seno, le mie labbra.

-E’ come se non te ne fossi mai andata.-

-Non l’ho fatto, infatti.-

-Sposami.- sussurra lui, stringendomi di più a se.

-Sì.- non posso fare altro che rispondere io.

Perché è quello che voglio e che ho sempre voluto. Matthew Enarc.

 

 

Ok, ciao, non odiatemi:D innanzitutto nel prossimo capitolo pubblicherò un disegno di questa scena non temete. Poi so che avevo preannunciato un ritorno della copia Everlark ma dovevo mettere un punto alla copia di Jane e Matt per dargli una vera fine che è sia amara che dolce. Grazie mille per i tanti commenti che mi mandate:D vi adoro tutti, un bacione.

  
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