Il Natale era il periodo più stressante
dell’anno, soprattutto
per una come me che non l’aveva mai festeggiato. Ma per Peeta
era così
importante, gli ricordava la famiglia, soprattutto il padre…
e quando aveva
iniziato a parlare di Babbo Natale a nostra figlia, più o
meno da quando aveva
tre mesi, festeggiarlo in grande era diventato un obbligo.
-Sì, esatto, tesoro… attenta
con la glassa, attenta alla gon…
oh, Dandy. Kat!!- urla mio marito dalla cucina mentre io sorrido,
divertita.
-Sì?-
-Penso che dovrai attaccare l’ennesima
lavatrice!-
-Papà! Papà guarda ora ho i
capelli rotti, come il vestito
di Babbo!!!-
-Sì, tesoro… diciamo che sei
tutta rossa.-
-Anche tu rotto???- urla nostra figlia di quattro
anni e mi
posso benissimo immaginare la faccia birichina che ha nel mentre che lo
dice.
-Guai a te, sai che poi andrai incontro al
soll… Oh, l’hai
voluto tu, terremoto! Vieni qui!-
Mi beo delle risate di quei due, non so chi sia
più agitato
e su di giri, mentre apparecchio la tavola visto che, tra poche ore,
arriverà
la marmaglia di gente chiamata da noi “amici di
famiglia”: Johanna e Gale, che
si sono sposati qualche mese fa con grande sorpresa di tutti, Haymitch
e Effie,
mia madre e infine Annie con il piccolo Junior che ormai aveva nove
anni. Peeta
adorava Junior ma ne era allo stesso tempo geloso visto che Dandelion
ne era
assolutamente stregata: chi poteva darle torto? La nostra piccola peste
comunque rassicurava il mio povero marito, dicendogli che avrebbe
sposato lui
da grande.
Peeta entra nel salone, con i capelli totalmente
coperti di
glassa così come nostra figlia: li amo.
-Kat, devo andare un momento in panetteria, mi
sono
dimenticato di chiudere… Riesci a cavartela da sola? Devi
solo spegnere il
tacchino tra un’ora, i biscotti poi li inforno io, ok?-
Alzo gli occhi al cielo mentre prendo in braccio
Dandy,
schioccandole un bacio sulla guancia paffuta: sa di cannella, proprio
come il
padre.
-Ce la caviamo benissimo, Mellark. Siamo due
ragazze
indipendenti, vero tesoro?-
-Tì, papà! Noi siamo
impipendenti!-
Entrambi ridiamo e, dopo che Peeta mi schiocca un
bacio
sulle labbra e si mette una nuova maglietta, rimaniamo sole io e mia
figlia.
-Che ne dici, tesoro? Andiamo a farci un bagno?-
-Ok mamma! Ma mi spoglio da sola, ok??- mi chiede
lei, tutta
orgogliosa.
-Oh ma certo! Ormai sei grande!!-
Guardo mia figlia incantata perché, a
volte, non riesco
proprio a capire come io e Peeta siamo riusciti a creare una creatura
così
perfetta: i capelli scuri come i miei le ricadono a boccoli sulla
schiena e con
quei suoi occhi vispi controlla sempre tutto, la mia curiosona. E sta
bene, è
felice ed è spensierata: questo è
l’importante.
-Mamma.- mi dice, puntandomi i suoi pozzi azzurri.
-Sì?-
-Mary ha avuto una sorellina. E ha detto che
insieme si
divertono tanto.-
Aia. Il senso di colpa che conosco molto bene
inizia a farsi
sentire all’improvviso. Io e Peeta non avevamo mai parlato di
fare un altro
bambino, anche perché già con lei era stato quasi
un trauma per me: Peeta ne
avrebbe voluto un altro ma per me Dandelion bastava ed avanzava.
-Perché, tesoro, tu ti annoi?-
-Quando tu e papà siete a lavoro
tì. Mi annoio da sola.- e
questa fa ancora più male –Però
papà mi ha detto che la cicogna non vuole più
venire da noi. Deve essere proprio cattiva.- Fantastico, ora se la
prende con
un povero uccello. –Io vorrei tanto una sorellina. Anche un
fratellino andrebbe
bene.-
Osservo il musetto triste di mia figlia e il cuore
mi si
stringe un po’: effettivamente va tutto bene, Katniss. Lei
sta bene, è felice,
non le manca nulla e non va incontro a nessuna mietitura. Un nuovo
bambino
vorrebbe dire fare felice sia lei che Peeta. E sei ancora
giovane…
-Magari io e papà, potremo parlare di
nuovo con la cicogna,
che ne dici?-
-Davvero?- mi chiede lei, gli occhi che brillano.
Io rido e annuisco mentre poi le bacio la
testolina e vado
un attimo di sotto a spegnere il forno, proprio mentre Peeta torna a
casa. Gli sorrido
e gli faccio cenno di andare su perché, questa volta, non
gli voglio dire
nulla, ci penserà Dandy a dargli la notizia. E infatti sento
benissimo le urla
di mia figlia dal bagno.
-PAPA’! Papà, mamma ha detto
che la cicogna può tornare se
lo vuoi anche tu!-
-La cicogna? Tesoro, che dici?-
-Ma tì, papà!- dice lei,
spazientita e già me la vedo che
alza gli occhi al cielo. – Per la sorellina! Oppure il
fratellino, dici che le
possiamo chiedere se ci porta sorellina? Mi piace di più la
sorellina!-
Non sento la risposta di Peeta, quindi salgo su in
bagno e
vedo il suo sguardo pieno di speranza ma ha ancora ha paura di fidarsi,
perché
sa di quanto io sia sempre stata
diffidente per il discorso “figli”.
-Kat…- mormora solamente.
-Ci possiamo provare, che ne dici?-
-Ci possiamo provare.- mi dice lui, sorridendo.
Beh?
Che ne dite?? Vi è piaciuto? Grazie per i numerosi
commentiJ
un bacio