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Autore: Deadinside    10/06/2014    0 recensioni
Inizio della fine, almeno della mia...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2- Tutto a rotoli...
Sono tipo le 6 di mattina e sono già sveglia, come al solito...
Amo guardare l'alba e non pensare alle 5 ore di tortura che mi aspettano.
 I miei genitori stanno ancora dormendo e non ho voglia di svegliarli, altrimenti iniziano con le solite domande da adulti che cercano di recuperare il rapporto con i figli, dopo che hanno passato mesi ignorandoli. Mi fanno talmente pena...
Vado silenziosamente in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, ho una nausea pazzesca...
La nonna è già in piedi e avverto un odorino stuzzicante: muffin! Ogni giorno quella donna mi stupisce sempre di più.
< Buongiorno nonna! Hai dormito bene? >
< Buondì farfallina, ti ho preparato la colazione... Comunque non ho dormito molto bene, sentivo qualcuno piangere da camera tua. Eri tu? >
Ok, la cosa mi inquieta, e non poco... Sta succedendo qualcosa di strano...
< No, non ero io... Ho dormito come un ghiro. E poi non ho sentito nessuno piangere ieri notte... >
Sarà stata la tizia nel quadro? Ahahaha come no!
Prendo un muffin e mi avvio verso camera mia
< Farfallina, parla un pò con Edvige, si sente sola >
< Edvige? Chi è Edvige? >
Inizio ad avere davvero paura, adesso...
< Ma è la tua coinquilina, farfallina! >
Ok... In quel quadro c'è qualcosa che non va e la nonna mi sta terrorizzando. E' un bell'inizio per questa giornata...
Giro i tacchi e riprendo la strada.
I miei stanno ancora dormendo, mi toccherà andare a scuola a piedi, anche se fa freddo. Li odio da morire. 
Scelgo un vestito nero dall'armadio e lo indosso, trucco e parrucco, lo zaino in spalla e le cuffie nelle orecchie. Parto all'avventura sperando di tornare integra.
Fa un freddo cane e la scuola dista un bel pò da casa mia, questa me la pagano! Prendo la strada più lunga, cosi passo vicino all'università, magari Alex è nel cortile esterno.
Si, in questo posto di decerebrati c'è un'università, difficile a credersi eh... Non si studia granché, l'hanno costruita solo per far arrivare i fondi per l'istruzione, che il sindaco usa per rifinirsi la piscina nella sua villetta.
Volete sapere chi è Alex, vero? Vi accontento...
Alex è un'universitario che non sa distinguere un'atomo da una molecola, ignorante come pochi, ma bello da crepare. Nonostante questo mi sono infatuata di lui e, quando posso, lo seguo neanche fossi un cagnolino. Frequenta il gruppo più chic (e stupido) della città e guarda caso Marika e Giusy ne fanno parte... Per farla breve è il classico belloccio, tutto muscoli e niente cervello che quelle come me non se le fila minimamente.
In cortile non c'è, in effetti, con questo freddo...
Velocizzo il passo e all'orizzonte vedo il profilo della scuola, la depressione mi assale...
Sento il brusio di voci giovanili e risate sguaiate, la mia nausea sta iniziando a farsi sentire. Arrivo davanti al vecchio cancello arrugginito e il brusio cessa. Tutti si girano verso di me, non sopporto gli sguardi umani.
So che sono bella e attiro molto l'attenzione, ma non voglio che mi guardino...
< Ma guarda chi c'è, Miss puttanella di Satana >
La gracchiante voce di Marika ruppe il silenzio. Andiamo bene...
< Karma, Marika, karma. Aspetta solo che arrivi il tuo turno... >
Perchè non le cade un cornicione in testa?
 Detto questo proseguo verso la mia classe e attendo che il professore arrivi.
Le 5 ore passano velocemente e non vedo l'ora di tornare a casa, ma prima voglio passare dall'università per vedere se è uscito.
Al suono dell'ultima campanella mi precipito all'uscita e prendo la strada di petto. Il vento gelido mi sfiora il viso come lame, ma non m'importa, devo sbrigarmi. 
Arrivata quasi vicino al cortile sento le risate di baldi giovani che si rincorrono tipo cani, ma non vedo lui... Che delusione...
Ma ecco che arriva un ragazzo, non riesco a capire chi sia, magari... Ma si! E' lui! Si avvicina, strano, forse vuole costruire un contatto. Sono cosi felice.
Si avvicina ancora di più, penso che voglia dirmi qualcosa. Mi tremano le gambe e il cuore mi batte a mille. Quanto odio l'amore...
< Tu devi essere Ofelia >
Ossatana, mi ha parlato! E adesso che faccio? Ofelia non fare la stupida...
