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Autore: PallinaRosa    17/05/2014    4 recensioni
Dean Winchester una mattina si sveglia e scopre di essere diventato una donna.
Chi sono le Muse di Cydonia? Il Dottore, Sherlock e Watson ed il Team Free Will cercheranno di scoprirlo assieme, in un inaspettato viaggio su Marte.
destiel;johnlock;ten&rose.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Sesta stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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“And we pray that there’s no God

to punish us and make a fuss.”

Muse, Fury.

 

 

Una pallida luce solare penetrava attraverso le sottili tende di cotone bianco della spoglia stanza del motel  dove Sam e Dean Winchester riposavano pacificamente, dopo un’estenuante caccia al vampiro della sera precedente.

Dean fu il primo a svegliarsi. Si girò verso Sammy, che se la dormiva ancora beatamente, con un cuscino avvolto tra le braccia ed il lenzuolo aggrovigliato ai piedi del letto.

Sospirò, e con uno svogliato movimento si mise in piedi, pronto ad iniziare una nuova giornata. Prima di tutto accese la radio, poi si stiracchiò per bene, si stropicciò gli occhi cisposi e senza razionalizzare che ore fossero o perché si sentisse così strano si diresse in bagno. Avrebbe giurato di sentire una strana pesantezza sul petto, proprio sui pettorali. “Probabilmente è perché ho dormito a pancia in giù” pensò dirigendosi in bagno. Ma d’altronde non era una novità: Dean dormiva sempre prono. Forse inconsciamente lo faceva perché al mattino, quando apriva gli occhi, non voleva rivivere la scena di sua madre attaccata al soffitto, avvolta dalle fiamme. Non si azzardava nemmeno a pensare se al posto di Mary ci avrebbe trovato Sammy un giorno o l’altro. Scosse il capo per scacciare quei brutti pensieri e dopo essersi levato i vestiti frettolosamente aprì il box doccia, fece scorrere un po’ d’acqua e quando fu sufficientemente calda entrò. Cominciò massaggiandosi bene il torace con il bagnoschiuma. Il petto sembrava così gonfio e morbido.

Troppo strano. Aprì gli occhi e guardò in basso. Il suo virile petto maschile ora era sostituito da due grossi seni.

<< E queste?! >> esclamò sorpreso. << ODDIO, LA MIA VOCE! >> esclamò di nuovo,portandosi una mano alla gola. Uscì dalla doccia in un lampo, spaventato. Il bagno era intriso del profumo del sapone e da tante nuvolette di vapore acqueo che fecero appannare lo specchio. Dean indossò l’accappatoio, e con l’aiuto della manica spugnosa passò la mano sul vetro per farlo spannare.

Ciò che si ritrovò davanti non era quello che si aspettava. Decisamente no.

 Alzò una mano, ed il suo riflesso lo imitò. Fece la linguaccia, e di nuovo il suo riflesso lo imitò.

<< Gesù CRISTO! >>  imprecò tappandosi la bocca con la mano.

<< Sam? SAM! >> chiamò a squarciagola, incapace di fare un singolo movimento, gli occhi incollati sullo specchio,increduli.

Sam si svegliò di soprassalto, e leggermente intontito si catapultò in bagno con il fucile spianato.

<< E tu chi sei!? >> è tutto ciò che riuscì a dire mentre abbassava l’arma,in parte sollevato che non fosse nulla di grave. Era solo l’ennesima ragazza che Dean si era ripassato. << Dov’è mio fratello? >> domandò dopo un secondo di esitazione, guardandosi intorno.

<< Sammy,sono io! Sono Dean! >> mormorò shockato, avvicinandosi con cautela a Sam.

