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Autore: ___Ace    22/03/2014    12 recensioni
“Non è serata, Evidenziatore, torna un’altra volta”.
Osservai quell’energumeno che avevo avuto la sfortuna di incontrare: i capelli in disordine e un orrendo paio di occhiali con le lenti spesse era appoggiato sulla fronte, tenendo quei ciuffi rosso vermiglio alzati verso l’alto; la maglia sporca di nero, pantaloni neri, scarponi neri. Praticamente avevo davanti a me l’Uomo Nero in persona.
Avrebbe potuto spaventare i mocciosi qui intorno.
*
Ecco, lui sembrava infiammato. Costantemente. Sembrava sempre avere qualcosa da dire, da fare o da vedere; non stava mai fermo e si muoveva in continuazione; a volte sembrava calmarsi ed essere colto da un’improvvisa quiete e sonnolenza, ma si riprendeva subito dopo; adorava i fuochi d’artificio e il fuoco lo affascinava. Diceva che era caldo, e quindi apprezzato dalle persone, ma allo stesso tempo temuto perché poteva bruciare e fare del male. Questi aspetti contrastanti gli piacevano immensamente, tanto da suscitare anche la mia curiosità e facendo si che, ogni volta che passava, mi ritrovassi chino sul bancone ad ascoltare le sue stramberie per nulla annoiato.
Ace era certamente così: bello, scoppiettante e caldo. Era il fuoco.
*
Kidd/Law. Ace/Marco. Penguin/Killer. Accenni Zoro/Nami.
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Marco, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Epilogo.

Un bel modo per perdersi.

 

“Ehi, piccoletto, questa roba dove la metto?” mi chiese il biondo, poggiando a terra una scatola piena di cianfrusaglie da cui spuntava una lampada rossa. In quel momento, però, fu altro ad attirare la mia attenzione.

“Quante volte devo dirti di non chiamarmi così? Sei insopportabile! E togliti quella camicia, è un obbrobrio”.

“Uh? Davvero non ti piace? Io  credevo di si” mormorò il ragazzo, guardandosi stranito le maniche dell’indumento scuro a pois.

“Non te l’ho mai detto solo perché prima dovevo conquistarti. Mica sono così stupido”. Insomma, già era stato difficile fargli capire che gli sbavavo dietro, di certo non avevo potuto dirgli chiaramente quello che pensavo dei suoi vestiti e giocarmi così l’opportunità di farmelo amico.

“Perché non me la togli tu?”.

“E poi, diciamoci la verità, è fuori moda ormai e anche… Aspetta, che?” sbottai, voltandomi a guardarlo sorpreso, vedendolo sghignazzare come se niente fosse e con un sorrisetto furbo sulle labbra.

“Niente, porto lo scatolone in garage”.

“Killer” mormorai, incrociando le braccia dietro la testa e seguendolo con calma, “Sai che quella camicia adesso te la strappo, vero?”.

 

* * *

 

Teenage dreams in a teenage circus running around like a clown on purpose.  

 

“Beh, ora che è finita la scuola che faremo? Insomma, io non voglio perdervi di vista” mormorò Chopper abbattuto, sostenuto da Brook che sospirò tristemente.

Li guardai perplesso, grattandomi la testa e scompigliandomi inevitabilmente i capelli che mio nonno aveva disperatamente cercato di pettinarmi in vista dell’esame orale che avevo appena superato. Quante risate mi ero fatto con i professori e i commissari esterni. Di certo avrebbero sentito la mia mancanza, poco ma sicuro.

“Possiamo sempre tenerci in contatto” fece sommessamente Usopp, sospirando dispiaciuto.

Ma sono tutti ammattiti? Qui ci vuole della carne, ecco cosa.

“Ragazzi, ma che diavolo state dicendo?” sbottai sorridendo e alzandomi in piedi, prendendo Zoro sottobraccio e acchiappando anche Sanji. “Noi non ci separeremo affatto!” aggiunsi, facendo cenno agli altri di avvicinarsi e di unirsi all’abbraccio.

“Rufy, molti di noi prenderanno strade diverse, lo capisci questo, vero?” mi fece notare Nami, mordendosi un labbro e guardandomi intensamente.

“E allora? chiesi con un’alzata di spalle e senza perdere il buonumore, “Io andrò all’università, ma ciò non significa che non potremo più vederci. Siamo sempre stati uniti e lo saremo ancora. E poi è così che fanno gli amici: non si abbandonano mai, no?”.

 

Who gives a damn about the family you come from? No givin' up when you're young and you want some.

 

I ragazzi stettero in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri, quando alla fine Zoro sghignazzò.

“Hai ragione” ammise, “Per quanto mi riguarda io ci sarò sempre”.

“Pure io, non sia mai che mi lasci superare da te” affermò Sanji convinto, accendendosi una sigaretta e ignorando l’insulto del suo compagno.

“Beh, non vedo come potreste fare senza di me, il leader di tutti voi” si vantò Usopp e Chopper sorrise felice, mentre Brook rifletteva sulla possibilità di riuscire un giorno a vedere le mutande di una ragazza.

Sapevo che alla fine avrebbero capito. Quello non era un addio, ma l’inizio di un qualcosa di nuovo e tutti noi l’avremmo vissuto come al solito: insieme.

“Siete i migliori, ragazzi!”.

 

We are not what you think we are, we are golden, we are golden. 

