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Autore: XShade_Shinra    19/04/2014    1 recensioni
[ ON HIATUS ]
Benvenuti a NevediNotte, un luogo dove nevica solo dal tramonto all'alba, come se la notte stessa volesse celare qualcosa...
- Tratto dall'ultimo capitolo postato: L'Abbraccio del Gelo - Come un gatto guarì la solitudine di una creatura centenaria. -
[ Raccolta Disomogenea Dark Fantasy. Generi e Avvisi all'interno di ogni Capitolo e nel Capitolo Indice ]
[ Il capitolo "03. Lo Spirito del Villaggio" ha vinto l'Award come Best Song Fiction alla Quinta Edizione dei "Never Ending Story Awards" ]
[ Il capitolo "05. La Cicatrice della Vita" si è classificato 1° e ha vinto i Premi "Giuria", "Miglior Titolo" e "Originalità" al contest "Drabble and flash Collection" indetto da Deidaranna93 sul forum di EFP ]
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'NevediNotte'
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- Hellcome to NevediNotte -
  Il Nome del Villaggio

«Ah, mi scusi. L’ho chiamata con il nome locale. Intendevo un biglietto per…».


Sara stava finalmente per tornare a casa dopo tanto tempo.
«Sei anni…» sussurrò, ricordando l’ultima volta in cui gli occhi le si erano posati sulla sua casa e la madre l’aveva stretta tra le braccia. Da quel giorno si erano sentite tramite lettera o ponte radio; non altro, perché là nella montagna di neve perenne i cellulari non avevano campo.
Si avvicinò allo sportello della biglietteria ferroviaria, mettendosi sulle punte dei piedi e appendendosi alla balaustra in simil marmo – gli anni erano sì passati, ma era certa che sarebbe rimasta una tappa.
«Buongiorno!» Sara salutò cordiale l’annoiato dipendente. «Un biglietto per NevediNotte».
«Per dove?» domandò l’uomo, aggiustandosi gli occhiali sul naso e sporgendosi verso il vetro forato per sentire meglio.
Sara scandì meglio “Neve di Notte”, separando le parole, ma solo quando l’impiegato grugnì ancora e scosse la testa capì la propria gaffe. «Ah, mi scusi. L’ho chiamata con il nome locale. Intendevo un biglietto per…».

Il viaggio fu lungo, lunghissimo. E noioso, noiosissimo.
Il cellulare fece in tempo a scaricarsi lungo strada e l’MP3 lo seguì a ruota. La temperatura scendeva sempre di più man mano che si avvicinava la sua fermata – e il vagone non era nemmeno adeguatamente climatizzato.
Ma tutto venne presto dimenticato quando, scesa dal treno – l’unica a fare tappa lì –, vide un uomo sulla banchina che sembrava proprio attenderla.
«Zio!» gridò allegra, buttandosi letteralmente tra le braccia del parente, venuto fino alla stazione per prenderla.
Era bello potersi rivedere dopo anni.
Presero la 4x4 parcheggiata accanto all’uscita della fatiscente stazione e si diressero verso il paese.
Risate e chiacchiere si sprecarono a fiumi durante il lungo percorso che dovettero attraversare, ma raggiunsero la loro meta abbondantemente prima del tramonto.
«Zio, puoi fermarti un attimo?» domandò la ragazza, giunti quasi in prossimità dello steccato.
L’uomo la accontentò e la vide scendere e raggiungere il grosso masso accanto alla strada principale: una inamovibile pietra dura e scura, dove era stato inciso il nome del paesino.
«Nevermore…» lesse la ragazza a voce alta, sfiorando il masso coperto dai licheni e corroso in parte dal tempo. «Zio… tu sei diventato il sindaco qui, vero?» chiese la ragazza. L’uomo annuì. «Allora… Perché questo paese ha un nome così... triste?».
L’uomo scese dall’auto e le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla.
«Il mio predecessore mi ha detto che è stata chiamata “Nevermore” perché “una cosa del genere dovrà mai più accadere”» disse in tono basso.
Sara si girò verso di lui.
«Cosa non deve più capitare?» domandò.
Il sindaco le accarezzò i capelli con la mancina. «Solo la Neve lo sa» rispose lui, facendole capire che, anche se sapeva, non avrebbe parlato.
«Il fantasma?».
«Forse…».
Sara guardò verso il bosco, come se sperasse di scorgerla. «Neve… Magari glielo chiederò… Se mai la vedrò».
«Non tutti possono vederla: io non l’ho mai vista».
«E chi è che la può vedere?».
«Non si sa. Alcuni ci riescono, altri no».
«Forse è lei che decide a chi mostrarsi…».
«Chissà…» sospirò l’uomo. Fece per andare via, ma la giovane lo trattenne per la manica del cappotto pesante.
«Perché gli anziani la chiamano “NevediNotte”?» domandò ancora. «Solo perché nevica di notte?».
Per il sindaco fu molto più facile rispondere a quella domanda, perché anche lui aveva porto quella questione e non fece altro che ripeterle la risposta che aveva udito lui stesso da un vecchio ormai defunto: «Sì e no». 
Sara non sembrò soddisfatta. Lasciò perdere l’argomento. «Dopo vorrei andare a salutare anche Ferdinando» disse di punto in bianco, tornando all’automobile.
«Magari domani. Stasera si farà tardi». E la giovane ben sapeva che le regole del villaggio non erano cambiate.
Sorridendo, risalì in macchina con lo zio, che la accompagnò dalla propria sorella perché potesse riabbracciare la figlia dopo gli anni passati lontana all’università.
Non sapeva che nel cervello della ragazza era scattato qualcosa da anni, da quando era ancora bambina.
Non sapeva che lei, ora glottologa, aveva notato una cosa sfuggita ai più.
C’era un apostrofo, mascherato da una piccola frattura nella roccia, e ne era certa.
Nevermore.
Neve’rmore.
Neve or more.
Neve o di più.
Lo aveva studiato a scuola: chi non conosce il proprio passato, non può conoscere il proprio futuro.
E lei non aveva mai smesso di voler scoprire cosa nascondeva (la) Neve.
Cos’era quel “di più”?
Il suo amico poteva aiutarla in questa sua ricerca, anche se per farlo avrebbero dovuto scavare nei ricordi custoditi dai morti.


«Mi servono i vecchi manoscritti che hai portato a padre Bernardo».
«Ma sono scritti in Latino...».
«Ego Latinum nosco».

§Fine§ 
XShade-Shinra



 
Note:
Ferdinado è un PG già apparso nel capitolo: 11. L'Antro dei Ricordi.
Nella frase finale Sara dice: "Conosco il latino", in lingua latina, appunto.

Dopo tanto, finalmente, sono tornata ad aggiornare questa storia.
Mi dispiace davvero per l'attesa, non sono una che molla le sue creature così: la storia continuerà fino alla fine. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno continuato a sostenermi in questo periodo di pausa, grazie di cuore.

-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.

  
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