< Si... come lo sai? >
< L'anno scorso sei venuta nella mia facoltà per parlare con il mio professore di letteratura >
< Oh, si, il professor Chinanski! Avevo bisogno di un consiglio... ahahah >
Sento che il cuore mi sta per esplodere... 
< Giusto, beh... Che ci fai qua? >
Che ci faccio qua? Non posso mica dirgli che lo sto stalkerando.
< Stavo tornando a casa e ho pensato di fare il giro un pò più lungo, sai... Per smaltire un pò di ciccia ahahah >
Ho affermato davanti a lui che sono una palla di lardo...
< Ahahaha si, capisco... Comunque ti vorrei chiedere una cosa >
Alex, il ragazzo per cui sbavo da 10 mesi mi deve chiedere una cosa, sta per crollare il mondo, me lo sento nelle ossa...
< Spara! >
< Ok, avrei bisogno di una mano in letteratura e dato che il prof mi ha parlato bene di te, ho pensato che potessi aiutarmi >
Sto per collassare...
< Certo! Quando vuoi, puoi venire da me oppure in biblioteca >
< Facciamo che questo pomeriggio ci vediamo al caffè e ne parliamo li, sempre se non hai impegni... >
< Per me va bene! Adesso vado, ciao! >
< A pomeriggio >
Ripresi a camminare...
Mi assicurai che lui non fosse dietro di me e iniziai a salterellare come una demente. Ero cosi felice che mi scordai tutte le mie paranoie e i miei problemi. Il ragazzo che mi piaceva mi aveva chiesto di studiare insieme! Non vedo l'ora di dirlo a nonna...
Arrivata a casa, con un sorriso a 364 denti aprii la porta, ma come spesso mi succede, la mia felicità dura poco...
Seduto al tavolo della cucina c'è il sindaco e la moglie, e i miei genitori, che conversano allegramente. Solo loro potevano rovinare il mio momento di felicità.
< Ofelia! Vorrei presentarti il sindaco > 
disse mia mamma con un sorriso da ebete stampato in faccia.
< Piacere piccolina, se non sbaglio sei l'amichetta della mia amata figliola >
la voce di quell'uomo è piuttosto grave e la sua faccia paffuta ha assunto una strana colorazione rossa, non avevo mai visto qualcosa di così disgustoso. I suoi vestiti sono troppo stretti e sciatti, sicuramente firmati dalla moglie, e di un colore a dir poco improponibile.
Mi tende la mano destra, sudaticcia, io non lo tocco... Lo guardo con una delle mie occhiate malevoli e mia mamma mi strattona un pò.
< Salve... Si, sono una compagna di sua figlia... >.
Una vocetta gracchiante spezza l'imbarazzante silenzio.
< Giacomo, dobbiamo andare, è stato un piacere essere ospiti in casa vostra. Magari la prossima volta portiamo anche Marika >
Ora capisco da dove ha preso la voce quell'oca spennacchiata...
La strana coppia si avvia verso l'uscio, il sindaco ha una grossa toppa di sudore all'altezza di quella che dovrebbere essere la vita... Orrore...
Appena chiusa la porta, raccolgo tutto il mio fiato e...
< Ma siete impazziti! Socializzare con il nemico! Volete farmi morire?! >
< Ofelia, calmati, stavamo solo discutendo di un'affare. Niente di più... >
Mio padre sa sempre farmi ribollire il sangue nelle vene.
< Un'affare?! Con quel mascalzone? Certo che siete proprio intelligenti... Se si azzardano, lui e tutta la sua famiglia, ad entrare in questa casa, non sarò responsabile delle mie azioni! >
Non riesco a trattenermi, non posso sopportare che quelle specie di essere pluricellulari siano entrati nel mio territorio.
< Ofelia, basta! Sei sempre la solita! Non ti credere di essere tanto meglio di noi! Sempre sul tuo piedistallo d'oro a guardare gli altri dall'alto verso il basso e a schifarli. Non sei normale, hai qualche problema al cervello... >
Mia mamma con le sue manie di protagonismo mi fa salire l'omicidio, sa che ci rimette con me, eppure continua a provocarmi.
< Si chiama "complesso di superiorità" stupida capra ignorante. Mi chiedo come sia possibile che io sia così intelligente, a differenza vostra, mi avete adottato, vero? >
< Basta! Non ti permetto di insultare tua madre! Va in camera tua! >
Aspetta, c'è qualcosa che non quadra, manca una persona... Dove è nonna?
< Dove è andata nonna? >
Attimi di silenzio...
Li osservo, hanno l'aria colpevole e cercando di evitare il mio sguardo.