 

* * *

 

I don’t want this moment to ever end.

 

“Non è andata così male”.

“A cosa ti riferisci?”.

“All’incontro con il babbo. E’ stato indolore, no?”.

Mi puntellai con i gomiti sul materasso, fissando in modo truce il ragazzo biondo accanto a me, stravaccato in modo rilassato per tutta la lunghezza del letto e con la testa abbandonata sul cuscino. “Vorrai scherzare” iniziai a dire, ignorandolo quando lo vidi alzare gli occhi al cielo, “E’ stato il momento più imbarazzante della mia vita! Tuo fratello, poi, poteva risparmiarsi quell’uscita sulla cucina sommersa di cibo e su noi due avvinghiati a terra, non ti pare?”.

“Andiamo Ace, a parte quello il resto è andato abbastanza bene” insisté l’altro, trattenendo un sorriso divertito che mi fece imbronciare ulteriormente.

“Se per ‘abbastanza bene’ intendi l’arrivo di mio nonno con appresso Rufy e l’inevitabile incontro tra i due vecchi, beh, mi spiace ripeterti che no, è stato un disastro!”.

“Non è un buon motivo per continuare a volerlo evitare. Sono passati tre mesi ormai e prima o poi dovrai venire a cena a casa mia”.

“Ci sono già a casa tua” ribattei sarcastico.

“Quella del babbo” rispose Marco con lo stesso tono di voce, sospirando l’attimo dopo e poggiandomi una mano fra i capelli, scompigliandoli gentilmente.

“Non puoi fare un tentativo? Per me?” sussurrò improvvisamente ad un soffio dal mio viso e con gli occhi chiari fissi nei miei, così limpidi e disarmanti che mi ritrovai spiazzato completamente e col cuore in gola.

 

Where everything’s nothing without you. I’ll wait here forever just to, to see you smile cause it’s true.

 

“Stai giocando sporco” gli feci notare, voltandomi a pancia in su ed evitando così di restare ammaliato.

Lo sentii ridere, “Solo un po’” ammise poi, facendosi serio e pensieroso mentre a me stava venendo stranamente sonno. “Ace?”.

“Mh?”. Non poteva starsene zitto per cinque minuti? “Tanto è inutile, non ci vengo a cena da te con la tua psicopatica famigl…”.

“Perché non vieni a vivere qui?”.

Calò il silenzio e mi sentii mancare l’aria tutto d’un tratto. Non avevo più sonno, anzi ero sveglissimo e di certo non mi ero sognato quello che Marco aveva appena detto.

Lo guardai incredulo e sorpreso, cercando nel frattempo di tenere a bada il battito cardiaco accelerato all’inverosimile, tanto che per un attimo credetti di ritrovarmelo tra le mani.

“Davvero?” soffiai vicinissimo alle sue labbra.

Annuì lentamente, le mani già fra i miei capelli. “Si”.

 

I am nothing without you.

 

* * *

 

Now I’ve got nothing left to lose, you take your time to choose.

 

Anche se non l’avrei mai ammesso ad anima viva e nemmeno sotto tortura, sbattere quel bastardo di Trafalgar contro il muro per poi azzannargli le labbra, la gola, il collo o qualsiasi altro lembo di pelle e sentirlo trattenere inutilmente il piacere che ciò gli provocava mi mandava fuori di testa.

“Perché non me lo dici ancora?” gli chiesi, sfottendolo e sapendo che avrebbe capito esattamente dove volevo andare a parare. Infatti non passò molto prima che mi rivolgesse un’occhiata micidiale che avrebbe ucciso all’istante un debole di cuore.

“Vaffanculo Eustass-ya. Vaffanculo!” disse seccato, cercando di allontanarmi e di sfuggire alla mia stretta, senza successo. Era così divertente averlo in pugno una volta tanto e, finalmente, potevo vendicarmi di tutte le battutine e frecciatine subite in quei mesi, tenendo saldamente il coltello dalla parte del manico e intenzionato a continuare il più a lungo possibile con quella storia.

“Ieri sera non sembravi così scontroso, al contrario” insistei ghignando e godendomi il fastidio sulla sua faccia. Gli rodeva parecchio, a quanto pareva.

“Ero ubriaco, quante volte devo ripetertelo? Stronzo”.

“A quanto are l’alcool ti gioca davvero brutti scherzi. Devi ubriacarti più spesso allora”.

La sera precedente avevo avuto conferma che quando quel moccioso si ubriacava fisso perdeva del tutto ogni inibizione e il suo livello di stronzaggine si abbassava notevolmente, rendendolo meno aggressivo, meno sapiente e, soprattutto, dannatamente sincero. Era già successo una volta e avevo già avuto modo di farglielo notare, ma non avrei mai immaginato che si lasciasse mettere nel sacco persino una seconda! In futuro nel suo cibo e nelle sue bevande avrei di sicuro aggiunto grosse quantità di liquori o alcolici che fossero. Inoltre, oltre all’annullamento dei suoi difetti, cosa a me favorevole, Law, quando era ubriaco marcio, diventava stupidamente divertente. Per esempio aveva avuto il coraggio di partecipare al karaoke assieme ai più deficienti della compagnia che avevano accolto in casa per festeggiare la quasi imminente fine dell’estate. Ed era pure intonato!