<< E’ una specie di scherzo? Ora ti travesti da donna nel tempo libero? Che è successo,ti si è spezzata un’unghia? E wow, la voce da donna ti riesce benissimo, complimenti. >>

<< Cosa?! No no, Sam, non sono travestito, sono una donna! >>

Dopo un momento di silenzio raggelante, Sammy cominciò a ridere sguaiatamente, sotto gli occhi di Dean che se ne stava lì in piedi senza proferir parola, come congelato, ancora avvolto nell’accappatoio.

<< Si può sapere cosa c’è di tanto divertente? E’ una cosa grave. Oddio, ma sentitemi, ho la voce più ridicola del mondo! >>

Sam non riusciva nemmeno più a respirare, era diventato rosso in volto mentre si appiattiva contro la porta per trovare sostegno.

<< Fammi mettere qualcosa addosso e andiamo da Bobby >> fu tutto ciò che Dean riuscì a dire, troppo arrabbiato con suo fratello per averlo deriso così tanto, e ancora incredulo per ciò che gli era appena accaduto: era diventato una femmina! La sua mente vorticava attorno a migliaia di idee riguardo a cosa potesse essere stato a ridurlo così. Un incantesimo? Probabile. Ma esistono incantesimi capaci di farti cambiare sesso? Improbabile. Andava trovata una soluzione, e il più in fretta possibile!

  La pioggia batteva violentemente contro le grandi finestre dell’appartamento 221b di Baker Street. Sherlock Holmes stava suonando una composizione di Tchaikovsky con il suo adorato violino, mentre John Watson sorseggiava il suo tè all’inglese seduto comodamente sulla poltrona con il giornale aperto sulle ginocchia.

<< Non vuoi fermarti un paio di minuti per prendere il tè, Sherlock caro? Sono le cinque, è tradizione >>. La signora Hudson entrò nel polveroso salotto con il vassoio in mano, sorridente, come al solito.

<< Tradizioni. Indubbiamente affascinanti ma completamente inutili. >> borbottò il detective, obbedendo però alla cara signora. Provava un irrazionale benevolenza verso quella donnina. Probabilmente perché non si poneva troppi problemi nell’affittare il suo squisito appartamento ad uno squilibrato sociopatico con un fetish per gli omicidi.

John alzò lo sguardo dal giornale solo per tirare un occhiata di rimprovero verso Holmes, che per tutta risposta si stinse in spallucce e si accomodò  a sorseggiare il suo tè.

<< Nessun nuovo caso? >> domandò Watson

<< Niente che mi interessi. E’ tutto così noioso e banale. >> disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

John scosse il capo, e con un mezzo sorriso prese un sorso della bevanda.

Ad un certo punto,un rumore assordante entrò prepotentemente nella stanza. Sembrava il suono dello stridere delle ruote del treno sulle rotaie della metro. Lentamente, cominciò a materializzarsi un’enorme cabina blu della polizia proprio al centro del salotto.

<< Ma cosa diavolo …? >> mormorò stranito John, mentre con cautela si alzava e si avvicinava per esaminare l’oggetto da vicino.

La cabina restò perfettamente immobile, finalmente materializzata. Con un gesto secco, la porta si aprì. Watson balzò all’indietro.

Una testa uscì fuori dall’abitacolo e si guardò in torno per un po’, poi si voltò verso le facce inebetite delle tre persone presenti nella stanza e disse: << Buonasera, Signori. Chi di voi è Dean Winchester? >>

<< Scusi?! >> domandò sbigottita Mrs Hudson.

<< Uhm,accento inglese … siamo ancora a Londra,immagino. >> disse l’uomo, quasi deluso,uscendo definitivamente dalla cabina blu.

<< Devi far riparare questo affare, Dottore >> suggerì una voce femminile.

<< Shh,non intendeva offenderti >> mormorò complice l’uomo  accarezzando l’enorme cabina.

Sherlock scosse il capo come per ridestarsi da una visione. Questa era indubbiamente la cosa più assurda ed interessante che gli fosse mai capitata, ed era curioso ed affascinato dalla assurda situazione che gli si era parata davanti senza preavviso alcuno … letteralmente!