< Non mi dite che l'avete mandata via?! >
Mia madre presa da un impeto di coraggio, mi rispose...
< E' in camera sua, rischiava di farci fare brutta figura e quindi... >
Non le ho dato il tempo di rispondermi, sono corsa subito verso camera sua...
Mi fermo davanti alla porta chiusa, ho una strana sensazione, mi manca l'aria e mi fa male la testa. Gli occhi mi si offuscano e non sento le gambe... Spero che ciò che penso non sia vero.
Apro la porta e nonna è stesa sul letto, immobile, mi avvicino...
< Nonna... Nonna... > 
Non mi risponde.
< Nonna, sono la tua farfallina, rispondimi... Ti prego! Rispondimi! >
Ancora niente. Le controllo il polso, nessun battito...
< Ti prego nonna! Non mi lasciare! Non mi lasciare! >
La mia esistenza sta crollando. Sono sola. Non c'è più nessuno che si preoccuperà di me. Almeno lei starà bene, lassù.
Raggiungo lentamente la cucina, mi nascondo dietro il muro.
< Letizia, non possiamo continuare cosi... Ofelia sta diventando insopportabile e irascibile. E' incontrollabile, forse possiamo mandarla dalla zia in Germania... >
< Lo so, Aldo, ma è pur sempre nostra figlia >
Adesso vogliono anche mandarmi via. Codardi!
Salto fuori dal mio nascondiglio.
< La nonna è... è... è morta... Non respira più. E' stesa sul letto. Adesso siete felici di non averla più tra i piedi?! E non vedete l'ora anche di sbarazzarmi di me?! Mi fate letteralmente schifo >
Ecco, la nonna è andata... Lassù qualcuno mi odia... 
Corro in camera, trattenendo le lacrime, il cuore mi batte troppo forte e il petto mi brucia. Troppe emozioni, troppa confusione, il caos sta distruggendo la mia mente.
Passo prima da camera di nonna, voglio salutarla per l'ultima volta. Sembra felice. Mi accascio sopra il suo freddo corpo. Le lacrime iniziano a scorrere come fiumi, il suo profumo mi inonda le narici. Una brezza di vento gelido mi smuove i capelli. Credo che la finestra sia aperta.
Mi alzo a fatica e, con lo sguardo offuscato dalle lacrime, mi avvicino alla finestra.
Faccio per chiuderla, quando entra una piccola farfallina azzurra che, delicatamente, si posa sulla nonna. Proprio vicino al suo cuore...
Vado da lei... Osservo la scena. Quella farfallina, di un particolare azzurro chiaro. E' il colore preferito della nonna. La creaturina d'improvviso smette di battere le ali, si piega e si butta su un fianco... Penso che sia morta.
Ho un nodo in gola, vorrei urlare... Mi sento morire, mi sento a pezzi. Sto crollando.
Sento i miei avvicinarsi alla camera, mia mamma sta parlando al telefono, probabilmente con il tipo delle onoranze funebri. Non sopporto più la loro presenza. Scappo in camera mia.
Mi butto sul letto... Non riesco a respirare... La mia mente è annebbiata dal dolore e dalla rabbia. Un nero tumulto cresce dentro di me. 
Butto un occhio sull'orologio... Ma è tardissimo!
Devo essere lucida, maledizione! Alex mi aspetta, devo essere carina... Oddio che disastro...
Maglione nero, jeans scoloriti e anfibi. Sono pronta.
Esco di casa mandando a quel paese i miei, subiranno la mia ira quando ritornerò.
Prendo la strada di petto e mi dirigo verso il caffè, spero che lui sia già arrivato, sono cosi in ansia e una strana sensazione di vuoto si espande a macchia d'olio nelle mie viscere... La nonna... Devo reprimere i miei sentimenti, mi dispiace, mi manca...
Eccolo lì, seduto vicino alla finestra, con i capelli castani scompigliati e quegli occhioni celesti. Mi sento sciogliere, maledetto amore...
Mi siedo e...
< Ciao bambolina! >
Non ci credo, mi ha chiamata bambolina. Penso che il mio cuore stia per esplodere, ma uno strano presentimento si fa strada nella mia mente, c'è qualcosa che non va.
< Ciao Alex... Da quale autore vuoi partire? >
< Beh, dal tuo preferito ovviamente ahaha >
Dai Ofelia, è tutto ok... Non comportarti da cretina...
< Io...io... non ho un autore preferito eheh... >
Mi sto comportando da cretina, ecco... Ahi ahi, ma cosa fa l'amore?