Le risate che mi ero fatto non si potevano descrivere, tantomeno la sua faccia tutta concentrata nel seguire il testo e intonare la voce correttamente. In suo favore potevo dire che le canzoni che aveva scelto, almeno quello, erano di buon gusto e non stronzate commerciali che spopolavano in giro in quel periodo. Ad ogni modo, niente l’aveva salvato dal venire ripreso durante tutta la sua  esibizione.

“Me la pagherai, Eustass, giuro che me la pagherai” minacciò, ricambiando un bacio particolarmente furente con un morso sulle labbra. Come al solito non voleva permettermi di condurre il gioco e ammettere che comandavo io, anche se ogni occasione era buona per ripetermi che lui non avrebbe mai preso ordini da nessuno.

“Certo, certo” lo assecondai con poca convinzione, lasciando vagare le mani sulla sua schiena bollente e sentendo la pelle rabbrividire a contatto con la mia fredda. La maglia che indossava volò via da qualche parte nella stanza e poco dopo venne subito seguita dai pantaloni di entrambi.

“Proprio non ti ricordi quello che hai detto?”.

Per tutta risposta mi graffiò le spalle mentre una risata si faceva strada dentro di me, facendolo irritare ulteriormente, tanto che dovetti immobilizzargli le braccia per impedirgli di sgattaiolare via e punire la mia ironia lasciandomi andare in bianco. Non gli avrei permesso più di usare quel trucchetto con me, era sleale e maledettamente rognoso per quanto mi riguardava. Vendicarmi, quindi, era un mio diritto e niente e nessuno mi avrebbe fermato, nemmeno le sue minacce di morte e sofferenti torture.

“Hai detto proprio così: ‘Eustass-ya, mi togli il respiro’. Che sdolcinato”.

 

I can tell you now without a trace of fear that my love will be forever and if we die, we’ll die together.


 “Bastardo” sussurrò prima che gli tappassi la bocca con un bacio famelico. Dopotutto, me l’aveva detto chiaramente che tutto quello gli piaceva. Anche se con lui era sempre una gara per la supremazia, anche se ogni cosa che facevamo era una sfida a chi la faceva meglio, anche se cercavamo sempre di prevalere l’uno sull’altro e, nonostante la sfilza infinita e colorita di insulti che non mancavamo mai di rivolgerci, Trafalgar non mi dava mai un motivo per mollare tutto, mandarlo a fare in culo e andarmene. E, di certo, non avrei nemmeno permesso che accadesse il contrario.

“Tieni bene a mente questo” dissi serio e determinato, afferrandolo saldamente per i fianchi con una mano e obbligandolo a guardarmi con l’altra, “Solo io posso guardarti in questo modo; solo io posso toccarti così”. Un brivido gli percorse la schiena e fece si che si mordesse un labbro quando con le mani scesi più giù. “E sempre e solo io posso baciarti in questo modo”.

Non vi fu risposta mentre con forza mi avventavo su di lui, tranne che una stretta maggiore sulle mie spalle e un sospiro trattenuto troppo a lungo quando mi adagiai del tutto sopra di lui.

“E nessuno ti può togliere il respiro come faccio io” conclusi, continuando quello che avevo iniziato, ignorando completamente il ghigno che si dipinse sul suo volto. Se solo avessi guardato più attentamente mi sarei accorto che si trattava nientemeno che di un piccolo, innocente sorriso e che, forse, non era necessario l’alcool per far parlare uno come Trafalgar.

 

Well I, I said never cause our love will be forever.

 

* * *

 

Dopo circa sette mesi dall’incidente le cose si erano piuttosto stabilizzate in modo positivo. Tutto era tornato nella norma, in un certo senso.

Il tanto premiato e ammirato capo della polizia era ritornato a svolgere il suo lavoro con felicità e buoni propositi. Alla fine non era stato poi così difficile per lui infinocchiare i suoi superiori, la stampa, i giornalisti e il mondo intero affermando che era stato lui a mettere fuori gioco quel delinquente internazionale di Donquixote Doflamingo. La sua storia non faceva acqua da nessuna parte, per i colleghi lui era arrivato sul posto giusto in tempo per agire prima che l’uomo uccidesse suo figlio. Cosa ci facesse in quel luogo la sua prole non l’aveva spiegato e aveva tenuto ben chiusa la bocca, ma era bastato come motivazione per giustificare il suo gesto estremo nei confronti del ricercato. Aveva provveduto a far sparire impronte digitali e pistola utilizzata dal vero artefice degli eventi per evitare inutili e infiniti processi e una vita mai tranquilla, così i guai con la legge erano stati archiviati e finiti a prendere polvere con la documentazione dell’accaduto e un lungo rapporto che sarebbe stato dimenticato negli archivi della stazione di polizia.

Da quell’inverno Smoker aveva ricevuto un aumento ed era passato di grado. A detta di sua moglie poteva andare in pensione in anticipo e godersi del meritato riposo, ma nessuno era convinto che il suo adorato marito avrebbe accettato l’idea. Correva voce che temesse di più la Grande Ivan che i criminali a piede libero e armati fino ai denti. Alla dolce consorte, inoltre, era sfuggito un particolare che aveva fatto accapponare la pelle alla maggior parte della nostra compagnia, insomma, chi l’avrebbe sopportata la versione in miniatura e con il pannolino di Eustass Kidd?