<< Lei sarebbe? >> domandò, rimanendo perfettamente seduto sulla sua poltrona, gli occhi improvvisamente vispi e luminosi. John conosceva quello sguardo: era lo stesso che Sherlock assumeva mentre analizzava una scena del crimine particolarmente intricata e, perciò, estremamente interessante.

<< Oh certo,che stupido. Immagino sia bizzarro assistere ad una scena simile ehm sì insomma … Mi presento, io sono il Dottore e lei è la mia compagna di viaggio, Rose >>

<< Il … dottore? Lavora in una struttura qui a Londra? Non l’ho mai vista. >> chiese John  insicuro delle proprie parole. Che senso poteva avere che un Dottore si materializzasse dal nulla a bordo di una strana cabina blu?

<< Non esattamente. Anzi, direi per niente. Non sono un Dottore, sono il Dottore. Mi chiamano così, è il mio nome. >>

<< Il Dottore … >> disse tra sé e sé Mrs Hudson. << Ma caro, scusi, com’è possibile che il suo nome sia solo “dottore”? Non ha un nome vero?  >> domandò premurosamente.

<< E’ andato perduto molti secoli fa, ma non ci badi, okay? Mi chiami solo il Dottore >> rispose con naturalezza.

Mrs Hudson annuì poco convinta e girandosi di spalle si fece il segno della croce.

<< E voi sareste …? >> domandò il Dottore, rivolgendosi agli altri due.

<< Il mio nome è Sherlock Holmes, e lui è il mio coinquilino John Watson. Ed ora potrebbe spiegarmi --- >>

<< Sherlock Holmes? >> domandò stupita Rose, interrompendolo. << Quel Sherlock Holmes? Dottore, oh mio Dio, siamo davanti ad uno dei più brillanti personaggi letterari di tutta la storia! >>

<< Lui non può essere Sherlock Holmes! >> esclamò il Dottore << Siamo un po’ troppo avanti con gli anni! Questo è il duemiladodici! >>

<< Anche lei detective? >> ironizzò Holmes, facendo un piccolo sbuffo di superiorità. << E mi dica, signor Dottore, in che anno dovremmo essere, secondo lei? >>

<< Beh, se non erro … Dunque, Sir Arthur Conan Doyle pubblicò il primo romanzo del 1887 quindi sì, direi intorno a quella data. >>

<< Tutto questo è ridicolo >> interviene Watson << Sir Arthur – chi? Avrebbe pubblicato il primo romanzo … di cosa? >>

<< Delle Avventure di Sherlock Holmes! >> rispose con ovvietà il Dottore << Uno studio in Rosso, … >>

<< Rosa >> lo interruppe John. << Uno studio in rosa >>

<< Sono molto, e dico molto sicuro che il titolo corretto sia Uno studio in Rosso. >>

<< L’ho scritto io stesso sul mio blog, il titolo esatto è Uno studio in rosa >>

<< Ma lei non è John Watson? >> domandò Rose, confusa.

<< Sì, e quindi? Onestamente non ci sto più capendo nulla. >>

Il Dottore ormai esasperato dalla situazione, si mise in moto e cominciò ad analizzare l’ambiente con il suo cacciavite sonico.

<< Siamo in un universo parallelo >> disse, rivolgendosi a nessuno in particolare.

<< Il che significa …? >> ribatté Rose, ormai impaziente.

<< Signor Holmes, ha mai provato a cercare il suo nome su Wikipedia? >> disse frettolosamente il Dottore, rivolgendosi al Detective.

<< Perché mai dovrei farlo? E poi mi vorrebbe spiegare cosa cavolo è quell’aggeggio che ha tirato fuori dalla tasta? >>

<< Le spiegherò tutto dopo, glielo prometto, ma ora si fidi di me e faccia come le ho detto, per piacere >>

Sbuffando leggermente dal naso, Sherlock afferrò con eleganza il suo smarth phone estraendolo dalla tasca dei pantaloni. Digitò il suo nome nel campo “ricerca” di Google e ciò che scoprì fu shockante.