< Oh, non ti preoccupare, ma ci possiamo spostare da qualche altra parte? Qua c'è troppo rumore e non mi piace >
< Certo, dove vuoi andare? >
< Seguimi >
O mio Satana, mi vuole portare da qualche parte!
Già mi immagino i nostri bambini; belli come lui e intelligenti come me. Il paradiso.
Avremo una casa in campagna e un cane di nome Varg. Forse sto mi sto montando la testa e quello strano presentimento si fa più grande e pressante. Ma per una volta voglio dare ascolto al mio cuore e seguirlo!
Mi sta portando vicino al lago, che romantico... La vista è magnifica e regna un silenzio alquanto inquietante. Il luogo perfetto per un specie di appuntamento perfetto.
< Vieni, Ofelia, siediti vicino a me >
Mi affretto a sedermi e guardo il panorama...
< Quindi... Ti va di iniziare con qualche autore tedesco? >
Provo ad iniziare un discorso serio
< Perchè? Non possiamo goderci questo paesaggio insieme? > 
Mmmh non capisco, prima mi chiede di dargli una mano in letteratura e poi non ha voglia di studiare... Ho capito! Era una scusa per stare insieme a me, ma che timido questo ragazzo.
< Va bene... >
Forse sono troppo fredda... Noto che la sua mano si avvicina alla mia. Vorrà stringermela? Il cuore mi sta esplodendo. Mi faccio schifo ad essere cosi sentimentale.
Mi prende la mano e inizia ad accarezzarla, si avvicina con le labbra al mio collo. Mi bacia e si avvicina pericolosamente alla mia bocca. Potrei svenire...
Per un attimo si ferma e si allontana, avrò fatto qualcosa di sbagliato... Mi guarda negli occhi, con uno sguardo languido e innamorato. Vuole confessare il suo smisurato amore per me? Finalmente...
< Piccola Ofelia, sei cosi ingenua che mi fai quasi tenerezza... >
Non capisco cosa voglia dire.
< Io ti piaccio? >
Per la serie: ma sei stupido o cosa? 
Annuisco timidamente.
< Lo sapevo. Mi segui come un cagnolino, diventi rossa quando mi vedi e non riesci a parlare. Piccola stupida Ofelia, io non sono il tipo che si metterebbe insieme alle possedute come te ahaha >
Cosa diavolo succede?! Lo sapevo che c'era qualcosa sotto e come una stupida ci sono cascata, ma questa me la paga. Con un calcio lo spingo via.
< Brutto figlio di una meretrice! >
Mi alzo e faccio per andarmene, ma mi sento chiamare e mi volto. Ci sono anche Marika e Giusy e due ragazzi che ho visto un paio di volte all'università. La situazione inizia a spaventarmi, devo scappare via.
Incomincio a correre più forte che posso, la città non è molto lontano da qui. Le ginocchia mi fanno male, non sento più il mio cuore, non riesco a respirare e le lacrime mi bruciano gli occhi. Inciampo su un ramo e cado. Batto la testa, non capisco niente.
Sento dei passi, qualcuno si avvicina, forse posso chiedere aiuto. 
Un'ombra si china verso di me, non riesco a capire chi sia e non riesco a rialzarmi. Dopo un pò riesco a mettere a fuoco. Capelli castani, occhi celesti. Alex!
Con un calcio lo butto per terra e con uno sforzo disumano mi alzo e provo a correre. La testa mi gira e non riesco a capire in quale direzione stia correndo. Sento delle voci. E' tutto confuso, ho paura...
< Piccolo mostro, vieni qua che ti faccio vedere io l'inferno! > 
E' uno di quei ragazzi, mi sta alle calcagna, non voglio che mi prendano.
Continuo a correre anche se non so dove diamine sto andando. Qualcosa di bagnato mi arriva in faccia...
< Ehi puttana! Guarda dove metti i piedi! >
Cosa? Perchè? Oh mamma, il lago! 
Mi sa che c'ho pensato troppo tardi...
La testa mi duole e tengo gli occhi chiusi. Ho paura ad aprirli. Mi sento strana, qualcosa si struscia contro di me. Qualcosa di viscido. Mi sento circondata dall'acqua.
Ho freddo e non riesco a respirare...
Mi convinco ad aprire gli occhi, ma sarebbe stato meglio non farlo.
Sto affogando, sto dolcemente cadendo sul letto del lago. In superficie si distinguono delle forme, si agitano sembrano preoccupate.
Piano piano i miei occhi si richiudono, mi abbandono, l'oblio mi circonda.
Sto arrivando nonna, "vivremo" in pace per sempre.
Non ancora farfallina...
La voce di nonna echeggia...
Mi sento strana, qualcosa in me sta cambiando. Non ho più paura...

 

 

  
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