Per quanto riguardava il resto di adolescenti scalmanati avevano tutti passato gli esami di maturità, chi con voti eccellenti, chi era riuscito ad uscire baciato dalla fortuna, e chi dalla scuola l’avevano proprio buttato fuori a calci per non doverlo rivedere mai più. Felici e allegri come se fosse stato perennemente Pasqua o Natale, quei ragazzini si erano adoperati per organizzare un’estate degna di nota e, a detta loro, indimenticabile e irripetibile. Erano liberi dallo studio e avevano avuto tutta l’intenzione di spassarsela, riuscendo nel loro intento alla fine. Quasi ogni settimana una gita al mare era stata d’obbligo e qualcosa mi diceva che non avrei mai dimenticato Rufy con il salvagente e le acrobazie di Kidd con la tavola da surf. A dire la verità erano state più le volte che aveva rischiato di annegare che quelle in cui era stato in piedi e in equilibrio. Per non parlare dei restanti componenti di quella nostra sottospecie di ciurma sgangherata. Ancora non mi era chiaro come Usopp fosse finito per rimanere appeso ad un trampolino, tremante come una foglia per l’altezza e di come quel cretino di Penguin avesse ingaggiato una rissa con dei tizi palestrati e gonfi di steroidi. Certo, li avevamo spediti all’ospedale, ma ci eravamo anche beccati una multa salata. Fortuna che in commissariato ormai ci conoscevano tutti. Per quale motivo, poi, Brook fosse finito in una spiaggia di nudisti con il povero Chopper appresso ancora non era chiaro a nessuno. Stando a sentire loro si erano persi seguendo Zoro.

 

I, I can’t get this memories out of my mind. And some kind of madness has started to evolve.

 

Se me lo chiedevano, però, io continuavo sempre a negare di avere foto e negativi di tutta l’estate appena trascorsa nascosti al sicuro nella mia stanza dentro l’ultimo cassetto del mio comodino. In mano, praticamente, avevo un sacco di armi da poter usare a mio favore come ricatto.

A proposito di stanze, da una settimana se ne era liberata una nel nostro appartamento e qualcosa mi dava modo di credere che, molto presto, se ne sarebbe liberata un’altra. Peccato che quella non fosse per niente una bella notizia dato che il carissimo fratellino del mio amico Ace aveva dichiarato di volersi trasferire da noi, visto e considerato che, per qualche ignota ragione, si era iscritto all’università come altri suoi compagni, tra cui Nami e Sanji, sebbene in facoltà diverse. Quando me l’aveva detto ero stato a un passo dal volerlo sopprimere, ma poi mi ero ricordato che avrei potuto vivisezionarlo nel sonno. Quello si sarebbe stato esilarante e dannatamente divertente.

Bepo e Penguin avevano fatto un sacco di storie quando Ace aveva annunciato, ancora mesi addietro, che, forse, c’era la possibilità che se ne andasse, e a nulla erano valsi i loro tentativi di fargli cambiare idea. A mio avviso potevano anche lamentarsi meno, insomma, mica spariva dalla circolazione e l’avrebbero rivisto regolarmente tutte le santissime settimane quando sarebbe venuto a controllare come se la passava il suo fratellino insopportabile.

Ero certo, però, che anche Penguin avrebbe fatto le valigie di lì a poco. Tra lui e Killer sembrava essere scoppiata non la scintilla, ma un vero e proprio incendio. Ancora avevo gli incubi di notte da quando gli avevo beccati a scopare in salotto. Dio, quella scena non me la sarei mai dimenticata, soprattutto per le loro facce rosse come pomodori maturi e imbarazzate davanti al mio disinteresse. Forse avrei potuto evitare di mettermi in cucina a studiare, ma non si erano trattenuti nella stessa stanza a lungo ed erano subito scomparsi in camera del mio coinquilino. Potevo davvero dire di averne viste di tutti i colori.

Stronzaggine a parte, sotto, sotto ero contento per Penguin. Era un insopportabile idiota, tanto infantile quanto intelligente, rumoroso e caratterialmente instabile, ma era un bravo ragazzo e uno sempre allegro, altruista e, beh, coinvolgente quindi lui meritava davvero di avere il suo momento di gloria, di essere felice e il mio intuito mi diceva che Killer-ya con la sua infinita pazienza sarebbe stato il compagno ideale. Finalmente, aggiungerei anche, era ora che qualcuno lo mettesse sotto, in tutti i sensi.

Bepo era sempre Bepo. Protettivo, educato e docile, un orsacchiotto adorabile avrebbe detto Nami, ma personalmente non sopportavo soprannomi del genere e solo pensarli mi veniva il voltastomaco. Dopo il mio incidente era andato vicino all’esaurimento tanto era stato preoccupato, ma poi tutto era andato per il meglio e lui aveva recuperato la sua solita calma e stabilità, continuando con il karate e smettendo anche di tenermi sotto controllo durante i pasti. In effetti non c’era più bisogno che lo facesse, avevo smesso di mangiare quando avevo tempo e le ossa avevano smesso di sbucarmi dalla pelle. Era come se l’intervento che avevo subito mi avesse rimesso a nuovo, anche se sapevo che il merito non era affatto dei medici e delle medicine, no, ma a quello preferivo pensarci il meno possibile. L’argomento aveva uno strano effetto su di me, mi faceva sorridere senza motivo e non mi piaceva apparire stupido.