<< E’ come ha detto lui, John … >> mormorò senza staccare gli occhi dal display. << Apparentemente, non esistiamo. >>

<< Oh, non dica così >> cercò di rincuorarlo Rose << Lei è un’icona, un vero eroe. >>

<< Sì sì certo >> tagliò corto Holmes, continuando a scorrere la pagina di Wikipedia con l’indice.

<< Forse ho trovato qualcosa >> disse, facendo segno al Dottore di avvicinarsi. << Qui parla di una serie televisiva mandata in onda dall’emittente “BBC”, dove io e John veniamo catapultati nel XXI secolo. A quanto pare il mio vero nome sarebbe Benedict Cumber – Bitch? No, ehm … ah, batch, Cumbertbatch. E John sarebbe un tale Martin Freeman. >>

<< Oh >> esclamò il Dottore << Ora è tutto più chiaro >>

<< Veramente? >> domandarono tutti all’unisono

<< Beh, non proprio ma … prendiamo le cose come vengono. >>

<< Come sarebbe a dire? Non ha senso tutto questo! Lei si materializza nel mio salotto a bordo di una cabina telefonica degli anni sessanta, mi dice che non esisto veramente e che in più sono un prodotto per la televisione, ed io dovrei semplicemente accettarlo? Assurdo. >> domandò sbigottito Sherlock, mantenendo comunque la propria compostezza.

<< A proposito >> intervenne Watson << Quella cabina mi sembra scomoda per due persone >>

<< Beh, dentro è più grande >> disse il Dottore, e con uno schiocco di dita le porte del TARDIS si aprirono, mostrando ai presenti la sua magnificenza. Mrs Hudson svenne senza ritegno alcuno sul pavimento, ormai incapace di reggere una storia simile: la vita dello stesso Sherlock le sembrava già abbastanza sconcertante, se in più ci aggiungiamo uno squilibrato con una cabina blu multidimensionale e capace di materializzarsi dal nulla … la questione diventa inverosimile!

<< Ed ora mi dica, Mr. Holmes >> disse il Dottore, sistemandosi leggermente il cappotto << le andrebbe di vivere un avventura? >>

Con la testa infilata nei libri, Bobby Singer cercava disperatamente qualcosa che potesse aiutare Dean,mentre Sam vagliava tutte le possibilità cercando online.

<< Non è possibile che non ci sia nulla! >> esclamò Dean,con la sua nuova voce femminile.

<< Calmati,sorella >> fu la risposta di Sam,con gli occhi ancora incollati allo schermo. << Ritornerai ad essere il rude macho che sei entro breve,te lo prometto >>

<< E’ che dentro questo corpo mi sento così … nervoso … riguardo … ogni dannata cosa >> disse continuando a guardarsi i palmi delle mani, così lisci, rosa, perfetti, senza cicatrici … piccoli

.<< Forse sei in fase premestruale >> mormorò Bobby, ridacchiando sotto ai baffi.

<< Oddio, no, speriamo di no. Non voglio avere il ciclo, è l’unica cosa che non vorrei in questo momento! >>

<< L’unica? >> domandò  Sam,  girandosi verso suo fratello/sorella.

<< Beh … ho pur sempre le tette. Quelle mi piacciono. >> rispose Dean,come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< Sei disgustoso >> disse in tono schifato ma divertito il più piccolo dei Winchester.

Dean sogghignò, e diede un’occhiata al suo balconcino. “Niente male” pensò compiaciuto. Poi si voltò per guardare fuori dalla finestra e notò un particolare che prima (ne è sicuro al 100%) non c’era.

<< Bobby? >> domandò, sempre guardando fuori

<< Che c’è, Deana? >> risponde sghignazzando.

<< Che accidenti è quella cabina blu che hai in rimessa? >>

   
 
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