Ciò che invece mi faceva divertire in modico sadico e leggermente bastardo era il fatto che, una volta al mese, quella povera anima pia di Ace dovesse presenziare a delle insulse e assurde cene di famiglia a casa del suo fidanzato. Il poveretto cercava sempre una scusa per filarsela ma, se solo provava a rintanarsi in camera, puntualmente una mezz’ora prima dell’inizio della serata un gruppo di ragazzi troppo cresciuti, ma ancora infantili come dei ragazzini, faceva incursione in appartamento, prelevandolo dalla sua stanza e trascinandolo letteralmente fuori, tirandolo per le braccia o le gambe. Una volta persino per le mutande per il semplice motivo che aveva appena finito di farsi una doccia. Quando poi tornava a casa era devastato e disperato. A detta sua il rispettabile sindaco di Sabaody era un vero e proprio mostro. Non perché fosse cattivo o contrario alla sua relazione con il figlio, Marco, assolutamente, ma, stando a quello che mi aveva raccontato, l’uomo serbava la speranza di vedere i due sposati il prima possibile, non sapendo che i piani dei due interessati erano parecchio diversi dai suoi. Anche se all’apparenza fingevo che non me ne importasse nulla della sua sofferenza, dentro di me godevo per il divertimento di tutta la faccenda, sperando di poter un giorno stringere la mano al famoso Edward Newgate.

A parte il mio sadismo, anche a Ace le cose erano andate per il verso giusto. Ormai era ritenuto uno dei tre eroi della compagnia a tutti gli effetti e non l’avevo mai visto tanto allegro e solare come negli ultimi mesi. Parte del suo entusiasmo era Marco, il quale, anche se poteva risultare apatico o prossimo all’addormentarsi, era abbastanza stupido e coraggioso da tenere testa ad una banda di sbandati come noi e la famiglia del suo ragazzo. Almeno, questo era quello che avevo pensato prima di conoscere i suoi di fratelli. Erano degli animali, punto. Solo allora avevo capito che sopportare Ace, Rufy e il vecchio Garp per lui era una passeggiata.

Seriamente, non riuscivo a capacitarmi di come i membri della famiglia di Barbabianca potessero essere tanto, come dire, pazzi. Il peggiore di tutti era Thatch, senza ombra di dubbio. L’avevo odiato all’inizio per come aveva avuto la faccia tosta di zittirmi, ma alla fine era stato proprio per quel motivo che allora, ogni volta che ci capita l’occasione, non perdevamo l’opportunità di far passare un brutto quarto d’ora a uno dei nostri amici con scherzi malvagi, battutine pungenti e trovate subdole. Certo, aveva le fattezze di un adulto, ma il cervello non superava quello di un bimbo di cinque anni.

In poche parole stavano tutti incredibilmente bene.

“’Fanculo!”.

Tutti, eccetto Eustass Kidd.

 

And I, I tried so hard to let you go, but some kind of madness is swallowing me whole, yeh.

 

“Che ti prende adesso, Eustass-ya?” chiesi ghignando, osservando come, accanto a me, quella testa rossa camminasse svogliata verso l’università, borbottando frasi sconnesse e mezzi insulti che non afferrai del tutto.

Alla fine ero riuscito a convincerlo a riprendere gli studi senza troppe difficoltà ed era stato con sorpresa che me l’ero ritrovato circa due settimane prima davanti la porta di casa tutto trafelato, sentendomi dare l’attimo dopo la notizia che aveva passato l’esame di ammissione. Quell’idiota ce l’aveva fatta a quanto pareva e così, in quel momento, mi ritrovavo a dirigermi verso la mia facoltà con lui al mio fianco e la cosa mi rendeva, insomma, mi faceva sentire strano in senso positivo.

“Dobbiamo proprio farlo?” sbuffò infastidito, scoccandomi un’occhiataccia dall’alto dei suoi due metri.

“Certo, hai perso la scommessa” gli ricordai, stringendo di conseguenza la mano nella sua e notando per un istante un lieve rossore sulle sue guance di solito pallide. Ma com’era tenero a volte.

Grugnì stizzito qualche bestemmia e continuò ad avanzare, fulminando ogni passante che si soffermava un po’ troppo con lo sguardo sui nostri palmi intrecciati, rabbrividendo l’attimo dopo non appena si accorgeva di essere entrato nella lista nera di quell’energumeno esaltato.

“Calmati Eustass-ya, siamo in un paese libero” mi premurai di fargli notare, divertendomi un mondo a vederlo così in imbarazzo.

“Allora posso anche ammazzarti liberamente?” ribatté acido, dandomi una leggera spallata che mi fece sorridere ulteriormente. Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che quell’idiota riuscisse a influire così tanto sul mio umore, insomma, era un che di impossibile, eppure succedeva, ci riusciva, mi faceva sentire bene, tranquillo, senza pensieri.

 

And when I look back, at all the crazy fights we have, like some kind of madness was taking control, yeh.

 

Era piombato nella mia vita come una furia, sconvolgendomi l’esistenza da cima a fondo e facendomi incazzare come nessuno era mai riuscito. Certo, all’inizio era stato odio e antipatia a prima vista, ma erano bastati un paio di bicchieri di troppo per cambiare le carte in tavola. Non che il nostro rapporto dopo fosse diventato tutto rose e fiori, anzi, anche in quel momento ci stavamo mandando bellamente al diavolo, ma almeno riuscivamo a stare nello stesso posto senza prenderci a pugni. O meglio, la maggior parte delle volte andava così.

“Dopo aver rischiato tanto per salvarmi vorresti uccidermi?” lo punzecchiai, notando il suo viso assumere diverse tonalità di colore, dalla rabbia alla vergogna.

Dopo l’incidente Rufy aveva preteso che gli raccontassimo tutta la storia e, alla fine, dopo avergli spiegato come Kidd avesse fatto la sua entrata e avesse tenuto a bada un criminale internazionale, il piccoletto si era voltato a guardarlo con due occhioni grandi e pieni di ammirazione, correndogli incontro l’istante successivo e soffocandolo in una stretta ferrea, dichiarandolo un eroe come il suo fratellone. A detta sua era stato ammirevole e coraggioso il suo comportamento nei miei confronti. Non si era, però, dimenticato nemmeno di me e, anche se ero riuscito ad evitare un suo abbraccio, non mi ero risparmiato il titolo di eroe pure io, visto che tutti sembravano condividere l’idea che premere il grilletto fosse stato un atto di sincero, come dire…

Che schifo, non posso pensarci.

“Mi pare di aver sempre detto che se mai dovessi morire accadrebbe per mano mia” chiarì per l’ennesima volta, appunto. A volte mi fermavo a riflettere su quelle parole. Chissà, magari ci credeva davvero e sarebbe andata a finire sul serio in quel modo. Dopotutto tre pallottole non erano bastate a farmi fuori e lui aveva ancora la possibilità per far avverare quella sua velata minaccia.

Sospirai beato, guardandolo di sottecchi e fermandomi in mezzo al marciapiede, attirando la sua attenzione.

“Uh? Che hai adesso?” si accigliò. La mano sempre stretta nella mia.

Mi strinsi nelle spalle, guardando il contrasto della mia pelle con la sua, leggermente più chiara e scacciando il pensiero smielato che per un attimo mi passò per la testa.

“Volevo ringraziarti” iniziai a dire, senza guardarlo in faccia e sentendo il petto alleggerirsi con quella confessione che mi ero portato dentro per quei mesi, “Non eri costretto ad aiutarmi, non avresti nemmeno dovuto farlo, ma…”.

Tutto quello che avevo fatto in passato era stato dettato dal bisogno di saperlo al sicuro, di avere la certezza che a lui e a tutti gli altri non sarebbe accaduto nulla di male. Sacrificare la mia vita mi era sembrato un prezzo adatto per salvare le loro e non mi aveva spaventato minimamente l’idea di morire. Quello che più mi era dispiaciuto era stata la consapevolezza che non avrei più potuto vivere con loro un’esistenza normale, fatta di sciocchezze e buonumore. In un attimo di debolezza avevo tanto voluto che qualcuno mi fosse venuto ad aiutare.

 

Capture me, trust in your dream, come on and rescue me. Yes, I know, I can’t move on.

 

“Ma poi sei arrivato” mormorai, guardandolo negli occhi e lasciando che un piccolo sorriso facesse capolino sulle mie labbra, “Grazie, Kidd”.

Rimase a fissarmi in silenzio, lo sguardo intrecciato al mio e l’espressione rilassata, libera da qualsiasi tensione o preoccupazione. I capelli rossi spettinati e un nuovo paio di occhialoni poggiati sulla fronte. I pantaloni strappati, uno zaino con le borchie e qualche scritta minacciosa fatta con l’indelebile, una camicia a quadri e, ne ero certo, una chiave inglese nella tasca posteriore. Quello era Eustass Kidd, un esaltato attaccabrighe capace di cambiare la vita delle persone, anche di quelle peggiori come aveva fatto con me.

Ed era mio.

“Faremo tardi” disse semplicemente dopo uno scambio di battute silenziose che erano valse più di mille e inutili parole, riprendendo a camminare e tirandomi con uno strattone verso di lui per passarmi un braccio intorno alle spalle.

“Stamattina non avevi detto che ti vergognavi?” gli feci notare, senza però ghignare sadicamente come mio solito.

“Sta un po’ zitto, razza di piaga”.

Tesoro, non essere così intrattabile” feci, alzando la voce giusto quando una coppia di vecchietti ci passò di fianco, guardandoci allibiti.

La parete dell’edificio lì vicino accolse piuttosto duramente la mia schiena quando Kidd mi ci sbatté contro, ringhiando come un animale inferocito.

“Sei un insopportabile stronzo, Trafalgar” sbottò adirato e facendomi alzare gli occhi al cielo. Tutto quel tempo passato assieme e ancora non aveva capito un bel niente.

“Eustass-ya, lo sai che il sentimento è reciproco?” cantilenai sogghignando e lasciandomi baciare l’istante dopo.

Dopotutto era un bel modo per perdersi: perdersi uno nelle braccia dell’altro.

 

Baby, you’re too head-strong. Our love is… Madness.

 

The fucking end.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:
per il finale mi sembrava giusto buttarci qualche canzone, no? ^^
Ciao a tutti :D ed eccoci qui, alla fine, chi l’avrebbe mai detto? Sapete, a me piace tanto scrivere, davvero, mi rilassa e mi permette di entrare in un mondo tutto diverso dalla realtà, i cosiddetti viaggi mentali. No, non mi drogo, si tratta solo di fantasia che, secondo me, non guasta mai. Insomma, quello che volevo dire è che bisogna festeggiare! Ho scritto così tante cose, tutte salvate nel pc, tutte diverse, tutte infinite e nessuna conclusa. Nessuna, a parte questa. Non so descrivervi l’emozione di stamattina quando ho scritto quella tanto agognata parola fine. Mi sono sentita soddisfatta, ecco, e spero vivamente di non aver deluso nessuno perché se sono arrivata fino a qui è solo merito vostro e del vostro sostegno, ma ai ringraziamenti arriverò dopo.
Allora, abbiamo visto qualche stralcio di vita quotidiana dei ragazzi e di come le cose si sono risolte dopo l’incidente. Mi sembrano tutti abbastanza felici, no? Beh, non poteva essere altrimenti dato che io adoro il lieto fine, inoltre mi pare che ne abbiano passate abbastanza per non regalare loro un futuro tranquillo, più o meno, dipende dal carattere :D
Penguin e Killer se la passano alla grande, vestiti fuori moda a parte, e vanno parecchio d’accordo. Qualcosa mi dice che siano andati oltre agli appuntamenti e alle coccole, chi lo sa ^^ personalmente mi piacciono entrambi questi personaggi, soprattutto la pacatezza di Killer. Sul serio, quando riguardo le puntate all’Arcipelago Sabaody scoppio a ridere davanti a quella maschera apatica, poker face diciamo. Non si scompone per niente quell’uomo. Un gran figo, permettetemelo. Penguin, invece, mi piace allo stesso modo. Ho letto parecchio su di lui e sotto punti di vista differenti, tanto che non credo di aver ancora afferrato al meglio il suo carattere, ma io lo immagino vivace e pieno di vita, spero quindi che vi siano piaciuti in questo contesto.
Ho voluto aggiungere anche il piccolo Rufy e la sua compagnia perché, anche se sono stati per la maggior parte personaggi di sfondo, mi pareva giusto lasciare loro uno spazietto, giusto per ricordare quanto siano uniti e quanto tengano alla loro amicizia. Anche dopo la maturità non si separeranno mai. E poi Rufy è stato parecchio messo in mezzo nelle situazioni imbarazzanti, quindi a detta mia ci stava. Beh, loro avranno una vita davanti e continueranno a combinarne delle belle! Anche con loro spero di aver fatto un buon lavoro ^^
Ace e Marco. Mi pare giusto ammettere che, all’inizio, questa fic doveva trattare solo il rapporto tra Kidd e Law, ma poi mi sono lasciata prendere la mano e ciao, ci ho messo in mezzo capre e cavoli, ma ho notato che molti stravedono per questi due personaggi, quindi evviva, ho fatto il botto! Aggiungo che in questi mesi sia Ace che Marco hanno conquistato il mio cuore completamente, non solo come coppia, stanno bene anche come amici o come volete vederli, ma proprio per il loro carattere.
Insomma, ecco che anche per loro le cose vanno a gonfie vele. Dopo l’imbarazzante incontro con Barbabianca che si, vi ho risparmiato, ma che magari butterò in mezzo da qualche parte più avanti, non lo so, Ace non ha più voluto vedere il vecchio genitore del suo ragazzo, si, hanno ufficializzato la cosa **. Ad ogni modo non sarà un problema per Marco convincerlo, soprattutto se gli fa proposte dolci come quella che avete letto. Mi spiace, non ce l’ho fatta a non renderli ruffiani e coccolosi, ma almeno mi sono rifatta con i racconti di Law, parlando di come Thatch e compagnia vadano a recuperare il ragazzino in appartamento per portarlo alle cene. Povera anima :D si vogliono tutti così tanto bene! E io sono persa per Thatch, mi dispiace, lui e il suo savoir faire!
E poi ciao Kidd, lo sappiamo tutti che adori i tuoi momenti di pace con Trafalgar. Insomma, non siete capaci di stare fermi neanche a letto! Ma lascia che te lo dica, amico mio, anche a me togli il respiro.
Anche Eustass Kidd, da quando ho iniziato a descriverlo sempre di più, mi ha praticamente fatta collassare. Ho un debole per i suoi capelli e non so se avete presente la sua voce nella versione italiana che usa a Sabaody ma, dannazione, è così… Afhjdvusi! Va bene, sono calma ^^ andatevela comunque ad ascoltare.
Bene, insomma, Law si ubriaca di nuovo e abbassa la guardia, cosa che va tutta a favore del caro Kidd, il quale non perde tempo per registrare e filmare ogni cosa. Se Trafalgar ha le foto nel cassetto, Eustass ha tutto nel computer. Dio, non cambieranno mai. Ma a loro sta bene così perché Kidd è contento e Law sorride, non ghigna, SORRIDE. Io non ho mai visto un amore più bello di questo, fatto di insulti e bestemmie, ma, sotto sotto, anche di piccoli gesti innocenti e diabetici. Loro sono stati la mia più grande paura e a volte hanno rischiato di mandarmi via di testa. Non sapevo se esageravo o se facevo troppo poco e temevo sempre di renderli OOC, cosa che temo ancora, ma mi affido a voi per migliorare e sistemare le cose! Che altro? Spero che vi abbiano fatti ridere, piangere (Oh, quello si, me l’avete detto, muahaha u.u), sorridere ed esasperare.
E tutto si conclude con l’arrivo di settembre (Ci eravamo lasciati più o meno a metà febbraio) e con l’inizio dei corsi universitari. Sorpresa: Kidd ha ripreso gli studi. Vi ricordate che, quando Law lo aveva allontanato, il rosso aveva fatto un pensiero riguardante questo argomento? Lui, anche se non lo avrebbe mai ammesso, un po’ ci sperava di alzarsi la mattina e andare all’università assieme al suo stronzo preferito. Beh, ci è riuscito a quanto pare e passeggiano pure per manina, LOL :D Sempre per una scommessa, non certo per loro scelta, figuriamoci :D
Aspettate, è in arrivo un fratellino per Kidd? Gesù Santissimo!
Okay, a parte questo, volevo dire a tutti che Smoker non poteva lasciare che Trafalgar finisse in tribunale per aver ucciso un uomo, troppi casini, tutto infatti è stato più facile dato che, assumendosi la responsabilità, nessuno ha avuto nulla da dire visto che l’azione é stata compiuta da un poliziotto. I testimoni, ovviamente, sono stati messi a tacere. Meglio così, direi.
‘… tutti sembravano condividere l’idea che premere il grilletto fosse stato un atto di sincero, come dire… ‘.
Si, voleva dire un gesto di sincero amore, ma non riesce nemmeno a pensarlo :D e il pensiero smielato che scaccia riguarda le loro mani amorevolmente intrecciate :D
‘Grazie, Kidd’.
Ma grazie a te stella bella! Lo so che vi amate, lo so, ma mi sta bene che non vogliate ammetterlo, però siete così fottutamente belli! Un grazie ci stava, dopotutto Eustass gli ha salvato la vita e i loro sguardi bastano e avanzano a detta mia per trasmettersi quell’affetto, quel qualcosa che provano l’uno per l’altro.
Un paio di battute e insulti coloriti ed ecco che trovano il modo per stare zitti e andare d’accordo. Un bacio ci sta sempre bene e i loro sono sentimenti ricambiati e, appunto, reciproci.
Beh, gente, mi sa che anche qui adesso dovrò scrivere The End.
No invece, perché ho una lunga lista di anime sante da ringrazia e a cui fare un monumento. Allora, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, seguite e ricordate, continuo a credere di non meritare così tanto, ma il minimo che posso fare è ringraziarvi di aver seguito e sopportato con pazienza la long, scleri e impazienza a parte. Sono consapevole di avervi fatto un po’ dannare ^^
Ringrazio ora tutti quelli che hanno seguito la storia dall’inizio, da metà o dalla fine e tutti i lettori silenziosi che capisco perfettamente. Io mi sono fatta un anno da fantasma in questo sito prima di farmi sentire e invito tutti a mettersi in gioco, a sognare e a pubblicare i loro lavori. Tutto è degno di nota a mio parere.
E ora passo a ringraziare di cuore coloro che hanno lasciato un commento o recensito i vari capitoli come Quinn Fabray, SaraPallina, _Lawliet, Zara Nasashi, FemPhoe, Ace of Spades, super_googletta97, Najia, An11na, Incantatrice_Violeta e callas d snape, siete state tutte gentilissime a lasciarmi il vostro punto di vista che ho apprezzato tantissimo, perciò grazie infinite per tutto ^^
Un ringraziamento particolare va a Aliaaara, Jeta, Ikki, tatarella20 e Acchan074 e alle loro recensioni sempre divertenti da leggere e sempre presenti. Siete state adorabili, non so davvero cosa dire per ringraziarvi ^^
Infine un ringraziamento speciale lo voglio lasciare a FlameOfLife, per le splendide recensioni, la simpatia, l’amicizia e la pazienza che ha portato, compresi i validi consigli che mi ha dato e tutta la gentilezza che mi ha dimostrato. Ti mando un abbraccione enorme e ti ringrazio tantissimo ** E come dimenticare _Rouge (che continuerò a chiamare madre solo perché qui mi sono autonominata Ace) che in una sera ha speso metà della sua vita per recensire la storia da capo e per aver continuato a sostenermi. Sono in debito, ricordalo, e sei semplicemente fantastica, grazie di cuore per tutto ** Concludo con l’elogiare EmmaStarr, ciao dolcezza, per l’impresa che sta portando avanti con costanza e che mi fa sorridere ogni volta illuminandomi la giornata. Grazie per le splendide recensioni che mi lasci piene di particolari, storia e ilarità, sei unica, ragazza, non scordarlo, e grazie infinite, non ci sono altre parole :3 presto ti sposerò!
Ho finito anche qui e non so bene cosa si deve dire in questi casi, uhm, è tutto? Fine? Ad ogni modo vi ringrazio nuovamente, siete stati splendidi, dal primo all’ultimo e davvero spero solo di avervi sollevato l’umore ogni fine settimana con questa storia e spero che vi sia piaciuta e che vi abbia strappato qualche sorriso (:
Tra poco ho finito, lascio solo l’avviso, per chi mi avesse creduta morta, che presto concluderò ‘It’s all about you’ dato che non c’è più il pericolo spoiler e arriverà anche il capitolo di ‘Chi non muore si rivede’. Tutto Coming Soon u.u
E adesso basta, filate a prepararvi per il sabato sera e divertitevi, festeggiate anche per me, grazie :D
Gente, niente, statemi bene, vi adoro e siete tutti splendidi e non smetterò mai di mandarvi abbracci, spargere cioccolatini e regalare unicorni rosa.
Ancora grazie infinite dal profondo del cuore!
Cala il sipario e si spengono le luci.
See ya,
 
Ace.
  
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